Cosa significa promuovere la lettura? Ce ne elencano gli aspetti principali due autori per ragazzi, Anna Vivarelli e Guido Quarzo, in una sorta di piccolo vademecum: “Leggere. Un gioco da ragazzi” (Salani, 2016). E’ “un manifesto dell’amore per la lettura” che si legge in poco più di due ore, ma che si impiega una vita per applicarlo. Anzi, sarebbe bene impiegare una vita per applicarlo, usando quotidianamente gli spunti che propone nel lavoro con i bambini e i ragazzi.
Riassumo qui, schematicamente i concetti principali che Anna Vivarelli e Guid Quarzo delineano:
- la lettura è un piacere e spesso si diffonde per contagio. Come, purtroppo di questi tempi ben sappiamo, il contagio si crea quando ci sono molte occasioni di contatto e si incontrano molti soggetti: ecco quindi che una delle condizioni per formare lettori è che i bambini/ragazzi abbiano molti libri a portata di mano e ne vedano tanti in molti luoghi e momenti della loro vita (va da sé che è fondamentale che vedano anche gli altri, gli adulti, leggere)
- la scuola è (con la famiglia) uno dei luoghi dove avviene maggiormente il contatto con i libri. Purtroppo questo incontro non è sempre positivo e fortunato: la lettura di narrativa (per piacere) dovrebbe essere sempre distinta dalla lettura di testi scolastici e manuali (per studio, per fare educazione linguistica)
- tutti i bambini amano le storie e le storie hanno un potere enorme sui bambini. E’ fondamentale lasciare che i bambini sentano/leggano molte storie e che le storie si “facciano strada” dentro i bambini, creando in loro una sorta di dipendenza e quindi il desiderio di averne sempre di più (lette in autonomia o ascoltate)
- più si legge più ci si crea gusto per i libri: quindi molti libri devono essere a disposizione dei bambini/ragazzi e molti libri di tipo diverso: in questo modo i lettori imparano a scegliere, prima di tutto ciò che piace a loro, e poi a distinguere le buone dalle cattive storie, i libri di qualità (ne ho scritto su "Il Pepeverde" Edizioni Conoscenza - nr. 5/gen-mar. 2020, p. 8-10)
- le storie non sono fatte per “affrontare temi” o per insegnare qualcosa, né per inviare messaggi.
- è importante considerare la contemporaneità dei libri e delle storie che si suggeriscono ai ragazzi. I classici, le fiabe, i romanzi della letteratura per adulti che sono diventati “per ragazzi”, gli adattamenti e le riduzioni dei grandi classici, sono tutti materiali di letteratura che vanno affrontati in maniera adeguata, valutando bene se, come e quando farli leggere
- le librerie e le biblioteche hanno un ruolo fondamentale per la promozione della lettura, sia per i ragazzi, sia per gli adulti che lavorano con loro
- chi promuove lettura dovrebbe conoscere bene sia i libri sia i ragazzi con cui lavora, è quindi fondamentale leggere e fare esperienza
- il punto di partenza e il punto di arrivo è che la lettura è un piacere piacere. Si devono fare, quindi, delle serie e attente riflessioni su: schede di lettura, riassunti, presentazioni, lezioni frontali, esercizi di comprensione e di produzione, discussioni in classe, lavori di gruppo.
Se il promotore della lettura ha ben chiare tutto quanto qui sopra riassunto, lo fa suo e lo applica, è probabile, ma non scontato, che grazie al suo lavoro nascerà qualche lettore.
Tony Blundell con la traduzione di Laura Bernaschi
Barbagianni Editore, 2020. 40 p. - (prima edizione italiana Emme 2002, traduzione di Laura Pelaschiar)
Consigliato da 4 anni
“Attenti alle ragazze” è un libro perfetto per la lettura ad alta voce. Diverte chi legge, ma soprattutto chi ascolta.
E’ la storia di un lupo affamato che bussa alla porta di una bambina pensando di mangiarsela in un boccone. La ragazzina, invece, è molto più furba di quanto lui pensi e si prende gioco di lui facendolo ritornare più volte (e sempre più stanco e affamato) alla sua porta con richieste diverse e la promessa che, una volta soddisfatte, sarebbe stato ammesso in casa. Ciò, ovviamente, non succede, anzi … e se si alzano gli occhi al cielo in una notte di luna piena è forse ancora possibile vedere quel lupo che vola attaccato per la coda ad un fascio di palloncini.
Questo albo illustrato è stato ripubblicato da Il Barbagianni nel 2020 con una nuova traduzione a cura di Laura Bernaschi. Rinnovata, ma non stravolta, nel testo, questa nuova edizione ha mantenuto intatte le illustrazioni che pian piano stanno acquisendo un tono un po’ rétro ma non per questo sono meno efficaci e divertenti. Con i loro tantissimi dettagli sanno interpretare con ironia tutto ciò che il testo non dice. E’ come se rappresentassero la parte “non verbale” della comunicazione: attraverso le illustrazioni il lettore percepisce la rabbia, la delusione e l’esasperazione del lupo, la preoccupazione quasi isterica del cagnolino Rexi e la flemmatica sicurezza della ragazzina.
Il titolo originale è Beware of Girls.
Tony Blundell con la traduzione di Laura Bernaschi
Attenti alle ragazze
Barbagianni Editore, 2020. 40 p. - (prima edizione italiana Emme 2002)
Consigliato da 4 anni
Dov’è la mia mamma?
Emme Edizioni, 2021. 32 p. - prima edizione italiana 2001
Consigliato da 4 anni
E’ diventato un classico e a 20 anni dalla sua prima uscita in Italia ritorna nel formato albo illustrato “Dov’è la mia mamma?” (Emme Edizioni) di Julia Donaldson con le illustrazioni di Axel Scheffler.
Un albo dal testo in rima e le coloratissime illustrazioni di grande effetto.
E’ la storia di scimmietta che ha perso la mamma ed è disperata. La farfalla Rita cerca di aiutarla e, in base alle descrizioni che la piccola fa della sua mamma, Rita la conduce da vari animali. Diversi sono i tentativi che le due fanno per ritrovare mamma scimmia perché, anche se gli animali da cui Rita conduce la scimmietta corrispondono alle caratteristiche indicate, in realtà non sono la mamma.
Pagina dopo pagina la descrizione si fa più accurata e i dettagli più vicini alla realtà, ma il risultato è ancora sbagliato. Gira che ti gira è ancora dall’elefante che Rita conduce la scimmietta dopo averla portata dal serpente, dal ragno, dal pappagallo, dalla rana, dal pipistrello…
Tutto ruota intorno ad un fraintendimento di fondo: la farfalla non pensa che mamma scimmia assomigli alla piccolina, dato che i suoi piccoli sono completamente diversi da lei.
E’
per questo che il finale risulta tanto sorprendente quanto geniale
per un libro divertente che piace tantissimo ai bambini.
Il fatto di perdere la mamma o il piccolo rappresenta una situazione di grande carica emotiva sia per il genitore che per il cucciolo e, quindi, i piccoli lettori e i loro genitori ben si identificano nella disperazione iniziale di scimmietta, nell’affanno della sua spasmodica ricerca, nella speranza che prova ogni volta che Rita le dice di aver capito chi è la sua mamma e nella gioia finale del ricongiungimento.
Al di là della storia che, anche se molto semplice, ha in sé ha grande valore per i piccoli lettori, questi sono gli aspetti che rendono “Dove’è la mia mamma?” un albo illustrato di qualità:
- la storia si sviluppa grazie all’apporto complementare di informazioni date dal testo e dalle illustrazioni
- la ripetizione dello schema per la ricerca della mamma - descrizione-presunta individuazione-rivelazione dell’errore - non è banale ma “costruttivo” e porta alla progressiva precisazione dei dettagli
- il finale è tanto intelligente quanto inaspettato
- il testo in rima regge bene alla lettura ad alta voce
- le illustrazioni sono semplici nel tratto, ma di grande impatto visivo e tengono viva l’attenzione anche nei bimbi più piccoli
- i dettagli delle figure costituiscono punto di raccordo col testo
- copertina e interni di copertina sono parte integrante del lavoro
- la ripetizione del testo, come la riproposta di elementi nelle illustrazioni in pagine diverse, sono punto d’appoggio fondamentale per la lettura con i bambini più piccoli che amano trovare “il conosciuto”. Se testo e illustrazioni sono di valore, ad ogni ripetizione si trova, come in questo caso, un piccolo elemento diverso o aggiunto che fa progredire sia la storia sia la comunicazione con i piccoli, allontanando la noia.
Il risultato della somma di tutti questi elementi è un bel libro da leggere ad alta voce e da guardare insieme ai bambini sia in una situazione “rassicurante” di 1 a 1, adulto e bambino, sia in una situazione “divertente” e “sociale” di lettura a piccolo gruppo.
Volendo poi approfittare di questo albo illustrato per condurre discussioni con i bambini, vari sono i temi che vi si possono trovare: dall’abbandono all’amore genitori-figli, dall’importanza dei dettagli nelle descrizioni a quella di non arrendersi di fronte ai tentativi falliti, dall’amicizia e l’aiuto che si può trovare negli altri, alla paura di sbagliare, al fatto che non tutti i cuccioli assomigliano ai loro genitori.
“Dov’è la mia mamma?” in questi 20 anni è uscito in varie edizioni. Dopo la prima ad albo illustrato (con varie riedizioni) è stato proposto anche nelle collane “Un libro in tasca” e “Gli Albumini”. Edizioni che, date le dimensioni ridotte, non rendono giustizia soprattutto alle illustrazioni. Adesso, l’edizione speciale per i 20 anni è tornata alle dimensioni di album (cm 22,4x28) ed è arricchita dagli schizzi inediti dell’illustratore e una nota dell’autrice.
Il titolo originale è Monkey Puzzle. Negli Stati Uniti è conosciuto come: Where’s My Mom?
Julia Donaldson con le illustrazioni di Axel Scheffler e la traduzione di Laura Pelaschiar McCourt
Dov’è la mia mamma?
Emme Edizioni, 2021. 32 p.
Consigliato da 4 anni
Un libro prezioso per chi si occupa
di lettura ai bambini piccoli. Una ricca fonte di informazioni e di
suggerimenti per la lettura ad alta voce. Una raccolta di materiali
di lavoro che copre i più di 20 anni di attività del progetto"Nati per leggere" che impegna medici pediatri, bibliotecari e molti volontari per la
promozione della lettura in famiglia ai bambini fin da piccolissimi.
Quando i grandi leggono ai bambini di Angela Dal Gobbo (Donzelli, 2019) è stato pubblicato nell’ambito delle iniziative per i 20 anni di questo importante progetto e raccoglie i venti libri che l’Osservatorio editoriale Nati per Leggere ha scelto tra le varie pubblicazioni in questi anni. Libri che sono ormai “patrimonio” assodato di chi si dedica alla promozione del benessere di grandi e bambini attraverso la lettura. Accanto a questi libri, il volume, presenta circa 200 altri libri, soprattutto in italiano, che Angela Dal Gobbo ha selezionato con la competenza e la cura che la caratterizzano. Tantissimi libri valutati, scelti, letti e proposti in questi anni a grandi e bambini con diverse competenze e diverse sensibilità.
Il saggio è organizzato un po’ come una tabella a doppia entrata in cui da una parte si può entrare seguendo le caratteristiche dei bambini piccoli in base alla loro età e quindi alle loro capacità e competenze, dall’altra, invece, partendo dalle caratteristiche dei libri che si possono leggere con loro.
Ogni
capitolo della prima parte affronta un momento dello sviluppo del
bambino mettendone in evidenza le abilità, dando suggerimenti su
come scegliere i libri da proporre e poi indicando i titoli di
letture adatte al periodo. Ogni libro è descritto non solo nei
contenuti, ma anche negli aspetti che lo rendono “di qualità” e
indicato per i bambini in quella fascia d’età.
La
seconda parte del volume è dedicata all’albo illustrato in sé al
suo mondo, ai suoi elementi costitutivi, alla sua narratologia, alla
sua ricerca grafica.
Un capitolo finale è poi dedicato alle fiabe classiche e moderne. Anche questo, come i precedenti, con i titoli da scegliere per la lettura.
Impreziosiscono questo libro una quarantina di pagine finali con quelli che sono presentati come “Piccola galleria di ritratti”. Si tratta di schede bio-bibliografiche dedicate a tutti gli autori e illustratori dei libri citati. Un dovuto omaggio a chi, spesso, viene relegato in secondo piano rispetto al libro che ha creato.
Questo è un libro che ogni persona che si impegna per la lettura ai piccolissimi dovrebbe avere sulla scrivania e consultarlo spesso. Concetti fondamentali che si leggono in queste pagine sono legati al piacere della lettura, per tutti, il piacere di chi ascolta, ma anche di chi legge ad alta voce. Il piacere anche di avere in mano testi e illustrazioni di qualità che attirano, affinano il gusto, coinvolgono tanto l’intelletto quanto i sensi. Ci si sofferma anche sull’importanza dell’attenzione a ciò che interessa i bambini e del rispetto per ciò più gli piace guardare ed ascoltare.
Centrale è, ovviamente, il “cosa succede” quando i grandi leggono ai bambini: ed è tanto ciò che succede, più di quanto si possa immaginare.
Nelle
pagine introduttive Angela Dal Gobbo spiega come è strutturato il
suo lavoro e afferma di non aver avuto assolutamente pretesa di
esaustività. Cosa del resto impossibile nel vasto e variegato mondo
editoriale per i bambini in questi anni. Piuttosto la sua idea era
quella di offrire una “bussola” per orientarsi in questo mondo,
per appropriarsi di tecniche di valutazione, di occhio per i
dettagli, di criteri precisi in base ai quali fare le proprie scelte.
Dal punto di vista teorico c’è sicuramente riuscita. Perchè il suo lavoro abbia ricaduta anche pratica è, però, fondamentale che chi prende in mano questo libro si premuri anche di recuperare, leggere, guardare, rileggere, osservare e leggere ancora tutti i libri che sono citati. E’ solo con la pratica, quella vera, quella sul campo con i libri in mano e i bambini davanti o in braccio, che si impara a scegliere bene, a costruirsi un ricco bagaglio cui attingere.
Emma e Carlo sono fratelli. Sono molto uniti e la loro è una famiglia molto affiatata. Insieme affrontano ogni cosa, soprattutto le difficoltà di Carlo. Carlo non sente, Carlo vede solo da un occhio, e adesso anche la vista da quell’occhio è in pericolo. “Prima che sia notte” (Silvia Vecchini, Bompiani, 2020) racconta di questa famiglia, di Emma e Carlo in particolare, alla vigilia di una nuova impegnativa operazione per tentare di salvare Carlo dalla notte della cecità completa. Tante sono le sfide che questa famiglia ha dovuto superare e la prossima, che è dietro l’angolo, non sarà meno pericolosa delle altre. Anzi. Ma non c’è modo di non misurarsi anche con questo rischio e quindi “si fa e basta”. La determinazione di Emma, il suo amore per il fratello, la forza dell’unione della famiglia sono un buon punto di partenza. Il resto verrà da sé e sarà come deve essere. Emma e Carlo sono positivi. La forza della loro unione è energia vitale fondamentale per affrontare con speranza anche questa nuova difficoltà.
Emma e Carlo, però, non vivono in una bolla di vetro: come gli altri ragazzini vanno a scuola, hanno degli amici, Emma prova per la prima volta una “simpatia” speciale per un suo compagno. Il gruppo a scuola può essere cattivo e non sempre un insegnante di sostegno è a disposizione per Carlo. A volte si sentono stanchi o delusi. Tutto ciò, però, non fa di questo un romanzo melenso, melodrammatico, autocommiserativo, né buonista, bensì un racconto pregnante e diretto narrato dal punto di vista di Emma e di alcuni personaggi che, pur non direttamente presentati, hanno il loro ruolo, come il padre dei ragazzi, la bidella, gli amici.
Peculiarità
di questo lavoro, a parte l’ironia
e la
levità con cui viene raccontata questa storia impegnativa, è la sua
forma. Si tratta, infatti, di un polimetro, cioè di un lavoro
scritto in parte in poesia (le parti che Emma racconta in prima
persona, con le sue impressioni, le sue emozioni, i suoi pensieri) e
parte in prosa (le parti che, tramite la voce di altri personaggi,
spiegano le situazioni o fanno avanzare la storia). A questi
due linguaggi
si aggiuge la LIS, Lingua dei Segni Italiana, mezzo unico con cui
Carlo ha una relazione col mondo. Come
la prosa e la poesia,
tra le pagine del libro ci sono, quindi,
anche
i disegni delle mani che comunicano.
Ad un certo punto, poi, nel
momento in cui il ragazzino viene operato e per qualche giorno rimane
immerso nel buio più totale, le pagine si fanno nere con le scritte
in bianco e
proiettano i lettore, come i protagonisti, nella notte più
buia che
si vuole scongiurare con
l’operazione.
Momenti
intensi da vivere come da leggere, finché, per
fortuna, le pagine tornano bianche … .
Un lavoro importante per i ragazzi intorno ai 10-11 anni, ma non tanto per coloro che vivono situazioni familiari simili a quella di Emma e Carlo, ma più per coloro che, vivendo situazioni più “facili” possono andare oltre il preconcetto della malattia e della diversità, per aprirsi all’empatia e alla considerazione che non sempre le avversità portano solo difficoltà e dolore. Una storia di amore e amicizia tra fratelli e di positività nonostante tutto. Un po’ come “Wonder” (R.L. Palacio, Giunti, 2013)
Il fatto che questa storia sia narrata utilizzando anche la poesia, regala al lettore pagine di forte intensità. Spesso si è tentati di considerare la poesia come una forma anacronistica, magari perché il termine poesia rimanda a esperienze scolastiche ostiche e molto “didattiche”. Non si pensa, invece, che la poesia ci circonda: sono poesia i testi di molte canzoni, sono spesso poesia le citazioni che tutti condividono sui social sono poesia le frasi che accompagnano molte fotografie. Usare la poesia nei libri per ragazzi in adolescenza o preadolescenza è un modo per avvicinarsi con sensibilità al particolare momento che stanno vivendo, ricco di emozioni, di forti sentimenti e di difficoltà a comunicarli o, anche semplicemente, a riconoscerli e a considerarli parte del loro diventare grandi. Sono diverse le opere rivolte a questa fascia d’età che contengono poesia come parte della narrazione. Due esempi: “One” (Feltrinelli, 2017) di Sarah Crossan e “Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita” (Lapis, 2016) di Bernard Friot. Ne abbiamo scritto qui e qui.
Silvia Vecchini con le illustrazioni di Sualzo
Prima che sia notte
Bompiani, 2020. 126 p.
Consigliato da 10 anni