giovedì 26 dicembre 2019

PRENDERE L'INIZIATIVA PER CAMBIARE LE COSE

Una storia molto in ritardo

Marianna Coppo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.]


C’era una volta una pagina bianca”. Comincia così “Una storia molto in ritardo” (Terre di Mezzo), con una pagina bianca, appunto, e cinque buffi personaggi, un coniglietto rosa, un orso grigio, un ippopotamo rosso, e altri due strani animali non ben definiti, uno verde e uno marroncino. Non sanno dove si trovano né perchè, finché ad uno di loro non viene un’idea: sono in un libro, ma manca la storia. Decidono di aspettarla, ma il coniglietto si annoia anche perché, aspettando, nessuno degli altri vuole fare un gioco con lui. Così, apre lo zaino (lui, in effetti è l’unico ad avere qualcosa con sé) e prende l’iniziativa: comincia a disegnare delle foglie, un albero, una casetta sull’albero, un’altalena, un dinosauro, uno scoiattolo, degli uccelli … Via via la pagina bianca di sinistra si riempie, mentre gli altri animaletti aspettano in quella di destra. Si divide così il libro in due parti: da qui in poi, infatti, la narrazione si sviluppa parallelamente in due mondi diversi uno sulle pagine di destra dove ci sono gli animaletti, e uno sulle pagine di sinistra dove il disegno avanza. Qualche pagina dopo il ricongiungimento: il disegno, infatti, supera la “sua” pagina ed invade lo spazio degli animaletti coinvolgendoli nella sua narrazione iconica. Entrambe le pagine si riempiono di colori, di suoni e di personaggi, finché arriva una cicogna con un pacco contenente la storia. Ma è troppo tardi: le bestiole ne hanno già inventata una loro e sono pronti a raccontarla. Inizia così: “C’era una volta una pagina bianca”. Quella che sembra la conclusione non è, quindi, una conclusione: la struttura circolare del libro, con la fine uguale all’inzio, crea, infatti, ulteriori possibilità narrative per un gioco di storie nuove ipoteticamente infinito.

Questo libro di Marianna Coppo non è un albo illustrato nello stretto significato tecnico del termine. Non è nemmeno un albo illustrato senza parole. E’ un libro particolare dalle grandi potenzialità narrative che si sviluppano se il lettore è abile nel cogliere gli spunti lanciati dalle poche parole e dai disegni che via via crea il coniglietto. Come per gli albi illustrati senza parole, le storie che si possono inventare, guardando questo mondo disegnato che pian piano prende forma, sono tante e tutte diverse, come diversi sono i lettori che prendono in mano questo libro: basta che lascino volare la fantasia sulle dolci illustrazioni e le storie vengono da sé.
Sul verso di copertina si legge “Nella vita c’è chi aspetta la propria storia e chi invece prende l’iniziativa. E cambia le cose”: un altro indizio, un’altra potenzialità di queste pagine che, messe in mano ai ragazzini più grandi, possono aprire interessanti discussioni e riflessioni. Se gli animaletti avessero fatto attenzione a ciò che stava succedendo lì vicino a loro, nella pagina a fianco, invece che sbuffare nell’attesa della loro storia, avrebbero “vissuto” prima e più avventure? Se avessero preso un’iniziativa per trovare la loro storia, non avrebbero atteso così a lungo: per ottenere qualcosa, per raggiungere i propri obiettivi, per realizzare un sogno, si deve fare qualcosa, aspettare che arrivi da fuori, spesso non è abbastanza.
Andando oltre, ci sarebbe da pensare anche alla noia del coniglietto da cui nasce la sua creatività… . Altro spunto, altro tema… .
Un lavoro interessante per una lettura condivisa con i bambini a partire dai 5 anni.

Marianna Coppo
Una storia molto in ritardo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.] - €12,90

mercoledì 18 dicembre 2019

ELFI AL QUINTO PIANO

Elfi al quinto piano

Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p

Una storia di Natale dedicata ai bambini e ai – ragazzi che disubbidiscono agli
adulti per cambiare il mondo”, a quei ragazzi che sanno “andare oltre” ciò che frena i grandi e gli impedisce di agire. Si tratta dell’ultimo lavoro di una delle due autrici del tanto famoso quanto discusso “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (Mondadori).
Ed anche questo è uno di quei libri che può far discutere.
E’ una tipica storia di Natale, ma con un elemento mai presentato prima in una storia di Natale: una famiglia arcobaleno. Manuel, Camila e Shonda, i bambini protagonisti di questa magica vicenda, hanno, infatti, due mamme.
Si sono appena trasferiti nella città di R., perché, se fossero rimasti dove erano, avrebbero rischiato di venire divisi, visto che le famiglie con due mamme non erano ben accettate. A parte Olivia, una bambina che li ha quasi investiti con la sua “valimobile” appena scesi dal treno, nessuno dei nuovi vicini, né degli altri adulti in città, rivolge loro la parola. In questa città, del resto, non succede mai nulla di brutto, perché nessuno fa niente, e tanto meno parla con gli estranei: è ovvio che niente di male può accadere. Il giorno dopo il loro arrivo, dieci simpatici elfi si presentano a casa loro incaricati da Babbo Natale in persona di trovare una base operativa del Natale per la città di R. e chiedono ai ragazzi di aiutarli a impacchettare i 230.119 regali per i bambini e consegnarli in tempo per il passaggio della slitta. Inizia, così, l’avventura dei tre fratelli che si mettono subito al lavoro. Ben presto, però, la catena di montaggio, che si installa nella loro casa, crea trambusto e attira l’attenzione della polizia. Per non essere scoperti, agli elfi non resta che far sparire tutto, bambini compresi. La situazione, però, si complica ulteriormente perché neanche le loro mamme sanno dove sono finiti e, in più, il tempo stringe e il Natale non può aspettare.
Sarà Olivia, l’unica amica di questa famiglia, una ragazzina intraprendente e piena d’inventiva, assieme ai suoi compagni scout, a far sì che la missione di Babbo Natale sia portata a termine e, soprattutto, a convincere gli adulti di quanto è importate e bello stare insieme e condividere tutto con gli altri.

Di questa storia si deve, prima di tutto, sottolineare la qualità del testo, cosa piuttosto difficile da trovare nei libri recenti rivolti ai bambini intorno agli 8 anni. Siamo di fronte a un italiano abbastanza ricco, sostenuto nelle strutture e denso nel lessico. Una lingua che non scade nel banale del paratattico semplicistico allettante per i bambini perché facile da leggere. Il testo è linguisticamente curato. In esso dialoghi, caratterizzazione dei personaggi, struttura, ritmo e coerenza narrativa sono gestiti con armonia, stanno bene in equilibrio tra loro e fanno presa sul lettore. La storia è avvincente e la curiosità di scoprire come la situazione potrà risolversi tiene incollati alle pagine. Anche la soluzione dell’intreccio è lineare e regge bene.
Nel parlare di questo libro, però, come di tutti gli altri, bisogna essere onesti e sinceri e non glissare, sul fatto che dentro questa storia ci sono le famiglie arcobaleno, quella dei protagonisti, e anche altre che, in un passaggio, giocano ai giardini. Dico questo non per fare censura, assolutamente no, ma per sottolineare che si deve rispettare la sensibilità di tutti. Leggendo sul web alcune presentazioni di questo libro, ho trovato dei testi interessanti ed equilibrati, altri, invece, assolutamente e fuorvianti in quanto non contenevano nessun accenno alla famiglia con due mamme, suo l’elemento rivoluzionario e caratterizzante.
Nei libri per i bambini ci sta e ci deve stare tutto. Le storie devono rispecchiare la realtà e l’attualità in cui i piccoli vivono e lo devono fare con delicatezza e leggerezza. I libri e le storie, infatti, sono ottimi strumenti per interpretare la realtà, per confrontarsi con il mondo. E’, quindi, importante che trattino di tutto, ma in modo adeguato al pubblico cui si rivolgono. “Elfi al quinto piano” è una fiaba universale che parla di diversità, di rispetto, di accoglienza contrapposta all’indifferenza e alla chiusura che derivano dalla paura dell’altro. E lo fa in modo appropriato. E’ assodato che stereotipi e condizionamenti non dovrebbero entrare (anche se, purtroppo, se ne trovano ancora molti) nella narrativa per bambini e ragazzi: la normalità è ciò che ognuno percepisce come tale e ognuno dovrebbe rispettare la normalità degli altri. E, in questa storia, troviamo la diversità di questa famiglia calata nella normalità della vita di tutti i giorni. I bambini sono più aperti degli adulti, hanno meno preconcetti, ed è per questo che, trovando il modo giusto, si possono proporre loro anche modelli diversi. Sulla base delle storie, poi, si può parlare delle situazioni e si può discutere su ciò che circonda i piccoli nella società di oggi, ma non si deve giudicare. E’ per questo che ritengo importante che una storia come questa venga pubblicizzata e presentata onestamente. Poi sta all’adulto mediatore di letture valutare se proporla o meno e come farlo. Chi promuove la lettura deve conoscere bene i bambini e deve conoscere ancora meglio i libri. La letteratura, anche quella per i piccoli, è specchio del mondo in cui viene creata e può diventare universale, superare i limiti di tempo e di luogo, se lo fa con leggerezza di toni, esattezza di contenuti e molteplicità di sguardi.
Consigliato da 9 anni.

Elfi al quinto piano
Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p. - € 14,00

mercoledì 11 dicembre 2019

SFUMATURE DI ACCOGLIENZA

Cosa c’è nella tua valigia?

Chris Naylor-Balleseros
Terre di Mezzo, 2019 – [32] p. -€ 15,00


Un giorno arriva uno strano essere verde trascinando una valigia pesante. Una gallina, una volpe e un coniglio si chiedono che cosa possa esserci dentro. Il nuovo arrivato risponde che nella sua valigia ci sono una tazza da te, un tavolo e una sedia per sedersi a bere il te e una casa, la sua casa, dove preparare questo te. La creatura è stanchissima e si addormenta lasciando per terra la valigia. Incuriositi e diffidenti, i tre altri animali decidono di aprirla. La forzano e dentro ci trovano solo una tazza da te rotta e la foto sbiadita di una casetta. Pensano di essere stati ingannati. Ma forse non è proprio così. Svegliandosi, lo strano animale rimane stupito di ciò che hanno fatto le tre bestiole, che, scoperta la sua storia, gli fanno un regalo speciale.
Cosa c’è nella tua valigia?” è una piccola dolce storia che parla di accoglienza, di amore, di gentilezza e di attenzione per chi ci sta vicino e per chi arriva da lontano. Ognuno viaggia con il suo bagaglio e porta con sé le cose per lui importanti. Anche i ricordi sono bagaglio, a volte pesante, a volte leggero. E’ con i ricordi e le aspettative che si affrontano le sfide, si attraversano i sogni e si cerca di vivere la realtà. D’altro canto, il nuovo, il diverso, l’inaspettato può far paura. Diffidenza e sospetto sono pronti a far da difesa. Ma è inutile stare sulle difensive prima ancora di sapere se il pericolo esiste veramente.
Non servono tante parole, non servono immagini complesse e dettagliate: nella semplicità si nasconde l’empatia, si trasmettono emozioni, si aprono mente e cuore per ridurre la distanza tra le creature nata da diffidenza e pregiudizio. Un po’ di gentilezza e generosità costano poco e valgono molto. Cambiare punto di vista e ribaltare la situazione, come ha fatto il coniglio, in fondo, a volte è la via migliore.
Un albo illustrato da proporre a partire dai 4 anni.

giovedì 5 dicembre 2019

UNA STORIA DI STORIE

La gamba di legno di mio zio

Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p.

E’ un intreccio di realtà, storie e fantasia “La gamba di legno di mio zio” (Sinnos). Una storia scritta da Fabio Stassi e illustrata da Veronica Truttero per raccontare di una famiglia in cui, a Natale, si prepara il posto a tavola anche per gli zii partiti per l’America e mai tornati. E’ narrata in prima persona da un ragazzino che ama leggere (“mia madre è convinta che abbia qualcosa che non va, perché me ne sto sempre a leggere, tutto il giorno”) e che ascolta affascinato le storie della nonna che ricorda il passato e immagina ciò che può essere successo ai figli partiti per l’America più di trent’anni prima. Nella testa del bambino questi racconti si intrecciano con le avventure che legge, finché, un giorno un vecchio bussa alla port. La nonna lo riconosce subito, è lo zio Amerigo di nuovo a casa. Per il ragazzo è naturale l’associazione tra la gamba di legno di questo zio e la gamba di mascella di capodoglio del carismatico Capitano Achab. E così, mentre la famiglia fa festa allo zio tornato e ricorda il passato giocando con parole e antichi detti tradizionali, il ragazzino immagina una storia tutta sua, piena di avventure e di incontri emozionanti di come l’uomo ha perso la gamba ed è arrivato in America.
Una storia di famiglia e di emigrazione italiana. Una storia ambientata circa mezzo secolo fa. Lo si deduce, non solo dall’assenza trentennale dello zio Amerigo, ma anche dallo stile rétro delle illustrazioni che ritraggono l’abbigliamento dei personaggi e l’arredo della casa. Una storia in cui i ricordi e le emozioni, dal dolore per la lontananza alla gioia per il ritorno, si avvicina alle tante storie di emigrazioni di oggi.
Fabio Stassi, grande autore per adulti, nelle sue opere ama scrivere di libri, storie e narrazioni. E non poteva essere diversamente in questo suo lavoro pensato per i bambini: una storia di storie.
Una storia di alta qualità anche dal punto di vista linguistico con una scelta lessicale raffinata. Non per questo, però, il libro risulta difficile, anzi, la narrazione intriga e aumenta di ritmo pagina dopo pagina, culminando nella storia inventata dal bambino. Interessante osservare come le illustrazioni accompagnano il testo con citazioni dai classici d’avventura della letteratura per ragazzi. Una lettura da consigliare ai ragazzini che amano l’avventura e le storie.
Indicato dai 6 anni per la lettura condivisa, dagli 8 per la lettura autonoma.

La gamba di legno di mio zio
Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p. - € 14,00


mercoledì 27 novembre 2019

IL PIACERE DI LEGGERE UN ALBO ILLUSTRATO

  (Albi illustrati – 9)
La lettura in senso lato non è una pratica lineare che si risolve con l’affrontare un testo, apprezzarne il contenuto e riassumerlo o raccontarlo per farlo proprio. La lettura è un’esperienza profonda che implica un testo e un lettore e gli elementi che portano entrambi sono fondamentali per la riuscita completa del processo. La lettura si costruisce progressivamente aggiungendo all'esperienza contingente del testo continui elementi del proprio vissuto, del proprio ambiente, del proprio “dejà-lu” (già letto). Leggere significa entrare nel libro “personalmente” e renderne unica la fruizione con le proprie competenze. La rilettura, poi, è un’ulteriore esperienza sempre diversa che varia perchè il lettore è “cresciuto” e così il suo vissuto e il suo letto. Con questi elementi, infatti, il lettore riempie “di suo” i vuoti narrativi che il testo presenta e lo fa in modo assolutamente personale. Quando poi il lettore arriva a comprendere il gioco/l'intento dell'autore, scatta il piacere del leggere legato al rapporto specifico che si crea tra libro, lettore e autore: un qui e adesso diverso da ogni altro in ogni altro momento.
Tutte queste considerazioni sulla lettura sono perfettamente applicabili anche alla lettura degli albi illustrati.
Gli albi illustrati sono le prime esperienze di lettura che fanno i bambini e su queste poi costruiscono il loro percorso di lettori. Quindi il ruolo attivo di ogni bambino-lettore nello sviluppo della narrazione della storia proposta dall’albo illustrato è fondamentale. Mentre si legge un albo illustrato, agendo sull'accumulo e la sottrazione degli elementi verbali e iconici, il gioco della lettura entra nel vivo e crea aspettative e partecipazione. Più si legge e più si entra nel meccanismo del piacere dato dalla consapevolezza di ciò che ci si può aspettare (ripetizioni, varianti, sorprese, colpi di scena e svelamenti inaspettati), unito al piacere dato dalla consapevolezza di come si interagisce personalmente con questi elementi attraverso un ruolo attivo di lettori partecipi. Negli albi illustrati il piacere è amplificato dal rapporto perfetto ed equilibrato tra illustrazioni e testo: due mezzi di narrazione che si completano a vicenda dando vita alla storia.

Il muro in mezzo al libro

Jon Agee
Il Castoro, 2019. 42 p.
da 4 anni, lettura autonoma da 6 anni

Per avere un esempio concreto di quanto fin qua descritto, si può aprire Il muro in mezzo al libro” di Jon Agee edito da Il Castoro.
In questo albo si racconta di un piccolo cavaliere convinto di essere dalla parte giusta di un muro, da quella più sicura. Dall’altra parte, infatti, ci sono bestie feroci e perfino un orco malvagio. Man mano che si girano le pagine e il piccolo cavaliere racconta di quanto è felice che ci sia un muro in mezzo al libro, la situazione che il lettore vede, però, è esattamente opposta a quanto crede lui. Il piccolo cavaliere, in effetti, non si accorge che la sua parte di libro si sta riempiendo d’acqua e che in essa si nascondono diversi pericoli. Per fortuna l’orco, che cattivo non è, lo salva all’ultimo momento e lo porta dalla sua parte del muro, dove ci vuole un po’ perché il cavaliere capisca che forse non tutto è come sembra.

 

In questo albo l’intreccio tra le illustrazioni, da osservare nei dettagli, e il breve testo è fondamentale per il completamento della narrazione e la riuscita della sua comunicazione. Il fatto che il lettore possa vedere contemporaneamente ciò che c’è e ciò che succede dalle due parti del muro è alla base del significato del libro. Le parole del cavaliere, infatti, contraddette dalle illustrazioni, risultano alquanto assurde e questo crea per il lettore l’intelligente umorismo con cui è reso il senso della storia. La doppia pagina tagliata a metà dal muro è la struttura su cui si basa tutta la narrazione che inizia già sulla copertina e nei versi di copertina, parti del libro che vanno “lette” come tutto il resto. Un libro da guardare bene, riservando un’attenzione particolare anche agli occhi degli animali testimoni della presa di coscienza del piccolo cavaliere.
Presentato a bambini intorno ai 5-6 anni, capaci già di fare determinate deduzioni e inferenze partendo dal concetto di muro come “divisione”, questo libro sprigiona al meglio la sua forza narrativa e i lettori provano (inconsapevolmente) il piacere di coglierne ogni sfumatura.


giovedì 21 novembre 2019

UNA STORIA TIRA L'ALTRA

Ultimo venne il verme. Favole

Nicola Cinquetti
Bompiani 2016, 154 p. - € 12,00
da 6 anni

 Sono racconti. Sono favole. Sono brevi storie che, come le ciliegie “una tira l’altra”: letta una, non si può non leggere le altre. E anche rileggerle. Sono 56 e sono raccolte in “Ultimo venne il verme” (Bompiani, 2016). Le ha scritte Nicola Cinquetti. Storie divertenti come la “Favola di io e tu”, storie imprevedibili come “Il bambino e lo struzzo”, storie amare come “La rincorsa del cammello”, storie improbabili come “Il mago della pioggia”, storie spiazzanti come “Cuore di gallina“ e, per cominciare, un vero e proprio inno alla lettura “L’orso non dorme”. Il sottotitolo le definisce favole, forse perché in loro ci sono molti animali. Forse perché hanno una morale, un messaggio, anche se non esplicitati. Sono piccoli testi tanto insoliti quanto ricchi di contenuto e piacevoli come poesie. Piccole narrazioni leggere e ironiche in cui si apprezza l’accurato uso della lingua e l’attenta scelta delle parole organizzate in scorrevoli strutture linguistiche capaci di metterne in risalto tutto il potere comunicativo ed evocativo. Non ci si annoia a leggere queste storie: a ogni pagina una bella sorpresa per quanto riguarda ciò che raccontano e a ogni paragrafo, a ogni riga una bella sorpresa per come la raccontano.
Non è facile scrivere racconti brevi: bisogna saper prendere il lettore in poco

spazio, tenerlo legato e fargli venire il desiderio di leggere ancora. Nicola Cinquetti ci riesce grazie a finali spiazzanti, figure curiose e situazioni inaspettate. Perfettamente in linea con tutto ciò sono, poi, le illustrazioni di Franco Matticchio, che con discreta maestria accompagnano i testi: piccoli disegni, schizzi curiosi che da un angolo o dal fondo della pagina, lanciano al testo un veloce commento non scontato.
Adatte ai bambini fin dal primo ciclo della scuola primaria, queste storie possono piacere molto anche ai più grandi. Leggendole un sorriso spunterà sulla loro bocca e potrà essere un sorriso divertito, malinconico, ampio, stentato, beffardo o bonario: un sorriso diverso per ognuna di loro. Ed è molto probabile che a tutti verrà voglia di condividerle, di raccontarle o farle leggere a qualcun altro.



domenica 17 novembre 2019

ANCHE DONNE E BAMBINI HANNO FATTO LA STORIA


Uno sguardo più completo sulla storia grazie ai due volumi della collana “Storie nella Storia” delle edizioni Settenove a cura della SIS – Società Italiana delle Storiche. 

La collana è nata nell’intento di riportare una versione più completa della storia che si trasmette ai bambini e ai ragazzi, una storia fatta non solo da uomini, ma anche da donne e bambini.
In uno studio condotto da Elisabetta Serafini dell’Università di Torvergata e responsabile per la Sis della didattica, presentato nell'ambito del VII Congresso della Società Italiana delle Storiche (Pisa, 2-4 febbraio 2017), è emersa l’estrema marginalità delle donne nei libri di scuola. Analizzando diciotto testi scolastici dei più importanti editori nazionali, destinati alle classi dalla terza della scuola primaria alla terza della scuola secondaria di primo grado, libri di formazione che influenzano la conoscenza e l'immaginario di ragazzini e ragazzine dagli otto ai quattordici anni, è emersa una storia senza donne, o dove le donne, salvo poche eccezioni di regine, sante o qualche figura ribelle, compaiono raramente e solo in piccole note a margine o in brevi paragrafi aggiunti soprattutto in seguito a precise indicazioni normative non applicate, comunque, nel dovuto modo. L’impressione risulta quella che solo gli uomini hanno avuto vera influenza sul corso degli eventi.
I due volumi “Preistoria. Altri sguardi, nuovi racconti” e “Le Civiltà dei Fiumi. Altri sguardi, nuovi racconti” sono particolarmente adatti ai bambini del secondo ciclo della scuola primaria e raccontano le civiltà antiche in cui le donne non hanno avuto quel ruolo marginale che erroneamente si pensa, ma erano parte attiva delle comunità con compiti precisi e ruoli anche di responsabilità. 
Con questi libri si vogliono scardinare stereotipi e sviluppare senso critico. Non si tratta di pubblicazioni estremizzanti, ma di libri che obiettivamente integrano il racconto che fin qui si è fatto della storia, tenendo conto di tutte le componenti sociali, non solo di quella maschile e quindi rendendolo completo.
L’insegnamento della storia è importante per lo sviluppo del pensiero e per contestualizzare diversi concetti sociali del nostro tempo come famiglia, scuola, società, governo … , ed è quindi fondamentale dare una visione obiettiva di come si sono formati e di come i ruoli di uomini, donne e bambini si sono intrecciati in questo processo, valorizzando relazioni e differenze.
I due libri sono utile strumento anche per gli insegnanti e sono corredati da apparati didattici e di approfondimento scaricabili dal sito dell’editore nelle schede relative.

Preistoria. Altri sguardi, nuovi racconti
Elisabetta Serafini, illustrazioni di Caterina Di Paolo
Settenove, 2018, 52 pp., € 14,50
da 8 anni

Le Civiltà dei Fiumi. Altri sguardi, nuovi racconti
Francesca Minen, illustrazioni di Caterina Di Paolo
Settenove, 2019, 52 pp., € 14,50
da 8 anni