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lunedì 26 febbraio 2024

SCOPRIRE L'AMICIZIA

Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

E’ primavera Signor Alce!

Kite, 2024. 32 p.

Età +5


Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

Il Signor Alce

Kite, 2021. 36 p.

Età +5

 

Il Signor Alce è un tipo solitario e molto abitudinario. Lo abbiamo conosciuto qualche anno fa quando, nel prepararsi all’inverno, ha scoperto che le tarme avevano distrutto il suo maglione rosso. Non potendolo aggiustare, ha deciso con fatica di andare a comperarne un altro. Andare tra la gente, soprattutto chiacchierona e invadente, è per lui una vera tortura. Così, arrivato al negozio, si guarda velocemente in giro e compra un maglione identico a quello che aveva. Veloce torna a casa e, solo come sempre, torna alle sue occupazioni. Un giorno, mentre è nell’emporio per dei croccantini per la gatta, viene a sapere che il Signor Bruno, l’orso carpentiere, si è rotto una gamba ed è costretto a stare a casa. Per fortuna alcuni abitanti del villaggio si sono offerti di andarlo ad aiutare, e così anche il Signor Alce inizia a fargli visita. In realtà gli altri non vanno a casa di Bruno con grande assiduità, mentre Alce sì e, pian piano, tra loro nasce una timida amicizia.

Da allora il Signor Alce è un po’ meno solitario e la sua routine fatta di vita in casa con la gatta Morgana a occuparsi delle sue cose e mangiando torta di cipolle, biscotti, castagne, crostate, funghi e strudel, è solo un lontano ricordo.

Con il signor Bruno, infatti, sono diventati migliori amici e si fanno visita quotidianamente spartendo il tepore del focolare casalingo di uno o dell’altro, te e biscotti, qualche parola e molti silenzi. Alce e Bruno, infatti, non hanno molto da dirsi. La loro amicizia, però, è comunque sincera perché tra loro ogni cosa non ha bisogno di spiegazione e nasce dal cuore.

Nessuno dei due avrebbe mai detto, che dopo una vita in solitudine avrebbero scoperto la bellezza dell’amicizia.



Nel secondo libro appena pubblicato si racconta di Alce e di Bruno che in vista della bella stagione pensano di andare a pescare insieme. Alce ricorda di avere due canne da pesca nel suo magazzino, ma c’è troppo disordine e non riesce a trovarle. I due amici iniziano, così, a riordinare il capanno: c’è così tanta roba che non ci si muove. Pian piano tutto entra nelle scatole o viene buttato e, alla fine, ovviamente, le canne da pesca saltano fuori.

Le storie “Il Signor Alce” e “E’ primavera Signor Alce!” sono due storie lineari con una narrazione scorrevole accompagnata da illustrazioni dai colori tenui e caldi. L’atmosfera che si percepisce leggendo e osservando queste pagine è un’atmosfera di pace e tranquillità. La vita dei due scorre lenta e senza grandi scossoni, non si agitano, non perdono la pazienza. Anche l’ambiente dove vivono è pacifico. Difronte a tanta calma, i lettori non possono rimanerne staccati. Pagina dopo pagina, infatti, questo stato di quiete si trasmette anche a loro, a chi legge per sé, a chi legge ad alta voce per gli altri, a chi ascolta.

Anche la natura riflette in queste storie due momenti di particolare tranquillità nel corso dell’anno quali sono l’arrivo dell’autunno, nel primo libro, e quello della primavera nel secondo. Autunno e primavera, infatti, sono due stagioni di passaggio, dalle caratteristiche meno definite e impattanti della calda estate o del freddo inverno. Rappresentano rispettivamente un momento di abbandono verso il sonno e il riposo dell’inverno e il momento del risveglio verso l’estate. E la vita di Alce e di Bruno segue i ritmi lenti e cadenzati delle stagioni, rispecchiandone l’atmosfera.

Le illustrazioni di Richolly Rosazza con il suo tipico stile onirico e sognatore, sono perfette per queste narrazioni. L’uso delicato del colore è attento e studiato per sottolineare le sfumature delle stagioni, del carattere dei personaggi, delle relazioni tra di loro, delle loro emozioni. Un approccio ben diverso dalla standardizzazione dei colori delle emozioni e degli stati d’animo che si ritrovano in tanti libri tutti uguali per la gamma cromatica piatta troppo facilmente riconoscibile in tutti. Come l’uso dei colori, anche la realizzazione grafica di Rosazza è molto incisiva. Si tratta di figure suggestive, fantastiche e meravigliose che narrano col testo di situazioni reali e concrete. Figure bizzarre e inconsuete, curiose e attraenti, ricche di potenza comunicativa.

Quelle del Signor Alce sono due storie perfette per un momento di coccola, per una pausa dal caos della giornata, per avvicinarsi al momento della nanna.


giovedì 15 dicembre 2022

UNA FAVOLA NEL BOSCO DELLE FIABE

Eva Montanari

Più veloce di tutti

Kite Edizioni, 2022 – 36 p.

età 5+

La favola della lepre e della tartaruga la conoscono tutti. Forse qualcuno meno conosce il paradosso di Zenone. Sono due narrazioni cui non si può non pensare leggendo “Più veloce di tutti” di Eva Montanari pubblicato da Kite Edizioni. E’ la storia di una lepre che desidera dimostrare di essere l’essere vivente più veloce al mondo. Gareggiare senza avversari e senza nessuno che possa guardare la sfida, però, non le dà soddisfazione, né dimostra la sua capacità. Inutilmente cerca qualcuno alla sua altezza, ma solo una vecchia tartaruga accetta di correre con lei fino al limite del bosco. Pur convinta che si tratterà di vincere facile, la lepre inizia la sua corsa contro la tartaruga, ma lungo il cammino incontra diversi personaggi che la distraggono prima dicendo che vogliono anche loro accettare la sfida, e poi fermandosi poco più avanti, attirati da qualcosa che li interessa di più. Si tratta di un ranocchio, di un gatto, di un lupo, di due fratellini, di tre orsi e di una principessa. Quest’ultima, toccando un oggetto appuntito, cade addormentata e con lei tutti gli altri. Sentendosi stanca, anche la lepre decide di fare una pennichella, solo pochi minuti… . Nel frattempo, però, la tartaruga continua a camminare. E’ l’unica ad aver preso seriamente la gara e, soprattutto, ad essersi presa il tempo di osservare, andando piano, tutto ciò che succede in quel bosco. Inutile dire che, alla fine, è lei a vincere la competizione, mentre un principe che ha percorso pian piano tutte le pagine nascondendosi tra i disegni, dà la svolta finale a tutta la storia. Una storia nella storia.

Questo libro di Eva Montanari è geniale nel suo contenuto e perfetto nella sua realizzazione. Parole e illustrazioni si accompagnano in rara sintonia. Le parole sono dolci, delicate, attentamente scelte e organizzate sulla pagina, così come i disegni sono deliziosi, ricchi di particolari, tenui e sinuosi. Insieme portano il lettore nel magico mondo delle fiabe. Tra queste pagine chi già le conosce, può ritrovare, tra gli altri Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, La Bella Addormentata nel Bosco, Il gatto con gli stivali … . Chi, invece, non conosce ancora le loro storie, fa con loro il primo approccio e incuriosito andrà sicuramente a leggersele (o a farsele leggere) per assaporarne la bellezza. Bellezza di cui, la lepre, non riesce a godere. Correndo tanto velocemente, infatti, non si accorge di ciò che succede intorno a lei e si perde tante occasioni.

Non penso di esagerare nell’interpretazione se dico che è come se l’autrice volesse suggerire che non incontrare le fiabe nel corso della vita significa perdere qualcosa di importante, di potente, di fondamentale. Le fiabe, sappiamo, rappresentano la vita. “Sono la vita”, diceva Calvino. Nelle fiabe, nella loro versione originale, troviamo l’essenza dell’esistenza umana, tanto nei suoi aspetti più dolci e piacevoli, tanto in quelli più truci, cruenti e dolorosi. E i bambini hanno bisogno di affrontare queste narrazioni, di trovare in esse strumenti per preparasi a diventare grandi. Le fiabe sono contenitori di vita, di emozioni, di situazioni, sono occasione di crescita. E’ per questo che piacciono sempre ai bambini (anche se spesso gli adulti gliele negano, soprattutto nelle versioni più vicine all’originale, o le snaturano modificandole …) ed è per questo che le parti per loro più interessanti, sia nei testi che nelle illustrazioni, sono sempre quelle più “forti”.

Più veloce di tutti” risulta essere, quindi, un albo illustrato di valore che, mentre da una parte riprende la morale della favola della lepre e della tartaruga, metafora dell’arrivismo e della velocità che caratterizza i nostri tempi, a scapito della scoperta di tanti tesori che solo andando piano si possono incontrare, catapulta in modo molto originale i lettori nel bosco delle fiabe, nel mondo fantastico di queste narrazioni ancestrali e del loro potere catartico.

Una lettura piacevole e molto arricchente che cattura ad ogni rilettura con nuovi particolari visivi e di significato di testo, spingendo a leggere e a rileggere queste pagine, abbandonandosi ogni volta alla meravigliosa esperienza di entrare e uscire dalle storie.

Eva Montanari ha più volte lavorato intorno alle fiabe come, per esempio, realizzando qualche anno fa “Indovina chi viene a cena?”, anch’esso pubblicato da Kite e di cui ho scritto qui.

 

mercoledì 19 ottobre 2022

SEI TU A DECIDERE

Jeffrey e Lisa Bone con le illustrazioni di Valeria Docampo e la traduzione di Sara Ragusa

Non tutte le principesse

Terre di Mezzo, 2022. 32 p.

età 5+

Lo sappiamo. Esistono i “libri strumentali”, libri che sono scritti con precisi intenti per affrontare determinate tematiche, per veicolare in maniera più o meno diretta idee, posizioni, concetti . Spesso non sono opere “ispirate”, nè di autori di libri per bambini, ma lavori creati da hoc da professionisti di diversi ambiti, la cui qualità è anche di diverso livello. Si potrebbe qui aprire una discussione se questi libri abbiano legittimità di letteratura, ma il discorso sarebbe ampio e complesso. Ci limitiamo a prendere atto della loro esistenza (e del loro mercato) e che, se fatti bene, possono essere utili ed efficaci nella variegata valenza che la lettura ha per la persona. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare il diritto che i bambini hanno alla varietà e alla qualità delle letture che hanno a disposizione.

Non tutte le principesse” edito da Terre di Mezzo è un libro “strumentale”: Jeffrey e Lisa Bone, gli autori sono due psicologi californiani, genitori di due bambine e in America il libro è stato pubblicato dall’American Psychological Association (APA) con le illustrazioni di Valeria Docampo, affermata artista, illustratrice di diversi libri per l’infanzia. Scopo del libro è chiaramente quello di aiutare a riconoscere e scardinare alcuni stereotipi di genere e aiutare i bambini a lasciar correre la fantasia per realizzare i propri sogni, credendo in se stessi e nelle proprie capacità.

Fatte queste premesse, possiamo passare al commento di queste pagine che per la combinazione di alcuni aspetti risultano nel complesso un libro interessante da proporre ai bambini dai 5-6 anni, sia per la lettura autonoma, sia per una lettura dialogica condivisa durante la quale parlare insieme di questi argomenti.

Non c’è vera e propria narrazione in “Non tutte le principesse” ma una sorta di presentazione basilare ed essenziale di bambine e bambini e di ciò che fanno. Il concetto è che le principesse non vivono per forza tutte nei castelli, che alcune preferiscono le casette sull’albero, che non tutti i pirati navigano sui velieri, che alcuni preferiscono gli aquiloni e che per essere dei supereroi, a volte, bastano piccoli grandi atti di coraggio, come salvare un gattino impaurito. Sono principi e principesse, eroi ed eroine, ballerine, sirene, cavalieri e trapezisti che hanno una volontà precisa e che sanno scegliere ciò che più gli piace oltre i soliti schemi. Ogni bambina e ogni bambino è speciale a modo suo e ha il diritto di realizzare i propri sogni, senza farsi condizionare dagli altri.

In questo libro illustrato si parla, con poche parole, molte immagini e tanto spazio lasciato all’interpretazione del lettore, di limiti e di stereotipi, di volontà e di condizionamenti, di coraggio e di identificazione con modelli del tutto diversi dai soliti.

I lettori vengono accompagnati in un viaggio poetico, che mette delicatamente in discussione la rigida costruzione dei ruoli di genere e sono ispirati ad accedere alla loro immaginazione e sfidare le aspettative della società. 

Interessanti, vorticose e sbalorditive sono le illustrazioni di Valeria Docampo che aiutano molto queste pagine a sembrare un libro più che solo uno strumento, una risorsa per la discussione.

Valeria Docampo, infatti, trae l’ispirazione per la sua arte nella vita di tutti i giorni e la riversa sulle pagine, creando figure delicate e potenti allo stesso tempo. La loro forza sta nell’immediata presa che hanno sugli occhi e sulle emozioni di chi le osserva. Figure piacevoli da osservare e da interpretare perché nella loro immediatezza hanno comunque sempre un alone di indefinito cui il lettore dà significato grazie agli indizi che le circondano completandoli con la propria sensibilità personale., attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere

 In questo libro, inoltre, le illustrazioni presentano due stili diversi: quelle classiche di Valeria Docampo, fin qui descritte, e altre disegnate come se avesse usato i colori a cera. Figure più vicine ai disegni che i bambini stessi fanno. In questo modo le illustrazioni sembrano suggerire un invito ai bambini a disegnare loro stessi sulla carta ciò che gli piacerebbe realizzare di sé in futuro nella realtà. Anticipazione di questa realizzazione personale libera e incondizionata è la carrellata di figure sulle pagine del frontespizio che come in un melì-melò combinano elementi diversi.

Allo stesso modo, conclusione del libro sono figure di diverse passioni e professioni,
attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi 
in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i 
condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere.


domenica 19 giugno 2022

QUANDO LA MAMMA SI ARRABBIA


Gabriele Clima, Lorenzo Sangiò (ill.)

Regina Kattiva

Edizioni Corsare, 2021. 36 p.

Età +5

Ogni volta che la mamma si arrabbia è un trauma emotivo per i bambini, anche se è già successo, anche se sanno bene che dopo un po’ la mamma torna buona come sempre. La rabbia è l’altra faccia dell’amore e tutte le relazioni solide ne contengono un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Nelle situazioni normali, di fronte a queste crisi i bambini imparano pian piano a trovare un loro modo per resistere, per aspettare che la tempesta si calmi e, a volte, anche a poter contribuire affinchè questa forte emozione cali d’intensità. 

Caterina, la protagonista di questo libro illustrato, ha trovato un modo per spiegarsi come la sua dolce mamma possa, ogni tanto, diventare così cattiva. E’ colpa di un incantesimo di Mago Salamandro che la trasforma in “Regina Kattiva”. Questo incantesimo si può annullare con l’aiuto di Mentino, il folletto che vive sotto il suo letto, della Strega Saggina, che abita nel parco, della Fata Dolcina e del principe azzurro Belcillotto, che compaiono al momento giusto per darle sostegno. Con il loro aiuto, per sconfiggere il maleficio di Salamandro, Caterina affronta il Gigante Latronio e il drago Zannasso, finché tornata dal Bosco Vecchio, ritrova la sua mamma preoccupata che la sta cercando. Un abbraccio e tutto torna tranquillo come prima.

In tutto il libro realtà e immaginazione si incrociano: è la fantasia di Caterina che le fa vedere, per esempio, il portiere come il cattivo Gigante Latronio e la ruspa dei lavori in corso in strada come il drago Zannasso che le impedisce il cammino. Sono tutte rappresentazioni di quella capacità che hanno i bambini di vedere oltre il reale, ma senza mai effettivamente staccarsi del tutto da esso.

 

Come ha detto anche lo stesso Gabriele Clima parlando di questo libro, il potere di immaginazione dei bambini non è fine a se stesso. Ciò che immaginano ha sempre un legame con la realtà. Si può dire che la loro fantasia, la loro immaginazione sia una delle difese (forse la più efficace) che hanno e a cui si affidano per interpretare o per dare un significato e una soluzione a ciò che gli succede intorno. D’altra parte il potere delle storie è per tutti i lettori quello di offrire loro la possibilità di vivere situazioni simili alla propria, di riconoscersi nei personaggi, di confrontare con le proprie le reazioni che essi hanno in dati momenti, di partecipare direttamente della vicenda con il grande vantaggio di esserci dentro e fuori allo stesso momento, avendo quindi la possibilità di metabolizzare diversamente ciò che leggono (o sentono leggere) rispetto a ciò che vivono realmente e di trarne e trattenerne ciò che gli sembra loro più utile. Questo è un processo che si acquisisce e si affina nel tempo, con l’allenamento, con la lettura costante e il coinvolgimento nella lettura. Con la capacità di fare “lettura profonda”. Più i bambini sono piccoli, più il confine tra realtà e fantasia è sottile, all’inizio perfino inesistente. Crescendo i due piani si differenziano e la lettura diventa veramente “palestra” dove allenare le emozioni.

Leggendo questa storia e guardando queste figure non si può non pensare ad un “classico” sul tema della mamma che si arrrabbia “Urlo di mamma” di Jutta Bauer, Nord Sud Edizioni. Un libro che non dovrebbe mancare tra le letture dei bambini.

Gabriele Clima, Lorenzo Sangiò (ill.)

Regina Kattiva

Edizioni Corsare, 2021. 36 p.

Età +5

 

giovedì 31 marzo 2022

RAGGRUPPARE, ORDINARE, SUDDIVIDERE, CATALOGARE



Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Tutti i bambini e i ragazzi, ma anche gli adulti, prima o poi fanno collezione di qualcosa. Chi raccoglie fumetti, chi figurine, chi tartarughine di diversi materiali e dimensioni, chi piante grasse e chi antichi attrezzi da lavoro. Anche classificare il mondo che ci circonda è un’attività spesso praticata da molti in diversi contesti. Le liste e i raggruppamenti di cose, persone, ambienti e animali aiutano, prima di tutto, a fare ordine, mentale o fisico che sia, ma sono anche un modo per imparare, per ricordare, per scoprire oltre che un interessante passatempo.

Su liste e catalogazioni si basano diversi libri sia per bambini e ragazzi, sia per adulti. Uno nuovissimo è “Unico nel suo genere” di Neil Packer, pubblicato da Camelozampa.

La breve storia di Arvo, un ragazzino che parla con il suo papà mentre sta andando in città alla lezione di violino, costituisce la cornice narrativa di questa “raccolta di raccolte”. Dalle loro parole nasce un affascinante scambio sulle categorie, sui modi in cui si classifica il mondo, sui raggruppamenti di oggetti ed esseri viventi, con interessanti e sorprendenti scoperte.

Lo scambio tra padre e figlio è accompagnato da meravigliose e dettagliatissime tavole che riempiono la maggior parte delle pagine, rappresentando magistralmente le liste e le categorie cui il dialogo fa riferimento: l’albero genealogico di Arvo e quello del suo gatto, l’insieme del regno animale, i mezzi di trasporto, le nuvole e gli edifici. Questi ultimi sia in base al tempo in cui sono stati edificati, sia in base ai materiali con cui sono stati costruiti, sia in base al loro scopo.

Il sottotitolo stesso “Una storia sul raggruppare”, indica che tutto può essere catalogato e le pagine interne mostrano come. Si possono catalogare i formaggi, le mele, gli strumenti musicali, le opere d’arte e i libri e diversi sono i modi in cui lo si può fare. Come dice l’artista nella premessa del libro “Organizzare le cose in categorie può spaziare dal metodo scientifico più complesso alla totale casualità e in questo libro ho fatto ricorso a tutto quello che c’è in mezzo a questi due estremi.” Tutto fa parte di un gruppo, di una categoria ma, allo stesso tempo, tutto è anche unico nel suo genere. L’unicità di oggetti, animali, situazioni, ambienti, cose e persone è, in fondo, ciò che racconta questo libro, premiato nel 2021 come vincitore della sezione non fiction della Bologna Ragazzi Award. Testo e tavole di Neil Packer mostrano come l’unicità di ogni cosa sia controspecchio della vastità dell’esistente. La semplicità nella complessità e la complessità nella semplicità: è il gioco di parole con cui si può riassumere questo lavoro. Non ci si pensa, ma a dire “mela” si fa presto, ma quale mela intendiamo? Si fa presto a dire “formaggio”, ma a quale stiamo pensando? Il termine “attrezzi” è generico, ce ne sono così tanti e tutti per un diverso utilizzo e anche gli “strumenti musicali” sono moltissimi così come i modi per indicare il passare del tempo sono diversi. Dal tutto all’uno e viceversa: è questo il modo per affrontare la conoscenza del mondo percependone la complessità.

Oltre alla genialità del testo, le grandi tavole, che spesso si allargano sull’intera doppia pagina, sono il punto di forza di questo libro. Sono tavole caratterizzate da un tratto retrò che affascina grandi e bambini. Grandi quadri da osservare attentamente, magari con l’aiuto di una lente di ingrandimento per non perdere nemmeno un dettaglio.

Un libro che parla di unicità presentandosi come unico. Un “libro delle cose” diverso da tutti gli altri, esempio di come anche la divulgazione possa raggiungere alti livelli di letteratura sia per i contenuti sia per l’estetica.

Interessanti anche le quattro pagine conclusive in cui l’autore spiega chiaramente ogni tavola, indicando come l’ha costruita, il significato che ha e ciò che se ne può imparare.

Un libro per tutti a partire dai 5-6 anni. Un libro da leggere e guardare per puro piacere, ma che può dare anche spunto per l’osservazione, la classificazione, la collezione, e, perché, no, per un po’ di ordine.


Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Età +6


martedì 1 febbraio 2022

TESTO, ILLUSTRAZIONI E LETTORE. INGREDIENTI FONDAMENTALI DI UN ALBO ILLUSTRATO

E’ cosa ormai concettualizzata e ben nota anche tra molti “non addetti ai lavori”, che una delle caratteristiche principali degli albi illustrati è la relazione particolare tra testo e illustrazione e la loro organizzazione sullo spazio della pagina. E’ entrato praticamente nella definizione di questo particolare tipo di pubblicazioni il concetto che la narrazione non è delegata alle parole, non è delegata alle immagini, ma si crea nel rapporto stretto e complementare tra testo e illustrazioni, rapporto nel quale, tuttavia, rimane sempre una certa componente di indeterminatezza che sarà il lettore a riempire, a colmare nel suo leggere le parole, osservare le figure e interpretare il loro rapporto alla luce del suo bagaglio culturale ed esperienziale. E’ per questo che, seppur una storia è creata e offerta dall’albo illustrato e conduce il lettore ad un finale, molti aspetti rimangono aperti e liberi di essere letti in modo diverso da ogni lettore, perfino, a volte, in modo diverso dallo stesso lettore in tempi diversi. Per lettore si intende qui il bambino cui viene proposto l’albo illustrato, ma anche l’adulto che glielo propone e, in base alla sua esperienza e sensibilità, ne lascia più o meno aperta la chiave di lettura, condividendo, eventualmente, la sua propria.


Fa piacere, quindi, trovarsi in mano degli albi illustrati che sembrano incarnazione perfetta di questa definizione, come, per esempio, “La scimmia che si era persa” (Il Castoro).

La storia si potrebbe riassumere in poche righe. Tutti al teatro stanno aspettando una scimmietta protagonista del “Grande spettacolo della scimmia” che molti spettatori sono venuti a vedere. La scimmia, però, non c’è, non si trova, sembra si sia persa. In realtà ad un certo punto arriva, ma è troppo tardi sono andati via tutti tranne una bambina. Per lei la scimmia fa lo spettacolo che risulta essere strabiliante. La piccola, così, le chiede di rifarlo il giorno dopo che avrebbe portato un amico. Di nuovo tutti sono in attesa, ma lei non arriva se non dopo che se ne sono andati e, di nuovo lo spettacolo sarà offerto solo ai pochi rimasti pazientemente ad aspettare.

Che centri l’amore in questa storia? Può essere questo uno dei modi con cui si può interpretare la narrazione del testo con l’osservazione delle illustrazioni in cui si vede la scimmietta allontanarsi dal circo e partire su una motocicletta in compagnia di un’altra scimmietta, per poi vederle sedute ad un tavolino a bere qualcosa insieme e, infine, su una pianta a chiacchierare. 

 

 Ma altre chiavi di interpretazione potrebbero essere anche l’amicizia, la voglia di vacanza per la noia della routine e del “dover” piacere a tutti, il problema di mostrarsi a tutti indistintamente, senza poter scegliere a chi rivelarsi, l’incomprensibilità di alcune decisioni, le aspettative degli altri … . Sto scrivendo queste possibili letture, ma in realtà non vorrei influenzarvi. Non vorrei rovinare la magia che si crea pagina dopo pagina nella testa del lettore nel cercare una chiave personale di lettura e che trova legittimazione della sua libertà nella domanda finale.

Alla luce dell’esasperato bisogno molti di controllare tutto, non c’è posto sugli scaffali per i libri che non finiscono, per le storie che continuano. Ma sono proprio questi libri, queste storie che aprono la mente e il cuore dei veri lettori e permettono loro di andare oltre, affinare abilità e sviluppare la fantasia.

Tanti lettori, tante letture per un albo che molto più di altri ha bisogno della complicità dello sguardo esterno per trovare completamento e che in questo bisogno nasconde il suo valore.

 

Luca Tortolini con le illustraizoni di Simone Rea

La scimmia che si era persa.

Il Castoro, 2021. 38 p.

dai 5 anni


mercoledì 22 settembre 2021

LETTERE E NUMERI

ABC. Il mio primo alfabetiere

Chiara Carminati con le illustrazioni di Anna Laura Cantone

Lapis, 2021. 52 p.

Consigliato da 5 anni


 

Dieci maestri deliziosi

Ross Montgomery con le illustrazioni di Sarah Warbuton e la traduzione di Alessandra Valtieri

Lapis, 2021. 32 p.

Consigliato da 5 anni



E’ iniziata la scuola e lettere e numeri cominciano a diventare oggetto di interesse per tutti gli scolari, in modo particolare per i più piccoli. Sono soprattutto quelli che iniziano la loro avventura scolastica ad essere affascinati e incuriositi da questi strani segni che vedono sulla carta combinati in modi diversi. Imparare a riconoscerli e cercare di dare loro un senso non è impresa semplice. Molti fanno tanta fatica a imparare a leggere e a capire i numeri. E’ quindi interessante poter disporre di libri che possano dare loro un “divertente” aiutino.

Lettere e numeri sono, per esempio, i protagonisti di due libri illustrati appena pubblicati da Lapis: “Il mio primo alfabetiere” di Chiara Carminati con le immagini di Anna Laura Cantone e “Dieci maestri deliziosi” di Ross Montgomery con le illustrazioni di Sarah Warbuton e la traduzione di Alessandra Valtieri.

In “Il mio primo alfabetiere” Chiara Carminati gioca con le lettere dell’alfabeto e con i loro suoni. Dalla A di Anatra alla Z di Zanzara, 25 piccole filastrocche raccontano di un animale che ha a che fare con qualcosa da mangiare: Carlo il Castoro, per esempio, adora le Carote, mentre il Merlo Marcello aspetta che maturi il Mirtillo e Rudi il Ramarro bacia i rametti di Rosmarino …

Protagoniste sono le lettere combinate nel testo in un susseguirsi di ripetizioni e allitterazioni. 25 animali, 25 cibi e bevande per divertirsi con le rime e imparare, grazie anche alle simpatiche e inconfondibili illustrazioni di Anna Laura Cantone, a riconoscere in maniera giocosa la forma delle lettere e a distinguere i loro suoni.

In “Dieci maestri deliziosi”, invece, il gioco è con i numeri da 1 a 10 in senso inverso. Si tratta di una allegra filastrocca con il conto alla rovescia, dove dieci maestri, usciti stanchi da scuola, si rendono conto di aver perso l’ultimo autobus per tornare a casa. Decidono così di avventurarsi a piedi attraverso il bosco dove, però, vengono seguiti da una serie di mostri pronti a mangiarli. All’inizio non ci si aspetta che i mostri mangino effettivamente i maestri e solo alla fine si capisce che lo fanno davvero. Da qui la spiegazione dell’aggettivo “deliziosi” del titolo, aggettivo del resto piuttosto insolito per descrivere gli insegnanti.

Il libro è veramente divertente, soprattutto per i bambini. Oltre al simpatico testo in rima, al divertimento contribuiscono sicuramente le illustrazioni ricche di dettagli spiritosi e che rappresentano questi mostri come colorati e soffici peluches pronti ad afferrare e a divorare gli incauti insegnanti che per vari motivi si staccano dal gruppo. Ad un certo punto della storia arriva, però, la svolta e l’ultima parola, l’ultima risata inaspettatamente è per una maestra del gruppo. Per chi?

Questi sono due esempi di come la lettura di libri illustrati può essere un modo divertente per coinvolgere i bambini ed avvicinarli ai vari argomenti, anche se sappiamo bene e non smettiamo mai di sottolineare che i libri e gli albi illustrati non hanno come primo scopo quello di insegnare nulla, né sono medicine o bacchette magiche che possono risolvere problemi e difficoltà. Altrettanto bene sappiamo che non è opportuno voler anticipare i tempi e insegnare a leggere, scrivere e far di conto ai bambini prima del momento giusto. Altro discorso è, però, assecondare le curiosità dei bambini e il loro bisogno naturale di sapere, per cui libri come questi possono costituire un divertente mezzo da utilizzare.

In generale leggere libri con i bambini in età prescolare è prima di tutto un piacere, un divertimento, una coccola di voce, un tempo dedicato, un momento di stretta relazione. Gli aspetti positivi a livello cognitivo e linguistico, nonché informativo, che dalla lettura derivano ai piccoli, si palesano comunque, anche se in tempi più lunghi.

lunedì 30 agosto 2021

COME LA DANZA DELLE FOGLIE IN AUTUNNO

 Angelo Mozzillo con le illustrazioni di Marianna Balducci

IO SONO FOGLIA

Bacchilega Junior, 2020. [30p.]

Consigliato dai 5 anni

 

 

Che emozione passeggiare in autunno lungo un viale alberato: le foglie che in estate ornano i rami, adesso volteggiano nell’aria e cadono a terra creando uno spesso e morbido tappeto naturale di forte intensità cromatica.

Le foglie in autunno si accartocciano e assumono forme strane e colori caldi e avvolgenti: la loro bellezza unica ha ispirato il progetto artistico di “Io sono foglia”, il libro nato da un’idea visiva di Marianna Balducci e tradotto in rima da Angelo Mozzilla.

 

Le forme delle foglie hanno suggerito all’illustratrice i diversi stati d’animo che ogni bambino sperimenta nelle sue giornate. Emozioni forti, a volte contrastanti tra loro, tutte fondamentali per lo sviluppo dei piccoli come persone. I bambini non sono sempre “tranquilli e beati” o, al contrario “pestiferi e dispettosi”, come spesso, a torto, vengono considerati. I bambini sono felici e tristi, impauriti e coraggiosi, interessati e annoiati, … . Riconoscere le emozioni e saperle accettare e/o controllare è alla base per una loro crescita armonica e, allo stesso tempo, per una guida rispettosa di questa crescita da parte degli adulti.

Giocando con la forma delle foglie e gli atteggiamenti del bambino protagonista del libro, Marianna Balducci ha creato una carrellata di immagini (fotografie e disegni) che, come una sorta di “erbario” rappresentano la mutevole indole e la complessa identità di ogni persona, anche delle più giovani. Le parole di Angelo Mozzillo per loro parte, interpretano poeticamente le forme delle foglie e le espressioni del bambino, e raccontano di questa sua unicità.

La conclusione è un inno all’essere figlio e all’essere genitore, un legame stretto che comprende e accetta ogni sfumatura emotiva e che tiene unite le persone, nell’accoglienza e nell’amore, come uniti sono il ramo e la foglia.

Una grande idea che ha regalato a queste pagine il Premio Andersen 2021per la categoria 0-6 anni con la motivazione: “Per la profonda delicatezza con cui gli autori hanno dato vita a un insolito e felice progetto editoriale. Per la precisione e la delicatezza con la quale raccontano gli stati d’animo, spesso confusi e contrastanti, che i piccoli attraversano. Per tavole raffinate e brillanti che coniugano trepida grazia e lieve ironia.”

Un bellissimo libro che si presta anche ad essere base per un laboratorio creativo con le foglie in autunno, per giocare con le loro forme e i loro colori e in esse riconoscere emozioni e identificare gli stati d’animo e gli atteggiamenti tra i quali ogni giorno ci si muove come in una danza.


Angole Mozzillo con le illustrazioni di Marianna Balducci

IO SONO FOGLIA

Bacchilega Junior, 2020. [30p.]

Consigliato dai 5 anni

lunedì 2 agosto 2021

NON IL SOLITO LIBRO SULLA PRIMAVERA


Il Germoglio che non voleva crescere

Britta Teckentrup con la traduzione di Sante Bandirali

Uovonero, 2021. [38 p.]

Consigliato da 6 anni.

Chi legge abitualmente libri e albi per bambini sa che copertina e titolo non sempre sono chiari indicatori del contenuto del volume nel suo complesso. Spesso, infatti, l’idea che sembra veicolata dall’”involucro” esterno, rivela un interno che non ci si aspetta. Nella produzione migliore, però, questo non è fuorviante: il contenuto, infatti, si rivela una sorpresa, perché molto più ricco da diversi punti di vista di ciò che si possa pensare prima di aprirlo.

Il germoglio che non voleva crescere” né è un bell’esempio. Diversamente da quanto possa sembrare, non è uno dei tanti libri classici sulla primavera, sullo sbocciare dei fiori, sul crescere delle piante e sul susseguirsi delle stagioni nel corso dell’anno. E’ la storia di un semino che, a differenza degli altri, non cresce subito forte e rigoglioso all’apparire dei primi caldi, ma, sviluppatosi dopo, cresce piano e trova difficoltà a farsi strada nello spazio già occupato da tutti gli altri germogli ormai diventati piante e fiori. Formica e coccinella sono preoccupate per la difficoltà di questo germoglio e tentano in ogni modo di facilitargli la via verso la luce tra gli altri virgulti. Non è facile sopravvivere nell’intrico di foglie, erbe e radici, ma la piccola piantina non demorde, non si lascia scoraggiare e accompagnata da formica e coccinella prima, e dagli altri animali del bosco poi, si sviluppa serpeggiando nello spazio che trova nel sottobosco e raggiunge alla fine la luce mostrando tutta la sua rigogliosità.

In realtà, ciò che sottende alla narrazione delle immagini e delle parole di Britta Teckentrup, è molto più di una storia di primavera, di natura, di semi e di fiori. E’ una storia che parla delle differenze tra gli individui e della loro unicità: non tutti crescono allo stesso tempo, alla stessa velocità, raggiungendo gli stessi obiettivi. Ogni essere vivente, comprese le persone, è diverso da tutti gli altri, ma ciò non significa che non possa arrivare dove vuole arrivare. Ci può volere un tempo diverso, ci possono essere modalità diverse, ma ognuno, prima o poi, trova la sua strada. Nel cammino di ognuno, poi, ci sono anche gli altri che possono fare la differenza aiutando, come fanno gli amici, in questo caso la formica, la coccinella e gli altri animali, ma anche, purtroppo, a volte, creando intoppi e problemi, come fanno i nemici. Ognuno cresce in una comunità e, tema oggi piuttosto attuale, il ruolo di questa comunità “educante” è molto importante. Ciò, però, non toglie nulla al fatto che vale comunque la pena, percorrere la propria strada e lasciare un segno, anche piccolo, del proprio passaggio.

Le tavole che compongono questo libro illustrato sono di una bellezza straordinaria e l’occhio prova piacere a perdesi nell’osservarle. Sono un lavoro artistico che accompagna perfettamente la poeticità del breve testo in cui si racconta tutto con estrema semplicità e chiarezza senza scadere nel didascalico o nel moraleggiante. Colori che sottolineano emozioni, emozioni che prendono forma nei colori e nelle parole. Anche non avendo a disposizione il testo originale in tedesco, si riesce a capire come la traduzione sia stata fatta con estrema cura, scegliendo le parole con attenzione rendendo bene tutta la sua intensità.

Interessante notare che la tecnica usata da Britta Teckentrup nelle sue tavole è molto simile a quella di Eric Carle: entrambi, infatti, creano i loro fogli colorati con varie tecniche per ottenere diversi pattern da cui, poi, ritagliare forme e creare collages. Il risultato finale, però, è un po’ diverso per l’elaborazione al computer che, a differenza di Carle, la Teckentrup mette in campo.

Un libro che si può leggere a più livelli e che, quindi, può essere proposto a bambini di diverse età e venire da tutti apprezzato.

 


venerdì 9 luglio 2021

UN LIBRO DOUBLE FACE

Sandro Natalini

I tre porcellini

Giralangolo, 2021. 26 p.

Consigliato da 4 anni





Possiamo definire “I tre porcellini” di Sandro Natalini, pubblicato a giugno da Girlangolo, un libro double face: un leporello con la nota storia a parole da una parte e la sua versione in pittogrammi dall’altra.

Rosa e nero sono i due colori che raccontano con le figure l’avventura dei tre fratelli alle prese con l’attacco del lupo alle loro casette. Si tratta di una storia da seguire con gli occhi e con le dita lungo una lunga strada nera, seguendo la quale si vengono a conoscere pensieri (nei fumetti) e azioni dei maialini, fino alla brutta fine del lupo nel pentolone. Una frase all’inizio “C’era una volta ...”, tre onomatopee per i rumori nei punti fondamentali della narrazione “gnam-gnam”, “swoosh, swoosh” e “pluff”, e una frase alla fine “e vissero felici e contenti”. Il resto della storia è affidato al piccolo lettore che, facendosi letteralmente circondare dalle pagine del libro, trova infiniti dettagli da decifrare, interessanti disegni da osservare e simpatiche espressioni da esaminare. In questo è facilitato da una grafica pulita e essenziale che, pur implicando una buona capacità di osservazione, è, allo stesso tempo, molto efficace.

Sul retro, invece, un testo, apparentemente in disordine, racconta brevemente l’avventura dei tre porcellini utilizzando una bella font rotonda a dimensioni diverse per tante parole scelte con cura e con altrettanta attenzione posizionate sul foglio.

Un lavoro interessante dal punto di vista grafico, piacevole da leggere e da guardare con i bambini, sorprendente nel suo insieme. La rivisitazione della fiaba risulta qui fresca e moderna. L’assenza delle parole non la rende “muta”, anzi rafforza l’ironia contenuta nelle figure e segna un nuovo punto a favore dell’inesauribile fonte di stimoli narrativi ed emotivi che sono le fiabe. L’uso dei pittogrammi, invece, la rende fruibile trasversalmente dai bambini che ancora non sanno leggere e dai bambini più grandi con difficoltà di lettura, ma che riescono a narrare la storia partendo dalle immagini.

Dopo “Cappuccetto Rosso”, uscito nella versione leporello a pittogrammi, sempre per Giralangolo nel 2019 e vincitore quell’anno del Premio Andersen per il “miglior libro fatto ad arte”, quale sarà la nuova fiaba che Girlangolo ci proporrà nel progetto di Sandro Natalini “Le fiabe in pittogrammi”? La attendiamo con impazienza.

domenica 4 luglio 2021

GIOCHIAMO CHE IO ERO ... E TU ERI ...?

Emma AdBåge con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles

La buca

Camelozampa, 2020. 40 p.

Consigliato dai 6 anni


Emma Adbåge con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles

Facciamo che Io ero un Supereroe!

Beisler Editore, 2021. 28 p.

Consigliato da 5 anni.

 

I giochi dei bambini, quando sono lasciati liberi di esprimersi, sono una fucina di fantasia. Basta uno straccio e questo si trasforma nel mantello di un supereroe, basta una buca e questa diventa la grotta di un orso o una pista di equilibristi che sul bordo organizzano il loro spettacolo, una normale stanza diventa un’isola misteriosa e un boschetto pieno di radici e di sassi è subito una foresta impenetrabile da perlustrare. Quando si scatena, è difficile fermare la fantasia nei giochi dei bambini. Nonostante tutte le possibilità che i bambini di oggi hanno per giocare in ambiente “controllato”, “a norma”, “omologato”, con giochi sicuri e certificati o con i più potenti dispositivi tecnologici, il gioco libero, quello del giochiamo a far finta che ero, nei luoghi più impensati, rimane uno dei preferiti.

Il gioco libero in cui la fantasia si scatena è al centro di due libri illustrati della giovane autrice e illustratrice svedese Emma AdBåge: “La buca” edito da Camelozampa nel 2020 e “Facciamo che io ero un supereroe!” pubblicato quest’anno da Beisler, entrambi con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles.


Il primo racconta dei bambini che, dietro alla palestra della loro scuola, hanno uno spazio libero, un buca in cui inventare ogni tipo di gioco. Tra sassi, radici, sabbia e arbusti i piccoli giocano a mamma orsa, a capanna, a nascondersi, al negozio, …. Gli unici a non apprezzare quel posto sono gli insegnanti, che, temendo che i ragazzini possano farsi male, cosa in realtà lì mai successa, li obbligano a giocare a pallone e sulle altalene nello spazio “protetto” del piazzale della scuola. I bambini, però, attratti dalla buca, cominciano a giocare sul suo bordo, senza entrarci e, quindi, senza disobbedire. Sul bordo della buca è altrettanto interessante inventare giochi quanto dentro la buca: si possono scavare gallerie, fare gli equilibristi, far dondolare le gambe, inventare percorsi. Però, neanche il bordo della buca piace agli adulti e così, buca e bordo, durante il fine settimana spariscono sotto una piattaforma di cemento. La delusione dei bambini è grande, ma dura poco. Oltre il piazzale, infatti, dall’altra parte c’è un mucchio di ghiaia e sassi. Un posto perfetto per giocarci, più divertente della buca e del bordo messi insieme!

Nel secondo libro, invece, una mattina alla scuola dell’infanzia Nils e Pia, sono in attesa dei loro compagni. La situazione non sembra ideale. Nils vuole aspettare Jocke, il suoi amichetto con cui è solito giocare ai supereroi, mentre Pia insiste per cominciare a giocare tra loro. Nils cede, ma mette subito in chiaro: “tu, eri un gattino, perché IO ero Batman”. I giochi di fantasia, infatti, non hanno regole precise, ma di solito c’è sempre qualcuno che decide per tutti e conduce la storia. Pia accetta, ma non vuole essere un gattino normale, vuole essere un gattino che sa arrampicarsi da tutte le parti con i suoi artigli speciali. Ha inizio così un gioco di fantasia che potrebbe andare all’infinito. I due bambini, infatti, innescano un controbattersi che punta sempre più in alto, mentre la stanza dei giochi si trasforma nello spazio costellato di pianeti, in un’isola deserta, nella giungla fitta di liane, in una grotta … . In questi mondi meravigliosi si mangiano caramelle speciali, appaiono draghi, si scoprono tesori nascosti ... Ad un certo punto il gattino Pia muore, ma “resta morto” solo per poco, perché è noioso essere morti e così Pia resuscita grazie allo sciroppo magico che Nils accetta di darle. Le idee dei due bambini non hanno freno e sono un crescendo di avventura. Nils, però, non capisce come mai le idee migliori le abbia sempre Pia per prima e come mai il gioco adesso sembra condurlo lei. Così, alla fine, vuole fare lui il gattino e Pia, chiaramente, non ci sta. Ad un certo punto Jocke, l’amico di Nils, si affaccia alla porta e il gioco diventa a tre con, ovviamente, due gattini dagli artigli speciali e un solo Batman … .

Questi libri illustrati di Emma Adbåge sono un inno all’immaginazione. Grande la sua maestria nel rendere questi spaccati di “vita bambina” sia nel testo, sia nelle illustrazioni che lo arricchiscono di dettagli interessanti.

Ne “La buca” è tutto una questione di punti di vista: quello della giovane narratrice, l’”io” sul frontespizio, uguale a quello dei suoi bambini e quello degli adulti insegnanti. Dove gli uni vedono divertimento, gli altri vedono solo pericolo e, essendo i grandi, l’hanno vinta, almeno per un po’. In realtà, osservando bene nelle figure lo sguardo dei bambini, si vede che loro sanno andare oltre, trovare sempre nuovo sbocco per la loro voglia di libero divertimento, che diventa poi anche fonte di nuove esperienze. Impossibile mettere freno alla loro inventiva con limitazioni assurde e prive di fondamento.

In “Facciamo che io ero un supereroe”, con bonaria ironia e marcato senso del gioco, le parole tratteggiano un mondo in cui tutto è possibile, i ruoli si scambiano e lo scopo principale è divertirsi. L’evoluzione del testo non segue un filo narrativo preciso, ma segue una sua logica apparentemente sconclusionata come il gioco dei bambini. Le illustrazioni sono dettagliate e rappresentano con colorati particolari le scene immaginarie di cui i bambini sono protagonisti.

Questi due libri di sicuro hanno un effetto diverso sui bambini rispetto a ciò che possono indurre nei lettori adulti. I ragazzini di sicuro li apprezzeranno molto e immediatamente perché in essi si riconoscono, ritrovano i giochi di fantasia che loro stessi fanno e si divertono a pensarne altri di nuovi. Gli adulti, invece, per poterli ben apprezzare, sono obbligati ad accettare di spogliarsi delle loro sovrastrutture logiche e protettive e di farsi inglobare dalla bolla di fantasia e di puro divertimento che l’autrice riesce a creare.