Jean-François Sénéchal
con la traduzione di Claudine Turla
Semplice
la felicità
Edt
Giralangolo 2020, 264 p., € 14,00 e-book € 9,99
consigliato
da 13 anni
Una
nuova storia “fuori dal coro” nella collana di narrativa di
Giralango: “SEMPLICE LA
FELICITA’” di
Jean-François
Sénéchal, autore canadese che, praticamente nato tra i libri dei
suoi genitori insegnanti, dopo gli studi in antropologia, si è
dedicato alla letteratura.
Quella
che racconta in
questo libro
è la storia di Chris, un ragazzo “in ritardo” come si definisce
lui, che il giorno del suo diciottesimo compleanno si sveglia nel suo
appartamento perfettamente in ordine, ma vuoto: sua mamma se ne è
andata, come se, arrivata fin lì, il suo compito fosse finito. Suo
padre se ne era andato alla sua nascita e Chris, adesso
solo, si
ritrova a inventarsi una routine fatta quotidianità,
di amicizie e di
piccoli lavoretti manuali, che gli inquilini del suo palazzo gli
commissionano, dopo che l’anziana padrona l’ha nominato custode.
La sua “semplicità” lo porta a raccontare tutto ciò che gli
succede a sua madre in un dialogo immaginario che continua a condurre
con lei nella sua testa. Le parla delle persone
che incontra,
dei suoi lavori, di come è (sarebbe) bello avere una ragazza, della
morte del padre di una sua amica, della difficoltà a farsi accettare
fuori dalla sua cerchia … della sua vita, che passo passo, va verso
un’autonomia sempre più grande, nonostante intoppi e problemi. Ed
è questa, per Chris, la felicità: poter vivere una vita semplice e
normale nel piccolo universo di umanità che è il boulevard vicino a
casa sua con il mercato, la sala da bowling, la strada con le
macchine. Alla fine Chris, con la sua ingenuità, trova un suo
equilibrio. Spera sempre nel ritorno della mamma, ma ha riempito la
sua vita di tante altre persone e quindi può dire con sicurezza “(…)
non preoccuparti per me, mamma. Perchè anche se non tornerai, anche
se non tornerai mai, io sarò felice lo stesso.”.
La storia che ci viene proposta è commovente, dura e tenera, divertente e tragica. E' raccontata in un linbuaggio essenziale, conciso, diretto, eppure di incontestabile bellezza, e saprà catturare i lettori più sensibili. Punto di forza è che la narrazione non scade nel patetico, né nell’auto commiserazione, ma coinvolge il lettore e lo fa sentire parte del mondo di Chris, per questo stupisce come l’autore sia riuscito a mettersi, con grande sensibilità, nei panni e nella testa di un ragazzo di 18 anni con un ritardo mentale.
Il tema dell'autonomia delle persone disabili non è esattamente quello che si può pensare un tema da libri per ragazzi, eppure la realtà è ciò che essi cercano nelle storie, soprattutto nel periodo dell'adolescenza. Un periodo che sappiamo pieno di contraddizioni, ma che richiede punti fissi di riferimento. Ritrovarsi nelle storie che si leggono è fondamentale e le situaizioni di difficile quotidianità sono più frequenti nella vita dei ragazzi di quanto si possa immaginare.
Alcuni di loro ne hanno anche scritto, come Gaya Raineri che nel suo "Pulce non c'è" (Einaudi) racconta con intelligente ironia della sua sorellina "speciale", Pulce, una bambina autistica allegra che abbraccia forte tutti, anche gli sconosciuti, oppure Giacomo Mazzariol che nel suo “Mio fratello rincorre i dinosauri” (Einaudi) narra del fratellino Giovanni affetto dalla sindrome di Down e di cui lui all’inizio si vergognava, per poi, invece, farsi travolgere dalla sua vitalità e scoprire che, a modo suo, era (ed è) un supereroe.
Leggendo la storia di Chris non si
può non ricordare, poi, anche il romanzo “Mio fratello Simple”
(Giunti), la storia di Bernabè, un ragazzo disabile, che suo
fratello decide di tirar fuori dall’ospedale psichiatrico dove sua
madre l’aveva messo, e prendersene cura. L’ha scritto Marie-Aude
Murail, apprezzata autrice francese che ha composto con elegante e
seria leggerezza diversi romanzi sulle tematiche forti che
interessano i ragazzi come la disabilità, l’omosessualità, il
razzismo.
Mi
piace ricordare qui che quest’anno la collana di narrativa di
Giralangolo ha vinto il Premio Andersen come miglior collana di
narrativa “per un progetto coeso e coerente, capace di
restituire la voce forte e allos tesso tempo fragile
dell’adolescenza, attraverso storie mai scontate, che spaziano tra
i generi. Per una collezione di sguardi autentici con cui
confrontarsi anche grazie all’ottimo lavoro di traduzione. Per aver
cucito con un filo rosso una pluralità di autori internazionali
dagli stili differenti, accomunati però dalla capacità di non
sottovalutare ami i propri lettori”.
Una
motivazione importante che rende onore a questi romanzi, a chi li
scrive, a chi li sceglie per pubblicarli e ai ragazzi che li leggono.
Nel
tempo ho avuto modo di scrivere di diverse di queste storie
segnalandole per la loro qualità: FERMA COSI'di Nina Lacour,LE VARIAZIONI DI LUCY , TRACCE di Wendy Mills, FUGA IN SOFFITTAdi Coline Pierré, OPHELIA di Charlotte Gingras , LA SECONDA AVVENTURA di Simone Saccucci , LA SCELTA DI RUDI di Françoise Dargent BUIO di Patrick Bard e UN'ESTATE QUASI PERFETTA di Anne Percin.