Emma
e Carlo sono fratelli. Sono molto uniti e la loro è una famiglia
molto affiatata. Insieme affrontano ogni cosa, soprattutto le
difficoltà di Carlo. Carlo non
sente, Carlo vede solo da un occhio, e adesso anche la vista da
quell’occhio è in pericolo. “Prima
che sia notte”
(Silvia Vecchini, Bompiani, 2020) racconta di questa famiglia, di
Emma e Carlo in particolare, alla vigilia di una nuova impegnativa
operazione per
tentare di salvare Carlo dalla notte della cecità completa.
Tante sono le sfide che questa famiglia ha dovuto superare e la
prossima, che è dietro l’angolo, non sarà meno pericolosa delle
altre. Anzi. Ma non c’è modo di non misurarsi anche con questo
rischio e quindi “si fa e basta”. La determinazione di Emma, il
suo amore per il fratello, la forza dell’unione della famiglia sono
un buon punto di partenza. Il resto verrà da sé e sarà come deve
essere. Emma e Carlo sono positivi. La forza della loro unione è
energia vitale fondamentale per affrontare con speranza anche
questa
nuova difficoltà.
Emma
e Carlo, però, non vivono in una bolla di vetro: come gli altri
ragazzini vanno a scuola, hanno degli amici, Emma prova per la prima
volta una “simpatia” speciale per un suo compagno. Il gruppo a
scuola può essere cattivo e
non sempre un insegnante di sostegno è a disposizione per Carlo. A
volte si sentono
stanchi o delusi. Tutto ciò, però, non fa di questo un romanzo
melenso, melodrammatico, autocommiserativo, né buonista, bensì un
racconto pregnante e diretto narrato dal punto di vista di Emma e di
alcuni personaggi che, pur non direttamente presentati, hanno il
loro ruolo,
come il padre dei ragazzi, la bidella, gli amici.
Peculiarità
di questo lavoro, a parte l’ironia
e la
levità con cui viene raccontata questa storia impegnativa, è la sua
forma. Si tratta, infatti, di un polimetro, cioè di un lavoro
scritto in parte in poesia (le parti che Emma racconta in prima
persona, con le sue impressioni, le sue emozioni, i suoi pensieri) e
parte in prosa (le parti che, tramite la voce di altri personaggi,
spiegano le situazioni o fanno avanzare la storia). A questi
due linguaggi
si aggiuge la LIS, Lingua dei Segni Italiana, mezzo unico con cui
Carlo ha una relazione col mondo. Come
la prosa e la poesia,
tra le pagine del libro ci sono, quindi,
anche
i disegni delle mani che comunicano.
Ad un certo punto, poi, nel
momento in cui il ragazzino viene operato e per qualche giorno rimane
immerso nel buio più totale, le pagine si fanno nere con le scritte
in bianco e
proiettano i lettore, come i protagonisti, nella notte più
buia che
si vuole scongiurare con
l’operazione.
Momenti
intensi da vivere come da leggere, finché, per
fortuna, le pagine tornano bianche … .
Un
lavoro importante per i ragazzi intorno ai 10-11 anni, ma non tanto
per coloro che vivono situazioni familiari simili a
quella di Emma e Carlo,
ma più per coloro che, vivendo situazioni più “facili” possono
andare oltre il preconcetto della malattia e della diversità, per
aprirsi all’empatia e alla considerazione che non sempre le
avversità portano solo difficoltà e dolore. Una storia di amore e
amicizia tra fratelli e di positività nonostante tutto. Un po’
come “Wonder”
(R.L. Palacio, Giunti, 2013)
Il
fatto che questa storia sia narrata utilizzando anche la poesia,
regala
al lettore pagine di forte intensità. Spesso si è tentati di
considerare la poesia come una forma anacronistica, magari
perché il termine poesia rimanda a esperienze scolastiche ostiche e
molto “didattiche”. Non si pensa, invece, che la poesia ci
circonda: sono poesia i testi di molte canzoni, sono spesso poesia le
citazioni che tutti condividono
sui social sono poesia le frasi che accompagnano molte fotografie.
Usare la poesia nei libri per ragazzi in adolescenza o preadolescenza
è un modo per avvicinarsi con sensibilità al particolare momento
che stanno vivendo, ricco di emozioni, di forti sentimenti e di
difficoltà a comunicarli o, anche semplicemente, a riconoscerli e a
considerarli parte del loro diventare grandi. Sono diverse le opere
rivolte a questa fascia d’età che contengono poesia come parte
della narrazione. Due esempi: “One”
(Feltrinelli, 2017) di Sarah Crossan e “Dieci
lezioni sulla poesia, l’amore e la vita”
(Lapis, 2016) di Bernard Friot. Ne abbiamo scritto qui
e qui.
Silvia
Vecchini con le illustrazioni di Sualzo
Prima
che sia notte
Bompiani,
2020. 126 p.
Consigliato
da 10 anni