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domenica 27 giugno 2021

DOPO LA PIOGGIA TORNA IL SERENO

Senza lampo né maltempo 

Éléonore Douspis – traduzione di Anselmo Roveda 

 Giralangolo, 2021 – 28 p.  

Consigliato da 6 anni 

 A casa di Pauline e Louis piove, piove in ogni stanza e in soggiorno comincia a formarsi anche una pozzanghera, ma non si capisce da dove viene quest’acqua. Tutta la famiglia è impegnata nella ricerca della falla, ma non ci sono buchi nel tetto, non ci sono crepe nel soffitto, “l’acqua sgorga da nessun luogo”. Così ci si adatta a vivere in casa con ombrello, stivali e impermeabile, mentre fuori c’è il sole e tutto sembra procedere come sempre: i bambini, compagni di Pauline e Lousi, giocano felici e vanno a scuola. Loro, però, sono turbati e rimangono in disparte imbacuccati nell’impermeabile col cappuccio. La situazione che hanno a casa li mette in imbarazzo e non osano mischiarsi agli altri bambini. Intanto, a casa, dove le gocce d’acqua cadono in tutte le stanze mettendo a repentaglio l’equilibrio della famiglia, i genitori cercano di capire perché questo succede proprio da loro. L’umidità della pioggia misteriosa crea muffa e macchie su mobili, pareti e pavimento. Tra le fessure del parquet nasce perfino un germoglio che pian piano diventa albero. Tra i suoi rami compaiono panda, scimmiette ed uccelli, mentre la pozza per terra è diventata un lago con tanto di rane e di ippopotami. Da fuori si capisce che qualcosa non va in quella casa e i bambini cominciano a sbirciare dalle finestre, finché il papà non apre la porta e li fa entrare. In casa, adesso, l’ambiente è diverso: lo stupore iniziale si trasforma in entusiasmo di fronte ad un parco giochi in cui si può nuotare e dondolarsi dai rami dell’albero cresciuto in soggiorno e i cui rami continuano a crescere uscendo dai buchi che loro stessi creano nel tetto e nei muri, facendo,finalmente, entrare di nuovo il sole in casa. 

 Non è facilissimo “Senza lampo né maltempo”, il libro di Éléonore Douspis da poco uscito per Giralangolo con la traduzione di Anselmo Roveda. Si tratta di una storia che va letta con attenzione per sciogliere bene la metafora che la pervade. Ma una volta colto il senso, il lettore non può che immergersi nella narrazione e riconoscere con emozione e commozione le corde importanti che riesce a toccare.  

Questa storia, infatti, spiega come nelle case e nelle famiglie ci siano dei momenti tristi e come possono essere superati per tornare a sorridere anche quando tutto sembra irreparabile. I bambini, spesso, hanno difficoltà a comprendere le situazioni famigliari problematiche più grandi di loro e tendono a chiudersi in se stessi per non far capire agli altri il loro disagio. E’ questo che rappresenta l’impermeabile che indossano i piccoli protagonisti di questa storia: una protezione che diventa doppia a difenderli dalle gocce di pioggia in casa e dagli sguardi curiosi dei loro compagni fuori e, come l’acqua, anche le emozioni di Louis e Pauline rimangono imprigionate dall’impermeabile. Dalle difficoltà, però, spesso nascono cose buone e, superato il momento buio, si può ricominciare una nuova esperienza. Così, il piccolo germoglio che nasce dal pavimento e diventa albero, rappresenta un nuovo inizio illuminato dai raggi del sole. Come dice il proverbio, infatti, “dopo la pioggia, torna il sereno”, ma Éléonore Douspis non è scontata nella sua interpretazione di questo detto: con grande attenzione, infatti, rappresenta i suoi personaggi come ricchi di gioia interiore e quindi intrinsecamente dotati della forza per superare il loro dolore con modestia, senza sensazionalismi né clamore.  

Il maltempo che incombe in questa casa è quindi chiaramente più psicologico che meteorologico. La famiglia era in difficoltà e l'acqua era lì solo per permettere loro , letteralmente, di “lavare i panni sporchi in casa”, tanto per citare un altro proverbio, senza che nessuno fuori sapesse del loro problema, per poi, superato il momento critico, aprire di nuovo la porta agli altri. In realtà, l’autrice non fornisce alcuna chiave per comprendere origine e significato delle gocce di pioggia, né per interpretare l’intera narrazione: spetta al lettore leggere il testo, osservare le figure e trarre le proprie conclusioni. Le illustrazioni,semplici e chiare, dai colori in forte contrasto, sono esteticamente armoniose e rivelano un perfetto stile grafico, un po’ asettico, forse, in relazione alla forte carica emotiva della storia, ma comunque, d’effetto, anche perché l’ambientazione di design offerta dall’arredo della casa si oppone alla dolcezza degli sguardi e delle posture dei protagonisti e alla rigogliosa ricchezza delle fronde dell’albero che libera la casa dal problema che l’affliggeva, facendo entrare il sole e esaltando le emozioni dei bambini finalmente liberi di essere di nuovo felici.


sabato 6 marzo 2021

ACCETTARE NOVITA' E CAMBIAMENTI

L'ospite

Nadia Al Omari con le illustrazioni di Richolly Rosazza

Kite 2020.

Consigliato da 5 anni


E’ indubbiamente una copertina che attira e incuriosisce quella del libro illustrato “L’ospite” pubblicato da Kite lo scorso ottobre: fermo sulla strada c’è uno strano mezzo di trasporto, metà uccello e metà carrozza. Del suo conducente si vede solo il braccio. I passeggeri sono pesci e uccelli. Da questa strana macchina scende un esserino ibrido non ben definito: orecchie lunghe, pelliccia marroncina, portamento antropomorfo, un muso che non è un muso ma che non è neanche un viso, mani, piedi e coda. E’ l’ospite che arriva inatteso a scombussolare la vita del protagonista, anche lui una sorta di animaletto non ben identificato. La sua vita scorreva lieve e tranquilla tra casa, giochi e amici. All’arrivo dell’ospite, lui ha provato a tenerlo fuori da casa sua, a non farlo entrare, a ignorare la sua presenza fissa fuori dalla porta e sempre con lui ovunque andasse. Tutto inutile. Per sfinimento, dopo infinita insistenza, lo ha lasciato entrare e niente è stato più come prima: la casa sottosopra e la vita più difficile, anche perché gli altri, i suoi amici, hanno cominciato a guardarlo storto. Come fare?

Nessuna alternativa: solo la rassegnazione alla convivenza per scoprire che anche in questa novità, tanto inattesa quanto fastidiosa, qualcosa di buono si poteva trovare.

Non è certamente un libro facile quello proposto da Kite. Non basta una lettura per entrarci veramente, come, allo stesso modo, di diversi sguardi hanno bisogno le illustrazioni per poter essere lette nella loro completezza e apprezzate nella loro bellezza.

D’altra parte, non cerchiamo le cose facili: che gusto c’è a trovarsi tra le mani oggetti-libri scontati, prevedibili, di dubbia qualità e senza spunti per riflettere, per giocare con la fantasia e l’immaginazione.

I libri di qualità sono quelli che hanno livelli di lettura diversi. Questo ne molti: c’è il primo livello della storia nella sua semplice evoluzione narrativa; c’è un secondo livello che impegna per la particolarità degli esseri ibridi che ne sono protagonisti; c’è un ulteriore livello che spinge ad andare oltre il reale di ciò che si vede e si legge per scoprire il mondo che veramente racconta; c’è il livello del puro piacere di guardare le ricchissime immagini perfettamente in equilibrio tra realtà e fantasia, tra naturale e costruito, tra animale e umano, tra ordine e disordine; c’è il livello in cui tutto ciò che sembra assurdo trova una sua logica e un suo significato; c’è il livello che … La lista può continuare. A ogni nuova lettura (o per ogni nuovo lettore) un particolare diverso che si fa notare e una interpretazione un po’ diversa della storia che parla di novità e di cambiamento. In questo ultimo anno difficile abbiamo tutti dovuto fare i conti con il cambiamento, rinunciare ad abitudini consolidate, rinnovare le modalità di relazione con gli altri, accettare l’inaspettato e provare a conviverci. Ciò, però, non significa che il cambiamento sia stato per forza sempre e solo in peggio. Ed è questo che, riassumendo, “L’ospite” ci fa vedere: se cambia qualcosa, in noi o negli altri o nel nostro ambiente, è naturale provare paura e spavento, ma è inutile cercare di opporvisi. E’ meglio trovare un modo per mettersi in relazione positiva con la novità e ricominciare a “giocare” in maniera diversa, facendo tesoro di vecchie e nuove esperienze.

Un’altra chiave di lettura di questo libro molto originale potrebbe essere l’accettazione del diverso e l’accoglienza di chi bussa alla porta alla ricerca di compagnia, aiuto, ascolto, amicizia, amore. Anche in questo caso l’atteggiamento di apertura del protagonista che, seppur dopo un po’ di opposizione, accoglie l’ospite, è esempio senza stereotipi di onestà: non è facile far entrare gli altri, i diversi, nel proprio spazio vitale, non si apre la porta subito a tutti. Diffidenza e fastidio sono atteggiamenti umani legittimi, ma superabili. E non si tratta di buonismo.