Una storia molto in ritardo
Marianna
Coppo
Terre
di Mezzo, 2019 – [42 p.]
“C’era
una volta una pagina bianca”. Comincia così “Una
storia molto in ritardo” (Terre di Mezzo), con una pagina
bianca, appunto, e cinque buffi personaggi, un coniglietto rosa, un
orso grigio, un ippopotamo rosso, e altri due strani animali non ben
definiti, uno verde e uno marroncino. Non sanno dove si trovano né
perchè, finché ad uno di loro non viene un’idea: sono in un
libro, ma manca la storia. Decidono di aspettarla, ma il coniglietto
si annoia anche perché, aspettando, nessuno degli altri vuole fare
un gioco con lui. Così, apre lo zaino (lui, in effetti è l’unico
ad avere qualcosa con sé) e prende l’iniziativa: comincia a
disegnare delle foglie, un albero, una casetta sull’albero,
un’altalena, un dinosauro, uno scoiattolo, degli uccelli … Via
via la pagina bianca di sinistra si riempie, mentre gli altri
animaletti aspettano in quella di destra. Si divide così il libro in
due parti: da qui in poi, infatti, la narrazione si sviluppa
parallelamente in due mondi diversi uno sulle pagine di destra dove
ci sono gli animaletti, e uno sulle pagine di sinistra dove il
disegno avanza. Qualche pagina dopo il ricongiungimento: il disegno,
infatti, supera la “sua” pagina ed invade lo spazio degli
animaletti coinvolgendoli nella sua narrazione iconica. Entrambe le
pagine si riempiono di colori, di suoni e di personaggi, finché
arriva una cicogna con un pacco contenente la storia. Ma è troppo
tardi: le bestiole ne hanno già inventata una loro e sono pronti a
raccontarla. Inizia così: “C’era una volta una pagina
bianca”. Quella che sembra la conclusione non è, quindi, una
conclusione: la struttura circolare del libro, con la fine uguale
all’inzio, crea, infatti, ulteriori possibilità narrative per un
gioco di storie nuove ipoteticamente infinito.
Questo
libro di Marianna Coppo non è un albo illustrato nello stretto
significato tecnico del termine. Non è nemmeno un albo illustrato
senza parole. E’ un libro particolare dalle grandi potenzialità
narrative che si sviluppano se il lettore è abile nel cogliere gli
spunti lanciati dalle poche parole e dai disegni che via via crea il
coniglietto. Come per gli albi illustrati senza parole, le storie che
si possono inventare, guardando questo mondo disegnato che pian piano
prende forma, sono tante e tutte diverse, come diversi sono i lettori
che prendono in mano questo libro: basta che lascino volare la
fantasia sulle dolci illustrazioni e le storie vengono da sé.
Sul
verso di copertina si legge “Nella vita c’è chi aspetta la
propria storia e chi invece prende l’iniziativa. E cambia le cose”:
un altro indizio, un’altra potenzialità di queste pagine che,
messe in mano ai ragazzini più grandi, possono aprire interessanti
discussioni e riflessioni. Se gli animaletti avessero fatto
attenzione a ciò che stava succedendo lì vicino a loro, nella
pagina a fianco, invece che sbuffare nell’attesa della loro storia,
avrebbero “vissuto” prima e più avventure? Se avessero preso
un’iniziativa per trovare la loro storia, non avrebbero atteso così
a lungo: per ottenere qualcosa, per raggiungere i propri obiettivi,
per realizzare un sogno, si deve fare qualcosa, aspettare che arrivi
da fuori, spesso non è abbastanza.
Andando
oltre, ci sarebbe da pensare anche alla noia del coniglietto da cui
nasce la sua creatività… . Altro spunto, altro tema… .
Un
lavoro interessante per una lettura condivisa con i bambini a partire
dai 5 anni.
Marianna
Coppo
Una
storia molto in ritardo
Terre
di Mezzo, 2019 – [42 p.] - €12,90
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