Visualizzazione post con etichetta Uovonero. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Uovonero. Mostra tutti i post

martedì 6 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (1)

Non si deve pensarci solo il 7 febbraio, giornata internazionale del bullismo, ad attirare l’attenzione di ragazzi, bambini e adulti, sul fenomeno tanto complesso quanto allarmante del bullismo. Ogni giorno a scuola e fuori dalla scuola si registrano, infatti, episodi che coinvolgono bambini e ragazzi, sia maschi sia femmine, entrambi nel ruolo sia di bulli sia di vittime. I sondaggi rilevano che mediamente un adolescente su due in Italia viene coinvolto in episodi di questo tipo. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma che preoccupa sempre più per l’abbassamento dell’età: fino a qualche anno fa il bullo aveva dai 12-14 ai 16 anni; ora si inizia già tra i 7 e gli 8 anni, e in qualche caso anche prima. Vittima e bullo sono entrambi espressioni, uguali ma opposte, di un profondo disagio affettivo e relazionale e protagonisti del fenomeno non sono soltanto loro, ma anche chi vede, chi sa, tacce e non interviene. Il problema del bullismo non si risolve con un libro, con una storia. Un libro o una storia, però, possono aiutare a parlarne, a riflettere, a reagire. Ecco allora alcune proposte di lettura: sono storie per bambini e ragazzi di età diverse raccontate da punti di vista diversi. Letture serie, importanti, ma molto piacevoli e di qualità, che non sono medicine che promettono miracoli, ma che possono aprire la strada alla discussione.

La storia di Manuel, per esempio, racconta del suo ingresso in terza media in una nuova classe. Dalla scuola precedente l'hanno espulso perché protagonista di un atto di bullismo e per il suo comportamento strafottente. Ora la sua priorità è ricrearsi una reputazione, farsi ammirare e temere dai nuovi compagni. Questi, però, fin da subito lo trattano come se fosse invisibile, non sembrano interessati a lui. Allora Manuel li studia uno per uno, con l'intento di mortificarli e punirli, sfruttando i loro punti deboli. Ma l'impresa si rivela più difficile del previsto, tanto che ogni volta si ritrova, in circostanze rocambolesche, a essere lui la vittima. Comincia così a perdere fiducia in se stesso e le sue sicurezza iniziano a vacillare. “Uno contro tutti” (Einaudi Ragazzi - 11+) narrato con ironia e leggerezza dalla prospettiva del bullo stesso, è la storia di un ragazzo fragile e aggressivo che, grazie all'intelligenza e alla collaborazione dei suoi compagni di classe, riuscirà a cambiare, scoprendo il valore dell'amicizia.

E’ quasi sempre la differenza la causa scatenante degli atti di aggressione fisica o verbale. Lo sa bene Addie, protagonista di “Una specie di scintilla” (Uovonero -10+), la cui vita a scuola è molto dura. Ha undici anni ed è autistica e deve combattere ogni giorno contro l'ostilità, la diffidenza e la paura degli altri. Miss Murphy, la sua insegnante, non fa che umiliarla e anche quella che sembrava la sua unica amica ora le ha voltato le spalle. Un giorno Addie scopre che in passato, nel suo paesino della Scozia settentrionale, molte donne furono torturate e condannate a morte come "streghe". La notizia la sconvolge: capisce che a essere messa sotto accusa era la loro "diversità", la stessa che lei vive ogni giorno. Sente che per riscattarle deve convincere i suoi concittadini a dedicare un memoriale alle streghe uccise. La sua diventa una vera e propria missione in nome dell'uguaglianza e della verità. Una storia arguta e piena di empatia, ricca di grandi ideali, di coraggio e fiducia in sé stessi che nasce dalle esperienze dell'autrice, autistica come la protagonista.

Vincent, ragazzino solitario, invece, ha fatto del sopravvivere la sua specialità. Non ha avuto e non ha molta scelta: ogni giorno a scuola “deve” sopravvivere, da quando Dilan e il suo branco di bulli l’hanno preso di mira. L’esperienza del campo scuola, poi, sarà devastante, Vincent se lo aspetta e cerca di prepararsi. Un giorno, per fortuna, una nuova ragazzina molto vivace e anticonformista si unisce alla sua classe, e questo cambia tutto. Vincent è il protagonista di “Sono Vincent e non ho paura” (Camelozampa - 9+), un romanzo che descrive alla perfezione i meccanismi del bullismo e le sue conseguenze psicologiche su chi ne è vittima: la convinzione di meritarsi in qualche modo le angherie, la paura che condiziona ogni attimo delle giornate, la frustrazione di non poter essere diversi da quello che si è.

(continua)

 

Daniela Cologgi

Uno contro tutti

Einaudi Ragazzi, 2023

Età +11


Elle McNicoll trad. Sante Bandirali

Una specie di scintilla

Uovonero, 2021.

Età +10


Enne Koens trad. Olga Amagliani

Sono Vincent e non ho paura

Camelozampa, 2022

Età +9


lunedì 9 ottobre 2023

LEGGERE TUTTI

IN-BOS-TRICK. Percorso laboratoriale di lettura per immagini.

Pagine con le ali è sul numero 3/2023 - di L'Avisio. Abbiamo scritto di CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), di lettura inclusiva, di libri in simboli, di natura e di boschi. Qui le foto delle pagine. L'intera rivista è scaricabile in pdf dal sito de L' Avisio Blog.
 

mercoledì 9 agosto 2023

TANTO AMORE NON PUO' MORIRE


Moni Nilsson, Samanta K. Milton Knowles (trad.)

Tanto amore non può morire

Uovonero, 2023 – 138 p.

Età: 11+

 La prima cosa che colpisce di questo libro è la copertina. Ci vuole coraggio a mettere una bara, se pur tutta decorata, sulla copertina di un libro per ragazzi. Non sulla copertina di una storia di paura o un giallo, ma di una storia “seria”, una storia che potrebbe benissimo essere vera. Ci viene da pensare che solo gli autori che provengono dal profondo nord, di solito, hanno la capacità e la forza di affrontare di petto gli argomenti più difficili nei libri per i ragazzi e di farlo in modo quasi spiazzante per onestà e diretta concretezza. Sicuramente è il caso di questo libro che parla di morte, di distacco, di lutto. E sicuramente è un libro uscito dalla penna di una scrittrice nordica, svedese per la precisione. Però la copertina è un progetto grafico tedesco elaborato per la sua traduzione. La copertina originale dell’edizione svedese, invece, è quasi “anonima”, e comunque molto meno impattante di questa. Interessante, però, il lavoro tedesco, come se il coraggio di cui parlavo prima, in qualche modo cominciasse (giustamente) a diffondersi.

Tutto questo preambolo per dire che un libro per i ragazzi dagli 11 anni può parlare anche di morte e della morte forse più dolorosa di tutte, quella della mamma. E, se vuole rendere questo evento ancora più doloroso, può raccontare passo passo come ci si avvia, passo dopo passo, ad accompagnare la mamma verso quello che sarà il suo ultimo viaggio. Ed è di ciò che ci racconta Lea, la ragazza al centro, con il padre e il fratello, di questa storia. Una storia che non risparmia nulla al lettore, come nulla risparmia ai suoi protagonisti, a partire dal modo in cui la ragazza viene a sapere che per la sua mamma non c’è più molto tempo: a scuola tutti lo sanno, tranne lei che lo sente durante la ricreazione mentre qualcuno ne parla ad alta voce.

Il resto della sinossi si trova facilmente in rete, per esempio sul sito web dell’editore Uovonero, qui mi preme di più fare alcune considerazioni da una parte sull’opportunità di libri diretti come questo per i ragazzini della secondaria di primo grado, dall’altra sul modo in cui questa storia è raccontata.

Una delle tante caratteristiche delle letture di qualità, è quella di contenere la vita, e quindi anche quelle situazioni difficili e particolari. Temi “sensibili” come morte e lutto possono (devono) essere raccontati nei libri per ragazzi. In quelli “buoni”, quelli ispirati, quelli veri, non in quelli di mestiere, scritti ad hoc su commissione. In ogni caso, mentre da una parte non si dovrebbero fare censure riguardo a temi e tipologie, dall’altra, però, è importante conoscere di prima persona ciò che si propone per la lettura per non farsi sorprendere e trovarsi a Leggere l’inattesoper usare l’espressione titolo del libro di Irene Greco su questi argomenti, o per non rischiare di proporlo in momenti forse non opportuni. Le tematiche, anche le più sensibili, possono (devono) entrare nei libri per i più giovani, ciò che, eventualmente, si può fare è valutare il momento in cui proporle e prepararsi ad affrontarle insieme con loro. Del resto, delle tematiche forti e sensibili, come la morte, appunto, tutti i lettori hanno bisogno e le cercano.

A questo punto subentra il secondo punto della mia riflessione: tanto più il tema è delicato, tanto più si deve prestare attenzione al modo in cui il libro è scritto e a come la tematica è veicolata.

Moni Nilsson riesce egregiamente a tener alta la qualità del suo scrivere per i ragazzini di questa età che hanno ancora tanto bisogno di essere educati alle emozioni, anche quelle più faticose da provare.

Tanto amore non può morire è un romanzo che racconta come una cronaca gli ultimi mesi di questa mamma e della sua famiglia, al contempo, però, tocca punte di alta poesia nel costeggiare con delicata attenzione gli alti e bassi emozionali che vivono i protagonisti.

La qualità di questo romanzo sta nella totale assenza di didascalismi, moralismi o artificiosità: è una storia che si sviluppa spontaneamente nel racconto in prima persona di Lea. Storia e personaggi sanno di autentico, tanto i dialoghi, quanto le descrizioni sono sobri e composti, privi di esagerazioni fittizie. Anche nei momenti più intensi, non compare mai la retorica, né vengono trovate soluzioni narrative scontate.

I personaggi vivono questi momenti, Lea li racconta e il lettore ne fa esperienza con loro, emozionandosi, e, al contempo, potendosi sentire dentro e fuori la storia, lasciandosi, cioè, coinvolgere tantissimo, ma prendendo anche le giuste distanze permesse dalla lettura. Al contrario, poi, può permettersi anche di immergersi in essa come in uno specchio parallelo di ciò che vive, e quindi di provare senza bisogno di nasconderle o di negarle, emozioni forti come la tristezza, la rabbia e il dolore.

Quella di Lea e della sua famiglia è una storia delicata e l’intuizione narrativa di Moni Nilsson ne esalta l’intensità, evidenziandone, come in un caleidoscopio, tutte le possibili reazioni, senza emettere nessuna sentenza, senza mai esprimere giudizi. La morte fa parte della vita e nulla, se non l’onestà del racconto, permette di presentarla ai ragazzi. Quello di Moni Nilsson è un approccio laico, ma che non esclude le voci diverse di tutti coloro che gravitano intorno a questa famiglia. E’ una storia dolorosa che nulla nasconde del travaglio psicologico dei suoi protagonisti, di Lea in particolare, ma che sa mantenere pagina dopo pagina un importante equilibrio narrativo e che, alla fine, apre alla speranza, alla solidarietà, alla vicinanza, al ricordo, alla vita. Lea e la sua famiglia affrontano insieme e insieme a chi li circonda questo triste momento, consapevoli però che poi la vita, nonostante tutto, continua senza dimenticare.


Moni Nilsson, Samanta K. Milton Knowles (trad.)

Tanto amore non può morire

Uovonero, 2023 – 138 p.

Età: 11+

lunedì 2 agosto 2021

NON IL SOLITO LIBRO SULLA PRIMAVERA


Il Germoglio che non voleva crescere

Britta Teckentrup con la traduzione di Sante Bandirali

Uovonero, 2021. [38 p.]

Consigliato da 6 anni.

Chi legge abitualmente libri e albi per bambini sa che copertina e titolo non sempre sono chiari indicatori del contenuto del volume nel suo complesso. Spesso, infatti, l’idea che sembra veicolata dall’”involucro” esterno, rivela un interno che non ci si aspetta. Nella produzione migliore, però, questo non è fuorviante: il contenuto, infatti, si rivela una sorpresa, perché molto più ricco da diversi punti di vista di ciò che si possa pensare prima di aprirlo.

Il germoglio che non voleva crescere” né è un bell’esempio. Diversamente da quanto possa sembrare, non è uno dei tanti libri classici sulla primavera, sullo sbocciare dei fiori, sul crescere delle piante e sul susseguirsi delle stagioni nel corso dell’anno. E’ la storia di un semino che, a differenza degli altri, non cresce subito forte e rigoglioso all’apparire dei primi caldi, ma, sviluppatosi dopo, cresce piano e trova difficoltà a farsi strada nello spazio già occupato da tutti gli altri germogli ormai diventati piante e fiori. Formica e coccinella sono preoccupate per la difficoltà di questo germoglio e tentano in ogni modo di facilitargli la via verso la luce tra gli altri virgulti. Non è facile sopravvivere nell’intrico di foglie, erbe e radici, ma la piccola piantina non demorde, non si lascia scoraggiare e accompagnata da formica e coccinella prima, e dagli altri animali del bosco poi, si sviluppa serpeggiando nello spazio che trova nel sottobosco e raggiunge alla fine la luce mostrando tutta la sua rigogliosità.

In realtà, ciò che sottende alla narrazione delle immagini e delle parole di Britta Teckentrup, è molto più di una storia di primavera, di natura, di semi e di fiori. E’ una storia che parla delle differenze tra gli individui e della loro unicità: non tutti crescono allo stesso tempo, alla stessa velocità, raggiungendo gli stessi obiettivi. Ogni essere vivente, comprese le persone, è diverso da tutti gli altri, ma ciò non significa che non possa arrivare dove vuole arrivare. Ci può volere un tempo diverso, ci possono essere modalità diverse, ma ognuno, prima o poi, trova la sua strada. Nel cammino di ognuno, poi, ci sono anche gli altri che possono fare la differenza aiutando, come fanno gli amici, in questo caso la formica, la coccinella e gli altri animali, ma anche, purtroppo, a volte, creando intoppi e problemi, come fanno i nemici. Ognuno cresce in una comunità e, tema oggi piuttosto attuale, il ruolo di questa comunità “educante” è molto importante. Ciò, però, non toglie nulla al fatto che vale comunque la pena, percorrere la propria strada e lasciare un segno, anche piccolo, del proprio passaggio.

Le tavole che compongono questo libro illustrato sono di una bellezza straordinaria e l’occhio prova piacere a perdesi nell’osservarle. Sono un lavoro artistico che accompagna perfettamente la poeticità del breve testo in cui si racconta tutto con estrema semplicità e chiarezza senza scadere nel didascalico o nel moraleggiante. Colori che sottolineano emozioni, emozioni che prendono forma nei colori e nelle parole. Anche non avendo a disposizione il testo originale in tedesco, si riesce a capire come la traduzione sia stata fatta con estrema cura, scegliendo le parole con attenzione rendendo bene tutta la sua intensità.

Interessante notare che la tecnica usata da Britta Teckentrup nelle sue tavole è molto simile a quella di Eric Carle: entrambi, infatti, creano i loro fogli colorati con varie tecniche per ottenere diversi pattern da cui, poi, ritagliare forme e creare collages. Il risultato finale, però, è un po’ diverso per l’elaborazione al computer che, a differenza di Carle, la Teckentrup mette in campo.

Un libro che si può leggere a più livelli e che, quindi, può essere proposto a bambini di diverse età e venire da tutti apprezzato.

 


mercoledì 6 maggio 2020

PREMIO STREGA RAGAZZE E RAGAZZI 2020

Oggi pomeriggio, 6 maggio 2020, sono stati proclamati in diretta on-line i vincitori del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020. Per la categoria +6 il titolo più votato è stato “Nebbia” ed. Il Castoro, di Marta Palazzesi (ne abbiamo scritto qui lo scorso ottobre). Per la categoria +11 vince “Una per i Murphy” di Lynda Mullay Hunt ed. Uovonero.