(Albi illustrati - 5)
Una
fra le più importanti caratteristiche degli albi illustrati di
qualità è il perfetto rapporto tra testo e illustrazione. Le
illustrazioni non ripetono ciò che è scritto nel testo, ma lo
completano, aggiungono qualcosa e, come si diceva nel post
precedente, lasciano che sia il lettore a colmare del tutto il vuoto,
creando la sua storia. Secondo le teorie classiche della
comunicazione, infatti, ogni testo presuppone un emittente e un
ricevente e le specificità dei tre elementi (quattro nel caso degli
albi illustrati) creano il messaggio. Ciò significa che ogni lettore
legge e vive un testo e le sue immagini in maniera diversa,
legandole, inconsciamente, al proprio vissuto, alla propria
situazione in quel momento, e immagazzinandoli per il futuro,
godendone
sul momento e creandosi
quel “bagaglio leggero” che gli sarà in seguito molto utile.
Gli
albi illustrati di Anthony Browne sono un esempio perfetto di questa particolarità narrativa.
Consideriamo,
per esempio:
Voci
nel parco. Anthony
Browne (Camelozampa,
2017)
Si
tratta di una storia raccontata da quattro punti di vista, con quattro
voci diverse, rese da quattro font tipografiche diverse.
Una
storia semplice in sé, quella di due ragazzini che fanno amicizia un
pomeriggio al parco. In realtà, la ricchezza di espedienti narrativi
e di illustrazione con cui Anthony Browne ce la presenta, ne mette in luce la nascosta complessità.
La
prima voce a
parlare è
quella di mamma Gorilla che, uscita con il suo piccolo Charles, dalla
loro casa vittoriana, si dirige verso il parco. Qui siede fissa e
impettita su una panchina con accanto il figlio che non ha il
permesso di muoversi e guarda con invidia un cane che può correre
libero. Approfittando di un attimo di distrazione Charles si
allontana e va a parlare in fondo al viale con una ragazzina
dall’aria trasandata, ma è prontamente ripescato dalla madre che
lo riconduce a casa.
A
questo punto inizia a raccontare un’altra voce, quella di un
Gorilla maschio dall’aspetto non proprio attraente, che legge il giornale
mentre la sua piccola Smudge
e il loro cane Albert giocano nel parco. Subito
il lettore collega la ragazzina a quella con cui parlava Charles nel
racconto si sua madre e il cane al cucciolo che correva libero.
Segue,
quindi, una terza versione della storia, quella di Charles, che si
lamenta di non essere libero di giocare nel parco con la nuova
amichetta Smudge, cui è lasciato l’onore di chiudere la narrazione con un punto di vista completamente diverso, più leggero, come se sussurrato con il sorriso sulle labbra.
Dalle
quattro storie, dalle quattro font diverse e dalle illustrazioni che
le accompagnano emergono chiaramente molti altri elementi: il carattere dei personaggi, il tempo che fa nel parco,
la situazione economica e di vita dei due gruppetti familiari, l’aria
opprimente e/o serena che si respira nelle loro rispettive case.
Un
racconto polifonico armonioso e complesso che avvicina i due piccoli e allontana i due adulti.
Questa,
come le altre storie narrate per immagini e parole dal grande Browne,
è piena di spazi lasciati vuoti che il lettore è invitato a
riempire. Abile nel giocare con le parole, Browne è anche maestro
nel mostrare e nascondere nelle illustrazioni. Come il testo
suggerisce pensieri, così le illustrazioni stimolano la ricerca dei
particolari e fanno ragionare su elementi mancanti che uno, invece,
si aspetterebbe di trovare. Sospensioni linguistiche e assenze
grafiche, che rendono i suoi albi sempre interessanti, sempre nuovi,
sempre fonte di diverse interpretazioni.
(5 - continua)
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