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sabato 19 febbraio 2022

ADDIO BIANCANEVE

Beatrice Alemagna

Addio Biancaneve

Topipittori, 2021. 96 p.

da 10 anni

Aprire il libro “Addio Biancaneve” di Beatrice Alemagna è come fare un doppio viaggio. Un viaggio all’interno della (presunta) nota fiaba di Biancaneve e un viaggio in una mostra d’arte contemporanea. In entrambi i casi un’esperienza estetica che prima incuriosisce, poi sconcerta e, infine, affascina. Uscire dalle piste del conosciuto, del normale, del politically correct è sempre una sfida per chi la fa, per chi la accoglie, per chi ci viene coinvolto suo malgrado. E il risultato può essere appagante, ma anche devastante.

 Prima di tutto descriviamo questo lavoro. Si tratta di un libro illustrato di grandi dimensioni rilegato a filo, tecnica che permette l’apertura completa delle pagine e quindi una visione delle tavole senza interruzioni, pieghe o parti seminascoste. Le grandi tavole dipinte ad olio si alternano alle pagine con il testo, nel rapporto uno a quattro: una doppia pagina di testo, quattro doppie pagine di tavole. Tra testo e immagini c’è una stretta relazione che, però, va scoperta memorizzando bene le parole prima di osservare le figure che le seguono. Come scrive chiaramente nell’introduzione l’autrice, l’idea è quella di raccontare la vera, violenta e crudele storia di Biancaneve, in prima persona dal punto di vista della regina cattiva, la matrigna, per entrare in profondità nella fiaba e scoprire la verità di chi fosse vittima e chi carnefice in quella vicenda.

La prima considerazione da fare è che questo libro illustrato non è per bambini o, perlomeno, per bambini troppo piccoli. Secondo punto: la fiaba di Biancaneve non è quella edulcorata di Walt Disney. Terzo: il punto di vista da cui è raccontata cambia una storia, a volte anche sostanzialmente.

Nonostante siano sempre proposte ai bambini, si sa che le fiabe non sono testi pensati per loro se considerati nella loro versione originale. Trasposizioni, adattamenti, riduzioni non sono le fiabe ed è per questo che vengono proposte ai piccoli. Beatrice Alemagna ci offre la fiaba di Biancaneve, se pur, come vedremo tra un po’, da un punto di vista diverso, nella versione originale come l’hanno raccolta e scritta i fratelli Grimm. Non troviamo, perciò, né simpatici nanetti, né bellissimi principi, né risvegli con baci, né matrigne costrette a vivere da streghe per il resto dei loro giorni. C’è una matrigna cattiva, c’è una ragazza che scappa nel bosco, ci sono dei nani lavoratori che se la ritrovano in casa e non sono all’inizio del tutto convinti della sua presenza. C’è una ragazza giovane più ingenua che buona, ci sono dei calzari di ferro roventi ai piedi della matrigna che la fanno morire tra le pene più terribili. Tutto questo narrato a parole e ripreso dalle tavole. Tavole intense, scure, violente e crudeli in cui nulla, o quasi, del malvagio è lasciato all’immaginazione. Violento anche il contrasto tra i colori scuri che le pervadono quasi tutte e quasi completamente e il colore arancione o fuxia fluo di alcuni particolari. Colori fluo che sono segno caratteristico degli ultimi lavori di Beatrice Alemagna, ma che non sono fine a se stessi nella composizione artistica. Servono a evidenziare il contrasto bene/male che pervade la fiaba, o a contrassegnare le contraddizioni di letture diverse dei singoli eventi, o a segnalare la presenza salvifica di elementi esterni “osservanti” che interpretano ciò che vedono. Sia i testi sia le tavole presentano una ricerca profonda di significati e di modi per esprimerli. 

 

 La riscrittura della fiaba dal punto di vista della matrigna, della regina gelosa della gioventù e della bellezza di Biancaneve, ha significato per l’Alemagna scandagliare l’idea di bene e di male che la fiaba contiene, evidenziare le paure, le inquietudini e il dramma che racconta insieme alla fantasia e alla magia con cui le racconta. Solo in questo modo si può comprendere o almeno dare un’interpretazione alla ferocia, all’animalesco, al terribile che l’animo umano può nasconderne. Facendo esperienza (diretta o di lettura) di questo aspetto scuro, si cresce. Ed è questo che le fiabe riescono a far fare. Le fiabe nella loro versione originale sono dense di terrore, crudeltà, paure e incubi. Ma, allo stesso modo, a tempo debito, offrono aiuto e vie di fuga. Cambiarle, semplificarle, alleggerirle non ha senso. Si devono proporle ai ragazzini in tutta la loro complessa e crudele verità.

 Per entrare meglio in questo lavoro di Beatrice Alemagna, vi consiglio la lettura dell’intervista sul blog dell’editore Topipittori, in cui l’artista racconta l’origine e lo sviluppo di questo suo libro. Leggendola si capiscono molte cose e molte cose si vedono con occhi diversi.


martedì 2 giugno 2020

ANNA DAI CAPELLI ROSSI - IL GRAPHIC

(Anna dai capelli rossi – 2)

Anna dai capelli rossi. Il graphic novel

adattamento di Mariah Marsden illustrazioni di Brenna Thummler

traduzione di Laura Tenorini

Il Castoro, 2019. 228 p.


Riduzioni, adattamenti, trasposizioni sono sempre un terreno minato. Non è facile riproporre bene le storie degli altri e ancora meno facile lo è cambiando mezzo di narrazione.

L’editore Il Castoro ha portato in Italia a fine 2019 la storia di Anna dai capelli rossi in formato graphic novel. Si tratta del lavoro di due giovani americane, una bibliotecaria esperta in letteratura per l’infanzia e una illustratrice, che lavora anche per la pubblicità.

Questa versione di Anna dai capelli rossi, seppur ridotta è molto fedele alla storia originale ed ha tutto il diritto di stare vicino al romanzo sullo stesso scaffale. Anche la sua resa grafica è interessante: giocata principalmente sulle tonalità del verde-azzurro e violetto, a parte i capelli di Anna, ovviamente, arancione, riesce a trasmettere sia l’intensità con cui la ragazzina vive le sue esperienze, sia la magia della sua nuova casa immersa nella natura. La storia non è suddivisa in capitoli ma è raccontata dall’inizio alla fine. Uniche pause sono costituite da alcune tavole ad ampio respiro che, senza parole, su singola o doppia pagina sottolineano i punti clou della storia o i momenti particolarmente intensi per Anna dal punto di vista emotivo.

La narrazione nel complesso risulta leggera e scorrevole, salvo alcuni tagli molto evidenti che, nonostante l’apporto delle figure, probabilmente erano inevitabili per riuscire a raccontare in uesto modo l’intera storia che riempie più di 300 dense pagine di prosa.

Il merito di questa forma a fumetti è di sicuro quello di avvicinare anche i ragazzini intorno ai 10 anni ad una storia che nella versione originale oggi forse può spaventare i lettori non proprio “forti”. Il traino del cartone animato e della serie TV ad essa ispirata di sicuro è un incentivo ad affrontare il romanzo. Portarlo a termine è un altro impegno.

Anna dai capelli rossi. Il graphic novel

adattamento di Mariah Marsden illustrazioni di Brenna Thummler

traduzione di Laura Tenorini

Il Castoro, 2019. 228 p. - € 15,50

Consigliato da 10 anni

lunedì 13 aprile 2020

VIAGGIARE I CINQUE CONTINENTI

ATLANTE DELLE AVVENTURE E DEI VIAGGI PER TERRA E PER MARE

Anselmo Roveda (cur.) - Marco Paci (ill.)
Giralangolo, 2019. 49 p.

Stare seduti ad una scrivania e viaggiare il mondo intero si può. Lo ha fatto Emilio Salgari a fine 800, lo possiamo fare noi adesso leggendo. Ci aiutano in questo tutti i libri. Lo fa in modo più tecnico l’”Atlante delle avventure e dei viaggi per terra e per mare” curato da Anselmo Roveda con le illustrazioni di Marco Paci, un prezioso libro illustrato con brani scelti dalle opere del grande autore veronese.
Il libro racconta il mondo salgariano in modo originale: per ogni zona un estratto descrittivo da un romanzo e un’illustrazione composita con elementi geografici, antropologici o naturali della regione in questione. Come negli atlanti tradizionali, le tavole sono divise per continenti con degli approfondimenti su alcune aree specifiche. Dai romanzi di Salgari, Roveda ha estrapolato i migliori passi che raccontano i luoghi dove si svolgono le intriganti avventure dei personaggi e che, nella foga della lettura per vedere come va a finire, rischiano di passare inosservati. Completano il libro un’introduzione del curatore e una serie di utili consigli per chi volesse cimentarsi nell’attività di esploratore/viaggiatore.


L’insieme di questo lavoro è molto interessante e accattivante. Piacevole lettura in sé, diventa spunto per approfondirne vari aspetti a diversi livelli andando a cercare nuove letture dai romanzi d’avventura di Salgari da cui sono tratti gli stralci, i libri di geografia che descrivono i posti citati, i saggi di antropologia e zoologia per conoscere genti e animali delle varie zone. Si deve comunque tenere presente che il ritmo della narrazione ottocentesca delle opere di Salgari, d’altra parte, è piuttosto difficile da reggere per il lettore medio contemporaneo, adulto o ragazzo che sia, non più così “affamato” di informazioni, come quello di allora, e che i romanzi classici di Salgari non furono scritti per i ragazzi (cui poi sono quasi sempre stati rivolti) e sono oggi appannaggio di lettori forti.
Val la pena ricordare, infine, che Salgari è diventato uno dei maggiori romanzieri d’avventura di tutti i tempi, precursore del genere letterario che ebbe notevoli evoluzioni e che ancora oggi è tra i più letti in assoluto. La curiosità è che lui non è mai uscito dall’Italia, non ha mai visto i meravigliosi ambienti che ha descritto con passione, precisione e infiniti dettagli. Il suo viaggiare è sempre e solo stato attraverso la lettura dei resoconti dei viaggiatori ai quattro angoli del globo e lo studio di carte, mappe e testi scientifici. Oceania, Cina, Malesia, India, America, Siberia, Africa, Artide, Antardide … nessun posto al mondo, praticamente, aveva segreti per lui. Il tutto, poi in un momento storico in cui le descrizioni scritte non potevano avere praticamente nessun aiuto dalle riproduzioni di immagini. Quelli di Salgari, dunque, erano sì dei romanzi ma con innegabile valenza scientifica per i tempi in cui furono scritti



ATLANTE DELLE AVVENTURE E DEI VIAGGI PER TERRA E PER MARE
Anselmo Roveda (cur.) - Marco Paci (ill.)
Giralangolo, 2019. 49 p. - € 19,50
Consigliato da 10 anni

venerdì 3 gennaio 2020

IL RUMORE DEL SILENZIO

Casapelledoca

Beatrice Masini con le illustrazioni di Lorenzo Conti
Pelledoca, 2019 - 77 p.
consigliato dai 10 anni

Riccardo si è appena trasferito dalla città in campagna: i suoi genitori volevano staccare dalla vita frenetica che conducevano e l’eredità della casa di una vecchia zia della mamma è stata l’occasione per andare via.
Riccardo, però, non è molto convinto. La nuova casa è fuori dal paese, in mezzo al bosco e, per di più, essendo abbastanza vecchia è piena di rumori strani difficili da decifrare. Il silenzio, poi, che avvolge tutto e sempre, rende quei rumori ancora più inquietanti.
Il racconto di Riccardo (il libro è scritto in prima persona) descrive i primi sei mesi nella nuova casa, periodo in cui succedono diverse cose misteriose e anche quando ogni mistero sembra risolto, ecco un altro rumore che, come una nuova minaccia, assale il ragazzo. In questi mesi, molte delle cose strane che succedono in quella casa trovano una spiegazione, altre no e Riccardo non può mai abbassare la guardia.
Romanzo breve o racconto lungo per bambini coraggiosi, “Casapelledoca” è una storia di Beatrice Masini dal ritmo narrativo sostenuto dalla prima all’ultima riga e coinvolge il lettore in una sorta di vortice da cui difficilmente si allontana prima di aver girato l’ultima pagina.
La tensione che si percepisce nelle parole scelte con cura e organizzate in frasi veloci e sferzanti, è rispecchiata anche dalle illustrazioni di Lorenzo Conti. Precise nel tratto e ricche di particolari, sono caratterizzate da tonalità scure di verde, nero e marrone su cui spiccano dettagli chiari, bianchi o gialli, che catalizzano l’attenzione di chi le guarda, veicolando un senso profondo di inquietudine.
Parole e figure che sanno fare presa sulle emozioni dei lettori.
Punto di forza di questa storia è la soluzione del mistero che avvolge questa casa: una soluzione, però, solo apparente e momentanea, perché là fuori, nell’oscurità, qualcos’altro si nasconde e un rumore nuovo ne annuncia la presenza.
Quando si parla di narrativa per ragazzi di qualità, uno degli elementi che si sottolineano è il finale che deve essere positivo, senza scadere nello scontato. E così è il finale di questa storia, perché la narrazione non finisce con le ultime parole, ma con l’ultima illustrazione che, diversamente dalle altre, è chiara e luminosa. Riccardo non è più così solo, c’è Jet con lui.

Rispetto alla prima edizione del 2001 nella collana “Gatti bianchi” di Messagero, questo romanzo breve, ha lo stesso titolo ed è solo leggermente rivisto nel testo, ma ha dimensioni e una veste grafica completamente differenti, che lo rendono un libro diverso e interessante per una fascia d’età più ampia.

Incipit:
"Vivo qui soltanto da sei mesi e una cosa posso dire di avere imparato: il silenzio non sta zitto. Mai."