Luigi Paladin
Vivere
la lettura. Come legge il bambino da zero a sei anni
Idest,
2021. p. 195
Uno
strumento molto interessante per chi si occupa di lettura con i più
piccoli lo propone Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, saggista,
esperto in libri e lettura per l’infanzia, con “Vivere la
lettura. Come legger il bambino da zero a sei anni” (2021),
un nuovo libro che fa seguito a “Libro fammi grande. Leggere
nell’infanzia” (2012) e “Nati sotto il segno dei
libri. Il bambino lettore nei primi mille giorni di vita”
(2015), entrambi scritti insieme a Rita Valentino Merletti e tutti
pubblicati da Idest.
Questo
nuovo lavoro porta il tema ad un livello di ulteriore approfondimento
in considerazione delle più recenti ricerche nel campo delle
neuroscienze sui meccanismi attraverso i quali il cervello umano si
impadronisce della lettura, competenza complessa e su come questa
competenza, soprattutto se acquisita da piccoli, venga a sua volta a
sostenere e arricchire funzioni diverse, non solo legate all’ambito
cognitivo e del linguaggio, ma anche relative alla memoria,
all’attenzione, e alla consapevolezza emotiva e l’empatia.
Funzioni socio-relazionali che poi, in combinazione
tra loro, apportano sostegno anche alla creatività e alla
flessibilità.
Leggere
non è “solo” decifrare un testo o “solo” guardare le figure.
Nè
si legge solo con gli occhi. La mente fa di più. Le neuroscienze
dicono che la lettura è un’immersione nel movimento e nell’azione.
Un’esperienza profonda, complessa che coinvolge la mente e il corpo
del bambino, i suoi sguardi, i movimenti, le espressioni del viso che
hanno a che fare con il libro che si legge e quello che il bambino
stesso si costruisce. E non da ultimo un’esperienza di condivisione
con l’adulto mediatore e la sua capacità di offrire libri e
situazioni di profondo coinvolgimento che consentano al bambino di
entrare nel libro con tutto se stesso, di vivere la lettura.
L’età
da 0 a 6 anni è un’età d’oro, il periodo più fertile del
cervello, in cui si mettono le basi del processo evolutivo, e il più
importante per la nascita del lettore:
a)
perché in questa età la scoperta del libro è scoprire uno
strumento che lo arricchisce, gli piace, lo incuriosisce, lo
coinvolge emotivamente e lo fa stare bene
b)
perché in questo periodo non è pressato da “dover” essere
“istruito con orari, impegni, pressioni, performances, ma è più
libero di esplorare (guidato), provare piacere, guardare, entrare in
vero contatto con i libri.
Fino
ai 6 anni il cervello del bambino è definito dai neuroscienziati in
base alle sue competenze “illetterato e iconico”. Ciò significa
che è impegnato nel riconoscimento di ciò che vede (natura,
immagini, oggetti, visi…) solo dai 6 anni inizia il cosiddetto
“riciclaggio neuronale”, per il quale, semplificando molto,
alcuni neuroni del cervello del bambino, prima predisposti ad altre
funzioni innate, come guardare e osservare, si adattano per compiere
le funzioni richieste dall’apprendimento della lettura alfabetica e
e poi esercitarla.
Perciò
non vale iniziare in modo pressante l’insegnamento della lettura e
della scrittura prima della scuola elementare pensando di aiutare i
bambini, pensare che fare prima quello che si deve fare dopo possa
avvantaggiare i bambini. Anticipare non porta benefici reali, ma può
essere addirittura controproducente
Questo
libro comunica in modo chiaro e accessibile, pur in termini
tecnicamente precisi e scientificamente sostenuti, gli aspetti
complessi che le neuroscienze studiano e fanno capire il lavoro del
cervello durante l’interazione sociale e la lettura. Luigi Paladin
mette poi in relazione la lettura del mondo e l’esperienza che i
bambini ne fanno con corpo e parole con la lettura dei libri
condivisa con un adulto. L’incontro con il primo libro è, in
prospettiva, una delle esperienze più arricchenti che un bambino
possa fare e dalla reiterazione attenta e consapevole di questo
momento può veramente dipendere il suo futuro di lettore e di
persona. L’aspetto importante che fa di questo libro uno strumento
utilissimo sono poi i capitoli che, sulla base della teoria spiegata
nella parte iniziale, descrivono quelle che sono le caratteristiche
principali che i libri per i piccolissimi dovrebbero avere,
focalizzando su come sono costruiti, su cosa mettono in rilievo,
sugli schemi narrativi e le protostorie che contengono. Le
narrazioni, testuali o iconiche, devono corrispondere a determinati
criteri in modo da poter essere pienamente fruiti dai piccoli dando
loro, oltre che piacere di relazione, arricchimento per il linguaggio
e l’immaginazione. Non mancano, infine, indicazioni sulle migliori
modalità di lettura da impiegare con i bambini più piccoli,
focalizzando sulla lettura dialogata che coinvolge attivamente adulto
e bambino per condividere l’esperienza di lettura facendosi guidare
dagli interessi, dalle domande, dalle reazioni dei bambini,
incoraggiandone la partecipazione attraverso domande, ripetizioni e
facendo riferimenti alle esperienze di vita vissuta dei bambini
stessi. Una lettura immersiva che non richiede di essere attori, di
avere un dizione perfetta, ma di concentrarsi sul bambino, lasciarsi
coinvolgere e divertirsi insieme.