giovedì 15 dicembre 2022

UNA FAVOLA NEL BOSCO DELLE FIABE

Eva Montanari

Più veloce di tutti

Kite Edizioni, 2022 – 36 p.

età 5+

La favola della lepre e della tartaruga la conoscono tutti. Forse qualcuno meno conosce il paradosso di Zenone. Sono due narrazioni cui non si può non pensare leggendo “Più veloce di tutti” di Eva Montanari pubblicato da Kite Edizioni. E’ la storia di una lepre che desidera dimostrare di essere l’essere vivente più veloce al mondo. Gareggiare senza avversari e senza nessuno che possa guardare la sfida, però, non le dà soddisfazione, né dimostra la sua capacità. Inutilmente cerca qualcuno alla sua altezza, ma solo una vecchia tartaruga accetta di correre con lei fino al limite del bosco. Pur convinta che si tratterà di vincere facile, la lepre inizia la sua corsa contro la tartaruga, ma lungo il cammino incontra diversi personaggi che la distraggono prima dicendo che vogliono anche loro accettare la sfida, e poi fermandosi poco più avanti, attirati da qualcosa che li interessa di più. Si tratta di un ranocchio, di un gatto, di un lupo, di due fratellini, di tre orsi e di una principessa. Quest’ultima, toccando un oggetto appuntito, cade addormentata e con lei tutti gli altri. Sentendosi stanca, anche la lepre decide di fare una pennichella, solo pochi minuti… . Nel frattempo, però, la tartaruga continua a camminare. E’ l’unica ad aver preso seriamente la gara e, soprattutto, ad essersi presa il tempo di osservare, andando piano, tutto ciò che succede in quel bosco. Inutile dire che, alla fine, è lei a vincere la competizione, mentre un principe che ha percorso pian piano tutte le pagine nascondendosi tra i disegni, dà la svolta finale a tutta la storia. Una storia nella storia.

Questo libro di Eva Montanari è geniale nel suo contenuto e perfetto nella sua realizzazione. Parole e illustrazioni si accompagnano in rara sintonia. Le parole sono dolci, delicate, attentamente scelte e organizzate sulla pagina, così come i disegni sono deliziosi, ricchi di particolari, tenui e sinuosi. Insieme portano il lettore nel magico mondo delle fiabe. Tra queste pagine chi già le conosce, può ritrovare, tra gli altri Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, La Bella Addormentata nel Bosco, Il gatto con gli stivali … . Chi, invece, non conosce ancora le loro storie, fa con loro il primo approccio e incuriosito andrà sicuramente a leggersele (o a farsele leggere) per assaporarne la bellezza. Bellezza di cui, la lepre, non riesce a godere. Correndo tanto velocemente, infatti, non si accorge di ciò che succede intorno a lei e si perde tante occasioni.

Non penso di esagerare nell’interpretazione se dico che è come se l’autrice volesse suggerire che non incontrare le fiabe nel corso della vita significa perdere qualcosa di importante, di potente, di fondamentale. Le fiabe, sappiamo, rappresentano la vita. “Sono la vita”, diceva Calvino. Nelle fiabe, nella loro versione originale, troviamo l’essenza dell’esistenza umana, tanto nei suoi aspetti più dolci e piacevoli, tanto in quelli più truci, cruenti e dolorosi. E i bambini hanno bisogno di affrontare queste narrazioni, di trovare in esse strumenti per preparasi a diventare grandi. Le fiabe sono contenitori di vita, di emozioni, di situazioni, sono occasione di crescita. E’ per questo che piacciono sempre ai bambini (anche se spesso gli adulti gliele negano, soprattutto nelle versioni più vicine all’originale, o le snaturano modificandole …) ed è per questo che le parti per loro più interessanti, sia nei testi che nelle illustrazioni, sono sempre quelle più “forti”.

Più veloce di tutti” risulta essere, quindi, un albo illustrato di valore che, mentre da una parte riprende la morale della favola della lepre e della tartaruga, metafora dell’arrivismo e della velocità che caratterizza i nostri tempi, a scapito della scoperta di tanti tesori che solo andando piano si possono incontrare, catapulta in modo molto originale i lettori nel bosco delle fiabe, nel mondo fantastico di queste narrazioni ancestrali e del loro potere catartico.

Una lettura piacevole e molto arricchente che cattura ad ogni rilettura con nuovi particolari visivi e di significato di testo, spingendo a leggere e a rileggere queste pagine, abbandonandosi ogni volta alla meravigliosa esperienza di entrare e uscire dalle storie.

Eva Montanari ha più volte lavorato intorno alle fiabe come, per esempio, realizzando qualche anno fa “Indovina chi viene a cena?”, anch’esso pubblicato da Kite e di cui ho scritto qui.

 

giovedì 1 dicembre 2022

LEGGERE CON RISPETTO: OLTRE GLI STEREOTIPI DI GENERE NELLE LETTURE PER LA SCUOLA PRIMARIA

LEGGERE CON RISPETTO

Nel corso del mese di  novembre 2022,  all'interno del progetto "PARI O DISPARI?", proposto da Il Teatro delle Quisquilie di Trento con la collaborazione delle Biblioteche comunali di Fiemme e di Fassa e con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, Ufficio Pari Opportunità e Contrasto alla Violenza sulle Donne, ho proposto a insegnanti e genitori "LEGGERE CON RISPETTO", un percorso in due puntante nell’immaginario raccontato dai libri per bambine e bambini alla ricerca di storie oltre gli stereotipi.

Durante gli incontri ho presentato libri e condiviso riflessioni e spunti pratici di attività per promuovere nella scuola primaria un approccio alla lettura che aiuti a riconoscere e a decostruire stereotipi e pregiudizi di genere di fronte alle emozioni, ai ruoli in famiglia, nel gioco e nelle professioni.

Il progetto mirava a offrire spunti di pensiero ed azione per contrastare le discriminazioni e promuovere l’uguaglianza tra i generi in ambito sociale, culturale, lavorativo e familiare, in considerazione del fatto che gli stereotipi di genere orientano e influenzano le scelte e i comportamenti delle bambine e dei bambini fin dai primi anni di vita. L’iniziativa ha visto le biblioteche farsi da tramite per offrire a diverse classi delle scuole primarie dei quattro istituti comprensivi delle due valli appuntamenti di letture teatralizzate con modelli di situazioni e personaggi alternativi, non stereotipati, personaggi, maschi e femmine, liberi, forti e consapevoli delle proprie potenzialità. Le letture sono state curate dalle attrici Laura Mirone e Veronica Risatti e a corollario di queste letture per i bambini, si è proposta l’occasione di approfondimento per gli adulti. 

La riflessione è partita dal concetto che il meccanismo degli stereotipi si autoalimenta nelle narrazioni e le narrazioni rivolte ai bambini e ai ragazzini possono incidere molto sulle visioni che loro elaborano e consolidano. Storie, libri, ma anche cartoni animati e pubblicità, formano l’immaginario infantile portando al suo interno anche una visione più o meno rigida delle caratteristiche legate al genere. E’, quindi, sempre molto importante scegliere bene ciò che si propone ai bambini per la lettura sia dal punto di vista del contenuto, sia della qualità di lingua e illustrazioni anche per soddisfare il diritto che i giovani lettori hanno alle buone storie e per evitare strumentalizzazioni.

Le letture che si offrono dovrebbero essere storie di valore universale, ispirate e scritte per rappresentare la complessità della realtà umana (compreso il rapporto tra i generi e il rispetto delle loro diversità e dei loro rispettivi diritti), senza ideologie preconcette e ragionamenti preconfezionati, scelte non cercando libri a tema, ma trovando i temi nei libri. 

Per scegliere bene le letture, però, bisogna conoscere tanti testi, tanti libri diversi portatori di molte e varie posizioni: solo così è possibile avvicinarsi e avvicinare i giovani lettori a tipologie multiple di storie con modelli e punti di vista alternativi. La lettura diventa in questo modo non solo strumento per indagare se stessi, gli altri e il mondo, ma anche strumento di libertà. Le storie spiegano e semplificano, rendono empatici, allenano le abilità emotive, migliorano le relazioni e aumentano le prospettive, permettendo di uscire dal proprio orizzonte e vedere cose, persone e situazioni da angolazioni nuove.

Un'esperienza intensa, ricca di titoli e di spunti per continuare la riflessione.

mercoledì 16 novembre 2022

DI STORIE DELLA BUONANOTTE NON CE N'E' MAI ABBASTANZA

Buonanotte, Tiptap!

Polly Dunbar con la traduzione di Sara Marconi

Lapis, 2022

età 3+

 

Il dolce momento del distacco dalla vita vissuta del giorno per avventurarsi nel tranquillo mondo dei sogni è un passaggio significativo nella quotidianità di ogni bambino. E’ un rito importante che seguendo una serie di prassi, prepara al sonno e dà sicurezza. Di questo rito fa parte anche la lettura di una storia condivisa con un genitore. Si tratta di un rituale che i bambini chiedono e i grandi offrono con piacere, perché diventa presto un momento irrinunciabile e molto intimo in cui si entra in relazione profonda: una “coccola di voce”, un “abbraccio sonoro” che rafforza i legami, regala emozioni e accompagna i bambini verso il mondo dei sogni.

Perfetto per questo rituale di nanna è “Buonanotte, Tiptap!” di Polly Dunbar (Lapis – età 3+)

Un libro pieno di dolci personaggi che si preparano per andare a dormire: c’è chi si lava i denti, chi legge una storia, chi fa il bagno e chi dà un bacino agli altri. Tutti stanchi, sono pronti per andare a letto. Tutti tranne Tiptap che si offre di aiutare Tilly nel dare la buonanotte agli altri. Poi crolla anche lui ma ciò non gli impedisce di infilarsi, alla fine, sotto le coperte insieme a lei.

Tutti i rituali della nanna sono elencati in queste pagine adatte ai bambini più piccoli. Ci sono tutte le cose della loro “esperienza” bambina, e rivederle sulla carta per loro è molto piacevole. Se poi c’è vicino la mamma o il papà che gliele racconta, sono ancora più preziose.

Accompagnano le semplici parole delle illustrazioni altrettanto semplici, ma molto piacevoli e la loro disposizione su fondo monocolore chiaro né garantisce la leggibilità anche per i più piccoli. Il legame di questa storia con i lettori si consolida grazie anche al fatto che si tratta di un nuovo libro di una contenuta serie dedicata ai piccolissimi in cui Tilly, un po’ mamma, un po’ sorella maggiore, sa divertirsi, ma anche occuparsi affettuosamente dei suoi amici. Tiptap, coniglietto di pezza, gli altri amici peluche di Tilly, Otto, l’elefante, Zazà, il coccodrillo, Frufrù la gallina e Pablo, il maialino, sono piacevolmente destinati a diventare “amici di libro”, a essere quindi riconosciuti e re-incontrati in ogni libro e a condividere tante avventure, le gioie e le sfide dell’essere bambino.

Gli altri volumi della serie, tutti pubblicati da Lapis, sono:

Ciao Tilly!

Pablo è felice.

Dov’è Otto?

I morsi di Zazà

Frufrù si fa bella.


Buonanotte, Tiptap!

Polly Dunbar con la traduzione di Sara Marconi

Lapis, 2022

età 3+

venerdì 28 ottobre 2022

DAVANTI A UN VUOTO DA RIEMPIRE

AA.VV. con le illustrazioni di Monica Barengo

Mind the gap

Kite, 2022. - 24 p.

Per i grandi 

Una copertina, otto immagini e otto racconti, anzi otto incipit di racconto. Otto voci di autrici diverse, che hanno scritto ispirate da altrettante tavole illustrate di Monica Barengo. Sono gli otto elementi più uno, la copertina, che compongono “Mind the gap” di Kite Edizioni. Sottotitolo: “Che la storia abbia inizio”. Un libro illustrato che porta il lettore dentro otto storie, lasciandolo dopo una manciata di righe, di fronte a tre puntini di sospensione e il desiderio di sapere come vanno a finire. Ma queste storie non continuano, non vanno a finire, se non nell’immaginazione del lettore stesso, se vuole, se non abbandona. Neanche le tavole illustrate lo aiutano, perché esse stesse sono un incipit, un quadro, un’immagine senza un dopo. Le otto illustrazioni, infatti, pur chiaramente appartenenti alla stessa mano, non stanno in nessuna relazione tra di loro se non per il fatto che hanno come protagonista una donna. Si tratta, infatti, di tavole che Monica Barengo aveva realizzato singolarmente per diversi numeri della rivista australiana Womankind, ognuno dei quali dedicato a un tema. Tavole speciali, eleganti, curate e molto evocative, ma non create per stare insieme.

Sono tavole bellissime, particolari, intense, ricche di dettagli, ma non troppo cariche. Un po’ retrò, forse, ma di molto effetto. Nel suo lavoro Monica Barengo ama il colore marroncino-seppia-ocra, con pochi elementi di altri colori, sempre, però, molto tenui. Una scelta che può in un qualche modo richiamare le vecchie fotografie, il cui fascino, spesso, sta proprio in queste tinte. (Le ho apprezzate molto anche nel suo “Felicità ne avete?” pubblicato anch’esso da Kite e di cui ho scritto qui ).

Le autrici, cui sono state offerte queste tavole (scegliendo ciascuna quella che più la ispirava) e che hanno scritto questi “inizi” sono Chiara Argelli, Giulia Belloni Peressutti, Amanda Cley, Valentina Mai, Martina Manfrin, Paola Presciuttini, Paola Tasca e Germana Urban. Le loro storie parlano di fughe, di solitudini, di amore, di realizzazione, di attese, di nuovi inizi. Davanti a loro, come davanti al lettore, però, sulla carta, tra una pagina e l’altra, c’è il vuoto “the gap”, e “mind the gap” è, appunto, il monito dell’illustrazione di copertine e del titolo per chi prende in mano il libro che, avvisato, davanti al vuoto può re-agire come meglio crede, può continuare o può fermarsi o scappare.

I testi di questi incipit sono curati ed eleganti come le illustrazioni da cui sono stati ispirati. In poche righe condensano tutti storie molto intriganti, capaci di creare grandi aspettative in chi le legge (purché abbia poi gli strumenti per farle crescere dentro di sè). Un lavoro molto originale (forse anche coraggioso) che, mettendo veramente il lettore “dentro” la storia, lo lascia poi completamente libero di muoversi come vuole, ma, allo stesso tempo, anche solo.

Questo libro è pubblicato nella collana Voci, in cui Kite offre titoli di forte carattere con storie importanti affiancate a illustrazioni sofisticate.

Libri destinati a un pubblico di ragazzi grandi, adolescenti e adulti.

AA.VV. con le illustrazioni di Monica Barengo

Mind the gap

Kite, 2022. - 24 p.

Per i grandi


mercoledì 19 ottobre 2022

SEI TU A DECIDERE

Jeffrey e Lisa Bone con le illustrazioni di Valeria Docampo e la traduzione di Sara Ragusa

Non tutte le principesse

Terre di Mezzo, 2022. 32 p.

età 5+

Lo sappiamo. Esistono i “libri strumentali”, libri che sono scritti con precisi intenti per affrontare determinate tematiche, per veicolare in maniera più o meno diretta idee, posizioni, concetti . Spesso non sono opere “ispirate”, nè di autori di libri per bambini, ma lavori creati da hoc da professionisti di diversi ambiti, la cui qualità è anche di diverso livello. Si potrebbe qui aprire una discussione se questi libri abbiano legittimità di letteratura, ma il discorso sarebbe ampio e complesso. Ci limitiamo a prendere atto della loro esistenza (e del loro mercato) e che, se fatti bene, possono essere utili ed efficaci nella variegata valenza che la lettura ha per la persona. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare il diritto che i bambini hanno alla varietà e alla qualità delle letture che hanno a disposizione.

Non tutte le principesse” edito da Terre di Mezzo è un libro “strumentale”: Jeffrey e Lisa Bone, gli autori sono due psicologi californiani, genitori di due bambine e in America il libro è stato pubblicato dall’American Psychological Association (APA) con le illustrazioni di Valeria Docampo, affermata artista, illustratrice di diversi libri per l’infanzia. Scopo del libro è chiaramente quello di aiutare a riconoscere e scardinare alcuni stereotipi di genere e aiutare i bambini a lasciar correre la fantasia per realizzare i propri sogni, credendo in se stessi e nelle proprie capacità.

Fatte queste premesse, possiamo passare al commento di queste pagine che per la combinazione di alcuni aspetti risultano nel complesso un libro interessante da proporre ai bambini dai 5-6 anni, sia per la lettura autonoma, sia per una lettura dialogica condivisa durante la quale parlare insieme di questi argomenti.

Non c’è vera e propria narrazione in “Non tutte le principesse” ma una sorta di presentazione basilare ed essenziale di bambine e bambini e di ciò che fanno. Il concetto è che le principesse non vivono per forza tutte nei castelli, che alcune preferiscono le casette sull’albero, che non tutti i pirati navigano sui velieri, che alcuni preferiscono gli aquiloni e che per essere dei supereroi, a volte, bastano piccoli grandi atti di coraggio, come salvare un gattino impaurito. Sono principi e principesse, eroi ed eroine, ballerine, sirene, cavalieri e trapezisti che hanno una volontà precisa e che sanno scegliere ciò che più gli piace oltre i soliti schemi. Ogni bambina e ogni bambino è speciale a modo suo e ha il diritto di realizzare i propri sogni, senza farsi condizionare dagli altri.

In questo libro illustrato si parla, con poche parole, molte immagini e tanto spazio lasciato all’interpretazione del lettore, di limiti e di stereotipi, di volontà e di condizionamenti, di coraggio e di identificazione con modelli del tutto diversi dai soliti.

I lettori vengono accompagnati in un viaggio poetico, che mette delicatamente in discussione la rigida costruzione dei ruoli di genere e sono ispirati ad accedere alla loro immaginazione e sfidare le aspettative della società. 

Interessanti, vorticose e sbalorditive sono le illustrazioni di Valeria Docampo che aiutano molto queste pagine a sembrare un libro più che solo uno strumento, una risorsa per la discussione.

Valeria Docampo, infatti, trae l’ispirazione per la sua arte nella vita di tutti i giorni e la riversa sulle pagine, creando figure delicate e potenti allo stesso tempo. La loro forza sta nell’immediata presa che hanno sugli occhi e sulle emozioni di chi le osserva. Figure piacevoli da osservare e da interpretare perché nella loro immediatezza hanno comunque sempre un alone di indefinito cui il lettore dà significato grazie agli indizi che le circondano completandoli con la propria sensibilità personale., attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere

 In questo libro, inoltre, le illustrazioni presentano due stili diversi: quelle classiche di Valeria Docampo, fin qui descritte, e altre disegnate come se avesse usato i colori a cera. Figure più vicine ai disegni che i bambini stessi fanno. In questo modo le illustrazioni sembrano suggerire un invito ai bambini a disegnare loro stessi sulla carta ciò che gli piacerebbe realizzare di sé in futuro nella realtà. Anticipazione di questa realizzazione personale libera e incondizionata è la carrellata di figure sulle pagine del frontespizio che come in un melì-melò combinano elementi diversi.

Allo stesso modo, conclusione del libro sono figure di diverse passioni e professioni,
attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi 
in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i 
condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere.


domenica 2 ottobre 2022

Africa, sto arrivando!

Juris ZvirgzdiņŠ – disegni di Reinis Petersons e traduzione di Margherita Carbonaro

Rinoceronte alla riscossa

Sinnos, 2019. 142 p. - € 13,00

Età +9

Avventura e animali sono due ingredienti che i ragazzini amano trovare nelle storie che leggono. Le storie che li contengono sono coinvolgenti, divertenti, a volte rocambolesche. “Rinoceronte alla riscossa” è una di queste. Racconta di un lungo viaggio che Mufà e Ibu intraprendono dalla Norvegia alla lontana Africa, via terra e via mare, attraversando mezza Europa. Mafù è un rinoceronte bianco, una rarità, nato e allevato nel serraglio del signor Fratellini, in cui lavora lo stesso Ibu, un ragazzo africano che nel circo si guadagna il necessario per mantenersi agli studi. Ibu ama le lingue straniere e la geografia. Mafù, invece, è un cucciolo con alle spalle una storia familiare poco piacevole. Nel momento in cui il Signor Fratellini deve chiudere l’attività, perché gli affari non vanno molto bene, i due si ritrovano a ripercorrere alla rovescia, il viaggio che entrambi tempo prima hanno fatto, in tempi e modi diversi, dall’Africa all’Europa. Ritornare a casa, però, è più facile a dirsi che a farsi. Prima servono i soldi, poi un passaggio, poi bisogna evitare la curiosità e la malvagità di molte persone, poi … . Il loro viaggio attraverso l’Europa diventa una vera e propria avventura dove i due gustano cibi, ammirano paesaggi, subiscono gli sguardi pieni di pregiudizi, ma ogni giorno imparano anche qualcosa e insegnano qualcosa a chi ha la fortuna di incontrarli.

Juris ZvirgzdiņŠ, grande autore lettone per ragazzi, costruisce un racconto che si legge d’un fiato, con uno sguardo ironico sull’Europa, sui suoi abitanti e sulle persone che in Europa cercano una nuova vita. In queste pagine si racconta la sacralità dell’amicizia, la ricerca delle origini e della casa, la ricchezza delle culture, la salvaguardia degli equilibri naturali per il rispetto di tutti, uomini compresi. Un libro stampato con la font Leggimi ad alta leggibilità, studiata apposta per facilitare la lettura e sostenere i bambini nel loro diventare grandi lettori.

Un libro che diverte e mentre diverte, insegna molte cose, ma senza pendanteria. Un libro che con leggerezza affronta tematiche importanti della nostra attualità e con le quali i ragazzini entrano in contatto più o meno consapevolmente ogni giorno e sulle quali riflettono, forse più di quanto noi adulti immaginiamo.

 

 

Juris ZvirgzdiņŠ – disegni di Reinis Petersons e traduzione di Margherita Carbonaro

Rinoceronte alla riscossa

Sinnos, 2019. 142 p. - € 13,00

Età +9

domenica 18 settembre 2022

CRESCERE LEGGENDO

Antonio Ferrara con le illustrazioni di Gabriele Ghisalberti

Un libro ti cambia

Biancoenero Edizioni, 2022. 46 p.

Età +10

 

In questa storia per ragazzini è condensato tutto il senso della lettura, del capire ciò che si legge, dell’essere coinvolti da una storia, del partecipare personalmente delle parole che la compongono.

Dario, il ragazzino dodicenne protagonista di “Un libro ti cambia” (Biancoenero) è in camera sua e sta leggendo. Mentre legge succedono cose strane, forse solo coincidenze, ma a lui sembra che ciò che trova tra le pagine avvenga realmente: sente il calore del deserto, un quadretto si stacca dal muro, le sue orecchie diventano bollenti, ha paura di ciò che succede, non riesce a staccarsi dalle pagine … .

Nessuno pensa che Dario sia in camera a leggere, tutti lo credono intento a giocare al pallone. Ma non è così: Dario legge e mentre legge cambia, tanto che quando è in bagno e si guarda allo specchio quasi non si riconosce. Ma cosa è successo?

Quello che Antonio Ferrara ci offre in questa storia di poche pagine scritte ad alta leggibilità è una descrizione del grande potere della lettura. La lettura è un rifugio, un’evasione dalla quotidianità, ma anche un modo per vivere le vite degli altri, per provare emozioni vecchie e nuove, per osservare persone e situazioni da altri punti di vista. Per alcuni leggere è vivere, certo non letteralmente, ma molto gli si avvicina, nel senso che la lettura mette insieme esperienze diverse, plasma il pensiero, rende attenti e critici. La lettura offre visioni diverse e maggiori capacità empatiche. La lettura, pian piano, cambia le persone. Non è una magia, il cambiamento non si verifica tutto in poco tempo come in questa storia, ma pian piano, libro dopo libro. Non succede con tutti i libri, ma con solo con quelli giusti e pagina dopo pagina, chi legge cresce, diventa un altro. E, di solito, un altro migliore.

Da notare l’interessante gioco creato dall’illustratore sulla copertina: una barba (ma che è una barba lo si capisce solo quando si gira il libro e si vede la quarta di copertina) che quando chi legge ha il libro davanti, si posiziona perfettamente sul suo mento. Metafora grafica del cambiare, del crescere.

Di libri e lettura e del loro potere Antonio Ferrara si è occupato anche in “Leggero leggerò” (Interlinea) e ne abbiamo scritto qui.

Nota: questo libro, prima della pubblicazione, come tutti i libri di autori italiani dell’editore Biancoenero sono letti e approvati da una redazione di ragazzi. A questo hanno contribuito gli studenti di due istituti comprensivi di Roma e Fiumicino.


Antonio Ferrara con le illustrazioni di Gabriele Ghisalberti

Un libro ti cambia

Biancoenero Edizioni, 2022. 46 p.

Età +10

sabato 10 settembre 2022

TUTTO CI E' CONTRO, SE SIAMO BAMBINI, MA ...

Jutta Richter (traduzione di Bice Rinaldi, illustrazioni di Hildegard Müller)

Sono soltanto una bambina

Beisler, 2016. 107 p. 

E+8

La realtà vista dagli occhi di una bambina di 8 anni è il centro di questa divertente narrazione di Jutta Richter, una fra le più note autrici tedesche contemporanee di libri per bambini.

Si sa che i bambini vedono, interpretano e vivono le cose e le situazioni in maniera completamente diversa rispetto agli adulti. Non in modo più giusto o più sbagliato, in modo diverso. Il fatto è che, però, i piccoli spesso hanno la peggio, devono cedere, star zitti perché, come dice la protagonista di questa storia, loro sono “soltanto” bambini. Anche se, potrebbero aver ragione, anche se anche il loro parere è importante.

La storia di Hanna racconta di questa “ingiustizia” descrivendo in brevi capitoli molto veloci, tante situazioni tipicamente bambine in cui si trova a confrontarsi con gli adulti, siano essi la mamma, il compagno della mamma, la maestra, la preside o la psicologa della scuola e con i suoi coetanei, la “bulla” della scuola in particolare.

Così leggiamo di come non si è tenuto conto della sua opinione quando è stata ora di traslocare, di come, a fatica, ha avuto un gattino in casa, di come questa presenza abbia scatenato una crisi familiare, di come sia vittima delle prese in giro delle sue compagne, di come la scuola sia per lei una vera tortura.

Per fortuna, dalla sua parte c’è la nonna e poi, un giorno, arriva in classe una nuova compagna, una tipa “fuori dagli schemi”, e per Hanna le cose cominciano a cambiare.

Una storia che racconta con umorismo la quotidianità familiare e scolastica di una settenne, che si legge piacevolmente. La forza di questa storia sta nella sua protagonista che è intelligente e sveglia. Hanna, nonostante tutto ciò che le succede, non perde la sua allegria e la sua ironia. La speranza che la aiuta ad affrontare le piccole (grandi) difficoltà di ogni sua giornata, si rivela essere l’atteggiamento giusto (per i bambini della sua età) da assumere per uscirne bene. Alla fine le cose si sistemano, magari non come si vorrebbe, ma l’equilibrio delle situazioni e delle relazioni è riconquistato

 

giovedì 1 settembre 2022

UNA STORIA VERA


Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

La fioraia di Sarajevo

Orecchio Acerbo, 2021. 40p.

E8-99 anni

Le storie più importanti sono quelle che “senti dentro”, quelle che ti colpiscono come un treno in corsa, ti lasciano attonito, non permettono di allontanarti.

Pur sapendo dell’esistenza di questo albo illustrato, fino all’altro giorno non avevo ancora avuto occasione di “incontrare” “La fioraria di Sarajevo” di Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini. Ho incontrato e conosciuto questa storia direttamente dalle parole di Sonia Maria Luce Possentini, durante una presentazione la scorsa settimana a Levico, in Trentino. E’ stato un incontro penetrante che, nella prima parte ha confermato e consolidato in me tante informazioni e impressioni che avevo riguardo al lavoro di un illustratore, soprattutto di un bravo illustratore, un artista che mette la sua arte “a servizio” di una storia, non per raccontarla uguale al testo ma per interpretarla in un altro modo o raccontarne un’altra parte. Le illustrazioni, come diceva il grande maestro Stěpán Zavřel , citato dalla Possentini, devono lavorare per la narrazione e non per la didascalia. Gli albi illustrati, sosteneva, invece Kveta Pacovska, illustratrice ceca, premio Andersen, citata anche lei dalla Possentini, sono la prima galleria d’arte che visita un bambino: la qualità è fondamentale. Fondamentali sono anche i contenuti e le parole. Ai bambini servono albi illustrati fantasiosi e divertenti, ma anche albi e storie su temi importanti (che nel pensare comune sono erroneamente considerati poco adatti per i più piccoli). Offrire anche storie “impegnative” è una forma di rispetto per i lettori di ogni età cui. Anche ai più piccoli, non si devono raccontare false verità, per non ferirli due volte, considerandoli prima incapaci di capire e poi, quando realizzano la bugia che gli è stata loro raccontata, farli sentire traditi. Non è facile raccontare queste storie, ed è anche rischioso per autori ed illustratori, che possono venir tacciati di essere “crudi”, “troppo realistici”, e, perciò, “disturbatori” dell’essere bambino che merita serenità. Essere etichettati (e le etichette sono molto facili in Italia) come “quella che fa le cose tristi”, secondo Sonia Luce Possentini, può anche significare non ricevere possibili offerte di lavoro. E’ chiaro che la scelta dei temi e la modalità con cui si propongono va calibrata sul pubblico cui ci si rivolge, ma non per censurare, edulcorare o manipolare, ma per comunicare tutto a tutti, con rispetto delle varie sensibilità. Il discorso sarebbe molto lungo e forse un giorno lo possiamo anche fare. Ma adesso, per tornare a noi, e continuare con la seconda parte del suo intervento, consideriamo che Maria Sonia Luce Possentini è stata molte volte interprete di queste dure verità che vanno raccontate ai bambini per prepararli anche a ciò che può far male. E per raccontare la verità con parole e illustrazioni ci si deve preparare, non si può inventare, si devono conoscere bene fatti, situazioni e luoghi. Le illustrazioni “storiche” toccano tutti, servono a tutti, per capire, per riflettere, e, forse, per poi non ripetere. Due esempi, tra i (tanti?) altri possibili: il suo lavoro “Il volo di Sara”, col testo di Lorenza Farina edito da Fatatrac, sul tema della Shoah, e questo, “La fioraia di Sarajevo”, che è uscito a giugno 2021 con quello che si potrebbe dire un tempismo tristemente perfetto, per far riflettere oggi sulla guerra in Ucraina attraverso ciò che è successo circa 30 anni fa nei Balcani.

La storia del fotoreporter di guerra free lance, Mario Boccia, racconta di quando lui un giorno del 1992 attraversa il mercato di Sarajevo. Il suo sguardo incontra quello di una donna che vende piccoli fiori fatti di carta: qualcosa di apparentemente inutile davanti a ciò che sta succedendo. Ma lei c’è. E’ tutti i giorni al suo posto per offrire un po’ di bellezza. Mario è colpito dagli occhi della donna e scambia con lei alcune parole offrendole un caffè. Qualche mese dopo il fotografo è di nuovo lì. Sarajevo è sotto assedio, ma la fioraia resiste. Il reporter le chiede la sua nazionalità e lei risponde “sono nata a Sarajevo”, allora, pensando di riuscire a capire la sua etnia dal nome, lui le chiede come si chiama. Lei scarabocchia qualcosa su un foglietto: "Fioraia". Nessun nome, nessuna etnia. 

 

 

Sono queste due lezioni che il fotografo, e il lettore con lui, imparano subito. Da allora, tornare a trovarla diventa per Mario un appuntamento fisso cui non mancare. Fino al giorno in cui al suo banco lei non c'è più.

Una storia di dignità e resistenza. Una storia di parole, di illustrazioni e di spazi bianchi. Una di quelle storie vere davanti alle quali non puoi tirarti indietro, non puoi girarti dall’altra e fare finta di non averle incontrate.

 A questo LINK la storia da cui è nata l’idea di questo albo illustrato e la fotografia della Fioraia scattata da Mario Boccia

giovedì 25 agosto 2022

SCARDINARE GLI STEREOTIPI DI GENERE? SI PUO'

Silvia Pillin

Maschiaccio e femminuccia

EL, 2020. 122 p.

E+9

Riccardo, il bullo della scuola, intreccia di nascosto braccialetti con i fili colorati. Caterina, la “strana” della classe, non ha amiche: gioca al calcio e ama i supereroi che costruisce da sola con la stampante 3D.

Il primo giorno di scuola Riccardo e Caterina si ritrovano vicini di banco. Come potrà essere, questo, per loro un anno scolastico tranquillo? Non lo sarà, ma non nel modo in cui ci si aspetta. L’esplosione, annunciata dall’illustrazione in copertina, infatti, avviene ma lo scoppio va in una direzione inaspettata.

Imparare fin da bambini ad essere se stessi e a rispettare gli altri è fondamentale. Nonostante molto sia cambiato, alcune cose sembrano ancora uguali a 50 anni fa, quando Elena Giannini Belotti scriveva “Dalla parte delle bambine” (Feltrinelli): i condizionamenti di genere sono ancora molto radicati, sopratutto in alcuni ambienti sociali e familiari. Essere se stessi diventa un problema per chi, ragazzina, non ama il rosa e non sogna di diventare una ballerina, ma vuole giocare a calcio al campetto, o chi ragazzino è grande e grosso e “deve” fare il bullo, il prepotente, il forte con gli altri, mentre amerebbe sedersi tranquillo da qualche parte a fare braccialetti.

Il libro di Silvia Pillin racconta l’evoluzione di Caterina e Riccardo all’interno della cerchia delle loro famiglie, della scuola e dei loro amici. La narrazione che li vede parlare a capitoli alterni è vivace, evidenzia diversi punti di vista sulle stesse questioni e facilita i lettori nel rispecchiarsi in ciò che stanno leggendo. Grazie ai molti dialoghi ben costruiti e alle riflessioni spontanee dei due protagonisti, la storia risulta verosimile e credibile. Tutta la vicenda nel complesso non è né scontata, né didascalica, né prevedibile. Questo grazie anche all’interessante scelta dell’autrice di attorniare i due protagonisti, vittime all’inizio del pensiero di dover essere e di doversi comportare come gli altri si aspettano da loro, da personaggi, che, invece, hanno trovato la loro strada e sono sicuri del loro essere ciò che sono: una mamma ingegnere (che, però, è molto presente nella vita della figlia), un padre casalingo, una sorella tatuata che pratica la boxe (ma ama un ragazzo gracile e chiacchierone), un padre camionista, … . E tra tutti c’è anche un fratello “speciale”, affetto da autismo, un bambino da amare, da rispettare e da non dimenticare.

Il compromesso che Caterina e Riccardo, scoperta la vera natura l’uno dell’altro, trovano per contribuire al mercatino di Natale, fallisce, ma permette loro di uscire allo scoperto e di poter essere, finalmente, ciò che sono. La vita di tutti è fatta di scelte e ognuno deve sentirsi libero di scegliere fuori dal condizionamento degli schemi culturali predefiniti e prevedibili.

Questo libro racconta una storia positiva in cui i modelli non sono sbilanciati: la parità tra i generi è messa in evidenza con chiarezza e ironia, senza critica, nel rispetto delle qualità e aspirazioni di tutti, grandi e bambini, maschi e femmine.

domenica 17 luglio 2022

RESPIRO


Antonio Ferrara

Respiro

Einaudi Ragazzi, 2022. 64 p.

E+11 anni

Al centro di questo intenso romanzo breve ci sono la passione, l’amore, la poesia, il rapporto tra le generazioni, il valore delle parole per esprimere le proprie emozioni. E’ praticamente un condensato (non in senso negativo) di tutti i “grandi” temi della letteratura. I protagonisti principali sono Giulio, suo nonno e Agata. Ma ci sono anche Silvia e i genitori di Giulio, con un ruolo fondamentale, seppur meno presenti sulle pagine.

La parola “respiro”, che fa da titolo, entra a piè sospinto in tutta la vicenda. Giulio è asmatico e appena si stanca per un po’ di fatica gli viene a mancare il fiato. Il suo respiro si fa affannoso anche quando vive forti emozioni. In entrambi i casi torna a respirare normalmente solo quando si ferma, usa se necessario la bomboletta e si tranquillizza. “Respiro, però, è anche la poesia, quell’insieme di parole accostate in modo particolare che fa scorrere gli occhi, apre il cuore e porta altrove. E poesia” è l’altra parola chiave in questo libro. E’, infatti, una piccola poesia scritta su un foglietto caduto ad Agata, un’anziana signora che Giulio incontra al supermercato, a innescare l’intera storia. Agata e Giulio amano la poesia, la leggono e la scrivono, cosa non usuale, soprattutto, da parte dell’undicenne.

Alla parola “poesia” sembra fare da contraltare la parola “proverbio”. Il nonno di Giulio ha un proverbio per ogni situazione. Con un proverbio commenta ogni cosa che succede o che viene detta, con un proverbio chiude i discorsi quando non vuole più parlare. Giulio si diverte con questi proverbi, ma capisce anche che con i proverbi si può dire tutto e il contrario di tutto. Anche con la poesia si può dire tutto, ma è un modo diverso molto più intimo e personale per esprimersi, per parlare, per dire e non dire, per far capire. Nei proverbi le parole giocano allegramente sul loro significato più basilare, nella poesia le parole si fanno intense e amplificano il loro potenziale comunicativo.

Poi ci sono “Silvia” e “amore”, altre due parole importanti in questo romanzo e di cui si scrive poco, ma occupano, non viste, la parte centrale della storia, sono il motore di ciò che si narra in ogni pagina. Giulio è innamorato di Silvia, una sua compagna di scuola che, però, non lo vede nemmeno. Giulio affida alla poesia ciò che sente per lei, e alla poesia affida anche il compito di comunicarglielo. Non è facile, non è immediato, ma alla fine sarà potente.

Anche il nonno è (di nuovo) innamorato, ma, pur nella sincerità e profondità del suo sentimento, il suo atteggiamento di fronte a questo sentimento è diverso da quello di Giulio, ovviamente per età ed esperienza. Rispetto a ciò che sente e manifesta Giulio, l’amore che prova il nonno e il modo in cui lo vive sembra specchio di quell’uso dei proverbi che si oppone al leggere e scrivere poesia.

Il ritmo del cuore, il ritmo della poesia, il ritmo del respiro scandiscono il ritmo di ogni pagina dando vita ad un libro che si legge con il fiato sospeso, per vedere come va a finire. Un libro, che poi, però, chiama ad una rilettura con più calma e attenzione per cogliere tutte le sfumature di emozioni, di relazioni, di significati delle parole che ogni riga contiene.

Tutto ciò e molto altro in un “contenitore” fisico all’altezza del suo contenuto, dalla meravigliosa copertina di Alessandro Sanna, alla scelta del formato tascabile con copertina rigida. Un libro prezioso.

Leggendo queste pagine non ho potuto non pensare ad altri tre grandi romanzi per ragazzi sul tema della poesia e della scrittura e a una raccolta di poesie:

Bernard Friot, Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita. Lapis 

Anet Huizing, Come ho scritto un libro per caso. La Nuova Frontiera 

Beverly Cleary, Caro Mr. Henshaw. Il Barbagianni 

Chiara Carminati, Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans. Bompiani 

Concludo con le parole di Erri De Luca che, oltre ad essere un intenso manifesto del “parlare d’amore”, sono anche essenza di ciò che è la scrittura, soprattutto la scrittura di emozioni, sia in prosa sia in poesia.

Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo.

Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta nell’evitare.

Distràiti dal vocabolario solenne, già abbuffato,

punta al bordo, costeggia,

il lanciatore di coltelli tocca da lontano,

l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo."

Nota: Ho trovato questa poesia di Erri de Luca per caso in rete. La si legge in numerosi siti diversi, in nessuno, almeno nei tanti che ho visitato io, c’è indicata la raccolta in cui è stata pubblicata. Cercherò ancora e quando (e se) la troverò, sarà mia doverosa cura scriverlo qui.