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venerdì 1 dicembre 2023

Strumenti del mestiere: Leggere “IO E PEPPER” alla luce di ALFABETO ALEMAGNA.


Hamelin (cur.)

Alfabeto Alemagna

Topipittori, 2023.


Beatrice Alemagna

Io e Pepper

Topipittori, 203. 48 p.

Età +7

 

Nella rubrica “Letto per voi” sul settimanale Vita Trentina ho presentato e commentato brevemente “Io e Pepper” di Beatrice Alemagna. Questo è il link.

Qui desidero tornare qui su alcuni aspetti di quel libro alla luce di “Alfabeto Alemagna”, interessante pubblicazione che Hamelin ha curato e Topipittori ha pubblicato per condividere l’esperienza che è stata la creazione della mostra “Le cose preziose. L’ostinata ricerca di Beatrice Alemagna”, realizzata in occasione di Bologna Children’s Book Fair e Boom! Crescere con i libri 2023. Una sorta di dizionario che offre in maniera alternativa una lettura dell’intera poetica di questa autrice e illustratrice, tenendo traccia dei fili visibili e invisibili che legano i suoi lavori.

In “Io e Pepper” si riconoscono chiaramente gli elementi narrativi e artistici corrispondenti ai seguenti lemmi di questo alfabeto tanto fantastico quanto reale.

ABBRACCIO. Iniziamo con un una parola che prende potenza nel finale di “Io e Pepper”. Qui non si tratta di un abbraccio tra persone, ma dell’abbraccio tra l’Io protagonista e la sua nuova amica cagnolina. Nella poetica di Beatrice Alemanga, come scrive Emilio Varrà, a proposito di questo lemma, l’abbraccio incarna la fisicità in un “contatto fisico, nel desiderio di far aderire il più possibile il corpo a quello dell’altro, di sentire la pressione e il calore dell’altro. Una sorta di tuffo o di stato immersivo, perché quella dell’abbraccio, più che un’azione, sembra una condizione: il ritorno a un pura fusionalità, a uno stato originario. (…) Più ancora che di un ritorno a casa dopo l’avventura, è il segnale del primo riconoscimento di una casa, dell’aver trovato il proprio posto” (p. 9). E qui l’Io bambina trova la sua nuova dimensione con la sua nuova amica cagnolina, Perlina. E’ un abbraccio che segna il punto di chiusura della storia di Io con Pepper e l’inizio di chissà quali nuove avventure.

ANIMALI. - “(…) gli animali popolano le tavole e le storie di Beatrice Alemagna fin dagli esordi, rappresentando un fil rouge persistente e profondo nella sua poetica. Ora sono protagonisti indiscussi del racconto, ora personaggi secondari che rappresentano tuttavia interlocutori fondamentali dei protagonisti, trampolini di lancio per improvvise prese di coscienza e vettori del cambiamento” (p. 15). L’arrivo della cagnolina Perlina segna per l’Io narrante il coronamento di un sogno e, allo stesso tempo, l’inizio di una nuova fase della sua giovane vita. Non per nulla il colore fluo della cagnolina è esattamente uguale a quello della crosta Pepper e dei capelli della bambina. Tre punti di un triangolo che trova completamento. Dal momento in cui la bambina era piccola e piangeva per essersi fatta male, alla bambina che si sente grande, o, almeno diversa da prima, perché adesso, finalmente, ha un cagnolino tutto suo.

DISGUSTO – “C’è tantissimo disgusto nei miei libri , sai che me ne sono accorta da poco? C’è sempre una persona disgustata ” (p. 61), scrive Beatrice Alemagna e così in “Io e Pepper”: “La crosta mi è venuta, ma non era mica bella. Sembrava cuocere lentamente sul mio ginocchio. Come un hamburger: ma non di quelli da mangiare”… . Ogni commento è superfluo.


ESTERNI/INTERNI
– “La dialettica tra spazi interni ed esterni è un elemento chiave nella poetica di Beatrice Alemagna” (p. 63), scrive Martino Negri (…) “Nei suoi albi gli spazi – siano essi interieurs domestici o esterni – non sono mai fondali, ma qualcosa di intimamente necessario alla logica del racconto, meditato a lungo e costruito con attenzione, veri e propri personaggi – potremmo dire – co-protagonisti del racconto”. (p. 64). Anche in “Io e Pepper” dentro e fuori, interno ed esterno hanno un ruolo fondamentale nella narrazione. Come di solito accade, anche qui il fuori è il luogo dell’avventura, dello sconosciuto, della scoperta e il dentro è il luogo della calma, della cura, del conosciuto che dà sicurezza (ma anche noia, talvolta). L’Io bambina si fa male fuori casa e dentro casa viene consolata e curata dal papà. Fuori, in città con la mamma, chiede quanto ci vorrà prima che la crosta si stacchi, ma è dentro, in casa, che la mamma mette la crema per velocizzare la guarigione. Fuori, al parco, la bambina litiga con la la crosta che non vuole cadere, dentro, a casa della nonna, aspetta di guarire …. Tutto il libro è una continua dialettica tra dentro e fuori, spazi che non sono in opposizione, ma si compenetrano dando completezza alla narrazione.

INFANZIA – In “Io e Pepper” troviamo un perfetto esempio di quella che Giordana Piccinini elenca come terza diramazione in cui si declina il termine infanzia nell’opera di Beatrice Alemagna, e cioè “l’infanzia che si incarna in personaggio e che traduce in azione quella che per una certa parte della produzione di Alemagna riusciva a porsi solo come domanda” (p. 87) La domanda è il titolo del suo famoso “Che cos’è un bambino?”. Di questa forma di infanzia è testimonianza Io e Pepper”, in cui, come in altre recenti pubblicazioni, la narrazione è in prima e non in terza persona, per cui la focalizzazione narrativa non è esterna, ma interna e così il punto di vista. In queste storie sono le e i protagonisti a prendere il timone e a governare i testi come le azioni, a fondere in un’unica soluzione il corpo e la voce, le parole e le figure” (p. 88).

POSTURE – In “Alfabeto Alemagna” il commento a questo lemma da pagina 114 a pagina -117 è completamente delegato a quattro tavole di schizzi tratti dallo Sketchbook 2019 e dallo Sketchbook 2016 dell’autrice. Le pagine in cui l’Io narratore di “Io e Pepper” osserva le croste degli altri bambini, paragonandole alla sua, “So bene che tutti i bambini hanno delle croste, anche molto strane, e brutte, ma la mia era la peggiore di tutti”, rimandano direttamente a questo tipo di analisi e realizzazione grafica. Allo stesso tempo tutte le posizioni che la bambina assume nel corso della narrazione, se messe insieme, rappresenterebbero il risultato finale di altri schizzi di prova. Certo è che l’abilità di Beatrice Alemagna di rappresentare i bambini e le posizioni tipiche che assumono è veramente profonda. Al vederle, i bambini ci si riconoscono, gli adulti le riconoscono, ricordano e sorridono.

TEXTURESNel libro stampato la materialità delle tecniche utilizzate – il suo spessore, la lucentezza, la grana – scompare dietro il processo di riproduzione che livella tutti i volumi o le irregolarità sullo stesso piano. Il libro offre una superficie piana, liscia, che appiattisce tutta la ricchezza plastica contenuta nella materia utilizzata dagli illustratori. Fra loro alcuni ritengonoche il vero originale sia il libro stampato e utilizzano le tecniche per avvicinarsi il più possibile a questo dato. Altri, al contrario, cercano, nonostante tutto, di trasmettere qualcosa della materialità del loro medium, forzando lo schermo piatto della pagina. Beatrice Alemagna è una di queste.” (p. 151). Così scrive Sophie Van der Linden nella descrizione di questo lemma e questo è ciò che chiaramente si osserva nei libri di Beatrice Alemagna, anche nella loro evoluzione. Anche in “Io e Pepper” si percepisce la texture materica delle sue immagini in cui pastelli e matita mantengono le caratteristiche del loro tratto: le illustrazioni risultano quindi ruvide, dal tratto irregolare, un po’ spezzettato. Aprendo le pagine l’impulso è quello di passare con le dita sulle figure, toccarle per coglierne direttamente col tatto la corposità, lo spessore, la consistenza. Se si guarda, per esempio, la doppia pagina che ritrae la nonna, l’idea chiaramente è quella di un golfino morbido, del fieno ruvido, del tetto freddo di lamiera. Tutto ha il suo peso, la sua definizione.

Leggendo e osservando i libri di Beatrice Alemagna in ordine di creazione e pubblicazione, si percepisce chiaramente l’evoluzione del suo stile, della sua poetica, della sua narrazione e si coglie il filo che li accomuna. Rimane ferma, però, in tutti, l’idea che il mondo bambino è un mondo a sé e così deve rimanere e in quanto tale deve essere rispettato. Di fronte a questo l’indubbio valore artistico dei suoi linguaggi e tutto ciò che se ne può dire, passa in secondo piano ed emerge la profonda sensibilità che l’autrice ha nel raccontare l’infanzia in tutte le sue sfaccettature.

e.v. 01.12.2023

Hamelin (cur.)

Alfabeto Alemagna

Topipittori, 2023.

 

Beatrice Alemagna

Io e Pepper

Topipittori, 203. 48 p.

Età +7

giovedì 1 dicembre 2022

LEGGERE CON RISPETTO: OLTRE GLI STEREOTIPI DI GENERE NELLE LETTURE PER LA SCUOLA PRIMARIA

LEGGERE CON RISPETTO

Nel corso del mese di  novembre 2022,  all'interno del progetto "PARI O DISPARI?", proposto da Il Teatro delle Quisquilie di Trento con la collaborazione delle Biblioteche comunali di Fiemme e di Fassa e con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, Ufficio Pari Opportunità e Contrasto alla Violenza sulle Donne, ho proposto a insegnanti e genitori "LEGGERE CON RISPETTO", un percorso in due puntante nell’immaginario raccontato dai libri per bambine e bambini alla ricerca di storie oltre gli stereotipi.

Durante gli incontri ho presentato libri e condiviso riflessioni e spunti pratici di attività per promuovere nella scuola primaria un approccio alla lettura che aiuti a riconoscere e a decostruire stereotipi e pregiudizi di genere di fronte alle emozioni, ai ruoli in famiglia, nel gioco e nelle professioni.

Il progetto mirava a offrire spunti di pensiero ed azione per contrastare le discriminazioni e promuovere l’uguaglianza tra i generi in ambito sociale, culturale, lavorativo e familiare, in considerazione del fatto che gli stereotipi di genere orientano e influenzano le scelte e i comportamenti delle bambine e dei bambini fin dai primi anni di vita. L’iniziativa ha visto le biblioteche farsi da tramite per offrire a diverse classi delle scuole primarie dei quattro istituti comprensivi delle due valli appuntamenti di letture teatralizzate con modelli di situazioni e personaggi alternativi, non stereotipati, personaggi, maschi e femmine, liberi, forti e consapevoli delle proprie potenzialità. Le letture sono state curate dalle attrici Laura Mirone e Veronica Risatti e a corollario di queste letture per i bambini, si è proposta l’occasione di approfondimento per gli adulti. 

La riflessione è partita dal concetto che il meccanismo degli stereotipi si autoalimenta nelle narrazioni e le narrazioni rivolte ai bambini e ai ragazzini possono incidere molto sulle visioni che loro elaborano e consolidano. Storie, libri, ma anche cartoni animati e pubblicità, formano l’immaginario infantile portando al suo interno anche una visione più o meno rigida delle caratteristiche legate al genere. E’, quindi, sempre molto importante scegliere bene ciò che si propone ai bambini per la lettura sia dal punto di vista del contenuto, sia della qualità di lingua e illustrazioni anche per soddisfare il diritto che i giovani lettori hanno alle buone storie e per evitare strumentalizzazioni.

Le letture che si offrono dovrebbero essere storie di valore universale, ispirate e scritte per rappresentare la complessità della realtà umana (compreso il rapporto tra i generi e il rispetto delle loro diversità e dei loro rispettivi diritti), senza ideologie preconcette e ragionamenti preconfezionati, scelte non cercando libri a tema, ma trovando i temi nei libri. 

Per scegliere bene le letture, però, bisogna conoscere tanti testi, tanti libri diversi portatori di molte e varie posizioni: solo così è possibile avvicinarsi e avvicinare i giovani lettori a tipologie multiple di storie con modelli e punti di vista alternativi. La lettura diventa in questo modo non solo strumento per indagare se stessi, gli altri e il mondo, ma anche strumento di libertà. Le storie spiegano e semplificano, rendono empatici, allenano le abilità emotive, migliorano le relazioni e aumentano le prospettive, permettendo di uscire dal proprio orizzonte e vedere cose, persone e situazioni da angolazioni nuove.

Un'esperienza intensa, ricca di titoli e di spunti per continuare la riflessione.

giovedì 22 luglio 2021

Strumenti del mestiere - TOUT SUR LA LITTÉRATURE JEUNESSE. DE LA PETITE ENFANCE AUX JEUNES ADULTES

Sophie Van der Linden

Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes.

Gallimard Jeunesse, 2021. 187 p.

La letteratura per ragazzi in un libro agile, ricco di informazioni e facile da utilizzare. Si può definire in questo modo “Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes” di Sophie Van der Linden, giornalista francese, scrittrice e critica letteraria, esperta appassionata di albi illustrati e di letteratura per l’infanzia. Questo suo lavoro nasce un po’ come aggiornamento e completamento del suo primo libro di questo tipo “Je cherche un livre pour un enfant: le guide des livres pour enfants de la naissance à 7 ans” (Gallimard Jeunesse, 2011). Le motivazioni che l’hanno portata a pubblicare questo lavoro si leggono sul suo blog: negli ultimi anni sono continuate a crescere le esigenze, di punti di riferimento, di consulenza, di formazione in questo copioso settore editoriale. L'ambizione mostrata dal titolo (da prendere ovviamente come uno slogan), è quella di trattare l'intero settore e le questioni ad esso collegate, in un unico volume, il più sintetico e pratico possibile. È pensato per soddisfare le aspettative di genitori, nonni, appassionati ma anche studenti, professionisti del libro e della lettura, volontari delle associazioni... È pensato soprattutto per permettere ai bambini, accompagnati da questi promotori, di entrare, davvero, nella letteratura ...”.

Si tratta di un libro utile come base di partenza per numerosi approfondimenti in
questo campo, visto che ne nomina tutti gli 
aspetti e i soggetti interessati ovviamente
riferiti al contesto francese, alcuni dei quali, però, 
con valore universale.
Il libro è diviso in otto capitoli preceduti da un’introduzione: 1. Storia del libro per

l’infanzia. Punti principali.; 2. Caratteristiche distintive della letteratura per l’infanzia; 3. Consigli per la lettura ai bambini e ai ragazzi; 4. Libri di ogni tipo; 5. I grandi generi; 6. Biblioteche ideali; 7. La letteratura per l’infanzia in discussione; 8. Appunti pratici. Al momento “Tout sur la litterature jeunesse, de la petite enfance aux jeunes adultes” è disponibile solo in francese, chissà che non ne possa essere proposta da qualche editore una traduzione italiana con adattamento alla nostra realtà. Potrebbe essere un nuovo utile libro divulgativo sul filone de “Il dizionario della letteratura per ragazzi: gli autori, gli illustratori, le trame, i personaggi, gli studiosi, le associazioni” di Teresa Buongiorno, edito da Fabbri nel 2001 e de “Il Dizionario della fiaba” edito da Lapis nel 2014,sempre di Teresa Buongiorno.


lunedì 1 febbraio 2021

Strumenti del mestiere: LEGGERE. UN GIOCO DA RAGAZZI

Cosa significa promuovere la lettura? Ce ne elencano gli aspetti principali due autori per ragazzi, Anna Vivarelli e Guido Quarzo, in una sorta di piccolo vademecum: “Leggere. Un gioco da ragazzi” (Salani, 2016). E’ “un manifesto dell’amore per la lettura” che si legge in poco più di due ore, ma che si impiega una vita per applicarlo. Anzi, sarebbe bene impiegare una vita per applicarlo, usando quotidianamente gli spunti che propone nel lavoro con i bambini e i ragazzi.

Siamo tutti perfettamente consci che non esistono ricette e, tanto meno, ricette infallibili, per creare lettori. I fattori che possono portare a questo risultati in breve o lungo tempo, sono molteplici, non tutti concorrono contemporaneamente e non sempre ci sono le condizioni per poterli applicare tutti. Avere tanti spunti e tante idee, però, aiuta a programmare l’intervento specifico, o, come a volte con i bambini e i ragazzi può succedere, a improvvisare, cogliendo quelle occasioni che si creano di tanto in tanto nella vita scolastica o familiare.
Questo volume è agile e diretto e vale la pena leggerlo, anche come ripasso, quando ci si accinge a lavorare con i libri, con le storie, con i bambini e con i ragazzi.

Riassumo qui, schematicamente i concetti principali che Anna Vivarelli e Guid Quarzo delineano:

- la lettura è un piacere e spesso si diffonde per contagio. Come, purtroppo di questi tempi ben sappiamo, il contagio si crea quando ci sono molte occasioni di contatto e si incontrano molti soggetti: ecco quindi che una delle condizioni per formare lettori è che i bambini/ragazzi abbiano molti libri a portata di mano e ne vedano tanti in molti luoghi e momenti della loro vita (va da sé che è fondamentale che vedano anche gli altri, gli adulti, leggere)

- la scuola è (con la famiglia) uno dei luoghi dove avviene maggiormente il contatto con i libri. Purtroppo questo incontro non è sempre positivo e fortunato: la lettura di narrativa (per piacere) dovrebbe essere sempre distinta dalla lettura di testi scolastici e manuali (per studio, per fare educazione linguistica)

- tutti i bambini amano le storie e le storie hanno un potere enorme sui bambini. E’ fondamentale lasciare che i bambini sentano/leggano molte storie e che le storie si “facciano strada” dentro i bambini, creando in loro una sorta di dipendenza e quindi il desiderio di averne sempre di più (lette in autonomia o ascoltate)

- più si legge più ci si crea gusto per i libri: quindi molti libri devono essere a disposizione dei bambini/ragazzi e molti libri di tipo diverso: in questo modo i lettori imparano a scegliere, prima di tutto ciò che piace a loro, e poi a distinguere le buone dalle cattive storie, i libri di qualità (ne ho scritto su "Il Pepeverde"  Edizioni Conoscenza - nr. 5/gen-mar. 2020, p. 8-10)

- le storie non sono fatte per “affrontare temi” o per insegnare qualcosa, né per inviare messaggi.

- è importante considerare la contemporaneità dei libri e delle storie che si suggeriscono ai ragazzi. I classici, le fiabe, i romanzi della letteratura per adulti che sono diventati “per ragazzi”, gli adattamenti e le riduzioni dei grandi classici, sono tutti materiali di letteratura che vanno affrontati in maniera adeguata, valutando bene se, come e quando farli leggere

- le librerie e le biblioteche hanno un ruolo fondamentale per la promozione della lettura, sia per i ragazzi, sia per gli adulti che lavorano con loro

- chi promuove lettura dovrebbe conoscere bene sia i libri sia i ragazzi con cui lavora, è quindi fondamentale leggere e fare esperienza

- il punto di partenza e il punto di arrivo è che la lettura è un piacere piacere. Si devono fare, quindi, delle serie e attente riflessioni su: schede di lettura, riassunti, presentazioni, lezioni frontali, esercizi di comprensione e di produzione, discussioni in classe, lavori di gruppo.

Se il promotore della lettura ha ben chiare tutto quanto qui sopra riassunto, lo fa suo e lo applica, è probabile, ma non scontato, che grazie al suo lavoro nascerà qualche lettore.

 

Guido Quarzo, Anna Vivarelli
Leggere. Un gioco da ragazzi.
Salani, 2016.

martedì 5 gennaio 2021

Strumenti del mestiere: QUANDO I GRANDI LEGGONO AI BAMBINI

Un libro prezioso per chi si occupa di lettura ai bambini piccoli. Una ricca fonte di informazioni e di suggerimenti per la lettura ad alta voce. Una raccolta di materiali di lavoro che copre i più di 20 anni di attività del progetto"Nati per leggere" che impegna medici pediatri, bibliotecari e molti volontari per la promozione della lettura in famiglia ai bambini fin da piccolissimi.

Quando i grandi leggono ai bambini di Angela Dal Gobbo (Donzelli, 2019) è stato pubblicato nell’ambito delle iniziative per i 20 anni di questo importante progetto e raccoglie i venti libri che l’Osservatorio editoriale Nati per Leggere ha scelto tra le varie pubblicazioni in questi anni. Libri che sono ormai “patrimonio” assodato di chi si dedica alla promozione del benessere di grandi e bambini attraverso la lettura. Accanto a questi libri, il volume, presenta circa 200 altri libri, soprattutto in italiano, che Angela Dal Gobbo ha selezionato con la competenza e la cura che la caratterizzano. Tantissimi libri valutati, scelti, letti e proposti in questi anni a grandi e bambini con diverse competenze e diverse sensibilità.

Il saggio è organizzato un po’ come una tabella a doppia entrata in cui da una parte si può entrare seguendo le caratteristiche dei bambini piccoli in base alla loro età e quindi alle loro capacità e competenze, dall’altra, invece, partendo dalle caratteristiche dei libri che si possono leggere con loro.

Ogni capitolo della prima parte affronta un momento dello sviluppo del bambino mettendone in evidenza le abilità, dando suggerimenti su come scegliere i libri da proporre e poi indicando i titoli di letture adatte al periodo. Ogni libro è descritto non solo nei contenuti, ma anche negli aspetti che lo rendono “di qualità” e indicato per i bambini in quella fascia d’età.

La seconda parte del volume è dedicata all’albo illustrato in sé al suo mondo, ai suoi elementi costitutivi, alla sua narratologia, alla sua ricerca grafica.

Un capitolo finale è poi dedicato alle fiabe classiche e moderne. Anche questo, come i precedenti, con i titoli da scegliere per la lettura.

Impreziosiscono questo libro una quarantina di pagine finali con quelli che sono presentati come “Piccola galleria di ritratti”. Si tratta di schede bio-bibliografiche dedicate a tutti gli autori e illustratori dei libri citati. Un dovuto omaggio a chi, spesso, viene relegato in secondo piano rispetto al libro che ha creato.

Questo è un libro che ogni persona che si impegna per la lettura ai piccolissimi dovrebbe avere sulla scrivania e consultarlo spesso. Concetti fondamentali che si leggono in queste pagine sono legati al piacere della lettura, per tutti, il piacere di chi ascolta, ma anche di chi legge ad alta voce. Il piacere anche di avere in mano testi e illustrazioni di qualità che attirano, affinano il gusto, coinvolgono tanto l’intelletto quanto i sensi. Ci si sofferma anche sull’importanza dell’attenzione a ciò che interessa i bambini e del rispetto per ciò più gli piace guardare ed ascoltare.

Centrale è, ovviamente, il “cosa succede” quando i grandi leggono ai bambini: ed è tanto ciò che succede, più di quanto si possa immaginare.

Nelle pagine introduttive Angela Dal Gobbo spiega come è strutturato il suo lavoro e afferma di non aver avuto assolutamente pretesa di esaustività. Cosa del resto impossibile nel vasto e variegato mondo editoriale per i bambini in questi anni. Piuttosto la sua idea era quella di offrire una “bussola” per orientarsi in questo mondo, per appropriarsi di tecniche di valutazione, di occhio per i dettagli, di criteri precisi in base ai quali fare le proprie scelte.

Dal punto di vista teorico c’è sicuramente riuscita. Perchè il suo lavoro abbia ricaduta anche pratica è, però, fondamentale che chi prende in mano questo libro si premuri anche di recuperare, leggere, guardare, rileggere, osservare e leggere ancora tutti i libri che sono citati. E’ solo con la pratica, quella vera, quella sul campo con i libri in mano e i bambini davanti o in braccio, che si impara a scegliere bene, a costruirsi un ricco bagaglio cui attingere.


mercoledì 2 dicembre 2020

Strumenti del mestiere: DENTRO E FUORI LE PAGINE ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA

 

Dentro e fuori le pagine alla scuola dell'infanzia. - Francesca Tamberlani - Carla Colussi, Bacchilega Junior, 2019. -  128 p. (Strade maestre)

Sottotitolo molto descrittivo di questo "manuale" è "albi illustrati, giochi e attività ispirate ai libri da realizzare in classe". Si tratta di un lavoro base nel quale alle prime pagine dedicate ai concetti fondamentali riguardo l'importanza della lettura ad alta voce e l'uso di picturebooks di qualità con i bambini nell'ambito della scuola dell'infanzia, seguono alcuni percorsi didattici con la descrizione di idee molto pratiche e facilmente applicabili per lavorare con gli albi illustrati. Come si legge sulla quarta di copertina, si tratta di una guida "agile" che ha l'obiettivo di incoraggiare e sostenere la pratica della lettura ad alta voce quotidiana e un uso consapevole e critico degli albi illustrati nei contesti educativi. Un testo dall'improrta operativa che permette di imparare a muoversi con sicurezza nel territorio affascinante dei picturebooks, riconoscendone linguaggi e specificità, e a sperimentare con bambni e abmini attività semplici, divertenti e creative, per continuare a vivere le storie secondo modalità coinvolgenti e accessibili.

Questi i siti delle due autriciMilkbook e Storie Girandole

domenica 26 aprile 2020

PAGINE SILENTI

Gli albi illustrati senza parole: un'avventura meravigliosa
proposta di formazione per insegnanti, educatori, genitori ed adulti curiosi


Gli albi illustrati senza parole (wordless picture books) più comunemente conosciuti come “silent books” sono un particolare tipo di pubblicazione la cui particolarità sta nel fatto che si basano su una storia con una precisa evoluzione, ma non ci sono le parole per raccontarla. La narrazione è completamente affidata alle immagini. Un po’ come un film, questi libri sono basati su una sceneggiatura attentamente studiata che, pur permettendo libertà di interpretazione, in realtà non lascia nulla al caso e conduce esattamente verso un finale logico e strutturato. Se pur di diverso livello, alcune facili, altre meno, quelle dei libri senza parole non sono narrazioni semplicistiche, anzi, spesso ruotano intorno ad una brillante e solida idea originaria e si sviluppano nella sua progressiva epifania.

I silent book sono ideali per coinvolgere la sfera cognitiva (l’intelletto, il pensiero, la memoria), quella linguistica e quella affettiva. Permettono ai bambini e agli adulti che li accompagnano di osservare le illustrazioni, prestare attenzione ai dettagli, anche a quelli più piccoli. Un libro senza parole non ha un solo modo di essere letto, ma ogni lettore crea il suo e impara a raccontare ciò che vede. Questi libri possono costituire una particolare forma di educazione all’immagine, combinando osservazione e narrazione. La lettura dei libri senza parole, se fatta in piccoli gruppi, favorisce il confronto, il dialogo e la condivisione. Spunto per innumerevoli attività, questi albi sono interessanti in ogni ambito educativo.
Il percorso prevede la presentazione di albi illustrati senza parole e la loro analisi con spunti di lavoro per la loro utilizzazione.
La fascia d'età per la scelta dei libri è concordata con i soggetti interessati.

Visita la pagina  Formazione per vedere le altre proposte

venerdì 17 aprile 2020

Strumenti del mestiere: LETTORE, VIENI A CASA. IL CERVELLO CHE LEGGE IN UN MONDO DIGITALE

Lettore, vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale. - Maryanne Wolf, Vita e pensiero, 2018 – 221 p.

Una riflessione sui cambiamenti indotti nella lettura dall’immersione nel mondo digitale da parte di Maryanne Wolf, che dell’analisi dei meccanismi della lettura ha fatto l’oggetto della sua attività di neuroscienziata e la passione della sua vita. Sotto forma di lettere, si rivolge al ‘Lettore’ come a un amico, cercando la semplicità nelle spiegazioni scientifiche, la vicinanza del racconto personale, il calore dell’invito a riprendere il proprio posto nella casa confortevole e insieme avventurosa della lettura, dove ritrovare se stessi e gli altri. La sua analisi mostra, grazie ai progressi delle neuroscienze, il modo in cui quel capolavoro di adattabilità che è il cervello risponde agli stimoli del mondo digitale: alterando le connessioni neuronali che aveva magistralmente costruito per la lettura su carta, profonda e intensa, e sviluppandone altre più adatte a fronteggiare la continua ed esuberante offerta di contenuti da parte degli strumenti digitali. Si guadagna di certo quanto ad aumento dell’informazione ma si possono perdere qualità umane fondamentali come il pensiero critico, l’immaginazione creativa, l’introspezione, l’empatia, cioè la capacità di assumere la prospettiva e le emozioni degli altri. Tutte qualità stimolate proprio dall’apprendimento della lettura profonda e che, se ci pensiamo, hanno un impatto civile e politico fortissimo. Si tratta allora non di guardare con nostalgia al passato, ma di creare le condizioni per una nuova mente – quella dei nostri figli e dei figli dei nostri figli, il cui cervello impara a leggere proprio in quest’ambiente profondamente mutato – capace di integrare la preziosa eredità della cultura analogica con l’innovazione digitale.

giovedì 20 febbraio 2020

EMOZIONI DI LIBRO

La lettura come palestra dove “allenare” le emozioni
proposta di formazione per insegnanti, educatori, genitori e adulti curiosi.

Leggere e ascoltare qualcuno che legge, soprattutto storie (narrativa o albi illustrati) e poesia, è fare educazione emotiva. Leggere narrativa rende empatici, insegna a riconoscere e vivere le emozioni, fa entrare “nelle scarpe degli altri”. Leggendo si fanno esperienze, si impara a conoscere e a capire se stessi e gli altri. Le storie, inoltre, aiutano a trovare parole e modi per esprimere le emozioni, per raccontare gli stati d’animo, per entrare in sintonia con gli altri. Leggere fa bene, rilassa, amplia il linguaggio, rafforza il pensiero.

Alla luce di alcuni esempi di letteratura per l’infanzia il percorso si sviluppa affrontando tematiche quali
- il cervello e il cuore di chi legge
- l’importanza della lettura per lo sviluppo e il benessere emotivo di bambini e ragazzi
- il “potere delle storie” che insegnano a pensare, a riconoscere e a provare emozioni
- buone e cattive storie
- la promozione alla lettura come educazione alle emozioni: costruzione di un percorso di lettura

La proposta è rivolta a insegnanti, educatori, genitori e a tutti gli adulti interessati e può essere modulata secondo le esigenze del target di pubblico cui la si vuole proporre.


Visita la pagina  Formazione per gli altri percorsi






lunedì 27 gennaio 2020

UN PONTE DI LIBRI

Un ponte di libri

Jella Lepman
Sinnos, 2018 – 204 p.

La Giornata della Memoria ci offre l’occasione per ricordare la storia di Jella Lepman, giornalista tedesca di origine ebrea, fondatrice della Biblioteca Internazionale di Letteratura per l’infanzia di Monaco (Internationale Jugedbibliothek).
Jella Lepman racconta la sua esperienza nel libro Un ponte di libri, pubblicato in nuova traduzione nel 2018 da Sinnos.
Jella apparteneva a una famiglia ebrea liberale costretta nel 1936, per sfuggire alle persecuzioni naziste a emigrare da Stoccarda in Gran Bretagna, dove lavorò come giornalista. Alla fine della guerra, Jella venne invitata a tornare in Germania dalla Forza d’occupazione Americana, in qualità di Specialist Adviser for Women’s and Youth Affairs. Non del tutto convinta, accettò l’incarico e si mise al lavoro. Presto si rese conto che il compito più urgente era quello di dare a donne e a bambini non solo pane e vestiti, ma anche “cibo per la mente”. Bisognava ridare speranza ai bambini e mostrare loro che esistevano altre realtà diverse da quella disperatamente triste in cui stavano vivendo: realtà di pace, di gioco, di amicizia. Superato ogni dubbio, iniziò la sua opera con grande entusiasmo e impegno, affrontando le più disparate difficoltà con ottimismo, caparbietà e anche un po’ di faccia tosta. Grazie al sostegno dei vertici militari americani, che non sapevano dirle di no, di molti intellettuali, librai e bibliotecari tedeschi, di vari editori, di Eleanor Roosvelt in persona e della Fondazione Rockefeller, Jella cominciò organizzando una mostra internazionale di libri per bambini e ragazzi chiedendo a 20 paesi in Europa e in America l’invio dei loro libri migliori per esporli in varie città tedesche tra detriti e macerie in spazi espositivi di fortuna, creati quasi sul momento.
E’ commovente leggere nel suo libro come i bambini, e non solo, desolatamente abbandonati al vuoto monocorde del totalitarismo, abbiano accolto con entusiasmo i libri in mostra, fermandosi ore a guardarli e a leggerli, affamati di belle illustrazioni, belle parole, belle storie, belle idee. Una piccola berlinese, visitata la mostra, esclamò; “Questa sì che è pace”. Un’affermazione spontanea che riassume il significato dell’intero lavoro della Lepman.
La sua convinzione era che si doveva ripartire dai bambini per mettere ordine nel mondo postbellico e che la lettura e la letteratura possono salvare la vita. Quattro anni dopo, nel 1949, finito il giro delle principali città tedesche per raggiungere il maggior numero di bambini, la mostra è diventata a Monaco il fondo base della prima grande biblioteca internazionale di libri per ragazzi.
Da allora la biblioteca continua la sua missione di diffusione della cultura del libro tra i più giovani come mezzo per aprire le menti, per trovare contatti con le altre culture, per stabilire ponti tra le nazioni. E, come allora, alla base del lavoro di questa biblioteca sta la raccolta dei migliori libri, dono ogni anno dei vari paesi perché vengano conservati, ma anche e soprattutto, letti e utilizzati, dai suoi piccoli e grandi utenti.

La storia di Jella Lepman, ricordata in occasione del 27 gennaio, Giorno della memoria, ha al giorno d’oggi un significato particolare, visto che viviamo in un tempo in cui la società rischia di chiudersi su se stessa per il crescente individualismo e la dilagante paura dell’altro. Muri e barriere continuano ad essere eretti tra persone, popoli e nazioni, dimenticando l’importanza delle relazioni. Di fronte alla drammaticità della cultura dell’odio, ma anche alla diffusa povertà educativa, è fondamentale offrire strumenti per aprire nuovi orizzonti, conoscere il diverso e non averne paura. E questo si può fare con i libri, con le storie: la lettura, infatti, permette di conoscere, di mettersi nei panni degli altri, aiuta a sviluppare l’empatia.
L’opera di Jella Lepman rivela come attraverso i libri si può contribuire ad avvicinare i popoli: leggere è viaggiare, è vedere, è confrontare, è capire. I libri sono veicolo di bellezza, di idee, di condivisione. I libri e lettura sono importanti per la crescita di un paese. Se tanto hanno potuto fare nella devastazione della guerra, tanto possono fare ancora nelle realtà difficili del nostro tempo e moltissimo possono fare per prevenire situazioni problematiche dove, per fortuna, non esistono.

I bambini non hanno colpa di questa guera, pertanto i Suoi libri saranno i primi messaggeri di pace! (…) Per superare le barriere linguistiche La preghiamo di inviarci soprattutto albi e libri illustrati. Ma anche la buona narrativa potrà essere fatta conoscere ai bambini in lavori di gruppo. Ci auguriamo che gli editori tedeschi possano acquisire i diritti di traduzione di molte di queste opere.” (Dalla lettera che Jella Lepman ha inviato nel 1945 a 20 paesi del mondo per richiedere i libri per la mostra riportata in Un ponte di libri, J. Lepman, Sinnos, 2018, p. 52-53)

Consigliato a insegnanti, bibliotecari, genitori, educatori e a tutte le persone che hanno a cuore i bambini, le storie, i libri.

lunedì 11 novembre 2019

Strumenti del mestiere: UNA FRESCURA AL CENTRO DEL PETTO

 Una frescura al centro del petto : l'albo illustrato nella crescita e nella vita interiore dei bambini - Silvia Vecchini. Topipittori, c2019. ‑ 267 p. (I topi saggi ; 2)

Gli albi illustrati sono strumenti privilegiati per comunicare con i bambini, che nei primi anni di vita interpretano e conoscono il mondo attraverso il pensiero magico e trovano nelle storie uno "spazio ospitale" in cui organizzare il proprio immaginario, in grado di accogliere domande e curiosità, di contenere visioni diverse, all'altezza della loro profonda ricerca di senso. Uno spazio ospitale anche per l'adulto, che permette di entrare in contatto con il pensiero infantile di fronte alle grandi domande. Un saggio ricco di riflessioni, bibliografie, immagini. 

Una frescura al centro del petto. Topipittori 


Una frescura al centro del petto. Milkbook 

lunedì 14 ottobre 2019

L'INTERNATIONALE JUGENDBIBLIOTHEK A MONACO


(Internationale Jugendbibliothek - 1)




Ne ho letto tante volte. Spesso ne ho visitato il sito internet. La storia della sua nascita è molto interessante. Sto parlando della Internationale Jugendibliothek (IJb), la biblioteca internazionale di letteratura giovanile, a Monaco. Lo scorso fine settimana l’ho potuta finalmente visitare e anche se avevo visto delle foto e letto diverse cose in internet è stata un’emozione.
La Ijb ha sede in un castello (come tutte le cose preziose) immerso in un parco, Schloss Blutenburg, con molto verde e un laghetto. C’è una corte interna, una cappella e un ristorante. La biblioteca per i bambini, aperta alle visite e all’utilizzo come tutte le altre biblioteche, occupa alcune sale a piano terra con le pubblicazioni più recenti per i piccolissimi fino ai ragazzi di 13 anni nelle diverse lingue del mondo. Al piano sopra la Kinderbibliothek ci sono due sale congresso e il museo dedicato a Michael Ende. Sull’altro lato del giardino c’è la sala studio con i testi, provenienti da diverse paesi, riguardanti la letteratura per ragazzi, la lettura, la promozione alla lettura e gli autori per ragazzi. La raccolta storica, oltre 640.000 volumi in 240 lingue prodotta negli ultimi 600 anni è conservata in un magazzino dislocato in un altro stabile. Tutti i libri sono, comunque, consultabili: è sufficiente cercali nel catalogo on-line e richiederli due settimane prima dell’arrivo a Monaco per poterli trovare a propria disposizione in sala. Disponibili per lo studio sono anche i suoi 30.000 volumi di letteratura grigia, i 130 periodici specializzati e tantissimi altri materiali informali, compresa una grande raccolta di poster.
Questa biblioteca, unica al mondo nel suo genere, è stata fondata da Jella Lepmann nel 1949 per dare a donne e a bambini “cibo per la mente” dopo le grandi privazioni del tempo di guerra. Il racconto della sua esperienza scritto da lei stessa, lettura che consiglio vivamente a chi si occupa di letteratura per l’infanzia, è stato ripubblicato lo scorso anno con una nuova traduzione da Sinnos “Un ponte di libri” (2018) 

I libri nel dopogerra: cibo per la mente
 
Il criterio principale della raccolta della IJb è la qualità letteraria e l’originalità delle opere così come il loro significato per lo sviluppo della letteratura per bambini e ragazzi nei vari paesi. I libri così selezionati arrivano alla IJb soprattutto come dono da parte dei vari editori nel mondo. Non tutti, ci dice l’operatore, ma quasi. Solo una piccola parte viene acquistata.
Sebbene la mia visita non fosse stata organizzata come momento di studio, nel senso che non ci sono andata con lo scopo di fare una particolare ricerca, le quasi tre ore che vi ho passato curiosando in giro e parlando con le operatrici sono state non solo un grande piacere, ma anche un momento di arricchimento. E’ stato come vedere in modo più concreto il mio studio di questi anni. Vedere che ai libri per bambini e ragazzi è dedicata tanta attenzione specialistica da parte di studiosi di tutto il mondo, mi ha fatto sentire parte di un tutto che va ben oltre gli stretti limiti della mia scrivania e di quanto ho potuto approfondire nel tempo.
Mi permetto solo una piccola nota alla biblioteca per bambini in sé: fisicamente, confrontata con altre biblioteche dedicate ai ragazzi o con le sezioni bambini-ragazzi di alcune altre biblioteche che ho potuto visitare sia in Italia che all’estero, le sale della Internationale Jugendbibliothek di Monaco non sono nulla di speciale. Fantastica, però, è l’idea che esse non siano che la punta dell’iceberg di materiali e potenzialità di approfondimento, di studio e di piacere che questa istituzione nasconde.
Il suo sito internet è: IJb
(Continua - 1)




giovedì 4 aprile 2019

Strumenti del mestiere: A SCUOLA CON GLI ALBI

 A scuola con gli albi. Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini. Antonella Capetti. Topipittori, 2018. 242 p. (I topi saggi; 1) €20,00


Lì dove le parole e le immagini concorrono a creare storie, ispirate alla realtà o fantastiche, il bambino e l’adulto possono cercare e trovare bellezza, risposte e senso alle grandi domande che caratterizzano la crescita (…) L’albo illustrato diventa non solo mezzo attraverso cui insegnare e imparare, ma un compagno con cui i bambini acquistano col tempo sempre maggior dimestichezza, praticando prima l’ascolto, poi la lettura autonoma, acquisendo quella capacità di leggere parole e immagini che tanta parte avrà nella costruzione di competenze elevate, come osservare e interpretare la realtà che ci circonda nelle sue molteplici forme e manifestazioni, costruire un pensiero originale e critico, capace di confrontarsi costantemente con l’altro da sè

Partendo da questo presupposto l’autrice conduce il lettore all’interno dei percorsi didattici da lei creati per le sue classi e descritti anche in forma di diario scolastico nel suo blog APEdario , offrendo occasioni di riflessione, ma soprattutto tanti spunti di lavoro per gli insegnanti della scuola primaria.

Non è un libro sulla promozione alla lettura nel senso comune del termine, ma sulla promozione alla lettura come competenza e strumento da cui partire per affrontare le diverse situazioni didattiche mettendo al centro il bambino e dando valore all’esperienza prima che ai suoi risultati.

Consigliato a tutti gli insegnanti che amano i libri, le storie, le parole e la loro bellezza.