lunedì 25 marzo 2024

ZAVORRA. COSA CI IMPEDISCE DI CAMBIARE?

Bas Roma, Kaatie Vermeire (ill.)

Cosa su cosa

Kite, 2023. 32 p.

età 8+

E’ da un po’ di tempo che questo albo illustrato è sulla mia scrivania. Si tratta di “Cosa su cosa” di Bas Roma e Kaatie Vermeire, edito da Kite. Quando l’ho ricevuto qualche mese fa, l’ho letto e osservato. Più volte sono tornata a guardarlo senza trovare una via di lettura che mi convincesse. Da un punto di vista estetico l’ho trovato subito affascinante. Le sue illustrazioni sono delicate e impattanti allo stesso tempo. Osservarle è un piacere via via rinnovato dai tanti dettagli che si continuano a scoprire. Non sono immagini precise e didascaliche, ma molto evocative e allusive, pur nella concretezza degli oggetti che raffigurano. Ma il resto? L’insieme di testo e illustrazioni mi lasciava, e mi lascia, tuttora perplessa. Si tratta di un libro sulla solitudine? Sulla nostalgia? Sulla morte? Sul lutto? Sulle manie? Sulla malattia da accumulo? Sulla serietà con cui si deve porre le basi per il proprio futuro? Sul desiderio di cambiare vita e andare via? Sulla costanza e la pazienza nel perseguire i propri desideri? Sui sogni che si possono realizzare? Sul lasciarsi andare e guardare oltre? Su cosa ci trattiene?

Oggi ne scrivo pensando che forse questa storia parla di tutto questo o forse di nulla di tutto ciò. Non importa, trovate voi l’interpretazione che più vi convince. Io intanto ve la racconto.

Filippo vive da solo con il suo cagnolino ai margini della foresta. Vicino alla sua casa si ammucchiano, formando un’alta montagna, tantissime cose, oggetti che le persone del paese non usano più e portano lì: scatole, libri, piatti, biciclette, ombrelli, lavatrici e radio. Ci sono anche decine di vecchie casette per uccelli che Filippo ha usato per costruire una sorta di condominio per volatili. Ogni tanto Filippo vorrebbe allontanarsi da lì, ma è come se tutta questa roba lo trattenesse. Un giorno qualcuno ha lasciato diverse valigie. Mentre Filippo le sposta, una si apre: è piena di foto. Filippo prende la valigia e la porta in casa dove, quella sera, comincia a guardare le fotografie. Sono immagini piuttosto insignificanti che non gli dicono nulla tranne una, quella di una ragazza su un’amaca tra due ulivi. Sul retro la ragazza ha scritto di essere in una terra lontana e meravigliosa e di sentirsi al settimo cielo. Filippo, che non ha mai desiderato viaggiare, si accorge di invidiarla un po’ e di voler andare anche lui in alto, tra le nuvole. Comincia così a costruire una pila di roba sempre più alta. Un giorno quando si sveglia la pila, che adesso è altissima, è coperta da uno strato di gelo: è arrivato l’inverno e tutti gli uccellini chiamano Filippo per portarlo via, a sud con loro, sollevandolo tra le nuvole.

Una storia malinconica che sfida il suo lettore, bambino o adulto che sia.

 

Bas Roma, Kaatie Vermeire (ill.)

Cosa su cosa

Kite, 2023. 32 p.

età 8+

martedì 12 marzo 2024

TRA NONNI E NIPOTI: UN RAPPORTO UNICO

 Jordan Scott, Sydney Smith (ill.), Riccardo Duranti (trad.)

Il giardino di Babushka

Orecchio Acerbo, 2023. 44 p.

Età +7


Il legame tra un bambino e la sua nonna è sempre speciale. Di solito è fatto di complicità, di confidenze, di abbracci e di amore. Certamente speciale è quello tra il poeta Jordan Scott da bambino e la sua babushka, una nonna altrettanto speciale protagonista insieme con lui di questo albo illustrato.

Attraverso le sue parole e le immagini di Sydney Smith, Jordan Scott racconta il suo personale rapporto silenzioso con la nonna. Silenzioso perché la sua nonna era di origine polacca, emigrata in Canada dopo la fine della seconda guerra Mondiale, non ha mai imparato bene l’inglese. Il loro comunicare è fatto tutto di piccoli gesti, sguardi affettuosi e passeggiate insieme. Una comunicazione legata per lo più al cibo e alla cura del giardino, le principali occupazioni di questa donna che da piccola ha tanto patito la fame e non ammette che cada del cibo sul tavolo o che si sprechino la verdura e la frutta dell’orto. Rispetto per il cibo e amore per la terra sono per Babushka valori fondamentali, che lascia come eredità al suo nipotino.

Un ruolo interessante dal punto di vista simbolico in questa storia lo hanno poi anche i lombrichi che la nonna raccoglie per strada o nei campi ogni volta che piove e poi versa vicino alle sue piantine. Un’abitudine questa che rimane impressa nell’autore-bambino e che sempre continuerà a portare avanti anche quando la nonna non c’è più e, più tardi, insieme ai suoi figli.

Un libro molto commovente, ricco di suggestioni e di metafore. Un libro che fa riaffiorare nella mente del lettore ricordi più o meno lontani e più o meno dolci di ciò che è stato il suo legame con la nonna o il nonno, per tutti, o quasi, importanti figure di riferimento.

Un libro illustrato interessante per e con i lettori di tutte le età a partire da sette anni, sia per la storia che racconta, sia per i fatti che ci sono sottesi, sia per le illustrazioni che rappresentano entrambi. Sono immagini poetiche ed evocative in cui le figure dai toni decisi giocano con la luce creando effetti di massima espressione. Sul volto della nonna, per esempio, ben emergono le rughe che testimoniano la sua età e, soprattutto, il suo difficile passato. Si vede, però, molto bene anche la potenza del suo sorriso in cui si manifestano il grande amore per il nipote e la forte sensibilità nei confronti della natura e dei suoi frutti.

 

lunedì 26 febbraio 2024

SCOPRIRE L'AMICIZIA

Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

E’ primavera Signor Alce!

Kite, 2024. 32 p.

Età +5


Davide Calì, Richolly Rosazza (ill.)

Il Signor Alce

Kite, 2021. 36 p.

Età +5

 

Il Signor Alce è un tipo solitario e molto abitudinario. Lo abbiamo conosciuto qualche anno fa quando, nel prepararsi all’inverno, ha scoperto che le tarme avevano distrutto il suo maglione rosso. Non potendolo aggiustare, ha deciso con fatica di andare a comperarne un altro. Andare tra la gente, soprattutto chiacchierona e invadente, è per lui una vera tortura. Così, arrivato al negozio, si guarda velocemente in giro e compra un maglione identico a quello che aveva. Veloce torna a casa e, solo come sempre, torna alle sue occupazioni. Un giorno, mentre è nell’emporio per dei croccantini per la gatta, viene a sapere che il Signor Bruno, l’orso carpentiere, si è rotto una gamba ed è costretto a stare a casa. Per fortuna alcuni abitanti del villaggio si sono offerti di andarlo ad aiutare, e così anche il Signor Alce inizia a fargli visita. In realtà gli altri non vanno a casa di Bruno con grande assiduità, mentre Alce sì e, pian piano, tra loro nasce una timida amicizia.

Da allora il Signor Alce è un po’ meno solitario e la sua routine fatta di vita in casa con la gatta Morgana a occuparsi delle sue cose e mangiando torta di cipolle, biscotti, castagne, crostate, funghi e strudel, è solo un lontano ricordo.

Con il signor Bruno, infatti, sono diventati migliori amici e si fanno visita quotidianamente spartendo il tepore del focolare casalingo di uno o dell’altro, te e biscotti, qualche parola e molti silenzi. Alce e Bruno, infatti, non hanno molto da dirsi. La loro amicizia, però, è comunque sincera perché tra loro ogni cosa non ha bisogno di spiegazione e nasce dal cuore.

Nessuno dei due avrebbe mai detto, che dopo una vita in solitudine avrebbero scoperto la bellezza dell’amicizia.



Nel secondo libro appena pubblicato si racconta di Alce e di Bruno che in vista della bella stagione pensano di andare a pescare insieme. Alce ricorda di avere due canne da pesca nel suo magazzino, ma c’è troppo disordine e non riesce a trovarle. I due amici iniziano, così, a riordinare il capanno: c’è così tanta roba che non ci si muove. Pian piano tutto entra nelle scatole o viene buttato e, alla fine, ovviamente, le canne da pesca saltano fuori.

Le storie “Il Signor Alce” e “E’ primavera Signor Alce!” sono due storie lineari con una narrazione scorrevole accompagnata da illustrazioni dai colori tenui e caldi. L’atmosfera che si percepisce leggendo e osservando queste pagine è un’atmosfera di pace e tranquillità. La vita dei due scorre lenta e senza grandi scossoni, non si agitano, non perdono la pazienza. Anche l’ambiente dove vivono è pacifico. Difronte a tanta calma, i lettori non possono rimanerne staccati. Pagina dopo pagina, infatti, questo stato di quiete si trasmette anche a loro, a chi legge per sé, a chi legge ad alta voce per gli altri, a chi ascolta.

Anche la natura riflette in queste storie due momenti di particolare tranquillità nel corso dell’anno quali sono l’arrivo dell’autunno, nel primo libro, e quello della primavera nel secondo. Autunno e primavera, infatti, sono due stagioni di passaggio, dalle caratteristiche meno definite e impattanti della calda estate o del freddo inverno. Rappresentano rispettivamente un momento di abbandono verso il sonno e il riposo dell’inverno e il momento del risveglio verso l’estate. E la vita di Alce e di Bruno segue i ritmi lenti e cadenzati delle stagioni, rispecchiandone l’atmosfera.

Le illustrazioni di Richolly Rosazza con il suo tipico stile onirico e sognatore, sono perfette per queste narrazioni. L’uso delicato del colore è attento e studiato per sottolineare le sfumature delle stagioni, del carattere dei personaggi, delle relazioni tra di loro, delle loro emozioni. Un approccio ben diverso dalla standardizzazione dei colori delle emozioni e degli stati d’animo che si ritrovano in tanti libri tutti uguali per la gamma cromatica piatta troppo facilmente riconoscibile in tutti. Come l’uso dei colori, anche la realizzazione grafica di Rosazza è molto incisiva. Si tratta di figure suggestive, fantastiche e meravigliose che narrano col testo di situazioni reali e concrete. Figure bizzarre e inconsuete, curiose e attraenti, ricche di potenza comunicativa.

Quelle del Signor Alce sono due storie perfette per un momento di coccola, per una pausa dal caos della giornata, per avvicinarsi al momento della nanna.


giovedì 15 febbraio 2024

IL CASO ELISA P. Storie di quotidiano bullismo (3)

Chiara Cacco

Il caso Elisa P.

Pelledoca Editore, 2024. 240 p.

Età 12+

Concludo questa miniserie di post dedicati ai libri che raccontano il bullismo con una novità della casa editrice Pelledoca: Il caso Elisa P. di Chiara Cacco. Elisa Pinti è una diciassettenne, introversa, sovrappeso, amante dei libri dark, emarginata dai ragazzi e dalle ragazze più popolari della scuola. Una notte di luglio, quella dell’eclissi di luna, Elisa scompare senza lasciare traccia. Quasi subito partono le indagini, ma con il diffondersi della notizia della sua scomparsa, partono anche i commenti sui social, le uscite sui giornali, gli scoop in TV, le interviste alla madre esibizionista, le fiaccolate e gli appelli, i sospetti, le indiscrezioni e le supposizioni tra i compagni di scuola, le chat e i messaggi whatsapp tra i giovani che conoscevano Elisa, alcuni suoi amici altri meno. Tanti gli elementi che incuriosiscono e portano a parlare di questa sparizione, non solo chi è coinvolto e impegnato nelle indagini, ma tutti coloro che per curiosità e morboso interesse seguono la vicenda. La bicicletta di Elisa, per esempio, viene trovata vicino ad un convento disabitato dentro le cui mura qualche anno prima era morto un ragazzo di tredici anni, si dice in seguito a un rito di iniziazione per entrare in una setta vampiresca, oppure le illazioni su un rapporto affettivo tra Elisa e Marco, già fidanzato con la più bella ragazza della scuola, ci sono anche i sospetti su Leon implicato nella morte del ragazzino e amico di Elisa. Gli adolescenti chiamati a deporre in quanto informati sui fatti, raccontano tante versioni diverse di ciò che è successo quella sera e nei giorni precedenti. Tutti nascondono qualcosa e per diversi motivi cercano in vari modi di non doverlo svelare.

Punto di svolta della vicenda è un misterioso biglietto ritrovato in un libro che porta alla luce un mondo di segreti tra adolescenti, fatto di lettere, bugie e ricatti, offese e ritorsioni, dove la gente giudica sempre e la paura di essere diversi è paralizzante. Dove l’amore per i libri e ciò che non è considerato di moda va nascosto con vergogna.

Dalle pagine di questa storia escono adulti infantili, insicuri o assenti e inaffidabili, ragazzi seri e impegnati, altri immaturi e prepotenti. Emergono situazioni di solitudine, pregiudizio, prevaricazione e bullismo. Non manca, però, ad alcuni di questi giovani la voglia di riscatto e il coraggio di essere se stessi anche se diversi dagli altri.

Un libro la cui trama fa leva anche sulle opposizioni tra apparenza ed essenza, ricchezza e povertà, fiducia e sospetto, verità e menzogna. Ci sono anche riferimenti ai danni che si possono causare alle persone con illazioni e commenti sui social e online, e a come le fake news o le informazioni non controllate possono devastare la vita delle persone. Un giallo ricco di versioni discordanti che disorientano, ma, allo stesso tempo, coinvolgono in lettore e lo tengono attaccato alle pagine con il fiato sospeso per scoprire che fine ha fatto Elisa.

Nell’insieme un giallo ben costruito la cui prosa è scorrevole e di buon livello, con ritmo vivace e incalzante. Complesso, invece, in alcuni punti è per il lettore tenere le fila di tutto ciò che i numerosi personaggi di questa storia dicono e/o fanno, e di tutto ciò che gli altri dicono di loro.

Una lettura comunque piacevole da leggere per diletto ma che, senza didatticismi o didascalismi, può anche essere spunto per interessanti discussioni.

 

mercoledì 7 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (2)

Un altro romanzo intenso sulla ricerca della propria identità e sulla difficoltà e i prepotenti contro cui scontrarsi nell’affrontare i problemi che la vita, e la crescita, portano con sé è, “Alaska” (Feltrinelli).  Quando Parker scopre che Alaska, il suo amato cane che ha dovuto abbandonare per l’allergia di suo fratello, è diventato l’animale da terapia di quel bullo orribile di Sven, non può sopportarlo. Così una notte, di nascosto, decide di riprenderselo. Il piano, però, subisce una svolta imprevista e i due ragazzi finiscono per la prima volta faccia a faccia, senza protezioni. Ora sono costretti a parlarsi e a conoscersi veramente. E le certezze che avevano fino a quel momento, cominciano a sgretolarsi.

Lu, invece, è un lupacchiotto che si ritrova a frequentare una scuola di porcellini dove tutti lo additano come l’altro, il diverso. Un giorno, durante la ricreazione, un porcellino di nome Ciccio si avvicina a lui invitandolo a giocare. Dopo l’iniziale diffidenza del lupacchiotto, i due diventano amici inseparabili. Un mattino, però, Lu non si presenta a scuola. E nemmeno l’indomani e il giorno dopo ancora. Ciccio, preoccupato, decide di andare a trovarlo. La strada sarà più impegnativa del previsto, e alla fine Ciccio conoscerà il segreto del suo amico: ogni mattina deve subire angherie e scherzi pesanti da tre grossi porcelli che vivono in una fattoria vicino casa sua. “Il segreto di Lu” (Babalibri) recentemente ripubblicato nella collana Superbaba, è un libro perfetto per i ragazzini più piccoli per offrire loro una storia di amicizia, di diversità, di integrazione di prepotenza e di solidarietà, utilizzando come espediente narrativo che funziona molto bene con i bambini, la trasposizione di situazioni reali nel mondo immaginario degli animali, dove i protagonisti sono cuccioli che vivono le stesse cose dei bambini.

Seppur non costituisce il centro della storia, il bullismo è molto presente anche in “Hikikomori” (Einaudi Ragazzi), un romanzo per adolescenti dai 13 anni. E’ la storia di Luca, ragazzo di quasi 17 anni, che decide di non tornare a scuola dopo un bruttissimo tiro di cui è stato vittima nello spogliatoio della palestra, anche se lui stesso dice che non è per questo che ha deciso di non uscire più dalla sua stanza e di interagire col mondo solo attraverso il pc. Una sera Luca entra in contatto con una ragazza giapponese che, come lui, è appassionata di anime e manga, in particolare dei lavori di Miyazaki. Youkiko, questo è il suo nome, a Luca e al lettore l’immagine di sé come di una ragazza perfetta, vincente, prima in tutto. La sua famiglia è importante e la sostiene molto così come tutti i suoi amici. Ma la realtà è diversa e nel suo diario, libro nel libro, si scopre la vera Yukiko e ciò che le è veramente successo.

Tante storie diverse ma allo stesso tempo molto simili, in cui non mancano i momenti drammatici, ma nelle quali resta sempre una leggerezza di fondo, che le porta ad evolvere verso finali non scontati, positivi e di speranza come è obbligo che sia nelle letture per bambini e ragazzi.


Anna Wolz trad. Anna Patrucco Becchi

Alaska

Beisler, 2021

Età +11


Mario Ramos

Il segreto di Lu

Babalibri, 2021

Età +6


Ariela Rizzi, Fabrizio Silei, Elisabetta Stonich (ill.)

Hikikomori

Einaudi ragazzi, 2023

Età +13

martedì 6 febbraio 2024

NON PENSARCI NEMMENO! - Storie di quotidiano bullismo (1)

Non si deve pensarci solo il 7 febbraio, giornata internazionale del bullismo, ad attirare l’attenzione di ragazzi, bambini e adulti, sul fenomeno tanto complesso quanto allarmante del bullismo. Ogni giorno a scuola e fuori dalla scuola si registrano, infatti, episodi che coinvolgono bambini e ragazzi, sia maschi sia femmine, entrambi nel ruolo sia di bulli sia di vittime. I sondaggi rilevano che mediamente un adolescente su due in Italia viene coinvolto in episodi di questo tipo. Non si tratta di un fenomeno nuovo, ma che preoccupa sempre più per l’abbassamento dell’età: fino a qualche anno fa il bullo aveva dai 12-14 ai 16 anni; ora si inizia già tra i 7 e gli 8 anni, e in qualche caso anche prima. Vittima e bullo sono entrambi espressioni, uguali ma opposte, di un profondo disagio affettivo e relazionale e protagonisti del fenomeno non sono soltanto loro, ma anche chi vede, chi sa, tacce e non interviene. Il problema del bullismo non si risolve con un libro, con una storia. Un libro o una storia, però, possono aiutare a parlarne, a riflettere, a reagire. Ecco allora alcune proposte di lettura: sono storie per bambini e ragazzi di età diverse raccontate da punti di vista diversi. Letture serie, importanti, ma molto piacevoli e di qualità, che non sono medicine che promettono miracoli, ma che possono aprire la strada alla discussione.

La storia di Manuel, per esempio, racconta del suo ingresso in terza media in una nuova classe. Dalla scuola precedente l'hanno espulso perché protagonista di un atto di bullismo e per il suo comportamento strafottente. Ora la sua priorità è ricrearsi una reputazione, farsi ammirare e temere dai nuovi compagni. Questi, però, fin da subito lo trattano come se fosse invisibile, non sembrano interessati a lui. Allora Manuel li studia uno per uno, con l'intento di mortificarli e punirli, sfruttando i loro punti deboli. Ma l'impresa si rivela più difficile del previsto, tanto che ogni volta si ritrova, in circostanze rocambolesche, a essere lui la vittima. Comincia così a perdere fiducia in se stesso e le sue sicurezza iniziano a vacillare. “Uno contro tutti” (Einaudi Ragazzi - 11+) narrato con ironia e leggerezza dalla prospettiva del bullo stesso, è la storia di un ragazzo fragile e aggressivo che, grazie all'intelligenza e alla collaborazione dei suoi compagni di classe, riuscirà a cambiare, scoprendo il valore dell'amicizia.

E’ quasi sempre la differenza la causa scatenante degli atti di aggressione fisica o verbale. Lo sa bene Addie, protagonista di “Una specie di scintilla” (Uovonero -10+), la cui vita a scuola è molto dura. Ha undici anni ed è autistica e deve combattere ogni giorno contro l'ostilità, la diffidenza e la paura degli altri. Miss Murphy, la sua insegnante, non fa che umiliarla e anche quella che sembrava la sua unica amica ora le ha voltato le spalle. Un giorno Addie scopre che in passato, nel suo paesino della Scozia settentrionale, molte donne furono torturate e condannate a morte come "streghe". La notizia la sconvolge: capisce che a essere messa sotto accusa era la loro "diversità", la stessa che lei vive ogni giorno. Sente che per riscattarle deve convincere i suoi concittadini a dedicare un memoriale alle streghe uccise. La sua diventa una vera e propria missione in nome dell'uguaglianza e della verità. Una storia arguta e piena di empatia, ricca di grandi ideali, di coraggio e fiducia in sé stessi che nasce dalle esperienze dell'autrice, autistica come la protagonista.

Vincent, ragazzino solitario, invece, ha fatto del sopravvivere la sua specialità. Non ha avuto e non ha molta scelta: ogni giorno a scuola “deve” sopravvivere, da quando Dilan e il suo branco di bulli l’hanno preso di mira. L’esperienza del campo scuola, poi, sarà devastante, Vincent se lo aspetta e cerca di prepararsi. Un giorno, per fortuna, una nuova ragazzina molto vivace e anticonformista si unisce alla sua classe, e questo cambia tutto. Vincent è il protagonista di “Sono Vincent e non ho paura” (Camelozampa - 9+), un romanzo che descrive alla perfezione i meccanismi del bullismo e le sue conseguenze psicologiche su chi ne è vittima: la convinzione di meritarsi in qualche modo le angherie, la paura che condiziona ogni attimo delle giornate, la frustrazione di non poter essere diversi da quello che si è.

(continua)

 

Daniela Cologgi

Uno contro tutti

Einaudi Ragazzi, 2023

Età +11


Elle McNicoll trad. Sante Bandirali

Una specie di scintilla

Uovonero, 2021.

Età +10


Enne Koens trad. Olga Amagliani

Sono Vincent e non ho paura

Camelozampa, 2022

Età +9


mercoledì 3 gennaio 2024

CHI SCEGLIE I LIBRI CHE LEGGONO I BAMBINI E I RAGAZZI?

(adattamento dall’articolo “Il diritto di scegliere” – pubblicato in: “Il Pepeverde. Letture e letterature giovanili”. Roma, Valore Scuola. N. 12, 2021, p. 11-13)

Che livello di libertà hanno i bambini e i ragazzi quando scelgono cosa leggere? Quanto le loro scelte sono determinate dall’influenza degli adulti che “suggeriscono” loro le letture? Come può e/o deve l’adulto intervenire nel processo di questa scelta?

I momenti in cui si promuovono letture, come le volte in cui si accompagnano i bambini e i ragazzi in biblioteca o in libreria a scegliere una lettura, sono momenti importanti e sempre delicati. Le variabili che entrano in gioco sono molte e stanno tra loro in equilibrio a volte precario. Come sempre, non si può generalizzare e, tanto meno, fare un discorso unico per le diverse fasce d’età, senza considerare, inoltre, che ci sono ragazzi che vanno aiutati a scegliere e altri che sanno perfettamente quello che vogliono leggere.

Creare lettori significa rispettare le diverse passioni e le preferenze dei ragazzi. Secondo Aidan Chambers1, l’adulto, insegnante o genitore che accompagna i bambini nel mondo della lettura, deve essere disponibile a tenere in considerazione la scelta autonoma dei giovani lettori come parte irrinunciabile dell’attività di selezione dei testi e anche l’atteggiamento da assumere di fronte ad un’eventuale scelta inadeguata, deve essere ben studiato. Il consiglio di Chambers è quello di essere aperti e onesti con i giovani lettori e intavolare con loro una discussione costruttiva sul libro scelto, senza divieti o imposizioni. Il confronto, infatti, può portare alla consapevolezza da parte del bambino o del ragazzo dell’insignificanza del libro che ha scelto, ma anche, all’opposto, alla presa d’atto da parte dell’adulto del valore di una lettura che, forse non conoscendola, sottovalutava.

Già Pennac nel suo “Come un romanzo2, sosteneva che il gusto per la lettura si affina leggendo cose diverse, anche scritti di dubbio valore letterario, “una «letteratura industriale» che si limita a riprodurre all’infinito gli stessi tipi di racconti, che fabbrica stereotipi a catena, fa commercio di buoni sentimenti e sensazioni forti, prende al volo tutti i pretesti offerti dall’attualità per sfornare una narrativa di circostanza, effettua «studi di mercato» per piazzare secondo la congiuntura un determinato tipo di «prodotto» che si ritiene debba infiammare una determinata categoria di lettori3. Sono questo tipo di libri di scarsa qualità, di solito, quelli che si incontrano prima sulla strada della lettura. Sono libri facili, letture accattivanti, opere che ammiccano al lettore in quanto, spesso più gadget pubblicitari di film, serie TV o cartoni animati che storie vere e proprie. Sono libri che i ragazzini si passano perché di moda, che non possono non leggere se vogliono essere parte del gruppo. Anche per Pennac, come per Chambers, è dato di fatto che gli adulti devono accettare queste scelte dei ragazzini, senza criticare o deridere. Secondo lui, sono letture da assecondare, per avere poi il contesto giusto dove lasciare qualche “buon” romanzo, qualche libro di qualità, senza proibire gli altri. Un compromesso finalizzato a creare l’occasione per una buona proposta, così, come continua Pennac, per un certo periodo i ragazzi leggono, insieme, buoni e cattivi romanzi per scoprire, un bel giorno, che sono quelli di qualità ad avere la meglio. Importante è che la scelta non cada sempre e solo su materiali di poco valore. Anche per i libri e le storie, come per il cibo, è importante “assaggiare” un po’ di tutto per capire ciò che piace di più, ciò che dà maggiore soddisfazione. Le imposizioni, al contrario, possono sortire l’effetto opposto a quello desiderato.

 

Per molto tempo la scelta dei libri che i bambini e i ragazzi leggevano è stata fatta dagli adulti senza che loro potessero avere voce in capitolo. I libri erano scelti in base a fini educativi o didattici, le proposte erano letture adatte a insegnare qualcosa, censurando quelle ritenute quasi pericolose per l’edificazione delle giovani menti (salvo poi prendere atto che erano proprio queste letture ritenute non adatte, quelle lette di nascosto e maggiormente apprezzate dai bambini e dai ragazzi). Adesso, per fortuna, c’è indubbiamente maggiore libertà di scelta, anche se, come sostiene Silvia Blezza Picherle4, le scelte spesso sono solo apparentemente libere in quanto condizionate dalla moda, dalla pubblicità, dal marketing editoriale. E questo senza entrare nel merito delle letture proposte a scuola, ancora troppo spesso legate alla didattica, all’educazione scelte all’interno di un canone piuttosto classico, statico e limitato. Sono, queste, considerazioni che meritano un discorso a sé. Come sostiene Luigi Ballerini, infatti, a parte le isole felici presenti sul territorio, “esiste una strana resistenza a far entrare la narrativa contemporanea per i giovani nella scuola italiana. Resistenza che cresce quanto più si sale di ordine: dalla maggior facilità di ingresso nella scuola primaria fino alla barriera quasi invalicabile dei licei. A essa vengono di solito contrapposti, in antagonismo, i testi considerati classici”.5 In realtà, la letteratura contemporanea per ragazzi, li avvicina alla lettura, mettendo tra le pagine personaggi vicini a loro e situazioni parallele alle esperienze che stanno vivendo e raccontate con una lingua simile a quella da loro usata. Per Ballerini, spesso, la mancata proposta a scuola di narrativa contemporanea è dovuta alla scarsa conoscenza che ne hanno gli insegnanti. “È un dato di fatto” - continua Ballerini - che per molti giovani lettori i romanzi di oggi fanno da apripista: trovato il libro giusto, ossia quello che parla all’esperienza e suscita pensieri e riflessioni, altri ne verranno, di generi, autori, stili e anche epoche diverse”6. Sbagliato è mettere in contrapposizione netta ciò che gli adulti scelgono per i ragazzi da leggere e ciò che i ragazzi scelgono da soli.

Quando si parla di giovani lettori, permettere loro di leggere di tutto significa lasciar loro leggere libri per ragazzi di qualità diversa, ma anche libri che non sono stati specificatamente scritti per loro, ma che possono suscitare il loro interesse, la loro sorpresa e meraviglia, le loro riflessioni. Come scrive Martino Negri7, l’incontro tra i bambini e l’esperienza vera della lettura si gioca anche nell’avvicinamento a opere della tradizione letteraria, lavori con determinate caratteristiche di contenuto e di linguaggio che, anche se non direttamente rivolti a loro, possono essere letti e compresi dai più giovani e dare loro soddisfazione. Di fronte alla complessità e alla fatica di certe pagine è il desiderio di arrivare a scoprire il tesoro che questi testi nascono che ne fa affrontare e portare a termine la lettura. Letture di questo tipo “cadono” sul cammino dei giovani lettori in modo diverso, c’è chi ha la fortuna di crescere in una famiglia dove si legge per cui ad un certo punto diventa naturale andare a curiosare sugli scaffali di mamma e papà, c’è chi vede un film e viene talmente preso dalla storia che desidera leggere il libro da cui è stato tratto, c’è chi gironzola tra gli scaffali delle librerie e delle biblioteche (dove ce n’è una a portata di mano), c’è chi si lascia attrarre da quello che apparentemente sembra fuori dalla propria portata. Siamo di nuovo di fronte a quei ragazzini che adottano l’esatto criterio di scelta opposto a quello di moltissimi altri: il numero di pagine. Più i libri sono “grossi”, più sembrano inavvicinabili, più sembrano rivolti ad un pubblico diverso, più desiderano leggerli e spesso la sfida si trasforma, come confermano anche le neuroscienze, in vera esperienza sensoriale, cognitiva ed emotiva.

Detto ciò, “sebbene la significatività di un’esperienza di lettura possa anche prescindere dalla qualità dei testi letti, (…) la responsabilità di offrire a bambini e ragazzi occasioni d’incontro con testi caratterizzati da una piena dimensione letteraria ed estetica è una responsabilità che insegnanti ed educatori sono chiamati a sentire intimamente e alla quale non possono sottrarsi.”8. All’interrno di questo discorso, questo vale anche e soprattutto per quei libri di letteratura per l’infanzia che ben si distinguono dai libri più o meno ben congegnati ad uso dei bambini e dei ragazzi, quei libri che non hanno intenzioni di ordine educativo, ma offrono inedite possibilità di relazione tra linguaggio e esperienza. Libri che fanno leva sulla curiosità dei giovani lettori e sul loro bisogno di avventura. Libri frutto dell’intuizione, dell’ispirazione della capacità narrativa, dell’originalità di grandi autori, autori di buone storie che hanno il potere di suscitare riflessione e meraviglia, senza morale, senza insegnamenti, e che difficilmente si possono spiegare. Storie che toccano le corde più profonde dei lettori suscitando domande senza ovvie risposte, scritte in una lingua che li rispetta nel loro essere persone e non bambini cui offrire solo testi semplici o semplificati. “La lettura va scoperta, amata e scelta in piena autonomia. Gli adulti che vogliono inculcare il piacere di leggere devono sapere che vanno incontro a insuccessi sicuri. (…) al più gli adulti devono allestire il «banco delle occasioni», favorire l’incontro dei ragazzi con libri diversi, con approcci diversi e soprattutto tutelare la libertà di scelta.”9 Di questo era convinto anche Gianni Rodari che, precursore di tante teorie e buone pratiche nel campo della promozione alla lettura, cita il “non offrire una scelta sufficiente” tra i suoi “Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura”10.

L’accompagnamento dei bambini e dei ragazzi verso i libri e la lettura non è una scienza esatta. Non ci sono né regole, né ricette infallibili. Molte sono le testimonianze di insuccesso, ma tante anche quelle di successo. Importante è, senza dubbio, che bambini e ragazzi possano avere libero accesso a tanti libri e a tante storie. Più contatti con libri e storie diverse hanno, maggiori sono le probabilità che incontrino i libri giusti e più sapranno, poi, ritrovare libri e storie nel loro futuro, nel momento in cui ne sentiranno bisogno. Coloro, che non hanno mai avuto la possibilità di un sano contatto con la lettura o per i quali la lettura è sempre stata un problema, una difficoltà, un puro dovere scolastico, invece, non ne sentiranno mai bisogno, e questa assenza di bisogno sarà per loro un impoverimento. Il bisogno di storie è stata ed è fondamentale per l’umanità in ogni tempo e luogo. La lettura di letteratura è mezzo diretto e intimo per accedere alla simbolizzazione delle esperienze di vita, dei pensieri e del modo di percepire il mondo degli altri. E’ importante lasciare che ognuno diventi il lettore o il non-lettore che vuole, ma è fondamentale che a tutti sia permesso l’incontro con letteratura, con i libri11. Con tanti libri.


1Aidan Chambers, Il lettore infinito. Equilibri, 2015. p. 24-29.

2Daniel Pennac, Come un romanzo. Feltrinelli, 1993.

3Ibidem. p. 127

4Silvia Blezza Picherle, Formare lettori, promuovere la lettura. Franco Angeli, 2018. p. 44-46

5Luigi Ballerini, Non solo classici per le scuole. Su:  Non solo classici per le scuole

6Ibidem

7Martino Negri, L’avventura del lettore: la letteratura come esperienza. In: Aa.Vv., In cerca di guai. Studiare la letteratura per l’infanzia. Edizioni Junior, 2020. p. 204-248.

8Ibidem p. 230

9Ermanno Detti, Piccoli lettori crescono. Come avvicinare bambini e ragazzi alla lettura. Erickson, 2012. p. 107

10Gianni Rodari, Scuola di fantasia, Einaudi, 2014, p. 90.

11Sophie Van der Linden, Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes. Gallimard Jeunesse, 2021. p. 72-73