L'uovo felice.
Ruth Krauss, Crockett Johnson,
Camelozampa, 2023. [40 p.]
Età +3
In internet, su Youtube, si trovano
delle letture ad alta voce (in inglese, ma fa lo stesso) di “The
Happy Egg”, “L’uovo felice”, che, almeno quelle che ho visto
io, possono dare l’idea di quella che è una lettura
“inappropriata” per un albo illustrato. Le lettrici, infatti,
prendono in mano questo libro, lo aprono, leggono di seguito le
parole e girano subito la pagina per leggere altro testo. In un
minuto e mezzo, circa, la lettura è finita. E, non si vede nei
video, ma molto probabilmente si passa ad un altro libro, ad un’altra
storia.
Accade spesso così quando chi non
ha la fortuna di conoscere gli albi illustrati, se ne trova in mano
uno da leggere al proprio bambino o al proprio gruppo alla scuola
dell’infanzia.
Lo apre e lo legge come qualsiasi
altro libro senza tener conto di ciò che significa leggere un albo
illustrato e di quali sono le sue caratteristiche.
Di questo ho già scritto in altri
post qui , per esempio oppure qui
. Ma, a distanza di tempo non fa male riprendere alcune
considerazioni su questo particolare tipo di lettura.
Lo faccio alla luce di questo tanto
(apparentemente) semplice quanto meraviglioso libro.
E’
frutto del lavoro della coppia Ruth
Krauss e Crockett Johnson, che
non solo lavorano insieme ma sono anche marito e moglie. Questa
unione e conseguente sintonia è
sicuramente fattore
che ha influenzato la qualità dell’allbo. Gli albi illustrati,
infatti, per la particolare relazione che implicano tra testo e
illustrazioni, sono spesso realizzati o da una sola persona che
scrive le parole e crea le immagini, oppure da un autore e un
illustratore che, per motivi personali o professionali, sono sulla
stessa lunghezza d’onda e lavorano insieme quasi
contemporaneamente. Ricordiamo, per esempio, le famose accoppiate di
John
Klassen
e Mac Burnett, Jean Willis e Tony Ross, Philip C. e Erin Stead,
o, per fare almeno un esempio
italiano, Simona Mulazzani
e Giovanna
Zoboli.
“L’uovo felice”, inizia
in maniera apparentemente molto semplice: le parole, infatti “C’era
una volta un uccellino” entrano subito in relazione dialogica e
altamente comunicativa con l’immagine sulla pagina a fianco: non un
uccellino, ma un uovo. Il “corto circuito” che crea questa
sequenza è primo indicatore di una complessità sottesa a questo
libro che per essere letto ed ben esplorato, richiederà, molto
probabilmente, più di novanta secondi.
D’altra parte, se si fa attenzione
e si comincia a “leggere” partendo dal titolo e osservando la
copertina, altra pratica importante nell’approccio agli albi
illustrati, si focalizza che la storia non è quella di un uccellino,
bensì quella di un uovo.
A questo punto si innesca il
processo di lettura che implica guardare (non solo vedere) le figure
e, allo stesso tempo, metterle in relazione con le parole che le
accompagnano per svelarne tutti i significati possibili. Fare questo
con un bambino o un gruppo di bambini, diventa un’esperienza ricca
che sprigiona tutte le potenzialità narrative dell’albo. La
lettura da testuale diventa (quasi) automaticamente dialogica e il
tempo per il suo completamento si dilata moltissimo. Non c’è un
tempo preciso e fisso da far passare prima di cambiare pagina, ma
ogni lettore, piccolo e grande, trova il suo, che può anche cambiare
nelle successive riletture. Perché anche questa è una
caratteristica degli albi illustrati di qualità: una lettura sola
non basta per coglierne tutto ciò che sa raccontare.
Tornando
alla storia del nostro uovo, gli autori raccontano che l’uovo, in
realtà, non sa fare nulla se non essere covato per il tempo
necessario a far nascere un uccellino. Questo, poi, sì che saprà
camminare, cantare e volare. Ma ognuno ha i suoi momenti giusti per
“fare le cose” e, alla fine, l’uccellino saprà anche …
covare altre uova. Raccontata
così, ovviamente, questa storia non sembra avere nulla di
eccezionale, perché il suo potenziale è tutto
nella magica relazione delle parole e delle immagini che la
raccontano, in una perfetta struttura narrativa circolare che da un
uovo felice parte e ad altre uova felici ritorna.
Ciò
che colpisce in queste pagine è la rappresentazione del tempo della
crescita e dello sviluppo semplicemente attraverso il fiore che sta
vicino all’uovo e che, se si guarda attentamente, cresce di pagina
in pagina. C’è poi il tempo della lettura che, come si diceva,
accelera o rallenta in funzione di chi legge. E c’è anche
il tempo dell’uovo che, anch’esso, si sviluppa in modo autonomo
nello svilupparsi della narrazione. Da non dimenticare il tempo del bambino stesso che lettore a 3, 4 o 5 anni, lettore sempre diverso è.
A
proposito delle letture “veloci” ad alta voce di cui parlavo
all’inizio, è ovvio e comprensibile che una lettura registrata e
ripresa per un pubblico non fisicamente presente ha i suoi limiti, ma
se, da una parte si può comunque affrontarla in maniera diversa,
dall’altra anche la scelta di cosa leggere nelle diverse situazioni
è un altro aspetto da considerare con attenzione.
e.v. 12/11/2023
L'uovo felice.
Ruth Krauss, Crockett Johnson,
Camelozampa, 2023. [40 p.]
Età +3