domenica 24 maggio 2020

ANNA DAI CAPELLI ROSSI

Anna dai capelli rossi
Lucy Maud Montgomery
traduzione di Rosanna Guarnieri
BUR, 2009. 398 p.
Edizione integrale

Un classico della letteratura per l’infanzia. Una storia che non ha tempo e che ogni volta che viene riproposta è un successo. E’ la storia di Anna: “Anna dai capelli rossi”, come la maggior parte di noi adesso la conosce, il cui titolo originale era “Anna of the Green Gables”, in italiano “Anna dei tetti verdi” o “Anna dei verdi abbaini”. Una storia che è stata film, in varie versioni, la prima un muto del 1919, cartone animato, il più famoso quello giapponese degli anni ‘80 (per chi vuole qui l’indimenticabile sigla degli episodi trasmessi in Italia), fumetti e graphic novel, come quello uscito lo scorso anno per le edizioni Il Castoro, e vari adattamenti televisivi, ultimo dei quali la serie TV Netflix “Chiamatemi Anna” del 2017.
Un successo lunghissimo quello della storia della piccola orfana, che ricalca, con diverse differenze, la storia della sua autrice, Lucy Maud Montgomery. L’adolescente Anna Shirley viene data in affido a Matthew e Marilla Cuthbert. Loro si aspettavano un maschio per avere aiuto nella loro grande casa circondata da orto e campi, ma a Matthew la ragazzina piace fin da subito e convince al sorella a tenerla. Anna è entusiasta della casa, dei fiori, degli alberi, del posto dove è arrivata. All’inizio non è facile per nessuno: Anna è esuberante, ha una fervida fantasia, riesce a mettersi nei guai senza volerlo e scombussola la tranquilla vita dei due fratelli. Non è possibile, però, non imparare ad amarla e presto si affezionano a lei e viceversa. Anna è anche molto intelligente e subito a scuola scatta la rivalità con Giblert Blythe il ragazzo che la mette in ridicolo il primo giorno per via dei suoi capelli rossi, vero grande problema per Anna che per quel colore si è sempre sentita ancora più diversa dalle altre ragazzine. La vita continua tranquillamente tra lavori in casa, amicizie, scuola. Alla fine Anna risulta la migliore e vince una borsa di studio, ma dopo un anno di scuola superiore, abbandona gli studi per ritornare a casa e star vicino a Marilla dopo che Matthew è morto. Gilbert, che ha sempre cercato di riconquistare la fiducia e l’amicizia di Anne, le lascia il posto di maestra nella scuola vicina.d La vecchia rivalità è superata e tra loro nasce un nuovo sentimento.
 
Questo è il contenuto del primo volume della storia di Anna, uscita a puntate nel 1904 sul giornale per ragazzi “Sunday School Paper”. Come libro venne rifiutato da alcuni editori canadesi, finché nel 1908 uscì negli USA e fu subito grande successo. Al primo volume ne seguirono altri 6 pubblicati in Italia per la prima volta da Mursia, nella collana “I corticelli”, adesso in pubblicazione presso Gallucci con titoli diversi e la copertina che rimanda alla serie TV di Netflix.
Anna dai capelli rossi” è un classico. Le varie edizioni, con le nuove tradizioni, l’hanno sempre reso un libro piacevole, ironico e coinvolgente. Anna è una ragazzina spiritosa e intelligente. La sua originalità la rende simpatica, anche perché non si fa vittima delle tristi vicende che ha vissuto e degli spiacevoli momenti che si trova a vivere, ma da essi riesce a trarne forza, a scoprirne gli aspetti positivi, a imparare qualcosa di buono. Il romanzo, però, non è assolutamente moralistico né didascalico, anche perché punta a mettere in rilievo soprattutto la grande immaginazione della ragazzina: fantasia e parole, anche colte e intelligenti, in libertà, che concorrono alla caratterizzazione del personaggio. Il risultato è una figura di bambina diversa da tutte, meno fortunata di tante, ma positiva e intraprendente, capace di avere sogni e ambizioni, di lottare per realizzarli, ma, allo stesso tempo, anche di pensare generosamente agli altri e mettersi in secondo piano. Un personaggio “classico” da amare in ogni tempo. (1- continua)

Anna dai capelli rossi
Lucy Maud Montgomery
traduzione di Rosanna Guarnieri
BUR, 2009. 398 p.
Edizione integrale
Consigliato dai 10 anni

Anna dai capelli rossi
Lucy Maud Montgomery
traduzione di Angela Ricci
Gallucci, 2018. 362 p.
Consigliato dai 10 anni


mercoledì 13 maggio 2020

STA FERMO!

SEI MAI STATO UN BABBUINO?
Loredana Baldinucci con le illustrazioni di Fabio Sardo
Il Castoro, 2019 – [24 p.]

Capita a volte, ed è capitato soprattutto in questi giorni di chiusura per quarantena da Coronavirus, che i bambini diventino ingestibili. L’impressione che i genitori hanno è quella di aver a che fare con delle piccole scimmiette (in senso buono) simpatiche, ma anche dispettose, che saltano di qua e di là da mattina a sera, fanno di tutto e non fanno niente, si stufano subito ad ogni proposta e finiscono col far perdere la pazienza a chi è in casa con loro. Proviamo, però, per un attimo a metterci noi adulti dalla loro parte: mica facile. E ben se ne è resa conto Loredana Baldinucci quando, dopo una giornata un po’ difficile, l’anno scorso, in tempi ancora non sospetti, ha scritto “Sei mai stato un babbuino?” (Il Castoro).
Il protagonista di questo albo illustrato è un bambino che un mattino si sveglia e scopre di avere le sembianze di un babbuino. Subito capisce che lo aspetterà una giornata difficile, ma non può farci nulla e da babbuino la affronta: difficile vestirsi, complicato allacciarsi le scarpe e della coda che si fa? La routine giornaliera è scombussolata da questa sua insolita veste: impossibile mangiare latte e biscotti a colazione senza fare un disastro, (anche perché le banane gli piacciono di più), problematico restare seduti a scuola, tranne durante l’ora delle storie e molto deludente cercare di farsi degli amici, se non si trova qualcuno simile a te. Il rientro a casa, poi, un altro match da affrontare: bagno, verdura a cena, incomprensioni e alla fine sgridata e musi scuri. Ma, per fortuna, non tutti i giorni sono così, passerà. E del resto anche i grandi, a volte … .
Il finale ha un tono ironico, giusta conclusione per ridare equilibrio alla giornata del protagonista e rimettere le cose a posto facendo ricordare agli adulti che anche loro sono stati piccoli.

Si tratta di un libro per bambini molto divertente sia nel testo, sia nelle illustrazioni che l’accompagnano con brio e vivacità, mettendo in risalto i disastri e i disagi del piccolo scimmiotto, ma anche la sua incapacità, quel giorno, di fare diversamente. Un atteggiamento perfettamente rappresentato dalla figura in quarta di copertina: il piccolo babbuino con le spalle curve e gli occhioni imploranti.
Come in molti albi illustrati, anche in questo copertina e versi di copertina sono parte integrante del contenuto: camminare svogliatamente, dondolare sul lampadario, guardare le nuvole, saltare a quattro zampe, appendersi a testa in giù, infilarsi le dita nel naso, spaparazzarsi a terra e scivolare sul monopattino sono tutti esempi della vivacità e inventiva del piccolo babbuino, anticipazione della sua giornata “movimentata”. Esilarante, infine, il particolare della coda infilata nei pantaloni che esce da una gamba all’altezza della caviglia …


Parlando di bambini vivaci, però, non si deve far confusione: i bambini vivaci e apparentemente “impossibili” da controllare come questo, non sono i bambini “iperattivi”, affetti da deficit d’attenzione, un disturbo dell’età evolutiva caratterizzato da difficoltà di attenzione, di concentrazione e di controllo degli impulsi. Una vera e propria sindrome da diagnosticare attentamente, ad opera di esperti, per poter offrire loro il miglior approccio possibile e il trattamento adeguato. Un disturbo complesso da non sottovalutare, ma nemmeno da attribuire a bambini semplicemente “vivaci”.
E’ normale che i bambini tra i 3 e gli 11 anni siano pieni di energia, sempre in movimento e curiosi del mondo. Tutto li attira e li interessa, i luoghi e le persone, gli adulti e i coetanei. Offrire loro stimoli diversi e incanalare “positivamente” questa loro energia è fondamentale per sfruttare questo loro periodo di grande apprendimento soprattutto esperienziale. A volte, però, questa loro vivacità è espressione anche del loro bisogno di attenzione da parte dei genitori o degli insegnanti, la cui esperienza educativa e capacità empatico-relazionale diventano fondamentali per aiutare i piccoli a essere meno inquieti e a diminuire i capricci.

Un libro adatto dai 4 anni e dedicato a tutti i bambini che fanno fatica a stare fermi e ai loro genitori.

Loredana Baldinucci con le illustrazioni di Fabio Sardo
SEI MAI STATO UN BABBUINO?
Il Castoro, 2019 – [24 p.] -€ 13,50
Consigliato da 4 anni

mercoledì 6 maggio 2020

PREMIO STREGA RAGAZZE E RAGAZZI 2020

Oggi pomeriggio, 6 maggio 2020, sono stati proclamati in diretta on-line i vincitori del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020. Per la categoria +6 il titolo più votato è stato “Nebbia” ed. Il Castoro, di Marta Palazzesi (ne abbiamo scritto qui lo scorso ottobre). Per la categoria +11 vince “Una per i Murphy” di Lynda Mullay Hunt ed. Uovonero.

lunedì 4 maggio 2020

DI SPADA E DI PAROLA

HAI LA MIA PAROLA

Patrizia Rinaldi
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00


Avventura e fiaba si mescolano in “Hai la mia parola” l’ultimo lavoro di Patrizia Rinaldi edito da Sinnos nella collana Zona Franca ad alta leggibilità. Avventura, perché la storia di Nera e Mariagabriela è intrisa di perfidi inganni, fughe rocambolesche, incontri inaspettati e fuorvianti travestimenti. Fiaba, perché fiabesco è il tempo e il luogo lontano in cui tutto si svolge, perché ci sono due sorelle che si vogliono bene, una avida matrigna che le vuole dividere, un ricco signorotto crudele e tante buone persone pronte ad aiutare le ragazze nel superare la prova loro imposta. Non poteva, poi, mancare un lieto fine ricco di speranza.
Mariagabriela e Nera sono due sorelle molto diverse tra loro: una bella e dolce, l’altra zoppa e ribelle. La bellezza mancata di Nera è compensata dalla sua capacità di usare le parole, di leggere, scrivere e raccontare. La sventura colpisce la bella Mariagabriela che viene praticamente comprata dal lussurioso Visconte padrone del castello del borgo. Nera non può accettare il destino dell’amata sorella venduta dalla matrigna, e quando le viene fatto credere che Mariagabriela è riuscita a fuggire, anche lei parte di nascosto per cercarla con l’aiuto del fidato amico Michelino. La storia è lunga e complessa, piena di colpi di scena, ingiustizie e ritorsioni. Ma anche di coraggio, di amore, di speranza, di rispetto e di amicizia.
Anche se alla fine le due sorelle si riuniscono, l’evoluzione di questo romanzo e il suo finale non sono scontati. Lasciamo al lettore il piacere di arrivare in fondo a questa vicenda in cui spada e parole feriscono e difendono allo stesso modo e insieme rimettono in ordine il mondo.
Divisa in tre parti formate rispettivamente da ventuno brevi capitoli, uno per ogni lettera dell’alfabeto cui corrisponde una parola significativa, la storia, ambientata nella Sardegna del ‘700, ha un ritmo ben sostenuto dall’inizio alla fine e si distingue per un vocabolario ricco e ricercato. Diversamente non poteva essere, visto che uno dei temi principali che emergono è quello del potere consolatorio, ma anche del potere di attacco e di difesa, delle parole e della narrazione di storie: imparare a leggere e a scrivere, conoscere molte parole e saperle usare bene, diventa base per l’emancipazione di Nera, dei bambini cui fa da maestra, e per esteso, di ogni persona.
Il punto di vista del romanzo è quello di Nera che racconta a Mariagabriela, a vicenda finita, ciò che è successo dopo che il Visconte l’ha voluta a palazzo. Molti ed espliciti sono i riferimenti valoriali alla rettitudine delle persone, al rispetto della vita degli altri, al diritto che ognuno ha di riscattare la propria esistenza, alla bontà che ripaga di ogni angheria.
Mi mi convince un po’ meno la scelta di una scrittura prevalentemente paratattica, fatta di molte frasi brevi. La bellezza della lingua italiana sta anche nella sua complessità che, senza cadere nell’esercizio di stile o in un incomprensibile insieme contorto, si manifesta, quando ben sostenuta, in belle frasi scorrevoli lunghe e articolate. E’ vero che la lingua evolve, che la nostra è molto influenzata dal contesto in cui viviamo e che adesso si tende ad un italiano più più veloce e più semplice. Senza essere puristi, però, bisogna considerare che lingua scritta e lingua parlata non sono la stessa cosa. Credo che il valore di un bel libro, di una bella storia, sia dato anche dall’adesione alle caratteristiche della lingua con cui è raccontata e che questo contribuisca a fare la differenza quando si parla di letteratura.

Ciò non toglie che “Hai la mia parola” sia un libro che molto può dire ai suoi lettori, a vari livelli.

Patrizia Rinaldi
HAI LA MIA PAROLA
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00
consigliato da 12 anni