sabato 4 ottobre 2025

UNA BAMBINA DAI CAPELLI D'ORO - Il bello di Kerstin - La Nuova Frontiera Junior

 

IL BELLO DI KERSTIN

Helena Hedlund, Katarina Strömgård (ill.), Samanta K. Milton Knowles (trad.)

La Nuova Frontiera Junior, 2025. 200 p. 

Età 8+ 

Kerstin, sette anni e capelli color oro, come dice sua mamma, colleziona tutto ciò che è di questo colore: ha raccolto ben 105 oggetti dorati come i suoi capelli che tutti definiscono banalmente rossi o arancioni. Un giorno, a scuola, Kerstin trova per terra in corridoio un anello che raccoglie e mette in tasca per aggiungerlo ai suoi tesori. Quando la maestra Lotten dice di aver perso la fede nuziale e chiede se qualcuno la abbia vista, Kerstin non ha il coraggio di confessare. Questo silenzio porta a tutta una serie di complicazioni e la vicenda si ingarbuglia sempre più, anche perché il segreto di Kerstin viene scoperto dall’amica del cuore Fatima e Kerstin stessa ne fa partecipe Gunnar, il ragazzino appena trasferito in una vecchia casa vicina alla sua e che diventa suo amico e compagno di classe. La storia prosegue seguendo il conflitto interiore della bambina che vorrebbe dire la verità, ma teme ciò che può succedere se lo fa. Questo il nocciolo della storia, ma la trama è arricchita da varie altre micro-vicende che si sviluppano tra casa e scuola, finché il tutto trova un’intelligente via di soluzione.

"Il bello di Kerstin" è un libro adatto alla lettura autonoma dagli 8-9 anni, ma si presta ad essere letto ad alta voce anche prima, risultando molto divertente pur non contenendo particolari colpi di scena o momenti topici. E’ il racconto autentico dell’esperienza di una bambina cui piace stare da sola e riflettere, che non ama i cambiamenti e che vuole scegliere da sola le sue amicizie, senza sentirsi obbligata a frequentare nessuno.

E’ una tipica "storia bambina" che racconta con schiettezza la vita quotidiana di una piccola svedese che vive in campagna. Non mancano, ovviamente, i riferimenti a Pippi Calzelunghe e al suo mondo, ma l’autrice ha saputo creare una serie di personaggi, Kerstin in primis, nuovi, originali e bene caratterizzati. Una storia raccontata in terza persona e molto rispettosa del punto di vista dei bambini. Una storia che si sviluppa tra casa e scuola e dove trovano posto anche gli adulti: la maestra, i genitori di Kerstin, la mamma di Gunnar, adulti presenti e importanti nella vita dei bambini e che sanno capire e sostenere i piccoli protagonisti. Ci sono anche i genitori di alcuni altri compagni di scuola il cui ruolo, però, è diverso: come i loro figli, entrano in gioco quasi esclusivamente per contribuire diffondere dicerie o a rendere problematici i rapporti tra le persone. Tuttavia, se pur personaggi secondari, svolgono una funziona importante nella rappresentazione verosimile dei piccoli eventi quotidiani, narrati senza moralismi nè didatticismi. Il tema centrale della menzogna, del coraggio della verità e dell’essere se stessi rispettando gli altri è trattato con delicatezza e rende il romanzo meno superficiale di quanto possa sembrare a prima vista, anche perché il focus non è tanto sull’azione, quanto sulla rappresentazione delle emozioni e dei pensieri di Kerstin e dei suoi compagni.

Considerando come questa storia è stata scritta e tradotta, non possiamo non mettere in luce alcuni punti di forza:

- il linguaggio non è né troppo semplice né troppo impegnativo considerando il target d’età per cui viene proposto

- la paratassi, che ne facilita l'approccio dei piccoli lettori, è ben studiata e ben resa nella traduzione tanto che non risulta noiosa ad una lettura adulta

- le descrizioni sono perfettamente integrate nella narrazione che, perciò, non si sbilancia nella lunghezza nè di queste parti descrittive, nè dei dialoghi

- le scelte lessicali sono attente e fanno sì che il tono della storia non cada nel banale

Nel complesso questo è un libro nel suo genere molto ben scritto e ben illustrato.

"Il bello di Kerstin" è il primo di una serie di sei volumi. Aspettiamo i prossimi per seguire con piacere questa ragazzina dai capelli d'oro e le vicende del suo mondo. Nel frattempo invito lettrici e lettori a cercare tra le righe cos’è veramente “il bello di Kerstin”.

P.S. Solo un libro per novenni proveniente dal Nordeuropa può inserire nella storia con spontaneità e senza falsi pudori una maestra incinta sposata con un’altra donna. I buoni libri non hanno confini e raccontano la vita vera, e questo è un buon libro.

martedì 23 settembre 2025

STORIE DA BRIVIDO – Il teschio. Zoolibri

Jon Klassen, Greta Poli (trad.)

Il teschio.

Zoolibri, 2023. 105 p.

Età 8+


Gli occhi dei personaggi di Jon Klassen sono inconfondibili: bucano la pagina e comunicano direttamente con il pensiero del lettore. Non solo quelli dei suoi meravigliosi albi, ma anche quelli dei protagonisti di questo libro di narrativa illustrata rivolto ai bambini dagli otto anni che leggono da soli e desiderano leggere qualcosa “di paura”.

Il teschio” racconta una storia inquietante che si rifà ad un’antica narrazione popolare tirolese e che Klassen ha rivisitato a modo suo a distanza di tempo da quando l’ha letta per caso in una biblioteca in Alaska.


Come un narratore che racconta ciò che ricorda di quanto sentito e lo ripropone con le sue personali variazioni, Klassen ci presenta Otilla, una bambina coraggiosa che, in fuga da qualcosa di non ben definito, si perde in una foresta fitta e scura. Dopo aver pianto per la paura, tra gli alberi Otilla vede una casa grande, vecchia, buia e isolata. Non ha alternative: si avvicina e bussa. Scopre che ci vive un teschio. Anche lui sta fuggendo e si nasconde da qualcosa e il suo fuggire, a causa di una maledizione, si ripete ogni notte. Da cosa scappa la bambina? E il teschio? Non si viene a sapere il perché Otilla si sia persa nel bosco, la storia, però, racconta che il teschio non vuol farsi prendere da uno scheletro (il suo) che lo rincorre e Otilla si offre di aiutarlo a disfarsene. Insieme ci riescono e la bambina decide di rimanere nella casa con lui.

Questa storia possiede tutti gli elementi delle storie di paura e tutto il sapore di una fiaba che sa anche di racconto horror. Ci troviamo il buio, il silenzio, un bosco fitto, una casa abbandonata, un pozzo senza fondo, una bambina che scappa e un teschio. Ci sono emozioni forti e reazioni inaspettate. C’è una situazione difficile da affrontare, c’è un crescendo di tensione e una soluzione raggiunta grazie all’intervento di un aiuto. C’è la cura, c’è la vendetta, c’è la crudeltà, c’è la spietatezza, c’è l’amicizia (forse amore), c’è la generosità e c’è l’accoglienza. C’è anche un finale alla “vissero felici e contenti”, perché, insieme i due protagonisti hanno affrontata e vinto le loro paure.

Semplificando molto, si tratta di una storia cupa di avventura e di mistero, di paura e di coraggio. Non ci si faccia quindi ingannare quando, prendendo in mano questo libro e leggendo il nome dell’autore, ci si aspetta una storia misteriosa sì, ma ironica e, a modo suo, divertente.


Come sappiamo la qualità delle storie si valuta sì nel loro contenuto, ma soprattutto nel modo in cui questo contenuto viene proposto. Klassen con questo libro mostra ancora una volta la sua bravura nel raccontare, nel creare narrazioni che funzionano. In questo libro ha, infatti, saputo ben calibrare la narrazione dandole un ritmo preciso, suddividendola in cinque parti ognuna introdotta da un elenco di ciò che contiene. L’interruzione tra i capitoli crea uno spazio vuoto, una pagina bianca, un silenzio che fa rallentare il lettore, il quale, focalizzando su ciò che ha appena letto, si prepara a ciò che sarà nelle pagine seguenti. Queste interruzioni, questi silenzi, creano degli spazi indefiniti che non esplicitano tutto ciò che testo e illustrazioni raccontano, ma lasciano libera interpretazione (e anticipazione) al lettore.

Il teschio” è un libro per bambini che li diverte e li coinvolge, ma che per queste sue caratteristiche tecniche, li allena anche a diventare veri lettori che sanno come affrontare libri complessi e a porsi in maniera attiva e costruttiva davanti a ciò che le pagine propongono loro.


Si potrebbe continuare l’analisi di questo libro offrendo un’interpretazione della storia che non può che essere in chiave psicanalitica.

Si potrebbe analizzare nel dettaglio la relazione tra la bambina e il teschio, facendo grande attenzione al rapporto testo/immagini.

Si potrebbe osservare come fiaba/leggenda e realtà, vita e emozioni, si compenetrano e si mescolano.

Si potrebbe … .

Lascio tutti questi spunti a chi non ha ancora letto il libro per sé e/o per proporlo ai bambini, perché è anche in un approccio libero e personale ai testi che stanno il piacere e il valore della lettura.

 

sabato 6 settembre 2025

IL GIOCO DI LEGGERE INSIEME – Facciamo che eravamo. Terre di Mezzo

Shawn Harris, Giulia Genovesi (trad.)


Facciamo che eravamo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p. 

Età 2+


E’ forse il gioco più vecchio e più amato da tutti i bambini del mondo, quello di far finta che ..., di far finta di essere qualcosa o qualcuno …, di immaginarsi diversi o in un altro posto. Ed è proprio questo gioco antico che Shawn Harris riprende nel suo simpatico albo illustrato “Facciamo che eravamo?” dedicato ai lettori più piccoli.

Guardando la copertina si vedono due api, una grande che, appunto, dice a quella piccola “Facciamo che eravamo?”, e aprendo, subito si scopre che questa copertina in realtà è la copertina del libro che tengono in mano i due protagonisti della storia: un papà dalla barba lunga e i capelli folti e un bambino, anche lui con i capelli lunghi e un berretto rosa in testa. Nel momento in cui il papà lancia la proposta, i due subito si trasformano in api, uccellini, alberi … in tutto ciò che fanno finta di diventare. La trasformazione giunge a una conclusione soddisfacente per entrambi quando i due diventano, prima il genitore (e entrambi sfoggiano baffi e barba) che dice “Fine!” e poi il bambino (entrambi con il cappellino rosa e il padre particolarmente ridicolo con una testa molto piccola su un corpo muscoloso) che, invece, dice “Ancora!” e tutti e due sono pronti per ricominciare.

Un libro simpatico e divertente da condividere con bambini anche molto piccoli.


Infatti, l’organizzazione delle pagine, la maggior parte con le figure sulla pagina di destra e le parole su quella di sinistra (posizione che favorisce la visione di un bambino in braccio a chi legge per lui), insieme alle illustrazioni infantili dai contorni spessi e bene definite contro lo sfondo, lo rendono particolarmente adatto alle loro esigenze, abilità e competenze. Altro elemento che dà soddisfazioni ai bambini intorno ai due anni è quello di riconoscere persone, animali e oggetti, di indicarli e di ripeterne il nome o il verso. A questo scopo sono particolarmente funzionali quelle tavole che sono dei piccoli elenchi figurati e di cui questo libro è ricco nella seconda parte, come sugli interni di copertina. Anche la storia è vicina al vissuto dei bimbi e offre, allo stesso tempo e più o meno volontariamente, all’adulto che li accompagna un modello di comportamento, suggerendo come leggere questa stessa storia (ma anche tutte le altre) con i loro bambini. Ciò che il papà fa con il suo piccolo è una lettura ad alta voce dialogata e interattiva in cui stimola la partecipazione diretta del bambino alla costruzione della narrazione. Le voci e i gesti dei due si alternano, si intrecciano, si completano in una lettura condivisa che dà soddisfazione ad entrambi.

Un libro perfetto per la lettura ad alta voce con la collaborazione di tutti. Un libro pensato per i piccoli che può divertire, però, anche i più grandini.

 

venerdì 22 agosto 2025

PIU’ SI E’, MEGLIO E’. I libri di Susanne Strasser – Terre di Mezzo

 


L’accumulo compulsivo è una malattia. Non, però, quando si tratta dell’accumulo di animali nei libri di Susanne Strasser, divertentissimi cartonati adatti ai piccoli lettori.

Fermate quella palla!”, “Tutti sul divano!”, “Chi dorme nel lettone?”, “Balena, vengo anch’io!”, “La torta è troppo in alto!”, “Nella zuppa cosa c’è?” e “Il procione lava tutto!” sono i titoli di una serie di storie che giocano con l’accumulo di animali in situazioni familiari ai bambini: la nanna, il bagno, la cucina, il rito della lettura condivisa, il gioco in giardino. Storie semplici e accattivanti, ricche di un umorismo pulito che anche i più piccoli riescono a capire anche perché i semplici dialoghi sono ripetuti ogni volta che un nuovo elemento si aggiunge alla situazione. Si sa che i bambini amano le ripetizioni che permettono loro di partecipare attivamente alla storia finendo le frasi o anticipandole. 

Così sul divano, nel letto, in cucina o nella vasca da bagno, uno dopo l’altro, ogni animale trova il suo posto e, raggiunto il climax della storia, la narrazione trova una divertente soluzione e ogni piccolo lettore si diverte soddisfatto.

Le illustrazioni di questi libri sono ben leggibili, precise e definite da contorni chiari e sfondi monocolore. Oggetti e animali sono facili da riconoscere e la quantità di dettagli con cui sono rappresentati è perfetta perché le figure non risultino né sciatte o banali né troppo complesse.

Storie affollate, piene di amici all’insegna del “più siamo e meglio è”. Storie che si possono anche facilmente prestare per una loro giocosa drammatizzazione utilizzando materiali di recupero e carta colorata per creare maschere o elementi distintivi per i vari soggetti.

 

  

 


 

 

 

venerdì 8 agosto 2025

Divagazioni: IL VALORE DEI PICCOLI-GRANDI GESTI. Le grandi mani di mio padre - Quinto Quarto

 

Choi Deok-Kyu

Le grandi mani di mio padre. 

Quinto Quarto, 2024

per gli adulti

 

Le mani dei padri hanno da sempre occupato un ruolo centrale nelle narrazioni. La loro forza, unita a una durezza solo apparente, crea una potente immagine metaforica quando viene accostata alla delicata fragilità di un neonato: strumenti di lavoro che si trasformano in veicoli di cura e tenerezza. Come il titolo chiaramente anticipia è su questo tema si sviluppa il capolavoro “Le grandi mani di mio padre”, raffinato libro del coreano Choi Deok-Kyu.

 

Il libro racconta una storia centrata sul tema del proteggere e del prendersi cura. Una storia di sole immagini che, seguendo un duplice filo, di pagina in pagina sviluppa parallelamente la descrizione della profonda relazione che c’è tra i due protagonisti. Sul lato sinistro, le illustrazioni sono racchiuse in un cerchio come fossero guardate attraverso un cannocchiale metaforicamente puntato sul passato. A destra, invece, immagini a tutta pagina che attualizzano e amplificano la portata narrativa. Da una parte, il padre si prende cura del proprio neonato; dall’altra, la prospettiva si ribalta e mostra il figlio adulto che si dedica alle attenzioni verso l’anziano genitore.

Un libro attentamente studiato sia nella scelta dei colori sia nei particolari ricorrenti come per esempio gli occhiali che fanno da trait d’union tra le due storie. Il bambino cresce e diventa uomo e da oggetto di attenzioni diventa attore di gesti d’amore che vanno oltre ogni tempo come allacciare le scarpe, aiutare a lavarsi, dar da mangiare, abbottonare la camicia. Semplici gesti che alimentano la profonda intimità tra i due personaggi e sottolineano la generosa apertura dell’uno verso l’altro.

L’evoluzione della relazione tra padre e figlio è rappresentata nella sua ideale continuità di amore intergenerazionale e, nonostante si parli anche di perdita e di dolore, non si cade nel fatalismo. In queste pagine, inoltre, non c’è una figura materna, tuttavia non se ne sente la mancanza: la relazione tra padre e figlio è esplorata nella sua intensa e specifica esclusività e la sensazione è che una mamma da qualche parte c’è, ma questo, senza volerla per qualche motivo escluderla, non è il suo spazio.

Il fatto che si tratti di un libro senza parole ne amplifica la portata perché universalizza la narrazione e ogni lettore può fare la sua lettura personale e trovare spunti di riflessione individuale. Anche per questo il libro, nella sua dolcezza, può risultare anche molto forte, può risvegliare ricordi piacevoli, ma anche molto dolorosi, può evocare situazione di grande amore, ma anche grandi sensi di colpa. Si tratta, quindi, di un libro che, se pur leggibile anche con i bambini, è dedicato, soprattutto, ai lettori adulti perché, nel suo fulcro di significato tocca corde profonde sul tema universale della cura affettiva e delle responsabilità familiari. Le illustrazioni (e qui ricordo di non dimenticare di osservare copertina, interni di copertina e la pagina del colophon), rappresentando momenti di quotidianità, diventano potenti contenitori di emozioni profonde: gioia, tristezza, amore e senso di responsabilità.

 

lunedì 21 luglio 2025

Strumenti del mestiere. LEGGERE TEEN.


Giuliana Facchini

Leggere teen. Appunti di esperienza con i gruppi di lettura

Camelozampa, 2025, 128 p.

I gruppi di lettura sono un fenomeno che si sta diffondendo molto sia tra gli adulti, sia tra i ragazzi. Ne esistono anche per i bambini. Organizzati da biblioteche e librerie, ma anche spontanei, rappresentano un’occasione interessante per condividere la passione della lettura e per affinare e apprezzare la competenza di discussione e di riflessione su ciò che le storie contengono e muovono nei lettori.

Non ci si improvvisa né lettori, né conduttori di gruppi di lettura.

Alla luce della sua esperienza alla guida del gruppo di lettura “Leggere Ribelle”, Giuliana Facchini, autrice di libri per ragazzi, offre indicazioni e suggerimenti per la creazione e la conduzione di gruppi di lettori adolescenti, per renderli spazi liberi, accoglienti, stimolanti

Non ha il sapore di un “saggio”, né di un manuale. E’ un libro piacevole alla lettura, interessante e soprattutto utile per chi, bibliotecario, insegnante, educatore, appassionato, vuole creare un gruppo o confrontare la sua esperienza con quella qui proposta, condividendo idee e suggerimenti.

Mirate e utili a focalizzare sui vari concetti e sulle diverse pratiche descritte, sono le testimonianze di ex-lettori ribelli che accompagnano i vari capitoli.

Questo l’indice:

1. Ma cosa mi è venuto in mente?

2. Chi sono e da dove vengo?

3. A ognuno il suo! Gruppi di lettura con cui fare rete

4. L’allineamento dei pianeti: come tutto è cominciato

5. La prima volta è utile farli sentire liberi

6. Cosa vogliamo davvero? Parliamo degli obiettivi

7. Diamo i numeri: da 13 a 17 anni

8. Diamo i numeri: 10 romanzi a ogni incontro

9. Movimentiamo i lettori, spolveriamo i libri

10. Festival e interviste, in casa e in trasferta

11. Progetti che aiutano la biblioteca scolastica

Alieno sarai tu

 

 

Giuliana Facchini

Leggere teen. Appunti di esperienza con i gruppi di lettura

Camelozampa, 2025, 128 p.


lunedì 7 luglio 2025

I sempreverdi. PIERINO E I LUPO: tra rime, suoni e colori.


Gek Tessaro

Pierino e il lupo

Lapis, 2024, [44 p.]

Età 4+

Due sono le cifre stilistiche che caratterizzano i libri di Gek Tessaro: la rima nei testi e la texture materica delle illustrazioni. Anche se non sempre sono all’altezza di alcuni dei risultati che questo autore ha raggiunto, entrambe contribuiscono a dare corpo a dei lavori che attirano grandi e bambini.

Non poteva essere diverso il discorso per “Pierino e il lupo” edito da Lapis, il classico di Prokfiev riproposto in una veste attuale piena di colore e di ritmo.

La storia è sempre quella di Pierino che contro le parole del nonno che lo mettono in guardia dalla pericolosità del lupo, in amicizia con un uccellino, un’anatra e un gatto, sfida il nero nemico. Infatti, mentre l'anatra si fa una nuotata nello stagno e il gatto cerca di catturare l'uccellino che si rifugia sui rami di un albero, arriva il lupo che si aggirava nei boschi e ingoia l'anatra, che presa dal panico, esce dallo stagno e corre nella direzione sbagliata.

Come nelle altre innumerevoli proposte di questa storia, anche qui la narrazione è finalizzata ad avvicinare i bambini ai vari strumenti musicali e per questo nella prima pagina del libro si trova un QR Code che, inquadrato, permette di scaricare la storia, recitata dalla voce narrante di Gek Tessaro e la traccia musicale dell’opera, eseguita dalla Bigband Ritmo-Sinfonica Città di Verona.

Nell’insieme questo libro è piacevole da leggere, da osservare e da seguire sulla traccia sonora proposta in internet: il testo è pieno di giochi di parole e di rime ben congegnate e le illustrazioni attirano per la forza che viene loro dalle tinte vive e dal contrasto con il fondo bianco delle pagine. Un concerto di colori e di voci che in ultima analisi mette in luce il legame tra l’infanzia e il mondo naturale e il rifiuto istintivo dei bambini per la guerra e la crudeltà.

 

Gek Tessaro

Pierino e il lupo

Lapis, 2024, [44 p.]

Età 4+

 

giovedì 26 giugno 2025

Strumenti del mestiere: GIOCHI PER SCRIVERE MEGLIO

Beniamino Sidoti

Giochi per scrivere meglio.

Carocci, 2025. p 177.


Con i giochi ci si diverte, ma si può fare anche tanto altro. Si possono fare quelle cose, per esempio, per cui, magari, in altri contesti è più difficile impegnarsi. Giocando, infatti, si possono acquisire molte competenze e tecniche, tra cui quella di scrivere.

Non è che tutti dobbiamo essere o diventare scrittori, anzi. Saper scrivere, però, è importante per tutti. Scrivere è un modo di porsi, un modo per riflettere, un modo per esprimersi, un modo per approfondire il ragionamento, un modo per allenare il pensiero laterale, un modo per essere liberi. Come leggere, del resto.

Beniamino Sidoti, che si occupa di gioco praticamente da sempre, ha pensato di offrire con questo suo libro, uno strumento a tutti coloro che desiderano giocare con le parole per imparare a scrivere e a raccontare meglio.


Giochi per scrivere meglio” è composto da dieci capitoli pieni di giochi raccolti e sperimentati in contesti diversi (a scuola, nella formazione, in attività sociali, individuali di coppia) nell’arco di più di trent’nni e qui raggruppati per categoria. Ogni gioco è descritto in una scheda che, oltre all’esempio, riporta indicazione della difficoltà e del tempo di realizzazione, dei materiali che servono e del numero dei partecipanti. Tutti criteri che, comunque, non sono vincolanti, perché la caratteristica principale di (quasi) tutti questi giochi è quella di essere adattabili alla situazione, al numero e all’età di chi gioca, alle disponibilità di tempo e materiali.

Questo libro è certamente uno strumento utilissimo da tenere sulla scrivania in fase di progettazione di lavori con i gruppi o di lezioni nei vari contesti formali o informali, formativi o di intrattenimento, per trovare spunti tanto divertenti quanto interessanti per affrontare tematiche, per rompere il ghiaccio, per iniziare una discussione, per fare gruppo, per imparare a scrivere e a raccontare, per sviluppare competenze. Con i ragazzi e non solo.

Beniamino Sidoti, scrittore e formatore, da tempo raccoglie giochi con le parole, le storie, le poesie, la scrittura e tiene una rubrica “Giochilli” su Facebook dove ogni giorno da cinque anni propone un gioco con le parole. E’, tra il resto, consulente per la creazione di attività didattiche ed educative, è spesso in giro per l’Italia per svolgere la sua attività di formazione.


Beniamino Sidoti

Giochi per scrivere meglio.

Carocci, 2025. p 177.

venerdì 30 maggio 2025

E' LO STESSO LIBRO, MA NON SEMBREREBBE - Pinguino - Camelozampa. (Nuove edizioni, nuove traduzioni - 5)

Polly Dunbar

Pinguino

Camelozampa, 2021. [40] p. ill.

Età 3+


In questi giorni facendo delle ricerche bibliografiche per i vari progetti che sto seguendo, mi è capitato di leggere “Pinguino”, un albo di Polly Dunbar e nella mia mente è subito nata un’associazione con una storia che ricordavo simile. Incuriosita ho cercato di trovare l’altro libro e ho scoperto che questa stessa vicenda del bambino Ben che ha ricevuto un pinguino in regalo, era stata pubblicata da Mondadori nel 2008 con il titolo “Perchè non parli?”.

Confrontare le due versioni è stato per me inevitabile e mi ha dato modo di fare
alcune riflessioni sull’importanza del “vestito” di un libro (titolo e copertina) e la differenza che possono fare la traduzione e la forma linguistica in un libro.

La storia è la stessa: Ben è felice per aver ricevuto in regalo Pinguino. Pinguino, però, non dice una parola e rimane impassibile davanti a tutti i tentativi del bambino di farlo reagire: smorfie, balletti, la verticale, un lancio nello spazio … niente smuove Pinguino. Quando, però, Ben viene mangiato da un leone, Pinguino tira fuori la sua grinta, a modo suo, racconta tutto quello che è successo e la storia finisce con tutta la dolcezza di un abbraccio.

Procedendo al confronto, posso dire che, prima di tutto, il titolo “Perchè non parli?” fornisce fin da subito una linea di lettura con un’idea ben precisa da cui partire. Molto più aperto e neutro è l’approccio suggerito dal semplice “Pinguino” come titolo (che, tra il resto, è anche il titolo della versione originale inglese) che mette il lettore in piena libertà di avvicinarsi alla storia con le più ampie ipotesi su ciò che potrà trovare. La domanda, “Perchè non parli?”, inoltre, mette fin da subito in opposizione il bambino e l’uccello, come se quest’ultimo debba per forza comportarsi come Ben vuole, e, nello specifico, reagire come un essere umano. Questo atteggiamento, secondo me, è anche sottolineato dall’immagine in copertina che nella versione della Mondadori mostra Ben che, contrariato dal mutismo dell’animale, fa la linguaccia a Pinguino. Attonita, invece, l’espressione di Pinguino sulla copertina che ha scelto Camelozampa, la stessa dell’edizione inglese.


Anche nelle due traduzioni si trovano delle differenze che mettono in evidenza, a parer mio, una sorta di conduzione nell’interpretazione per quanto riguarda l’edizione del 2008, rispetto a quella più recente. La traduzione di Sara Saorin è più “pulita”, essenziale, senza i giri di parole, gli avverbi e i molti “ma” (congiunzione avversativa) che, in diversi punti, appesantiscono quella di Alessandra Orcese. Ed è soprattutto la presenza di questi elementi, apparentemente tanto superflui quanto fuorvianti, che, a mio parere, influenza il tono della narrazione, rendendolo didascalico, e forse anche svilente nei confronti del lettore.

Per esempio:

- “A che cosa giochiamo?” gli domandò subito dopo. Ma Pinguino non rispose.

vs.

- “A cosa giochiamo? disse Ben. Pinguino non disse niente.


- Che c’è, non sai parlare?” gli chiese Ben. Ma, di nuovo, Pinguino non disse nulla.

vs.

- “Non sai parlare?” disse Ben. Pinguino non disse niente.


- Ben perse la pazienza: prima diede uno spintone a Pinguino, poi gli fece una pernacchia. Ma Pinguino non fece una piega.

vs.

- Allora Ben spinse Pinguino e fece una pernacchia a Pinguino. Pinguino non disse niente.


- Andò a finire che il leone, infastidito da tutto quel chiasso, si mangiò Ben.

vs.

- Leone mangiò Ben perché faceva troppo rumore.

A dire il vero, non avendo sottomano la versione originale in inglese, non posso
dire quale traduzione sia più fedele (anche se scommetterei su quella di Camelozampa). Sta di fatto, comunque, che l’effetto della lettura dei due libri cambia e, a mio parere, non di poco.

Concludendo, “Pinguino” è un classico contemporaneo per bambini che, all’uscita nel 2007, Kirkus Review (autorevole rivista americana di recensioni) ha descritto così: "Visivamente, le contorsioni di Ben e l'aplomb del Leone rimandano al primo Sendak. Sebbene all'inizio non sia chiaro se l'immutabile Pinguino sia un peluche, un animale domestico o qualcosa di completamente diverso, i bambini sapranno, al più tardi alla fine della storia, che questo uccello è un amico".

Una storia di amicizia che racconta di come i bambini (e non solo) proiettano sugli altri ciò che si aspettano da loro e questo a volte crea conflitti e difficoltà nei rapporti.

Una storia che anche dopo tanti anni cattura ancora con la magia dell'immaginazione, fa sorridere e scalda il cuore e, in questa nuova traduzione, ancora di più. Perchè lo sappiamo, i libri belli non invecchiano e, anche se loro sono datati, i bambini, per fortuna, sono sempre nuovi.

Polly Dunbar

Pinguino

Camelozampa, 2021. [40] p. ill.

Età 3+


Polly Dunbar

Perchè non parli?

Mondadori, 2008. [40] p. ill.

Età 3+

 

domenica 11 maggio 2025

QUELLO CHE ABBIAMO GIA' - Verso - Kite


Amin Hassanzadeh Sharif

Verso

Kite, 2025. [32] p. ill.

Età 7+


In una non precisata località un gruppo di animali antropomorfi si lamenta della propria vita: c’è chi è stanco del lavoro, chi del traffico, chi del mangiare le stesse cose nello stesso ristorante, chi non sopporta più la burocrazia. Un giorno, proprio quando il sindaco sta per ricevere l’ennesima telefonata di lamentele, un’astronave atterra in città. Di colore rosso e accompagnata da una musica accattivante, la navicella invita tutti a salire a bordo per raggiungere un pianeta lontano. Carichi di aspettative per un’esistenza migliore e semplificata dalla tecnologia, gli animali salgono e si accomodano all’interno. Il viaggio dura alcuni giorni. Quando l’astronave si ferma, tutti si accalcano per vedere dove sono arrivati e, all’aprirsi delle porte, rimangono senza fiato. Quale realtà nuova li sta per accogliere? In realtà nessun nuovo pianeta, ma il loro stesso, come era una volta, più pulito, verde e rigoglioso. Non potevano aspettarsi niente di meglio.

Cosa possiamo leggere tra le righe di questa storia ricca di rimandi alle narrazioni orwelliane e al biblico episodio dell’Arca di Noé?

Possiamo leggerci la vita delle persone costretta da mille limitazioni, lo stress della quotidianità che molti, spesso, si autoimpongono, le routine noiose che inibiscono la libertà personale. Ma possiamo anche leggerci l’antidoto a tutto ciò, il ritorno ad una vita più semplice e tranquilla in stretto rapporto con la natura. Possiamo leggerci l’importanza del saper gestire il progresso e di non dimenticare la naturalità. Possiamo leggerci l’ottusità in cui le persone spesso si trovano a vivere senza rendersi conto che un’esistenza migliore è possibile: un mondo pulito e naturale c’è già, basta prendersene cura, rispettarlo, valorizzarlo e tornarci a viverlo in pienezza.

Una storia molto stimolante in perfetta linea con uno dei principali filoni che ha caratterizzato la Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna di quest’anno: il tema della sostenibilità, declinato su diversi focus tra cui, appunto, l’ambiente e la valorizzazione di una vita in armonia con sé e col creato.

Una storia dai vari livelli di lettura, ricca di metafore e simboli da riconoscere e da interpretare, e, perciò, adatta a lettori diversi.

Un libro ricco anche per le illustrazioni che attentamente completano il racconto creandone non solo l’ambientazione e l’atmosfera, ma contribuendo con colori e dettagli al contenuto stesso. Osservando gli animali e le loro espressioni si percepisce chiaramente l’evoluzione che subiscono nel passaggio dalla prima alla seconda parte della narrazione fino ad arrivare all’interessante ultima doppia pagina in cui ogni elemento che afferisce alla società umana è eliminato e le bestie corrono libere come puri animali in una foresta rigogliosa.

Per completare il quadro non dimentichiamoci di osservare anche copertina, quarta di copertina ed interni, che, come sempre negli albi illustrati di qualità, sono parte integrante, insieme con il titolo, della narrazione.

Di questo autore è da ricordare anche il bellissimo L’albero azzurroedito anch’esso da Kite e di cui ho scritto su Vita Trentina. 

Amin Hassanzadeh Sharif

Verso

Kite, 2025. [32] p. ill.

Età 7+



Amin Hassanzadeh Sharif

L’albero azzurro

Kite, 2015. [32] p. ill.

Età 6+

 

mercoledì 23 aprile 2025

LA GIOIA DI LEGGERE INSIEME - Il libro azzurro - Bompiani

Germano Zullo, Albertine

Il libro azzurro.

Bompiani, 2024. 104 p. ill.

Età 5+



Il libro azzurro è il libro preferito di Seraphine. Se lo fa leggere tutte le sere da papà e da mamma. Prima con uno e poi con l’altra, attraverso le pagine, insieme iniziano viaggi meravigliosi pieni di cose bellissime e interessanti da scoprire. Partendo dal giardino di casa attraverso le strade del loro paese si allontanano sempre più raggiungendo mondi incantati: un prato punteggiato di fiori, il mare, la giungla tropicale, il nord e il sud, … . Insieme non hanno paura, anzi “con il Libro Blu non si ha mai paura …”. Ad un certo punto, però, la stanchezza prende il sopravvento e arriva il sonno. E’ ora di tornare a casa. Ma la storia non finisce, ci sono ancora tante cose meravigliose da vedere e “Non si può scoprire tutto in una volta sola”.

Parole dolci e attentamente cercate si accompagnano ad illustrazioni ricche di colore per guidare attravero un mondo pieno di stupore i piccoli e i grandi che leggono insieme. E la fantasia si apre alla creatività, aggiungendo dettagli e sfumature. Non si vede l’ora di girare pagina per vedere che cosa si trova dopo e, alla fine, non resta che il desiderio di ricominciare.

Un libro fatto di parole e di storie raccontate sulla carta che si intrecciano a parole
e storie che possono nascere nella mente dei lettori. Ci sono, infatti, anche molte pagine senza testo così che ognuno può creare il suo mondo speciale, la sua zona di meraviglia.

Il dialogo tra i genitori e la bambina segue, non so se consapevolmente o meno, la tecnica della lettura interattiva che immerge completamente nel testo e lo personalizza creando una forte relazione di interscambio tra il libro, chi lo legge e chi ascolta: tre vertici di un triangolo che continuano a comunicare. Così insieme, adulti e bambini, scoprono il piacere della lettura condivisa. La gioia di vivere emozioni, di farsi affascinare dalle sfumature dei colori, di lasciarsi trasportare dal potere dell’immaginazione, dell’andare dolcemente verso i sogni della notte.

Scritto e illustrato dal famoso duo svizzero Germano Zullo e Albertine, Il libro azzurro è un piccolo concentrato di tenerezza, un mondo di meraviglia dove nulla è impossibile. Uno speciale omaggio a quel momento particolare tra genitori e figli che è la lettura. Un libro ideale per ricordare che il 23 aprile è la Giornata Mondiale del Libro.


Germano Zullo, Albertine

Il libro azzurro.

Bompiani, 2024. 104 p. ill.

Età 5+



 

venerdì 21 marzo 2025

QUALCHE VOLTA SI CADE - Provaci ancora, cucciolo - Terre di Mezzo


Randall de Sève, Kate Gardiner (ill.), Gioia Sartori (trad.)

Provaci ancora, cucciolo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p.

Età 3+


Mamma orso è rannicchiata tra i rami di un albero e sgranocchia una succosa prugna viola. Dal basso, il piccolo la guarda con desiderio, preoccupato di graffiarsi le zampe e di urtare il naso; soprattutto, il piccolo ha paura di cadere a terra. Alla fine l'orsetto cade, “può capitare. E va bene lo stesso”.

Una sana verità di vita.

Il piccolo lettore che sente questa storia e osserva le illustrazioni, comprende rapidamente il gioco di alternanza, tra i tentennamenti dell’orsetto e le risposte incoraggianti di mamma orsa e indovina subito ogni passo successivo, ipotizzando, assieme al protagonista che la risposta della madre non varierà molto. E da questo entrambi i cuccioli (l’orso e il bambino) prendono coraggio.
Il testo, che si limita al dialogo tra mamma e cucciolo, non lo dice, ma le immagini mostrano che piccolo orso sta progressivamente superando le sue apprensioni e si avvicina sempre più alle prugne. E il frutto, descritto con aggettivi sempre più intensi (maturo, succoso, profumato, ...) ad ogni pagina appare più appetitoso.

Randall De Sève ritrae sapientemente mamma orsa come un'amorevole genitore che, con saggezza e incoraggiamento, guida il piccolo orso dall'alto, pur lasciandogli la libertà di commettere errori e di essere anche un po' maltrattato lungo il cammino. E ciò che segue è una gustosa ricompensa: il piccolo orso ottiene la sua prugna viola.

Le illustrazioni di Kate Gardiner rispecchiano la morbida eleganza del testo con una tavolozza tenue piena di violetto lavanda, marrone chiaro e marrone intenso. Gli orsi sono disegnati in modo semplice ma espressivo, come, per esempio, dove l’orsetto è ritratto con le orecchie all'indietro mentre inizia ad arrampicarsi.

Una bella storia di genitorialità e di infanzia, di come spianare la strada senza appianarla.

Un albo illustrato semplice ma estremamente efficace. La tranquilla sicurezza della mamma è contagiosa e non sorprende vedere il suo piccolo superare una paura dopo l'altra.

Un libro morbido e tenero per bambini piccoli, perché sì, crescere significa rischiare, affrontare le paure e superare i propri limiti. I piccoli lo fanno ogni giorno, anche se sanno che a volte si può cadere.

In chiusura una considerazione sulla traduzione del titolo che non vuole essere una sterile critica, ma uno spunto di riflessione.

Il titolo originale di questo libro è “Sometimes we fall” che viene offerto in italiano con Provaci ancora, cucciolo”. Questa versione, secondo me, cambia il punto di vista sulla narrazione. Nella versione inglese il focus è sulla possibilità che ognuno ha di cadere, di fallire, in quella italiana è sull’invito a tentare di nuovo. La narrazione assume, quindi, una portata diversa che nel titolo italiano mette in mano al cucciolo la possibilità di riuscirci, se continuerà a provare, mentre in quello inglese sembra esserci maggiore accettazione che si può anche fallire. Una sottigliezza? Forse.


Randall de Sève, Kate Gardiner (ill.), Gioia Sartori (trad.)

Provaci ancora, cucciolo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p.

Età 3+

mercoledì 12 marzo 2025

INSIEME VERSO IL FUTURO - Il mondo che verrà - Giralangolo

Robert MacFarlane, Johnny Flynn, Emily Sutton (ill.), Anselmo Roveda (trad.),

Il mondo che verrà

Giralangolo, 2025. 32 p.

Età 6+

In occasione della festa del papà possiamo pensare ad una poesia come regalo. Una poesia che è il testo di un libro illustrato e che è una metafora della vita Questo libro illustrato pubblicato da Giralangolo è “Il mondo che verrà”. Si tratta di un bel lavoro arricchito da illustrazioni vivaci e colorate. Le parole sono frutto della collaborazione tra il cantautore Johnny Flynn e l'autore naturalista Robert Macfarlane, mentre le immagini sono realizzate dalla talentuosa illustratrice Emily Sutton.

Le parole su queste pagine sono il testo della delicata canzone "The moon also rises", scritta a quattro mani dai due autori e il loro ritmo musicale e poetico si percepisce chiaramente alla lettura. Non si tratta di una storia vera e propria, ma della descrizione in poesia di una lunga passeggiata che fanno un padre e un figlio avventurandosi nel bosco. Seguendo il filo di un sogno, il loro camminare li conduce alla scoperta di un paesaggio in continua trasformazione, a esplorare un mondo sempre nuovo, ricco e generoso, che promette un futuro colmo di speranza.

È un emozionante inno al fluire del tempo e alla sua magia, alla bellezza della natura in continuo cambiamento, e al forte legame che unisce padre e figlio.

 

 

Nel panorama che si trasforma e si evolve, proprio come i due protagonisti nel loro viaggio di vita, si avverte un nuovo canto, un futuro ricco di sole e fiori, di silenzio e tuoni, di momenti condivisi, di una positività che si alimenta e diventa quasi tangibile grazie alle splendide e dettagliate illustrazioni.

Un testo dolce e coinvolgente da leggere ad alta voce per assaporare il ritmo delle parole, ma da osservare anche in silenzio per lasciarsi trasportare dai dettagli nella meraviglia delle immagini che insieme compongono.