mercoledì 25 settembre 2024

C'E' MA NON SI VEDE - Ludwig e il rinoceronte

Ludwig e il rinoceronte

Noemi Schneider, Golden Cosmos (ill.), Lia Bruna (trad.)

Orecchio Acerbo, 2024. 40 p.

Età 7+


Capita molto più spesso di quanto si pensi di fare filosofia con i bambini. Molte volte, infatti, argomentare con loro su un qualsiasi argomento è un vero e proprio esercizio di analisi e di confutazione filosofica. Allo stesso modo i loro giochi di parole e di fantasia possono mettere alla prova la capacità di visione e di interpretazione di chi gli sta vicino, facendogli dubitare di ciò che vede o non vede. Non tutto ciò che non si vede, infatti, per esempio, non esiste. Come il rinoceronte protagonista di questa storia.

E’ sera e Ludwig è già in camera sua pronto per andare a dormire. Il suo papà sta per entrare nella stanza per augurargli buonanotte, quando sente che il bambino sta parlando con qualcuno. Entra e gli chiede con chi è che parla e Ludwig gli risponde che sta parlando con un rinoceronte. Il papà prima sostiene che è impossibile perché un rinoceronte sarebbe troppo grande per entrare nella cameretta. Poi, invitato dal figlio, guarda dappertutto, ma non lo vede, anche se il bambino gli indica dove si trova: dietro la porta, sotto il letto, nell’armadio … . Tra i due nasce così una discussione interessante su ciò che c’è ma non si vede, come è il caso, per esempio, della luna.


Tutto il contenuto di questo albo si gioca su ciò che il bambino immagina e vede con gli occhi della fantasia, ciò che il suo papà non vede, e ciò che il lettore può vedere da fuori.

Per chi è più afferrato in filosofia, il rimando a Ludwig Wittgestein è chiaro. Ma il valore di questa storia non presuppone nessuna competenza pregressa nel campo. Deduzione, logica, osservazione, dialettica ne sono gli elementi fondanti, che composti creano una narrazione che fa nascere molte domande, senza dare nessuna risposta definitiva e che, perciò, mette in moto pensieri e ragionamenti.

D’altra parte si può considerare questo libro anche esempio di come si possono usare le storie per spiegare le cose, o di come le storie in sé illustrino le cose, senza bisogno di tante spiegazioni teoriche. Chi racconta e spiega qualcosa a chi, in questa storia, è poi comunque da vedere. Anche se la punteggiatura orienta in un certo modo “tradizionale” indicando il piccolo come quello che non sa (le sue frasi, infatti sono quasi tutte domande) e l’adulto come quello che sa, o crede di sapere (le sue espressioni terminano tutte o quasi con il punto esclamativo). Che poi sia effettivamente così, è un altro discorso.

Molto interessanti, infine, anche le fantastiche illustrazioni dal sapore “espressionistico”: vigorose pennellate di colori molto forti e poco probabili come il giallo dei visi di Ludwig e del suo papà e l’azzurro del rinoceronte. Illustrazioni che giocano con il cambio di prospettiva focalizzando sul rinoceronte come fulcro dell’osservazione che si muove sulle pagine entrando ed uscendo dal campo visivo di chi sta sulle pagine, ma rimanendo sempre presente in quello del lettore.

Nel complesso questa è una bella storia che può catturare l’interesse e l’attenzione tanto dei piccoli quanto dei grandi.

 

Noemi Schneider, Golden Cosmos (ill.), Lia Bruna (trad.)

Ludwig e il rinoceronte

Orecchio Acerbo, 2024. 40 p.

Età 7+


 


 

venerdì 13 settembre 2024

Divagazioni: LEGGERE A OGNI ETA'

Dietro la lavagna

A cura di Elisabetta Vanzetta

Illustrazioni di Anna Formilan

Erickson, EricksonLive, 2024 – 64 p.

per tutti

Non è senza imbarazzo che mi permetto di scrivere su questo blog di un un lavoro che ho curato io. Perdonatemi la presunzione, ma credo sia importante pensare e diffondere l’idea che ascoltare, narrare e leggere storie è fondamentale e, soprattutto un piacere, ad ogni età e in qualsiasi occasione e condizione. Per questo desidero scrivere di questo libro illustrato pensato per le persone anziane con le storie scritte dal gruppo di anziani del Centro d’Incontro “Star ensema” della val di Fassa (TN), con la collaborazione degli operatori della Cooperativa Sociale Le Rais e i volontari dell'Associazione Rencureme, durante una serie di appuntamenti di laboratorio di narrazione condivisa che ho guidato all’inizio di quest’anno.

Si tratta di quattro storie inventate sulla base di ricordi di scuola. Storie semplici raccolte in un libro illustrato che vuole offrire un momento di piacevole passatempo alle persone anziane, anche fragili, e a chi sta loro vicino, ma anche dei materiali di lettura sui quali lavorare in contesti vari di cura e di aggregazione per allenare ricordi, condividere altre narrazioni, per sollecitare competenze cognitive, emozionali, sociali e relazionali.

Spesso nei laboratori di lettura con le persone anziane vengono usati libri illustrati pensati per i bambini. Questo ha voluto nascere come libro illustrato scritto per e con gli anziani, con dei contenuti che possano avvicinarsi al loro vissuto e in cui loro possano ritrovare momenti del loro passato.

Gli autori di queste storie sono Adriana, Annamaria, Elsa, Enrica, Fortunata, Gemma, Giovanna, Giovanni G., Giovanni P., Giovanni S., Giulietta, Giuseppina, Lina, Maria Assunta, Maria Loreta, Maria Maddalena, Mariangela e Rita, oltre agli operatori della Cooperativa Sociale Le Rais e dei volontari di Rencureme. Anna Formilan ne ha curato le bellissime illustrazioni.

L’idea di scrivere queste storie è venuta a me e alla psicologa Martina Volcan, che segue il Centro, come alternativa ai laboratori di lettura che conduciamo mensilmente. Partendo dal tema comune della scuola e dai ricordi dell’esperienza di ciascuno, in cinque incontri, gli anziani hanno lavorato in piccoli gruppi e inventato le quattro storie presenti nel libro. Scrivere le storie è stato un importante percorso di stimolazione per queste persone che hanno lavorato insieme e il loro entusiasmo né stata testimonianza.

L’illustratrice Anna Formilan ha studiato le immagini appostamente per un libro dedicato ad un pubblico di anziani e di adulti. Illustrazioni che accompagnano il testo, senza ripeterlo pari pari, ma interpretandolo in maniera molto creativa e, pur con elementi molto realistici, lasciando spazio all’osservazione e alla fantasia del lettore. Per facilitare anche chi ha problemi di vista si è deciso per una font ad alta leggibilità e dei caratteri molto grandi e spaziati, in un formato arioso, ma anche maneggevole.

Il libro è stato pubblicato con il sostegno dell’Associazione Rencureme, del Comun General de Fascia e Spazio Argento. Il libro si può richiedere a rencureme@gmail.com o è acquistabile e scaricabile su EricksonLive

Cosa sono i Centri d’Incontro?

Il progetto “Centri d’Incontro Fiemme e Fassa” è una proposta rivolta alla fascia di popolazione anziana e, nello specifico, a chi presenta particolari fragilità come isolamento, solitudine, depressione o livello iniziale di decadimento cognitivo. Il progetto è portato avanti in sinergia da numerose realtà presenti sul territorio tra cui la Comunità territoriale della Valle di Fiemme, il Comun General de Fascia, l’APSS, l’Associazione Rencureme ODV e la Cooperativa Sociale Le Rais.

I Centri d’Incontro “Star ensema” in val di Fassa (TN) e “I sempreverdi” in Val di Fiemme (TN), arricchiscono dal 2021 i servizi già presenti sul territorio, offrendo un intervento psicosociale a bassa soglia con un approccio integrato volto a fornire supporto professionale sia alla persona anziana con principio di demenza sia al suo caregiver.

La proposta si basa sul programma MCSP - Meeting Centres Support Programme - nato in Olanda per supportare le persone anziane nelle fasi iniziali della malattia e i loro familiari. Nel complesso si tratta di luoghi di aggregazione psico-sociale le cui attività seguono un protocollo d’intervento validato scientificamente.

Tutte le attività dei Centri d’Incontro di Fiemme e Fassa vengono proposte secondo il modello CST (Terapia di Stimolazione Cognitiva) dell’Università degli Studi di Padova con un approccio centrato sulla persona che permette di riconoscere il valore e le risorse dell’individuo, al di là dei sintomi con cui il suo disturbo si manifesta. Scopo degli incontri è favorire, attraverso stimolazione cognitiva, musicoterapia, biblioterapia, ginnastica dolce e altre attività creative, il linguaggio, la partecipazione e lo stare insieme, valorizzando le risorse cognitive residue della persona, così come le sue competenze emotive, sociali e relazionali, assicurando la sua crescita personale, una buona qualità di vita e, in generale, il suo benessere.


 

mercoledì 21 agosto 2024

QUANDO NON HO TEMPO, LO VADO A COMPRARE

Luca Cognolato, Marco Pachetta (ill.)

L’uomo che vendeva il tempo.

Terre di Mezzo, 2024. 32 p.

Età 6+

 

Il tempo è probabilmente il bene più prezioso che abbiamo. Tutti, o quasi, non fanno che ripetere: “non ho tempo”, e il tono è di rammarico o, a volte, persino di disperazione. Oggi nessuno ha più tempo per sé, per gli altri, per fare ciò che gli piace, per fare nulla o per fare tutto. Siamo nell’era del “fare” e non fare niente fa quasi sentire in colpa, dà l'impressione di perdere tempo.

Come si può, dunque, avere di più di questo bene intangibile e molto ricercato?

Lo si va a comprare!

E dove?

Nel Grande Negozio Temperia di Vettore, L’uomo che vendeva il tempo.

Lì se ne trova sempre e il venditore, ne ha per tutti. Non lo distribuisce, però, a casaccio. Lui sa perfettamente quanto tempo serve a ciascuno dei suoi clienti e non gliene vende nemmeno un attimo di più o di meno: cinque minuti al fornaio per dormire un po’ di più al mattino, dieci al marinaio per baciare la sua fidanzata prima di ripartire, sei ore alla giovane manager per fare le sue 1200 telefonate e inviare 800 messaggi … .

Vettore ha tempo per tutti, anche quando gli avventori ne chiedono un po’ di più, perché la consueta quantità non gli basta più.

L’unica cosa per cui il negoziante non ha tempo è per la sua casa che, trascurata, sta cadendo a pezzi.

Un giorno la fornitura consueta di tempo non arriva al negozio e, dato che il tempo è esaurito, il commerciante deve mandare via i suoi clienti a mani vuote. Poi, come se non bastasse, si scatena una forte tempesta di pioggia e vento che distrugge la casa malmessa di Vettore.

Come può fare l’uomo per sistemarla? Dovrebbe avere tempo. Così ne cerca affannato dappertutto in casa, nei cassetti, in cantina, sotto il letto. Ma non ce n’è.

Ecco allora che suonano alla porta. Sono tutti i suoi clienti che portano un po’ del loro tempo e, insieme, riparano la casa. E, alla fine, tutti a fare festa, pechè né è avanzato anche un po’.

L’uso che si fa del tempo e la percezione che se ne ha sono aspetti personalissimi di ogni persona. Per qualcuno il tempo è dilatato, per altri si restringe sempre di più. Dieci minuti per qualcuno possono essere tanti (soprattutto per i bambini), per altri pochissimi.

La cosa difficile è capire perché per tutti il tempo sia sempre


così poco.

Con questo libro illustrato Luca Cognolato e Marco Paschetta rendono “concreto” e cedibile fisicamente questo bene immateriale. Un bene che non si può comprare, ma che si può risparmiare e regalare (a sé o agli altri). Riflettere su questo, fa bene a tutti, grandi e piccoli.

Un testo piacevole e scorrevole, accurato nella scelta delle parole e mai banale nella loro composizione. Interessanti anche le illustrazioni che rimandano ad altri tempi, con scene dall’aria vintage e dai colori quasi sbiaditi come le vecchie fotografie. Le fotografie di un tempo, appunto, quando tutto forse non era così veloce come oggi.

Un'altra riflessione sul tempo ce l'hanno proposta Davide Calì e Isabella Labate in Un tempo per ogni cosa

martedì 30 luglio 2024

LA COSA NERA: GUARDARSI DENTRO PER GUARDARE FUORI

Kiyo Tanaka,

La cosa nera.

Topipittori, 2023. 72 p.

Età 4+

Si può fare amicizia con una “cosa nera” dagli occhi grandi e scuri, che compare all’improvviso sul muro e solo tu la puoi vedere? Certo. E se sei una bambina curiosa l’amicizia nasce subito. E’ questa, in fondo, la storia raccontata in questo albo illustrato. La “cosa” non parla, ma si fa capire benissimo e giorno dopo giorno, la bambina si fida sempre più di lei e la segue sotto una staccionata e dentro una casa a bere il tè e ad entrare in un armadio misterioso che le porta in un mondo fantastico fatto di natura, di giochi e di luci. Un posto segreto il cui accesso non può non far pensare all’incipit delle Cronache di Narnia. Ma, ovviamente, la storia non è la stessa.

Il testo è ridotto al minimo, e potrebbe anche non esserci: come in un silent book la narrazione regge benissimo anche solo con le immagini. Ma, d’altra parte, le poche parole sono preziose perché ci mettono direttamente in contatto con l’io della bambina (è, infatti, un racconto in prima persona dei pensieri della bambina) e ci fanno vivere con lei questa tanto strana quanto meravigliosa avventura.

Non è un libro inquietante, anzi. La cosa nera non fa paura, ma è accogliente e rassicurante, invita a fidarsi di lei e a seguirla. L’invito non è solo per la bambina, ma anche per il lettore che, incuriosito, divora con gli occhi le pagine una dopo l’altra e insieme a lei entra in questo mondo parallelo.

Un libro leggero nei tratti delle illustrazioni tutte in bianco e nero, nella fisionomia della bambina e della cosa, nelle poche parole scelte con cura, nell’evoluzione della narrazione. Una storia che è nel mondo reale, la bambina all’inizio va a scuola e alla fine incontra il suo papà, ma anche in quello onirico e immaginifico nel suo vedere e seguire la cosa nera. E il passaggio tra i due mondi che si intersecano, come viene rappresentato? Con il fiore che la cosa nera regala alla bimba prima di lasciarla e che lei tiene ancora in mano quando incontra il suo papà. Come un bizzarro amico immaginario, la cosa nera rappresenta la capacità dei bambini di vivere nella fantasia e di crearsi mondi personalissimi in cui giocare, divertirsi, ma, in fondo, anche confrontarsi con se stessi, capirsi, mettersi in gioco, abbandonarsi.

Non voglio qui dare un’interpretazione più specifica a questa cosa nera: ogni lettore, grande o piccolo, provi a mettersi nei panni della bimba e a pensare ciò che questo essere può rappresentare. Sicuramente ogni visione è quella giusta.

Un libro semplice, pulito, essenziale ma ricchissimo.

Questo libro ha ricevuto il Premio Andersen 2024 come miglior albo illustrato con questa motivazione: Per la non comune capacità narrativa di tavole limpide e precise. Per la capacità di rendere con cordiale misura lo sguardo magico dell’infanzia. Per l’incantevole misura con cui l’autrice ha saputo creare un mondo parallelo ricco di affabili e poetiche sorprese.

Se lo merita tutto.

mercoledì 10 luglio 2024

DIVERTENTE IL PROF. TATSU NAGATA!



Thierry Dedieu, Francesca Giulia La Rosa (trad.)

La biblioteca degli animali di Tatsu Nagata. La giraffa.

Nomos, 2024. 26 p.

Età 3+


Nomos Edizioni ha portato in Italia i libri già famosi a livello internazionale di Thierry Dedieu, noti come “Les sciences naturelles de Tatsu Nagata”. Come si legge sul verso di copertina, Tatsu Nagata è uno scienziato giappo-francese, grande osservatore della natura fin da giovane è diventato negli anni uno scienziato di fama internazionale. Inutile cercarlo in Internet, perché, se qualcuno non lo avesse capito, è il protagonista inventato della serie di volumi dedicati agli animali ciascuno ad uno diverso, un po’ l’alter ego dello scrittore e illustratore Thierry Dedieu, che da giovane era molto interessato alle scienze naturali che ha anche cominciato a studiare all’università, ma che poi per motivi diversi, ha abbandonato per dedicarsi ad altro.

In Francia i titoli pubblicati di questa serie sono già più di quaranta. In Italia, i primi usciti sono “La farfalla”, “La giraffa”, “La tartaruga” e “L’ape”. Gli altri (vedremo quanti) seguiranno nei prossimi mesi.


Cosa hanno di particolare questi libri di divulgazione scientifica di qualità adatti ai più piccoli?

- raccontano alcune particolari caratteristiche degli animali all’interno di una divertente cornice narrativa che si ripete simile in ogni libro e di cui è protagonista il simpatico e un po’ goffo professor Tatsu Nagata

- sono dedicati ciascuno ad un animali diverso

- descrivono le informazioni “base” che interessano i bambini (l’aspetto fisico degli animali, dove vivono, cosa mangiano, dove dormono, come nascono, di chi sono preda e chi sono i loro predatori)

- sanno essere semplici e chiari evitando banalità

- ogni doppia pagina racconta un concetto

- le grandi illustrazioni sono colorate, pulite e di facile lettura

- i testi, come le illustrazioni, hanno una vena umoristica gentile e di facile comprensione che ben si affianca alle informazioni più scientifiche (elementi che li rendono interessanti anche ai bambini un po’ più grandi)

- le scelte lessicali sono curate e precise, con anche qualche termine specifico il cui significato si può dedurre dal contesto o attraverso una lettura interattiva

- sono scritti in stampato maiuscolo ad alta leggibilità, per cui possono essere affrontati in autonomia dai bambini che stanno imparando a leggere

- si prestano a interazioni e letture giocose e come spunto per piccoli laboratori manuali


Thierry Dedieu, Francesca Giulia La Rosa (trad.)

La biblioteca degli animali di Tatsu Nagata.

Nomos, 2024. 26 p.

Età 3+

Titoli attualmente disponibili: La giraffa. La farfalla. L’ape. La tartaruga

 

 

 

giovedì 6 giugno 2024

Strumenti del mestiere. LA PORTA SEGRETA

 


Mac Barnett, Sara Ragusa (trad.)

La porta segreta. Perchè i libri per bambini sono una cosa seria.

Terre di Mezzo, 2024. p. 101

 

Anche se Mac Barnett ha raccolto l’invito di Terre di Mezzo a scrivere un libro sui libri per bambini con la sua solita ironia e il suo sguardo disincantato e un po’ scanzonato, è triste dover leggere la difesa di qualsiasi persona del proprio lavoro per la scarsa considerazione da parte di chi invece questo lavoro dovrebbe apprezzarlo e sostenerlo. In questo caso, gli adulti. Gli adulti sono coloro che esercitano un fortissimo potere su cosa leggono i bambini: i libri destinati ai giovani lettori, infatti, sono scritti, pubblicati e comprati dagli adulti, e per tanto tempo sono gli adulti che glieli leggono ad alta voce.

Per Mac Barnett, i bambini sono il pubblico più intelligente, avventuroso e onesto che uno scrittore potrebbe sperare di avere e scrivere per loro non deve essere considerato uno sminuire il lavoro di uno scrittore tout court. Quello dei bambini, però, è un pubblico che con i libri ha per lungo tempo un approccio mediato e, non sempre, da qualcuno di attento e competente. Quello che Mac Barnett fa in questo libro è una disamina seria e, allo stesso tempo, ironica dei motivi per cui la letteratura per bambini e ragazzi viene spesso considerata una letteratura di serie B, mentre gode di piena dignità.

Tanti sono i libri che possono catturare l’attenzione, l’interesse e la passione dei giovani lettori. Libri scritti pensando a loro, ispirati da un “bambino” o un “ragazzo” ancora attivo nell’animo dell’autore e, perciò, vicino al proprio pubblico. Lo snodo problematico, però, ha duplice faccia: da una parte spesso manca l’occasione perché questi bei e buoni libri incontrino il loro pubblico, e, dall’altra, la diffusa idea che “basta che leggano qualcosa” o che “ci sono tanti bei libretti (vecchi) a casa o a scuola, perché si dovrebbero accompagnare i bambini in biblioteca o in libreria a prenderne di nuovi?”

Questo libro di Mac Barnett non racconta molto di nuovo agli addetti ai lavori che da tempo si occupano di libri per l’infanzia, è, però, una lettura interessante e importante per chi a questo mondo inizia ad avvicinarsi, anche da non professionista. Una riflessione che fa bene a chi di libri per bambini si occupa come genitore o come insegnante, agli adulti curiosi, e, soprattutto, a chi si fa governare da pregiudizi e false credenze riguardo alle letture per i piccoli, la cui creazione non è meno facile della stesura di libri per gli adulti, anzi. Barnett, infatti, racconta la sua esperienza di lettore bambino e di come, da educatore, è poi passato ad occuparsi di lettori bambini. La sua frequentazione del mondo infantile lo ha portato ad elaborare una visione attenta e convincente di come dovrebbero essere i libri per i piccoli e di come gli adulti gli si dovrebbero avvicinare, senza intenti educativo-moralistici, senza volerli “usare” per altri scopi che non sia il piacere della lettura, senza volerli controllare per edulcorarli, semplificarli o in qualche modo manometterli.

Tanto la “Teoria delle tre zie” sulla letteratura per l’infanzia (p. 36-40) è tristemente vera, altrettanto concretamente vero e disarmante è l’assioma presentato a pagina 13 “Un libro per bambini è scritto per bambini”. E questo è il punto di partenza dal quale non si può prescindere quando si ha a che fare con libri e bambini.

Mac Barnett, Sara Ragusa (trad.)

La porta segreta. Perchè i libri per bambini sono una cosa seria.

Terre di Mezzo, 2024. p. 101