(Albi illustrati – 8)
IL VALORE DI UN ALBO ILLUSTRATO
Tanti
sono i
libri illustrati
“a tema”, scritti e pubblicati per superare i vari ostacoli della
vita/crescita dei bambini (pannolino, ciuccio, cacca, andare al nido,
dormire dai nonni ….). Sono per lo più libri con le figure che
niente hanno a che fare con gli albi illustrati di qualità. Sono i
cosiddetti “libri medicina” che mirano a illudere che con un
libro si possa risolvere un problema. Sono
didascalici,
stereotipati, troppo espliciti riguardo
al
tema sia per il testo sia per le immagini. Sono
puri
oggetti commerciali che,
come ogni altra “merce” rispondono a un bisogno reale o indotto
del consumatore.
Il
punto di partenza per la creazione di buoni albi illustrati e dei
buoni libri per bambini, anche piccoli, in generale non può essere
quello di puntare quasi esclusivamente ad attirare acquirenti e,
perciò, ad essere per loro molto appetibili in determinati momenti,
anche delicati, della crescita di un bambino. Questo
tipo di libri sminuiscono il valore della
più
valida produzione
editoriale per i piccoli e della pratica
lettura dei, con e per i bambini.
Il
valore (se vogliamo, anche pedagogico) di un albo non è dato dalla
conoscenza approfondita da
parte dell’autore
delle principali problematiche legate
alla crescita dei bambini. Al contrario sono spesso queste competenze
degli autori a far sì che i libri risultino limitati e didascalici.
I grandi albi illustrati, quelli ricchi di contenuto, di
illustrazione e di relazione tra i due codici, quelli, cioè, che
riescono maggiormente ad “accendere” il cervello dei lettori, a
far far loro inferenze, a trovare significati, a porsi domande e a
darsi risposte (alcune, almeno) sono quelli di grandi autori
e illustratori che
basano il loro lavoro soprattutto su un’intuizione
artistico/comunicativa, favorendo una modalità
di sguardo e di interrogazione della realtà. Creando
domande, questi albi, aprono ampi campi di ricerca, di esplorazione e
i bambini, anche piccolissimi, imparano a muoversi su
queste pagine,
cogliendo ad ogni rilettura ciò di cui hanno
bisogno e “accumulando” strati di significati, fino ad ottenere
risposte sempre più complete a interrogativi anche molto complessi.
Ecco perché negli albi illustrati si trovano tematiche anche
profonde, ritenute, sbagliando, inadatte ai piccoli perché troppo
complesse. In realtà i livelli di lettura degli albi illustrati di
qualità sono vari e ognuno può attingere trovando e prendendo ciò
di cui in quel momento ha bisogno o ciò di cui le sue capacità
riescono a fruire. Non
sono libri “lineari”, non vanno dalla domanda alla risposta
direttamente, ma attraverso un continuo ribaltamento delle
aspettative, affrontano il tema da punti di vista diversi e portano
alla conclusione senza dare risposte uniche e preconfezionate.
Anna,
la piccola protagonista di
“Il
paradiso di Anna”
(Donzelli),
nasconde
con le sue
domande e le sue affermazioni una dolorosa esperienza: la morte della
sua
mamma.
Un
argomento arduo che l’autore affronta con delicatezza e intensità
lavorando con parole e immagini in chiave surreale e, a partire dai
risguardi di copertina, comunica quella che è l’evoluzione della
narrazione: dalla pioggia di chiodi, alla pioggia di fragole. Non è
una banalizzazione del tema, ma un’elaborazione del dolore
attraverso la consapevolezza che la mamma è presente, anche se da
un’altra parte, in paradiso.
Il
ricordo della mamma,
le sue parole, gli oggetti che le sono appartenuti accompagnano Anna
in un viaggio che trasfigura la realtà. Nulla è come sembra,
“ogni
cosa ha due lati”
diceva la madre. Perciò Anna e il suo
papà vanno insieme, in cielo
tra le nuvole e
negli
abissi, alla scoperta di un mondo pieno
di sorprese, alla ricerca del posto dove è
adesso
la mamma. Non è un
libro dissacratorio.
Non è un
libro banale.
Con
seria creatività l’autore non
offre risposte, ma
pone domande. Con
fantasia e leggerezza le parole e le immagini cercano di dare un
senso a ciò che senso non ha e il finale è la speranza. Non ci sono
soluzioni l
dramma,
ma si può percorrere
un percorso catartico che,
intriso
della bellezza di
immagini e
parole
e liberatorio nei
ricordi,
offre
la possibilità di farsi
delle domande senza pretendere risposte,
per lenire,
almeno in parte,
il dolore.
Il paradiso di Anna.
Stian
Hole, Donzelli, 2013 –
Età
di lettura: da
7 anni
(8
- continua)
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