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giovedì 6 luglio 2023

SUI MONTI, TRA LE PAGINE.

SUI MONTI TRA LE PAGINE. Quando la montagna è affascinante anche da leggere.

Pagine con le ali è sul numero 2/2023 di L'Avisio. L'intera rivista è scaricabile dal sito l'avisioblog
 
 
 




giovedì 25 agosto 2022

SCARDINARE GLI STEREOTIPI DI GENERE? SI PUO'

Silvia Pillin

Maschiaccio e femminuccia

EL, 2020. 122 p.

E+9

Riccardo, il bullo della scuola, intreccia di nascosto braccialetti con i fili colorati. Caterina, la “strana” della classe, non ha amiche: gioca al calcio e ama i supereroi che costruisce da sola con la stampante 3D.

Il primo giorno di scuola Riccardo e Caterina si ritrovano vicini di banco. Come potrà essere, questo, per loro un anno scolastico tranquillo? Non lo sarà, ma non nel modo in cui ci si aspetta. L’esplosione, annunciata dall’illustrazione in copertina, infatti, avviene ma lo scoppio va in una direzione inaspettata.

Imparare fin da bambini ad essere se stessi e a rispettare gli altri è fondamentale. Nonostante molto sia cambiato, alcune cose sembrano ancora uguali a 50 anni fa, quando Elena Giannini Belotti scriveva “Dalla parte delle bambine” (Feltrinelli): i condizionamenti di genere sono ancora molto radicati, sopratutto in alcuni ambienti sociali e familiari. Essere se stessi diventa un problema per chi, ragazzina, non ama il rosa e non sogna di diventare una ballerina, ma vuole giocare a calcio al campetto, o chi ragazzino è grande e grosso e “deve” fare il bullo, il prepotente, il forte con gli altri, mentre amerebbe sedersi tranquillo da qualche parte a fare braccialetti.

Il libro di Silvia Pillin racconta l’evoluzione di Caterina e Riccardo all’interno della cerchia delle loro famiglie, della scuola e dei loro amici. La narrazione che li vede parlare a capitoli alterni è vivace, evidenzia diversi punti di vista sulle stesse questioni e facilita i lettori nel rispecchiarsi in ciò che stanno leggendo. Grazie ai molti dialoghi ben costruiti e alle riflessioni spontanee dei due protagonisti, la storia risulta verosimile e credibile. Tutta la vicenda nel complesso non è né scontata, né didascalica, né prevedibile. Questo grazie anche all’interessante scelta dell’autrice di attorniare i due protagonisti, vittime all’inizio del pensiero di dover essere e di doversi comportare come gli altri si aspettano da loro, da personaggi, che, invece, hanno trovato la loro strada e sono sicuri del loro essere ciò che sono: una mamma ingegnere (che, però, è molto presente nella vita della figlia), un padre casalingo, una sorella tatuata che pratica la boxe (ma ama un ragazzo gracile e chiacchierone), un padre camionista, … . E tra tutti c’è anche un fratello “speciale”, affetto da autismo, un bambino da amare, da rispettare e da non dimenticare.

Il compromesso che Caterina e Riccardo, scoperta la vera natura l’uno dell’altro, trovano per contribuire al mercatino di Natale, fallisce, ma permette loro di uscire allo scoperto e di poter essere, finalmente, ciò che sono. La vita di tutti è fatta di scelte e ognuno deve sentirsi libero di scegliere fuori dal condizionamento degli schemi culturali predefiniti e prevedibili.

Questo libro racconta una storia positiva in cui i modelli non sono sbilanciati: la parità tra i generi è messa in evidenza con chiarezza e ironia, senza critica, nel rispetto delle qualità e aspirazioni di tutti, grandi e bambini, maschi e femmine.

lunedì 13 settembre 2021

E SE SI ROMPE L’OROLOGIO?

Davide Calì con le illustrazioni di Isabella Labate

Un tempo per ogni cosa

Kite, 2020. 44 p.

Consigliato da 13 anni

Epifania, folgorazione, manifestazione. Un po’ come il signor Belluca nella novella di Pirandello “Il treno ha fischiato”, anche Edgar, il protagonista del libro illustrato “Un tempo per ogni cosa” (Kite, 2020), per un imprevisto, sperimenta un cambiamento tanto radicale quanto repentino della sua vita. Edgar da sempre vive seguendo una rigida routine senza mai sgarrare, senza mai cercare altro. La sua esistenza è scandita da una serie di orologi e sveglie che gli indicano il momento esatto in cui svegliarsi, mangiare, uscire, telefonare a sua madre, bere il tè del pomeriggio, cenare, controllare gli orologi, andare a dormire. Le giornate di Edgar si susseguono da sempre uguali e monotone, senza che lui, del resto, abbia mai fatto nulla per cambiarle. Ogni cosa che fa ogni giorno non solo la fa alla stessa ora, ma ci impiega sempre lo stesso tempo: 30 minuti per prepararsi al mattino, 10 per far colazione, 15 per leggere il giornale, … mai un minuto di più o di meno. La sua routine non muta mai e nemmeno le quattro frasi che scambia al telefono con sua madre per controllare che stia bene e abbia preso le medicine. A Edgar non piace neanche uscire. La passeggiata è un obbligo del medico per tenere in forma il cuore. Non gli interessa nulla di ciò che è fuori dalla sua casa e dai suoi schemi. Finchè “un giorno come gli altri accadde un fatto inatteso” e Edgar scopre “il mondo”. Edgar non immaginava che il mondo fosse così grande, che ci fosse così tanta gente là fuori, tanti odori, tanti rumori. Dapprima non vede l’ora di tornare alla sua vita inquadrata e regolare, poi, però, … e da quel momento tutto cambia tranne l’appuntamento fisso della telefonata con la mamma.

Quello che Davide Calì e Isabella Labate offrono in questo lavoro è un libro illustrato elegante e intenso. Destinato chiaramente ad un pubblico di lettori adulti, o quasi, affronta il tema della libertà dalle ossessioni, della gioia di vivere che si può (ri)trovare nel cambiamento, della paura di vivere e di come si può superarla scoprendo l’altro. A volte basta un elemento nuovo, un evento apparentemente insignificante, un imprevisto per rivoluzionare l’esistenza di una persona e farle realizzare che la vita può essere anche “altro” da ciò che per lei o per lui è sempre stato, e magari qualcosa “altro” di meglio. Uscire dalla propria comfort zone non è detto che sia per forza disagevole o faticoso. La routine dà sicurezza, ma può diventare anche una gabbia dalle sbarre strette. Prendere coscienza di queste sbarre e trovare la forza e il coraggio per forzarle è la chiave per dare una svolta alla propria vita. A volte, poi, le persone non si rendono neanche conto di quanto limitata e limitante sia l’esistenza che si sono create ed è proprio per questo che serve l’imprevisto. E, se l’imprevisto non accade, si deve trovare il confronto per farlo accadere, uscendo dalla consuetudine, dalla ripetitiva banalità, per vedere e guardare più lontano, oltre il proprio naso.

Le illustrazioni di Isabella Labate accompagnano la storia di Edgar con precisa realizzazione tecnica come artistiche fotografie d’epoca, di cui hanno i colori e le sfumature. Ricche di dettagli, in quella che sembra una serie di fotogrammi, le immagini a matita aprono alla meraviglia dell’osservazione. Insieme testo e illustrazioni, entrambi di una bellezza descrittiva molto curata, creano un tutt’uno carico di significati molto piacevole da leggere e da guardare.

Un’osservazione meritano anche gli interni di copertina: tanti orologi nel primo; palloni, dischi, pizza, volanti d’automobile, ciambelle, oblò di navi, mappamondi e il disco con i numeri di un telefono d’epoca in quello finale. Un’ultima sottolineatura della varietà di ciò che può arricchire la vita di una persona, trovando il tempo per ogni cosa e anche per chi si ama, perché le relazioni sono importanti e gli affetti non possono mancare.

 

Oltre all’implicita citazione pirandelliana del testo, troviamo anche nelle illustrazioni citazioni all’arte di Magritte, come per esempio, nello specifico, quella più evidente a “L’uomo con la bombetta” che il grande artista surrealista belga dipinse nel 1964.

Del rapporto dell’uomo con il tempo si sono occupati tanti filosofi, scrittori e artisti: un tema attuale in ogni epoca che ha suscitato innumerevoli riflessioni, teorie e ipotesi di interpretazione e che al giorno d’oggi assume un significato ancora maggiore, visto che il tempo, di cui le persone dispongono, sembra non bastare mai e per questo, al tempo e alla sua mancanza, a volte, finiscono col sacrificare emozioni, relazioni e esperienze profonde.

Un assaggio di questo libro si trova nel booktrailer di Onions at Lunch

lunedì 30 agosto 2021

COME LA DANZA DELLE FOGLIE IN AUTUNNO

 Angelo Mozzillo con le illustrazioni di Marianna Balducci

IO SONO FOGLIA

Bacchilega Junior, 2020. [30p.]

Consigliato dai 5 anni

 

 

Che emozione passeggiare in autunno lungo un viale alberato: le foglie che in estate ornano i rami, adesso volteggiano nell’aria e cadono a terra creando uno spesso e morbido tappeto naturale di forte intensità cromatica.

Le foglie in autunno si accartocciano e assumono forme strane e colori caldi e avvolgenti: la loro bellezza unica ha ispirato il progetto artistico di “Io sono foglia”, il libro nato da un’idea visiva di Marianna Balducci e tradotto in rima da Angelo Mozzilla.

 

Le forme delle foglie hanno suggerito all’illustratrice i diversi stati d’animo che ogni bambino sperimenta nelle sue giornate. Emozioni forti, a volte contrastanti tra loro, tutte fondamentali per lo sviluppo dei piccoli come persone. I bambini non sono sempre “tranquilli e beati” o, al contrario “pestiferi e dispettosi”, come spesso, a torto, vengono considerati. I bambini sono felici e tristi, impauriti e coraggiosi, interessati e annoiati, … . Riconoscere le emozioni e saperle accettare e/o controllare è alla base per una loro crescita armonica e, allo stesso tempo, per una guida rispettosa di questa crescita da parte degli adulti.

Giocando con la forma delle foglie e gli atteggiamenti del bambino protagonista del libro, Marianna Balducci ha creato una carrellata di immagini (fotografie e disegni) che, come una sorta di “erbario” rappresentano la mutevole indole e la complessa identità di ogni persona, anche delle più giovani. Le parole di Angelo Mozzillo per loro parte, interpretano poeticamente le forme delle foglie e le espressioni del bambino, e raccontano di questa sua unicità.

La conclusione è un inno all’essere figlio e all’essere genitore, un legame stretto che comprende e accetta ogni sfumatura emotiva e che tiene unite le persone, nell’accoglienza e nell’amore, come uniti sono il ramo e la foglia.

Una grande idea che ha regalato a queste pagine il Premio Andersen 2021per la categoria 0-6 anni con la motivazione: “Per la profonda delicatezza con cui gli autori hanno dato vita a un insolito e felice progetto editoriale. Per la precisione e la delicatezza con la quale raccontano gli stati d’animo, spesso confusi e contrastanti, che i piccoli attraversano. Per tavole raffinate e brillanti che coniugano trepida grazia e lieve ironia.”

Un bellissimo libro che si presta anche ad essere base per un laboratorio creativo con le foglie in autunno, per giocare con le loro forme e i loro colori e in esse riconoscere emozioni e identificare gli stati d’animo e gli atteggiamenti tra i quali ogni giorno ci si muove come in una danza.


Angole Mozzillo con le illustrazioni di Marianna Balducci

IO SONO FOGLIA

Bacchilega Junior, 2020. [30p.]

Consigliato dai 5 anni

domenica 4 luglio 2021

GIOCHIAMO CHE IO ERO ... E TU ERI ...?

Emma AdBåge con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles

La buca

Camelozampa, 2020. 40 p.

Consigliato dai 6 anni


Emma Adbåge con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles

Facciamo che Io ero un Supereroe!

Beisler Editore, 2021. 28 p.

Consigliato da 5 anni.

 

I giochi dei bambini, quando sono lasciati liberi di esprimersi, sono una fucina di fantasia. Basta uno straccio e questo si trasforma nel mantello di un supereroe, basta una buca e questa diventa la grotta di un orso o una pista di equilibristi che sul bordo organizzano il loro spettacolo, una normale stanza diventa un’isola misteriosa e un boschetto pieno di radici e di sassi è subito una foresta impenetrabile da perlustrare. Quando si scatena, è difficile fermare la fantasia nei giochi dei bambini. Nonostante tutte le possibilità che i bambini di oggi hanno per giocare in ambiente “controllato”, “a norma”, “omologato”, con giochi sicuri e certificati o con i più potenti dispositivi tecnologici, il gioco libero, quello del giochiamo a far finta che ero, nei luoghi più impensati, rimane uno dei preferiti.

Il gioco libero in cui la fantasia si scatena è al centro di due libri illustrati della giovane autrice e illustratrice svedese Emma AdBåge: “La buca” edito da Camelozampa nel 2020 e “Facciamo che io ero un supereroe!” pubblicato quest’anno da Beisler, entrambi con la traduzione di Samanta K. Milton Knowles.


Il primo racconta dei bambini che, dietro alla palestra della loro scuola, hanno uno spazio libero, un buca in cui inventare ogni tipo di gioco. Tra sassi, radici, sabbia e arbusti i piccoli giocano a mamma orsa, a capanna, a nascondersi, al negozio, …. Gli unici a non apprezzare quel posto sono gli insegnanti, che, temendo che i ragazzini possano farsi male, cosa in realtà lì mai successa, li obbligano a giocare a pallone e sulle altalene nello spazio “protetto” del piazzale della scuola. I bambini, però, attratti dalla buca, cominciano a giocare sul suo bordo, senza entrarci e, quindi, senza disobbedire. Sul bordo della buca è altrettanto interessante inventare giochi quanto dentro la buca: si possono scavare gallerie, fare gli equilibristi, far dondolare le gambe, inventare percorsi. Però, neanche il bordo della buca piace agli adulti e così, buca e bordo, durante il fine settimana spariscono sotto una piattaforma di cemento. La delusione dei bambini è grande, ma dura poco. Oltre il piazzale, infatti, dall’altra parte c’è un mucchio di ghiaia e sassi. Un posto perfetto per giocarci, più divertente della buca e del bordo messi insieme!

Nel secondo libro, invece, una mattina alla scuola dell’infanzia Nils e Pia, sono in attesa dei loro compagni. La situazione non sembra ideale. Nils vuole aspettare Jocke, il suoi amichetto con cui è solito giocare ai supereroi, mentre Pia insiste per cominciare a giocare tra loro. Nils cede, ma mette subito in chiaro: “tu, eri un gattino, perché IO ero Batman”. I giochi di fantasia, infatti, non hanno regole precise, ma di solito c’è sempre qualcuno che decide per tutti e conduce la storia. Pia accetta, ma non vuole essere un gattino normale, vuole essere un gattino che sa arrampicarsi da tutte le parti con i suoi artigli speciali. Ha inizio così un gioco di fantasia che potrebbe andare all’infinito. I due bambini, infatti, innescano un controbattersi che punta sempre più in alto, mentre la stanza dei giochi si trasforma nello spazio costellato di pianeti, in un’isola deserta, nella giungla fitta di liane, in una grotta … . In questi mondi meravigliosi si mangiano caramelle speciali, appaiono draghi, si scoprono tesori nascosti ... Ad un certo punto il gattino Pia muore, ma “resta morto” solo per poco, perché è noioso essere morti e così Pia resuscita grazie allo sciroppo magico che Nils accetta di darle. Le idee dei due bambini non hanno freno e sono un crescendo di avventura. Nils, però, non capisce come mai le idee migliori le abbia sempre Pia per prima e come mai il gioco adesso sembra condurlo lei. Così, alla fine, vuole fare lui il gattino e Pia, chiaramente, non ci sta. Ad un certo punto Jocke, l’amico di Nils, si affaccia alla porta e il gioco diventa a tre con, ovviamente, due gattini dagli artigli speciali e un solo Batman … .

Questi libri illustrati di Emma Adbåge sono un inno all’immaginazione. Grande la sua maestria nel rendere questi spaccati di “vita bambina” sia nel testo, sia nelle illustrazioni che lo arricchiscono di dettagli interessanti.

Ne “La buca” è tutto una questione di punti di vista: quello della giovane narratrice, l’”io” sul frontespizio, uguale a quello dei suoi bambini e quello degli adulti insegnanti. Dove gli uni vedono divertimento, gli altri vedono solo pericolo e, essendo i grandi, l’hanno vinta, almeno per un po’. In realtà, osservando bene nelle figure lo sguardo dei bambini, si vede che loro sanno andare oltre, trovare sempre nuovo sbocco per la loro voglia di libero divertimento, che diventa poi anche fonte di nuove esperienze. Impossibile mettere freno alla loro inventiva con limitazioni assurde e prive di fondamento.

In “Facciamo che io ero un supereroe”, con bonaria ironia e marcato senso del gioco, le parole tratteggiano un mondo in cui tutto è possibile, i ruoli si scambiano e lo scopo principale è divertirsi. L’evoluzione del testo non segue un filo narrativo preciso, ma segue una sua logica apparentemente sconclusionata come il gioco dei bambini. Le illustrazioni sono dettagliate e rappresentano con colorati particolari le scene immaginarie di cui i bambini sono protagonisti.

Questi due libri di sicuro hanno un effetto diverso sui bambini rispetto a ciò che possono indurre nei lettori adulti. I ragazzini di sicuro li apprezzeranno molto e immediatamente perché in essi si riconoscono, ritrovano i giochi di fantasia che loro stessi fanno e si divertono a pensarne altri di nuovi. Gli adulti, invece, per poterli ben apprezzare, sono obbligati ad accettare di spogliarsi delle loro sovrastrutture logiche e protettive e di farsi inglobare dalla bolla di fantasia e di puro divertimento che l’autrice riesce a creare.



domenica 20 dicembre 2020

E TU CHE TIPO SEI?

Nicola Cinquetti ama lavorare con le parole e con le rime e il risultato piace. Piace ai piccoli, ma anche ai grandi. Più volte ne abbiamo avuto prova e, pensiamo, ancora ne avremo. Il suo lavoro con parole e rime non preclude nessun argomento: si è occupato dei segnali stradali “La forchetta fidanzata” (Parapiglia), delle città d’Italia  "Cartoline dall'Italia" (Lapis)  dei grandi personaggi della storia e della letteratura “Eroi, re, regine e altre rime” (Parapiglia), della quotidianità dei ragazzini "Filastrocche a piedi nudi" (Lapis)  … e adesso dei bambini. “Tipi strani” (Parapiglia) è il suo ultimo libro di filastrocche interamente dedicato alle bambine e ai bambini, alla loro spontaneità, alla loro vitalità. Sono 34 bambini descritti ciascuno, a partire dal loro nome. Per ciascuno 4 versi in rima baciata o alternata e, sulla pagina di fronte, una simpatica illustrazione. Sono raccolti in una sorta di cornice che inizia così:

I bambini e le bambine

che trovate in queste rime

alti medi bassi o nani

sono tutti tipi strani”.

Come in un catalogo, che catalogo non è, le caratteristiche di ogni bimbo sono presentate con simpatia e ironia. Alcune rime giocano con l’aspetto fisico di questi piccoli, altre con le loro peculiarità caratteriali, altre ancora con le loro attività preferite. Sono rime semplici e divertenti e solo apparentemente ingenue, la scelta e gli accostamenti delle parole, infatti, ad una lettura più attenta, fanno anche pensare un po’. Succede, così, con Rocco dal “cuore spaventato” o con Pina dalla testa “piena di pensieri”, ma anche con Piero “dagli occhi pieni di tesori” e con Luna che “capisce l’italiano, se le dici benvenuta”. Ogni bambino è unico, ogni bambino ha la sua personalità, le sue preferenze, i suoi pensieri. Tutti hanno il loro modo di vedere e di fare le cose e tutti, in questo senso, sono un po’ come Zeno che “preferisce la via storta”.

Metodo infallibile per provare la qualità delle filastrocche è leggerle ad alta voce, per vedere se “funzionano”. Le filastrocche di Nicola Cinquetti funzionano.

Questo è un piccolo libro ben riuscito grazie anche alle coloratissime e divertenti illustrazioni di Chiara Vivona, a partire dalla pioggia di calzini spaiati che riempiono gli interni di copertina: immagini simpatiche che “restano” negli occhi e parole gentili che “girano” in testa.