Ludwig e il rinoceronte
Noemi Schneider, Golden Cosmos (ill.), Lia Bruna (trad.)
Orecchio Acerbo, 2024. 40 p.
Età 7+
Capita molto più spesso di quanto si pensi di fare filosofia con i bambini. Molte volte, infatti, argomentare con loro su un qualsiasi argomento è un vero e proprio esercizio di analisi e di confutazione filosofica. Allo stesso modo i loro giochi di parole e di fantasia possono mettere alla prova la capacità di visione e di interpretazione di chi gli sta vicino, facendogli dubitare di ciò che vede o non vede. Non tutto ciò che non si vede, infatti, per esempio, non esiste. Come il rinoceronte protagonista di questa storia.
E’ sera e Ludwig è già in camera sua pronto per andare a dormire. Il suo papà sta per entrare nella stanza per augurargli buonanotte, quando sente che il bambino sta parlando con qualcuno. Entra e gli chiede con chi è che parla e Ludwig gli risponde che sta parlando con un rinoceronte. Il papà prima sostiene che è impossibile perché un rinoceronte sarebbe troppo grande per entrare nella cameretta. Poi, invitato dal figlio, guarda dappertutto, ma non lo vede, anche se il bambino gli indica dove si trova: dietro la porta, sotto il letto, nell’armadio … . Tra i due nasce così una discussione interessante su ciò che c’è ma non si vede, come è il caso, per esempio, della luna.
Per chi è più afferrato in filosofia, il rimando a Ludwig Wittgestein è chiaro. Ma il valore di questa storia non presuppone nessuna competenza pregressa nel campo. Deduzione, logica, osservazione, dialettica ne sono gli elementi fondanti, che composti creano una narrazione che fa nascere molte domande, senza dare nessuna risposta definitiva e che, perciò, mette in moto pensieri e ragionamenti.
D’altra parte si può considerare questo libro anche esempio di come si possono usare le storie per spiegare le cose, o di come le storie in sé illustrino le cose, senza bisogno di tante spiegazioni teoriche. Chi racconta e spiega qualcosa a chi, in questa storia, è poi comunque da vedere. Anche se la punteggiatura orienta in un certo modo “tradizionale” indicando il piccolo come quello che non sa (le sue frasi, infatti sono quasi tutte domande) e l’adulto come quello che sa, o crede di sapere (le sue espressioni terminano tutte o quasi con il punto esclamativo). Che poi sia effettivamente così, è un altro discorso.
Molto interessanti, infine, anche le fantastiche illustrazioni dal sapore “espressionistico”: vigorose pennellate di colori molto forti e poco probabili come il giallo dei visi di Ludwig e del suo papà e l’azzurro del rinoceronte. Illustrazioni che giocano con il cambio di prospettiva focalizzando sul rinoceronte come fulcro dell’osservazione che si muove sulle pagine entrando ed uscendo dal campo visivo di chi sta sulle pagine, ma rimanendo sempre presente in quello del lettore.
Nel complesso questa è una bella storia che può catturare l’interesse e l’attenzione tanto dei piccoli quanto dei grandi.
Noemi Schneider, Golden Cosmos (ill.), Lia Bruna (trad.)
Ludwig e il rinoceronte
Orecchio Acerbo, 2024. 40 p.
Età 7+
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