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mercoledì 16 marzo 2022

Strumenti del mestiere: LEGGERO LEGGERO'


Antonio Ferrara

Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri

Interlinea, 2021

Chi si interessa di lettura e di libri, vedendolo, non riesce a non prendere in mano questo libro di piccole dimensioni dal sottotitolo curioso e intrigante. Lo ha scritto Antonio Ferrara, conosciuto autore per ragazzi, ma anche illustratore e formatore. Ha lavorato a lungo con i giovani in una comunità alloggio e da sempre è convinto del grande potere che hanno lettura e scrittura per l’educazione (non formale) dei ragazzi, sia in termini di educazione sentimentale e alle emozioni, sia in termini di prevenzione del disagio (che poi sono spesso le due facce della stessa medaglia).

Si tratta di una raccolta di brevi interventi sulla lettura, sul leggere, sul condividere letture, sul leggere ad alta voce, con qualche incursione nello scrivere e nello scrivere per ragazzi in particolare.

Tutte le brevi dissertazioni qui raccolte sono basate su un grande amore per la parola scritta e per ciò che con le parole si può fare. L’assunto di partenza è che “siamo fatti di storie” e che ogni parola ne è elemento fondante. Le parole hanno sempre conseguenze, così come i silenzi e molto è dovuto anche al come sono combinate tra loro, pronunciate e presentate.

Si tratta di un libro che fa riflettere sull’amore per lettura e libri e che sottolinea l’importanza di questa passione per i giovani e per chi con i giovani lavora quotidianamente.

Leggere è sexy” è il titolo di una delle sezioni in cui il libro è diviso e questo titolo salta subito all’occhio scorrendo l’indice. Al suo interno si trovano la passione e l’amore per i libri che possono diventi anche passione e amore “fisici”. La lettura implica corporeità, soprattutto quella ad alta voce, perché è la voce che dà corpo alle parole, ma è anche il modo in cui chi legge si atteggia, la sua mimica, il suo sguardo, le sue espressioni che creano la storia. Leggere è fare un viaggio. Leggere insieme o ascoltare insieme è viaggiare insieme, fare la stessa esperienza, provando, però, anche cose diverse.

Leggero leggerò” è un libro da leggere di seguito dalla prima all’ultima pagina, ma anche “assaggiandolo” qua e là per trovare spunti di riflessione e per prendere coscienza del proprio modo di leggere e approcciarsi ai libri e alle storie. Un libro ricco di spunti per migliorare il proprio modo di far innamorare della lettura e per promuoverla attraverso il controllo della voce e la passione per la sua forza.

Per approfodire, un’interessante intervista a Antonio Ferrara su questo libro la si può trovare qui

martedì 11 gennaio 2022

LA SCELTA DEL LIBRO GIUSTO DA PROPORRE

Gli ingredienti che fanno di un libro un piacevole passatempo per i bambini che stanno diventando “lettori autonomi”, sono qualità del testo, qualità delle illustrazioni, vicinanza dei contenuti con il vissuto e/o l’interesse del lettore, livello linguistico e leggibilità.

Non esistono formule magiche o ricette infallibili per creare lettori. Esistono buone pratiche che, sulla base di fondamenti pedagogici, didattici e metodologici, aiutano a ottene buoni risultati. Una di queste è la gradualità nel proporre le letture ai bambini. Considerando i bambini di 6-7 anni che stanno imparando a leggere da soli, i libri che si propongono loro dovrebbero non essere né troppo facili per non annoiarli visto che, avendo acquisito da poco questa nuova abilità, sono entusiasti di metterla in pratica, e, dall’altra parte, nemmeno troppo difficili per non frustrarli con materiali al di sopra delle loro capacità. Sia le letture troppo semplici, sia quelle troppo complesse non danno soddisfazione al bisogno concreto del lettore in erba, come non gliene dà un libro che parli di qualcosa che non gli interessa o non gli è in qualche modo vicino.

Non è facile, quindi, azzeccare la lettura giusta da offrire. Aiuta, però, la conoscenza dei libri e dei bambini. Conoscenza che per entrambi i soggetti dovrebbe essere il più diretta possibile. Se ciò non è sempre il possibile per quanto riguarda i bambini, la conoscenza “di prima mano” dei libri è più facilmente raggiungibile: basta leggerli. E’ difficile riuscire a valutare e a proporre con convinzione qualcosa che non si conosce. La lettura dei libri per i bambini e per i ragazzi è quindi attività imprescindibile per chi vuole fare promozione alla lettura. La lettura di schede di presentazione o recensioni dei vari libri può aiutare l’educatore/animatore nella scelta tra le tante pubblicazioni disponibili sul mercato, ma queste non possono sostituirsi alla lettura diretta del libro per la quale serve, ovviamente, tempo. Un tempo da investire e che alla fine risulta sicuramente ben speso.

Esistono libri “di qualità” che, anche se non si possono definire letteratura con la “L” maiuscola, sono buone letture e ottimi strumenti di allenamento di questa abilità. Non possiamo qui dedicarci all’analisi di ciò che è letteratura e ciò che non lo è. E’ un argomento importante che però adesso ci porterebbe troppo lontano. Ne parleremo un’altra volta.

Detto tutto questo proviamo a considerare gli elementi che si devono cercare per scegliere un buon libro per i piccoli lettori che, superata del tutto la fase della traslitterazione, hanno imparato i meccanismi della lettura e stanno affrontando il momento cruciale del passaggio dalla lettura condivisa a quella autonoma, cominciando a muoversi abbastanza bene tra le pagine. Lo facciamo alla luce di “Via del Sorriso 123” (Il Castoro, 2021) di Lodovica Cima.

Prima di tutto, anche per i libri, “l’abito fa il monaco” e quindi la copertina, primo elemento che si vede di un libro deve attirare attenzione, incuriosire e non essere fuorviante rispetto al contenuto. Qui la copertina è molto piacevole e ritrae il condominio, che è il luogo in cui si svolgono le storie che contiene. La sovraccoperta ha “i buchi” in corrispondenza delle finestre di questo palazzo e togliendola è come se si abbattesse il muro di facciata e si entrasse direttamente nei vari appartamenti.

Le storie sono organizzate in 12 mesi e sono tutte episodi che succedono ai tanti bambini (più o meno coetanei dei potenziali lettori) che abitano questo stabile e ad alcuni tra gli adulti della casa: il custode, Angelo e il suo cane, le baby-sitter che passano i pomeriggi con i piccoli, una simpatica maestra in pensione. Ogni tanto compare anche qualche genitore.

Le storie, oltre che divertenti, sono tipicamente di “vita bambina” e, pertanto, vicine al vissuto dei lettori che in esse possono facilmente ritrovarsi.

Le scelte linguistiche rispettano i bambini sia nel loro livello di complessità sintattica (vanno oltre la paratassi, senza però diventare troppo impegnative), sia nella loro selezione lessicale. Entro determinati limiti, un linguaggio ricco interessa i bambini li stimola, li sprona, al contrario di un linguaggio banale, meno impegnativo e più veloce sicuramente da leggere, ma meno gratificante.

Anche se non è specificatamente un libro a “alta leggibilità”, la spaziatura tra le parole, l’interlinea larga, il testo non giustificato a destra e la font scelta, facilitano la lettura.

Le illustrazioni, infine, sono simpatiche e discrete. Ricche di particolari ma non esagerate, accompagnano le scene descritte dal testo, senza prevaricarlo e costituiscono elemento di alleggerimento delle pagine, nonchè di attrazione per i bambini.

Lodovica Cima con le illustrazioni di Giulia Dragone

Via del Sorriso 123

Il Castoro, 2021. 116 p.

Dai 7 anni

giovedì 22 luglio 2021

Strumenti del mestiere - TOUT SUR LA LITTÉRATURE JEUNESSE. DE LA PETITE ENFANCE AUX JEUNES ADULTES

Sophie Van der Linden

Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes.

Gallimard Jeunesse, 2021. 187 p.

La letteratura per ragazzi in un libro agile, ricco di informazioni e facile da utilizzare. Si può definire in questo modo “Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes” di Sophie Van der Linden, giornalista francese, scrittrice e critica letteraria, esperta appassionata di albi illustrati e di letteratura per l’infanzia. Questo suo lavoro nasce un po’ come aggiornamento e completamento del suo primo libro di questo tipo “Je cherche un livre pour un enfant: le guide des livres pour enfants de la naissance à 7 ans” (Gallimard Jeunesse, 2011). Le motivazioni che l’hanno portata a pubblicare questo lavoro si leggono sul suo blog: negli ultimi anni sono continuate a crescere le esigenze, di punti di riferimento, di consulenza, di formazione in questo copioso settore editoriale. L'ambizione mostrata dal titolo (da prendere ovviamente come uno slogan), è quella di trattare l'intero settore e le questioni ad esso collegate, in un unico volume, il più sintetico e pratico possibile. È pensato per soddisfare le aspettative di genitori, nonni, appassionati ma anche studenti, professionisti del libro e della lettura, volontari delle associazioni... È pensato soprattutto per permettere ai bambini, accompagnati da questi promotori, di entrare, davvero, nella letteratura ...”.

Si tratta di un libro utile come base di partenza per numerosi approfondimenti in
questo campo, visto che ne nomina tutti gli 
aspetti e i soggetti interessati ovviamente
riferiti al contesto francese, alcuni dei quali, però, 
con valore universale.
Il libro è diviso in otto capitoli preceduti da un’introduzione: 1. Storia del libro per

l’infanzia. Punti principali.; 2. Caratteristiche distintive della letteratura per l’infanzia; 3. Consigli per la lettura ai bambini e ai ragazzi; 4. Libri di ogni tipo; 5. I grandi generi; 6. Biblioteche ideali; 7. La letteratura per l’infanzia in discussione; 8. Appunti pratici. Al momento “Tout sur la litterature jeunesse, de la petite enfance aux jeunes adultes” è disponibile solo in francese, chissà che non ne possa essere proposta da qualche editore una traduzione italiana con adattamento alla nostra realtà. Potrebbe essere un nuovo utile libro divulgativo sul filone de “Il dizionario della letteratura per ragazzi: gli autori, gli illustratori, le trame, i personaggi, gli studiosi, le associazioni” di Teresa Buongiorno, edito da Fabbri nel 2001 e de “Il Dizionario della fiaba” edito da Lapis nel 2014,sempre di Teresa Buongiorno.


lunedì 1 febbraio 2021

Strumenti del mestiere: LEGGERE. UN GIOCO DA RAGAZZI

Cosa significa promuovere la lettura? Ce ne elencano gli aspetti principali due autori per ragazzi, Anna Vivarelli e Guido Quarzo, in una sorta di piccolo vademecum: “Leggere. Un gioco da ragazzi” (Salani, 2016). E’ “un manifesto dell’amore per la lettura” che si legge in poco più di due ore, ma che si impiega una vita per applicarlo. Anzi, sarebbe bene impiegare una vita per applicarlo, usando quotidianamente gli spunti che propone nel lavoro con i bambini e i ragazzi.

Siamo tutti perfettamente consci che non esistono ricette e, tanto meno, ricette infallibili, per creare lettori. I fattori che possono portare a questo risultati in breve o lungo tempo, sono molteplici, non tutti concorrono contemporaneamente e non sempre ci sono le condizioni per poterli applicare tutti. Avere tanti spunti e tante idee, però, aiuta a programmare l’intervento specifico, o, come a volte con i bambini e i ragazzi può succedere, a improvvisare, cogliendo quelle occasioni che si creano di tanto in tanto nella vita scolastica o familiare.
Questo volume è agile e diretto e vale la pena leggerlo, anche come ripasso, quando ci si accinge a lavorare con i libri, con le storie, con i bambini e con i ragazzi.

Riassumo qui, schematicamente i concetti principali che Anna Vivarelli e Guid Quarzo delineano:

- la lettura è un piacere e spesso si diffonde per contagio. Come, purtroppo di questi tempi ben sappiamo, il contagio si crea quando ci sono molte occasioni di contatto e si incontrano molti soggetti: ecco quindi che una delle condizioni per formare lettori è che i bambini/ragazzi abbiano molti libri a portata di mano e ne vedano tanti in molti luoghi e momenti della loro vita (va da sé che è fondamentale che vedano anche gli altri, gli adulti, leggere)

- la scuola è (con la famiglia) uno dei luoghi dove avviene maggiormente il contatto con i libri. Purtroppo questo incontro non è sempre positivo e fortunato: la lettura di narrativa (per piacere) dovrebbe essere sempre distinta dalla lettura di testi scolastici e manuali (per studio, per fare educazione linguistica)

- tutti i bambini amano le storie e le storie hanno un potere enorme sui bambini. E’ fondamentale lasciare che i bambini sentano/leggano molte storie e che le storie si “facciano strada” dentro i bambini, creando in loro una sorta di dipendenza e quindi il desiderio di averne sempre di più (lette in autonomia o ascoltate)

- più si legge più ci si crea gusto per i libri: quindi molti libri devono essere a disposizione dei bambini/ragazzi e molti libri di tipo diverso: in questo modo i lettori imparano a scegliere, prima di tutto ciò che piace a loro, e poi a distinguere le buone dalle cattive storie, i libri di qualità (ne ho scritto su "Il Pepeverde"  Edizioni Conoscenza - nr. 5/gen-mar. 2020, p. 8-10)

- le storie non sono fatte per “affrontare temi” o per insegnare qualcosa, né per inviare messaggi.

- è importante considerare la contemporaneità dei libri e delle storie che si suggeriscono ai ragazzi. I classici, le fiabe, i romanzi della letteratura per adulti che sono diventati “per ragazzi”, gli adattamenti e le riduzioni dei grandi classici, sono tutti materiali di letteratura che vanno affrontati in maniera adeguata, valutando bene se, come e quando farli leggere

- le librerie e le biblioteche hanno un ruolo fondamentale per la promozione della lettura, sia per i ragazzi, sia per gli adulti che lavorano con loro

- chi promuove lettura dovrebbe conoscere bene sia i libri sia i ragazzi con cui lavora, è quindi fondamentale leggere e fare esperienza

- il punto di partenza e il punto di arrivo è che la lettura è un piacere piacere. Si devono fare, quindi, delle serie e attente riflessioni su: schede di lettura, riassunti, presentazioni, lezioni frontali, esercizi di comprensione e di produzione, discussioni in classe, lavori di gruppo.

Se il promotore della lettura ha ben chiare tutto quanto qui sopra riassunto, lo fa suo e lo applica, è probabile, ma non scontato, che grazie al suo lavoro nascerà qualche lettore.

 

Guido Quarzo, Anna Vivarelli
Leggere. Un gioco da ragazzi.
Salani, 2016.

mercoledì 18 novembre 2020

BIBLIOTECA SCOLASTICA: QUALCHE IDEA.

Spunti per organizzare o riorganizzare una biblioteca scolastica all’interno di una scuola primaria.

Insegnare ad amare i libri è una delle risorse più preziose che la scuola può offrire. I bambini di oggi sono consapevoli che con una tastiera in mano hanno a disposizione strumenti incredibili. Anche gli adulti che li accompagnano, sanno che la navigazione in internet, se opportunamente guidata, amplia enormemente il piacere della ricerca e della scoperta. Essi, però, sanno anche che i contenuti digitali rischiano una fruizione superficiale e passiva. Leggere è un’altra cosa, è sospensione del tempo, è concentrazione, è lenta esplorazione del mondo e di sé.

E’ dunque fondamentale creare e sostenere nei bambini e nei ragazzi il piacere della lettura. Uno dei presupposti fondamentali per creare lettori è presentare e mettere loro a disposizione materiali da leggere adatti alla loro età, corrispondenti ai loro interessi, coinvolgenti per il loro mondo.

Le biblioteche sono per definizione luogo dei libri e della lettura e la loro esistenza, la loro creazione, ha ancora senso anche all’interno delle scuole. E’ ovvio che al giorno d’oggi le biblioteche, anche quelle scolastiche, non possono essere formate da un patrimonio unicamente cartaceo, ma è altrettanto vero che da esso non possono prescindere.

Creare, rinnovare e arricchire una biblioteca scolastica e promuoverla promuovendo la lettura è un impegno fondamentale e importante. Non si nega che sia anche gravoso, ma le soddisfazioni che ne possono derivare sono impagabili come i benefici che ne derivano sul processo evolutivo dei bambini.

Purtroppo la gestione delle biblioteche scolastiche in Italia è per lo più ancora demandata a insegnanti che per vari motivi non possono più svolgere il loro lavoro in classe o a insegnanti volenterosi che, però, possono dedicargli solo ritagli di tempo o ore aggiuntive ai loro impegni di cattedra.

Certamente la complessa e delicata mole di lavoro del bibliotecario scolastico, citata per altro anche nei documenti del Ministero, richiederebbe una preparazione specifica e il riconoscimento di una professionalità altrettanto specifica (docente documentalista), oltre a un monte ore ufficialmente destinato e non faticosamente contrattato di anno in anno. Il discorso è ampio e andrebbe affrontato nei luoghi giusti per ottenere i giusti riconoscimenti.

Quello che intendo fare in questo posto, al di là della condivisione di queste considerazioni generali, è raccogliere alcune riflessioni fatte insieme ad alcuni insegnanti di una scuola primaria in Val di Fiemme, che hanno deciso di creare un progetto per riqualificare la biblioteca scolastica esistente nel loro plesso e darle nuova vita. L’idea è quella di offrire una serie di ragionamenti, piccole proposte e suggerimenti per chi intende iniziare a organizzare o riorganizzare la propria biblioteca scolastica.

Biblioteca scolastica: chi?

Chi sono i protagonisti di un progetto per la realizzazione di una biblioteca scolastica?

Partendo dal presupposto che la biblioteca sarà a disposizione di tutto il plesso scolastico, è fondamentale avere chiaro che sarà biblioteca di tutti: bambini, insegnanti, dirigenza, altri educatori.

La progettazione e realizzazione della biblioteca scolastica vede quindi anche il coinvolgimento di tutti (o quasi) questi soggetti nella raccolta di idee e suggerimenti, nelle proposte di materiali, nella loro organizzazione e gestione. Partendo da un gruppo di lavoro e coordinamento del progetto, a tutti i soggetti possono essere poste delle domande da cui partire. Per esempio:

* Come immagini la biblioteca a scuola?

* Cosa deve esserci assolutamente?

* Cosa ci verresti a fare?

* Come pensi di poter contribuire alla sua realizzazione/gestione?

* …

In un secondo momento si può ipotizzare che la biblioteca scolastica possa essere fruita anche dai genitori e dal personale ausiliario. Se si pensa, poi, a tutti coloro che potranno entrare in biblioteca si devono anche aggiungere ospiti esterni invitati per portare avanti attività di promozione alla lettura, conferenze, laboratori, incontri vari.

Biblioteca scolastica: cosa e come?

Quali sono i materiali da mettere in una biblioteca scolastica e come si organizzano?

Pensando alle finalità sopra descritte, in una biblioteca scolastica si dovrebbero trovare:

- libri di narrativa (prime letture e romanzi)

- albi illustrati (non solo per i bambini più piccoli)

- graphic novel

- silent books

- libri di divulgazione

- materiali per gli insegnanti

L’organizzazione di questi materiali, in base all’uso che si intende fare e offrire della biblioteca, dopo una consultazione con tutti gli insegnanti (leggere non è questione “solo di italiano”) può seguire due linee:

a) suddivisione base per fascia d’età e all’interno di ogni fascia i vari generi e argomenti (per la divulgazione)

b) suddivisione base per genere e argomento (per la divulgazione) e quindi indicazione di fascia d’età

Una sezione a parte è costituita dai materiali ad uso degli insegnanti, qualora non siano libri per ragazzi

Per l’organizzazione dei materiali e degli spazi sono necessari, ovviamente, scaffali, scatole, contenitori e stickers con ideogrammi/pittogrammi o etichette colorate per le suddivisioni interne.

Il “come?” di una biblioteca presuppone poi l’individuazione del metodo di gestione della stessa sia per quanto riguarda la sua crescita (incremento con doni e acquisti) e la sua manutenzione (organizzazione dei materiali e progressivo scarto di quelli obsoleti), sia per quanto riguarda la catalogazione dei libri e il loro prestito.

On line si possono trovare dei programmi di gestione di biblioteca sia gratuiti (i più semplici e con meno funzioni) sia a pagamento, la cui scelta dovrebbe avvenire con l’aiuto di persone competenti e previa analisi di ciò che effettivamente serve e si vuole fare.

Biblioteca scolastica: dove?

La biblioteca scolastica dovrebbe essere a scuola e possibilmente in un luogo dedicato, sicuro e protetto, dove ci possano andare i gruppi classe ma anche singolarmente i bambini in eventuali momenti “liberi” nel corso dell’orario scolastico.

L’ambiente dovrebbe essere ampio e luminoso. Dovrebbero esserci tavoli e sedie per i lavori di gruppo, sedute informali (poltrone, pouf, cuscini, tappeto …) per la lettura autonoma. Scaffali e contenitori per i libri.

L’ideale sarebbe che tutto l’arredamento fosse “mobile”, per esempio, su rotelle, in modo da poter adattare gli spazi di volta in volta all’attività che ci si vuole fare.

Elementi decorativi, quadri poster e scritte alle pareti (senza esagerare) contribuiscono a rendere l’ambiente piacevole da vivere. Anche la presenza di piante verdi di cui prendersi cura, aiuta a dare vita agli spazi e a farli sentire “propri” a chi li frequenta.

E’ auspicabile anche la disponibilità di carta, colori, matite, penne e altri materiali di cancelleria.

La biblioteca scolastica diventa così un luogo dove:

* i bambini trovano letture accattivanti, libri per approfondire o soddisfare la loro curiosità e materiali per “creare”, hanno spazio e tempo per fermarsi e ci si fermano volentieri.

* gli insegnanti trovano materiali da proporre, organizzano attività varie e laboratori, fanno riunioni, si fermano volentieri a lavorare o a leggere

* si organizzano incontri, riunioni, conferenze

* si propongono mostre ed esposizioni

* …

Biblioteca scolastica: come agire?

Organizzare/riorganizzare una biblioteca scolastica è un lavoro lungo che non finisce mai. Non si può pensare di dedicarsi a questo progetto solo per un determinato periodo e poi considerare il lavoro finito. Le biblioteche, anche quelle scolastiche, sono “esseri viventi” che continuano a modificarsi e a crescere seguendo e assecondando le necessità formative e di svago di chi le frequenta. Una biblioteca “ferma” è presto una biblioteca “vecchia” e quindi inutilizzabile.

Bisogna, ovviamente, partire da un progetto iniziale che vede la partecipazione dei vari soggetti coinvolti, ma che poi deve prevedere anche una continua “manutenzione”. Anche per questa i soggetti per cui la si pensa devono essere coinvolti: non è più il tempo delle biblioteche per gli utenti, ma delle biblioteche degli utenti. E si sa che se le persone sentono che qualcosa gli appartiene, ci tengono di più.

Per la creazione e manutenzione di una biblioteca scolastica si possono, quindi, prevedere le seguenti azioni:

* brainstorming in gruppi di scolari, insegnanti (anche con la dirigenza), genitori

* valutazione di progetti specifici per la diffusione del libro organizzati da editori e librerie

* preparare e tenere aggiornate liste di materiali da suggerire a enti e/o privati che volessero regalare qualche cosa alla scuola

* evitare di accettare tutto ciò che viene regalato in quanto “non più usato a casa”, ma scegliere e motivare le scelte con i donatori

* raccogliere “desiderata” di insegnanti e alunni

* consultare esperti bibliotecari e esperti in letteratura per l’infanzia leggendo regolarmente anche siti e blog specializzati

* seguire il mercato editoriale iscrivendosi, per esempio, alle newsletter dei vari editori

* dedicare del tempo alle visite in libreria per vedere “fisicamente” i libri e farsi consigliare dai librai

* visitare regolarmente le biblioteche pubbliche del territorio per confrontarsi con i bibliotecari e per trovare con loro possibili forme di collaborazione.

Rimane poi la questione economica che è ovviamente centrale e non sempre facile da risolvere. Non è detto che la scuola abbia dei fondi da mettere a disposizione. Si può cercare di ottenere dei finanziamenti presso gli enti o i privati che sono attenti ai bisogni della comuntà locale. Nel piccolo si possono organizzare raccolte fondi “mirate” alla biblioteca in occasione di recite e feste scolastiche varie e con mercatini.

Un’azione che, però, è alla base di tutto e può facilitare l’apporto di tutti è quella di FAR PARLARE I BUONI LIBRI sfruttando ogni occasione possibile per mostrarli e presentarli a chi potrebbe offrirli e a chi potrebbe utilizzarli. Prendere coscienza della loro qualità, della loro bellezza, delle loro potenzialità, è il primo passo per riconoscerne il valore e considerare opportuno metterne tanti a disposizione di bambini e ragazzi e degli adulti che lavorano con loro.