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martedì 14 marzo 2023

PAROLE IN SCATOLA

SCATOLINE

AA.VV. - a cura di Vera Gheno

Effequ Ed.

Si chiama Scatoline, sottotitolo: per ogni parola un piccolo mondo, la collana curata dalla sociolinguista Vera Gheno e pubblicata dalla casa editrice Effequ. Si tratta di sottili volumi monografici di divulgazione pensati per i bambini dai 5 ai 99 anni. Ogni fascicolo è dedicato ad una parola, contiene una storia o un ragionamento per raccontarne il significato e un’unica illustrazione ispirata al testo. Le ultime due pagine sono lasciate al lettore: in una c’è la stessa illustrazione in bianco e nero, perché il bambino, la colori e nell’altra una serie di righe, perché scriva la sua definizione. I testi e le figure sono affidati in ciascun volume ad un autore e a un illustratore diverso. La pubblicazione di questi libri segue l’alfabeto, perciò, al momento possiamo trovare in libreria i volumi dedicati a: Amicizia, Bellezza, Casa, Diverso, Errore, Falso, Gioco, Handicap e Idea.

Si tratta nel complesso di un’interessante e originale proposta editoriale che non mira a “spiegare” o a “definire” le parole, ma a “raccontarle” e a “disegnarle”. Il confine tra spiegare o definire e raccontare è, però, molto sottile e qualche volta viene scavalcato. Tuttavia l’ottima idea di base è quella che per capire bene le parole, bisogna imparare come si usano ed è nel loro uso (o meglio, nei loro usi) che il significato meglio si comprende. In questo modo, poi, meglio si capisce ciò che vuol dire chi le usa.


Nelle Scatoline si usa la schwa e sul sito di Effequ si trova la spiegazione di questa scelta (per leggerla per intero clicca qui. Riporto qui solo una parte della motivazione: “troviamo importante porre l’accento sulla possibilità di utilizzare forme diverse da quelle ormai consolidate, nell’ottica di riportare l’attenzione sulle norme linguistiche che quotidianamente mettiamo in pratica. Siamo persuasə che sia un compito squisitamente editoriale quello di studiare e mettere in pratica una norma, in modo da diffonderne non l’uso ma la consapevolezza della possibilità. Restiamo al contempo consapevoli che non è attraverso l’imposizione di una nuova convenzione che la lingua cambierà, e che il nostro approccio è volutamente provvisorio e sperimentale” .

Il testo di questi volumi è in stampato minuscolo a grandi caratteri neri con alcune parole o frasi in colore diverso. Questo facilita molto la lettura per i più piccoli, aiuta a fissare l’attenzione sui punti più significativi e ravviva le pagine anche se sono “tutte piene di parole”.

Le parole scelte per le Scatoline, pur essendo termini di uso comune e quotidiano, presenti presto nel vocabolario dei bambini, sono parole significative e molto legate alla complessità della contemporaneità. Questo anche per sottolineare come ogni parola non sia banale e meriti grande attenzione. Le Scatoline sono dei libri sottili e molto interessanti da usare anche come possibile base per dei laboratori sia sulle parole, sia sulle figure che le rappresentano. Sono utili anche per gli adulti per trovare spunto per rispondere a quelle domande che a volte fanno i bambini e che lasciano spiazzati.

Per tutti, infatti, è molto importante ragionare sulle parole, sul loro significato, sul loro utilizzo. Le parole danno forma ai pensieri, le parole aiutano a capire e a entrare nella realtà, le parole sono fondamentali ed è bene pensarci, rifletterci, meditarci, per essere più liberi, per essere meno influenzabili.


domenica 17 luglio 2022

RESPIRO


Antonio Ferrara

Respiro

Einaudi Ragazzi, 2022. 64 p.

E+11 anni

Al centro di questo intenso romanzo breve ci sono la passione, l’amore, la poesia, il rapporto tra le generazioni, il valore delle parole per esprimere le proprie emozioni. E’ praticamente un condensato (non in senso negativo) di tutti i “grandi” temi della letteratura. I protagonisti principali sono Giulio, suo nonno e Agata. Ma ci sono anche Silvia e i genitori di Giulio, con un ruolo fondamentale, seppur meno presenti sulle pagine.

La parola “respiro”, che fa da titolo, entra a piè sospinto in tutta la vicenda. Giulio è asmatico e appena si stanca per un po’ di fatica gli viene a mancare il fiato. Il suo respiro si fa affannoso anche quando vive forti emozioni. In entrambi i casi torna a respirare normalmente solo quando si ferma, usa se necessario la bomboletta e si tranquillizza. “Respiro, però, è anche la poesia, quell’insieme di parole accostate in modo particolare che fa scorrere gli occhi, apre il cuore e porta altrove. E poesia” è l’altra parola chiave in questo libro. E’, infatti, una piccola poesia scritta su un foglietto caduto ad Agata, un’anziana signora che Giulio incontra al supermercato, a innescare l’intera storia. Agata e Giulio amano la poesia, la leggono e la scrivono, cosa non usuale, soprattutto, da parte dell’undicenne.

Alla parola “poesia” sembra fare da contraltare la parola “proverbio”. Il nonno di Giulio ha un proverbio per ogni situazione. Con un proverbio commenta ogni cosa che succede o che viene detta, con un proverbio chiude i discorsi quando non vuole più parlare. Giulio si diverte con questi proverbi, ma capisce anche che con i proverbi si può dire tutto e il contrario di tutto. Anche con la poesia si può dire tutto, ma è un modo diverso molto più intimo e personale per esprimersi, per parlare, per dire e non dire, per far capire. Nei proverbi le parole giocano allegramente sul loro significato più basilare, nella poesia le parole si fanno intense e amplificano il loro potenziale comunicativo.

Poi ci sono “Silvia” e “amore”, altre due parole importanti in questo romanzo e di cui si scrive poco, ma occupano, non viste, la parte centrale della storia, sono il motore di ciò che si narra in ogni pagina. Giulio è innamorato di Silvia, una sua compagna di scuola che, però, non lo vede nemmeno. Giulio affida alla poesia ciò che sente per lei, e alla poesia affida anche il compito di comunicarglielo. Non è facile, non è immediato, ma alla fine sarà potente.

Anche il nonno è (di nuovo) innamorato, ma, pur nella sincerità e profondità del suo sentimento, il suo atteggiamento di fronte a questo sentimento è diverso da quello di Giulio, ovviamente per età ed esperienza. Rispetto a ciò che sente e manifesta Giulio, l’amore che prova il nonno e il modo in cui lo vive sembra specchio di quell’uso dei proverbi che si oppone al leggere e scrivere poesia.

Il ritmo del cuore, il ritmo della poesia, il ritmo del respiro scandiscono il ritmo di ogni pagina dando vita ad un libro che si legge con il fiato sospeso, per vedere come va a finire. Un libro, che poi, però, chiama ad una rilettura con più calma e attenzione per cogliere tutte le sfumature di emozioni, di relazioni, di significati delle parole che ogni riga contiene.

Tutto ciò e molto altro in un “contenitore” fisico all’altezza del suo contenuto, dalla meravigliosa copertina di Alessandro Sanna, alla scelta del formato tascabile con copertina rigida. Un libro prezioso.

Leggendo queste pagine non ho potuto non pensare ad altri tre grandi romanzi per ragazzi sul tema della poesia e della scrittura e a una raccolta di poesie:

Bernard Friot, Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita. Lapis 

Anet Huizing, Come ho scritto un libro per caso. La Nuova Frontiera 

Beverly Cleary, Caro Mr. Henshaw. Il Barbagianni 

Chiara Carminati, Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans. Bompiani 

Concludo con le parole di Erri De Luca che, oltre ad essere un intenso manifesto del “parlare d’amore”, sono anche essenza di ciò che è la scrittura, soprattutto la scrittura di emozioni, sia in prosa sia in poesia.

Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo.

Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta nell’evitare.

Distràiti dal vocabolario solenne, già abbuffato,

punta al bordo, costeggia,

il lanciatore di coltelli tocca da lontano,

l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo."

Nota: Ho trovato questa poesia di Erri de Luca per caso in rete. La si legge in numerosi siti diversi, in nessuno, almeno nei tanti che ho visitato io, c’è indicata la raccolta in cui è stata pubblicata. Cercherò ancora e quando (e se) la troverò, sarà mia doverosa cura scriverlo qui.

mercoledì 16 marzo 2022

Strumenti del mestiere: LEGGERO LEGGERO'


Antonio Ferrara

Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri

Interlinea, 2021

Chi si interessa di lettura e di libri, vedendolo, non riesce a non prendere in mano questo libro di piccole dimensioni dal sottotitolo curioso e intrigante. Lo ha scritto Antonio Ferrara, conosciuto autore per ragazzi, ma anche illustratore e formatore. Ha lavorato a lungo con i giovani in una comunità alloggio e da sempre è convinto del grande potere che hanno lettura e scrittura per l’educazione (non formale) dei ragazzi, sia in termini di educazione sentimentale e alle emozioni, sia in termini di prevenzione del disagio (che poi sono spesso le due facce della stessa medaglia).

Si tratta di una raccolta di brevi interventi sulla lettura, sul leggere, sul condividere letture, sul leggere ad alta voce, con qualche incursione nello scrivere e nello scrivere per ragazzi in particolare.

Tutte le brevi dissertazioni qui raccolte sono basate su un grande amore per la parola scritta e per ciò che con le parole si può fare. L’assunto di partenza è che “siamo fatti di storie” e che ogni parola ne è elemento fondante. Le parole hanno sempre conseguenze, così come i silenzi e molto è dovuto anche al come sono combinate tra loro, pronunciate e presentate.

Si tratta di un libro che fa riflettere sull’amore per lettura e libri e che sottolinea l’importanza di questa passione per i giovani e per chi con i giovani lavora quotidianamente.

Leggere è sexy” è il titolo di una delle sezioni in cui il libro è diviso e questo titolo salta subito all’occhio scorrendo l’indice. Al suo interno si trovano la passione e l’amore per i libri che possono diventi anche passione e amore “fisici”. La lettura implica corporeità, soprattutto quella ad alta voce, perché è la voce che dà corpo alle parole, ma è anche il modo in cui chi legge si atteggia, la sua mimica, il suo sguardo, le sue espressioni che creano la storia. Leggere è fare un viaggio. Leggere insieme o ascoltare insieme è viaggiare insieme, fare la stessa esperienza, provando, però, anche cose diverse.

Leggero leggerò” è un libro da leggere di seguito dalla prima all’ultima pagina, ma anche “assaggiandolo” qua e là per trovare spunti di riflessione e per prendere coscienza del proprio modo di leggere e approcciarsi ai libri e alle storie. Un libro ricco di spunti per migliorare il proprio modo di far innamorare della lettura e per promuoverla attraverso il controllo della voce e la passione per la sua forza.

Per approfodire, un’interessante intervista a Antonio Ferrara su questo libro la si può trovare qui

lunedì 4 maggio 2020

DI SPADA E DI PAROLA

HAI LA MIA PAROLA

Patrizia Rinaldi
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00


Avventura e fiaba si mescolano in “Hai la mia parola” l’ultimo lavoro di Patrizia Rinaldi edito da Sinnos nella collana Zona Franca ad alta leggibilità. Avventura, perché la storia di Nera e Mariagabriela è intrisa di perfidi inganni, fughe rocambolesche, incontri inaspettati e fuorvianti travestimenti. Fiaba, perché fiabesco è il tempo e il luogo lontano in cui tutto si svolge, perché ci sono due sorelle che si vogliono bene, una avida matrigna che le vuole dividere, un ricco signorotto crudele e tante buone persone pronte ad aiutare le ragazze nel superare la prova loro imposta. Non poteva, poi, mancare un lieto fine ricco di speranza.
Mariagabriela e Nera sono due sorelle molto diverse tra loro: una bella e dolce, l’altra zoppa e ribelle. La bellezza mancata di Nera è compensata dalla sua capacità di usare le parole, di leggere, scrivere e raccontare. La sventura colpisce la bella Mariagabriela che viene praticamente comprata dal lussurioso Visconte padrone del castello del borgo. Nera non può accettare il destino dell’amata sorella venduta dalla matrigna, e quando le viene fatto credere che Mariagabriela è riuscita a fuggire, anche lei parte di nascosto per cercarla con l’aiuto del fidato amico Michelino. La storia è lunga e complessa, piena di colpi di scena, ingiustizie e ritorsioni. Ma anche di coraggio, di amore, di speranza, di rispetto e di amicizia.
Anche se alla fine le due sorelle si riuniscono, l’evoluzione di questo romanzo e il suo finale non sono scontati. Lasciamo al lettore il piacere di arrivare in fondo a questa vicenda in cui spada e parole feriscono e difendono allo stesso modo e insieme rimettono in ordine il mondo.
Divisa in tre parti formate rispettivamente da ventuno brevi capitoli, uno per ogni lettera dell’alfabeto cui corrisponde una parola significativa, la storia, ambientata nella Sardegna del ‘700, ha un ritmo ben sostenuto dall’inizio alla fine e si distingue per un vocabolario ricco e ricercato. Diversamente non poteva essere, visto che uno dei temi principali che emergono è quello del potere consolatorio, ma anche del potere di attacco e di difesa, delle parole e della narrazione di storie: imparare a leggere e a scrivere, conoscere molte parole e saperle usare bene, diventa base per l’emancipazione di Nera, dei bambini cui fa da maestra, e per esteso, di ogni persona.
Il punto di vista del romanzo è quello di Nera che racconta a Mariagabriela, a vicenda finita, ciò che è successo dopo che il Visconte l’ha voluta a palazzo. Molti ed espliciti sono i riferimenti valoriali alla rettitudine delle persone, al rispetto della vita degli altri, al diritto che ognuno ha di riscattare la propria esistenza, alla bontà che ripaga di ogni angheria.
Mi mi convince un po’ meno la scelta di una scrittura prevalentemente paratattica, fatta di molte frasi brevi. La bellezza della lingua italiana sta anche nella sua complessità che, senza cadere nell’esercizio di stile o in un incomprensibile insieme contorto, si manifesta, quando ben sostenuta, in belle frasi scorrevoli lunghe e articolate. E’ vero che la lingua evolve, che la nostra è molto influenzata dal contesto in cui viviamo e che adesso si tende ad un italiano più più veloce e più semplice. Senza essere puristi, però, bisogna considerare che lingua scritta e lingua parlata non sono la stessa cosa. Credo che il valore di un bel libro, di una bella storia, sia dato anche dall’adesione alle caratteristiche della lingua con cui è raccontata e che questo contribuisca a fare la differenza quando si parla di letteratura.

Ciò non toglie che “Hai la mia parola” sia un libro che molto può dire ai suoi lettori, a vari livelli.

Patrizia Rinaldi
HAI LA MIA PAROLA
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00
consigliato da 12 anni