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domenica 23 gennaio 2022

I BAMBINI E LE STORIE, INSIEME CON LA BELLEZZA, SALVERANNO IL MONDO

Stinson Katy con le illustrazioni di Lafrance Marie e la traduzione di Alessandro Perrone Capuano

La Signora dei libri. Una storia ispirata allo straordinario lavoro di Jella Lepman

Lapis, 2022. 32.p.

da 7 anni

Quella di Jella Lepman è una storia che ha dello straordinario. Ciò che ha fatto per i bambini tedeschi del secondo dopoguerra e a cascata per tutti i bambini del mondo è stato di una portata immensa. Jella ha capito che a loro non bastava il pane, avevano bisogno anche di cibo per la mente e su questo ha basato il suo lavoro quando nel 1945 è rientrata in Germania (in quanto di origine ebraica era fuggita in Inghilterra all’inizio della guerra) ed è stata incaricata di assistere i bambini tedeschi nella costruzione del loro futuro. Il nocciolo della storia di Jella Lepman costituisce la trama di “La Signora dei libri” (Lapis). Racconta di due fratellini, Anneliese e Peter, che in giro per la città di Monaco ridotta in macerie dalla guerra, stanno cercando qualcosa da mangiare quando vedono una fila di persone fuori da un edificio. Nella desolazione delle strade con le case distrutte e la disperazione delle persone che hanno perso tutto, immaginano che tutti fossero lì in coda per la distribuzione di qualcosa e si mettono anche loro ad aspettare il loro turno. Arrivati alla porta entrano in un grande salone pieno di bambini, di adulti e, soprattutto, di tanti bei libri illustrati scritti in tante lingue diverse e pieni di figure colorate. Per fortuna per guardare le figure non serve capire le parole e i piccoli si lasciano affascinare da ciò che vedono, immaginando storie magnifiche. Alla piccola Anneliese ritornano in mente le storie che prima della guerra suo papà le leggeva e i libri che andavano a prendere in biblioteca. Adesso non ci sono più né papà né la biblioteca. Peter è attratto in modo particolare da un libro con la storia di un elefante con la cravatta. E’ Babar, ma lui non lo sa ancora. Vorrebbe che sua sorella gli leggesse la storia, ma lei non ne è capace, perché non sa leggere in francese, la lingua in cui è scritto. Tutti i libri, infatti, sono in lingua originale perché Jella Lepmann ha chiesto agli editori di libri per ragazzi di tutto il mondo di mandare qualche libro per realizzare non solo una mostra, ma un progetto di sostegno per i bambini. In questa sala una signora parla con altri adulti e legge le storie ai bambini traducendole direttamente in tedesco: è lei, è Jella. Anneliese e Peter non vorrebbero più allontanarsi e quando tutti sono andati via, vorrebbero almeno portare un libro con sé. Ma non si può, i libri sono solo in mostra. … Le storie, però, girano a lungo nella testa e nei sogni dei piccoli: Heidi, Pippi Calzelunghe, Il toro Ferdinand, … . 

Parole chiare precise, dolci, pacate e avvolgenti come le eleganti figure che le accompagnano per una storia che molto ha da dire ai bambini, ma anche agli adulti. Grazie alle note in fondo al libro, i grandi possono riflettere su quanto devastante sia stata la guerra sulle menti e sui cuori dei bambini, su come Jella Lepmann abbia saputo smuovere mezzo mondo per creare la mostra dei libri per bambini con opere da diversi paesi, su ciò che le storie possono rappresentare per i piccoli di ogni tempo, sul potere e il valore delle storie, della fantasia, dell’immaginazione, della bellezza, su … . La seconda guerra mondiale è appena finita, dure sono le sue conseguenze su tutti. In questa storia, però, la tragedia rimane sullo sfondo e l’attenzione è focalizzata sul pensiero positivo della rinascita a partire dai bambini e dai libri. Un libro pieno di speranza nei bambini, negli adulti che pensano a loro (e ce ne sono tanti), nelle storie come importante diversivo e fonte di svago, ma anche come fonte di pensiero, arricchimento per la mente. Parole per far pensiero, per creare linguaggio, per esprimere idee ed emozioni. Storie per vivere esperienze nuove, per affrontare la dura quotidianità.

Da questa mostra internazionale itinerante di libri per bambini, nel secondo dopoguerra è nata a Monaco la Internationale Jugendbibliothek, la più importante biblioteca internazionale per ragazzi. Jella Lepmann è stata anche la fondatrice di IBBY (International Board on Books for Young People) associazione che promuove la conoscenza del libro di qualità per i più giovani.

Cominciamo dai bambini a rimettere a posto questo mondo tutto sottosopra. Saranno loro a indicare agli adulti la via da percorrere.” (Jella Lepman - 1945)

Della Internationale Jugendbibliothek ho scritto quiqui 

La storia di Jella Lapman è raccontata agli adulti in “Un ponte di libri” (Sinnos), di cui ho scritto qui

mercoledì 18 novembre 2020

BIBLIOTECA SCOLASTICA: QUALCHE IDEA.

Spunti per organizzare o riorganizzare una biblioteca scolastica all’interno di una scuola primaria.

Insegnare ad amare i libri è una delle risorse più preziose che la scuola può offrire. I bambini di oggi sono consapevoli che con una tastiera in mano hanno a disposizione strumenti incredibili. Anche gli adulti che li accompagnano, sanno che la navigazione in internet, se opportunamente guidata, amplia enormemente il piacere della ricerca e della scoperta. Essi, però, sanno anche che i contenuti digitali rischiano una fruizione superficiale e passiva. Leggere è un’altra cosa, è sospensione del tempo, è concentrazione, è lenta esplorazione del mondo e di sé.

E’ dunque fondamentale creare e sostenere nei bambini e nei ragazzi il piacere della lettura. Uno dei presupposti fondamentali per creare lettori è presentare e mettere loro a disposizione materiali da leggere adatti alla loro età, corrispondenti ai loro interessi, coinvolgenti per il loro mondo.

Le biblioteche sono per definizione luogo dei libri e della lettura e la loro esistenza, la loro creazione, ha ancora senso anche all’interno delle scuole. E’ ovvio che al giorno d’oggi le biblioteche, anche quelle scolastiche, non possono essere formate da un patrimonio unicamente cartaceo, ma è altrettanto vero che da esso non possono prescindere.

Creare, rinnovare e arricchire una biblioteca scolastica e promuoverla promuovendo la lettura è un impegno fondamentale e importante. Non si nega che sia anche gravoso, ma le soddisfazioni che ne possono derivare sono impagabili come i benefici che ne derivano sul processo evolutivo dei bambini.

Purtroppo la gestione delle biblioteche scolastiche in Italia è per lo più ancora demandata a insegnanti che per vari motivi non possono più svolgere il loro lavoro in classe o a insegnanti volenterosi che, però, possono dedicargli solo ritagli di tempo o ore aggiuntive ai loro impegni di cattedra.

Certamente la complessa e delicata mole di lavoro del bibliotecario scolastico, citata per altro anche nei documenti del Ministero, richiederebbe una preparazione specifica e il riconoscimento di una professionalità altrettanto specifica (docente documentalista), oltre a un monte ore ufficialmente destinato e non faticosamente contrattato di anno in anno. Il discorso è ampio e andrebbe affrontato nei luoghi giusti per ottenere i giusti riconoscimenti.

Quello che intendo fare in questo posto, al di là della condivisione di queste considerazioni generali, è raccogliere alcune riflessioni fatte insieme ad alcuni insegnanti di una scuola primaria in Val di Fiemme, che hanno deciso di creare un progetto per riqualificare la biblioteca scolastica esistente nel loro plesso e darle nuova vita. L’idea è quella di offrire una serie di ragionamenti, piccole proposte e suggerimenti per chi intende iniziare a organizzare o riorganizzare la propria biblioteca scolastica.

Biblioteca scolastica: chi?

Chi sono i protagonisti di un progetto per la realizzazione di una biblioteca scolastica?

Partendo dal presupposto che la biblioteca sarà a disposizione di tutto il plesso scolastico, è fondamentale avere chiaro che sarà biblioteca di tutti: bambini, insegnanti, dirigenza, altri educatori.

La progettazione e realizzazione della biblioteca scolastica vede quindi anche il coinvolgimento di tutti (o quasi) questi soggetti nella raccolta di idee e suggerimenti, nelle proposte di materiali, nella loro organizzazione e gestione. Partendo da un gruppo di lavoro e coordinamento del progetto, a tutti i soggetti possono essere poste delle domande da cui partire. Per esempio:

* Come immagini la biblioteca a scuola?

* Cosa deve esserci assolutamente?

* Cosa ci verresti a fare?

* Come pensi di poter contribuire alla sua realizzazione/gestione?

* …

In un secondo momento si può ipotizzare che la biblioteca scolastica possa essere fruita anche dai genitori e dal personale ausiliario. Se si pensa, poi, a tutti coloro che potranno entrare in biblioteca si devono anche aggiungere ospiti esterni invitati per portare avanti attività di promozione alla lettura, conferenze, laboratori, incontri vari.

Biblioteca scolastica: cosa e come?

Quali sono i materiali da mettere in una biblioteca scolastica e come si organizzano?

Pensando alle finalità sopra descritte, in una biblioteca scolastica si dovrebbero trovare:

- libri di narrativa (prime letture e romanzi)

- albi illustrati (non solo per i bambini più piccoli)

- graphic novel

- silent books

- libri di divulgazione

- materiali per gli insegnanti

L’organizzazione di questi materiali, in base all’uso che si intende fare e offrire della biblioteca, dopo una consultazione con tutti gli insegnanti (leggere non è questione “solo di italiano”) può seguire due linee:

a) suddivisione base per fascia d’età e all’interno di ogni fascia i vari generi e argomenti (per la divulgazione)

b) suddivisione base per genere e argomento (per la divulgazione) e quindi indicazione di fascia d’età

Una sezione a parte è costituita dai materiali ad uso degli insegnanti, qualora non siano libri per ragazzi

Per l’organizzazione dei materiali e degli spazi sono necessari, ovviamente, scaffali, scatole, contenitori e stickers con ideogrammi/pittogrammi o etichette colorate per le suddivisioni interne.

Il “come?” di una biblioteca presuppone poi l’individuazione del metodo di gestione della stessa sia per quanto riguarda la sua crescita (incremento con doni e acquisti) e la sua manutenzione (organizzazione dei materiali e progressivo scarto di quelli obsoleti), sia per quanto riguarda la catalogazione dei libri e il loro prestito.

On line si possono trovare dei programmi di gestione di biblioteca sia gratuiti (i più semplici e con meno funzioni) sia a pagamento, la cui scelta dovrebbe avvenire con l’aiuto di persone competenti e previa analisi di ciò che effettivamente serve e si vuole fare.

Biblioteca scolastica: dove?

La biblioteca scolastica dovrebbe essere a scuola e possibilmente in un luogo dedicato, sicuro e protetto, dove ci possano andare i gruppi classe ma anche singolarmente i bambini in eventuali momenti “liberi” nel corso dell’orario scolastico.

L’ambiente dovrebbe essere ampio e luminoso. Dovrebbero esserci tavoli e sedie per i lavori di gruppo, sedute informali (poltrone, pouf, cuscini, tappeto …) per la lettura autonoma. Scaffali e contenitori per i libri.

L’ideale sarebbe che tutto l’arredamento fosse “mobile”, per esempio, su rotelle, in modo da poter adattare gli spazi di volta in volta all’attività che ci si vuole fare.

Elementi decorativi, quadri poster e scritte alle pareti (senza esagerare) contribuiscono a rendere l’ambiente piacevole da vivere. Anche la presenza di piante verdi di cui prendersi cura, aiuta a dare vita agli spazi e a farli sentire “propri” a chi li frequenta.

E’ auspicabile anche la disponibilità di carta, colori, matite, penne e altri materiali di cancelleria.

La biblioteca scolastica diventa così un luogo dove:

* i bambini trovano letture accattivanti, libri per approfondire o soddisfare la loro curiosità e materiali per “creare”, hanno spazio e tempo per fermarsi e ci si fermano volentieri.

* gli insegnanti trovano materiali da proporre, organizzano attività varie e laboratori, fanno riunioni, si fermano volentieri a lavorare o a leggere

* si organizzano incontri, riunioni, conferenze

* si propongono mostre ed esposizioni

* …

Biblioteca scolastica: come agire?

Organizzare/riorganizzare una biblioteca scolastica è un lavoro lungo che non finisce mai. Non si può pensare di dedicarsi a questo progetto solo per un determinato periodo e poi considerare il lavoro finito. Le biblioteche, anche quelle scolastiche, sono “esseri viventi” che continuano a modificarsi e a crescere seguendo e assecondando le necessità formative e di svago di chi le frequenta. Una biblioteca “ferma” è presto una biblioteca “vecchia” e quindi inutilizzabile.

Bisogna, ovviamente, partire da un progetto iniziale che vede la partecipazione dei vari soggetti coinvolti, ma che poi deve prevedere anche una continua “manutenzione”. Anche per questa i soggetti per cui la si pensa devono essere coinvolti: non è più il tempo delle biblioteche per gli utenti, ma delle biblioteche degli utenti. E si sa che se le persone sentono che qualcosa gli appartiene, ci tengono di più.

Per la creazione e manutenzione di una biblioteca scolastica si possono, quindi, prevedere le seguenti azioni:

* brainstorming in gruppi di scolari, insegnanti (anche con la dirigenza), genitori

* valutazione di progetti specifici per la diffusione del libro organizzati da editori e librerie

* preparare e tenere aggiornate liste di materiali da suggerire a enti e/o privati che volessero regalare qualche cosa alla scuola

* evitare di accettare tutto ciò che viene regalato in quanto “non più usato a casa”, ma scegliere e motivare le scelte con i donatori

* raccogliere “desiderata” di insegnanti e alunni

* consultare esperti bibliotecari e esperti in letteratura per l’infanzia leggendo regolarmente anche siti e blog specializzati

* seguire il mercato editoriale iscrivendosi, per esempio, alle newsletter dei vari editori

* dedicare del tempo alle visite in libreria per vedere “fisicamente” i libri e farsi consigliare dai librai

* visitare regolarmente le biblioteche pubbliche del territorio per confrontarsi con i bibliotecari e per trovare con loro possibili forme di collaborazione.

Rimane poi la questione economica che è ovviamente centrale e non sempre facile da risolvere. Non è detto che la scuola abbia dei fondi da mettere a disposizione. Si può cercare di ottenere dei finanziamenti presso gli enti o i privati che sono attenti ai bisogni della comuntà locale. Nel piccolo si possono organizzare raccolte fondi “mirate” alla biblioteca in occasione di recite e feste scolastiche varie e con mercatini.

Un’azione che, però, è alla base di tutto e può facilitare l’apporto di tutti è quella di FAR PARLARE I BUONI LIBRI sfruttando ogni occasione possibile per mostrarli e presentarli a chi potrebbe offrirli e a chi potrebbe utilizzarli. Prendere coscienza della loro qualità, della loro bellezza, delle loro potenzialità, è il primo passo per riconoscerne il valore e considerare opportuno metterne tanti a disposizione di bambini e ragazzi e degli adulti che lavorano con loro.

lunedì 27 gennaio 2020

UN PONTE DI LIBRI

Un ponte di libri

Jella Lepman
Sinnos, 2018 – 204 p.

La Giornata della Memoria ci offre l’occasione per ricordare la storia di Jella Lepman, giornalista tedesca di origine ebrea, fondatrice della Biblioteca Internazionale di Letteratura per l’infanzia di Monaco (Internationale Jugedbibliothek).
Jella Lepman racconta la sua esperienza nel libro Un ponte di libri, pubblicato in nuova traduzione nel 2018 da Sinnos.
Jella apparteneva a una famiglia ebrea liberale costretta nel 1936, per sfuggire alle persecuzioni naziste a emigrare da Stoccarda in Gran Bretagna, dove lavorò come giornalista. Alla fine della guerra, Jella venne invitata a tornare in Germania dalla Forza d’occupazione Americana, in qualità di Specialist Adviser for Women’s and Youth Affairs. Non del tutto convinta, accettò l’incarico e si mise al lavoro. Presto si rese conto che il compito più urgente era quello di dare a donne e a bambini non solo pane e vestiti, ma anche “cibo per la mente”. Bisognava ridare speranza ai bambini e mostrare loro che esistevano altre realtà diverse da quella disperatamente triste in cui stavano vivendo: realtà di pace, di gioco, di amicizia. Superato ogni dubbio, iniziò la sua opera con grande entusiasmo e impegno, affrontando le più disparate difficoltà con ottimismo, caparbietà e anche un po’ di faccia tosta. Grazie al sostegno dei vertici militari americani, che non sapevano dirle di no, di molti intellettuali, librai e bibliotecari tedeschi, di vari editori, di Eleanor Roosvelt in persona e della Fondazione Rockefeller, Jella cominciò organizzando una mostra internazionale di libri per bambini e ragazzi chiedendo a 20 paesi in Europa e in America l’invio dei loro libri migliori per esporli in varie città tedesche tra detriti e macerie in spazi espositivi di fortuna, creati quasi sul momento.
E’ commovente leggere nel suo libro come i bambini, e non solo, desolatamente abbandonati al vuoto monocorde del totalitarismo, abbiano accolto con entusiasmo i libri in mostra, fermandosi ore a guardarli e a leggerli, affamati di belle illustrazioni, belle parole, belle storie, belle idee. Una piccola berlinese, visitata la mostra, esclamò; “Questa sì che è pace”. Un’affermazione spontanea che riassume il significato dell’intero lavoro della Lepman.
La sua convinzione era che si doveva ripartire dai bambini per mettere ordine nel mondo postbellico e che la lettura e la letteratura possono salvare la vita. Quattro anni dopo, nel 1949, finito il giro delle principali città tedesche per raggiungere il maggior numero di bambini, la mostra è diventata a Monaco il fondo base della prima grande biblioteca internazionale di libri per ragazzi.
Da allora la biblioteca continua la sua missione di diffusione della cultura del libro tra i più giovani come mezzo per aprire le menti, per trovare contatti con le altre culture, per stabilire ponti tra le nazioni. E, come allora, alla base del lavoro di questa biblioteca sta la raccolta dei migliori libri, dono ogni anno dei vari paesi perché vengano conservati, ma anche e soprattutto, letti e utilizzati, dai suoi piccoli e grandi utenti.

La storia di Jella Lepman, ricordata in occasione del 27 gennaio, Giorno della memoria, ha al giorno d’oggi un significato particolare, visto che viviamo in un tempo in cui la società rischia di chiudersi su se stessa per il crescente individualismo e la dilagante paura dell’altro. Muri e barriere continuano ad essere eretti tra persone, popoli e nazioni, dimenticando l’importanza delle relazioni. Di fronte alla drammaticità della cultura dell’odio, ma anche alla diffusa povertà educativa, è fondamentale offrire strumenti per aprire nuovi orizzonti, conoscere il diverso e non averne paura. E questo si può fare con i libri, con le storie: la lettura, infatti, permette di conoscere, di mettersi nei panni degli altri, aiuta a sviluppare l’empatia.
L’opera di Jella Lepman rivela come attraverso i libri si può contribuire ad avvicinare i popoli: leggere è viaggiare, è vedere, è confrontare, è capire. I libri sono veicolo di bellezza, di idee, di condivisione. I libri e lettura sono importanti per la crescita di un paese. Se tanto hanno potuto fare nella devastazione della guerra, tanto possono fare ancora nelle realtà difficili del nostro tempo e moltissimo possono fare per prevenire situazioni problematiche dove, per fortuna, non esistono.

I bambini non hanno colpa di questa guera, pertanto i Suoi libri saranno i primi messaggeri di pace! (…) Per superare le barriere linguistiche La preghiamo di inviarci soprattutto albi e libri illustrati. Ma anche la buona narrativa potrà essere fatta conoscere ai bambini in lavori di gruppo. Ci auguriamo che gli editori tedeschi possano acquisire i diritti di traduzione di molte di queste opere.” (Dalla lettera che Jella Lepman ha inviato nel 1945 a 20 paesi del mondo per richiedere i libri per la mostra riportata in Un ponte di libri, J. Lepman, Sinnos, 2018, p. 52-53)

Consigliato a insegnanti, bibliotecari, genitori, educatori e a tutte le persone che hanno a cuore i bambini, le storie, i libri.

mercoledì 6 novembre 2019

UN SOGNO NELLO STANZINO

(Internationale Jugendbibliothek - 3)

Durante la mia visita alla Internationale Jugendbibliothek (IJB) di Monaco lo scorso ottobre sono rimasta affascinata da una sorta di istallazione permanente nel sottotetto dell’ala del castello Schloss Blutenburg dove si trova la sala studio. E’ un piccolo spazio che profuma di legno e invita grandi e bambini a immergersi nella sognante arte delle illustrazioni di Binette Schroeder, le cui opere sono ormai entrate di diritto nel canone ufficiale della letteratura per l’infanzia a livello internazionale.

Lo stanzino di Binette Schroeder è un piccolo gioiello e 
raccoglie il suo vasto lavoro di illustrazione, per il quale ha 
ricevuto numerosi premi, la sua ampia raccolta 
internazionale di libri illustrati, le sue opere fotografiche e una ricca collezione 
di oggetti originali che si rifanno ai suoi libri. Tra questi famosi sono “Aurora”,
“Il principe ranocchio”, “Fior di lupino”, “Coccodrillo, coccodrillo”, “Ratatatam” e
 i “Viaggi meravigliosi e avventure di terra del Barone di Munchhausen da lui 
stesso narrati”, editi tutti in Italia da Nord Sud, tranne “Fior di lupino” che è stato 
pubblicato dalle edizioni La Strega. Tutti questi libri illustrati, purtroppo ormai 
difficilmente acquistabili in libreria, ma si trovano facilmente nelle biblioteche. 
Si tratta di libri con illustrazioni dolci e sognanti in cui la meraviglia va a braccetto
con la fantasia, facendo perdere lo sguardo di chi osserva in paesaggi magici pieni
di oggetti e figure tanto misteriosi quanto ammalianti.
In questa stanza, di particolare fascino è anche il design degli arredi ispirato al 
lavoro di Binette e progettato dall'architetto britannico Andrew Howcroft in 
collaborazione con lei stessa e Peter Nickl, suo marito e autore di alcuni dei libri 
da lei illustrati. Guadandosi in giro non si possono non notare i piedi degli armadi
a forma di scarpa o i visi che “emergono” dai coperchi e 
dalle pareti dei contenitori. Altra chicca che si nasconde 
dietro una porticina di legno è un teatrino meccanico
in cui, al suono di un carillon, si muovono, come sospesi, 
personaggi e oggetti presenti nelle figure dei libri.
Io sono entrata in questo stanzino e, dopo aver bussato 
alla porticina di legno sulla parete, l’ho aperta. Se volete vedere anche voi la meraviglia che nasconde, guardate questo video cliccando qui
Per avere un piccolo assaggio di tutto lo stanzino, invece, cliccate qui

Dalla fine di ottobre questa speciale stanzetta della IJB ospita anche, fino a fine marzo 2020, una mostra molto particolare con le buste illustrate da Binette Schroeder, inviate in tutto il mondo nel corso di decenni a amici, editori e colleghi. Buste per lettere che lei ha dipinto e disegnato con fantasia e ironia personalizzandole per i suoi contatti. La mostra di queste bellissime buste ha come titolo “Bezaubernd schön” (Incantevole bellezza) ed è proposta in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’artista e sarà accompagnata da laboratori e attività per i bambini.




sabato 19 ottobre 2019

ILLUSTRAZIONI ALLA INTERNATIONALE JUGENDBIBLIOTHEK


(Internationale Jugendbibliothek - 2)

Durante il mio pomeriggio alla Internationale Jugendbibliothek a Monaco ho potuto godere anche della visita a due mostre temporanee, una con le illustrazioni contemporanee delle fiabe dei fratelli Grimm e una dedicata ai lavori dell’illustratrice Binette Schroeder.

Salire al piano sopra la sala di studio della biblioteca è stato come entrare nel paese delle fiabe. Già sulle scale alcune riproduzioni di grandi dimensioni delle illustrazioni de “Il lupo e i sette capretti” e di “Cappuccetto Rosso” mi hanno accompagnato verso la scoperta delle vetrinette di esposizione con i libri aperti sulle immagini più belle di alcuni illustratori contemporanei. Tra questi “Cappuccetto Rosso” di Fulvio Innocenti, di Arthur Leboeuf e di Eric Battut, “I musicanti di Brema” di Claudia Palmarucci, “ Hänsel e Gretel” di Sophia Martineck e “Biancaneve” di Ottavia Monaco. Esempi di come con originalità e fantasia gli illustratori di tutta Europa sanno giocare con le narrazioni tradizionali.

Le fiabe dei fratelli Grimm, infatti, sono oggetto di innumerevoli edizioni diverse in tutto il mondo, alcune, molto tradizionalmente illustrate, entrate nell’immaginario collettivo, altre più audacemente rivisitate. Si tratta di figure che rompono lo schema cui siamo abituati e ripropongono le fiabe con connotazioni sorprendenti. Impegno artistico, humor e libertà interpretativa caratterizzano queste nuove versioni per contribuire, se ancora possibile, ad un’ulteriore universalità di questi racconti senza tempo. 

La mostra era arricchita anche dalla riproduzione di alcune “scene” tratte dalle fiabe, come la vetrinetta con i sette lettini e i sette piattini dei sette nati, o quella con il lupo (vero e imbalsamato, prestito del Museo di Scienze Naturali) nel bosco e il mantellino rosso di Cappuccetto appeso a un ramo, o la casetta di marzapane di Hänsel e Gretel pronta per ospitare i bambini in visita. Abbastanza significativa sul basamento delle vetrinette la riproduzione degli interni di copertina di “Nel bosco” di Anthony Browne, un albo illustrato che metaforicamente rappresenta la funzione e il significato di ogni fiaba e implicitamente spiega come questi testi “lavorano dentro” ogni bambino attraverso un percorso ben definito. Percorso ragionato previsto anche dalla mostra stessa organizzata secondo le tappe dello sviluppo classico della fiaba come genere letterario: situazione iniziale e presentazione del protagonista, sviluppo della sua vicenda fino alla prova che deve affrontare (minaccia, tentazione, solitudine, paura), superamento del momento critico e finale positivo.
La mostra, coinvolgente e stimolante, piacevole da osservare per gli adulti, intrigante e divertente per i bambini, è stata ottimo spunto per le diverse attività di promozione alla lettura che la biblioteca ha proposto nel corso di tutto l’anno di apertura.
(2 - continua)





lunedì 14 ottobre 2019

L'INTERNATIONALE JUGENDBIBLIOTHEK A MONACO


(Internationale Jugendbibliothek - 1)




Ne ho letto tante volte. Spesso ne ho visitato il sito internet. La storia della sua nascita è molto interessante. Sto parlando della Internationale Jugendibliothek (IJb), la biblioteca internazionale di letteratura giovanile, a Monaco. Lo scorso fine settimana l’ho potuta finalmente visitare e anche se avevo visto delle foto e letto diverse cose in internet è stata un’emozione.
La Ijb ha sede in un castello (come tutte le cose preziose) immerso in un parco, Schloss Blutenburg, con molto verde e un laghetto. C’è una corte interna, una cappella e un ristorante. La biblioteca per i bambini, aperta alle visite e all’utilizzo come tutte le altre biblioteche, occupa alcune sale a piano terra con le pubblicazioni più recenti per i piccolissimi fino ai ragazzi di 13 anni nelle diverse lingue del mondo. Al piano sopra la Kinderbibliothek ci sono due sale congresso e il museo dedicato a Michael Ende. Sull’altro lato del giardino c’è la sala studio con i testi, provenienti da diverse paesi, riguardanti la letteratura per ragazzi, la lettura, la promozione alla lettura e gli autori per ragazzi. La raccolta storica, oltre 640.000 volumi in 240 lingue prodotta negli ultimi 600 anni è conservata in un magazzino dislocato in un altro stabile. Tutti i libri sono, comunque, consultabili: è sufficiente cercali nel catalogo on-line e richiederli due settimane prima dell’arrivo a Monaco per poterli trovare a propria disposizione in sala. Disponibili per lo studio sono anche i suoi 30.000 volumi di letteratura grigia, i 130 periodici specializzati e tantissimi altri materiali informali, compresa una grande raccolta di poster.
Questa biblioteca, unica al mondo nel suo genere, è stata fondata da Jella Lepmann nel 1949 per dare a donne e a bambini “cibo per la mente” dopo le grandi privazioni del tempo di guerra. Il racconto della sua esperienza scritto da lei stessa, lettura che consiglio vivamente a chi si occupa di letteratura per l’infanzia, è stato ripubblicato lo scorso anno con una nuova traduzione da Sinnos “Un ponte di libri” (2018) 

I libri nel dopogerra: cibo per la mente
 
Il criterio principale della raccolta della IJb è la qualità letteraria e l’originalità delle opere così come il loro significato per lo sviluppo della letteratura per bambini e ragazzi nei vari paesi. I libri così selezionati arrivano alla IJb soprattutto come dono da parte dei vari editori nel mondo. Non tutti, ci dice l’operatore, ma quasi. Solo una piccola parte viene acquistata.
Sebbene la mia visita non fosse stata organizzata come momento di studio, nel senso che non ci sono andata con lo scopo di fare una particolare ricerca, le quasi tre ore che vi ho passato curiosando in giro e parlando con le operatrici sono state non solo un grande piacere, ma anche un momento di arricchimento. E’ stato come vedere in modo più concreto il mio studio di questi anni. Vedere che ai libri per bambini e ragazzi è dedicata tanta attenzione specialistica da parte di studiosi di tutto il mondo, mi ha fatto sentire parte di un tutto che va ben oltre gli stretti limiti della mia scrivania e di quanto ho potuto approfondire nel tempo.
Mi permetto solo una piccola nota alla biblioteca per bambini in sé: fisicamente, confrontata con altre biblioteche dedicate ai ragazzi o con le sezioni bambini-ragazzi di alcune altre biblioteche che ho potuto visitare sia in Italia che all’estero, le sale della Internationale Jugendbibliothek di Monaco non sono nulla di speciale. Fantastica, però, è l’idea che esse non siano che la punta dell’iceberg di materiali e potenzialità di approfondimento, di studio e di piacere che questa istituzione nasconde.
Il suo sito internet è: IJb
(Continua - 1)