lunedì 14 ottobre 2019

L'INTERNATIONALE JUGENDBIBLIOTHEK A MONACO


(Internationale Jugendbibliothek - 1)




Ne ho letto tante volte. Spesso ne ho visitato il sito internet. La storia della sua nascita è molto interessante. Sto parlando della Internationale Jugendibliothek (IJb), la biblioteca internazionale di letteratura giovanile, a Monaco. Lo scorso fine settimana l’ho potuta finalmente visitare e anche se avevo visto delle foto e letto diverse cose in internet è stata un’emozione.
La Ijb ha sede in un castello (come tutte le cose preziose) immerso in un parco, Schloss Blutenburg, con molto verde e un laghetto. C’è una corte interna, una cappella e un ristorante. La biblioteca per i bambini, aperta alle visite e all’utilizzo come tutte le altre biblioteche, occupa alcune sale a piano terra con le pubblicazioni più recenti per i piccolissimi fino ai ragazzi di 13 anni nelle diverse lingue del mondo. Al piano sopra la Kinderbibliothek ci sono due sale congresso e il museo dedicato a Michael Ende. Sull’altro lato del giardino c’è la sala studio con i testi, provenienti da diverse paesi, riguardanti la letteratura per ragazzi, la lettura, la promozione alla lettura e gli autori per ragazzi. La raccolta storica, oltre 640.000 volumi in 240 lingue prodotta negli ultimi 600 anni è conservata in un magazzino dislocato in un altro stabile. Tutti i libri sono, comunque, consultabili: è sufficiente cercali nel catalogo on-line e richiederli due settimane prima dell’arrivo a Monaco per poterli trovare a propria disposizione in sala. Disponibili per lo studio sono anche i suoi 30.000 volumi di letteratura grigia, i 130 periodici specializzati e tantissimi altri materiali informali, compresa una grande raccolta di poster.
Questa biblioteca, unica al mondo nel suo genere, è stata fondata da Jella Lepmann nel 1949 per dare a donne e a bambini “cibo per la mente” dopo le grandi privazioni del tempo di guerra. Il racconto della sua esperienza scritto da lei stessa, lettura che consiglio vivamente a chi si occupa di letteratura per l’infanzia, è stato ripubblicato lo scorso anno con una nuova traduzione da Sinnos “Un ponte di libri” (2018) 

I libri nel dopogerra: cibo per la mente
 
Il criterio principale della raccolta della IJb è la qualità letteraria e l’originalità delle opere così come il loro significato per lo sviluppo della letteratura per bambini e ragazzi nei vari paesi. I libri così selezionati arrivano alla IJb soprattutto come dono da parte dei vari editori nel mondo. Non tutti, ci dice l’operatore, ma quasi. Solo una piccola parte viene acquistata.
Sebbene la mia visita non fosse stata organizzata come momento di studio, nel senso che non ci sono andata con lo scopo di fare una particolare ricerca, le quasi tre ore che vi ho passato curiosando in giro e parlando con le operatrici sono state non solo un grande piacere, ma anche un momento di arricchimento. E’ stato come vedere in modo più concreto il mio studio di questi anni. Vedere che ai libri per bambini e ragazzi è dedicata tanta attenzione specialistica da parte di studiosi di tutto il mondo, mi ha fatto sentire parte di un tutto che va ben oltre gli stretti limiti della mia scrivania e di quanto ho potuto approfondire nel tempo.
Mi permetto solo una piccola nota alla biblioteca per bambini in sé: fisicamente, confrontata con altre biblioteche dedicate ai ragazzi o con le sezioni bambini-ragazzi di alcune altre biblioteche che ho potuto visitare sia in Italia che all’estero, le sale della Internationale Jugendbibliothek di Monaco non sono nulla di speciale. Fantastica, però, è l’idea che esse non siano che la punta dell’iceberg di materiali e potenzialità di approfondimento, di studio e di piacere che questa istituzione nasconde.
Il suo sito internet è: IJb
(Continua - 1)




giovedì 10 ottobre 2019

LA LIBERTA' PRIMA DI TUTTO


Il colore grigio argentato del pelo dell’ultimo lupo vivente del Regno Unito ispira a Clay il nome “Nebbia”. Il lupo è arrivato in città con il circo e sebbene Clay non possa permettersi di andare allo spettacolo, non può non notare le locandine che annunciano la presenza dell’animale e subito nasce in lui il desiderio di andarlo a vedere. “Nebbia” (Il Castoro) è una storia ambientata nella Londra di fine ‘800. Un ambiente difficile per i bambini orfani costretti a sopravvivere vendendo quello che trovano scavando nella melma del Tamigi: mudlarks (allodole del fango) vengono chiamati questi ragazzini e Clay è uno di loro. Insieme a Nucky e Tod formano una delle bande che si contendono con le rivali il territorio e i “tesori”. Per fortuna Clay è sempre stato sotto l’ala protettiva del vecchio Sal, che lo ha salvato più volte da situazioni difficili, ma, soprattutto, gli ha insegnato anche valori profondi e a distinguere tra giusto e sbagliato. Entrato di nascosto nel caravanserraglio, Clay, grazie all’aiuto di Ollie, una ragazzina che viaggia con il circo insieme alla nonna, la zingara che predice il futuro, riesce ad entrare nello spazio delle gabbie degli animali e a vedere il lupo: è bellissimo, maestoso, potente, e fiero. Dietro le sbarre, però, il lupo soffre visibilmente ed è molto nervoso, anche per i metodi crudeli che usano i custodi e i domatori. Clay decide che deve riuscire a liberarlo. Non è facile: il circo è pieno di gente a ogni ora e non c’è molto tempo. Clay, però, non desiste e … .

Una storia appassionante che si legge d’un fiato. Un romanzo in cui la storia della Londra vittoriana e della condizione dei piccoli orfani fa da sfondo a diverse relazioni di amicizia: quella tra Clay e il vecchio Sal, quella tra Clay e gli altri ragazzini, quella tra Clay e Ollie, e, soprattutto, quella tra Clay e il lupo. Quest’ultima non è un’amicizia come le altre: è un sentimento profondo che nasce dal rispetto per l’animale e dalla fiducia che il ragazzino riesce a conquistarsi.
Un bel libro per la lettura individuale, ricco anche di spunti per una lettura condivisa o da proporre a un gruppo di lettura con lettori di 10-12 anni.
Nel romanzo, infatti, emergono molti temi che non sono trattati didascalicamente, ma si intravedono nelle interessanti situazioni descritte e nei dialoghi tra i personaggi. Uno per tutti il tema della libertà e del diritto per ognuno, persona o animale che sia, a vivere la propria vita senza vessazioni da parte di chi è più forte. Il lupo diventa metafora per la vita in piena libertà.
Una storia intrigante annunciata da una splendida la copertina: impossibile non prendere in mano questo libro e cominciare a leggere.

Marta Palazzesi
Nebbia
Il Castoro, 2019, 151 p. € 13,50
Età di lettura: da 11 anni

domenica 6 ottobre 2019

DI BUONI ALBI ILLUSTRATI NON CE N’E’ MAI ABBASTANZA!


(Albi illustrati - 7) 

La lettura di un albo illustrato è un'esperienza completa che coinvolge il bambino in tutto il suo essere. Fare esperienza di un albo crea forme di pensiero, organizzative, deduttive e interpretative, utili strumenti da mettere nel bagaglio utile per crescere.
Tante sono le chiavi d'accesso agli albi illustrati tanti quanti sono i lettori e tante quanti sono gli albi. Da qui l'importanza di leggerne, vederne, fruirne tanti, diversi, per avere diversi punti di vista e sviluppare diverse visioni interpretative. In questo modo si impara ad apprezzare la varietà di storie, di illustrazioni, di forme. In un’intervista a David Almond si legge che gli albi illustrati, come i buoni libri di letteratura, non sono fissi, non stanno fermi sullo scaffale dove li riponiamo, non sono ben contenuti nelle loro copertine finemente rilegate. Sono dei “mostri selvaggi” come li intendeva Sendak, vivono “dentro”, hanno un potere forte di far emergere situazioni, emozioni, pensieri. Riescono a creare una ridda selvaggia, ma lasciando a tutti i Max la certezza di un cena al rientro. I libri per Almond, sono una forma dell'avventura che spinge fuori il lettore dalle pagine dell'albo e lo trasporta nella vita vera.
(7 - continua)
Risultati immagini per nel paese dei mostri selvaggi babalibri


Nel Pese dei mostri selvaggi. Maurice Sendak, Babalibri, 1999
 
(7 - continua)

giovedì 3 ottobre 2019

NON ESISTE IL METODO INFALLIBILE

L’idea di un libro con sullo sfondo la promozione alla lettura scritto per i
ragazzini di quarta-quinta della scuola primaria è piuttosto curiosa. Ci ha pensato Nicola Cinquetti con il suo “I maschi non leggono”, pubblicato a settembre da Giunti nella collana Colibrì.

Un libro divertente che, in mano a chi fa promozione alla lettura, può portare scherzosamente a qualche riflessione del tipo “Spero di non arrivare mai ai metodi del maestro Dindoli!” Da questo punto di vista non credo, però, che Nicola Cinquetti abbia voluto dare il messaggio “il fine giustifica i mezzi”, o “qualsiasi cosa purché leggano”. (Anche perché, sono d’accordo con lui quando durante un incontro mi ha detto che i libri non si scrivono per dare messaggi... ).

Scherzi a parte, la parodia di chi si ostina a far leggere i ragazzi a tutti i costi è interessante, messa poi in un libro per i ragazzini, che molti leggeranno, forse proprio perché “devono”, ha un suo perché.

E’ chiaro, comunque, che non tutti i ragazzini leggono, che non tutti diventeranno lettori. E più si va avanti, nonostante tutte le forze che si stanno mettendo in campo per “creare lettori”, sempre meno lo diventeranno, almeno per un po’ di tempo, finché questo periodo di mancanza di tempo, di frenesia, di “tutto e subito”, di “abbuffate tecnologiche” non finirà (se finirà!) o troverà un nuovo equilibrio.

Quella raccontata da Nicola Cinquetti è una storia abbastanza semplice ma non scontata. Racconta con umorismo del maestro Dindoli che arriva nuovo nella scuola e si trova di fronte una quinta classe in cui tutti i maschi non leggono, mentre le femmine, Maddalena in particolare, sono delle lettrici, anche esagerate. Parlando con il dirigente, il maestro gli assicura che riuscirà a farli leggere. Iniziano così una serie di lezioni che hanno dell’assurdo, mentre fuori da scuola i ragazzini decidono di farla pagare a Dindoli. “Chi ride ultimo” è il titolo del capitolo finale. Povero maestro! Ma anche poveri ragazzi: Moby Dick in quinta elementare! Chissà chi l’avrà vinta.

Un libro un po’ surreale che si legge senza difficoltà e in cui, nonostante sia rivolto a ragazzini non gran lettori, si apprezza l’uso della lingua italiana con il suo vocabolario e suoi periodi che possono essere anche “lunghetti” senza risultare né pesanti, né difficili. Anche i dialoghi sono riusciti e le situazioni, seppur paradossali, reggono bene.

Un libro facile per i ragazzini, con qualche frecciatina per gli insegnanti (sempre che lo leggano!).

Un libro per bambini simili a quelli della quinta del maestro Dindoli, e che, alla fine, almeno questo libro lo avranno letto!



Nicola Cinquetti

I maschi non leggono

Giunti, 2019 - 118 p. - € 8,90

Età di lettura: da 9 anni

lunedì 30 settembre 2019

NON DI SOLE PAROLE

 (Albi illustrati - 6)
Non si può giudicare il valore di un albo illustrato considerando il testo più importante delle immagini o viceversa. Uno degli aspetti che caratterizzano gli albi di bassa qualità, infatti, è quello di offrire, per esempio, immagini di grande valore in contesti linguistici poveri, sciatti, banali senza nessuna ricerca linguistica o stilistica, oppure, viceversa, testi molto ricchi e attentamente studiati, accompagnati da illustrazioni di scarso valore.
In realtà un buon albo ha ragione di essere chiamato tale se entrambi, testo e illustrazione, sono di qualità e se sono ben disposti l’uno rispetto all’altro all’interno delle pagine.
Nel valutare gli albi illustrati è molto importante riflettere su quelli che sono i contenuti nel loro insieme di testo e di immagine. Il contenuto di un albo è l'insieme di tutte le sue componenti: qualità letteraria del testo e rilevanza artistica delle illustrazioni, entrambi, ovviamente, rapportati al target d’età di riferimento.

PICCOLE TIGRI. Jo Weaver, Zoolibri, 2019  

Scacciati dal loro attuale territorio dall’arrivo degli uomini, una tigre madre e i suoi cucioli cercano una nuova casa. Le belve, in parte antropomorfizzate (espriono emozioni e hanno il potere della parola ma altrimenti si comportano come vere tigri) considerano una serie di opzioni: una grotta dietro una cascata, che però è troppo umida, i rami di un albero, che però sono troppo alti, un buco in una pianta, che però è già abitato da un serpente. Sembra un’impresa impossibile finchè trovano il posto perfetto: un antico tempio nascosto dalla vegetazione. Il tono colloquiale e la trama narrata in modo familiare contrastano piacevolmente con la giungla fitta dove la storia è ambientata. Le illustrazioni a carboncino, colorate in digitale, sono deliziose: le calde sfumature di arancione esaltano i mantelli pelosi delle tigri e li mettono in contrasto con l’oscurità dei posti inospitali in cui si muovono.
Molto interessante il gioco di chiaro scuro che si crea sulla pagina tra illustrazioni e testo. Ciò che le parole non dicono, viene rappresentato dalle figure e ogni pagina nasconde molti significati da scoprire osservando e leggendo bene. Indizi sono lasciati dall’autore attraverso i tratti, i colori, e la font, con i caratteri che variano di misura e di peso in base a ciò che intendono sottolineare. Un albo illustrato di qualità. 
(Continua - 6)

lunedì 23 settembre 2019

LA VITA SUL SENTIERO

La signora Tasso, che è già piuttosto vecchia, ogni mattina esce dalla sua casetta nel bosco ai piedi del monte e si incammina per un sentiero per raggiungere la cima, da dove ama osservare il meraviglioso paesaggio. Lo fa sempre allo stesso modo, quasi con metodo incontrando i suoi amici animali, aiutandoli se hanno bisogno, e osservando la natura. Un giorno Lulù, un piccolo gattino, le chiede di accompagnarla. E’ piccolo e la strada è faticosa per le sue gambette, ma pian piano grazie all’incoraggiamento della signora Tasso, anche lui ce la fa e insieme arrivano in vetta. Che meraviglia! Il tempo passa e Lulù diventa sempre più grande e più forte mentre la signora Tasso non ce la fa più ad andare con lui. Il testimone simbolico passa così nelle mani del gattino che a sua volta, qualche tempo dopo, insegnerà ad un piccolo coniglio che sentiero prendere per arrivare sul monte. Prima il gattino e poi il coniglietto imparano, percorrendo il sentiero, le cose importanti della vita: quanto è prezioso l’aiuto degli amici, che è meglio ascoltare tanto e parlare poco, che bisogna saper prendere molte decisioni, quanto fa bene osservare la bellezza del creato e, soprattutto, che ognuno può essere artefice del suo destino.
Unica parola del titolo, è proprio “Il sentiero” (Orecchio acerbo, 2018) il vero protagonista di questo libro illustrato in cui narrazione e piccola osservazione naturalistica si compenetrano e, insieme, raccontano una bella storia. Il sentiero rappresenta ciò che ognuno vorrebbe fare nella sua vita e l’opportunità che ha di farlo. Così, al centro del racconto si trova lo scorrere del tempo, il ciclo della vita, il ricambio generazionale. Temi importanti presentati in modo lieve e naturale, ma soprattutto ottimistico, senza recriminazioni.
Le dolci illustrazioni dai colori pastello accompagnano un testo che, seppur essenziale, si fa leggere ed ascoltare con attenzione, riaffiorando nella memoria anche dopo aver chiuso il libro. Un testo che distingue graficamente due piani di lettura: il dialogo tra gli animaletti protagonisti e lo svilupparsi della storia, come se un narratore esterno si fermasse qui e lì per lasciar spazio alle loro voci.
Un libro da leggere lentamente con i bambini osservando le illustrazioni che, nella loro semplicità, sono ricche di dettagli eloquenti, non ripetizioni del testo, ma nuovi elementi che lo impreziosiscono. Un libro che è storia, che è natura, che è poesia.

Marianne Dubuc – traduzione di Paolo Cesari
Il sentiero
Orecchio acerbo, 2018 – [66 p.] - € 17,50
Età di lettura: da 5 anni

sabato 4 maggio 2019

CIO’ CHE IL TESTO NON DICE, LO SUGGERISCE L’ILLUSTRAZIONE

(Albi illustrati - 5)
Una fra le più importanti caratteristiche degli albi illustrati di qualità è il perfetto rapporto tra testo e illustrazione. Le illustrazioni non ripetono ciò che è scritto nel testo, ma lo completano, aggiungono qualcosa e, come si diceva nel post precedente, lasciano che sia il lettore a colmare del tutto il vuoto, creando la sua storia. Secondo le teorie classiche della comunicazione, infatti, ogni testo presuppone un emittente e un ricevente e le specificità dei tre elementi (quattro nel caso degli albi illustrati) creano il messaggio. Ciò significa che ogni lettore legge e vive un testo e le sue immagini in maniera diversa, legandole, inconsciamente, al proprio vissuto, alla propria situazione in quel momento, e immagazzinandoli per il futuro, godendone sul momento e creandosi quel “bagaglio leggero” che gli sarà in seguito molto utile.
Gli albi illustrati di Anthony Browne sono un esempio perfetto di questa particolarità narrativa.
Consideriamo, per esempio:

Voci nel parco. Anthony Browne (Camelozampa, 2017)
Si tratta di una storia raccontata da quattro punti di vista, con quattro voci diverse, rese da quattro font tipografiche diverse. 
 Una storia semplice in sé, quella di due ragazzini che fanno amicizia un pomeriggio al parco. In realtà, la ricchezza di espedienti narrativi e di illustrazione con cui Anthony Browne ce la presenta, ne mette in luce la nascosta complessità.
La prima voce a parlare è quella di mamma Gorilla che, uscita con il suo piccolo Charles, dalla loro casa vittoriana, si dirige verso il parco. Qui siede fissa e impettita su una panchina con accanto il figlio che non ha il permesso di muoversi e guarda con invidia un cane che può correre libero. Approfittando di un attimo di distrazione Charles si allontana e va a parlare in fondo al viale con una ragazzina dall’aria trasandata, ma è prontamente ripescato dalla madre che lo riconduce a casa.
A questo punto inizia a raccontare un’altra voce, quella di un Gorilla maschio dall’aspetto non proprio attraente, che legge il giornale mentre la sua piccola Smudge e il loro cane Albert giocano nel parco. Subito il lettore collega la ragazzina a quella con cui parlava Charles nel racconto si sua madre e il cane al cucciolo che correva libero.
Segue, quindi, una terza versione della storia, quella di Charles, che si lamenta di non essere libero di giocare nel parco con la nuova amichetta Smudge, cui è lasciato l’onore di chiudere la narrazione con un punto di vista completamente diverso, più leggero, come se sussurrato con il sorriso sulle labbra.
Dalle quattro storie, dalle quattro font diverse e dalle illustrazioni che le accompagnano emergono chiaramente molti altri elementi: il carattere dei personaggi, il tempo che fa nel parco, la situazione economica e di vita dei due gruppetti familiari, l’aria opprimente e/o serena che si respira nelle loro rispettive case.
Un racconto polifonico armonioso e complesso che avvicina i due piccoli  e allontana i due adulti.
Questa, come le altre storie narrate per immagini e parole dal grande Browne, è piena di spazi lasciati vuoti che il lettore è invitato a riempire. Abile nel giocare con le parole, Browne è anche maestro nel mostrare e nascondere nelle illustrazioni. Come il testo suggerisce pensieri, così le illustrazioni stimolano la ricerca dei particolari e fanno ragionare su elementi mancanti che uno, invece, si aspetterebbe di trovare. Sospensioni linguistiche e assenze grafiche, che rendono i suoi albi sempre interessanti, sempre nuovi, sempre fonte di diverse interpretazioni. 
(5 - continua)