“Elfi al quinto piano”
Francesca
Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli,
2019 – 125 p
Una
storia di Natale dedicata ai bambini e ai – ragazzi che
disubbidiscono agli
adulti
per cambiare il mondo”, a quei ragazzi che sanno “andare oltre”
ciò che frena i grandi e gli impedisce di agire. Si tratta
dell’ultimo lavoro di una delle due autrici del tanto famoso quanto
discusso “Storie della
buonanotte per bambine ribelli”
(Mondadori).
Ed
anche questo è uno di quei libri che può far discutere.
E’
una tipica storia di Natale, ma con un elemento mai presentato prima
in una storia di Natale: una famiglia arcobaleno. Manuel, Camila e
Shonda, i bambini protagonisti di questa magica vicenda, hanno,
infatti, due mamme.
Si
sono appena trasferiti nella città di R., perché, se fossero rimasti
dove erano, avrebbero rischiato di venire divisi, visto che le
famiglie con due mamme non erano ben accettate. A parte Olivia, una
bambina che li ha quasi investiti con la sua “valimobile” appena
scesi dal treno, nessuno dei nuovi vicini, né degli altri adulti in
città, rivolge loro la parola. In questa città, del resto, non
succede mai nulla di brutto, perché nessuno fa niente, e tanto meno
parla con gli estranei: è ovvio che niente di male può accadere. Il giorno
dopo il loro arrivo, dieci simpatici elfi si presentano a casa loro
incaricati da Babbo Natale in persona di trovare una base operativa
del Natale per la città di R. e chiedono ai ragazzi di aiutarli a
impacchettare i 230.119 regali per i bambini e consegnarli in tempo
per il passaggio della slitta. Inizia, così, l’avventura dei tre
fratelli che si mettono subito al lavoro. Ben presto, però, la
catena di montaggio, che si installa nella loro casa, crea trambusto e
attira l’attenzione della polizia. Per non essere scoperti, agli
elfi non resta che far sparire tutto, bambini compresi. La
situazione, però, si complica ulteriormente perché neanche le loro
mamme sanno dove sono finiti e, in più, il tempo stringe e il Natale
non può aspettare.
Sarà
Olivia, l’unica amica di questa famiglia, una ragazzina
intraprendente e piena d’inventiva, assieme ai suoi compagni scout,
a far sì che la missione di Babbo Natale sia portata a termine e,
soprattutto, a convincere gli adulti di quanto è importate e bello
stare insieme e condividere tutto con gli altri.
Di
questa storia si deve, prima di tutto, sottolineare la qualità del testo, cosa piuttosto difficile da trovare nei libri recenti rivolti
ai bambini intorno agli 8 anni. Siamo di fronte a un italiano
abbastanza ricco, sostenuto nelle strutture e denso nel lessico. Una
lingua che non scade nel banale del paratattico semplicistico
allettante per i bambini perché facile da leggere. Il testo è
linguisticamente curato. In esso dialoghi, caratterizzazione dei
personaggi, struttura, ritmo e coerenza narrativa sono gestiti con
armonia, stanno bene in equilibrio tra loro e fanno presa sul
lettore. La storia è avvincente e la curiosità di scoprire come la
situazione potrà risolversi tiene incollati alle pagine. Anche la
soluzione dell’intreccio è lineare e regge bene.
Nel
parlare di questo libro, però, come di tutti gli altri, bisogna
essere onesti e sinceri e non glissare, sul fatto che dentro questa
storia ci sono le famiglie arcobaleno, quella dei protagonisti, e
anche altre che, in un passaggio, giocano ai giardini. Dico questo non per fare censura,
assolutamente no, ma per sottolineare che si deve rispettare la
sensibilità di tutti. Leggendo sul web alcune presentazioni di questo libro, ho
trovato dei testi interessanti ed equilibrati, altri, invece,
assolutamente e fuorvianti in quanto non contenevano nessun accenno
alla famiglia con due mamme, suo l’elemento rivoluzionario e
caratterizzante.
Nei
libri per i bambini ci sta e ci deve stare tutto. Le storie devono
rispecchiare la realtà e l’attualità in cui i piccoli vivono e lo
devono fare con delicatezza e leggerezza. I libri e le storie,
infatti, sono ottimi strumenti per interpretare la realtà, per
confrontarsi con il mondo. E’, quindi, importante che trattino di
tutto, ma in modo adeguato al pubblico cui si rivolgono. “Elfi al
quinto piano” è una fiaba universale che parla di diversità, di
rispetto, di accoglienza contrapposta all’indifferenza e alla
chiusura che derivano dalla paura dell’altro. E lo fa in modo
appropriato. E’ assodato che stereotipi e condizionamenti non
dovrebbero entrare (anche se, purtroppo, se ne trovano ancora molti)
nella narrativa per bambini e ragazzi: la normalità è ciò che
ognuno percepisce come tale e ognuno dovrebbe rispettare la normalità
degli altri. E, in questa storia, troviamo la diversità di questa
famiglia calata nella normalità della vita di tutti i giorni. I
bambini sono più aperti degli adulti, hanno meno preconcetti, ed è
per questo che, trovando il modo giusto, si possono proporre loro
anche modelli diversi. Sulla base delle storie, poi, si può parlare
delle situazioni e si può discutere su ciò che circonda i piccoli nella società di oggi, ma non si deve giudicare. E’ per questo che
ritengo importante che una storia come questa venga pubblicizzata e
presentata onestamente. Poi sta all’adulto mediatore di letture
valutare se proporla o meno e come farlo. Chi promuove la lettura
deve conoscere bene i bambini e deve conoscere ancora meglio i libri.
La letteratura, anche quella per i piccoli, è specchio del mondo in
cui viene creata e può diventare universale, superare i limiti di
tempo e di luogo, se lo fa con leggerezza di toni, esattezza di
contenuti e molteplicità di sguardi.
Consigliato da 9 anni.
“Elfi
al quinto piano”
Francesca
Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli,
2019 – 125 p. - € 14,00