A
ritrovar le storie
Il potere della narrazione è molto forte. Raccontando storie si rivive il passato, si fantastica sul futuro, si interpreta il presente. Dalla notte dei tempi le persone dedicano saggiamente tempo alle storie, a raccontarle, ad ascoltarle, a scriverle, a leggerle.
Ecco perché il paese di Tarot, nel quale si svolge “A ritrovar le storie” (Edizione Corsare) è vuoto, triste e silenzioso: nessuno racconta più storie. Pian piano le parole erano sbiadite, rimpicciolite e, alla fine, diventate mute.
“Tanto tempo fa, quando i pesci volavano e le rape crescevano sugli alberi, le storie se ne andavano a spasso portate dal vento. Uomini, bestie, piante, tutti erano protetti dal suono delle parole che, intrecciandosi, raccontavano e raccontavano. Poi, chissà quando, le parole cominciarono a sbiadire, a rimpicciolire. Accadde lentamente, nessuno ci fece caso. Poi un giorno sulla piazza del paese di Tarot apparve il Saltimbanco con un’oca sotto il braccio a riaccendere ricordi dimenticati...”
Un giorno arriva un saltimbanco con la sua oca, non vedendo nessuno in giro, comincia a girare mostrando un cartello con la scritta “bicicletta”. Al silenzio assordante dei primi giorni, si sostituisce piano piano il ricordo di una donna che comincia a descrivere una bicicletta rossa con una scritta luccicante. Un bambino la sente e dice che avrebbe voluto andare su una bici così. I due si guardano stupiti di essersi parlati. Comincia così un gioco strano tra il saltimbanco che scrive parole e le persone del paese che lentamente cominciano ad associarle ai loro ricordi. Sono parole come “so fare”, “paura”, “animali”, “morte”, “alberi”, “libri”, “amore,” “nascondiglio” … Parole importanti, forti, evocative, ma anche parole semplici, quotidiane.
Piano piano, da una parola dimenticata tornano a rivivere nuove parole e dalle parole nuove storie. Tutti gli abitanti del piccolo paese rimangono sorpresi: come in un gioco grandi e bambini vengono coinvolti: i loro pensieri intrecciano tempo, memoria e immaginazione e sulle loro labbra affiorano altre parole per raccontare altre storie... .
Quando il Saltimbanco e la sua Oca un ripartono, sulla piazza resta
il tracciato di un antico gioco per continuare a narrare. Un “gioco dell'oca” da giocare insieme, grandi e bambini per ritrovare il piacere dello stare insieme scambiandosi storie e condividendo racconti. Storie vecchie e storie nuove. Storie inventate e memoria narrata. Storie che nascono dalla magia della parola che da ogni storia, da ogni nuovo termine ne fa nascere infinite altre. Il gioco si può giocare veramente: come sulla piazza del paese, nelle ultime pagine ripiegate del libro è disegnato lo schema. Per rivivere il fascino della storia bastano un dado e alcune pedine e soprattutto la voglia di iniziare a raccontare.
La
magia delle storie è tutta in questo bellissimo albo dal sapore
d'altri tempi. La magia di ciò che si può condividere narrando, di
ciò che appartiene all'immaginario di tutti, adulti e bambini, di
ciò che la fantasia o l'esperienza portano a raccontare. Un albo con
delicate illustrazioni che rimandano al passato, dettagli sottili e
raffinati che fanno pensare a ciò che è stato e che forse può
tornare ad essere, almeno per un po', per il tempo sufficiente a
narrare una storia. Ma anche di più. Sarebbe bello ricostruire il
tessuto di relazioni che si intrecciavano un tempo sulle piazze, dove
le persone si ritrovavano per parlare. Ritrovare i luoghi di scambio
come le piazze, i parchi gioco e le strade di passeggio dove la gente
come un tempo attornia i cantastorie,
assetata di fiabe e di notizie di posti lontani, o i focolari accanto
ai quali i nonni raccontano ai nipoti. Riscoprire il piacere di un
tempo “altro”, del tempo della narrazione lenta in cui le parole
esprimono tutta la loro bellezza al contrario del bombardamento di
parole “vuote” nel quale viviamo. Condividere parole, storie,
narrazioni crea legami, sviluppa relazioni, fa (ri)nascere comunità.
Annamaria Gozzi Monica Morini con le illustrazioni di Daniela Iride Murgia
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