Giorgio Volpe con le illustrazioni di Paolo Proietti
Uno due tre
Kite, 2021.32 p.
dai 3 anni
L’equilibrio delle interazioni tra i bambini che giocano insieme è delicato. Tanti sono gli elementi che concorrono al suo mantenimento, alla sua possibile rottura e alla sua eventuale ricomposizione.
I bambini giocano insieme e giocando imparano a relazionarsi, a contrattare, a gestire emozioni e reazioni. Non tutti ci riescono, non tutti allo stesso modo e allo stesso momento, ma genitori ed educatori sanno che il tempo di gioco è fondamentale per la loro crescita, per la loro maturazione, per le loro relazioni future. La fantasia dei bambini si libera e il gioco diventa magicamente una realtà parallela vissuta intensamente e con serietà. La stessa serietà con cui i piccoli vivono le loro amicizie. I bambini hanno, di solito, un migliore amico con cui fanno tutto, a cui dicono tutto, che per loro è tutto. Questo rapporto di quasi esclusività è talmente intenso che il timore di rovinarlo è sempre dietro l’angolo. Accade così agli animaletti protagonisti di “Uno due tre” (Kite, 2021). La piccola volpe Rosso e il ghiro Quik sono inseparabili. Solo d’inverno, quando il ghiro va in letargo, Rosso rimane solo a passare i lunghi mesi senza l’amico. Quest’inverno la piccola volpe conosce Bas, un piccolo tasso e con lui fa amicizia. Alla fine dell’inverno Rosso non sa come dire a Quik del suo nuovo amico. Ha paura che i due non si piacciano, o che, ancora peggio, a Bas Quik piaccia più di lui. Rosso cerca quindi di mantenere i rapporti con entrambi senza farli mai incontrare, ma ciò stride col suo solito modo di comportarsi. Quik e Bas lo seguono, allora, di nascosto per scoprire alla fine tutti insieme che ci si può divertire molto anche in tre.
In
questo libro si legge una bella storia di amicizia, una delle
relazioni più forti tra le persone, ma anche quella che forse
maggiormente teme il distacco, il disaccordo per motivi più o meno
futili. L’arrivo di nuove conoscenze può minare la sua solidità,
ma può anche, al contrario, rafforzarla introducendo nuova linfa al
rapporto. Il tema del gioco, dell’amicizia a due, della gelosia
verso i nuovi amici degli amici, fa parte del mondo bambino e ne è
elemento di grande portata. E’ piacevole, quindi, leggerne con i
piccoli in libri come questo.
In
“Uno due tre” le illustrazioni di Paolo Proietti sono dolci e
intense e il testo di Giorgio Volpe è poetico e curato. Il ritmo
narrativo di entrambi rende la gioia del ritrovarsi degli amici al
risveglio dal letargo, come, qualche pagina dopo, il dubbio del far
incontrare il ghiro e il tasso, è sottolineato dal rallentare di
questo ritmo che sembra diventare titubante, per poi ritrovare vigore
nelle tavole finali.
Questa
storia di vita bambina che fa pensare a “Sulla collina”
(Giralangolo) un albo illustrato di qualche anno fa in cui la grande
amicizia di Uto e Leo sembra minata dall’arrivo di Samu che chiede
di giocare con loro sulla collina, dove con le loro scatole di
cartone i due fanno i pirati, i re, i cavalieri, gli astronauti...
L’arrivo del terzo bambino rompe il loro “ritmo a due”
dell’amicizia di Uto e Leo e Uto non accetta questa intrusione. Ma
Leo ama il suo amico, non vuole perderlo. Lo conosce bene e insieme a
Samu è capace di riavvicinarsi a lui facendo leva su ciò che più
gli piace. Insieme scoprono così che anche il “ritmo a tre” può
essere divertente.
Del valore del gioco per lo sviluppo delle relazioni e la capacità di affrontare situazioni diverse si legge anche in “Facciamo che io ero un supereroe” (Beisler) e di cui ho scritto qui
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