domenica 23 gennaio 2022

I BAMBINI E LE STORIE, INSIEME CON LA BELLEZZA, SALVERANNO IL MONDO

Stinson Katy con le illustrazioni di Lafrance Marie e la traduzione di Alessandro Perrone Capuano

La Signora dei libri. Una storia ispirata allo straordinario lavoro di Jella Lepman

Lapis, 2022. 32.p.

da 7 anni

Quella di Jella Lepman è una storia che ha dello straordinario. Ciò che ha fatto per i bambini tedeschi del secondo dopoguerra e a cascata per tutti i bambini del mondo è stato di una portata immensa. Jella ha capito che a loro non bastava il pane, avevano bisogno anche di cibo per la mente e su questo ha basato il suo lavoro quando nel 1945 è rientrata in Germania (in quanto di origine ebraica era fuggita in Inghilterra all’inizio della guerra) ed è stata incaricata di assistere i bambini tedeschi nella costruzione del loro futuro. Il nocciolo della storia di Jella Lepman costituisce la trama di “La Signora dei libri” (Lapis). Racconta di due fratellini, Anneliese e Peter, che in giro per la città di Monaco ridotta in macerie dalla guerra, stanno cercando qualcosa da mangiare quando vedono una fila di persone fuori da un edificio. Nella desolazione delle strade con le case distrutte e la disperazione delle persone che hanno perso tutto, immaginano che tutti fossero lì in coda per la distribuzione di qualcosa e si mettono anche loro ad aspettare il loro turno. Arrivati alla porta entrano in un grande salone pieno di bambini, di adulti e, soprattutto, di tanti bei libri illustrati scritti in tante lingue diverse e pieni di figure colorate. Per fortuna per guardare le figure non serve capire le parole e i piccoli si lasciano affascinare da ciò che vedono, immaginando storie magnifiche. Alla piccola Anneliese ritornano in mente le storie che prima della guerra suo papà le leggeva e i libri che andavano a prendere in biblioteca. Adesso non ci sono più né papà né la biblioteca. Peter è attratto in modo particolare da un libro con la storia di un elefante con la cravatta. E’ Babar, ma lui non lo sa ancora. Vorrebbe che sua sorella gli leggesse la storia, ma lei non ne è capace, perché non sa leggere in francese, la lingua in cui è scritto. Tutti i libri, infatti, sono in lingua originale perché Jella Lepmann ha chiesto agli editori di libri per ragazzi di tutto il mondo di mandare qualche libro per realizzare non solo una mostra, ma un progetto di sostegno per i bambini. In questa sala una signora parla con altri adulti e legge le storie ai bambini traducendole direttamente in tedesco: è lei, è Jella. Anneliese e Peter non vorrebbero più allontanarsi e quando tutti sono andati via, vorrebbero almeno portare un libro con sé. Ma non si può, i libri sono solo in mostra. … Le storie, però, girano a lungo nella testa e nei sogni dei piccoli: Heidi, Pippi Calzelunghe, Il toro Ferdinand, … . 

Parole chiare precise, dolci, pacate e avvolgenti come le eleganti figure che le accompagnano per una storia che molto ha da dire ai bambini, ma anche agli adulti. Grazie alle note in fondo al libro, i grandi possono riflettere su quanto devastante sia stata la guerra sulle menti e sui cuori dei bambini, su come Jella Lepmann abbia saputo smuovere mezzo mondo per creare la mostra dei libri per bambini con opere da diversi paesi, su ciò che le storie possono rappresentare per i piccoli di ogni tempo, sul potere e il valore delle storie, della fantasia, dell’immaginazione, della bellezza, su … . La seconda guerra mondiale è appena finita, dure sono le sue conseguenze su tutti. In questa storia, però, la tragedia rimane sullo sfondo e l’attenzione è focalizzata sul pensiero positivo della rinascita a partire dai bambini e dai libri. Un libro pieno di speranza nei bambini, negli adulti che pensano a loro (e ce ne sono tanti), nelle storie come importante diversivo e fonte di svago, ma anche come fonte di pensiero, arricchimento per la mente. Parole per far pensiero, per creare linguaggio, per esprimere idee ed emozioni. Storie per vivere esperienze nuove, per affrontare la dura quotidianità.

Da questa mostra internazionale itinerante di libri per bambini, nel secondo dopoguerra è nata a Monaco la Internationale Jugendbibliothek, la più importante biblioteca internazionale per ragazzi. Jella Lepmann è stata anche la fondatrice di IBBY (International Board on Books for Young People) associazione che promuove la conoscenza del libro di qualità per i più giovani.

Cominciamo dai bambini a rimettere a posto questo mondo tutto sottosopra. Saranno loro a indicare agli adulti la via da percorrere.” (Jella Lepman - 1945)

Della Internationale Jugendbibliothek ho scritto quiqui 

La storia di Jella Lapman è raccontata agli adulti in “Un ponte di libri” (Sinnos), di cui ho scritto qui

martedì 11 gennaio 2022

LA SCELTA DEL LIBRO GIUSTO DA PROPORRE

Gli ingredienti che fanno di un libro un piacevole passatempo per i bambini che stanno diventando “lettori autonomi”, sono qualità del testo, qualità delle illustrazioni, vicinanza dei contenuti con il vissuto e/o l’interesse del lettore, livello linguistico e leggibilità.

Non esistono formule magiche o ricette infallibili per creare lettori. Esistono buone pratiche che, sulla base di fondamenti pedagogici, didattici e metodologici, aiutano a ottene buoni risultati. Una di queste è la gradualità nel proporre le letture ai bambini. Considerando i bambini di 6-7 anni che stanno imparando a leggere da soli, i libri che si propongono loro dovrebbero non essere né troppo facili per non annoiarli visto che, avendo acquisito da poco questa nuova abilità, sono entusiasti di metterla in pratica, e, dall’altra parte, nemmeno troppo difficili per non frustrarli con materiali al di sopra delle loro capacità. Sia le letture troppo semplici, sia quelle troppo complesse non danno soddisfazione al bisogno concreto del lettore in erba, come non gliene dà un libro che parli di qualcosa che non gli interessa o non gli è in qualche modo vicino.

Non è facile, quindi, azzeccare la lettura giusta da offrire. Aiuta, però, la conoscenza dei libri e dei bambini. Conoscenza che per entrambi i soggetti dovrebbe essere il più diretta possibile. Se ciò non è sempre il possibile per quanto riguarda i bambini, la conoscenza “di prima mano” dei libri è più facilmente raggiungibile: basta leggerli. E’ difficile riuscire a valutare e a proporre con convinzione qualcosa che non si conosce. La lettura dei libri per i bambini e per i ragazzi è quindi attività imprescindibile per chi vuole fare promozione alla lettura. La lettura di schede di presentazione o recensioni dei vari libri può aiutare l’educatore/animatore nella scelta tra le tante pubblicazioni disponibili sul mercato, ma queste non possono sostituirsi alla lettura diretta del libro per la quale serve, ovviamente, tempo. Un tempo da investire e che alla fine risulta sicuramente ben speso.

Esistono libri “di qualità” che, anche se non si possono definire letteratura con la “L” maiuscola, sono buone letture e ottimi strumenti di allenamento di questa abilità. Non possiamo qui dedicarci all’analisi di ciò che è letteratura e ciò che non lo è. E’ un argomento importante che però adesso ci porterebbe troppo lontano. Ne parleremo un’altra volta.

Detto tutto questo proviamo a considerare gli elementi che si devono cercare per scegliere un buon libro per i piccoli lettori che, superata del tutto la fase della traslitterazione, hanno imparato i meccanismi della lettura e stanno affrontando il momento cruciale del passaggio dalla lettura condivisa a quella autonoma, cominciando a muoversi abbastanza bene tra le pagine. Lo facciamo alla luce di “Via del Sorriso 123” (Il Castoro, 2021) di Lodovica Cima.

Prima di tutto, anche per i libri, “l’abito fa il monaco” e quindi la copertina, primo elemento che si vede di un libro deve attirare attenzione, incuriosire e non essere fuorviante rispetto al contenuto. Qui la copertina è molto piacevole e ritrae il condominio, che è il luogo in cui si svolgono le storie che contiene. La sovraccoperta ha “i buchi” in corrispondenza delle finestre di questo palazzo e togliendola è come se si abbattesse il muro di facciata e si entrasse direttamente nei vari appartamenti.

Le storie sono organizzate in 12 mesi e sono tutte episodi che succedono ai tanti bambini (più o meno coetanei dei potenziali lettori) che abitano questo stabile e ad alcuni tra gli adulti della casa: il custode, Angelo e il suo cane, le baby-sitter che passano i pomeriggi con i piccoli, una simpatica maestra in pensione. Ogni tanto compare anche qualche genitore.

Le storie, oltre che divertenti, sono tipicamente di “vita bambina” e, pertanto, vicine al vissuto dei lettori che in esse possono facilmente ritrovarsi.

Le scelte linguistiche rispettano i bambini sia nel loro livello di complessità sintattica (vanno oltre la paratassi, senza però diventare troppo impegnative), sia nella loro selezione lessicale. Entro determinati limiti, un linguaggio ricco interessa i bambini li stimola, li sprona, al contrario di un linguaggio banale, meno impegnativo e più veloce sicuramente da leggere, ma meno gratificante.

Anche se non è specificatamente un libro a “alta leggibilità”, la spaziatura tra le parole, l’interlinea larga, il testo non giustificato a destra e la font scelta, facilitano la lettura.

Le illustrazioni, infine, sono simpatiche e discrete. Ricche di particolari ma non esagerate, accompagnano le scene descritte dal testo, senza prevaricarlo e costituiscono elemento di alleggerimento delle pagine, nonchè di attrazione per i bambini.

Lodovica Cima con le illustrazioni di Giulia Dragone

Via del Sorriso 123

Il Castoro, 2021. 116 p.

Dai 7 anni

lunedì 3 gennaio 2022

MEGLIO DA SOLI, IN DUE O IN TRE?

Giorgio Volpe con le illustrazioni di Paolo Proietti

Uno due tre

Kite, 2021.32 p.

dai 3 anni

 L’equilibrio delle interazioni tra i bambini che giocano insieme è delicato. Tanti sono gli elementi che concorrono al suo mantenimento, alla sua possibile rottura e alla sua eventuale ricomposizione.

I bambini giocano insieme e giocando imparano a relazionarsi, a contrattare, a gestire emozioni e reazioni. Non tutti ci riescono, non tutti allo stesso modo e allo stesso momento, ma genitori ed educatori sanno che il tempo di gioco è fondamentale per la loro crescita, per la loro maturazione, per le loro relazioni future. La fantasia dei bambini si libera e il gioco diventa magicamente una realtà parallela vissuta intensamente e con serietà. La stessa serietà con cui i piccoli vivono le loro amicizie. I bambini hanno, di solito, un migliore amico con cui fanno tutto, a cui dicono tutto, che per loro è tutto. Questo rapporto di quasi esclusività è talmente intenso che il timore di rovinarlo è sempre dietro l’angolo. Accade così agli animaletti protagonisti di “Uno due tre” (Kite, 2021). La piccola volpe Rosso e il ghiro Quik sono inseparabili. Solo d’inverno, quando il ghiro va in letargo, Rosso rimane solo a passare i lunghi mesi senza l’amico. Quest’inverno la piccola volpe conosce Bas, un piccolo tasso e con lui fa amicizia. Alla fine dell’inverno Rosso non sa come dire a Quik del suo nuovo amico. Ha paura che i due non si piacciano, o che, ancora peggio, a Bas Quik piaccia più di lui. Rosso cerca quindi di mantenere i rapporti con entrambi senza farli mai incontrare, ma ciò stride col suo solito modo di comportarsi. Quik e Bas lo seguono, allora, di nascosto per scoprire alla fine tutti insieme che ci si può divertire molto anche in tre.

In questo libro si legge una bella storia di amicizia, una delle relazioni più forti tra le persone, ma anche quella che forse maggiormente teme il distacco, il disaccordo per motivi più o meno futili. L’arrivo di nuove conoscenze può minare la sua solidità, ma può anche, al contrario, rafforzarla introducendo nuova linfa al rapporto. Il tema del gioco, dell’amicizia a due, della gelosia verso i nuovi amici degli amici, fa parte del mondo bambino e ne è elemento di grande portata. E’ piacevole, quindi, leggerne con i piccoli in libri come questo.

In “Uno due tre” le illustrazioni di Paolo Proietti sono dolci e intense e il testo di Giorgio Volpe è poetico e curato. Il ritmo narrativo di entrambi rende la gioia del ritrovarsi degli amici al risveglio dal letargo, come, qualche pagina dopo, il dubbio del far incontrare il ghiro e il tasso, è sottolineato dal rallentare di questo ritmo che sembra diventare titubante, per poi ritrovare vigore nelle tavole finali.

Questa storia di vita bambina che fa pensare a “Sulla collina” (Giralangolo) un albo illustrato di qualche anno fa in cui la grande amicizia di Uto e Leo sembra minata dall’arrivo di Samu che chiede di giocare con loro sulla collina, dove con le loro scatole di cartone i due fanno i pirati, i re, i cavalieri, gli astronauti... L’arrivo del terzo bambino rompe il loro “ritmo a due” dell’amicizia di Uto e Leo e Uto non accetta questa intrusione. Ma Leo ama il suo amico, non vuole perderlo. Lo conosce bene e insieme a Samu è capace di riavvicinarsi a lui facendo leva su ciò che più gli piace. Insieme scoprono così che anche il “ritmo a tre” può essere divertente.

Del valore del gioco per lo sviluppo delle relazioni e la capacità di affrontare situazioni diverse si legge anche in “Facciamo che io ero un supereroe” (Beisler) e di cui ho scritto qui