Visualizzazione post con etichetta valutazione dei libri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta valutazione dei libri. Mostra tutti i post

mercoledì 3 gennaio 2024

CHI SCEGLIE I LIBRI CHE LEGGONO I BAMBINI E I RAGAZZI?

(adattamento dall’articolo “Il diritto di scegliere” – pubblicato in: “Il Pepeverde. Letture e letterature giovanili”. Roma, Valore Scuola. N. 12, 2021, p. 11-13)

Che livello di libertà hanno i bambini e i ragazzi quando scelgono cosa leggere? Quanto le loro scelte sono determinate dall’influenza degli adulti che “suggeriscono” loro le letture? Come può e/o deve l’adulto intervenire nel processo di questa scelta?

I momenti in cui si promuovono letture, come le volte in cui si accompagnano i bambini e i ragazzi in biblioteca o in libreria a scegliere una lettura, sono momenti importanti e sempre delicati. Le variabili che entrano in gioco sono molte e stanno tra loro in equilibrio a volte precario. Come sempre, non si può generalizzare e, tanto meno, fare un discorso unico per le diverse fasce d’età, senza considerare, inoltre, che ci sono ragazzi che vanno aiutati a scegliere e altri che sanno perfettamente quello che vogliono leggere.

Creare lettori significa rispettare le diverse passioni e le preferenze dei ragazzi. Secondo Aidan Chambers1, l’adulto, insegnante o genitore che accompagna i bambini nel mondo della lettura, deve essere disponibile a tenere in considerazione la scelta autonoma dei giovani lettori come parte irrinunciabile dell’attività di selezione dei testi e anche l’atteggiamento da assumere di fronte ad un’eventuale scelta inadeguata, deve essere ben studiato. Il consiglio di Chambers è quello di essere aperti e onesti con i giovani lettori e intavolare con loro una discussione costruttiva sul libro scelto, senza divieti o imposizioni. Il confronto, infatti, può portare alla consapevolezza da parte del bambino o del ragazzo dell’insignificanza del libro che ha scelto, ma anche, all’opposto, alla presa d’atto da parte dell’adulto del valore di una lettura che, forse non conoscendola, sottovalutava.

Già Pennac nel suo “Come un romanzo2, sosteneva che il gusto per la lettura si affina leggendo cose diverse, anche scritti di dubbio valore letterario, “una «letteratura industriale» che si limita a riprodurre all’infinito gli stessi tipi di racconti, che fabbrica stereotipi a catena, fa commercio di buoni sentimenti e sensazioni forti, prende al volo tutti i pretesti offerti dall’attualità per sfornare una narrativa di circostanza, effettua «studi di mercato» per piazzare secondo la congiuntura un determinato tipo di «prodotto» che si ritiene debba infiammare una determinata categoria di lettori3. Sono questo tipo di libri di scarsa qualità, di solito, quelli che si incontrano prima sulla strada della lettura. Sono libri facili, letture accattivanti, opere che ammiccano al lettore in quanto, spesso più gadget pubblicitari di film, serie TV o cartoni animati che storie vere e proprie. Sono libri che i ragazzini si passano perché di moda, che non possono non leggere se vogliono essere parte del gruppo. Anche per Pennac, come per Chambers, è dato di fatto che gli adulti devono accettare queste scelte dei ragazzini, senza criticare o deridere. Secondo lui, sono letture da assecondare, per avere poi il contesto giusto dove lasciare qualche “buon” romanzo, qualche libro di qualità, senza proibire gli altri. Un compromesso finalizzato a creare l’occasione per una buona proposta, così, come continua Pennac, per un certo periodo i ragazzi leggono, insieme, buoni e cattivi romanzi per scoprire, un bel giorno, che sono quelli di qualità ad avere la meglio. Importante è che la scelta non cada sempre e solo su materiali di poco valore. Anche per i libri e le storie, come per il cibo, è importante “assaggiare” un po’ di tutto per capire ciò che piace di più, ciò che dà maggiore soddisfazione. Le imposizioni, al contrario, possono sortire l’effetto opposto a quello desiderato.

 

Per molto tempo la scelta dei libri che i bambini e i ragazzi leggevano è stata fatta dagli adulti senza che loro potessero avere voce in capitolo. I libri erano scelti in base a fini educativi o didattici, le proposte erano letture adatte a insegnare qualcosa, censurando quelle ritenute quasi pericolose per l’edificazione delle giovani menti (salvo poi prendere atto che erano proprio queste letture ritenute non adatte, quelle lette di nascosto e maggiormente apprezzate dai bambini e dai ragazzi). Adesso, per fortuna, c’è indubbiamente maggiore libertà di scelta, anche se, come sostiene Silvia Blezza Picherle4, le scelte spesso sono solo apparentemente libere in quanto condizionate dalla moda, dalla pubblicità, dal marketing editoriale. E questo senza entrare nel merito delle letture proposte a scuola, ancora troppo spesso legate alla didattica, all’educazione scelte all’interno di un canone piuttosto classico, statico e limitato. Sono, queste, considerazioni che meritano un discorso a sé. Come sostiene Luigi Ballerini, infatti, a parte le isole felici presenti sul territorio, “esiste una strana resistenza a far entrare la narrativa contemporanea per i giovani nella scuola italiana. Resistenza che cresce quanto più si sale di ordine: dalla maggior facilità di ingresso nella scuola primaria fino alla barriera quasi invalicabile dei licei. A essa vengono di solito contrapposti, in antagonismo, i testi considerati classici”.5 In realtà, la letteratura contemporanea per ragazzi, li avvicina alla lettura, mettendo tra le pagine personaggi vicini a loro e situazioni parallele alle esperienze che stanno vivendo e raccontate con una lingua simile a quella da loro usata. Per Ballerini, spesso, la mancata proposta a scuola di narrativa contemporanea è dovuta alla scarsa conoscenza che ne hanno gli insegnanti. “È un dato di fatto” - continua Ballerini - che per molti giovani lettori i romanzi di oggi fanno da apripista: trovato il libro giusto, ossia quello che parla all’esperienza e suscita pensieri e riflessioni, altri ne verranno, di generi, autori, stili e anche epoche diverse”6. Sbagliato è mettere in contrapposizione netta ciò che gli adulti scelgono per i ragazzi da leggere e ciò che i ragazzi scelgono da soli.

Quando si parla di giovani lettori, permettere loro di leggere di tutto significa lasciar loro leggere libri per ragazzi di qualità diversa, ma anche libri che non sono stati specificatamente scritti per loro, ma che possono suscitare il loro interesse, la loro sorpresa e meraviglia, le loro riflessioni. Come scrive Martino Negri7, l’incontro tra i bambini e l’esperienza vera della lettura si gioca anche nell’avvicinamento a opere della tradizione letteraria, lavori con determinate caratteristiche di contenuto e di linguaggio che, anche se non direttamente rivolti a loro, possono essere letti e compresi dai più giovani e dare loro soddisfazione. Di fronte alla complessità e alla fatica di certe pagine è il desiderio di arrivare a scoprire il tesoro che questi testi nascono che ne fa affrontare e portare a termine la lettura. Letture di questo tipo “cadono” sul cammino dei giovani lettori in modo diverso, c’è chi ha la fortuna di crescere in una famiglia dove si legge per cui ad un certo punto diventa naturale andare a curiosare sugli scaffali di mamma e papà, c’è chi vede un film e viene talmente preso dalla storia che desidera leggere il libro da cui è stato tratto, c’è chi gironzola tra gli scaffali delle librerie e delle biblioteche (dove ce n’è una a portata di mano), c’è chi si lascia attrarre da quello che apparentemente sembra fuori dalla propria portata. Siamo di nuovo di fronte a quei ragazzini che adottano l’esatto criterio di scelta opposto a quello di moltissimi altri: il numero di pagine. Più i libri sono “grossi”, più sembrano inavvicinabili, più sembrano rivolti ad un pubblico diverso, più desiderano leggerli e spesso la sfida si trasforma, come confermano anche le neuroscienze, in vera esperienza sensoriale, cognitiva ed emotiva.

Detto ciò, “sebbene la significatività di un’esperienza di lettura possa anche prescindere dalla qualità dei testi letti, (…) la responsabilità di offrire a bambini e ragazzi occasioni d’incontro con testi caratterizzati da una piena dimensione letteraria ed estetica è una responsabilità che insegnanti ed educatori sono chiamati a sentire intimamente e alla quale non possono sottrarsi.”8. All’interrno di questo discorso, questo vale anche e soprattutto per quei libri di letteratura per l’infanzia che ben si distinguono dai libri più o meno ben congegnati ad uso dei bambini e dei ragazzi, quei libri che non hanno intenzioni di ordine educativo, ma offrono inedite possibilità di relazione tra linguaggio e esperienza. Libri che fanno leva sulla curiosità dei giovani lettori e sul loro bisogno di avventura. Libri frutto dell’intuizione, dell’ispirazione della capacità narrativa, dell’originalità di grandi autori, autori di buone storie che hanno il potere di suscitare riflessione e meraviglia, senza morale, senza insegnamenti, e che difficilmente si possono spiegare. Storie che toccano le corde più profonde dei lettori suscitando domande senza ovvie risposte, scritte in una lingua che li rispetta nel loro essere persone e non bambini cui offrire solo testi semplici o semplificati. “La lettura va scoperta, amata e scelta in piena autonomia. Gli adulti che vogliono inculcare il piacere di leggere devono sapere che vanno incontro a insuccessi sicuri. (…) al più gli adulti devono allestire il «banco delle occasioni», favorire l’incontro dei ragazzi con libri diversi, con approcci diversi e soprattutto tutelare la libertà di scelta.”9 Di questo era convinto anche Gianni Rodari che, precursore di tante teorie e buone pratiche nel campo della promozione alla lettura, cita il “non offrire una scelta sufficiente” tra i suoi “Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura”10.

L’accompagnamento dei bambini e dei ragazzi verso i libri e la lettura non è una scienza esatta. Non ci sono né regole, né ricette infallibili. Molte sono le testimonianze di insuccesso, ma tante anche quelle di successo. Importante è, senza dubbio, che bambini e ragazzi possano avere libero accesso a tanti libri e a tante storie. Più contatti con libri e storie diverse hanno, maggiori sono le probabilità che incontrino i libri giusti e più sapranno, poi, ritrovare libri e storie nel loro futuro, nel momento in cui ne sentiranno bisogno. Coloro, che non hanno mai avuto la possibilità di un sano contatto con la lettura o per i quali la lettura è sempre stata un problema, una difficoltà, un puro dovere scolastico, invece, non ne sentiranno mai bisogno, e questa assenza di bisogno sarà per loro un impoverimento. Il bisogno di storie è stata ed è fondamentale per l’umanità in ogni tempo e luogo. La lettura di letteratura è mezzo diretto e intimo per accedere alla simbolizzazione delle esperienze di vita, dei pensieri e del modo di percepire il mondo degli altri. E’ importante lasciare che ognuno diventi il lettore o il non-lettore che vuole, ma è fondamentale che a tutti sia permesso l’incontro con letteratura, con i libri11. Con tanti libri.


1Aidan Chambers, Il lettore infinito. Equilibri, 2015. p. 24-29.

2Daniel Pennac, Come un romanzo. Feltrinelli, 1993.

3Ibidem. p. 127

4Silvia Blezza Picherle, Formare lettori, promuovere la lettura. Franco Angeli, 2018. p. 44-46

5Luigi Ballerini, Non solo classici per le scuole. Su:  Non solo classici per le scuole

6Ibidem

7Martino Negri, L’avventura del lettore: la letteratura come esperienza. In: Aa.Vv., In cerca di guai. Studiare la letteratura per l’infanzia. Edizioni Junior, 2020. p. 204-248.

8Ibidem p. 230

9Ermanno Detti, Piccoli lettori crescono. Come avvicinare bambini e ragazzi alla lettura. Erickson, 2012. p. 107

10Gianni Rodari, Scuola di fantasia, Einaudi, 2014, p. 90.

11Sophie Van der Linden, Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes. Gallimard Jeunesse, 2021. p. 72-73

 

martedì 11 gennaio 2022

LA SCELTA DEL LIBRO GIUSTO DA PROPORRE

Gli ingredienti che fanno di un libro un piacevole passatempo per i bambini che stanno diventando “lettori autonomi”, sono qualità del testo, qualità delle illustrazioni, vicinanza dei contenuti con il vissuto e/o l’interesse del lettore, livello linguistico e leggibilità.

Non esistono formule magiche o ricette infallibili per creare lettori. Esistono buone pratiche che, sulla base di fondamenti pedagogici, didattici e metodologici, aiutano a ottene buoni risultati. Una di queste è la gradualità nel proporre le letture ai bambini. Considerando i bambini di 6-7 anni che stanno imparando a leggere da soli, i libri che si propongono loro dovrebbero non essere né troppo facili per non annoiarli visto che, avendo acquisito da poco questa nuova abilità, sono entusiasti di metterla in pratica, e, dall’altra parte, nemmeno troppo difficili per non frustrarli con materiali al di sopra delle loro capacità. Sia le letture troppo semplici, sia quelle troppo complesse non danno soddisfazione al bisogno concreto del lettore in erba, come non gliene dà un libro che parli di qualcosa che non gli interessa o non gli è in qualche modo vicino.

Non è facile, quindi, azzeccare la lettura giusta da offrire. Aiuta, però, la conoscenza dei libri e dei bambini. Conoscenza che per entrambi i soggetti dovrebbe essere il più diretta possibile. Se ciò non è sempre il possibile per quanto riguarda i bambini, la conoscenza “di prima mano” dei libri è più facilmente raggiungibile: basta leggerli. E’ difficile riuscire a valutare e a proporre con convinzione qualcosa che non si conosce. La lettura dei libri per i bambini e per i ragazzi è quindi attività imprescindibile per chi vuole fare promozione alla lettura. La lettura di schede di presentazione o recensioni dei vari libri può aiutare l’educatore/animatore nella scelta tra le tante pubblicazioni disponibili sul mercato, ma queste non possono sostituirsi alla lettura diretta del libro per la quale serve, ovviamente, tempo. Un tempo da investire e che alla fine risulta sicuramente ben speso.

Esistono libri “di qualità” che, anche se non si possono definire letteratura con la “L” maiuscola, sono buone letture e ottimi strumenti di allenamento di questa abilità. Non possiamo qui dedicarci all’analisi di ciò che è letteratura e ciò che non lo è. E’ un argomento importante che però adesso ci porterebbe troppo lontano. Ne parleremo un’altra volta.

Detto tutto questo proviamo a considerare gli elementi che si devono cercare per scegliere un buon libro per i piccoli lettori che, superata del tutto la fase della traslitterazione, hanno imparato i meccanismi della lettura e stanno affrontando il momento cruciale del passaggio dalla lettura condivisa a quella autonoma, cominciando a muoversi abbastanza bene tra le pagine. Lo facciamo alla luce di “Via del Sorriso 123” (Il Castoro, 2021) di Lodovica Cima.

Prima di tutto, anche per i libri, “l’abito fa il monaco” e quindi la copertina, primo elemento che si vede di un libro deve attirare attenzione, incuriosire e non essere fuorviante rispetto al contenuto. Qui la copertina è molto piacevole e ritrae il condominio, che è il luogo in cui si svolgono le storie che contiene. La sovraccoperta ha “i buchi” in corrispondenza delle finestre di questo palazzo e togliendola è come se si abbattesse il muro di facciata e si entrasse direttamente nei vari appartamenti.

Le storie sono organizzate in 12 mesi e sono tutte episodi che succedono ai tanti bambini (più o meno coetanei dei potenziali lettori) che abitano questo stabile e ad alcuni tra gli adulti della casa: il custode, Angelo e il suo cane, le baby-sitter che passano i pomeriggi con i piccoli, una simpatica maestra in pensione. Ogni tanto compare anche qualche genitore.

Le storie, oltre che divertenti, sono tipicamente di “vita bambina” e, pertanto, vicine al vissuto dei lettori che in esse possono facilmente ritrovarsi.

Le scelte linguistiche rispettano i bambini sia nel loro livello di complessità sintattica (vanno oltre la paratassi, senza però diventare troppo impegnative), sia nella loro selezione lessicale. Entro determinati limiti, un linguaggio ricco interessa i bambini li stimola, li sprona, al contrario di un linguaggio banale, meno impegnativo e più veloce sicuramente da leggere, ma meno gratificante.

Anche se non è specificatamente un libro a “alta leggibilità”, la spaziatura tra le parole, l’interlinea larga, il testo non giustificato a destra e la font scelta, facilitano la lettura.

Le illustrazioni, infine, sono simpatiche e discrete. Ricche di particolari ma non esagerate, accompagnano le scene descritte dal testo, senza prevaricarlo e costituiscono elemento di alleggerimento delle pagine, nonchè di attrazione per i bambini.

Lodovica Cima con le illustrazioni di Giulia Dragone

Via del Sorriso 123

Il Castoro, 2021. 116 p.

Dai 7 anni