Visualizzazione post con etichetta Terre di Mezzo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Terre di Mezzo. Mostra tutti i post

venerdì 21 marzo 2025

QUALCHE VOLTA SI CADE - Provaci ancora, cucciolo - Terre di Mezzo


Randall de Sève, Kate Gardiner (ill.), Gioia Sartori (trad.)

Provaci ancora, cucciolo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p.

Età 3+


Mamma orso è rannicchiata tra i rami di un albero e sgranocchia una succosa prugna viola. Dal basso, il piccolo la guarda con desiderio, preoccupato di graffiarsi le zampe e di urtare il naso; soprattutto, il piccolo ha paura di cadere a terra. Alla fine l'orsetto cade, “può capitare. E va bene lo stesso”.

Una sana verità di vita.

Il piccolo lettore che sente questa storia e osserva le illustrazioni, comprende rapidamente il gioco di alternanza, tra i tentennamenti dell’orsetto e le risposte incoraggianti di mamma orsa e indovina subito ogni passo successivo, ipotizzando, assieme al protagonista che la risposta della madre non varierà molto. E da questo entrambi i cuccioli (l’orso e il bambino) prendono coraggio.
Il testo, che si limita al dialogo tra mamma e cucciolo, non lo dice, ma le immagini mostrano che piccolo orso sta progressivamente superando le sue apprensioni e si avvicina sempre più alle prugne. E il frutto, descritto con aggettivi sempre più intensi (maturo, succoso, profumato, ...) ad ogni pagina appare più appetitoso.

Randall De Sève ritrae sapientemente mamma orsa come un'amorevole genitore che, con saggezza e incoraggiamento, guida il piccolo orso dall'alto, pur lasciandogli la libertà di commettere errori e di essere anche un po' maltrattato lungo il cammino. E ciò che segue è una gustosa ricompensa: il piccolo orso ottiene la sua prugna viola.

Le illustrazioni di Kate Gardiner rispecchiano la morbida eleganza del testo con una tavolozza tenue piena di violetto lavanda, marrone chiaro e marrone intenso. Gli orsi sono disegnati in modo semplice ma espressivo, come, per esempio, dove l’orsetto è ritratto con le orecchie all'indietro mentre inizia ad arrampicarsi.

Una bella storia di genitorialità e di infanzia, di come spianare la strada senza appianarla.

Un albo illustrato semplice ma estremamente efficace. La tranquilla sicurezza della mamma è contagiosa e non sorprende vedere il suo piccolo superare una paura dopo l'altra.

Un libro morbido e tenero per bambini piccoli, perché sì, crescere significa rischiare, affrontare le paure e superare i propri limiti. I piccoli lo fanno ogni giorno, anche se sanno che a volte si può cadere.

In chiusura una considerazione sulla traduzione del titolo che non vuole essere una sterile critica, ma uno spunto di riflessione.

Il titolo originale di questo libro è “Sometimes we fall” che viene offerto in italiano con Provaci ancora, cucciolo”. Questa versione, secondo me, cambia il punto di vista sulla narrazione. Nella versione inglese il focus è sulla possibilità che ognuno ha di cadere, di fallire, in quella italiana è sull’invito a tentare di nuovo. La narrazione assume, quindi, una portata diversa che nel titolo italiano mette in mano al cucciolo la possibilità di riuscirci, se continuerà a provare, mentre in quello inglese sembra esserci maggiore accettazione che si può anche fallire. Una sottigliezza? Forse.


Randall de Sève, Kate Gardiner (ill.), Gioia Sartori (trad.)

Provaci ancora, cucciolo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p.

Età 3+

mercoledì 21 agosto 2024

QUANDO NON HO TEMPO, LO VADO A COMPRARE

Luca Cognolato, Marco Pachetta (ill.)

L’uomo che vendeva il tempo.

Terre di Mezzo, 2024. 32 p.

Età 6+

 

Il tempo è probabilmente il bene più prezioso che abbiamo. Tutti, o quasi, non fanno che ripetere: “non ho tempo”, e il tono è di rammarico o, a volte, persino di disperazione. Oggi nessuno ha più tempo per sé, per gli altri, per fare ciò che gli piace, per fare nulla o per fare tutto. Siamo nell’era del “fare” e non fare niente fa quasi sentire in colpa, dà l'impressione di perdere tempo.

Come si può, dunque, avere di più di questo bene intangibile e molto ricercato?

Lo si va a comprare!

E dove?

Nel Grande Negozio Temperia di Vettore, L’uomo che vendeva il tempo.

Lì se ne trova sempre e il venditore, ne ha per tutti. Non lo distribuisce, però, a casaccio. Lui sa perfettamente quanto tempo serve a ciascuno dei suoi clienti e non gliene vende nemmeno un attimo di più o di meno: cinque minuti al fornaio per dormire un po’ di più al mattino, dieci al marinaio per baciare la sua fidanzata prima di ripartire, sei ore alla giovane manager per fare le sue 1200 telefonate e inviare 800 messaggi … .

Vettore ha tempo per tutti, anche quando gli avventori ne chiedono un po’ di più, perché la consueta quantità non gli basta più.

L’unica cosa per cui il negoziante non ha tempo è per la sua casa che, trascurata, sta cadendo a pezzi.

Un giorno la fornitura consueta di tempo non arriva al negozio e, dato che il tempo è esaurito, il commerciante deve mandare via i suoi clienti a mani vuote. Poi, come se non bastasse, si scatena una forte tempesta di pioggia e vento che distrugge la casa malmessa di Vettore.

Come può fare l’uomo per sistemarla? Dovrebbe avere tempo. Così ne cerca affannato dappertutto in casa, nei cassetti, in cantina, sotto il letto. Ma non ce n’è.

Ecco allora che suonano alla porta. Sono tutti i suoi clienti che portano un po’ del loro tempo e, insieme, riparano la casa. E, alla fine, tutti a fare festa, pechè né è avanzato anche un po’.

L’uso che si fa del tempo e la percezione che se ne ha sono aspetti personalissimi di ogni persona. Per qualcuno il tempo è dilatato, per altri si restringe sempre di più. Dieci minuti per qualcuno possono essere tanti (soprattutto per i bambini), per altri pochissimi.

La cosa difficile è capire perché per tutti il tempo sia sempre


così poco.

Con questo libro illustrato Luca Cognolato e Marco Paschetta rendono “concreto” e cedibile fisicamente questo bene immateriale. Un bene che non si può comprare, ma che si può risparmiare e regalare (a sé o agli altri). Riflettere su questo, fa bene a tutti, grandi e piccoli.

Un testo piacevole e scorrevole, accurato nella scelta delle parole e mai banale nella loro composizione. Interessanti anche le illustrazioni che rimandano ad altri tempi, con scene dall’aria vintage e dai colori quasi sbiaditi come le vecchie fotografie. Le fotografie di un tempo, appunto, quando tutto forse non era così veloce come oggi.

Un'altra riflessione sul tempo ce l'hanno proposta Davide Calì e Isabella Labate in Un tempo per ogni cosa

giovedì 6 giugno 2024

Strumenti del mestiere. LA PORTA SEGRETA

 


Mac Barnett, Sara Ragusa (trad.)

La porta segreta. Perchè i libri per bambini sono una cosa seria.

Terre di Mezzo, 2024. p. 101

 

Anche se Mac Barnett ha raccolto l’invito di Terre di Mezzo a scrivere un libro sui libri per bambini con la sua solita ironia e il suo sguardo disincantato e un po’ scanzonato, è triste dover leggere la difesa di qualsiasi persona del proprio lavoro per la scarsa considerazione da parte di chi invece questo lavoro dovrebbe apprezzarlo e sostenerlo. In questo caso, gli adulti. Gli adulti sono coloro che esercitano un fortissimo potere su cosa leggono i bambini: i libri destinati ai giovani lettori, infatti, sono scritti, pubblicati e comprati dagli adulti, e per tanto tempo sono gli adulti che glieli leggono ad alta voce.

Per Mac Barnett, i bambini sono il pubblico più intelligente, avventuroso e onesto che uno scrittore potrebbe sperare di avere e scrivere per loro non deve essere considerato uno sminuire il lavoro di uno scrittore tout court. Quello dei bambini, però, è un pubblico che con i libri ha per lungo tempo un approccio mediato e, non sempre, da qualcuno di attento e competente. Quello che Mac Barnett fa in questo libro è una disamina seria e, allo stesso tempo, ironica dei motivi per cui la letteratura per bambini e ragazzi viene spesso considerata una letteratura di serie B, mentre gode di piena dignità.

Tanti sono i libri che possono catturare l’attenzione, l’interesse e la passione dei giovani lettori. Libri scritti pensando a loro, ispirati da un “bambino” o un “ragazzo” ancora attivo nell’animo dell’autore e, perciò, vicino al proprio pubblico. Lo snodo problematico, però, ha duplice faccia: da una parte spesso manca l’occasione perché questi bei e buoni libri incontrino il loro pubblico, e, dall’altra, la diffusa idea che “basta che leggano qualcosa” o che “ci sono tanti bei libretti (vecchi) a casa o a scuola, perché si dovrebbero accompagnare i bambini in biblioteca o in libreria a prenderne di nuovi?”

Questo libro di Mac Barnett non racconta molto di nuovo agli addetti ai lavori che da tempo si occupano di libri per l’infanzia, è, però, una lettura interessante e importante per chi a questo mondo inizia ad avvicinarsi, anche da non professionista. Una riflessione che fa bene a chi di libri per bambini si occupa come genitore o come insegnante, agli adulti curiosi, e, soprattutto, a chi si fa governare da pregiudizi e false credenze riguardo alle letture per i piccoli, la cui creazione non è meno facile della stesura di libri per gli adulti, anzi. Barnett, infatti, racconta la sua esperienza di lettore bambino e di come, da educatore, è poi passato ad occuparsi di lettori bambini. La sua frequentazione del mondo infantile lo ha portato ad elaborare una visione attenta e convincente di come dovrebbero essere i libri per i piccoli e di come gli adulti gli si dovrebbero avvicinare, senza intenti educativo-moralistici, senza volerli “usare” per altri scopi che non sia il piacere della lettura, senza volerli controllare per edulcorarli, semplificarli o in qualche modo manometterli.

Tanto la “Teoria delle tre zie” sulla letteratura per l’infanzia (p. 36-40) è tristemente vera, altrettanto concretamente vero e disarmante è l’assioma presentato a pagina 13 “Un libro per bambini è scritto per bambini”. E questo è il punto di partenza dal quale non si può prescindere quando si ha a che fare con libri e bambini.

Mac Barnett, Sara Ragusa (trad.)

La porta segreta. Perchè i libri per bambini sono una cosa seria.

Terre di Mezzo, 2024. p. 101


 

lunedì 18 dicembre 2023

SFACCETTATURE DI CARATTERE

Marion Kadi con la traduzione di Eleonora Armaroli

Il riflesso di Hariett

Terre di Mezzo, 2022. 48 p.

Età 6+

Un vecchio leone muore sulla riva di un corso d’acqua. Rimasta sola, la sua immagine riflessa decide di allontanarsi: non vuole sentirsi inutile e abbandonata, vuole diventare il riflesso di qualcun altro. 

Nel suo cammino incontra Hariett, una ragazzina molto timida che non ama andare a scuola perché, per il suo carattere schivo, è sempre sola, nessuno la coinvolge nei giochi degli altri bambini. Il riflesso del leone si butta a capofitto in una pozzanghera davanti a Hariett e ne diventa il nuovo riflesso. Nel momento in cui Hariett si accorge di questo cambiamento, la sua timidezza si trasforma in esuberanza e coraggio, anche troppo, forse, visto che dopo un primo momento di piacevole stare a scuola divertendosi con gli altri, la maestra la sgrida e i bambini si allontanano di nuovo da lei. Hariett vorrebbe il suo vecchio riflesso, e lo trova in una scatolina sotto il letto. Da questo momento le due “anime” di Hariett convivono più o meno pacificamente e la bambina trova un suo nuovo equilibrio. “Il riflesso di Hariett” (Terre di Mezzo – età 6+) è un albo illustrato molto particolare sia nella sua realizzazione grafica, sia nella sua interpretazione di quello che significa riconoscere ed accettare i vari aspetti del carattere proprio e degli altri. Aspetti a volte anche molto contrastanti, che nei momenti di crescita entrano ancora di più in conflitto tra di loro, ma, se guidati e indirizzati, riescono a trovare un equilibrio e a far stare bene il bambino. E non solo. Il carattere di tutte le persone, grandi e piccoli, è un insieme di sfaccettature che entrano in gioco in momenti diversi, a volte al momento giusto, a volte no.

Questo libro, molto adatto ad una lettura condivisa uno a uno o in piccolo gruppo, mette in evidenza la “confusione” che si può creare nella mente e nel cuore dei bambini in crescita e la difficoltà a riconoscersi in questi cambiamenti anche molto repentini. Ritrovarsi, dunque, in una storia come questa o essendo preparati da una sua lettura fatta in “tempi non sospetti”, per i bambini è un aiuto a vivere in maniera più serena e consapevole il proprio cambiamento.

A commento delle potenti illustrazioni citiamo un estratto dalla motivazione della Giuria del Bologna Ragazzi Award, che questo libro ha vinto nel 2022 categoria opera prima:“Le illustrazioni sono così dinamiche e audaci che le figure sembrano abbandonare il loro posto sulla pagina per seguire il lettore mentre legge. In questa splendida «riflessione” sulla crescita personale, Marion Kadi emoziona il lettore e lo cattura».”

Marion Kadi con la traduzione di Eleonora Armaroli

Il riflesso di Hariett

Terre di Mezzo, 2022. 48 p.

Età 6+

giovedì 6 luglio 2023

SUI MONTI, TRA LE PAGINE.

SUI MONTI TRA LE PAGINE. Quando la montagna è affascinante anche da leggere.

Pagine con le ali è sul numero 2/2023 di L'Avisio. L'intera rivista è scaricabile dal sito l'avisioblog
 
 
 




mercoledì 19 ottobre 2022

SEI TU A DECIDERE

Jeffrey e Lisa Bone con le illustrazioni di Valeria Docampo e la traduzione di Sara Ragusa

Non tutte le principesse

Terre di Mezzo, 2022. 32 p.

età 5+

Lo sappiamo. Esistono i “libri strumentali”, libri che sono scritti con precisi intenti per affrontare determinate tematiche, per veicolare in maniera più o meno diretta idee, posizioni, concetti . Spesso non sono opere “ispirate”, nè di autori di libri per bambini, ma lavori creati da hoc da professionisti di diversi ambiti, la cui qualità è anche di diverso livello. Si potrebbe qui aprire una discussione se questi libri abbiano legittimità di letteratura, ma il discorso sarebbe ampio e complesso. Ci limitiamo a prendere atto della loro esistenza (e del loro mercato) e che, se fatti bene, possono essere utili ed efficaci nella variegata valenza che la lettura ha per la persona. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare il diritto che i bambini hanno alla varietà e alla qualità delle letture che hanno a disposizione.

Non tutte le principesse” edito da Terre di Mezzo è un libro “strumentale”: Jeffrey e Lisa Bone, gli autori sono due psicologi californiani, genitori di due bambine e in America il libro è stato pubblicato dall’American Psychological Association (APA) con le illustrazioni di Valeria Docampo, affermata artista, illustratrice di diversi libri per l’infanzia. Scopo del libro è chiaramente quello di aiutare a riconoscere e scardinare alcuni stereotipi di genere e aiutare i bambini a lasciar correre la fantasia per realizzare i propri sogni, credendo in se stessi e nelle proprie capacità.

Fatte queste premesse, possiamo passare al commento di queste pagine che per la combinazione di alcuni aspetti risultano nel complesso un libro interessante da proporre ai bambini dai 5-6 anni, sia per la lettura autonoma, sia per una lettura dialogica condivisa durante la quale parlare insieme di questi argomenti.

Non c’è vera e propria narrazione in “Non tutte le principesse” ma una sorta di presentazione basilare ed essenziale di bambine e bambini e di ciò che fanno. Il concetto è che le principesse non vivono per forza tutte nei castelli, che alcune preferiscono le casette sull’albero, che non tutti i pirati navigano sui velieri, che alcuni preferiscono gli aquiloni e che per essere dei supereroi, a volte, bastano piccoli grandi atti di coraggio, come salvare un gattino impaurito. Sono principi e principesse, eroi ed eroine, ballerine, sirene, cavalieri e trapezisti che hanno una volontà precisa e che sanno scegliere ciò che più gli piace oltre i soliti schemi. Ogni bambina e ogni bambino è speciale a modo suo e ha il diritto di realizzare i propri sogni, senza farsi condizionare dagli altri.

In questo libro illustrato si parla, con poche parole, molte immagini e tanto spazio lasciato all’interpretazione del lettore, di limiti e di stereotipi, di volontà e di condizionamenti, di coraggio e di identificazione con modelli del tutto diversi dai soliti.

I lettori vengono accompagnati in un viaggio poetico, che mette delicatamente in discussione la rigida costruzione dei ruoli di genere e sono ispirati ad accedere alla loro immaginazione e sfidare le aspettative della società. 

Interessanti, vorticose e sbalorditive sono le illustrazioni di Valeria Docampo che aiutano molto queste pagine a sembrare un libro più che solo uno strumento, una risorsa per la discussione.

Valeria Docampo, infatti, trae l’ispirazione per la sua arte nella vita di tutti i giorni e la riversa sulle pagine, creando figure delicate e potenti allo stesso tempo. La loro forza sta nell’immediata presa che hanno sugli occhi e sulle emozioni di chi le osserva. Figure piacevoli da osservare e da interpretare perché nella loro immediatezza hanno comunque sempre un alone di indefinito cui il lettore dà significato grazie agli indizi che le circondano completandoli con la propria sensibilità personale., attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere

 In questo libro, inoltre, le illustrazioni presentano due stili diversi: quelle classiche di Valeria Docampo, fin qui descritte, e altre disegnate come se avesse usato i colori a cera. Figure più vicine ai disegni che i bambini stessi fanno. In questo modo le illustrazioni sembrano suggerire un invito ai bambini a disegnare loro stessi sulla carta ciò che gli piacerebbe realizzare di sé in futuro nella realtà. Anticipazione di questa realizzazione personale libera e incondizionata è la carrellata di figure sulle pagine del frontespizio che come in un melì-melò combinano elementi diversi.

Allo stesso modo, conclusione del libro sono figure di diverse passioni e professioni,
attività comuni, semplici, quotidiane, perché tutti, in fondo, possono essere eroi 
in ciò che fanno, sicuri di sé, della propria realizzazione oltre le aspettative e i 
condizionamenti degli altri, oltre gli stereotipi di genere.


lunedì 6 settembre 2021

LEGITTIMA DIFESA

Susanne Strasser

CHI DORME NEL LETTONE?

Terre di Mezzo, 2021. 24 p.

Consigliato dai 2 anni


L’ironia bonaria dei libri di Susanne Strasser per i piccolissimi è irresistibile. Poche parole, belle figure, pagine di cartone grosso e il divertimento è servito, per chi ascolta, ma anche per chi legge!

E’ il caso anche per “Chi dorme nel lettone?” dove tutti gli animali che dormono nel lettone, trovano una scusa per infilarsi nel letto del bambino che sdraiato nel letto nella stanza a fianco. Lui, però, con tutti loro nel letto, fa fatica ad addormentarsi perciò trova un modo “speciale” per farli tornare di là...

Chi dorme nel lettone?” è un ottimo libro per i piccoli perché:

- ha le pagine (non troppe) grosse e facili da girare

- le illustrazioni sono chiare e, con pochi dettagli, ma non sono banali e, stagliandosi su fondo monocolore o bicolore, sono facilmente leggibili

- il testo è semplice e si memorizza subito 

- il testo contiene anche parole inusuali 

- il testo è costruito con la continua ripetizione della lista degli animali che dormono nel lettone (prima in diminuzione e poi in aumento) e ai bambini piacciono molto gli elenchi da ripetere

- la lista degli animali è rappresentata continuamente anche nelle figure così è facile per i piccoli seguirla con le dita

Tutte queste caratteristiche permettono al bambino anche piccolissimo di essere coinvolto nella lettura e di partecipare alla narrazione ripetendo le parole che si ripetono e/o imitando il rumore che fanno gli animali uscendo dalla stanza.

Questo è un libro con cui giocare insieme con parole e figure, un libro che ben si presta ad una lettura interattiva con i piccoli, un libro che sembra un libro della buonanotte, ma che forse, invece, tiene svegli per quanto può divertire.

Per concludere, è ovvio che l’ironia finale della puzzetta è per i più grandini, ma è proprio per questo che questo libro risulta simpatico a tutti.

 

 

martedì 7 aprile 2020

LE FORME DELLA PAURA

CANE NERO

Levi Pinfold
Milano: Terre di mezzo, 2013 – [26] p.

C’è un “Cane nero” (Terre di Mezzo) fuori dalla porta! E fa paura. E’ questa minacciosa presenza che dà il via alla storia raccontata da Levi Pinfold in questo interessante albo illustrato dalle grandi dimensioni. La famiglia Hope, mamma, papà e tre bambini, si sta preparando per la giornata, ognuno in una stanza diversa. Fuori gira un cane nero e feroce che diventa sempre più grande man mano che i componenti del gruppo si accorgono di lui. L'unica ad avere il coraggio di uscire, però, è la piccola Small. Il cane, sorpreso, l'annusa e poi incomincia a seguirla lungo un percorso che lei, astutamente guida attraverso passaggi sempre più stretti, finchè la bestiaccia rimpicciolisce e le sue dimensioni diventano normali. A questo punto il cane non fa più paura e viene ammesso in casa … attraverso la gattaiola.

 Il cane di questa storia – che, al di là di ogni interpretazione che le si voglia dare, è una bella storia - diventa spunto per parlare della paura, di come essa può diventare sempre più grande, perchè è una di quelle emozioni che si alimenta di se stessa. La paura, come anche la rabbia, è un’emozione che si rinforza con il pensiero e la condivisione negativa. Ciò significa che più ci si ostina a pensare di aver paura, più se ne ha e più se ne parla con gli altri in maniera sbagliata, più diventa grande perché all’emozione personale si somma quella dell’altra persona in un crescendo che rischia di essere incontrollabile. 

 
La paura va affrontata, con gli strumenti e gli aiuti giusti, e riportata alle giuste dimensioni. La paura addomesticata è un animale buono, anche utile, che ci dà conferma della nostra forza e ci ricorda i nostri limiti. La paura è parte di noi, sempre. Ed è un bene. Basta, però, non permetterle di prendere il sopravvento.
Molte sono le storie per bambini “sulla paura”, poche riescono a darne una chiave di lettura e di soluzione profonda e efficace come questa. Lontana dall’essere una storia cupa o banale, quella che ci racconta Levi Pinfold è una storia di fiducia e di speranza, una storia che ci racconta come a volte i mostri sono solo ombre, i fantasmi solo impressioni e su come molti timori (purtroppo non tutti) si possono sciogliere con un sorriso.
La realizzazione di questo albo, destinato ai bambini, ma di valore anche per i grandi, è caratterizzata da un interessante gioco tra testo e tavole illustrate, alcune di grandi dimensioni, altre con piccoli riquadri che anticipano e/o completano ciò che è detto con le parole. Una tecnica di illustrazione dal sapore un po’ retrò, ricca di particolari interessanti da guardare attentamente.

Levi Pinfold
Cane nero
Milano: Terre di mezzo, 2013 – [26] p. - € 15,00
Età di lettura: da 5 anni

giovedì 19 marzo 2020

AL CONTRARIO

Beatrice Sottosopra

Shelley Johannes, traduzione di Sara Ragusa
Terre di Mezzo, 2019. 157 p.

Di libri per bambini divertenti, ben scritti e intelligenti non ce n’è mai abbastanza. “Beatrice Sottosopra” (Terre di Mezzo) è uno di questi.
Beatrice Zipzer ama fare le cose a testa in giù. Tutto: giocare in giardino (appesa con le gambe ai rami degli alberi), stare a scuola (sotto il banco), scrivere (molte parole da destra a sinistra), sedersi su una poltrona (con i piedi sullo schienale), … . Stare con i piedi all’insù, per lei, è meglio: vede tutto meglio, pensa meglio, ragiona e capisce meglio. A casa nessuno ci fa quasi più caso, tranne sua sorella maggiore che non spreca occasione per rimarcare la sua stranezza. Fuori dalle mura domestiche è un altro discorso. Solo la sua amica del cuore Lenny sembra capirla. Al rientro a scuola, dopo le vacanze estive, però, c’è un’amara sorpresa che aspetta Beatrice. Il loro piano di travestirsi da Ninja per compiere la missione speciale “Lati positivi”, non è rispettato e solo Beatrice si presenta travestita, mentre Lenny, che nel frattempo ha trovato un’altra amica, non è più interessata. Un vero smacco per Beatrice, che, però, non desiste e … .
E’ complicato, essere una bambina “al contrario” quando tutti sono “per il verso giusto” (ma, qual’è il verso giusto?). Beatrice è convinta che non bisogna essere come tutti gli altri per far piacere a loro. Ogni persona è unica a modo suo, e tutti vanno rispettati. Essere consapevoli e fieri delle proprie peculiarità è punto di forza per trovare la propria strada nel mondo.
Al centro di questa storia divertente e un po’ strampalata, ma che si legge tutta d’un fiato, diversi spunti per crescere indipendenti, sicuri di sé. Bambini che non vogliono bruciare le tappe per diventare grandi in fretta, ma restare piccoli e godersi ciò che l’infanzia permette, perché per tutto il resto, c’è tempo, dopo.
Beatrice è una bambina ottimista, frizzante e piena di idee. La sua è una storia singolare, ironica e divertente, un po’ bizzarra, che parla di crescita, di accettazione, di amicizia e di voglia di vivere.
Non siamo ai livelli dei bambini intelligenti, acuti, anticonformisti e un po’ impertinenti sulla scia dell’intramontabile Pippi Calzelunghe, ma Beatrice Zinker riesce ugualmente a ritagliarsi il suo posto nelle letture per i bambini intorno ai 7-8 anni, che possono godere di un testo scritto con interlinea larga, accompagnato da simpatici disegni nero/grigi/arancioni.
Di questa bimba ribelle e alternativa, prossimamente, si leggeranno altre avventure. E’, infatti, preannunciato un secondo volume dal titolo “Beatrice Sottosopra: Missione Top Secret”.

Beatrice Sottosopra
Shelley Johannes, traduzione di Sara Ragusa
Terre di Mezzo, 2019. 157 p. - € 12,90
Consigliato per bambini di 7-8 anni

giovedì 6 febbraio 2020

LA FILOSOFIA DEL KOALA

Filosofia del koala
Béatrice Rodriguez
Terre di Mezzo, 2019. 78 p.

Fare filosofia con i bambini si può. Parlare con loro seriamente del tempo, dei sogni, della compassione e della solitudine è un’esperienza che riserva delle grandi sorprese. I bambini sono capaci di riflessioni profonde, di analisi precise e a volte spiazzano gli adulti con i loro pensieri. Non bisogna, perciò, aver paura di parlare con loro anche di temi difficili.
Le discussioni più ricche, di solito, nascono per caso. Si può, però, anche dar loro vita attraverso le pagine di un libro come “La filosofia del koala” (Terre di Mezzo) di Béatrice Rodriguez.
Il personaggio principale è un giovane koala che si interroga insieme ai suoi amici uccellino e camaleonte su varie tematiche come il nulla, il partire, i sogni, il lutto, l’amore per la natura, la vita privata.
Organizzato come una sorta di fumetto, il libro declina verticalmente, un pensiero 
che spesso assume la forma di insegnamento e si estende su una o più pagine.
Il dialogo si svolge tra i tre compagni che si stagliano sullo sfondo bianco 
cosicchè il lettore focalizza la sua attenzione su ciò che dicono e su chi lo dice. 
Interessante, perciò, la figura del piccolo camaleonte che sembra fare la parte 
del grillo parlante per riportare i discorsi di koala e uccellino su altri  fronti, per
far cambiare loro il punto di vista, per puntualizzare ciò che loro sembrano non 

considerare.
Fondamentale in questo libro è il ramo di un albero rappresentato sulla maggior 
parte delle pagine. La sua presenza è essenziale non solo perché parte 
dell’habitat naturale dei tre animaletti, ma soprattutto perché evoca graficamente
il contenuto delle riflessioni che i tre fanno sulle nostre radici, sul nostro sentirci 
a casa, sul sentirsi al sicuro.
Un libro intrigante, un po’ ironico, mai banale, per confrontarsi con se stessi e 
con i bambini su elementi semplici e universali come i segreti e le apparenze. 
Ma anche un mezzo per permettere ai piccoli di pensare e riflettere 
autonomamente sui singoli temi, leggendo le parole e osservando le figure. 
Notevole la capacità dell’autrice di usare parole e disegni per condurre il pensiero 
verso concetti e problemi, lasciando libera la via dell’interpretazione e delle 
conclusioni. Interessante il suo modo di accompagnare la riflessione attraverso 
l’uso degli spazi vuoti e delle pagine più fitte di parole e immagini.
Un concentrato di vita, di emozioni, di pensieri.
Un libro per tutti da leggere e guardare da soli o insieme, più e più volte.

Béatrice Rodriguez - traduzione di Eleonora Armaroli
La filosofia del Koala
Terre di Mezzo, 2019. 77 p. - € 15,00
Consigliato per la lettura condivisa dai 6 anni e per la lettura autonoma dagli 8. 
 
 
 
 

giovedì 23 gennaio 2020

TRA I DUE LITIGANTI …

Due a me, uno a te

Jörg Mühle. Traduzione di Giulia Genovesi
Terre di Mezzo, 2019, 32 p.


Rientrando a casa, l’orso trova tre funghi. Li porta alla donnola che, contentissima, li pulisce, li taglia, li cucina e li mette in tavola. A questo punto l’orso, che è più grosso, si sente in diritto di prenderne due e lasciarne uno solo alla donnola, che, ovviamente, non è d’accordo visto che è più piccola e deve mangiare per crescere ancora. Tra i due inizia un battibecco a suon di ragioni per avere il secondo fungo, ma, mentre litigano, passa una volpe e si prende il fungo “in più” lasciando i due attoniti e arrabbiati. Passata la sorpresa e lo sdegno, l’orso e la donnola, si gustano in pace il buonissimo pranzetto che come dessert offre … . Un finale aperto e a sorpresa: cosa succede adesso?Cominceranno di nuovo a litigare?

L’abilità tecnica di Jörg Mühle, che già abbiamo apprezzato nella serie di cartonati per piccolissimi “Coniglietto”, è qui caratterizzata da un tratto fumettistico piacevole e divertente, grazie al rapporto tra testo e immagini che è molto equilibrato: i due codici, insieme, infatti, aumentano considerevolmente la potenza narrativa del libro. La quantità di testo e di immagine sulla pagina è proporzionale a quanto viene raccontato e le fasi culminanti del battibecco, più piene di parole, sembrano veramente urlate tra i due contendenti. Il fondo bianco delle pagine contribuisce a “dare respiro” alle scene della storia che sono, in realtà, ambientate in un bosco, e rende perfetta la leggibilità di testo e illustrazioni.


Interessanti anche i versi di copertina, che illustrano il bosco intorno alla casa dei due e, quasi come un gioco del “trova le differenze”, rendono l’idea del tempo che è passato.
La storia dal ritmo ben sostenuto e ben scandito è narrata con humor e ironia. Sottolineando le parole “io” e “mio”, l'autore sembra rivolgere la storia soprattutto a quei bambini che non vogliono mai condividere nulla, né giochi, né libri, né cibo, né spazi.
Data la semplice accuratezza delle illustrazioni e la perfetta adesione del testo a una situazione tipicamente “bambina”, questo albo è adatto anche ai piccoli dai 3 anni.
Un albo di qualità che nel 2018 è entrato a pieno merito nei White Ravens, la lista internazionale dei più bei libri per ragazzi realizzata dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco, che contiene 200 titoli in 37 lingue provenienti da 59 paesi 

giovedì 26 dicembre 2019

PRENDERE L'INIZIATIVA PER CAMBIARE LE COSE

Una storia molto in ritardo

Marianna Coppo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.]


C’era una volta una pagina bianca”. Comincia così “Una storia molto in ritardo” (Terre di Mezzo), con una pagina bianca, appunto, e cinque buffi personaggi, un coniglietto rosa, un orso grigio, un ippopotamo rosso, e altri due strani animali non ben definiti, uno verde e uno marroncino. Non sanno dove si trovano né perchè, finché ad uno di loro non viene un’idea: sono in un libro, ma manca la storia. Decidono di aspettarla, ma il coniglietto si annoia anche perché, aspettando, nessuno degli altri vuole fare un gioco con lui. Così, apre lo zaino (lui, in effetti è l’unico ad avere qualcosa con sé) e prende l’iniziativa: comincia a disegnare delle foglie, un albero, una casetta sull’albero, un’altalena, un dinosauro, uno scoiattolo, degli uccelli … Via via la pagina bianca di sinistra si riempie, mentre gli altri animaletti aspettano in quella di destra. Si divide così il libro in due parti: da qui in poi, infatti, la narrazione si sviluppa parallelamente in due mondi diversi uno sulle pagine di destra dove ci sono gli animaletti, e uno sulle pagine di sinistra dove il disegno avanza. Qualche pagina dopo il ricongiungimento: il disegno, infatti, supera la “sua” pagina ed invade lo spazio degli animaletti coinvolgendoli nella sua narrazione iconica. Entrambe le pagine si riempiono di colori, di suoni e di personaggi, finché arriva una cicogna con un pacco contenente la storia. Ma è troppo tardi: le bestiole ne hanno già inventata una loro e sono pronti a raccontarla. Inizia così: “C’era una volta una pagina bianca”. Quella che sembra la conclusione non è, quindi, una conclusione: la struttura circolare del libro, con la fine uguale all’inzio, crea, infatti, ulteriori possibilità narrative per un gioco di storie nuove ipoteticamente infinito.

Questo libro di Marianna Coppo non è un albo illustrato nello stretto significato tecnico del termine. Non è nemmeno un albo illustrato senza parole. E’ un libro particolare dalle grandi potenzialità narrative che si sviluppano se il lettore è abile nel cogliere gli spunti lanciati dalle poche parole e dai disegni che via via crea il coniglietto. Come per gli albi illustrati senza parole, le storie che si possono inventare, guardando questo mondo disegnato che pian piano prende forma, sono tante e tutte diverse, come diversi sono i lettori che prendono in mano questo libro: basta che lascino volare la fantasia sulle dolci illustrazioni e le storie vengono da sé.
Sul verso di copertina si legge “Nella vita c’è chi aspetta la propria storia e chi invece prende l’iniziativa. E cambia le cose”: un altro indizio, un’altra potenzialità di queste pagine che, messe in mano ai ragazzini più grandi, possono aprire interessanti discussioni e riflessioni. Se gli animaletti avessero fatto attenzione a ciò che stava succedendo lì vicino a loro, nella pagina a fianco, invece che sbuffare nell’attesa della loro storia, avrebbero “vissuto” prima e più avventure? Se avessero preso un’iniziativa per trovare la loro storia, non avrebbero atteso così a lungo: per ottenere qualcosa, per raggiungere i propri obiettivi, per realizzare un sogno, si deve fare qualcosa, aspettare che arrivi da fuori, spesso non è abbastanza.
Andando oltre, ci sarebbe da pensare anche alla noia del coniglietto da cui nasce la sua creatività… . Altro spunto, altro tema… .
Un lavoro interessante per una lettura condivisa con i bambini a partire dai 5 anni.

Marianna Coppo
Una storia molto in ritardo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.] - €12,90