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giovedì 15 febbraio 2024

IL CASO ELISA P. Storie di quotidiano bullismo (3)

Chiara Cacco

Il caso Elisa P.

Pelledoca Editore, 2024. 240 p.

Età 12+

Concludo questa miniserie di post dedicati ai libri che raccontano il bullismo con una novità della casa editrice Pelledoca: Il caso Elisa P. di Chiara Cacco. Elisa Pinti è una diciassettenne, introversa, sovrappeso, amante dei libri dark, emarginata dai ragazzi e dalle ragazze più popolari della scuola. Una notte di luglio, quella dell’eclissi di luna, Elisa scompare senza lasciare traccia. Quasi subito partono le indagini, ma con il diffondersi della notizia della sua scomparsa, partono anche i commenti sui social, le uscite sui giornali, gli scoop in TV, le interviste alla madre esibizionista, le fiaccolate e gli appelli, i sospetti, le indiscrezioni e le supposizioni tra i compagni di scuola, le chat e i messaggi whatsapp tra i giovani che conoscevano Elisa, alcuni suoi amici altri meno. Tanti gli elementi che incuriosiscono e portano a parlare di questa sparizione, non solo chi è coinvolto e impegnato nelle indagini, ma tutti coloro che per curiosità e morboso interesse seguono la vicenda. La bicicletta di Elisa, per esempio, viene trovata vicino ad un convento disabitato dentro le cui mura qualche anno prima era morto un ragazzo di tredici anni, si dice in seguito a un rito di iniziazione per entrare in una setta vampiresca, oppure le illazioni su un rapporto affettivo tra Elisa e Marco, già fidanzato con la più bella ragazza della scuola, ci sono anche i sospetti su Leon implicato nella morte del ragazzino e amico di Elisa. Gli adolescenti chiamati a deporre in quanto informati sui fatti, raccontano tante versioni diverse di ciò che è successo quella sera e nei giorni precedenti. Tutti nascondono qualcosa e per diversi motivi cercano in vari modi di non doverlo svelare.

Punto di svolta della vicenda è un misterioso biglietto ritrovato in un libro che porta alla luce un mondo di segreti tra adolescenti, fatto di lettere, bugie e ricatti, offese e ritorsioni, dove la gente giudica sempre e la paura di essere diversi è paralizzante. Dove l’amore per i libri e ciò che non è considerato di moda va nascosto con vergogna.

Dalle pagine di questa storia escono adulti infantili, insicuri o assenti e inaffidabili, ragazzi seri e impegnati, altri immaturi e prepotenti. Emergono situazioni di solitudine, pregiudizio, prevaricazione e bullismo. Non manca, però, ad alcuni di questi giovani la voglia di riscatto e il coraggio di essere se stessi anche se diversi dagli altri.

Un libro la cui trama fa leva anche sulle opposizioni tra apparenza ed essenza, ricchezza e povertà, fiducia e sospetto, verità e menzogna. Ci sono anche riferimenti ai danni che si possono causare alle persone con illazioni e commenti sui social e online, e a come le fake news o le informazioni non controllate possono devastare la vita delle persone. Un giallo ricco di versioni discordanti che disorientano, ma, allo stesso tempo, coinvolgono in lettore e lo tengono attaccato alle pagine con il fiato sospeso per scoprire che fine ha fatto Elisa.

Nell’insieme un giallo ben costruito la cui prosa è scorrevole e di buon livello, con ritmo vivace e incalzante. Complesso, invece, in alcuni punti è per il lettore tenere le fila di tutto ciò che i numerosi personaggi di questa storia dicono e/o fanno, e di tutto ciò che gli altri dicono di loro.

Una lettura comunque piacevole da leggere per diletto ma che, senza didatticismi o didascalismi, può anche essere spunto per interessanti discussioni.

 

mercoledì 7 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (2)

Un altro romanzo intenso sulla ricerca della propria identità e sulla difficoltà e i prepotenti contro cui scontrarsi nell’affrontare i problemi che la vita, e la crescita, portano con sé è, “Alaska” (Feltrinelli).  Quando Parker scopre che Alaska, il suo amato cane che ha dovuto abbandonare per l’allergia di suo fratello, è diventato l’animale da terapia di quel bullo orribile di Sven, non può sopportarlo. Così una notte, di nascosto, decide di riprenderselo. Il piano, però, subisce una svolta imprevista e i due ragazzi finiscono per la prima volta faccia a faccia, senza protezioni. Ora sono costretti a parlarsi e a conoscersi veramente. E le certezze che avevano fino a quel momento, cominciano a sgretolarsi.

Lu, invece, è un lupacchiotto che si ritrova a frequentare una scuola di porcellini dove tutti lo additano come l’altro, il diverso. Un giorno, durante la ricreazione, un porcellino di nome Ciccio si avvicina a lui invitandolo a giocare. Dopo l’iniziale diffidenza del lupacchiotto, i due diventano amici inseparabili. Un mattino, però, Lu non si presenta a scuola. E nemmeno l’indomani e il giorno dopo ancora. Ciccio, preoccupato, decide di andare a trovarlo. La strada sarà più impegnativa del previsto, e alla fine Ciccio conoscerà il segreto del suo amico: ogni mattina deve subire angherie e scherzi pesanti da tre grossi porcelli che vivono in una fattoria vicino casa sua. “Il segreto di Lu” (Babalibri) recentemente ripubblicato nella collana Superbaba, è un libro perfetto per i ragazzini più piccoli per offrire loro una storia di amicizia, di diversità, di integrazione di prepotenza e di solidarietà, utilizzando come espediente narrativo che funziona molto bene con i bambini, la trasposizione di situazioni reali nel mondo immaginario degli animali, dove i protagonisti sono cuccioli che vivono le stesse cose dei bambini.

Seppur non costituisce il centro della storia, il bullismo è molto presente anche in “Hikikomori” (Einaudi Ragazzi), un romanzo per adolescenti dai 13 anni. E’ la storia di Luca, ragazzo di quasi 17 anni, che decide di non tornare a scuola dopo un bruttissimo tiro di cui è stato vittima nello spogliatoio della palestra, anche se lui stesso dice che non è per questo che ha deciso di non uscire più dalla sua stanza e di interagire col mondo solo attraverso il pc. Una sera Luca entra in contatto con una ragazza giapponese che, come lui, è appassionata di anime e manga, in particolare dei lavori di Miyazaki. Youkiko, questo è il suo nome, a Luca e al lettore l’immagine di sé come di una ragazza perfetta, vincente, prima in tutto. La sua famiglia è importante e la sostiene molto così come tutti i suoi amici. Ma la realtà è diversa e nel suo diario, libro nel libro, si scopre la vera Yukiko e ciò che le è veramente successo.

Tante storie diverse ma allo stesso tempo molto simili, in cui non mancano i momenti drammatici, ma nelle quali resta sempre una leggerezza di fondo, che le porta ad evolvere verso finali non scontati, positivi e di speranza come è obbligo che sia nelle letture per bambini e ragazzi.


Anna Wolz trad. Anna Patrucco Becchi

Alaska

Beisler, 2021

Età +11


Mario Ramos

Il segreto di Lu

Babalibri, 2021

Età +6


Ariela Rizzi, Fabrizio Silei, Elisabetta Stonich (ill.)

Hikikomori

Einaudi ragazzi, 2023

Età +13

lunedì 20 novembre 2023

OSSERVANDO LE FARFALLE

Anna Lavatelli

Operazione Vanessa

Sinnos, 2023. 117 p.

Età +11

Chi l’ha detto che una vacanza a casa della zia sia una noia mortale?

Ne è convinto Giacomo, costretto dalla mamma a passare la convalescenza dopo una broncopolmonite a Corciago, frazione del comune di Nebbiuno in provincia di Novara. Dopo l’ultima visita di controllo, Giacomo si sente bene e, non l’avrebbe mai detto prima, ha voglia di tornare a scuola, alla sua routine, ai suoi amici. Il medico, però, ha suggerito un periodo di convalescenza e la casa della zia Maura nei piccolo paesino di montagna, sembra la soluzione migliore.

Giacomo è arrabbiato, non vuole andare, non conosce molto questa zia nubile che vive lì da sola e che sicuramente non gli farà usare liberamente il tablet, perché così ha detto la mamma. Sarà una noia mortale. Il soggiorno inizia sotto il peggiore degli auspici. Dopo poco, però, Giacomo deve ricredersi e mai avrebbe detto che quando la mamma torna per farlo tornare a casa, non vuole. Anzi, chiede di finire l’anno scolastico lì.

Cos’è successo? E’ successo che zia Maura non è poi così noiosa, che in giro per il paese si può passeggiare liberamente e scoprire varie cose, ma, soprattutto, è successo che la zia ha un’amica dell’età di Giacomo, Serena, che al momento è impegnata in un’appassionante ricerca e progetto di osservazione delle farfalle Vanessa. La simpatia e l’entusiasmo di Serena sono travolgenti e Giacomo non resiste. Prima che di rendersene conto, non solo è impegnato a “piacere” a Serena, ma si trova anche molto coinvolto dalla ricerca sulle farfalle.

Grazie a queste nuove esperienze Giacomo impara a conoscersi meglio, a capire e rispettare gli altri e, soprattutto, ad essere se stesso, impegnandosi in qualcosa che lo interessa veramente tanto.

Con la sua prosa lineare ma ricca e attenta, Anna Lavatelli ci regala una storia di crescita in cui è facile per i ragazzini ritrovarsi. Una storia semplice, ma non banale in cui sono presenti, senza ostentazione, tutti gli elementi di relazione e di (possibile) scontro tra adulti e pre-adolescenti in famiglia e fuori. Particolare attenzione è data all’importanza degli spazi propri che i ragazzi devono poter avere, all’autenticità del loro essere e dei loro rapporti con i pari quando si sentono liberi e alla spontaneità di relazione di cui sanno essere capaci. 

e.v. 20/11/2023

Anna Lavatelli

Operazione Vanessa

Sinnos, 2023. 117 p.

Età +11

mercoledì 9 agosto 2023

TANTO AMORE NON PUO' MORIRE


Moni Nilsson, Samanta K. Milton Knowles (trad.)

Tanto amore non può morire

Uovonero, 2023 – 138 p.

Età: 11+

 La prima cosa che colpisce di questo libro è la copertina. Ci vuole coraggio a mettere una bara, se pur tutta decorata, sulla copertina di un libro per ragazzi. Non sulla copertina di una storia di paura o un giallo, ma di una storia “seria”, una storia che potrebbe benissimo essere vera. Ci viene da pensare che solo gli autori che provengono dal profondo nord, di solito, hanno la capacità e la forza di affrontare di petto gli argomenti più difficili nei libri per i ragazzi e di farlo in modo quasi spiazzante per onestà e diretta concretezza. Sicuramente è il caso di questo libro che parla di morte, di distacco, di lutto. E sicuramente è un libro uscito dalla penna di una scrittrice nordica, svedese per la precisione. Però la copertina è un progetto grafico tedesco elaborato per la sua traduzione. La copertina originale dell’edizione svedese, invece, è quasi “anonima”, e comunque molto meno impattante di questa. Interessante, però, il lavoro tedesco, come se il coraggio di cui parlavo prima, in qualche modo cominciasse (giustamente) a diffondersi.

Tutto questo preambolo per dire che un libro per i ragazzi dagli 11 anni può parlare anche di morte e della morte forse più dolorosa di tutte, quella della mamma. E, se vuole rendere questo evento ancora più doloroso, può raccontare passo passo come ci si avvia, passo dopo passo, ad accompagnare la mamma verso quello che sarà il suo ultimo viaggio. Ed è di ciò che ci racconta Lea, la ragazza al centro, con il padre e il fratello, di questa storia. Una storia che non risparmia nulla al lettore, come nulla risparmia ai suoi protagonisti, a partire dal modo in cui la ragazza viene a sapere che per la sua mamma non c’è più molto tempo: a scuola tutti lo sanno, tranne lei che lo sente durante la ricreazione mentre qualcuno ne parla ad alta voce.

Il resto della sinossi si trova facilmente in rete, per esempio sul sito web dell’editore Uovonero, qui mi preme di più fare alcune considerazioni da una parte sull’opportunità di libri diretti come questo per i ragazzini della secondaria di primo grado, dall’altra sul modo in cui questa storia è raccontata.

Una delle tante caratteristiche delle letture di qualità, è quella di contenere la vita, e quindi anche quelle situazioni difficili e particolari. Temi “sensibili” come morte e lutto possono (devono) essere raccontati nei libri per ragazzi. In quelli “buoni”, quelli ispirati, quelli veri, non in quelli di mestiere, scritti ad hoc su commissione. In ogni caso, mentre da una parte non si dovrebbero fare censure riguardo a temi e tipologie, dall’altra, però, è importante conoscere di prima persona ciò che si propone per la lettura per non farsi sorprendere e trovarsi a Leggere l’inattesoper usare l’espressione titolo del libro di Irene Greco su questi argomenti, o per non rischiare di proporlo in momenti forse non opportuni. Le tematiche, anche le più sensibili, possono (devono) entrare nei libri per i più giovani, ciò che, eventualmente, si può fare è valutare il momento in cui proporle e prepararsi ad affrontarle insieme con loro. Del resto, delle tematiche forti e sensibili, come la morte, appunto, tutti i lettori hanno bisogno e le cercano.

A questo punto subentra il secondo punto della mia riflessione: tanto più il tema è delicato, tanto più si deve prestare attenzione al modo in cui il libro è scritto e a come la tematica è veicolata.

Moni Nilsson riesce egregiamente a tener alta la qualità del suo scrivere per i ragazzini di questa età che hanno ancora tanto bisogno di essere educati alle emozioni, anche quelle più faticose da provare.

Tanto amore non può morire è un romanzo che racconta come una cronaca gli ultimi mesi di questa mamma e della sua famiglia, al contempo, però, tocca punte di alta poesia nel costeggiare con delicata attenzione gli alti e bassi emozionali che vivono i protagonisti.

La qualità di questo romanzo sta nella totale assenza di didascalismi, moralismi o artificiosità: è una storia che si sviluppa spontaneamente nel racconto in prima persona di Lea. Storia e personaggi sanno di autentico, tanto i dialoghi, quanto le descrizioni sono sobri e composti, privi di esagerazioni fittizie. Anche nei momenti più intensi, non compare mai la retorica, né vengono trovate soluzioni narrative scontate.

I personaggi vivono questi momenti, Lea li racconta e il lettore ne fa esperienza con loro, emozionandosi, e, al contempo, potendosi sentire dentro e fuori la storia, lasciandosi, cioè, coinvolgere tantissimo, ma prendendo anche le giuste distanze permesse dalla lettura. Al contrario, poi, può permettersi anche di immergersi in essa come in uno specchio parallelo di ciò che vive, e quindi di provare senza bisogno di nasconderle o di negarle, emozioni forti come la tristezza, la rabbia e il dolore.

Quella di Lea e della sua famiglia è una storia delicata e l’intuizione narrativa di Moni Nilsson ne esalta l’intensità, evidenziandone, come in un caleidoscopio, tutte le possibili reazioni, senza emettere nessuna sentenza, senza mai esprimere giudizi. La morte fa parte della vita e nulla, se non l’onestà del racconto, permette di presentarla ai ragazzi. Quello di Moni Nilsson è un approccio laico, ma che non esclude le voci diverse di tutti coloro che gravitano intorno a questa famiglia. E’ una storia dolorosa che nulla nasconde del travaglio psicologico dei suoi protagonisti, di Lea in particolare, ma che sa mantenere pagina dopo pagina un importante equilibrio narrativo e che, alla fine, apre alla speranza, alla solidarietà, alla vicinanza, al ricordo, alla vita. Lea e la sua famiglia affrontano insieme e insieme a chi li circonda questo triste momento, consapevoli però che poi la vita, nonostante tutto, continua senza dimenticare.


Moni Nilsson, Samanta K. Milton Knowles (trad.)

Tanto amore non può morire

Uovonero, 2023 – 138 p.

Età: 11+

giovedì 6 luglio 2023

SUI MONTI, TRA LE PAGINE.

SUI MONTI TRA LE PAGINE. Quando la montagna è affascinante anche da leggere.

Pagine con le ali è sul numero 2/2023 di L'Avisio. L'intera rivista è scaricabile dal sito l'avisioblog
 
 
 




lunedì 10 aprile 2023

PERLE NERE TRA I CARUGGI

Antonella Botti

Sciamadda

Giralangolo, 2023. 153 p.

Età +12

Clelia è una ragazzina sveglia e intelligente pronta a partire per l’America con i suoi genitori. All’ultimo momento, però, viene lasciata a casa della zia Elena, donna ricca e severa dal passato misterioso. La delusione della ragazza per la decisione dei genitori è tanta e altrettanta la rabbia per essere stata abbandonata. Nel suo impeto d’ira strappa alla zia la collana di perle nere che ha al collo e scappa verso il porto con una di queste in mano. Qui incontra una vecchia mendicante che le profetizza che tutto tornerà a posto quando avrà ricomposto qualcosa che si è rotto. In cambio di questa profezia, prima di parlare, l’indovina le chiede la perla che ha in mano. Inizia così l’avventura segreta di Clelia che deve ritrovare la perla per ridare alla zia la collana strappata. Oltre alla collana, chiara metafora della storia della zia e del suo rapporto con Clelia, nella vicenda di questo breve romanzo hanno un ruolo importante Sebastiano, ragazzo del porto che aiuta Clelia a recuperare la perla, Giorgio, il maggiordomo della zia e lo spirito di Alberto, figlio della zia, morto in viaggio ed evocato nel corso di due sedute spiritiche.

La storia di Clelia è ambientata a Genova all’inizio del secolo scorso e in dialetto ligure “sciamadda” significa “fiamma”. La fiamma è quella del coraggio e della determinazione con cui lei affronta tutte le difficoltà che le si parano davanti dopo che è stata lasciata con la zia.

Una storia interessante scritta bene, ma cui non è stato dato sufficiente spazio per potersi sviluppare a sufficienza in tutti i molteplici temi che tocca. La figura di Clelia stessa, come quella della zia Elena, risulta appena abbozzata, mentre le vicende che vive avrebbero avuto modo di darle una consistenza ben diversa.

Intrigante, anche se molto insolita in un romanzo per ragazzi, la descrizione di una seduta spiritica come era in voga organizzarne tra le signore benestanti agli inizi del ‘900.




sabato 11 febbraio 2023

IN CAPO AL MONDO

RAGAZZE IN CAPO AL MONDO. Storie di esploratrici e di viaggi

Laura Ogna con le illustrazioni di Giulia Sagramola 

Editoriale Scienza, 2023. 160 p.

età +11

Non sono molto famose le dieci protagoniste del nuovo libro di Editoriale Scienza nella Collana “Donne nella scienza”, ma le loro vicende sono veramente interessanti e avvincenti. Sto parlando delle storie raccolte nel libro “Ragazze in capo al mondo. Storie di esploratrici e di viaggi”, scritto da Laura Ogna e rallegrato dalle illustrazioni di Giuglia Sagramola. Un libro tutto verde e arancione che fa letteralmente fare il giro del mondo alle sue lettrici e ai suoi lettori. Medio Oriente, Tibet, Savana africana, Himalaya, Valle degli Assassini, America del Sud, Persia, Madagascar … . Sono questi alcuni dei paesi visitati e delle mete dei viaggi di queste viaggiatrici ed esploratrici che a cavallo tra Ottocento e Novecento hanno sfidato le convenzioni del tempo, per conoscere popoli, culture e territori lontani. 

 

Oggi è facile prendere un aereo e andare dall’altra parte del mondo, allora un po’ meno e, soprattutto, se eri una donna. Per questo queste biografie al femminile, raccontate in prima persona, sono piene di avventure, di coraggio, di forza di volontà e anche di rammarico, perché queste donne hanno dovuto veramente impegnarsi e lottare per raggiungere ciò che desideravana, a volte a scapito della loro vita privata e dei loro affetti, mettendosi anche in pericoli veri.

Le viaggiatrici ed esploratrici narrate nel libro sono: Gertrude Bell, Ida Pfeiffer, Nellie Bly, Carla Serena, Alexandra David-Néel, Monica Kristensen, Vivienne de Watteville, Annie Smith Peck, Freya Stark, Isabella Bird. Donne per lo più sconosciute ma eccezionali, come le protagoniste degli altri due volumi di questa collana “Ragazze con i numeri” e “Ragazze per l’ambiente” .

Tre libri da offrire ai giovani lettori e alle giovani lettrici dagli undici anni che amano le storie vere, le avventure, le scienze. Una lettura molto piacevole e veramente coinvolgente per tutti, ma soprattutto per chi osa seguire i propri sogni fino in fondo.



lunedì 2 gennaio 2023

DI FANTASMI, CAVALLI E FALSARI

PONY

 R.J. Palacio - traduzione di Mario Sala Gallini

Giunti, 2022. p. 321

Età +12

Siamo nel 1860. Silas Bird ha 12 anni e vive con suo padre, un immigrato scozzese fabbricante di stivali e fotografo sperimentale, nei pressi della città immaginaria di Boneville, nell'Ohio. Con loro c’è anche Mittenwool, un fantasma che solo Silas può vedere, ma di cui anche suo padre accetta l’esistenza. Una notte, tre uomini armati si presentano a casa e insistono perché il padre di Silas vada con loro per concludere certi affari. Lui accetta e promette di tornare al massimo entro una settimana e si allontana a cavallo con gli sconosciuti. Il mattino dopo, però, quando un pony che uno degli uomini stava conducendo, torna alla fattoria, Silas decide di seguirlo, sicuro che lo porterà dal padre. Per Silas non è facile decidere di seguire l’animale, perchè questo significa affrontare l'antico terrore che ha della foresta, incontrare i fantasmi che ci vivono e fare i conti con le sue molte altre paure. Ma lui parte lo stesso, accompagnato da Mittenwool.

La storia si sviluppa in una serie di capitoli pieni di avventure e di colpi di scena, con fantasmi che appaiono spaventando Silas oppure aiutandolo, mentre uomini buoni si prendono cura di lui e altri, più malvagi, cercano di fermarlo nella sua impresa. I capitoli sono introdotti da veri dagherrotipi e vere vecchie fotografie in bianco e nero che, come dice l’autrice nelle note finali, danno un possibile volto ai vari personaggi, aiutando il lettore nell’immaginare i protagonisti della storia. Sulla copertina, uguale a quella della versione originale americana, si vede Pony, il cavallo altro protagonista importante della storia, insieme a Silas.

La narrazione degli eventi è accompagnata da dettagliate descrizioni degli ambienti delle foreste e delle praterie del Far West americano dove si svolgono, e da momenti di riflessione di Silas che, un po’ parlando con Mittenwool, e un po’ pensando tra sé e sé, cerca di dare un senso a ciò che gli sta succedendo e di interpretare ciò di cui fino ad ora, nella sua breve vita, gli è toccato fare esperienza.

La scrittura di R. J. Palacio è piacevole e scorrevole, con dettagli interessanti e passaggi molto coinvolgenti. La trama è intrigante e alla fine tutti i tasselli trovano il loro posto, anche se per alcuni un po’ forzatamente. Oltre a questo,però, ci sono alcuni altri aspetti che lasciano perplesso il lettore più sensibile ed attento. Silas, per esempio, nelle sue riflessioni e nel suo descrivere i fatti, a volte sembra molto più giovane dei 12 anni, che dice di avere, e altre volte molto più maturo. Anche la presentazione dei fantasmi è incoerente: alcuni si possono vedere, altri no e con alcuni Silas fa confusione, non riconoscendoli come tali o, al contrario, credendo che persone vive siano fantasmi.

Lo stesso Pony, protagonista assoluto di diversi punti della trama, non sembra un vero cavallo, ma un essere quasi magico. Si potrebbe anche puntualizzare sulle improbabili lunghissime cavalcate di Silas anche se è alle prime armi come cavaliere. Inoltre, né Silas né Pony mostrano segni di stanchezza dopo l’epica impresa clou della storia. 

J. R. Palacio ha voluto mettere molta (forse troppa) carne al fuoco dentro questo romanzo, appesantendone e rallentandone la narrazione. Ci troviamo, infatti, elementi di storia americana, storia della fotografia, spiritismo, contraffazione, cultura materiale dei primi coloni e degli indigeni, passione per i vecchi strumenti musicali, … . Lei stessa inizia la sua “Nota dell’autrice” scrivendo: “Ho passato molti anni a fare ricerche per questo libro, ma spero che leggendolo non ce ne si accorga”. Purtroppo non è così.

Nel complesso “Pony” è una storia di crescita, di amore, di amicizia e di giustizia, che si apprezza più per la trama e per il livello linguistico con cui è raccontata, piuttosto che per tutto il costrutto in cui l’autrice l’ha inserita.

 

domenica 17 luglio 2022

RESPIRO


Antonio Ferrara

Respiro

Einaudi Ragazzi, 2022. 64 p.

E+11 anni

Al centro di questo intenso romanzo breve ci sono la passione, l’amore, la poesia, il rapporto tra le generazioni, il valore delle parole per esprimere le proprie emozioni. E’ praticamente un condensato (non in senso negativo) di tutti i “grandi” temi della letteratura. I protagonisti principali sono Giulio, suo nonno e Agata. Ma ci sono anche Silvia e i genitori di Giulio, con un ruolo fondamentale, seppur meno presenti sulle pagine.

La parola “respiro”, che fa da titolo, entra a piè sospinto in tutta la vicenda. Giulio è asmatico e appena si stanca per un po’ di fatica gli viene a mancare il fiato. Il suo respiro si fa affannoso anche quando vive forti emozioni. In entrambi i casi torna a respirare normalmente solo quando si ferma, usa se necessario la bomboletta e si tranquillizza. “Respiro, però, è anche la poesia, quell’insieme di parole accostate in modo particolare che fa scorrere gli occhi, apre il cuore e porta altrove. E poesia” è l’altra parola chiave in questo libro. E’, infatti, una piccola poesia scritta su un foglietto caduto ad Agata, un’anziana signora che Giulio incontra al supermercato, a innescare l’intera storia. Agata e Giulio amano la poesia, la leggono e la scrivono, cosa non usuale, soprattutto, da parte dell’undicenne.

Alla parola “poesia” sembra fare da contraltare la parola “proverbio”. Il nonno di Giulio ha un proverbio per ogni situazione. Con un proverbio commenta ogni cosa che succede o che viene detta, con un proverbio chiude i discorsi quando non vuole più parlare. Giulio si diverte con questi proverbi, ma capisce anche che con i proverbi si può dire tutto e il contrario di tutto. Anche con la poesia si può dire tutto, ma è un modo diverso molto più intimo e personale per esprimersi, per parlare, per dire e non dire, per far capire. Nei proverbi le parole giocano allegramente sul loro significato più basilare, nella poesia le parole si fanno intense e amplificano il loro potenziale comunicativo.

Poi ci sono “Silvia” e “amore”, altre due parole importanti in questo romanzo e di cui si scrive poco, ma occupano, non viste, la parte centrale della storia, sono il motore di ciò che si narra in ogni pagina. Giulio è innamorato di Silvia, una sua compagna di scuola che, però, non lo vede nemmeno. Giulio affida alla poesia ciò che sente per lei, e alla poesia affida anche il compito di comunicarglielo. Non è facile, non è immediato, ma alla fine sarà potente.

Anche il nonno è (di nuovo) innamorato, ma, pur nella sincerità e profondità del suo sentimento, il suo atteggiamento di fronte a questo sentimento è diverso da quello di Giulio, ovviamente per età ed esperienza. Rispetto a ciò che sente e manifesta Giulio, l’amore che prova il nonno e il modo in cui lo vive sembra specchio di quell’uso dei proverbi che si oppone al leggere e scrivere poesia.

Il ritmo del cuore, il ritmo della poesia, il ritmo del respiro scandiscono il ritmo di ogni pagina dando vita ad un libro che si legge con il fiato sospeso, per vedere come va a finire. Un libro, che poi, però, chiama ad una rilettura con più calma e attenzione per cogliere tutte le sfumature di emozioni, di relazioni, di significati delle parole che ogni riga contiene.

Tutto ciò e molto altro in un “contenitore” fisico all’altezza del suo contenuto, dalla meravigliosa copertina di Alessandro Sanna, alla scelta del formato tascabile con copertina rigida. Un libro prezioso.

Leggendo queste pagine non ho potuto non pensare ad altri tre grandi romanzi per ragazzi sul tema della poesia e della scrittura e a una raccolta di poesie:

Bernard Friot, Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita. Lapis 

Anet Huizing, Come ho scritto un libro per caso. La Nuova Frontiera 

Beverly Cleary, Caro Mr. Henshaw. Il Barbagianni 

Chiara Carminati, Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans. Bompiani 

Concludo con le parole di Erri De Luca che, oltre ad essere un intenso manifesto del “parlare d’amore”, sono anche essenza di ciò che è la scrittura, soprattutto la scrittura di emozioni, sia in prosa sia in poesia.

Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo.

Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta nell’evitare.

Distràiti dal vocabolario solenne, già abbuffato,

punta al bordo, costeggia,

il lanciatore di coltelli tocca da lontano,

l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo."

Nota: Ho trovato questa poesia di Erri de Luca per caso in rete. La si legge in numerosi siti diversi, in nessuno, almeno nei tanti che ho visitato io, c’è indicata la raccolta in cui è stata pubblicata. Cercherò ancora e quando (e se) la troverò, sarà mia doverosa cura scriverlo qui.

venerdì 8 aprile 2022

RIUSCIRE A FARCELA, NONOSTANTE TUTTO


Alice Keller

Tariq

Camelozampa, 2021. 160 p.

consigliato da 12 anni

 

Immagino di avere davanti tutto il tempo del mondo. Tutte le possibilità”. Così pensa Tariq galleggiando nell’acqua

Non è vero. Tariq non ha davanti tutto il tempo del mondo, nè tutte le possibilità. Tariq che vive nei palazzoni in periferia dove non arriva né acqua né corrente. Tariq che va male a scuola. Tariq che si rende conto di non aver sempre fatto ciò che avrebbe dovuto. Tariq che disturba in classe e aggredisce gli insegnanti. Tariq che viene sospeso. Tariq che … .

Ma forse sì, anche Tariq dovrebbe avere tutte le possibilità del mondo. Tariq che voleva farcela, che voleva studiare e che si era iscritto al liceo. Tariq che vorrebbe sapere di cosa parla Madame Bovary, Tariq che aiuta Afya e i suoi bambini. Tariq che … .

Ma quando qualcosa si rompe dentro è difficile recuperare. Non si sa esattamente cosa si è inceppato in Tariq. Certo è che non lo ha aiutato vivere in quel posto dimenticato in mezzo al nulla, all’erba secca e ai rifiuti. Non lo ha aiutato avere un padre che fa doppi turni per riuscire a portare a casa soldi per tutto, ma che per il resto non c’è. Non lo aiuta un fratello grande che lo picchia e lo insulta dopo essersi ubriacato con il poco denaro racimolato chissà come. Non lo aiuta …

In fondo al tunnel di Tariq, però, c’è anche una piccola luce. La luce di Jasmine che anche se non tutto per lei è andato come doveva, lo fa sentire migliore. La luce di sua sorella che cerca con fatica di dargli fiducia, di sorreggerlo nell’oscurità in cui sembra bloccato, che lo porta sul ciglio dell’autostrada a correre fino a finire il fiato e trovare così il modo per sfogarsi e il coraggio di parlare. La luce di sua mamma che, appena partorito un piccolo prematuro di cui deve occuparsi a tempo pieno, si mantiene in precario equilibrio ai margini della famiglia offrendogli il suo amore come può. La luce di un pomeriggio al mare dove galleggiando sull’acqua tutto il male, il dolore sembra lontano. Tra una settimana ricomincia la scuola … .

In lontananza arriva un temporale. Il cielo si fa scuro. Il vento si alza. La pioggia comincia a cadere.

Non è tutto finito, o sì? Chissà come andrà tutto a finire.

La storia di Tariq è una di quelle storie che si legge tutta d’un fiato, che ti prende e ti porta direttamente nella vita, nella testa e nel cuore del protagonista. Un romanzo breve e veloce, dal ritmo serrato che segue tutto ciò che Tariq pensa, dice e fa. Ed è Tariq stesso che racconta ciò che pensa, ciò che dice, ciò che fa. Una narrazione in prima persona che non lascia tempo alle distrazioni e che rimane a lungo in testa.

Non è detto quanti anni ha Tariq né dove vive. Tariq sta per tutti quei ragazzi che per qualche motivo si trovano con la vita messa di traverso davanti a loro. Per quei giovani che devono trovare il modo di andare avanti, scavalcando o aggirando tanti ostacoli, per non andarci a sbattere contro. Per quei ragazzi che devono trovare in se stessi la forza, perché non hanno molto né molti su cui fare affidamento

.

 

mercoledì 3 novembre 2021

APPARENZE

Giuliana Facchini

Ladra di jeans

Sinnos, 2021. 143 p.

Consigliato da 11 anni


L’amicizia può avere molte sfaccettature. Se le amiche sono due adolescenti, forse, ancora di più. La storia di Gemma e Padma, protagoniste di “Ladra di jeans” (Sinnos) ne può essere esempio. Gemma e Padma vanno a scuola insieme e diventano amiche, anche se non potrebbero essere più diverse tra loro sia fisicamente, sia culturalmente, sia mentalmente. Gemma è italiana, vive con i genitori e il fratello minore, è benestante, ha una corporatura robusta, non si piace e questo è per lei fonte di grande disagio che maschera abilmente col far finta che non le importi niente di niente. Padma è indiana e da poco vive in Italia con la sua famiglia, ha una sorella maggiore che già lavora, è brava a scuola, le piace leggere, ha un fisico meraviglioso. Di questo, però, lei non si cura: il suo impegno è tutto rivolto verso lo studio, la lettura e il riuscire a superare il panico che la assale ogni volta che si trova da sola in strada, soprattutto in zone affollate e dove non è mai stata.

Il legame tra le due nasce da un paio di jeans che la mamma di Padma prende dalla distribuzione di vestiti usati in parrocchia e che addosso a Padma sono perfetti. Quei jeans, però, appartenevano a Gemma la cui madre, a sua insaputa, ha riordinato l’armadio e eliminato i vestiti che non andavano più bene alla figlia.

La storia tra le due si sviluppa in un interessante gioco di relazione in cui elementi diversi continuano ad apparire o a sparire, scompigliando le ipotesi che il lettore progressivamente si fa nella mente su come la vicenda può svilupparsi.

Del tutto incomprensibili, all’inizio, sono le pagine con cui il libro si apre e che descrivono l’incendio di una cucina. Pian piano vengono poi presentati i personaggi e le situazioni che danno corpo alla storia, che qui, ovviamente, non vogliamo raccontare nel dettaglio.

Le protagoniste, Gemma e Padma, sono presentate in maniera esemplare. Sono due figure ben caratterizzate e che “prendono forma” con naturalezza nello sviluppo della storia che, a sua volta, è molto verosimile e non ha nulla di scontato.

Dal punto di vista formale, oltre a sottolineare l’utilizzo della font ad alta leggibilità, è molto interessante notare la suddivisione in capitoli, ciascuno dei quali associa un colore all’emozione che lo governa (es. Capitolo viola. Viola era la rabbia). In cinque parti, dal titolo “Gemma parte prima”, “Gemma parte seconda” …, la narrazione si sposta dalla terza alla prima persona e racconta i pensieri, le emozioni e i sentimenti di Gemma da dentro di lei, dal suo punto di vista.

E’ solo alla fine che tutti i pezzi del puzzle di questa storia vanno a posto e si chiariscono diversi aspetti: il tipo di amicizia tra le due ragazze, il secondo scopo di ogni agire di Gemma, l’incendio della cucina, chi era “la ladra di jeans”.

Il finale, però, è tutt’altro che chiaramente concluso. Anzi, si tratta di un finale molto aperto che il lettore può interpretare liberamente. Forse non è nemmeno un finale aperto a ogni possibilità, visto che si intravvede un epilogo un po’ inquietante, ma molto dipende dalle parti di chi prende il lettore, se quelle di Gemma o quelle di Padma. Di certo non si possono prendere le parti di entrambe e la discussione tra i lettori può svilupparsi in modo molto intenso con una ricchezza di temi e di considerazioni non indifferente.

Un libro sull’adolescenza, sul bisogno dei ragazzi e delle ragazze di trovare la propria identità, il proprio equilibrio, sull’accettazione della natura umana, sul rapporto con il proprio corpo e con il cibo, sull’amicizia, sui primi amori, sulle relazioni in casa, a scuola e tra compagni, sulla cattiveria che può svilupparsi tra i ragazzi che non è fine a se stessa, ma mira a colpire forte. Un libro duro in cui si sente anche l’odio.

Una notazione è doverosa anche per sottolineare come l’autrice sia riuscita ad inserire delle considerazioni molto interessanti riguardo all’uso della lingua italiana, alla sua evoluzione, al ruolo dei libri e delle storie per mantenere la lingua, per raccontare usi e costumi, e, allo stesso tempo, per accompagnarne lo sviluppo e il rinnovamento.

martedì 26 ottobre 2021

QUANTE SONO LE PAURE

Piccola mappa delle paure

Andrea Valente con le illustrazioni di Sonia Zucchini

Pelledoca, 2017. 96 p.

Consigliato da 10 anni

 

Quando si pensa alle storie di paura si pensa sempre a storie che raccontano di mostri, zombie, fantasmi, orchi o streghe. Nel periodo di Halloween, ancora di più, personaggi di questo tipo invadono la vita di grandi e bambini: film, cartoni animati, gadget pubblicitari, giochi, maschere, storie …

In realtà le vere paure che abbiamo tutti, bambini compresi, e che siamo chiamati ad affrontare sono altre. Alcune sono paure molto “concrete” come la paura del sangue, del temporale, degli animali, altre più “psicologiche” come la paura di crescere, del futuro e di sbagliare. Ci sono poi le paure “classiche” del vuoto, del buio, dei luoghi chiusi e della folla, e le paure “relazionali” come la paura di se stessi, di non essere accettati, di amare. Tante sono le paure che ogni persona sperimenta nel corso della sua vita. Alcune di queste sono narrate da Andrea Valente in “Piccola mappa delle paure” (Pelledoca), una sorta di catalogo, una raccolta di ventuno storie che, non solo si concentrano sulle varie paure, ma elaborano e presentano anche un possibile metodo per affrontarle. Così, per esempio, si può cercare di distrarsi con pensieri piacevoli per non pensare alla morte o considerare che se non si è mai vissuto altro che al buio, il buio non è nulla di così terrificante. Qualche volta, invece, il problema si risolve prima ancora che si sia affrontato e la paura di ricevere un no, svanisce davanti ad un sì pronunciato come risposta a una domanda nemmeno ancora posta.

Andrea Valente riesce a raccontare queste storie senza offrire morali o insegnamenti. Le storie in sé dicono che le paure vanno affrontate e che senza di loro non potremmo usare tutto il coraggio che, in realtà, abbiamo senza neanche saperlo. E’ di fronte al problema che riusciamo a trovare la soluzione, ma se dal problema scappiamo, mai sapremo che saremmo in grado di cavarcela.

Aver paura è naturale. Aver paura è salutare. E rendersi conto che tutti, prima o poi, chi più chi meno, di qualcosa ha o ha avuto paura, aiuta a scoprire che le paure si possono affrontare, che le paure rimpiccioliscono, che dubbi e domande possono trovare risposte e che si potrà tornare a guardare a tutto con maggiore serenità. A volte può capitare che le paure non vengano superate o non del tutto. Pazienza. Bisogna, però, almeno aver provato ad affrontarle.

Una volta c’era un tipo che di notte aveva paura del buio e di giorno paura della luce del Sole; aveva paura della folla e paura della solitudine; aveva paura di amare e paura di odiare; paura del vuoto e paura degli spazi chiusi; paura dell’acqua e paura del sangue … Talmene di tutto aveva paura, che evitando ogni cosa, alla fine non gli restò più niente di cui aver paura e provò per un attimo il brivido di non aver paura di nulla.” (p. 7)

La scrittura di Andrea Valente in queste storie è di alto livello linguistico. Sono storie che, sia dal punto di vista della lingua, sia da quello dell’argomento, sfidano il lettore ad entrarci e a trovarne il perché. Non tutte sono immediate, ma è anche in questo che sta il loro valore. Se una storia si legge velocemente e non richiede attenzione o non stimola particolarmente curiosità e interesse, difficilmente rimane impressa. Non è questo il caso: queste narrazioni si apprezzano lentamente come qualcosa di buono il cui sapore (anche se amaro) colpisce e rimane a lungo in bocca. Sono storie che si leggono e si rileggono, che girano in testa anche dopo aver chiuso il libro e a cui si torna ancora con il pensiero. Sono storie pensate per i bambini, ma che molto possono dire anche agli adulti.

Una nota di riguardo per le illustrazioni che accompagnano alcune delle storie. Si tratta di un’interpretazione grafica moderna, scattante e accattivante che riesce a sottolineare il valore del testo. La storia sul buio, per esempio, è tutta scritta su fondo nero squarciato da un unico segno giallo e bianco, una sorta di scarabocchio che l’accompagna in tutta la sua lunghezza. Stessa cosa per la storia sulla paura del vuoto rappresentato dal nero sfondo che rimanda alla vuota oscurità dell’universo. Più esplicite le figure di tombe e vecchie signore per la storia sulla paura della morte ed enigmatiche quelle per la storia della paura di se stessi in cui forbici e pettine danno nuova forma ai capelli di Valentina.

P. S. In alcuni libri, i mostri cui accennavo all’inizio del post, possono essere considerati metafora delle paure “reali” di ognuno di noi. Ma non è sempre detto. Spesso mostri e streghe sono fine a se stessi. Basta, infatti, considerare come la letteratura di genere possa presentare punte di eccellenza in un mare di opere di dubbio valore che rispondono troppo spesso soprattutto a mode del momento o a puri interessi commerciali.