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lunedì 26 febbraio 2024

SCOPRIRE L'AMICIZIA

Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

E’ primavera Signor Alce!

Kite, 2024. 32 p.

Età +5


Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

Il Signor Alce

Kite, 2021. 36 p.

Età +5

 

Il Signor Alce è un tipo solitario e molto abitudinario. Lo abbiamo conosciuto qualche anno fa quando, nel prepararsi all’inverno, ha scoperto che le tarme avevano distrutto il suo maglione rosso. Non potendolo aggiustare, ha deciso con fatica di andare a comperarne un altro. Andare tra la gente, soprattutto chiacchierona e invadente, è per lui una vera tortura. Così, arrivato al negozio, si guarda velocemente in giro e compra un maglione identico a quello che aveva. Veloce torna a casa e, solo come sempre, torna alle sue occupazioni. Un giorno, mentre è nell’emporio per dei croccantini per la gatta, viene a sapere che il Signor Bruno, l’orso carpentiere, si è rotto una gamba ed è costretto a stare a casa. Per fortuna alcuni abitanti del villaggio si sono offerti di andarlo ad aiutare, e così anche il Signor Alce inizia a fargli visita. In realtà gli altri non vanno a casa di Bruno con grande assiduità, mentre Alce sì e, pian piano, tra loro nasce una timida amicizia.

Da allora il Signor Alce è un po’ meno solitario e la sua routine fatta di vita in casa con la gatta Morgana a occuparsi delle sue cose e mangiando torta di cipolle, biscotti, castagne, crostate, funghi e strudel, è solo un lontano ricordo.

Con il signor Bruno, infatti, sono diventati migliori amici e si fanno visita quotidianamente spartendo il tepore del focolare casalingo di uno o dell’altro, te e biscotti, qualche parola e molti silenzi. Alce e Bruno, infatti, non hanno molto da dirsi. La loro amicizia, però, è comunque sincera perché tra loro ogni cosa non ha bisogno di spiegazione e nasce dal cuore.

Nessuno dei due avrebbe mai detto, che dopo una vita in solitudine avrebbero scoperto la bellezza dell’amicizia.



Nel secondo libro appena pubblicato si racconta di Alce e di Bruno che in vista della bella stagione pensano di andare a pescare insieme. Alce ricorda di avere due canne da pesca nel suo magazzino, ma c’è troppo disordine e non riesce a trovarle. I due amici iniziano, così, a riordinare il capanno: c’è così tanta roba che non ci si muove. Pian piano tutto entra nelle scatole o viene buttato e, alla fine, ovviamente, le canne da pesca saltano fuori.

Le storie “Il Signor Alce” e “E’ primavera Signor Alce!” sono due storie lineari con una narrazione scorrevole accompagnata da illustrazioni dai colori tenui e caldi. L’atmosfera che si percepisce leggendo e osservando queste pagine è un’atmosfera di pace e tranquillità. La vita dei due scorre lenta e senza grandi scossoni, non si agitano, non perdono la pazienza. Anche l’ambiente dove vivono è pacifico. Difronte a tanta calma, i lettori non possono rimanerne staccati. Pagina dopo pagina, infatti, questo stato di quiete si trasmette anche a loro, a chi legge per sé, a chi legge ad alta voce per gli altri, a chi ascolta.

Anche la natura riflette in queste storie due momenti di particolare tranquillità nel corso dell’anno quali sono l’arrivo dell’autunno, nel primo libro, e quello della primavera nel secondo. Autunno e primavera, infatti, sono due stagioni di passaggio, dalle caratteristiche meno definite e impattanti della calda estate o del freddo inverno. Rappresentano rispettivamente un momento di abbandono verso il sonno e il riposo dell’inverno e il momento del risveglio verso l’estate. E la vita di Alce e di Bruno segue i ritmi lenti e cadenzati delle stagioni, rispecchiandone l’atmosfera.

Le illustrazioni di Richolly Rosazza con il suo tipico stile onirico e sognatore, sono perfette per queste narrazioni. L’uso delicato del colore è attento e studiato per sottolineare le sfumature delle stagioni, del carattere dei personaggi, delle relazioni tra di loro, delle loro emozioni. Un approccio ben diverso dalla standardizzazione dei colori delle emozioni e degli stati d’animo che si ritrovano in tanti libri tutti uguali per la gamma cromatica piatta troppo facilmente riconoscibile in tutti. Come l’uso dei colori, anche la realizzazione grafica di Rosazza è molto incisiva. Si tratta di figure suggestive, fantastiche e meravigliose che narrano col testo di situazioni reali e concrete. Figure bizzarre e inconsuete, curiose e attraenti, ricche di potenza comunicativa.

Quelle del Signor Alce sono due storie perfette per un momento di coccola, per una pausa dal caos della giornata, per avvicinarsi al momento della nanna.


mercoledì 7 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (2)

Un altro romanzo intenso sulla ricerca della propria identità e sulla difficoltà e i prepotenti contro cui scontrarsi nell’affrontare i problemi che la vita, e la crescita, portano con sé è, “Alaska” (Feltrinelli).  Quando Parker scopre che Alaska, il suo amato cane che ha dovuto abbandonare per l’allergia di suo fratello, è diventato l’animale da terapia di quel bullo orribile di Sven, non può sopportarlo. Così una notte, di nascosto, decide di riprenderselo. Il piano, però, subisce una svolta imprevista e i due ragazzi finiscono per la prima volta faccia a faccia, senza protezioni. Ora sono costretti a parlarsi e a conoscersi veramente. E le certezze che avevano fino a quel momento, cominciano a sgretolarsi.

Lu, invece, è un lupacchiotto che si ritrova a frequentare una scuola di porcellini dove tutti lo additano come l’altro, il diverso. Un giorno, durante la ricreazione, un porcellino di nome Ciccio si avvicina a lui invitandolo a giocare. Dopo l’iniziale diffidenza del lupacchiotto, i due diventano amici inseparabili. Un mattino, però, Lu non si presenta a scuola. E nemmeno l’indomani e il giorno dopo ancora. Ciccio, preoccupato, decide di andare a trovarlo. La strada sarà più impegnativa del previsto, e alla fine Ciccio conoscerà il segreto del suo amico: ogni mattina deve subire angherie e scherzi pesanti da tre grossi porcelli che vivono in una fattoria vicino casa sua. “Il segreto di Lu” (Babalibri) recentemente ripubblicato nella collana Superbaba, è un libro perfetto per i ragazzini più piccoli per offrire loro una storia di amicizia, di diversità, di integrazione di prepotenza e di solidarietà, utilizzando come espediente narrativo che funziona molto bene con i bambini, la trasposizione di situazioni reali nel mondo immaginario degli animali, dove i protagonisti sono cuccioli che vivono le stesse cose dei bambini.

Seppur non costituisce il centro della storia, il bullismo è molto presente anche in “Hikikomori” (Einaudi Ragazzi), un romanzo per adolescenti dai 13 anni. E’ la storia di Luca, ragazzo di quasi 17 anni, che decide di non tornare a scuola dopo un bruttissimo tiro di cui è stato vittima nello spogliatoio della palestra, anche se lui stesso dice che non è per questo che ha deciso di non uscire più dalla sua stanza e di interagire col mondo solo attraverso il pc. Una sera Luca entra in contatto con una ragazza giapponese che, come lui, è appassionata di anime e manga, in particolare dei lavori di Miyazaki. Youkiko, questo è il suo nome, a Luca e al lettore l’immagine di sé come di una ragazza perfetta, vincente, prima in tutto. La sua famiglia è importante e la sostiene molto così come tutti i suoi amici. Ma la realtà è diversa e nel suo diario, libro nel libro, si scopre la vera Yukiko e ciò che le è veramente successo.

Tante storie diverse ma allo stesso tempo molto simili, in cui non mancano i momenti drammatici, ma nelle quali resta sempre una leggerezza di fondo, che le porta ad evolvere verso finali non scontati, positivi e di speranza come è obbligo che sia nelle letture per bambini e ragazzi.


Anna Wolz trad. Anna Patrucco Becchi

Alaska

Beisler, 2021

Età +11


Mario Ramos

Il segreto di Lu

Babalibri, 2021

Età +6


Ariela Rizzi, Fabrizio Silei, Elisabetta Stonich (ill.)

Hikikomori

Einaudi ragazzi, 2023

Età +13

martedì 6 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (1)

Non si deve pensarci solo il 7 febbraio, giornata internazionale del bullismo, ad attirare l’attenzione di ragazzi, bambini e adulti, sul fenomeno tanto complesso quanto allarmante del bullismo. Ogni giorno a scuola e fuori dalla scuola si registrano, infatti, episodi che coinvolgono bambini e ragazzi, sia maschi sia femmine, entrambi nel ruolo sia di bulli sia di vittime. I sondaggi rilevano che mediamente un adolescente su due in Italia viene coinvolto in episodi di questo tipo. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma che preoccupa sempre più per l’abbassamento dell’età: fino a qualche anno fa il bullo aveva dai 12-14 ai 16 anni; ora si inizia già tra i 7 e gli 8 anni, e in qualche caso anche prima. Vittima e bullo sono entrambi espressioni, uguali ma opposte, di un profondo disagio affettivo e relazionale e protagonisti del fenomeno non sono soltanto loro, ma anche chi vede, chi sa, tacce e non interviene. Il problema del bullismo non si risolve con un libro, con una storia. Un libro o una storia, però, possono aiutare a parlarne, a riflettere, a reagire. Ecco allora alcune proposte di lettura: sono storie per bambini e ragazzi di età diverse raccontate da punti di vista diversi. Letture serie, importanti, ma molto piacevoli e di qualità, che non sono medicine che promettono miracoli, ma che possono aprire la strada alla discussione.

La storia di Manuel, per esempio, racconta del suo ingresso in terza media in una nuova classe. Dalla scuola precedente l'hanno espulso perché protagonista di un atto di bullismo e per il suo comportamento strafottente. Ora la sua priorità è ricrearsi una reputazione, farsi ammirare e temere dai nuovi compagni. Questi, però, fin da subito lo trattano come se fosse invisibile, non sembrano interessati a lui. Allora Manuel li studia uno per uno, con l'intento di mortificarli e punirli, sfruttando i loro punti deboli. Ma l'impresa si rivela più difficile del previsto, tanto che ogni volta si ritrova, in circostanze rocambolesche, a essere lui la vittima. Comincia così a perdere fiducia in se stesso e le sue sicurezza iniziano a vacillare. “Uno contro tutti” (Einaudi Ragazzi - 11+) narrato con ironia e leggerezza dalla prospettiva del bullo stesso, è la storia di un ragazzo fragile e aggressivo che, grazie all'intelligenza e alla collaborazione dei suoi compagni di classe, riuscirà a cambiare, scoprendo il valore dell'amicizia.

E’ quasi sempre la differenza la causa scatenante degli atti di aggressione fisica o verbale. Lo sa bene Addie, protagonista di “Una specie di scintilla” (Uovonero -10+), la cui vita a scuola è molto dura. Ha undici anni ed è autistica e deve combattere ogni giorno contro l'ostilità, la diffidenza e la paura degli altri. Miss Murphy, la sua insegnante, non fa che umiliarla e anche quella che sembrava la sua unica amica ora le ha voltato le spalle. Un giorno Addie scopre che in passato, nel suo paesino della Scozia settentrionale, molte donne furono torturate e condannate a morte come "streghe". La notizia la sconvolge: capisce che a essere messa sotto accusa era la loro "diversità", la stessa che lei vive ogni giorno. Sente che per riscattarle deve convincere i suoi concittadini a dedicare un memoriale alle streghe uccise. La sua diventa una vera e propria missione in nome dell'uguaglianza e della verità. Una storia arguta e piena di empatia, ricca di grandi ideali, di coraggio e fiducia in sé stessi che nasce dalle esperienze dell'autrice, autistica come la protagonista.

Vincent, ragazzino solitario, invece, ha fatto del sopravvivere la sua specialità. Non ha avuto e non ha molta scelta: ogni giorno a scuola “deve” sopravvivere, da quando Dilan e il suo branco di bulli l’hanno preso di mira. L’esperienza del campo scuola, poi, sarà devastante, Vincent se lo aspetta e cerca di prepararsi. Un giorno, per fortuna, una nuova ragazzina molto vivace e anticonformista si unisce alla sua classe, e questo cambia tutto. Vincent è il protagonista di “Sono Vincent e non ho paura” (Camelozampa - 9+), un romanzo che descrive alla perfezione i meccanismi del bullismo e le sue conseguenze psicologiche su chi ne è vittima: la convinzione di meritarsi in qualche modo le angherie, la paura che condiziona ogni attimo delle giornate, la frustrazione di non poter essere diversi da quello che si è.

(continua)

 

Daniela Cologgi

Uno contro tutti

Einaudi Ragazzi, 2023

Età +11


Elle McNicoll trad. Sante Bandirali

Una specie di scintilla

Uovonero, 2021.

Età +10


Enne Koens trad. Olga Amagliani

Sono Vincent e non ho paura

Camelozampa, 2022

Età +9


domenica 2 ottobre 2022

Africa, sto arrivando!

Juris ZvirgzdiņŠ – disegni di Reinis Petersons e traduzione di Margherita Carbonaro

Rinoceronte alla riscossa

Sinnos, 2019. 142 p. - € 13,00

Età +9

Avventura e animali sono due ingredienti che i ragazzini amano trovare nelle storie che leggono. Le storie che li contengono sono coinvolgenti, divertenti, a volte rocambolesche. “Rinoceronte alla riscossa” è una di queste. Racconta di un lungo viaggio che Mufà e Ibu intraprendono dalla Norvegia alla lontana Africa, via terra e via mare, attraversando mezza Europa. Mafù è un rinoceronte bianco, una rarità, nato e allevato nel serraglio del signor Fratellini, in cui lavora lo stesso Ibu, un ragazzo africano che nel circo si guadagna il necessario per mantenersi agli studi. Ibu ama le lingue straniere e la geografia. Mafù, invece, è un cucciolo con alle spalle una storia familiare poco piacevole. Nel momento in cui il Signor Fratellini deve chiudere l’attività, perché gli affari non vanno molto bene, i due si ritrovano a ripercorrere alla rovescia, il viaggio che entrambi tempo prima hanno fatto, in tempi e modi diversi, dall’Africa all’Europa. Ritornare a casa, però, è più facile a dirsi che a farsi. Prima servono i soldi, poi un passaggio, poi bisogna evitare la curiosità e la malvagità di molte persone, poi … . Il loro viaggio attraverso l’Europa diventa una vera e propria avventura dove i due gustano cibi, ammirano paesaggi, subiscono gli sguardi pieni di pregiudizi, ma ogni giorno imparano anche qualcosa e insegnano qualcosa a chi ha la fortuna di incontrarli.

Juris ZvirgzdiņŠ, grande autore lettone per ragazzi, costruisce un racconto che si legge d’un fiato, con uno sguardo ironico sull’Europa, sui suoi abitanti e sulle persone che in Europa cercano una nuova vita. In queste pagine si racconta la sacralità dell’amicizia, la ricerca delle origini e della casa, la ricchezza delle culture, la salvaguardia degli equilibri naturali per il rispetto di tutti, uomini compresi. Un libro stampato con la font Leggimi ad alta leggibilità, studiata apposta per facilitare la lettura e sostenere i bambini nel loro diventare grandi lettori.

Un libro che diverte e mentre diverte, insegna molte cose, ma senza pendanteria. Un libro che con leggerezza affronta tematiche importanti della nostra attualità e con le quali i ragazzini entrano in contatto più o meno consapevolmente ogni giorno e sulle quali riflettono, forse più di quanto noi adulti immaginiamo.

 

 

Juris ZvirgzdiņŠ – disegni di Reinis Petersons e traduzione di Margherita Carbonaro

Rinoceronte alla riscossa

Sinnos, 2019. 142 p. - € 13,00

Età +9

giovedì 1 settembre 2022

UNA STORIA VERA


Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

La fioraia di Sarajevo

Orecchio Acerbo, 2021. 40p.

E8-99 anni

Le storie più importanti sono quelle che “senti dentro”, quelle che ti colpiscono come un treno in corsa, ti lasciano attonito, non permettono di allontanarti.

Pur sapendo dell’esistenza di questo albo illustrato, fino all’altro giorno non avevo ancora avuto occasione di “incontrare” “La fioraria di Sarajevo” di Mario Boccia con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini. Ho incontrato e conosciuto questa storia direttamente dalle parole di Sonia Maria Luce Possentini, durante una presentazione la scorsa settimana a Levico, in Trentino. E’ stato un incontro penetrante che, nella prima parte ha confermato e consolidato in me tante informazioni e impressioni che avevo riguardo al lavoro di un illustratore, soprattutto di un bravo illustratore, un artista che mette la sua arte “a servizio” di una storia, non per raccontarla uguale al testo ma per interpretarla in un altro modo o raccontarne un’altra parte. Le illustrazioni, come diceva il grande maestro Stěpán Zavřel , citato dalla Possentini, devono lavorare per la narrazione e non per la didascalia. Gli albi illustrati, sosteneva, invece Kveta Pacovska, illustratrice ceca, premio Andersen, citata anche lei dalla Possentini, sono la prima galleria d’arte che visita un bambino: la qualità è fondamentale. Fondamentali sono anche i contenuti e le parole. Ai bambini servono albi illustrati fantasiosi e divertenti, ma anche albi e storie su temi importanti (che nel pensare comune sono erroneamente considerati poco adatti per i più piccoli). Offrire anche storie “impegnative” è una forma di rispetto per i lettori di ogni età cui. Anche ai più piccoli, non si devono raccontare false verità, per non ferirli due volte, considerandoli prima incapaci di capire e poi, quando realizzano la bugia che gli è stata loro raccontata, farli sentire traditi. Non è facile raccontare queste storie, ed è anche rischioso per autori ed illustratori, che possono venir tacciati di essere “crudi”, “troppo realistici”, e, perciò, “disturbatori” dell’essere bambino che merita serenità. Essere etichettati (e le etichette sono molto facili in Italia) come “quella che fa le cose tristi”, secondo Sonia Luce Possentini, può anche significare non ricevere possibili offerte di lavoro. E’ chiaro che la scelta dei temi e la modalità con cui si propongono va calibrata sul pubblico cui ci si rivolge, ma non per censurare, edulcorare o manipolare, ma per comunicare tutto a tutti, con rispetto delle varie sensibilità. Il discorso sarebbe molto lungo e forse un giorno lo possiamo anche fare. Ma adesso, per tornare a noi, e continuare con la seconda parte del suo intervento, consideriamo che Maria Sonia Luce Possentini è stata molte volte interprete di queste dure verità che vanno raccontate ai bambini per prepararli anche a ciò che può far male. E per raccontare la verità con parole e illustrazioni ci si deve preparare, non si può inventare, si devono conoscere bene fatti, situazioni e luoghi. Le illustrazioni “storiche” toccano tutti, servono a tutti, per capire, per riflettere, e, forse, per poi non ripetere. Due esempi, tra i (tanti?) altri possibili: il suo lavoro “Il volo di Sara”, col testo di Lorenza Farina edito da Fatatrac, sul tema della Shoah, e questo, “La fioraia di Sarajevo”, che è uscito a giugno 2021 con quello che si potrebbe dire un tempismo tristemente perfetto, per far riflettere oggi sulla guerra in Ucraina attraverso ciò che è successo circa 30 anni fa nei Balcani.

La storia del fotoreporter di guerra free lance, Mario Boccia, racconta di quando lui un giorno del 1992 attraversa il mercato di Sarajevo. Il suo sguardo incontra quello di una donna che vende piccoli fiori fatti di carta: qualcosa di apparentemente inutile davanti a ciò che sta succedendo. Ma lei c’è. E’ tutti i giorni al suo posto per offrire un po’ di bellezza. Mario è colpito dagli occhi della donna e scambia con lei alcune parole offrendole un caffè. Qualche mese dopo il fotografo è di nuovo lì. Sarajevo è sotto assedio, ma la fioraia resiste. Il reporter le chiede la sua nazionalità e lei risponde “sono nata a Sarajevo”, allora, pensando di riuscire a capire la sua etnia dal nome, lui le chiede come si chiama. Lei scarabocchia qualcosa su un foglietto: "Fioraia". Nessun nome, nessuna etnia. 

 

 

Sono queste due lezioni che il fotografo, e il lettore con lui, imparano subito. Da allora, tornare a trovarla diventa per Mario un appuntamento fisso cui non mancare. Fino al giorno in cui al suo banco lei non c'è più.

Una storia di dignità e resistenza. Una storia di parole, di illustrazioni e di spazi bianchi. Una di quelle storie vere davanti alle quali non puoi tirarti indietro, non puoi girarti dall’altra e fare finta di non averle incontrate.

 A questo LINK la storia da cui è nata l’idea di questo albo illustrato e la fotografia della Fioraia scattata da Mario Boccia

domenica 19 giugno 2022

QUANDO LA MAMMA SI ARRABBIA


Gabriele Clima, Lorenzo Sangiò (ill.)

Regina Kattiva

Edizioni Corsare, 2021. 36 p.

Età +5

Ogni volta che la mamma si arrabbia è un trauma emotivo per i bambini, anche se è già successo, anche se sanno bene che dopo un po’ la mamma torna buona come sempre. La rabbia è l’altra faccia dell’amore e tutte le relazioni solide ne contengono un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Nelle situazioni normali, di fronte a queste crisi i bambini imparano pian piano a trovare un loro modo per resistere, per aspettare che la tempesta si calmi e, a volte, anche a poter contribuire affinchè questa forte emozione cali d’intensità. 

Caterina, la protagonista di questo libro illustrato, ha trovato un modo per spiegarsi come la sua dolce mamma possa, ogni tanto, diventare così cattiva. E’ colpa di un incantesimo di Mago Salamandro che la trasforma in “Regina Kattiva”. Questo incantesimo si può annullare con l’aiuto di Mentino, il folletto che vive sotto il suo letto, della Strega Saggina, che abita nel parco, della Fata Dolcina e del principe azzurro Belcillotto, che compaiono al momento giusto per darle sostegno. Con il loro aiuto, per sconfiggere il maleficio di Salamandro, Caterina affronta il Gigante Latronio e il drago Zannasso, finché tornata dal Bosco Vecchio, ritrova la sua mamma preoccupata che la sta cercando. Un abbraccio e tutto torna tranquillo come prima.

In tutto il libro realtà e immaginazione si incrociano: è la fantasia di Caterina che le fa vedere, per esempio, il portiere come il cattivo Gigante Latronio e la ruspa dei lavori in corso in strada come il drago Zannasso che le impedisce il cammino. Sono tutte rappresentazioni di quella capacità che hanno i bambini di vedere oltre il reale, ma senza mai effettivamente staccarsi del tutto da esso.

 

Come ha detto anche lo stesso Gabriele Clima parlando di questo libro, il potere di immaginazione dei bambini non è fine a se stesso. Ciò che immaginano ha sempre un legame con la realtà. Si può dire che la loro fantasia, la loro immaginazione sia una delle difese (forse la più efficace) che hanno e a cui si affidano per interpretare o per dare un significato e una soluzione a ciò che gli succede intorno. D’altra parte il potere delle storie è per tutti i lettori quello di offrire loro la possibilità di vivere situazioni simili alla propria, di riconoscersi nei personaggi, di confrontare con le proprie le reazioni che essi hanno in dati momenti, di partecipare direttamente della vicenda con il grande vantaggio di esserci dentro e fuori allo stesso momento, avendo quindi la possibilità di metabolizzare diversamente ciò che leggono (o sentono leggere) rispetto a ciò che vivono realmente e di trarne e trattenerne ciò che gli sembra loro più utile. Questo è un processo che si acquisisce e si affina nel tempo, con l’allenamento, con la lettura costante e il coinvolgimento nella lettura. Con la capacità di fare “lettura profonda”. Più i bambini sono piccoli, più il confine tra realtà e fantasia è sottile, all’inizio perfino inesistente. Crescendo i due piani si differenziano e la lettura diventa veramente “palestra” dove allenare le emozioni.

Leggendo questa storia e guardando queste figure non si può non pensare ad un “classico” sul tema della mamma che si arrrabbia “Urlo di mamma” di Jutta Bauer, Nord Sud Edizioni. Un libro che non dovrebbe mancare tra le letture dei bambini.

Gabriele Clima, Lorenzo Sangiò (ill.)

Regina Kattiva

Edizioni Corsare, 2021. 36 p.

Età +5

 

sabato 16 aprile 2022

Strumenti del mestiere: VIVERE LA LETTURA. COME LEGGE IL CERVELLO DEL BAMBINO DA ZERO A SEI ANNI


Luigi Paladin

Vivere la lettura. Come legge il bambino da zero a sei anni

Idest, 2021. p. 195

Uno strumento molto interessante per chi si occupa di lettura con i più piccoli lo propone Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, saggista, esperto in libri e lettura per l’infanzia, con “Vivere la lettura. Come legger il bambino da zero a sei anni” (2021), un nuovo libro che fa seguito a “Libro fammi grande. Leggere nell’infanzia” (2012) e “Nati sotto il segno dei libri. Il bambino lettore nei primi mille giorni di vita” (2015), entrambi scritti insieme a Rita Valentino Merletti e tutti pubblicati da Idest.

Questo nuovo lavoro porta il tema ad un livello di ulteriore approfondimento in considerazione delle più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze sui meccanismi attraverso i quali il cervello umano si impadronisce della lettura, competenza complessa e su come questa competenza, soprattutto se acquisita da piccoli, venga a sua volta a sostenere e arricchire funzioni diverse, non solo legate all’ambito cognitivo e del linguaggio, ma anche relative alla memoria, all’attenzione, e alla consapevolezza emotiva e l’empatia. Funzioni socio-relazionali che poi, in combinazione tra loro, apportano sostegno anche alla creatività e alla flessibilità.

Leggere non è “solo” decifrare un testo o “solo” guardare le figure.

Nè si legge solo con gli occhi. La mente fa di più. Le neuroscienze dicono che la lettura è un’immersione nel movimento e nell’azione. Un’esperienza profonda, complessa che coinvolge la mente e il corpo del bambino, i suoi sguardi, i movimenti, le espressioni del viso che hanno a che fare con il libro che si legge e quello che il bambino stesso si costruisce. E non da ultimo un’esperienza di condivisione con l’adulto mediatore e la sua capacità di offrire libri e situazioni di profondo coinvolgimento che consentano al bambino di entrare nel libro con tutto se stesso, di vivere la lettura.

L’età da 0 a 6 anni è un’età d’oro, il periodo più fertile del cervello, in cui si mettono le basi del processo evolutivo, e il più importante per la nascita del lettore:

a) perché in questa età la scoperta del libro è scoprire uno strumento che lo arricchisce, gli piace, lo incuriosisce, lo coinvolge emotivamente e lo fa stare bene

b) perché in questo periodo non è pressato da “dover” essere “istruito con orari, impegni, pressioni, performances, ma è più libero di esplorare (guidato), provare piacere, guardare, entrare in vero contatto con i libri.

Fino ai 6 anni il cervello del bambino è definito dai neuroscienziati in base alle sue competenze “illetterato e iconico”. Ciò significa che è impegnato nel riconoscimento di ciò che vede (natura, immagini, oggetti, visi…) solo dai 6 anni inizia il cosiddetto “riciclaggio neuronale”, per il quale, semplificando molto, alcuni neuroni del cervello del bambino, prima predisposti ad altre funzioni innate, come guardare e osservare, si adattano per compiere le funzioni richieste dall’apprendimento della lettura alfabetica e e poi esercitarla.

Perciò non vale iniziare in modo pressante l’insegnamento della lettura e della scrittura prima della scuola elementare pensando di aiutare i bambini, pensare che fare prima quello che si deve fare dopo possa avvantaggiare i bambini. Anticipare non porta benefici reali, ma può essere addirittura controproducente

Questo libro comunica in modo chiaro e accessibile, pur in termini tecnicamente precisi e scientificamente sostenuti, gli aspetti complessi che le neuroscienze studiano e fanno capire il lavoro del cervello durante l’interazione sociale e la lettura. Luigi Paladin mette poi in relazione la lettura del mondo e l’esperienza che i bambini ne fanno con corpo e parole con la lettura dei libri condivisa con un adulto. L’incontro con il primo libro è, in prospettiva, una delle esperienze più arricchenti che un bambino possa fare e dalla reiterazione attenta e consapevole di questo momento può veramente dipendere il suo futuro di lettore e di persona. L’aspetto importante che fa di questo libro uno strumento utilissimo sono poi i capitoli che, sulla base della teoria spiegata nella parte iniziale, descrivono quelle che sono le caratteristiche principali che i libri per i piccolissimi dovrebbero avere, focalizzando su come sono costruiti, su cosa mettono in rilievo, sugli schemi narrativi e le protostorie che contengono. Le narrazioni, testuali o iconiche, devono corrispondere a determinati criteri in modo da poter essere pienamente fruiti dai piccoli dando loro, oltre che piacere di relazione, arricchimento per il linguaggio e l’immaginazione. Non mancano, infine, indicazioni sulle migliori modalità di lettura da impiegare con i bambini più piccoli, focalizzando sulla lettura dialogata che coinvolge attivamente adulto e bambino per condividere l’esperienza di lettura facendosi guidare dagli interessi, dalle domande, dalle reazioni dei bambini, incoraggiandone la partecipazione attraverso domande, ripetizioni e facendo riferimenti alle esperienze di vita vissuta dei bambini stessi. Una lettura immersiva che non richiede di essere attori, di avere un dizione perfetta, ma di concentrarsi sul bambino, lasciarsi coinvolgere e divertirsi insieme.

 

venerdì 8 aprile 2022

RIUSCIRE A FARCELA, NONOSTANTE TUTTO


Alice Keller

Tariq

Camelozampa, 2021. 160 p.

consigliato da 12 anni

 

Immagino di avere davanti tutto il tempo del mondo. Tutte le possibilità”. Così pensa Tariq galleggiando nell’acqua

Non è vero. Tariq non ha davanti tutto il tempo del mondo, nè tutte le possibilità. Tariq che vive nei palazzoni in periferia dove non arriva né acqua né corrente. Tariq che va male a scuola. Tariq che si rende conto di non aver sempre fatto ciò che avrebbe dovuto. Tariq che disturba in classe e aggredisce gli insegnanti. Tariq che viene sospeso. Tariq che … .

Ma forse sì, anche Tariq dovrebbe avere tutte le possibilità del mondo. Tariq che voleva farcela, che voleva studiare e che si era iscritto al liceo. Tariq che vorrebbe sapere di cosa parla Madame Bovary, Tariq che aiuta Afya e i suoi bambini. Tariq che … .

Ma quando qualcosa si rompe dentro è difficile recuperare. Non si sa esattamente cosa si è inceppato in Tariq. Certo è che non lo ha aiutato vivere in quel posto dimenticato in mezzo al nulla, all’erba secca e ai rifiuti. Non lo ha aiutato avere un padre che fa doppi turni per riuscire a portare a casa soldi per tutto, ma che per il resto non c’è. Non lo aiuta un fratello grande che lo picchia e lo insulta dopo essersi ubriacato con il poco denaro racimolato chissà come. Non lo aiuta …

In fondo al tunnel di Tariq, però, c’è anche una piccola luce. La luce di Jasmine che anche se non tutto per lei è andato come doveva, lo fa sentire migliore. La luce di sua sorella che cerca con fatica di dargli fiducia, di sorreggerlo nell’oscurità in cui sembra bloccato, che lo porta sul ciglio dell’autostrada a correre fino a finire il fiato e trovare così il modo per sfogarsi e il coraggio di parlare. La luce di sua mamma che, appena partorito un piccolo prematuro di cui deve occuparsi a tempo pieno, si mantiene in precario equilibrio ai margini della famiglia offrendogli il suo amore come può. La luce di un pomeriggio al mare dove galleggiando sull’acqua tutto il male, il dolore sembra lontano. Tra una settimana ricomincia la scuola … .

In lontananza arriva un temporale. Il cielo si fa scuro. Il vento si alza. La pioggia comincia a cadere.

Non è tutto finito, o sì? Chissà come andrà tutto a finire.

La storia di Tariq è una di quelle storie che si legge tutta d’un fiato, che ti prende e ti porta direttamente nella vita, nella testa e nel cuore del protagonista. Un romanzo breve e veloce, dal ritmo serrato che segue tutto ciò che Tariq pensa, dice e fa. Ed è Tariq stesso che racconta ciò che pensa, ciò che dice, ciò che fa. Una narrazione in prima persona che non lascia tempo alle distrazioni e che rimane a lungo in testa.

Non è detto quanti anni ha Tariq né dove vive. Tariq sta per tutti quei ragazzi che per qualche motivo si trovano con la vita messa di traverso davanti a loro. Per quei giovani che devono trovare il modo di andare avanti, scavalcando o aggirando tanti ostacoli, per non andarci a sbattere contro. Per quei ragazzi che devono trovare in se stessi la forza, perché non hanno molto né molti su cui fare affidamento

.

 

mercoledì 16 marzo 2022

Strumenti del mestiere: LEGGERO LEGGERO'


Antonio Ferrara

Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri

Interlinea, 2021

Chi si interessa di lettura e di libri, vedendolo, non riesce a non prendere in mano questo libro di piccole dimensioni dal sottotitolo curioso e intrigante. Lo ha scritto Antonio Ferrara, conosciuto autore per ragazzi, ma anche illustratore e formatore. Ha lavorato a lungo con i giovani in una comunità alloggio e da sempre è convinto del grande potere che hanno lettura e scrittura per l’educazione (non formale) dei ragazzi, sia in termini di educazione sentimentale e alle emozioni, sia in termini di prevenzione del disagio (che poi sono spesso le due facce della stessa medaglia).

Si tratta di una raccolta di brevi interventi sulla lettura, sul leggere, sul condividere letture, sul leggere ad alta voce, con qualche incursione nello scrivere e nello scrivere per ragazzi in particolare.

Tutte le brevi dissertazioni qui raccolte sono basate su un grande amore per la parola scritta e per ciò che con le parole si può fare. L’assunto di partenza è che “siamo fatti di storie” e che ogni parola ne è elemento fondante. Le parole hanno sempre conseguenze, così come i silenzi e molto è dovuto anche al come sono combinate tra loro, pronunciate e presentate.

Si tratta di un libro che fa riflettere sull’amore per lettura e libri e che sottolinea l’importanza di questa passione per i giovani e per chi con i giovani lavora quotidianamente.

Leggere è sexy” è il titolo di una delle sezioni in cui il libro è diviso e questo titolo salta subito all’occhio scorrendo l’indice. Al suo interno si trovano la passione e l’amore per i libri che possono diventi anche passione e amore “fisici”. La lettura implica corporeità, soprattutto quella ad alta voce, perché è la voce che dà corpo alle parole, ma è anche il modo in cui chi legge si atteggia, la sua mimica, il suo sguardo, le sue espressioni che creano la storia. Leggere è fare un viaggio. Leggere insieme o ascoltare insieme è viaggiare insieme, fare la stessa esperienza, provando, però, anche cose diverse.

Leggero leggerò” è un libro da leggere di seguito dalla prima all’ultima pagina, ma anche “assaggiandolo” qua e là per trovare spunti di riflessione e per prendere coscienza del proprio modo di leggere e approcciarsi ai libri e alle storie. Un libro ricco di spunti per migliorare il proprio modo di far innamorare della lettura e per promuoverla attraverso il controllo della voce e la passione per la sua forza.

Per approfodire, un’interessante intervista a Antonio Ferrara su questo libro la si può trovare qui