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venerdì 13 settembre 2024

Divagazioni: LEGGERE A OGNI ETA'

Dietro la lavagna

A cura di Elisabetta Vanzetta

Illustrazioni di Anna Formilan

Erickson, EricksonLive, 2024 – 64 p.

per tutti

Non è senza imbarazzo che mi permetto di scrivere su questo blog di un un lavoro che ho curato io. Perdonatemi la presunzione, ma credo sia importante pensare e diffondere l’idea che ascoltare, narrare e leggere storie è fondamentale e, soprattutto un piacere, ad ogni età e in qualsiasi occasione e condizione. Per questo desidero scrivere di questo libro illustrato pensato per le persone anziane con le storie scritte dal gruppo di anziani del Centro d’Incontro “Star ensema” della val di Fassa (TN), con la collaborazione degli operatori della Cooperativa Sociale Le Rais e i volontari dell'Associazione Rencureme, durante una serie di appuntamenti di laboratorio di narrazione condivisa che ho guidato all’inizio di quest’anno.

Si tratta di quattro storie inventate sulla base di ricordi di scuola. Storie semplici raccolte in un libro illustrato che vuole offrire un momento di piacevole passatempo alle persone anziane, anche fragili, e a chi sta loro vicino, ma anche dei materiali di lettura sui quali lavorare in contesti vari di cura e di aggregazione per allenare ricordi, condividere altre narrazioni, per sollecitare competenze cognitive, emozionali, sociali e relazionali.

Spesso nei laboratori di lettura con le persone anziane vengono usati libri illustrati pensati per i bambini. Questo ha voluto nascere come libro illustrato scritto per e con gli anziani, con dei contenuti che possano avvicinarsi al loro vissuto e in cui loro possano ritrovare momenti del loro passato.

Gli autori di queste storie sono Adriana, Annamaria, Elsa, Enrica, Fortunata, Gemma, Giovanna, Giovanni G., Giovanni P., Giovanni S., Giulietta, Giuseppina, Lina, Maria Assunta, Maria Loreta, Maria Maddalena, Mariangela e Rita, oltre agli operatori della Cooperativa Sociale Le Rais e dei volontari di Rencureme. Anna Formilan ne ha curato le bellissime illustrazioni.

L’idea di scrivere queste storie è venuta a me e alla psicologa Martina Volcan, che segue il Centro, come alternativa ai laboratori di lettura che conduciamo mensilmente. Partendo dal tema comune della scuola e dai ricordi dell’esperienza di ciascuno, in cinque incontri, gli anziani hanno lavorato in piccoli gruppi e inventato le quattro storie presenti nel libro. Scrivere le storie è stato un importante percorso di stimolazione per queste persone che hanno lavorato insieme e il loro entusiasmo né stata testimonianza.

L’illustratrice Anna Formilan ha studiato le immagini appostamente per un libro dedicato ad un pubblico di anziani e di adulti. Illustrazioni che accompagnano il testo, senza ripeterlo pari pari, ma interpretandolo in maniera molto creativa e, pur con elementi molto realistici, lasciando spazio all’osservazione e alla fantasia del lettore. Per facilitare anche chi ha problemi di vista si è deciso per una font ad alta leggibilità e dei caratteri molto grandi e spaziati, in un formato arioso, ma anche maneggevole.

Il libro è stato pubblicato con il sostegno dell’Associazione Rencureme, del Comun General de Fascia e Spazio Argento. Il libro si può richiedere a rencureme@gmail.com o è acquistabile e scaricabile su EricksonLive

Cosa sono i Centri d’Incontro?

Il progetto “Centri d’Incontro Fiemme e Fassa” è una proposta rivolta alla fascia di popolazione anziana e, nello specifico, a chi presenta particolari fragilità come isolamento, solitudine, depressione o livello iniziale di decadimento cognitivo. Il progetto è portato avanti in sinergia da numerose realtà presenti sul territorio tra cui la Comunità territoriale della Valle di Fiemme, il Comun General de Fascia, l’APSS, l’Associazione Rencureme ODV e la Cooperativa Sociale Le Rais.

I Centri d’Incontro “Star ensema” in val di Fassa (TN) e “I sempreverdi” in Val di Fiemme (TN), arricchiscono dal 2021 i servizi già presenti sul territorio, offrendo un intervento psicosociale a bassa soglia con un approccio integrato volto a fornire supporto professionale sia alla persona anziana con principio di demenza sia al suo caregiver.

La proposta si basa sul programma MCSP - Meeting Centres Support Programme - nato in Olanda per supportare le persone anziane nelle fasi iniziali della malattia e i loro familiari. Nel complesso si tratta di luoghi di aggregazione psico-sociale le cui attività seguono un protocollo d’intervento validato scientificamente.

Tutte le attività dei Centri d’Incontro di Fiemme e Fassa vengono proposte secondo il modello CST (Terapia di Stimolazione Cognitiva) dell’Università degli Studi di Padova con un approccio centrato sulla persona che permette di riconoscere il valore e le risorse dell’individuo, al di là dei sintomi con cui il suo disturbo si manifesta. Scopo degli incontri è favorire, attraverso stimolazione cognitiva, musicoterapia, biblioterapia, ginnastica dolce e altre attività creative, il linguaggio, la partecipazione e lo stare insieme, valorizzando le risorse cognitive residue della persona, così come le sue competenze emotive, sociali e relazionali, assicurando la sua crescita personale, una buona qualità di vita e, in generale, il suo benessere.


 

lunedì 2 gennaio 2023

DI FANTASMI, CAVALLI E FALSARI

PONY

 R.J. Palacio - traduzione di Mario Sala Gallini

Giunti, 2022. p. 321

Età +12

Siamo nel 1860. Silas Bird ha 12 anni e vive con suo padre, un immigrato scozzese fabbricante di stivali e fotografo sperimentale, nei pressi della città immaginaria di Boneville, nell'Ohio. Con loro c’è anche Mittenwool, un fantasma che solo Silas può vedere, ma di cui anche suo padre accetta l’esistenza. Una notte, tre uomini armati si presentano a casa e insistono perché il padre di Silas vada con loro per concludere certi affari. Lui accetta e promette di tornare al massimo entro una settimana e si allontana a cavallo con gli sconosciuti. Il mattino dopo, però, quando un pony che uno degli uomini stava conducendo, torna alla fattoria, Silas decide di seguirlo, sicuro che lo porterà dal padre. Per Silas non è facile decidere di seguire l’animale, perchè questo significa affrontare l'antico terrore che ha della foresta, incontrare i fantasmi che ci vivono e fare i conti con le sue molte altre paure. Ma lui parte lo stesso, accompagnato da Mittenwool.

La storia si sviluppa in una serie di capitoli pieni di avventure e di colpi di scena, con fantasmi che appaiono spaventando Silas oppure aiutandolo, mentre uomini buoni si prendono cura di lui e altri, più malvagi, cercano di fermarlo nella sua impresa. I capitoli sono introdotti da veri dagherrotipi e vere vecchie fotografie in bianco e nero che, come dice l’autrice nelle note finali, danno un possibile volto ai vari personaggi, aiutando il lettore nell’immaginare i protagonisti della storia. Sulla copertina, uguale a quella della versione originale americana, si vede Pony, il cavallo altro protagonista importante della storia, insieme a Silas.

La narrazione degli eventi è accompagnata da dettagliate descrizioni degli ambienti delle foreste e delle praterie del Far West americano dove si svolgono, e da momenti di riflessione di Silas che, un po’ parlando con Mittenwool, e un po’ pensando tra sé e sé, cerca di dare un senso a ciò che gli sta succedendo e di interpretare ciò di cui fino ad ora, nella sua breve vita, gli è toccato fare esperienza.

La scrittura di R. J. Palacio è piacevole e scorrevole, con dettagli interessanti e passaggi molto coinvolgenti. La trama è intrigante e alla fine tutti i tasselli trovano il loro posto, anche se per alcuni un po’ forzatamente. Oltre a questo,però, ci sono alcuni altri aspetti che lasciano perplesso il lettore più sensibile ed attento. Silas, per esempio, nelle sue riflessioni e nel suo descrivere i fatti, a volte sembra molto più giovane dei 12 anni, che dice di avere, e altre volte molto più maturo. Anche la presentazione dei fantasmi è incoerente: alcuni si possono vedere, altri no e con alcuni Silas fa confusione, non riconoscendoli come tali o, al contrario, credendo che persone vive siano fantasmi.

Lo stesso Pony, protagonista assoluto di diversi punti della trama, non sembra un vero cavallo, ma un essere quasi magico. Si potrebbe anche puntualizzare sulle improbabili lunghissime cavalcate di Silas anche se è alle prime armi come cavaliere. Inoltre, né Silas né Pony mostrano segni di stanchezza dopo l’epica impresa clou della storia. 

J. R. Palacio ha voluto mettere molta (forse troppa) carne al fuoco dentro questo romanzo, appesantendone e rallentandone la narrazione. Ci troviamo, infatti, elementi di storia americana, storia della fotografia, spiritismo, contraffazione, cultura materiale dei primi coloni e degli indigeni, passione per i vecchi strumenti musicali, … . Lei stessa inizia la sua “Nota dell’autrice” scrivendo: “Ho passato molti anni a fare ricerche per questo libro, ma spero che leggendolo non ce ne si accorga”. Purtroppo non è così.

Nel complesso “Pony” è una storia di crescita, di amore, di amicizia e di giustizia, che si apprezza più per la trama e per il livello linguistico con cui è raccontata, piuttosto che per tutto il costrutto in cui l’autrice l’ha inserita.

 

martedì 20 ottobre 2020

LA MAGIA DEL GIOCO


Alessandra Lazzarin

Un gioco da ragazze

Orecchio Acerbo, 2020. 36 p.

Consigliato da 4 anni

Tanto si legge e si sente riguardo il gioco, il gioco libero, il gioco all’aperto e l’importanza della fantasia in questa “attività bambina”. Giocare a “far finta che ero”, immedesimarsi in personaggi diversi da se stessi, interpretare situazioni e dialoghi, interagire con altri bambini e risolvere insieme le più diverse questioni, sono i punti cardine del gioco “buono” che fa crescere, il gioco che non conosce limiti e imposizioni di regole o contesti strutturati. Gli adulti di oggi hanno nostalgia di questo tipo di gioco e l’impressione è che i bambini adesso non abbiano più così tante occasioni di dedicarvisi, impegnati come sono in mille altre attività che riempiono gran parte del loro tempo. Per fortuna non è così, o, almeno, per molti bambini non lo è: la grande risorsa dell’infanzia è quella di riuscire a cogliere anche i minimi momenti, anche gli input più sottili per creare un mondo, per liberare l’immaginazione. Forse i bambini non possono fare questo sempre, forse non possono farlo a lungo, forse rischiano di perdere questa loro grande e importante capacità perché non opportunamente sostenuta e incentivata. Certo è che per crescere bene è fondamentale poter giocare e farlo bene.

Giocare in libertà non è un problema per le tre bambine protagoniste di “Un gioco da ragazze” di Alessandra Lazzarin pubblicato da Orecchio Acerbo. Si tratta di due gemelline e una cuginetta che hanno la fortuna non solo di avere una nonna da andare a trovare, ma di avere una nonna con un grande giardino dove possono giocare liberamente. Sulle pagine di questo albo di grandi dimensioni prende vita il mondo fantastico che le tre bimbe riescono a creare in autunno e in estate: un bosco pieno di animali selvatici, un mare da solcare a bordo di una barca a vela, la pista di un circo, la giungla rigogliosa regno di tigri e serpenti, una pista da go-kart e la schiena di una balena in mezzo all’oceano. Questi mondi fantastici sono frutto della loro immaginazione e nella realtà corrispondono a un prato pieno di foglie gialle dell’autunno, allo stenditoio con le lenzuola stese ad asciugare nel vento, all’erba dove fare le capriole, alle siepi fitte di arbusti intorno al giardino, alla stradina percorsa in bici e alle tinozze da bucato piene di acqua. I mondi fantastici si alternano sulle pagine agli ambienti reali in un gioco intrecciato di realtà e fantasia dove non c’è posto per la noia. E’ come se fossero necessari due livelli per sviluppare la narrazione, per far convergere sullo stesso piano ciò che gli adulti vedono e ciò che, invece, crea la fantasia delle bambine.

Uno sviluppo naturale di mondi che si intrecciano tra loro dal momento in cui le piccole scendono dalla macchina al momento in cui ci risalgono per tornare a casa. Nemmeno in macchina, però, la realtà ha il sopravvento al cento per cento e segno ne è la lunga coda a righe che sbuca dal finestrino.

Quando si fa sera, si torna a casa” sono le ultime tra le pochissime parole che troviamo in questo libro e il saluto “Ciao nonna!”, una chiosa che sembra mettere fine alla storia (che storia veramente non è). Sembra. Perchè bisogna girare anche l’ultima pagina per scoprire che “… quello dell’immaginazione, non è un gioco da ragazzi!”

Scopo di questo albo illustrato leggero ed evocativo come la tecnica dell’acquerello utilizzata dall’autrice, non è certo opporre la capacità immaginativa delle bambine a quella dei bambini. Alessandra Lazzarin ha qui dipinto le sue due bambine, la loro cuginetta e il loro vivere con fantasia il giardino della nonna: un mondo d’infanzia al femminile dolce e affettuoso che, fissato sulla carta, non rischia di venir dimenticato.

Questa proposta di Orecchio Acerbo è un albo illustrato da guardare con i bambini perché è divertente scoprire insieme ciò che le bambine riescono a immaginare, ed è interessante lasciare loro interpretare le due immagini presenti in copertina. Ma è anche un libro per i grandi, da sfogliare da soli per ricordare con nostalgia la spensieratezza e il divertimento di un pomeriggio di libertà in un giardino all’aperto.

Impossibile, a questo punto, non ricordare un altro bellissimo lavoro dedicato al gioco, all’immaginazione, a un pomeriggio apparentemente “vuoto” perché non organizzato: Un grande giorno di niente di Beatrice Alemagna, pubblicato da Topipittori nel 2016. Ne ho scritto qui

 

Beatrice Alemagna

Un grande giorno di niente

Topipittori, 2016 – 48 p.

Consigliato da 5 anni

martedì 16 giugno 2020

LA MAGIA DELLE STORIE

                                                                A ritrovar le storie

Annamaria Gozzi Monica Morini con le illustrazioni di Daniela Iride Murgia
Edizioni Corsare, 2014

Il potere della narrazione è molto forte. Raccontando storie si rivive il passato, si fantastica sul futuro, si interpreta il presente. Dalla notte dei tempi le persone dedicano saggiamente tempo alle storie, a raccontarle, ad ascoltarle, a scriverle, a leggerle.

Ecco perché il paese di Tarot, nel quale si svolge “A ritrovar le storie” (Edizione Corsare) è vuoto, triste e silenzioso: nessuno racconta più storie. Pian piano le parole erano sbiadite, rimpicciolite e, alla fine, diventate mute.

Tanto tempo fa, quando i pesci volavano e le rape crescevano sugli alberi, le storie se ne andavano a spasso portate dal vento. Uomini, bestie, piante, tutti erano protetti dal suono delle parole che, intrecciandosi, raccontavano e raccontavano. Poi, chissà quando, le parole cominciarono a sbiadire, a rimpicciolire. Accadde lentamente, nessuno ci fece caso. Poi un giorno sulla piazza del paese di Tarot apparve il Saltimbanco con un’oca sotto il braccio a riaccendere ricordi dimenticati...

Un giorno arriva un saltimbanco con la sua oca, non vedendo nessuno in giro, comincia a girare mostrando un cartello con la scritta “bicicletta”. Al silenzio assordante dei primi giorni, si sostituisce piano piano il ricordo di una donna che comincia a descrivere una bicicletta rossa con una scritta luccicante. Un bambino la sente e dice che avrebbe voluto andare su una bici così. I due si guardano stupiti di essersi parlati. Comincia così un gioco strano tra il saltimbanco che scrive parole e le persone del paese che lentamente cominciano ad associarle ai loro ricordi. Sono parole come “so fare”, “paura”, “animali”, “morte”, “alberi”, “libri”, “amore,” “nascondiglio” … Parole importanti, forti, evocative, ma anche parole semplici, quotidiane.

Piano piano, da una parola dimenticata tornano a rivivere nuove parole e dalle parole nuove storie. Tutti gli abitanti del piccolo paese rimangono sorpresi: come in un gioco grandi e bambini vengono coinvolti: i loro pensieri intrecciano tempo, memoria e immaginazione e sulle loro labbra affiorano altre parole per raccontare altre storie... .

Quando il Saltimbanco e la sua Oca un ripartono, sulla piazza resta

il tracciato di un antico gioco per continuare a narrare. Un “gioco dell'oca” da giocare insieme, grandi e bambini per ritrovare il piacere dello stare insieme scambiandosi storie e condividendo racconti. Storie vecchie e storie nuove. Storie inventate e memoria narrata. Storie che nascono dalla magia della parola che da ogni storia, da ogni nuovo termine ne fa nascere infinite altre. Il gioco si può giocare veramente: come sulla piazza del paese, nelle ultime pagine ripiegate del libro è disegnato lo schema. Per rivivere il fascino della storia bastano un dado e alcune pedine e soprattutto la voglia di iniziare a raccontare.

La magia delle storie è tutta in questo bellissimo albo dal sapore d'altri tempi. La magia di ciò che si può condividere narrando, di ciò che appartiene all'immaginario di tutti, adulti e bambini, di ciò che la fantasia o l'esperienza portano a raccontare. Un albo con delicate illustrazioni che rimandano al passato, dettagli sottili e raffinati che fanno pensare a ciò che è stato e che forse può tornare ad essere, almeno per un po', per il tempo sufficiente a narrare una storia. Ma anche di più. Sarebbe bello ricostruire il tessuto di relazioni che si intrecciavano un tempo sulle piazze, dove le persone si ritrovavano per parlare. Ritrovare i luoghi di scambio come le piazze, i parchi gioco e le strade di passeggio dove la gente come un tempo attornia i cantastorie, assetata di fiabe e di notizie di posti lontani, o i focolari accanto ai quali i nonni raccontano ai nipoti. Riscoprire il piacere di un tempo “altro”, del tempo della narrazione lenta in cui le parole esprimono tutta la loro bellezza al contrario del bombardamento di parole “vuote” nel quale viviamo. Condividere parole, storie, narrazioni crea legami, sviluppa relazioni, fa (ri)nascere comunità.

Annamaria Gozzi Monica Morini con le illustrazioni di Daniela Iride Murgia

A ritrovar le storie
Edizioni Corsare, 2014 – 32 p. - € 18,00
Consigliato da 6 anni