domenica 30 agosto 2020

Strumenti del mestiere: LE CARTE DI TESTE FIORITE

Tra gli strumenti per utili per le attività di promozione alla lettura le “CARTE” dell’Associazione Teste Fiorite sono una recente e interessante proposta

Si tratta di un mazzo di 40 carte da utilizzare come base per commentare una lettura, un libro, un albo illustrato, per condurre una conversazione libera partendo da un libro o per ragionare sulla lettura e sul valore delle storie. 

Le carte sono suddivise in quattro gruppi e rimandano a quattro diversi ambiti: quelle blu riportano affermazioni con pregiudizi nei confronti della letteratura per l’infanzia, quelle arancioni pongono domande pensate per far partire una discussione, su quelle gialle si leggono affermazioni da commentare, quelle viola spaziano tra le più diverse riflessioni.

Come si legge nell’allegata scheda di presentazione, “le Carte di Teste Fiorite possono essere usate da adulti che cerchino spunti da cui partire per analizzare un testo, ma anche da ragazzi che inizino a prendere confidenza con un punto di vista critico o, ancora, da adulto e ragazzi insieme, in classe, per entrare in confidenza con l’imperfetta scienza ermeneutica”.

Pur aspettando con impazienza l’occasione per provare, al momento non ho ancora avuto modo di utilizzarle personalmente né con gli adulti, né con i bambini/ragazzi, ma l’impressione è che siano interessanti sia per chi già lavora in questi campi, sia per chi comincia a muovere i primi passi. Offrono, infatti, spunti utili per avvicinarsi ai libri e alle storie in maniera diversa e per raggiungere nuovi livelli di approfondimento o per osservare libri, storie e figure da nuovi punti di vista.

Come tutti gli strumenti, soprattutto quelli più “pratici”, le CARTE di Teste Fiorite, si possono usare “con fantasia”: non sono un metodo, non indicano una tecnica. Possono, però, essere base per costruirsi ciascuno il “proprio” metodo, per tracciarsi ciascuno la propria strada.

Per una descrizione delle CARTE di Teste Fiorite da parte di chi le ha create, cliccate qui dove, potete, eventualmente anche procurarvele.

venerdì 21 agosto 2020

Nuove edizioni, nuove traduzioni (3): LA CUCINA DELLA NOTTE

(Riedizioni – 3)

Centro di questo post è di nuovo un albo illustrato di Maurice Sendak: “In the Night Kitchen” uscito col titolo di “Luca, la luna e il latte” nel 2000 presso Babalibri con la traduzione di Selene Maltini e con il titolo “La cucina della notte

nel 2020 presso Adelphi con la traduzione di Lisa Topi. Anche in questo caso, purtroppo, non dispongo della versione originale inglese uscita nel 1970, perciò non mi posso fermare su un commento alle traduzioni in sé. Esprimo solo alcune considerazioni sulle due edizioni italiane, più come una presentazione degli albi stessi che come un confronto di merito tra i due.

Il libro racconta l’avventura onirica di un ragazzino (Mickey nella versione originale e in quella di Lisa Topi, Luca in quella di Selene Maltini) che si sveglia nel cuore della notte a causa dei rumori che provengono dalla cucina. Sceso dal letto si affaccia alla porta e vede tre panettieri identici (tutti copie di Oliver Hardy) che stanno preparando una focaccia per la mattina. Presi dal lavoro non si accorgono che il piccolo finisce nell’impasto, anzi, visto il candore della sua pelle, pensano che si tratti del latte. Al momento di infornare, però, lui spunta fuori urlando che lui non è il latte mancante nella focaccia. Il bambino si mette quindi a costruire con un altro impasto un aeroplano che, appena pronto, lo porta oltre la via lattea sulla luna a prendere il latte vero. Così i tre possono finire il dolce e il piccolo, di nuovo asciutto, ritorna nel suo letto.

Si tratta di una storia apparentemente strana che, soprattutto per la nudità del piccolo, è stata molte volte criticata e bandita in America nel periodo della sua prima pubblicazione.

Moltissimi in questo libro sono i rimandi autobiografici di Sendak a partire dalla dedica ai suoi genitori, all’indirizzo di casa sua da piccolo su uno dei barattoli della cucina, fino al controverso riferimento alla Shoah. Sendak, infatti era ebreo. Il bambino protagonista dell’albo sta per essere messo in forno da tre panet

tieri che assomigliano a Oliver Hardy, ma che hanno un eloquente baffetto quadrato e su un altro barattolo della cucina compare una stella a sei punte … .

Il genio di Sendak emerge in entrambe le edizioni italiane, grazie al perfetto dialogo tra testo e illustrazioni. Il testo della prima, ovviamente, dimostra i suoi anni (oltre alla triste scelta di cambiare il nome al protagonista). Più fresca è la traduzione di Lisa Topi: grazie ai 20 anni passati tra le due versioni che sono stati testimoni di grande evoluzione nella produzione editoriale per i bambini.

Si tratta, in fondo, di una di quelle storie che piacciono più ai piccoli che agli adulti, perché a loro “arrivano” direttamente, senza preconcetti e pretese interpretative. L’onestà intellettuale con la quale Sendak tratta i bambini cui sono rivolti i suoi libri è alla base della sua capacità di comunicare direttamente con loro ad un livello che va oltre la lettura che un adulto può darne. Sendak e i bambini sono sulla stessa lunghezza d’onda e per questo le sue opere, anche a distanza di tantissimi anni, piacciono ancora. Molto.

Grazie ad Adelphi per aver intrapreso, nella sua collana “Cavoli a Merenda”, la ripubblicazione delle opere di questo grande della letteratura per bambini. Aspettiamo le prossime.

Luca, la luna e il latte

Maurice Sendak - traduzione di Selene Maltini

Babalibri, 2000 - [36] p.


La cucina della notte

Maurice Sendak - traduzione di Lisa Topi

Adelphi, 2020 - [36] p.

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