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mercoledì 18 dicembre 2019

ELFI AL QUINTO PIANO

Elfi al quinto piano

Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p

Una storia di Natale dedicata ai bambini e ai – ragazzi che disubbidiscono agli
adulti per cambiare il mondo”, a quei ragazzi che sanno “andare oltre” ciò che frena i grandi e gli impedisce di agire. Si tratta dell’ultimo lavoro di una delle due autrici del tanto famoso quanto discusso “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (Mondadori).
Ed anche questo è uno di quei libri che può far discutere.
E’ una tipica storia di Natale, ma con un elemento mai presentato prima in una storia di Natale: una famiglia arcobaleno. Manuel, Camila e Shonda, i bambini protagonisti di questa magica vicenda, hanno, infatti, due mamme.
Si sono appena trasferiti nella città di R., perché, se fossero rimasti dove erano, avrebbero rischiato di venire divisi, visto che le famiglie con due mamme non erano ben accettate. A parte Olivia, una bambina che li ha quasi investiti con la sua “valimobile” appena scesi dal treno, nessuno dei nuovi vicini, né degli altri adulti in città, rivolge loro la parola. In questa città, del resto, non succede mai nulla di brutto, perché nessuno fa niente, e tanto meno parla con gli estranei: è ovvio che niente di male può accadere. Il giorno dopo il loro arrivo, dieci simpatici elfi si presentano a casa loro incaricati da Babbo Natale in persona di trovare una base operativa del Natale per la città di R. e chiedono ai ragazzi di aiutarli a impacchettare i 230.119 regali per i bambini e consegnarli in tempo per il passaggio della slitta. Inizia, così, l’avventura dei tre fratelli che si mettono subito al lavoro. Ben presto, però, la catena di montaggio, che si installa nella loro casa, crea trambusto e attira l’attenzione della polizia. Per non essere scoperti, agli elfi non resta che far sparire tutto, bambini compresi. La situazione, però, si complica ulteriormente perché neanche le loro mamme sanno dove sono finiti e, in più, il tempo stringe e il Natale non può aspettare.
Sarà Olivia, l’unica amica di questa famiglia, una ragazzina intraprendente e piena d’inventiva, assieme ai suoi compagni scout, a far sì che la missione di Babbo Natale sia portata a termine e, soprattutto, a convincere gli adulti di quanto è importate e bello stare insieme e condividere tutto con gli altri.

Di questa storia si deve, prima di tutto, sottolineare la qualità del testo, cosa piuttosto difficile da trovare nei libri recenti rivolti ai bambini intorno agli 8 anni. Siamo di fronte a un italiano abbastanza ricco, sostenuto nelle strutture e denso nel lessico. Una lingua che non scade nel banale del paratattico semplicistico allettante per i bambini perché facile da leggere. Il testo è linguisticamente curato. In esso dialoghi, caratterizzazione dei personaggi, struttura, ritmo e coerenza narrativa sono gestiti con armonia, stanno bene in equilibrio tra loro e fanno presa sul lettore. La storia è avvincente e la curiosità di scoprire come la situazione potrà risolversi tiene incollati alle pagine. Anche la soluzione dell’intreccio è lineare e regge bene.
Nel parlare di questo libro, però, come di tutti gli altri, bisogna essere onesti e sinceri e non glissare, sul fatto che dentro questa storia ci sono le famiglie arcobaleno, quella dei protagonisti, e anche altre che, in un passaggio, giocano ai giardini. Dico questo non per fare censura, assolutamente no, ma per sottolineare che si deve rispettare la sensibilità di tutti. Leggendo sul web alcune presentazioni di questo libro, ho trovato dei testi interessanti ed equilibrati, altri, invece, assolutamente e fuorvianti in quanto non contenevano nessun accenno alla famiglia con due mamme, suo l’elemento rivoluzionario e caratterizzante.
Nei libri per i bambini ci sta e ci deve stare tutto. Le storie devono rispecchiare la realtà e l’attualità in cui i piccoli vivono e lo devono fare con delicatezza e leggerezza. I libri e le storie, infatti, sono ottimi strumenti per interpretare la realtà, per confrontarsi con il mondo. E’, quindi, importante che trattino di tutto, ma in modo adeguato al pubblico cui si rivolgono. “Elfi al quinto piano” è una fiaba universale che parla di diversità, di rispetto, di accoglienza contrapposta all’indifferenza e alla chiusura che derivano dalla paura dell’altro. E lo fa in modo appropriato. E’ assodato che stereotipi e condizionamenti non dovrebbero entrare (anche se, purtroppo, se ne trovano ancora molti) nella narrativa per bambini e ragazzi: la normalità è ciò che ognuno percepisce come tale e ognuno dovrebbe rispettare la normalità degli altri. E, in questa storia, troviamo la diversità di questa famiglia calata nella normalità della vita di tutti i giorni. I bambini sono più aperti degli adulti, hanno meno preconcetti, ed è per questo che, trovando il modo giusto, si possono proporre loro anche modelli diversi. Sulla base delle storie, poi, si può parlare delle situazioni e si può discutere su ciò che circonda i piccoli nella società di oggi, ma non si deve giudicare. E’ per questo che ritengo importante che una storia come questa venga pubblicizzata e presentata onestamente. Poi sta all’adulto mediatore di letture valutare se proporla o meno e come farlo. Chi promuove la lettura deve conoscere bene i bambini e deve conoscere ancora meglio i libri. La letteratura, anche quella per i piccoli, è specchio del mondo in cui viene creata e può diventare universale, superare i limiti di tempo e di luogo, se lo fa con leggerezza di toni, esattezza di contenuti e molteplicità di sguardi.
Consigliato da 9 anni.

Elfi al quinto piano
Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p. - € 14,00