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domenica 17 gennaio 2021

A volte ritornano: DOV'E' LA MIA MAMMA?




Julia Donaldson con le illustrazioni di Axel Scheffler e la traduzione di Laura Pelaschiar McCourt

Dov’è la mia mamma?

Emme Edizioni, 2021. 32 p. - prima edizione italiana 2001

Consigliato da 4 anni


 

 

 

 

E’ diventato un classico e a 20 anni dalla sua prima uscita in Italia ritorna nel formato albo illustrato “Dov’è la mia mamma?” (Emme Edizioni) di Julia Donaldson con le illustrazioni di Axel Scheffler.

Un albo dal testo in rima e le coloratissime illustrazioni di grande effetto.

E’ la storia di scimmietta che ha perso la mamma ed è disperata. La farfalla Rita cerca di aiutarla e, in base alle descrizioni che la piccola fa della sua mamma, Rita la conduce da vari animali. Diversi sono i tentativi che le due fanno per ritrovare mamma scimmia perché, anche se gli animali da cui Rita conduce la scimmietta corrispondono alle caratteristiche indicate, in realtà non sono la mamma.

Pagina dopo pagina la descrizione si fa più accurata e i dettagli più vicini alla realtà, ma il risultato è ancora sbagliato. Gira che ti gira è ancora dall’elefante che Rita conduce la scimmietta dopo averla portata dal serpente, dal ragno, dal pappagallo, dalla rana, dal pipistrello…

Tutto ruota intorno ad un fraintendimento di fondo: la farfalla non pensa che mamma scimmia assomigli alla piccolina, dato che i suoi piccoli sono completamente diversi da lei.

E’ per questo che il finale risulta tanto sorprendente quanto geniale per un libro divertente che piace tantissimo ai bambini.

Il fatto di perdere la mamma o il piccolo rappresenta una situazione di grande carica emotiva sia per il genitore che per il cucciolo e, quindi, i piccoli lettori e i loro genitori ben si identificano nella disperazione iniziale di scimmietta, nell’affanno della sua spasmodica ricerca, nella speranza che prova ogni volta che Rita le dice di aver capito chi è la sua mamma e nella gioia finale del ricongiungimento.

Al di là della storia che, anche se molto semplice, ha in sé ha grande valore per i piccoli lettori, questi sono gli aspetti che rendono Dove’è la mia mamma?” un albo illustrato di qualità:

- la storia si sviluppa grazie all’apporto complementare di informazioni date dal testo e dalle illustrazioni

- la ripetizione dello schema per la ricerca della mamma - descrizione-presunta individuazione-rivelazione dell’errore - non è banale ma “costruttivo” e porta alla progressiva precisazione dei dettagli

- il finale è tanto intelligente quanto inaspettato

- il testo in rima regge bene alla lettura ad alta voce

- le illustrazioni sono semplici nel tratto, ma di grande impatto visivo e tengono viva l’attenzione anche nei bimbi più piccoli

- i dettagli delle figure costituiscono punto di raccordo col testo

- copertina e interni di copertina sono parte integrante del lavoro

- la ripetizione del testo, come la riproposta di elementi nelle illustrazioni in pagine diverse, sono punto d’appoggio fondamentale per la lettura con i bambini più piccoli che amano trovare “il conosciuto”. Se testo e illustrazioni sono di valore, ad ogni ripetizione si trova, come in questo caso, un piccolo elemento diverso o aggiunto che fa progredire sia la storia sia la comunicazione con i piccoli, allontanando la noia.

Il risultato della somma di tutti questi elementi è un bel libro da leggere ad alta voce e da guardare insieme ai bambini sia in una situazione “rassicurante” di 1 a 1, adulto e bambino, sia in una situazione “divertente” e “sociale” di lettura a piccolo gruppo.

Volendo poi approfittare di questo albo illustrato per condurre discussioni con i bambini, vari sono i temi che vi si possono trovare: dall’abbandono all’amore genitori-figli, dall’importanza dei dettagli nelle descrizioni a quella di non arrendersi di fronte ai tentativi falliti, dall’amicizia e l’aiuto che si può trovare negli altri, alla paura di sbagliare, al fatto che non tutti i cuccioli assomigliano ai loro genitori.

Dov’è la mia mamma?” in questi 20 anni è uscito in varie edizioni. Dopo la prima ad albo illustrato (con varie riedizioni) è stato proposto anche nelle collane “Un libro in tasca” e “Gli Albumini”. Edizioni che, date le dimensioni ridotte, non rendono giustizia soprattutto alle illustrazioni. Adesso, l’edizione speciale per i 20 anni è tornata alle dimensioni di album (cm 22,4x28) ed è arricchita dagli schizzi inediti dell’illustratore e una nota dell’autrice.

Il titolo originale è Monkey Puzzle. Negli Stati Uniti è conosciuto come: Where’s My Mom?


Julia Donaldson con le illustrazioni di Axel Scheffler e la traduzione di Laura Pelaschiar McCourt

Dov’è la mia mamma?

Emme Edizioni, 2021. 32 p.

Consigliato da 4 anni


domenica 27 dicembre 2020

SPECIALMENTE FRATELLI

Emma e Carlo sono fratelli. Sono molto uniti e la loro è una famiglia molto affiatata. Insieme affrontano ogni cosa, soprattutto le difficoltà di Carlo. Carlo non sente, Carlo vede solo da un occhio, e adesso anche la vista da quell’occhio è in pericolo. “Prima che sia notte” (Silvia Vecchini, Bompiani, 2020) racconta di questa famiglia, di Emma e Carlo in particolare, alla vigilia di una nuova impegnativa operazione per tentare di salvare Carlo dalla notte della cecità completa. Tante sono le sfide che questa famiglia ha dovuto superare e la prossima, che è dietro l’angolo, non sarà meno pericolosa delle altre. Anzi. Ma non c’è modo di non misurarsi anche con questo rischio e quindi “si fa e basta”. La determinazione di Emma, il suo amore per il fratello, la forza dell’unione della famiglia sono un buon punto di partenza. Il resto verrà da sé e sarà come deve essere. Emma e Carlo sono positivi. La forza della loro unione è energia vitale fondamentale per affrontare con speranza anche questa nuova difficoltà.

Emma e Carlo, però, non vivono in una bolla di vetro: come gli altri ragazzini vanno a scuola, hanno degli amici, Emma prova per la prima volta una “simpatia” speciale per un suo compagno. Il gruppo a scuola può essere cattivo e non sempre un insegnante di sostegno è a disposizione per Carlo. A volte si sentono stanchi o delusi. Tutto ciò, però, non fa di questo un romanzo melenso, melodrammatico, autocommiserativo, né buonista, bensì un racconto pregnante e diretto narrato dal punto di vista di Emma e di alcuni personaggi che, pur non direttamente presentati, hanno il loro ruolo, come il padre dei ragazzi, la bidella, gli amici.

Peculiarità di questo lavoro, a parte l’ironia e la levità con cui viene raccontata questa storia impegnativa, è la sua forma. Si tratta, infatti, di un polimetro, cioè di un lavoro scritto in parte in poesia (le parti che Emma racconta in prima persona, con le sue impressioni, le sue emozioni, i suoi pensieri) e parte in prosa (le parti che, tramite la voce di altri personaggi, spiegano le situazioni o fanno avanzare la storia). A questi due linguaggi si aggiuge la LIS, Lingua dei Segni Italiana, mezzo unico con cui Carlo ha una relazione col mondo. Come la prosa e la poesia, tra le pagine del libro ci sono, quindi, anche i disegni delle mani che comunicano. 

Ad un certo punto, poi, nel momento in cui il ragazzino viene operato e per qualche giorno rimane immerso nel buio più totale, le pagine si fanno nere con le scritte in bianco e proiettano i lettore, come i protagonisti, nella notte più buia che si vuole scongiurare con l’operazione. Momenti intensi da vivere come da leggere, finché, per fortuna, le pagine tornano bianche … .

Un lavoro importante per i ragazzi intorno ai 10-11 anni, ma non tanto per coloro che vivono situazioni familiari simili a quella di Emma e Carlo, ma più per coloro che, vivendo situazioni più “facili” possono andare oltre il preconcetto della malattia e della diversità, per aprirsi all’empatia e alla considerazione che non sempre le avversità portano solo difficoltà e dolore. Una storia di amore e amicizia tra fratelli e di positività nonostante tutto. Un po’ come “Wonder” (R.L. Palacio, Giunti, 2013)

Il fatto che questa storia sia narrata utilizzando anche la poesia, regala al lettore pagine di forte intensità. Spesso si è tentati di considerare la poesia come una forma anacronistica, magari perché il termine poesia rimanda a esperienze scolastiche ostiche e molto “didattiche”. Non si pensa, invece, che la poesia ci circonda: sono poesia i testi di molte canzoni, sono spesso poesia le citazioni che tutti condividono sui social sono poesia le frasi che accompagnano molte fotografie. Usare la poesia nei libri per ragazzi in adolescenza o preadolescenza è un modo per avvicinarsi con sensibilità al particolare momento che stanno vivendo, ricco di emozioni, di forti sentimenti e di difficoltà a comunicarli o, anche semplicemente, a riconoscerli e a considerarli parte del loro diventare grandi. Sono diverse le opere rivolte a questa fascia d’età che contengono poesia come parte della narrazione. Due esempi: “One” (Feltrinelli, 2017) di Sarah Crossan e “Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita (Lapis, 2016) di Bernard Friot. Ne abbiamo scritto qui e qui.

Silvia Vecchini con le illustrazioni di Sualzo

Prima che sia notte

Bompiani, 2020. 126 p.

Consigliato da 10 anni

martedì 8 dicembre 2020

CHE ATTESA DEL NATALE SAREBBE SENZA UNA BELLA STORIA?


Tra le varie nuove proposte di quest’anno per Natale per i piccoli L’albero di Natale del signor Vitale (Marameo, 2020) è uno di quei libri che a prima vista si capisce subito che sono speciali. Vedendolo tra gli altri sullo scaffale in libreria, infatti, non si riesce a non prenderlo in mano e, appena aperto, si resta subito coinvolti dal suo testo e dalle sue illustrazioni.

 La storia racconta di un albero di Natale consegnato, appunto, al signor Vitale, ma dato che è troppo alto, ne viene tagliato un pezzetto perché non tocchi il soffitto del salone. Il maggiordomo pensa subito di regalare la cima tagliata alla cameriera Rosa che felice pensa a come addobbarla. Per il posto che ha lei sul caminetto, però, anche questo pezzo è troppo grande e, così, con le forbici affilate, ne recide un po’ e lo getta nel cestino. Teodoro il giardiniere nota la cima dell’albero tra i rifiuti e la recupera per portarla a casa alla sua sposa. Anche per la loro casa, però, il pezzo di albero è troppo grande e quindi anche lei … . Pezzo dopo pezzo, la cima dell’albero passa di mano in mano, di zampa in zampa e si crea una catena che vede spuntare nelle case di diverse persone e nelle tane di molti animali un albero di Natale segno di festa, di famiglia, di gioia e di condivisione. L’ultimo minuscolo pezzetto finisce nel buco dei topolini che vivono sotto il pavimento della casa del signor Vitale. E il cerchio si chiude: “che soddisfazione, avere per Natale un albero stupendo, come il Signor Vitale!”

Il brillante testo di questo albo illustrato è in rima. Una rima perfetta che regge molto bene e lo rende adatto anche per la lettura ad alta voce. Cosa non scontata quando si tratta di una traduzione. Se la traduttrice, però, è Chiara Carminati, rimangono pochi dubbi sul risultato.

L’attenta interpretazione della versione originale e l’accurata ricerca linguistica regalano a questo libro, nemmeno troppo breve, ritmo sostenuto e ricchezza lessicale. Troviamo, infatti, parole come “esemplare”, “portento”, “munito”, “compiaciuta”, “indugio”, “ recise” … una scelta oculata e precisa che tiene lontano il testo dal pericolo della banalità della ripetizione. La ripetizione è un elemento interessante nei libri per i bambini e piace molto ai piccoli. Spesso, però, la ricerca della ripetizione rischia di rendere noioso e “ripetitivo” (in senso negativo) il contenuto della storia: non è questo il caso. Qui il riproporsi delle situazioni è costantemente arricchito dai diversi nuovi elementi che caratterizzano il contesto in cui la punta dell’albero si viene a trovare: dal piatto di madreperla su cui la poggia il maggiordomo agli addobbi “golosi” proposti da Mamma Orsa, dal piedistallo di carota nella tana dei Conigli alla stella di formaggio con cui la decorano i topini.

Splendide illustrazioni retrò accompagnano questa storia e la completano con divertenti particolari, contribuendo anche al ritmo della narrazione grazie al loro preciso posizionamento sulla pagina.

Un libro da leggere e rileggere per scoprire ogni volta dettagli nuovi e per il piacere del suo ripetersi senza stancare.

Un libro nuovo dal sapore della tradizione. Questo libro, veramente, non è nuovissimo. La sua prima edizione, infatti, risale al 1963 per la Random House di New York. E’ nuovo, però, in Italia proposto quest’anno per la prima volta da Marameo Edizioni che ne ha curato traduzione e pubblicazione.

Sono diverse le piccole case editrici che fanno questo lavoro di scoperta di “chicche” mai arrivate in Italia o di ripubblicazione di ottimi lavori usciti da tempo dai cataloghi di altri editori. Ed è una fortuna che non vadano persi. Come mi piace spesso dire, infatti, anche se i libri buoni sono vecchi, fa lo stesso perchè i bambini sono sempre “nuovi”.


Il Natale del Signor Vitale

Robert Barry con la traduzione di Chiara Carminati

Marameo, 2020. [30 p.] - € 19,90

Consigliato da 4 anni



giovedì 25 giugno 2020

MONDO BAMBINO

SENTI FRATELLINO

Sara Ortenzi con le illustrazioni di Ilaria Orzali, Lapis, 2020
Consigliato da 3 anni

IO E IL MIO VASINO

Jeanne Ashbé, traduzione di Chiara Stancati, Lapis, 2020
Consigliato da 2 anni

La vita dei bambini è una continua scoperta, una continua conquista di abilità e di conoscenze. Ogni loro esperienza è contraddistinta da emozioni diverse,

anche forti. Accompagnare la crescita dei piccoli con i libri è importante, non perché i libri siano delle “medicine” in grado di aiutarli ad abbandonare il ciuccio piuttosto che a fare la pipì nel vasino o a mangiare gli spinaci, ma perché passare del tempo con i bambini condividendo il piacere di un bel libro è importantissimo: rafforza la relazione tra chi legge e chi ascolta, regala momenti intimi, crea complicità, sviluppa fantasia e immaginazione e sostiene lo sviluppo emotivo, linguistico e cognitivo dei piccoli. Essi imparano inconsciamente a conoscere parole, espressioni, modelli narrativi e strutture linguistiche diverse da quelle del parlato e che, più avanti, torneranno loro utili. Ascoltando storie i bambini allenano le loro capacità di ascolto e di attenzione. Leggere ad alta voce ai piccoli crea una “dipendenza positiva” che, sostenuta nel tempo, non può che far bene, da molti punti di vista, a chi legge e a chi ascolta.

I libri per i piccolissimi devono essere adatti a loro e vanno scelti con cura, tenendo conto sia delle loro caratteristiche fisiche, dei loro testi e delle loro immagini , sia delle competenze e abilità, nonché dei gusti e delle preferenze dei bambini cui saranno proposti. La produzione editoriale per bambini è molto ricca, ma non tutta di qualità. Scegliere con attenzione un libro per i bambini è importante.

Tra le nuove pubblicazioni di Lapis indicate a partire dai 30-36 mesi segnaliamo “Senti fratellino” di Sara Ortenzi con le illustrazioni di Ilaria Orzali e “Io e il mio vasino” di Jeanne Ashbé.

Senti fratellino” è un albo dedicato al momento importantissimo nella vita di un bambino dato dall’arrivo di una sorellina o di un fratellino. Le emozioni che entrano in gioco sono molte, sono forti e anche contrastanti. Affrontare un cambiamento come questo nella propria vita non è cosa da poco: all’arrivo del piccolo niente sarà più come prima. La piccola protagonista di questo libro, quindi, rispecchiando pensieri ed emozioni di tutti i fratellini maggiori, cerca prima di tutto di capire da dove arriva questo bambino, poi osserva

il corpo della mamma che cambia. A questo punto un dubbio l’assale: non è che se arriva lei o lui, io verrò mandata via? E’ una paura reale che le viene soprattutto di sera. Per fortuna papà risolve ogni dubbio: il cuore dei genitori è speciale e capace di fare spazio per ogni nuovo bambino che arriva. Risolti i dubbi alla piccola non resta che stabilire chiaramente alcune regolette e, soprattutto, mettere in chiaro che in casa sarà sempre lei la più grande .

Io e il mio vasino” è un nuovo piccolo libro che, con ironia, affronta il tema dell’imparare a controllare i propri bisogni e a farla nel vasino. Ogni bimbo ha i suoi tempi, ma per molti bambini non è facile vincere il timore di provarci. Non così per il piccolo protagonista che, accompagnato dal suo coniglietto di pezza, cerca di capire chi è che usa il vasino e, scartati tutti gli animali, arriva alla conclusione che sono i bambini ad usarlo. Non è facile, però, imparare a farlo: possono succedere dei piccoli incidenti. Ma non è un problema. Presto si impara. Jeanne Ashbé, ancora una volta, rivela nel suo lavoro una grande attenzione per l'infanzia, per i movimenti, le posture, per le piccole sfide della quotidianità. E ancora il tratto pulito, essenziale ma mai povero, sempre espressivo e accurato. Con grande gioia, siamo pronti a dare il benvenuto nel nostro catalogo a Jeanne Ashbé

Si tratta di due libri divertenti che raccontano dal punto di vista bambino due situazioni tipicamente bambine e le sdrammatizzano. Lo fanno con testo e illustrazioni puliti, semplici e immediati, adatti ai piccoli intorno ai tre anni perché essenziali, ma non poveri, e molto curati. Il fondo, bianco di uno e monocolore dell’altro, fa risaltare bene le figure bordate di nero rendendole facilmente leggibili. Il testo di “Senti fratellino” è in rima e divertente, anche se non sempre scorrevole. Semplice ed essenziale quello di “Io e il mio vasino”, caratterizzato dalle ripetizioni che tanto piacciono ai più piccoli. In entrambi in chiusura si nota una leggera discrepanza tra testo e illustrazioni, mentre le prime mantengono il loro livello iniziale fino in fondo, il secondo perde un po’ in ritmo e non convince del tutto. Ciononostante entrambi questi libri stanno bene nella libreria dei piccoli. E ricordiamoci, nel leggerli, che sono prima di tutto belli da condividere: non cadiamo nell’errore di volerli “somministrare” per ottenere un risultato mirato!

mercoledì 13 maggio 2020

STA FERMO!

SEI MAI STATO UN BABBUINO?
Loredana Baldinucci con le illustrazioni di Fabio Sardo
Il Castoro, 2019 – [24 p.]

Capita a volte, ed è capitato soprattutto in questi giorni di chiusura per quarantena da Coronavirus, che i bambini diventino ingestibili. L’impressione che i genitori hanno è quella di aver a che fare con delle piccole scimmiette (in senso buono) simpatiche, ma anche dispettose, che saltano di qua e di là da mattina a sera, fanno di tutto e non fanno niente, si stufano subito ad ogni proposta e finiscono col far perdere la pazienza a chi è in casa con loro. Proviamo, però, per un attimo a metterci noi adulti dalla loro parte: mica facile. E ben se ne è resa conto Loredana Baldinucci quando, dopo una giornata un po’ difficile, l’anno scorso, in tempi ancora non sospetti, ha scritto “Sei mai stato un babbuino?” (Il Castoro).
Il protagonista di questo albo illustrato è un bambino che un mattino si sveglia e scopre di avere le sembianze di un babbuino. Subito capisce che lo aspetterà una giornata difficile, ma non può farci nulla e da babbuino la affronta: difficile vestirsi, complicato allacciarsi le scarpe e della coda che si fa? La routine giornaliera è scombussolata da questa sua insolita veste: impossibile mangiare latte e biscotti a colazione senza fare un disastro, (anche perché le banane gli piacciono di più), problematico restare seduti a scuola, tranne durante l’ora delle storie e molto deludente cercare di farsi degli amici, se non si trova qualcuno simile a te. Il rientro a casa, poi, un altro match da affrontare: bagno, verdura a cena, incomprensioni e alla fine sgridata e musi scuri. Ma, per fortuna, non tutti i giorni sono così, passerà. E del resto anche i grandi, a volte … .
Il finale ha un tono ironico, giusta conclusione per ridare equilibrio alla giornata del protagonista e rimettere le cose a posto facendo ricordare agli adulti che anche loro sono stati piccoli.

Si tratta di un libro per bambini molto divertente sia nel testo, sia nelle illustrazioni che l’accompagnano con brio e vivacità, mettendo in risalto i disastri e i disagi del piccolo scimmiotto, ma anche la sua incapacità, quel giorno, di fare diversamente. Un atteggiamento perfettamente rappresentato dalla figura in quarta di copertina: il piccolo babbuino con le spalle curve e gli occhioni imploranti.
Come in molti albi illustrati, anche in questo copertina e versi di copertina sono parte integrante del contenuto: camminare svogliatamente, dondolare sul lampadario, guardare le nuvole, saltare a quattro zampe, appendersi a testa in giù, infilarsi le dita nel naso, spaparazzarsi a terra e scivolare sul monopattino sono tutti esempi della vivacità e inventiva del piccolo babbuino, anticipazione della sua giornata “movimentata”. Esilarante, infine, il particolare della coda infilata nei pantaloni che esce da una gamba all’altezza della caviglia …


Parlando di bambini vivaci, però, non si deve far confusione: i bambini vivaci e apparentemente “impossibili” da controllare come questo, non sono i bambini “iperattivi”, affetti da deficit d’attenzione, un disturbo dell’età evolutiva caratterizzato da difficoltà di attenzione, di concentrazione e di controllo degli impulsi. Una vera e propria sindrome da diagnosticare attentamente, ad opera di esperti, per poter offrire loro il miglior approccio possibile e il trattamento adeguato. Un disturbo complesso da non sottovalutare, ma nemmeno da attribuire a bambini semplicemente “vivaci”.
E’ normale che i bambini tra i 3 e gli 11 anni siano pieni di energia, sempre in movimento e curiosi del mondo. Tutto li attira e li interessa, i luoghi e le persone, gli adulti e i coetanei. Offrire loro stimoli diversi e incanalare “positivamente” questa loro energia è fondamentale per sfruttare questo loro periodo di grande apprendimento soprattutto esperienziale. A volte, però, questa loro vivacità è espressione anche del loro bisogno di attenzione da parte dei genitori o degli insegnanti, la cui esperienza educativa e capacità empatico-relazionale diventano fondamentali per aiutare i piccoli a essere meno inquieti e a diminuire i capricci.

Un libro adatto dai 4 anni e dedicato a tutti i bambini che fanno fatica a stare fermi e ai loro genitori.

Loredana Baldinucci con le illustrazioni di Fabio Sardo
SEI MAI STATO UN BABBUINO?
Il Castoro, 2019 – [24 p.] -€ 13,50
Consigliato da 4 anni

sabato 18 aprile 2020

AD OGNI DOMANDA LA GIUSTA RISPOSTA

Storia di cristallo di neve … non di cavoli, né di cicogne

Francesca Fiorentino, Erica Lucchi (ill.)
Valentina Edizioni, 2015. [34 p.]

Leggendo in questi giorni sui quotidiani la notizia che, causa il Coronavirus, sono stati sospesi anche i trattamenti per la fecondazione assistita e che, considerando questo stop, tra marzo e maggio si stimano nel 2020 circa 4500 nascite in meno, mi sono ricordata di “Storia di cristallo di neve … non di cavoli, né di cicogne” (Valentina Edizioni), un libro per bambini sul tema della PMA, la procreazione medico assistita.
Qualcuno potrebbe considerare questo un argomento non adatto ad una pubblicazione per i piccoli, in realtà, come gli altri libri di educazione sentimentale e sessuale, un libro su questo tema ha, invece, un suo ruolo e non solo per raccontare ai bambini nati grazie a questo tipo di intervento medico, la loro storia, ma anche per gli altri bambini che “fanno domande”, perché anche questa come la procreazione naturale e il percorso dell’adozione, è una storia d’amore bella da raccontare.
La storia è stata scritta dalla psicologa Francesca Fiorentino per raccontare alla sua bambina come è arrivata nella loro famiglia. L’editore Valentina, poi, ha accolto il suo progetto e l’ha pubblicato mettendolo a disposizione di tutti.

Si tratta di una narrazione in rima che, con levità di parole e di immagini, racconta di una mamma e un papà che desideravano avere un bambino. I giorni passavano, ma nessun piccolo si faceva vedere in casa loro. Così mamma e papà hanno cominciato a parlare con amici e vicini e tutti avevano la loro idea su come fare per avere un bambino: chi parlava di cavoli, chi di cicogne, ma bambini non ne arrivavano. Finchè un giorno mamma e papà hanno incontrato Lucia e le hanno raccontato del loro desiderio di diventare genitori. Lucia, quasi come una fata, ha indicato loro il posto dove poter trovare il loro bambino. I due genitori si sono precipitati e con l’aereo hanno raggiunto il paese
dove sta il Mago Gelo,
che aiuta ogni mamma a rendere
il proprio sogno … vero!
E’ con scienza e magia che Mago Gelo sa trasformare
un cristallo di neve in un bimbo da abbracciare.
Lui mette la scienza e mamma il suo amore
e Cristallo di Neve si lega per sempre al suo cuore”.


Usando le parole giuste e raccontando una bella storia si possono spiegare ai bambini tutte le “cose” del mondo.
Le storie aiutano i genitori a chiarire e i bambini a capire ciò che stimola la loro curiosità, il loro desiderio di sapere. Rispondere alle domande dei figli è un obbligo ed è fondamentale dare risposte misurate alle loro esigenze di conoscenza, calibrando sul bambino che chiede, livello di linguaggio e approfondimento del tema, senza ricorrere a termini scientifici e spiegazioni incomprensibili.
Una storia semplice, dolce e piacevole da leggere come questa, può essere sufficiente per i bambini anche piccoli, ma può anche fungere da base da cui partire per entrare un po’ di più nell’argomento con i bambini più grandi. E’ quello che dovrebbe succedere quando ogni figlio pone ai genitori la domanda su come è nato. La risposta è una narrazione facile e comprensibile con i concetti biologici semplificati in base all’età del piccolo, al suo grado di comprensione e al tipo di domanda che ha formulato. Col tempo poi si può completare la stessa storia con elementi più specifici, maggiori dettagli e altri concetti. E, se le domande non vengono, si può, allo stesso modo, offrire risposte a bisogni non espressi, muovendosi con cautela, rispettando le sensibilità.
La “Storia di Cristallo di Neve” è preceduta dalla bellissima e poetica introduzione del prof. Turchi (docente di psicologia delle differenze culturali presso l’Università degli studi di Padova) che offre ai genitori una riflessione sul valore delle storie. Nelle ultime pagine, invece, si trova l’utile consulenza della dottoressa Silvia De Aloe, per trovare in questa storia spunti per un dialogo con i bambini.
Non so sociologicamente e culturalmente come sia oggi recepita la fecondazione eterologa, né come lo sarà in futuro. Certo è che oggi in Italia sono circa 1500 al mese i bambini che nascono con il supporto dei centri di PMA, e che, come detto, alle domande dei bambini si deve rispondere e dovrebbe essere naturale raccontare loro che i bimbi li porta la cicogna, nascono sotto il cavolo… o ci pensa Mago Gelo! Storie accompagnate da tutte le spiegazioni del caso.
Un ultimo consiglio, banale, ma forse spesso dimenticato: visto che non è possibile determinare l’argomento di un libro per bambini leggendo solo il titolo e guardando velocemente la copertina, è opportuno leggerlo prima di proporlo a loro. Nei libri per i piccoli vengono affrontati, come è noto, tanti argomenti diversi. Essere consapevoli di ciò che si va a leggere ai bambini è importante, non tanto per far censura (anzi, questo deve essere l’ultimo dei motivi), quanto per essere preparati a rispondere ad eventuali domande “scomode” o perchè forse non è il momento adatto per il bambino che abbiamo davanti, per affrontare una storia “speciale” su un argomento che non gli interessa in quel momento o che potrebbe in qualche modo turbarlo.
Le storie sono un mezzo bellissimo e meraviglioso dalla forza più grande di quanto si pensi. Le storie raccontano un qualcosa che si interseca con ciò che vive o ha vissuto chi le legge o le ascolta. Le storie non sono mai “neutre” o uguali per tutti. Le storie sono un luogo dove trovare le chiavi per costruire la propria realtà e per darle un ordine. Ognuno ha diritto di incrociare le “sue” storie al momento giusto e trovare le chiavi per le “sue porte”.

Francesca Fiorentino, Erica Lucchi (ill.)
Storia di cristallo di neve … non di cavoli, né di cicogne
Valentina Edizioni, 2015. [34 p.] - € 11,90
Consigliato da 4 anni

mercoledì 25 marzo 2020

FUGGIRE

Fuga in soffitta

Coline Pierré con la traduzione di Claudine Turla
Giralangolo, 2019. 121 p.

Non è facile essere una ragazza di 14 anni e vivere in una famiglia in cui la madre è assente fisicamente (per lavoro), ma anche mentalmente, la sorellina minore cerca di fare le veci della mamma, che non c’è, e il papà, nella sua incapacità, cerca di “tenere” insieme la famiglia e dare una parvenza di normalità alla loro vita. Questo è ciò che si trova a vivere Anouk la protagonista dell’interessante libro per ragazzi “Fuga in soffitta” (Giralangolo, 2019) di Coline Pierré.
Quando Anouk viene a sapere, appena prima di Natale, che neanche quest’anno sua madre ritornerà per le feste dall’isola su cui lavora come climatologa, e, come se non bastasse, anche la sua migliore amica le volta inaspettatamente le spalle, la ragazzina decide di scappare dalla sua famiglia, dalla sua scuola, dal suo mondo. Dopo aver vagato un po’ in città senza trovare posto negli ostelli, Anouk decide di ritornare a casa e di nascondersi in soffitta. Qui rimane, con la complicità della sorellina, per due settimane, ascoltando cosa succede di sotto, andando a “far provviste” e doccia quando in casa non c’è nessuno, passando il resto del tempo leggendo e immaginando ciò che stanno facendo tutti per trovarla. Sopratutto, nascosta in un armadio ha occasione per riflettere su tante cose: su sé stessa e sul perché è scappata, sul suo desiderio di famiglia “normale”, sul dolore che sta arrecando ai sui cari, sulla rabbia che prova per l’amica che l’ha abbandonata. La sua è una posizione anomala, perché, pur essendo fuggita e, quindi non vista da chi la sta cercando, in realtà sente tutto ciò che loro provano e dicono e ciò la fa pensare molto, tanto da chiedersi se ha il diritto di causare tutto questo trambusto e se il suo star male giustifica il dolore che provoca agli altri. 

Una storia un po’ irreale, ma interessante per i lettori adolescenti. La si legge dal diario che Anouk tiene dal 14 al 31 dicembre.
La prosa è scorrevole. La forma paratattica dà velocità al ritmo impedendo alla narrazione di cadere, dal punto di vista linguistico, nel banale. Un po’ scontato, per contro, il finale, abbastanza prevedibile, con un buonismo di fondo che stona rispetto al resto della storia. Una lettura, comunque, da consigliare per l’onestà con cui mette in luce la difficoltà di stare nei ruoli imposti e la necessità di avere il coraggio di essere se stessi per cercare di cambiare le cose.

Coline Pierré con la traduzione di Claudine Turla
Fuga in soffitta
Giralangolo, 2019. 121 p. - € 12,50
Consigliato dagli 11 anni

giovedì 5 dicembre 2019

UNA STORIA DI STORIE

La gamba di legno di mio zio

Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p.

E’ un intreccio di realtà, storie e fantasia “La gamba di legno di mio zio” (Sinnos). Una storia scritta da Fabio Stassi e illustrata da Veronica Truttero per raccontare di una famiglia in cui, a Natale, si prepara il posto a tavola anche per gli zii partiti per l’America e mai tornati. E’ narrata in prima persona da un ragazzino che ama leggere (“mia madre è convinta che abbia qualcosa che non va, perché me ne sto sempre a leggere, tutto il giorno”) e che ascolta affascinato le storie della nonna che ricorda il passato e immagina ciò che può essere successo ai figli partiti per l’America più di trent’anni prima. Nella testa del bambino questi racconti si intrecciano con le avventure che legge, finché, un giorno un vecchio bussa alla port. La nonna lo riconosce subito, è lo zio Amerigo di nuovo a casa. Per il ragazzo è naturale l’associazione tra la gamba di legno di questo zio e la gamba di mascella di capodoglio del carismatico Capitano Achab. E così, mentre la famiglia fa festa allo zio tornato e ricorda il passato giocando con parole e antichi detti tradizionali, il ragazzino immagina una storia tutta sua, piena di avventure e di incontri emozionanti di come l’uomo ha perso la gamba ed è arrivato in America.
Una storia di famiglia e di emigrazione italiana. Una storia ambientata circa mezzo secolo fa. Lo si deduce, non solo dall’assenza trentennale dello zio Amerigo, ma anche dallo stile rétro delle illustrazioni che ritraggono l’abbigliamento dei personaggi e l’arredo della casa. Una storia in cui i ricordi e le emozioni, dal dolore per la lontananza alla gioia per il ritorno, si avvicina alle tante storie di emigrazioni di oggi.
Fabio Stassi, grande autore per adulti, nelle sue opere ama scrivere di libri, storie e narrazioni. E non poteva essere diversamente in questo suo lavoro pensato per i bambini: una storia di storie.
Una storia di alta qualità anche dal punto di vista linguistico con una scelta lessicale raffinata. Non per questo, però, il libro risulta difficile, anzi, la narrazione intriga e aumenta di ritmo pagina dopo pagina, culminando nella storia inventata dal bambino. Interessante osservare come le illustrazioni accompagnano il testo con citazioni dai classici d’avventura della letteratura per ragazzi. Una lettura da consigliare ai ragazzini che amano l’avventura e le storie.
Indicato dai 6 anni per la lettura condivisa, dagli 8 per la lettura autonoma.

La gamba di legno di mio zio
Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p. - € 14,00


lunedì 30 settembre 2019

NON DI SOLE PAROLE

 (Albi illustrati - 6)
Non si può giudicare il valore di un albo illustrato considerando il testo più importante delle immagini o viceversa. Uno degli aspetti che caratterizzano gli albi di bassa qualità, infatti, è quello di offrire, per esempio, immagini di grande valore in contesti linguistici poveri, sciatti, banali senza nessuna ricerca linguistica o stilistica, oppure, viceversa, testi molto ricchi e attentamente studiati, accompagnati da illustrazioni di scarso valore.
In realtà un buon albo ha ragione di essere chiamato tale se entrambi, testo e illustrazione, sono di qualità e se sono ben disposti l’uno rispetto all’altro all’interno delle pagine.
Nel valutare gli albi illustrati è molto importante riflettere su quelli che sono i contenuti nel loro insieme di testo e di immagine. Il contenuto di un albo è l'insieme di tutte le sue componenti: qualità letteraria del testo e rilevanza artistica delle illustrazioni, entrambi, ovviamente, rapportati al target d’età di riferimento.

PICCOLE TIGRI. Jo Weaver, Zoolibri, 2019  

Scacciati dal loro attuale territorio dall’arrivo degli uomini, una tigre madre e i suoi cucioli cercano una nuova casa. Le belve, in parte antropomorfizzate (espriono emozioni e hanno il potere della parola ma altrimenti si comportano come vere tigri) considerano una serie di opzioni: una grotta dietro una cascata, che però è troppo umida, i rami di un albero, che però sono troppo alti, un buco in una pianta, che però è già abitato da un serpente. Sembra un’impresa impossibile finchè trovano il posto perfetto: un antico tempio nascosto dalla vegetazione. Il tono colloquiale e la trama narrata in modo familiare contrastano piacevolmente con la giungla fitta dove la storia è ambientata. Le illustrazioni a carboncino, colorate in digitale, sono deliziose: le calde sfumature di arancione esaltano i mantelli pelosi delle tigri e li mettono in contrasto con l’oscurità dei posti inospitali in cui si muovono.
Molto interessante il gioco di chiaro scuro che si crea sulla pagina tra illustrazioni e testo. Ciò che le parole non dicono, viene rappresentato dalle figure e ogni pagina nasconde molti significati da scoprire osservando e leggendo bene. Indizi sono lasciati dall’autore attraverso i tratti, i colori, e la font, con i caratteri che variano di misura e di peso in base a ciò che intendono sottolineare. Un albo illustrato di qualità. 
(Continua - 6)