HAI LA MIA PAROLA
Patrizia
Rinaldi
Sinnos,
2020. 218 p. - € 14,00
Avventura
e fiaba si mescolano in “Hai
la mia parola” l’ultimo
lavoro di Patrizia Rinaldi edito da Sinnos nella collana Zona
Franca ad alta
leggibilità. Avventura, perché la storia di Nera e Mariagabriela è
intrisa di perfidi inganni, fughe rocambolesche, incontri inaspettati
e fuorvianti travestimenti. Fiaba, perché fiabesco è il tempo e il
luogo lontano in cui tutto si svolge, perché ci sono due sorelle che
si vogliono bene, una avida matrigna che le vuole dividere, un ricco
signorotto crudele e tante buone persone pronte ad aiutare le ragazze
nel superare la prova loro imposta. Non poteva, poi, mancare un lieto
fine ricco di speranza.
Mariagabriela
e Nera sono due sorelle molto diverse tra loro: una bella e dolce,
l’altra zoppa e ribelle. La bellezza mancata di Nera è compensata
dalla sua capacità di usare le parole, di leggere, scrivere e
raccontare. La sventura colpisce la bella Mariagabriela che viene
praticamente comprata dal lussurioso Visconte padrone del castello
del borgo. Nera non può accettare il destino dell’amata sorella
venduta dalla matrigna, e quando le viene fatto credere che
Mariagabriela è riuscita a fuggire, anche lei parte di nascosto per
cercarla con l’aiuto del fidato amico Michelino. La storia è lunga
e complessa, piena di colpi di scena, ingiustizie e ritorsioni. Ma
anche di coraggio, di amore, di speranza, di rispetto e di amicizia.
Anche
se alla fine le due sorelle si riuniscono, l’evoluzione di questo
romanzo e il suo finale non sono scontati. Lasciamo al lettore il
piacere di arrivare in fondo a questa vicenda
in cui spada e parole feriscono e difendono allo stesso modo e
insieme
rimettono in ordine il mondo.
Divisa
in tre parti formate rispettivamente da ventuno brevi capitoli, uno
per ogni lettera dell’alfabeto cui corrisponde una parola
significativa, la storia, ambientata
nella Sardegna del ‘700, ha un
ritmo ben sostenuto dall’inizio
alla fine e si distingue per un
vocabolario ricco e ricercato.
Diversamente non poteva essere,
visto che uno dei temi principali
che emergono è quello del potere consolatorio, ma anche del
potere di attacco e di difesa,
delle parole e della narrazione di storie: imparare a leggere e a
scrivere, conoscere molte parole e saperle usare bene, diventa base
per l’emancipazione di Nera, dei bambini cui fa da maestra, e per
esteso, di ogni persona.
Il
punto di vista del romanzo è quello di Nera che racconta a Mariagabriela, a vicenda finita, ciò che è successo
dopo che il Visconte l’ha voluta a palazzo. Molti ed espliciti sono
i riferimenti valoriali alla rettitudine delle persone, al rispetto
della vita degli altri, al diritto che ognuno ha di riscattare la
propria esistenza, alla bontà che ripaga di ogni angheria.
Mi
mi convince
un po’ meno la
scelta di una scrittura
prevalentemente paratattica, fatta di molte frasi brevi. La bellezza
della lingua italiana sta anche nella sua complessità che, senza
cadere nell’esercizio di stile o in un incomprensibile insieme
contorto, si manifesta, quando ben sostenuta, in belle frasi
scorrevoli lunghe e articolate. E’ vero che la lingua evolve, che
la nostra è molto influenzata dal contesto in cui viviamo e che
adesso si tende ad un italiano più più veloce e
più semplice.
Senza essere puristi, però,
bisogna considerare che lingua
scritta e lingua parlata non sono la stessa cosa. Credo
che il valore di un bel libro, di
una bella storia, sia dato anche dall’adesione
alle caratteristiche della lingua
con cui è raccontata e che questo contribuisca a fare la differenza quando si parla di letteratura.
Ciò non toglie che “Hai la mia parola” sia un libro che molto può dire ai suoi lettori, a vari livelli.
Ciò non toglie che “Hai la mia parola” sia un libro che molto può dire ai suoi lettori, a vari livelli.
Patrizia
Rinaldi
HAI
LA MIA PAROLA
Sinnos,
2020. 218 p. - € 14,00
consigliato
da 12 anni
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