Polly Dunbar
Pinguino
Camelozampa,
2021. [40] p. ill.
Età
3+
In
questi giorni facendo delle ricerche bibliografiche per i vari
progetti che sto seguendo, mi è capitato di leggere “Pinguino”,
un albo di Polly Dunbar e nella mia mente è subito nata
un’associazione con una storia che ricordavo simile. Incuriosita ho
cercato di trovare l’altro libro e ho scoperto che questa stessa
vicenda del bambino Ben che ha ricevuto un pinguino in regalo, era
stata pubblicata da Mondadori nel 2008 con il titolo “Perchè
non parli?”.
Confrontare
le due versioni è stato per me inevitabile e mi ha dato modo di fare
alcune riflessioni sull’importanza del “vestito” di un libro
(titolo e copertina) e la differenza che possono fare la traduzione e
la forma linguistica in un libro.
La
storia è la stessa: Ben è felice per aver ricevuto in regalo
Pinguino. Pinguino, però, non dice una parola e rimane impassibile
davanti a tutti i tentativi del bambino di farlo reagire: smorfie,
balletti, la verticale, un lancio nello spazio … niente smuove
Pinguino. Quando, però, Ben viene mangiato da un leone, Pinguino
tira fuori la sua grinta, a modo suo, racconta tutto quello che è
successo e la storia finisce con tutta la dolcezza di un abbraccio.
Procedendo
al confronto, posso dire che, prima di tutto, il titolo “Perchè
non parli?” fornisce fin da subito una linea di lettura con
un’idea ben precisa da cui partire. Molto più aperto e neutro è
l’approccio suggerito dal semplice “Pinguino” come
titolo (che, tra il resto, è anche il titolo della versione
originale inglese) che mette il lettore in piena libertà di
avvicinarsi alla storia con le più ampie ipotesi su ciò che potrà
trovare. La domanda, “Perchè non parli?”, inoltre, mette fin da
subito in opposizione il bambino e l’uccello, come se quest’ultimo
debba per forza comportarsi come Ben vuole, e, nello specifico,
reagire come un essere umano. Questo atteggiamento, secondo me, è
anche sottolineato dall’immagine in copertina che nella versione
della Mondadori mostra Ben che, contrariato dal mutismo dell’animale,
fa la linguaccia a Pinguino. Attonita, invece, l’espressione di
Pinguino sulla copertina che ha scelto Camelozampa, la stessa
dell’edizione inglese.

Anche
nelle due traduzioni si trovano delle differenze che mettono in
evidenza, a parer mio, una sorta di conduzione nell’interpretazione
per quanto riguarda l’edizione del 2008, rispetto a quella più
recente. La traduzione di Sara Saorin è più “pulita”,
essenziale, senza i giri di parole, gli avverbi e i molti “ma”
(congiunzione avversativa) che, in diversi punti, appesantiscono
quella di Alessandra Orcese. Ed è soprattutto la presenza di questi
elementi, apparentemente tanto superflui quanto fuorvianti, che, a
mio parere, influenza il tono della narrazione, rendendolo
didascalico, e forse anche svilente nei confronti del lettore.
Per
esempio:
-
“A che cosa giochiamo?” gli domandò subito dopo. Ma
Pinguino non rispose.
vs.
-
“A cosa giochiamo?” disse Ben. Pinguino non disse
niente.
-
“Che c’è, non sai parlare?” gli chiese Ben. Ma, di
nuovo, Pinguino non disse nulla.
vs.
-
“Non sai parlare?” disse Ben. Pinguino non disse niente.
-
Ben perse la pazienza: prima diede uno spintone a Pinguino, poi
gli fece una pernacchia. Ma Pinguino non fece una piega.
vs.
-
Allora Ben spinse Pinguino e fece una pernacchia a Pinguino.
Pinguino non disse niente.
-
Andò a finire che il leone, infastidito da tutto quel chiasso, si
mangiò Ben.
vs.
-
Leone mangiò Ben perché faceva troppo rumore.
A
dire il vero, non avendo sottomano la versione originale in inglese,
non posso
dire quale traduzione sia più fedele (anche se
scommetterei su quella di Camelozampa). Sta di fatto, comunque, che
l’effetto della lettura dei due libri cambia e, a mio parere, non
di poco.
Concludendo,
“Pinguino” è un classico contemporaneo per bambini
che, all’uscita nel 2007, Kirkus Review (autorevole rivista
americana di recensioni) ha descritto così: "Visivamente, le
contorsioni di Ben e l'aplomb del Leone rimandano al
primo Sendak. Sebbene all'inizio non sia chiaro se l'immutabile
Pinguino sia un peluche, un animale domestico o qualcosa di
completamente diverso, i bambini sapranno, al più tardi alla fine
della storia, che questo uccello è un amico".
Una
storia di amicizia che
racconta di come i bambini (e non solo) proiettano sugli altri ciò
che si aspettano da loro e questo a volte crea conflitti e difficoltà
nei rapporti.
Una
storia che anche dopo tanti anni cattura ancora con la magia
dell'immaginazione, fa sorridere e scalda il cuore e, in questa nuova
traduzione, ancora di più. Perchè lo sappiamo, i libri belli non
invecchiano e, anche se loro sono datati, i bambini, per fortuna,
sono sempre nuovi.
Polly
Dunbar
Pinguino
Camelozampa,
2021. [40] p. ill.
Età
3+
Polly
Dunbar
Perchè
non parli?
Mondadori,
2008. [40] p. ill.
Età
3+