STORIA FUNAMBOLA
Chiara Ingrao – ill. Davide Aurilia
Edizioni Corsare, 2020. 52 p. - € 14,00
consigliato da 8 anni
Non si dovrebbe mai mettere una briglia ai sogni. Ne è convinta Eva, la zia di Stella. Ed è per questo che quando alla piccola viene l’idea di diventare una funambola, non fa commenti, come avrebbero fatto mamma e papà (ognuno per le proprie ragioni sarebbe stato contrario a questa aspirazione), ma le regala una scatola di lego senza figure da copiare sul coperchio. Così la fantasia di Stella si sprigiona: la piccola si mette al lavoro e costruisce una casa funambola, un palazzo altissimo tutto colorato senza scale ma pieno di funi con trapezi per spostarsi da un piano all’altro.
Questo è l’inizio della “Storia funambola” (Ed. Corsare) di Chiara Ingrao. Una storia “divergente”, libera da limiti e contro stereotipi e pregiudizi, ma anche contro le imposizioni insensate che a volte i genitori hanno sul futuro dei figli (che non vuole essere mancanza di rispetto per il loro ruolo).
Dalla costruzione di questa casa di lego, infatti, prende vita tutta una realtà “altra” nella quale, giocando, Stella realizza il suo sogno e diventa parte del suo gioco. La fantasia è libera di volare e attorno alla casa funambola succede di tutto. Da una scena all’altra, Stella entra in un modo magico popolato di personaggi particolari come la pastora, il vecchio della montagna, l’aquila reale. Ciò che le succede è una rocambolesca avventura che la porta persino a bordo di una nave di pirati. Il gioco, nel quale è immersa la ragazzina, diventa pretesto per sognare, per immaginare di essere, per provare a diventare tutto ciò che le passa per la testa: un volo con la fantasia, una passeggiata su una fune che porta verso il futuro.
La “Storia funambola” è una storia fatta di tanti “quadri” che si susseguono legati da un filo logico molto sottile, il filo del gioco delle associazioni su cui si basa l’impianto ludico inventato da Stella. La storia sembra strampalata, ma in realtà la sequenza delle situazioni ha un suo perché.
E’ una storia originale e, anche se il suo ritmo narrativo, qua e là presenta qualche calo facendole perdere un po’ in spontaneità, è una buona lettura. L’idea alla base di questo libro, infatti, è chiara e molto attuale nel dibattito sulle tematiche nei libri per i bambini. Una proposta da consigliare alle bambine e ai bambini che hanno da poco cominciato a leggere da soli con una certa facilità. Per questa “fase” di lettura, infatti, il mercato non offre molte pubblicazioni originali e di qualità ed è, quindi, importante segnalarne il più possibile per offrire alternative ai prodotti più commerciali.
Le illustrazioni di Davide Aurilia sono un altro punto di forza di questo libro. Si tratta di tavole che accompagnano la storia mettendone in evidenza una visione “altra” e completandone l’appeal che può avere sul lettore. Da segnalare in particolar modo il quadro iniziale con il funambolo sulla città, quello con il muro di mattoni davanti a cui si trova Stella quando “entra” nel gioco, e quello con la belva nel bosco nero, che altro non è che uno dei vecchi pupazzetti rotti e abbandonati da Stella.
Tra gli spunti che sottendono al sogno di Stella di diventare funambola, si può mettere in evidenza il tema dell’importanza del gioco “libero” per la crescita dei bambini. Il giocare a “far finta che ero”, il costruire cose con i lego o con qualsiasi altro materiale, anche di recupero, senza seguire uno schema imposto, l’usare oggetti o giocattoli predisposti per uno scopo, come se fossero qualcosa di completamente diverso, ma funzionale al gioco del momento, sono tutti processi mentali che stimolando la fantasia, assorbono completamente i bambini. In questo il gioco, come la lettura, sono palestre di situazioni e di emozioni: permettono ai piccoli di vivere esperienze, di entrare nei panni degli altri, di provare a risolvere momenti e circostanze dando loro un’evoluzione più o meno complessa.
Interessante, poi, anche se solo accennata, la figura della zia Eva che capisce al volo Stella e la asseconda, facendo da contrappunto alla rigidità dei suoi genitori. E’ importante che i ragazzini trovino tra gli adulti delle persone che stanno dalla loro parte incondizionatamente e sanno guidarli senza forzarli.
Appena accennati anche altri
temi in questa storia sono quelli della “bambina ribelle” e
della “vendetta dei giocattoli” rotti e abbandonati, temi più comuni e quindi più facili da riscontrare nelle pubblicazioni per i bambini.
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