mercoledì 19 luglio 2023

NON SEMPRE GLI ANGELI RIESCONO A PORTARE A TERMINE IL LORO COMPITO: STORIE DOLOROSE DI BAMBINI FERITI

Silvia Vecchini, Sualzo (ill.)

I bambini si rompono facilmente

Bompiani, 2023. 92 p.

per gli adulti

I bambini vivono spesso situazioni più grandi di loro. A volte sono gli adulti stessi che li mettono, consapevolmente o meno, in situazioni difficili. Altre volte, invece, c’è chi pensa, considera e tratta i bambini come degli adulti in miniatura, sia nel bene che nel male. E, come tali (anche se tali non sono) i bambini si trovano costretti a reagire, a fare esperienze, a prendere decisioni.

I bambini non sono sempre (anzi quasi mai) i bambini felici delle famiglie della pubblicità e Silvia Vecchini nelle storie contenute nel suo “I bambini si rompono facilmente” (Bompiani) ce lo mette davanti con levità e schiettezza. Nella prima di queste storie, come in una sorta di dichiarazioni d’intenti, la Vecchini dice che ha “voluto scrivere dei bambini che si rompono, dei bambini rotti che si rialzano e che ha conosciuto, incontrato, ascoltato a lungo o di sfuggita per momenti così intensi che restano eterni”. Per lei tutti i bambini hanno un angelo custode che li segue e li aiuta, a volte però, “nemmeno un angelo è capace di portare a termine il suo compito e infinite luci si spengono”. Ma anche se non sono queste le storie che ha scritto in questo libro, sono, comunque, storie difficili impregnate di dolore. E il dolore di questi bambini si nasconde tra le parole, tra le lettere delle parole, sulle pagine e trasuda man mano che l’occhio le legge e il cervello le elabora.

Si tratta di venti brevi storie che terminano con dei versi, come se la poesia fissasse ciò che la prosa racconta e gli desse ulteriore voce.

In continuo rimando tra prosa e poesia, queste narrazioni tratteggiano le situazioni e i bambini che ci sono dentro, vittime innocenti degli adulti ignari ed incoscienti che ce li hanno messi. Storie profonde e dirette che colpiscono come pugni nello stomaco e che fanno riflettere, ma anche arrabbiare. Come si legge sul risvolto di copertina, sono le storie di una bambina con una coda di sirena che stupisce la spiaggia per le ragioni sbagliate; una bambina che non parla e che i grandi cercano di estrarre dal suo silenzio ricattandola con mille tentazioni; un bambino che pesca nel lago, aspettando con pazienza di catturare il pesce più bello di tutti, che forse pesce non è; un bambino agitato dall’arrivo di un fratellino nella nuova famiglia del padre e poi capace di comporre una nuova serenità, se solo fosse vero; un bambino che si ostina a voler trovare rifugio in cima a un armadio, in ricordo di una traversata in cui qualcuno l’ha issato in alto perché la calca degli adulti compressi dentro la stiva non lo schiacciasse. E già così, riassunte, in poche parole, queste storie ci danno l’idea del dolore che contengono. Un dolore psicologico che fa male più di quello fisico e che è più difficile da curare. Perchè i bambini che si “rompono” dentro, sono difficili da “aggiustare”. Qualche volta hanno dentro di loro delle risorse per aggiustarsi da soli e, magari, per aggiustare anche i grandi e a crescere nonostante i grandi. Il rischio è, comunque, molto alto. Non è vero che i bambini sono forti, più forti i quanto pensiamo: spesso ce lo fanno credere per buona pace di tutti, ma poi restano schiacciati da questi pesi.

E poi ci sono i grandi, gli adulti, anche loro protagonisti, anche se in modo diverso, di questi racconti. Adulti fragili, incapaci di prendersi cura dei loro bambini. Adulti persi nella vita che stanno vivendo come in una foresta intricata piena di impegni, di fretta, di superficialità, di lavoro, di ossessioni, di ansia e di egocentrismo.

Un libro doloroso e delicato da leggere e far leggere a tutti gli adulti che amano i bambini, vivono con loro, lavorano con loro, e anche a quelli che sembrano dimenticare i bambini che hanno intorno. Un libro che sfida il lettore a continuare a girare le pagine, perché molti potrebbero essere i motivi (da codardi) che spingono a fermare la lettura, come la sensibilità che può sentirsi ferita, o la cecità che non riconosce ciò che le si propone: gli stessi atteggiamenti adulti che nelle storie sono descritti.

Tecnicamente la prosa e la poesia di Silvia Vecchini rispecchiano ancora una volta la capacità di rispetto per i bambini e i lettori che lei sempre mette nei suoi testi, una levità che non è, però, superficialità. Al contrario, è proprio la leggerezza con cui scrive che mette ancora più forza in ciò che scrive e in ciò che non scrive, ma che emerge da ogni riga.

Al contempo, il tratto delle illustrazioni di Sualzo che accompagnano queste storie è contemporaneamente deciso e delicato e fa da controcanto alla forza delle storie e alla fragilità dei bambini che ne sono protagonisti. Disegni da osservare e mettere attentamente in relazione a ciò che si sta leggendo per sprigionarne ulteriori significati e rimandi.

Essendo storie che riflettono situazioni reali in cui i bambini possono trovarsi, situazioni difficili e dolorose descritte molto direttamente, lascio ad ogni lettore adulto valutare se, come e quando proporne la lettura ai bambini o ai ragazzi, facendo molta attenzione al potere che hanno le storie, al valore della lettura come esperienza e come specchio dell’esperienza, al lavoro che la parola scritta fa “dentro” ogni lettore.

Nota: casualmente ho letto questo libro appena finito di leggere Mi limitavo ad amare te” di Rossella Postorino (Feltrinelli 2023) una storia di bambini costretti a crescere nonostante gli adulti e a farlo anche in fretta. Una storia che Gad Lerner ha definito “un libro sulla forza della maternità, sulla sua assenza, ma anche sulla su essenza potente”, e le riflessioni che ho fatto di rimando fra i due testi sono state molto forti. E’ stato come se le storie di uno si riflettessero nelle storie dell’altro, aumentandosi a vicenda la potenza con cui colpiscono.


Silvia Vecchini, Sualzo (ill.)

I bambini si rompono facilmente

Bompiani, 2023 – 92 p.

Per gli adulti

giovedì 6 luglio 2023

SUI MONTI, TRA LE PAGINE.

SUI MONTI TRA LE PAGINE. Quando la montagna è affascinante anche da leggere.

Pagine con le ali è sul numero 2/2023 di L'Avisio. L'intera rivista è scaricabile dal sito l'avisioblog
 
 
 




venerdì 2 giugno 2023

DOVE E' IL MIO POSTO?

Sentirsi a casa

Davide Calì con le illustrazioni di Sébastine Mourrain

Kite, 2023. 40 p.

Età: +12


La vita come viaggio è una metafora molto sfruttata e declinata in diversi modi nelle narrazioni per tutte le età. Quella offerta da Davide Calì nel testo di “Sentirsi a casa” è strettamente legata a due diversi stati d’animo che; spesso, sono motore del continuo muoversi, progredire, andare avanti, ma anche tornare indietro o ritrovarsi al punto di partenza: l’insoddisfazione e la nostalgia. L’insoddisfazione, intesa come senso di mancanza di qualcosa per sentirsi completi e la nostalgia per ciò che si è avuto fin dall’inizio e che non si ammette facilmente, quasi fosse inopportuna presa di coscienza, che ciò che si è e ciò che ha dipende da ciò che si è stati e ciò che si ha avuto. Il tutto in funzione del sentirsi bene con se stessi e con ciò che sta intorno. In ultima analisi si potrebbe dire che il “sentirsi a casa” del titolo altro non è che metafora, a sua volta, della felicità cui tutti aspirano. E tutti sappiamo che casa, come felicità, è un concetto che assume connotazioni diverse per ogni persona.

La storia racconta di un giovane uomo che, sentendosi troppo stretto nel posto dove vive, parte dalla sua piccola casa in un piccolo villaggio sul mare per cercare un luogo migliore, più grandi e più stimolante. Comincia così il suo giro del mondo alla ricerca di sempre nuove soddisfazioni personali in posti sempre più interessanti, senza, però, mai trovare il luogo che fa veramente per lui. Arriva così a pensare che forse questo posto non c’è e che la sua natura è quella di continuare a muoversi. Ma neanche questo è per sempre. Alla fine, infatti, stanco di girare, decide di comprare un’ultima casa in un posto tranquillo. La compra senza neanche vederla per poi rendersi conto che è quella da cui è partito tanti anni prima. Ed è per questo che, fatte tante esperienze diverse, alla fine ci torna molto volentieri perché congloba nello stesso posto il suo ultimo desiderio di pace e il suo bisogno di ritornare a qualcosa.

Un libro interessante anche per le illustrazioni di Sébastien Mourrain che accompagnano il testo alternando facciate scritte a facciate disegnate il tutto intervallato da doppie pagine a figura intera. Questo susseguirsi regolare di parole e figure scandisce bene il ritmo della narrazione e porta il lettore a utilizzare tempi diversi di lettura e di osservazione. 

Se letta velocemente, questa storia può sembrare banale, quasi ovvia. E’ solo attraverso una lettura più profonda, attenta e critica che se ne possono penetrare i livelli di significato mettendoli in relazione con il proprio vissuto attraverso una riflessione personale. Perciò, per la tematica principale, quella della realizzazione del proprio destino e del trovare un posto dove sentirsi liberi di essere sé stessi oltre la realtà inglobante di tutti i giorni, la narrazione risulta adatta per tutti a partire dai 12 anni o, forse, anche dopo. L’avventura del protagonista, infatti, si può ampliare nel concetto universale dell’individualità di ogni persona che fa (ha fatto) le sue scelte, prende (ha preso) le sue decisioni e cerca (ha cercato) la propria strada e la propria casa nel mondo. E questo è tipico a partire dall’età adolescenziale quando le ragazze e i ragazzi, a partire dal periodo della scuola secondaria di primo grado, si chiedono "Chi sono?", "Cosa mi piace?", "Cosa non mi piace?", "Cosa voglio?" e cominciano a fare le loro prime vere scelte di vita.


lunedì 10 aprile 2023

PERLE NERE TRA I CARUGGI

Antonella Botti

Sciamadda

Giralangolo, 2023. 153 p.

Età +12

Clelia è una ragazzina sveglia e intelligente pronta a partire per l’America con i suoi genitori. All’ultimo momento, però, viene lasciata a casa della zia Elena, donna ricca e severa dal passato misterioso. La delusione della ragazza per la decisione dei genitori è tanta e altrettanta la rabbia per essere stata abbandonata. Nel suo impeto d’ira strappa alla zia la collana di perle nere che ha al collo e scappa verso il porto con una di queste in mano. Qui incontra una vecchia mendicante che le profetizza che tutto tornerà a posto quando avrà ricomposto qualcosa che si è rotto. In cambio di questa profezia, prima di parlare, l’indovina le chiede la perla che ha in mano. Inizia così l’avventura segreta di Clelia che deve ritrovare la perla per ridare alla zia la collana strappata. Oltre alla collana, chiara metafora della storia della zia e del suo rapporto con Clelia, nella vicenda di questo breve romanzo hanno un ruolo importante Sebastiano, ragazzo del porto che aiuta Clelia a recuperare la perla, Giorgio, il maggiordomo della zia e lo spirito di Alberto, figlio della zia, morto in viaggio ed evocato nel corso di due sedute spiritiche.

La storia di Clelia è ambientata a Genova all’inizio del secolo scorso e in dialetto ligure “sciamadda” significa “fiamma”. La fiamma è quella del coraggio e della determinazione con cui lei affronta tutte le difficoltà che le si parano davanti dopo che è stata lasciata con la zia.

Una storia interessante scritta bene, ma cui non è stato dato sufficiente spazio per potersi sviluppare a sufficienza in tutti i molteplici temi che tocca. La figura di Clelia stessa, come quella della zia Elena, risulta appena abbozzata, mentre le vicende che vive avrebbero avuto modo di darle una consistenza ben diversa.

Intrigante, anche se molto insolita in un romanzo per ragazzi, la descrizione di una seduta spiritica come era in voga organizzarne tra le signore benestanti agli inizi del ‘900.




martedì 14 marzo 2023

PAROLE IN SCATOLA

SCATOLINE

AA.VV. - a cura di Vera Gheno

Effequ Ed.

Si chiama Scatoline, sottotitolo: per ogni parola un piccolo mondo, la collana curata dalla sociolinguista Vera Gheno e pubblicata dalla casa editrice Effequ. Si tratta di sottili volumi monografici di divulgazione pensati per i bambini dai 5 ai 99 anni. Ogni fascicolo è dedicato ad una parola, contiene una storia o un ragionamento per raccontarne il significato e un’unica illustrazione ispirata al testo. Le ultime due pagine sono lasciate al lettore: in una c’è la stessa illustrazione in bianco e nero, perché il bambino, la colori e nell’altra una serie di righe, perché scriva la sua definizione. I testi e le figure sono affidati in ciascun volume ad un autore e a un illustratore diverso. La pubblicazione di questi libri segue l’alfabeto, perciò, al momento possiamo trovare in libreria i volumi dedicati a: Amicizia, Bellezza, Casa, Diverso, Errore, Falso, Gioco, Handicap e Idea.

Si tratta nel complesso di un’interessante e originale proposta editoriale che non mira a “spiegare” o a “definire” le parole, ma a “raccontarle” e a “disegnarle”. Il confine tra spiegare o definire e raccontare è, però, molto sottile e qualche volta viene scavalcato. Tuttavia l’ottima idea di base è quella che per capire bene le parole, bisogna imparare come si usano ed è nel loro uso (o meglio, nei loro usi) che il significato meglio si comprende. In questo modo, poi, meglio si capisce ciò che vuol dire chi le usa.


Nelle Scatoline si usa la schwa e sul sito di Effequ si trova la spiegazione di questa scelta (per leggerla per intero clicca qui. Riporto qui solo una parte della motivazione: “troviamo importante porre l’accento sulla possibilità di utilizzare forme diverse da quelle ormai consolidate, nell’ottica di riportare l’attenzione sulle norme linguistiche che quotidianamente mettiamo in pratica. Siamo persuasə che sia un compito squisitamente editoriale quello di studiare e mettere in pratica una norma, in modo da diffonderne non l’uso ma la consapevolezza della possibilità. Restiamo al contempo consapevoli che non è attraverso l’imposizione di una nuova convenzione che la lingua cambierà, e che il nostro approccio è volutamente provvisorio e sperimentale” .

Il testo di questi volumi è in stampato minuscolo a grandi caratteri neri con alcune parole o frasi in colore diverso. Questo facilita molto la lettura per i più piccoli, aiuta a fissare l’attenzione sui punti più significativi e ravviva le pagine anche se sono “tutte piene di parole”.

Le parole scelte per le Scatoline, pur essendo termini di uso comune e quotidiano, presenti presto nel vocabolario dei bambini, sono parole significative e molto legate alla complessità della contemporaneità. Questo anche per sottolineare come ogni parola non sia banale e meriti grande attenzione. Le Scatoline sono dei libri sottili e molto interessanti da usare anche come possibile base per dei laboratori sia sulle parole, sia sulle figure che le rappresentano. Sono utili anche per gli adulti per trovare spunto per rispondere a quelle domande che a volte fanno i bambini e che lasciano spiazzati.

Per tutti, infatti, è molto importante ragionare sulle parole, sul loro significato, sul loro utilizzo. Le parole danno forma ai pensieri, le parole aiutano a capire e a entrare nella realtà, le parole sono fondamentali ed è bene pensarci, rifletterci, meditarci, per essere più liberi, per essere meno influenzabili.


sabato 4 marzo 2023

Strumenti del mestiere: LEGGERE L’INATTESO

LEGGERE L’INATTESO: cambiamenti, distacco, morte e lutto narrati negli albi illustrati
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Irene Greco con Anna-Maria Brusaferro

Il Leone Verde, 2022. 218 p.

Nei libri per i bambini, albi illustrati in primis, sono trattati tutti i temi che ruotano intorno all’esistenza umana. Anche quelli “difficili”, quelli che a volte costituiscono dei tabù (per gli adulti, più che per i bambini), quelli delicati che gli adulti a volte temono di affrontare per non turbare i piccoli. Siamo tutti consapevoli, però, che non è evitandoli che si affrontano i temi. Soprattutto quando poi sono i bambini stessi che con le loro domande o i loro comportamenti ce li mettono davanti ed esigono risposte.

Cambiamento, distacco, morte e lutto sono alcuni di questi temi che possono far paura. E sono anche i temi che Irene Greco affronta in questo libro presentando possibili approcci che gli adulti possono assumere nel loro parlarne con i bambini.

Il libro parte dal presupposto che tutto si può dire e raccontare ai piccoli importante è valutare bene come e quando. Conoscere le emozioni, proprie e dei bambini, imparare a interpretarle e gestirle è il secondo punto di partenza per affrontare determinate letture con i bambini. I libri, inoltre, costituiscono da sempre un ottimo mezzo per entrare in relazione, per condividere pensieri e sentimenti, per comunicare sinceramente. Gli albi illustrati lo sono ancora di più per la loro particolare conformazione di testo e immagini che si completano a vicenda e che insieme permettono di raccontare e interpretare la narrazione, condividendo ipotesi e ragionamenti.

Questo lavoro di Irene Greco è molto interessante per l’inquadramento teorico che propone prima di entrare espressamente nei temi. In questo modo contestualizza il discorso più specifico sugli argomenti proposti che poi elabora alla luce di esempi pratici e indicazioni bibliografiche precise, sottolineando il valore e la funzione della finzione narrativa e dell’immaginazione.

Il discorso di approccio al testo è inoltre arricchito dalle “parentesi” di Annna-Maria Brusaferro che lo intersecano in diversi punti affrontando dal punto di vista psicologico questioni come la gestione delle emozioni, il controllo, la nostalgia, il lutto … .

Si tratta di un libro molto interessante per chi lavora con i libri con i bambini. E’ un testo che aumenta la consapevolezza che i libri non sono medicine che risolvono i problemi e che non devono essere considerati tali. La lettura di libri e albi illustrati con tematiche sensibili, però, costituisce un allenamento ad affrontare le situazioni, ad essere preparati alle cose della vita, a sapere che determinate circostanze si verificano e quindi avere un’idea di come vi si può reagire. Ma come per le gare sportive, l’allenamento non può essere fatto nel momento della competizione, così, allo stesso modo, anche la lettura di temi “delicati” in via preventiva, in tempi “non sospetti”, lontano dal momento più acuto della situazione, è sicuramente più utile ed efficace.

 

 

giovedì 23 febbraio 2023

DELLA VITA E DELLA MORTE

Piangi cuore, ma …

Glenn Ringtved e Charlotte Pardi (ill.) con la traduzione di Claudia Valeria Letizia

Orecchio Acerbo, 2023 -

Età: 7+

I grandi temi sono presenti nei libri per i bambini. Da sempre. Ogni tanto in opere edulcorate, fuorvianti e riduttive, sia del testo sia dei lettori, a volte in opere didascaliche e molto pragmatiche ad uso soprattutto degli adulti che vogliono un libro su un tema specifico per “trattarlo” con i bambini, altre volte, per fortuna, in opere ispirate e “centrate” capaci di entrare nell’argomento difficile senza falsità, senza pretesa di spiegazioni a tutti i costi, ma presentando, mostrando, avvicinando con onestà il tema attraverso di solito una storia di qualità piacevole da leggere.

E’ questo il caso di “Piangi cuore, ma …” di Glenn Ringtved e Charlotte Pardi.

La storia racconta di quattro bambini seduti a tavola con una figura lugubre dal mantello nero, mentre di sopra nel suo letto, la loro nonna sta male. La figura scura è la morte ed è venuta a prendere la nonna. Pensando che la morte debba andarsene prima del giorno, i bambini la trattengono in cucina con del caffè perché si faccia tardi e debba scappare senza portarsi via la nonna. La morte capisce l’intento dei piccoli e con una storia lieve e delicata spiega loro come e perché la morte fa parte della vita e il perché è importante che assieme alla gioia e alla felicità, le persone provino anche il dolore e la tristezza. I bambini capiscono in modo diverso la storia raccontata dalla morte, ma tutti sono convinti che abbia ragione. Così la figura scura si allontana dalla finestra con l’anima della nonna lasciando un vento leggero che muove la tenda. Adesso ogni volta che le tende si muovono per l’aria che entra i piccoli sentono la carezza della nonna e ricordano la consolazione che la morte ha in fondo dato loro prima di andarsene sussurrando le parole “piangi cuore, ma non ti spezzare”. 

 

 

Leggendo queste pagine, non si può non pensare al bellissimo “I pani d’oro della vecchina” pubblicato nel 2012 da Topipittori, scritto da Annamaria Gozzi e illustrato da Violeta Lopiz. Un’altra storia che affronta il tema della morte, oggi quasi tabù quando si parla di materiali per bambini. Lo fa in modo poetico, senza dramma: la morte arriva perché deve arrivare, naturalmente e senza portare alcuna paura. Un giorno alla porta di una vecchina bussa un’ospite inattesa: un’ombra scura che vorrebbe portarsela via. Ma, non è il momento: la vecchietta, abile pasticcera deve preparare i dolci di Natale, che nessuno sa fare meglio di lei. L’ombra si indispettisce, poi però ne mette in bocca uno, poi un altro... e si accorge di non aver mai assaggiato niente di simile. Così la protagonista non fugge al suo destino, semplicemente allunga un po’ il tempo per arrivare al momento giusto per andare. Qualcosa di più qui: I pani d'oro della vecchina

 

Piangi cuore, ma …

Glenn Ringtved e Charlotte Pardi (ill.) con la traduzione di Claudia Valeria Letizia

Orecchio Acerbo, 2023 -

Età: 7+


I pani d’oro della vecchina

Annamaria Gozzi e Violeta Lopiz (ill.)

Topipittori, 2012 – 32 p.

Età: 7+