domenica 18 settembre 2022

CRESCERE LEGGENDO

Antonio Ferrara con le illustrazioni di Gabriele Ghisalberti

Un libro ti cambia

Biancoenero Edizioni, 2022. 46 p.

Età +10

 

In questa storia per ragazzini è condensato tutto il senso della lettura, del capire ciò che si legge, dell’essere coinvolti da una storia, del partecipare personalmente delle parole che la compongono.

Dario, il ragazzino dodicenne protagonista di “Un libro ti cambia” (Biancoenero) è in camera sua e sta leggendo. Mentre legge succedono cose strane, forse solo coincidenze, ma a lui sembra che ciò che trova tra le pagine avvenga realmente: sente il calore del deserto, un quadretto si stacca dal muro, le sue orecchie diventano bollenti, ha paura di ciò che succede, non riesce a staccarsi dalle pagine … .

Nessuno pensa che Dario sia in camera a leggere, tutti lo credono intento a giocare al pallone. Ma non è così: Dario legge e mentre legge cambia, tanto che quando è in bagno e si guarda allo specchio quasi non si riconosce. Ma cosa è successo?

Quello che Antonio Ferrara ci offre in questa storia di poche pagine scritte ad alta leggibilità è una descrizione del grande potere della lettura. La lettura è un rifugio, un’evasione dalla quotidianità, ma anche un modo per vivere le vite degli altri, per provare emozioni vecchie e nuove, per osservare persone e situazioni da altri punti di vista. Per alcuni leggere è vivere, certo non letteralmente, ma molto gli si avvicina, nel senso che la lettura mette insieme esperienze diverse, plasma il pensiero, rende attenti e critici. La lettura offre visioni diverse e maggiori capacità empatiche. La lettura, pian piano, cambia le persone. Non è una magia, il cambiamento non si verifica tutto in poco tempo come in questa storia, ma pian piano, libro dopo libro. Non succede con tutti i libri, ma con solo con quelli giusti e pagina dopo pagina, chi legge cresce, diventa un altro. E, di solito, un altro migliore.

Da notare l’interessante gioco creato dall’illustratore sulla copertina: una barba (ma che è una barba lo si capisce solo quando si gira il libro e si vede la quarta di copertina) che quando chi legge ha il libro davanti, si posiziona perfettamente sul suo mento. Metafora grafica del cambiare, del crescere.

Di libri e lettura e del loro potere Antonio Ferrara si è occupato anche in “Leggero leggerò” (Interlinea) e ne abbiamo scritto qui.

Nota: questo libro, prima della pubblicazione, come tutti i libri di autori italiani dell’editore Biancoenero sono letti e approvati da una redazione di ragazzi. A questo hanno contribuito gli studenti di due istituti comprensivi di Roma e Fiumicino.


Antonio Ferrara con le illustrazioni di Gabriele Ghisalberti

Un libro ti cambia

Biancoenero Edizioni, 2022. 46 p.

Età +10

sabato 10 settembre 2022

TUTTO CI E' CONTRO, SE SIAMO BAMBINI, MA ...

Jutta Richter (traduzione di Bice Rinaldi, illustrazioni di Hildegard Müller)

Sono soltanto una bambina

Beisler, 2016. 107 p. 

E+8

La realtà vista dagli occhi di una bambina di 8 anni è il centro di questa divertente narrazione di Jutta Richter, una fra le più note autrici tedesche contemporanee di libri per bambini.

Si sa che i bambini vedono, interpretano e vivono le cose e le situazioni in maniera completamente diversa rispetto agli adulti. Non in modo più giusto o più sbagliato, in modo diverso. Il fatto è che, però, i piccoli spesso hanno la peggio, devono cedere, star zitti perché, come dice la protagonista di questa storia, loro sono “soltanto” bambini. Anche se, potrebbero aver ragione, anche se anche il loro parere è importante.

La storia di Hanna racconta di questa “ingiustizia” descrivendo in brevi capitoli molto veloci, tante situazioni tipicamente bambine in cui si trova a confrontarsi con gli adulti, siano essi la mamma, il compagno della mamma, la maestra, la preside o la psicologa della scuola e con i suoi coetanei, la “bulla” della scuola in particolare.

Così leggiamo di come non si è tenuto conto della sua opinione quando è stata ora di traslocare, di come, a fatica, ha avuto un gattino in casa, di come questa presenza abbia scatenato una crisi familiare, di come sia vittima delle prese in giro delle sue compagne, di come la scuola sia per lei una vera tortura.

Per fortuna, dalla sua parte c’è la nonna e poi, un giorno, arriva in classe una nuova compagna, una tipa “fuori dagli schemi”, e per Hanna le cose cominciano a cambiare.

Una storia che racconta con umorismo la quotidianità familiare e scolastica di una settenne, che si legge piacevolmente. La forza di questa storia sta nella sua protagonista che è intelligente e sveglia. Hanna, nonostante tutto ciò che le succede, non perde la sua allegria e la sua ironia. La speranza che la aiuta ad affrontare le piccole (grandi) difficoltà di ogni sua giornata, si rivela essere l’atteggiamento giusto (per i bambini della sua età) da assumere per uscirne bene. Alla fine le cose si sistemano, magari non come si vorrebbe, ma l’equilibrio delle situazioni e delle relazioni è riconquistato

 

giovedì 1 settembre 2022

UNA STORIA VERA


Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

La fioraia di Sarajevo

Orecchio Acerbo, 2021. 40p.

E8-99 anni

Le storie più importanti sono quelle che “senti dentro”, quelle che ti colpiscono come un treno in corsa, ti lasciano attonito, non permettono di allontanarti.

Pur sapendo dell’esistenza di questo albo illustrato, fino all’altro giorno non avevo ancora avuto occasione di “incontrare” “La fioraria di Sarajevo” di Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini. Ho incontrato e conosciuto questa storia direttamente dalle parole di Sonia Maria Luce Possentini, durante una presentazione la scorsa settimana a Levico, in Trentino. E’ stato un incontro penetrante che, nella prima parte ha confermato e consolidato in me tante informazioni e impressioni che avevo riguardo al lavoro di un illustratore, soprattutto di un bravo illustratore, un artista che mette la sua arte “a servizio” di una storia, non per raccontarla uguale al testo ma per interpretarla in un altro modo o raccontarne un’altra parte. Le illustrazioni, come diceva il grande maestro Stěpán Zavřel , citato dalla Possentini, devono lavorare per la narrazione e non per la didascalia. Gli albi illustrati, sosteneva, invece Kveta Pacovska, illustratrice ceca, premio Andersen, citata anche lei dalla Possentini, sono la prima galleria d’arte che visita un bambino: la qualità è fondamentale. Fondamentali sono anche i contenuti e le parole. Ai bambini servono albi illustrati fantasiosi e divertenti, ma anche albi e storie su temi importanti (che nel pensare comune sono erroneamente considerati poco adatti per i più piccoli). Offrire anche storie “impegnative” è una forma di rispetto per i lettori di ogni età cui. Anche ai più piccoli, non si devono raccontare false verità, per non ferirli due volte, considerandoli prima incapaci di capire e poi, quando realizzano la bugia che gli è stata loro raccontata, farli sentire traditi. Non è facile raccontare queste storie, ed è anche rischioso per autori ed illustratori, che possono venir tacciati di essere “crudi”, “troppo realistici”, e, perciò, “disturbatori” dell’essere bambino che merita serenità. Essere etichettati (e le etichette sono molto facili in Italia) come “quella che fa le cose tristi”, secondo Sonia Luce Possentini, può anche significare non ricevere possibili offerte di lavoro. E’ chiaro che la scelta dei temi e la modalità con cui si propongono va calibrata sul pubblico cui ci si rivolge, ma non per censurare, edulcorare o manipolare, ma per comunicare tutto a tutti, con rispetto delle varie sensibilità. Il discorso sarebbe molto lungo e forse un giorno lo possiamo anche fare. Ma adesso, per tornare a noi, e continuare con la seconda parte del suo intervento, consideriamo che Maria Sonia Luce Possentini è stata molte volte interprete di queste dure verità che vanno raccontate ai bambini per prepararli anche a ciò che può far male. E per raccontare la verità con parole e illustrazioni ci si deve preparare, non si può inventare, si devono conoscere bene fatti, situazioni e luoghi. Le illustrazioni “storiche” toccano tutti, servono a tutti, per capire, per riflettere, e, forse, per poi non ripetere. Due esempi, tra i (tanti?) altri possibili: il suo lavoro “Il volo di Sara”, col testo di Lorenza Farina edito da Fatatrac, sul tema della Shoah, e questo, “La fioraia di Sarajevo”, che è uscito a giugno 2021 con quello che si potrebbe dire un tempismo tristemente perfetto, per far riflettere oggi sulla guerra in Ucraina attraverso ciò che è successo circa 30 anni fa nei Balcani.

La storia del fotoreporter di guerra free lance, Mario Boccia, racconta di quando lui un giorno del 1992 attraversa il mercato di Sarajevo. Il suo sguardo incontra quello di una donna che vende piccoli fiori fatti di carta: qualcosa di apparentemente inutile davanti a ciò che sta succedendo. Ma lei c’è. E’ tutti i giorni al suo posto per offrire un po’ di bellezza. Mario è colpito dagli occhi della donna e scambia con lei alcune parole offrendole un caffè. Qualche mese dopo il fotografo è di nuovo lì. Sarajevo è sotto assedio, ma la fioraia resiste. Il reporter le chiede la sua nazionalità e lei risponde “sono nata a Sarajevo”, allora, pensando di riuscire a capire la sua etnia dal nome, lui le chiede come si chiama. Lei scarabocchia qualcosa su un foglietto: "Fioraia". Nessun nome, nessuna etnia. 

 

 

Sono queste due lezioni che il fotografo, e il lettore con lui, imparano subito. Da allora, tornare a trovarla diventa per Mario un appuntamento fisso cui non mancare. Fino al giorno in cui al suo banco lei non c'è più.

Una storia di dignità e resistenza. Una storia di parole, di illustrazioni e di spazi bianchi. Una di quelle storie vere davanti alle quali non puoi tirarti indietro, non puoi girarti dall’altra e fare finta di non averle incontrate.

 A questo LINK la storia da cui è nata l’idea di questo albo illustrato e la fotografia della Fioraia scattata da Mario Boccia