mercoledì 22 ottobre 2025

IL MONDO AL LIMITE - La ragazza pesce - Camelozampa

La ragazza pesce.

Søren Jessen, Eva Valvo (trad.)

Camelozampa, 2025. 116 p.

Età 10+


Non è un classico libro di narrativa illustrata, non è una graphic novel in senso stretto, non è un albo illustrato, non è un libro con le figure. E’ un po’ di tutti questi. Sto parlando di “La ragazza pesce” del pluripremiato autore e illustratore danese Søren Jessen proposto da Camelozampa.

Sicuramente è un libro che cattura e avvolge il lettore sia per come è costruito, sia per la storia che racconta. La storia è quella di Frede e di sua sorella maggiore, di cui non il lettore non conoscerà mai il nome, raccontata da quest’ultima in prima persona. Frede è un ragazzino neurodivergente, probabilmente autistico e di lui si prende cura la sorella dal momento che i loro genitori non sono con loro. Una forte tempesta d’acqua ha, infatti travolto e allagato tutto il circondario, salvando, per fortuna, la loro casa che si trova su una collina. I due ragazzini, però, non sanno nulla dei loro genitori usciti prima del disastro per andare al lavoro. Avvolti dal buio, dal vento e dall’acqua, senza telefono, aspettano chiusi in casa il loro ritorno e l’arrivo dei soccorsi. Frede ha una forte passione per i dinosauri ed è attraverso un modellino di brachiosauro che esprime le sue emozioni. La sorella lo sa è cerca di distrarlo giocando con lui sotto il tavolo dove sembrano essere più protetti, mentre l’acqua fuori continua a salire. La ragazza racconta al lettore ciò che sta succedendo, ma al contempo lo fa partecipe dei suoi pensieri, dei suoi tentativi per farsi aiutare, delle sue emozioni in un crescendo di tensione che tiene incollati alle pagine. Finchè un elicottero non sorvola la zona. Ma come farsi notare?


Ambientata in un mondo distopico, la storia è il racconto della rivalsa della natura sull’uomo che l’ha messa a dura prova. E’ la presa di coscienza di quante cose sono (o sembrano) essenziali alla vita e alla salvezza dell’uomo. E’ una descrizione di un futuro, neanche troppo lontano, in cui il cambiamento climatico arriva alle sue estreme conseguenze. Allo stesso tempo, leggendo, viene spontaneo collegare ciò che avviene nel mondo esterno ai pensieri e ai cambiamenti che si muovono dentro la ragazza e sul coraggio che lei deve possedere per affrontare tutto ciò che succede dentro e fuori di lei, con in più la responsabilità verso gli altri, il suo fratellino in primis.

Una storia angosciante e potente con un finale comunque positivo, che apre alla speranza.


Tecnicamente la storia è resa dal sapiente dosaggio di testo e di illustrazioni. Un’alternanza irregolare dei due codici che non permette al lettore di abbandonare l’attenzione. Il testo è chiaro, diretto e preciso, evocative, ma anche perturbanti le illustrazioni, che con le tonalità dell’azzuro-blu e del verde-nero, rendono bene questo mondo fuori dal mondo.

Ma c’è anche molto di non detto, molto lasciato al “lavoro” del lettore, ed è in questo spazio che prende forma un’altra storia, diversa per tutti. Un contenuto che si mette in diretto contatto con ciò che ognuno porta dentro di sé, nel suo bagaglio di esperienze, nel suo mondo emotivo.

 

La ragazza pesce.

Søren Jessen, Eva Valvo (trad.)

Camelozampa, 2025. 116 p.

Età 10+


sabato 4 ottobre 2025

UNA BAMBINA DAI CAPELLI D'ORO - Il bello di Kerstin - La Nuova Frontiera Junior

 

IL BELLO DI KERSTIN

Helena Hedlund, Katarina Strömgård (ill.), Samanta K. Milton Knowles (trad.)

La Nuova Frontiera Junior, 2025. 200 p. 

Età 8+ 

Kerstin, sette anni e capelli color oro, come dice sua mamma, colleziona tutto ciò che è di questo colore: ha raccolto ben 105 oggetti dorati come i suoi capelli che tutti definiscono banalmente rossi o arancioni. Un giorno, a scuola, Kerstin trova per terra in corridoio un anello che raccoglie e mette in tasca per aggiungerlo ai suoi tesori. Quando la maestra Lotten dice di aver perso la fede nuziale e chiede se qualcuno la abbia vista, Kerstin non ha il coraggio di confessare. Questo silenzio porta a tutta una serie di complicazioni e la vicenda si ingarbuglia sempre più, anche perché il segreto di Kerstin viene scoperto dall’amica del cuore Fatima e Kerstin stessa ne fa partecipe Gunnar, il ragazzino appena trasferito in una vecchia casa vicina alla sua e che diventa suo amico e compagno di classe. La storia prosegue seguendo il conflitto interiore della bambina che vorrebbe dire la verità, ma teme ciò che può succedere se lo fa. Questo il nocciolo della storia, ma la trama è arricchita da varie altre micro-vicende che si sviluppano tra casa e scuola, finché il tutto trova un’intelligente via di soluzione.

"Il bello di Kerstin" è un libro adatto alla lettura autonoma dagli 8-9 anni, ma si presta ad essere letto ad alta voce anche prima, risultando molto divertente pur non contenendo particolari colpi di scena o momenti topici. E’ il racconto autentico dell’esperienza di una bambina cui piace stare da sola e riflettere, che non ama i cambiamenti e che vuole scegliere da sola le sue amicizie, senza sentirsi obbligata a frequentare nessuno.

E’ una tipica "storia bambina" che racconta con schiettezza la vita quotidiana di una piccola svedese che vive in campagna. Non mancano, ovviamente, i riferimenti a Pippi Calzelunghe e al suo mondo, ma l’autrice ha saputo creare una serie di personaggi, Kerstin in primis, nuovi, originali e bene caratterizzati. Una storia raccontata in terza persona e molto rispettosa del punto di vista dei bambini. Una storia che si sviluppa tra casa e scuola e dove trovano posto anche gli adulti: la maestra, i genitori di Kerstin, la mamma di Gunnar, adulti presenti e importanti nella vita dei bambini e che sanno capire e sostenere i piccoli protagonisti. Ci sono anche i genitori di alcuni altri compagni di scuola il cui ruolo, però, è diverso: come i loro figli, entrano in gioco quasi esclusivamente per contribuire diffondere dicerie o a rendere problematici i rapporti tra le persone. Tuttavia, se pur personaggi secondari, svolgono una funziona importante nella rappresentazione verosimile dei piccoli eventi quotidiani, narrati senza moralismi nè didatticismi. Il tema centrale della menzogna, del coraggio della verità e dell’essere se stessi rispettando gli altri è trattato con delicatezza e rende il romanzo meno superficiale di quanto possa sembrare a prima vista, anche perché il focus non è tanto sull’azione, quanto sulla rappresentazione delle emozioni e dei pensieri di Kerstin e dei suoi compagni.

Considerando come questa storia è stata scritta e tradotta, non possiamo non mettere in luce alcuni punti di forza:

- il linguaggio non è né troppo semplice né troppo impegnativo considerando il target d’età per cui viene proposto

- la paratassi, che ne facilita l'approccio dei piccoli lettori, è ben studiata e ben resa nella traduzione tanto che non risulta noiosa ad una lettura adulta

- le descrizioni sono perfettamente integrate nella narrazione che, perciò, non si sbilancia nella lunghezza nè di queste parti descrittive, nè dei dialoghi

- le scelte lessicali sono attente e fanno sì che il tono della storia non cada nel banale

Nel complesso questo è un libro nel suo genere molto ben scritto e ben illustrato.

"Il bello di Kerstin" è il primo di una serie di sei volumi. Aspettiamo i prossimi per seguire con piacere questa ragazzina dai capelli d'oro e le vicende del suo mondo. Nel frattempo invito lettrici e lettori a cercare tra le righe cos’è veramente “il bello di Kerstin”.

P.S. Solo un libro per novenni proveniente dal Nordeuropa può inserire nella storia con spontaneità e senza falsi pudori una maestra incinta sposata con un’altra donna. I buoni libri non hanno confini e raccontano la vita vera, e questo è un buon libro.

martedì 23 settembre 2025

STORIE DA BRIVIDO – Il teschio. Zoolibri

Jon Klassen, Greta Poli (trad.)

Il teschio.

Zoolibri, 2023. 105 p.

Età 8+


Gli occhi dei personaggi di Jon Klassen sono inconfondibili: bucano la pagina e comunicano direttamente con il pensiero del lettore. Non solo quelli dei suoi meravigliosi albi, ma anche quelli dei protagonisti di questo libro di narrativa illustrata rivolto ai bambini dagli otto anni che leggono da soli e desiderano leggere qualcosa “di paura”.

Il teschio” racconta una storia inquietante che si rifà ad un’antica narrazione popolare tirolese e che Klassen ha rivisitato a modo suo a distanza di tempo da quando l’ha letta per caso in una biblioteca in Alaska.


Come un narratore che racconta ciò che ricorda di quanto sentito e lo ripropone con le sue personali variazioni, Klassen ci presenta Otilla, una bambina coraggiosa che, in fuga da qualcosa di non ben definito, si perde in una foresta fitta e scura. Dopo aver pianto per la paura, tra gli alberi Otilla vede una casa grande, vecchia, buia e isolata. Non ha alternative: si avvicina e bussa. Scopre che ci vive un teschio. Anche lui sta fuggendo e si nasconde da qualcosa e il suo fuggire, a causa di una maledizione, si ripete ogni notte. Da cosa scappa la bambina? E il teschio? Non si viene a sapere il perché Otilla si sia persa nel bosco, la storia, però, racconta che il teschio non vuol farsi prendere da uno scheletro (il suo) che lo rincorre e Otilla si offre di aiutarlo a disfarsene. Insieme ci riescono e la bambina decide di rimanere nella casa con lui.

Questa storia possiede tutti gli elementi delle storie di paura e tutto il sapore di una fiaba che sa anche di racconto horror. Ci troviamo il buio, il silenzio, un bosco fitto, una casa abbandonata, un pozzo senza fondo, una bambina che scappa e un teschio. Ci sono emozioni forti e reazioni inaspettate. C’è una situazione difficile da affrontare, c’è un crescendo di tensione e una soluzione raggiunta grazie all’intervento di un aiuto. C’è la cura, c’è la vendetta, c’è la crudeltà, c’è la spietatezza, c’è l’amicizia (forse amore), c’è la generosità e c’è l’accoglienza. C’è anche un finale alla “vissero felici e contenti”, perché, insieme i due protagonisti hanno affrontata e vinto le loro paure.

Semplificando molto, si tratta di una storia cupa di avventura e di mistero, di paura e di coraggio. Non ci si faccia quindi ingannare quando, prendendo in mano questo libro e leggendo il nome dell’autore, ci si aspetta una storia misteriosa sì, ma ironica e, a modo suo, divertente.


Come sappiamo la qualità delle storie si valuta sì nel loro contenuto, ma soprattutto nel modo in cui questo contenuto viene proposto. Klassen con questo libro mostra ancora una volta la sua bravura nel raccontare, nel creare narrazioni che funzionano. In questo libro ha, infatti, saputo ben calibrare la narrazione dandole un ritmo preciso, suddividendola in cinque parti ognuna introdotta da un elenco di ciò che contiene. L’interruzione tra i capitoli crea uno spazio vuoto, una pagina bianca, un silenzio che fa rallentare il lettore, il quale, focalizzando su ciò che ha appena letto, si prepara a ciò che sarà nelle pagine seguenti. Queste interruzioni, questi silenzi, creano degli spazi indefiniti che non esplicitano tutto ciò che testo e illustrazioni raccontano, ma lasciano libera interpretazione (e anticipazione) al lettore.

Il teschio” è un libro per bambini che li diverte e li coinvolge, ma che per queste sue caratteristiche tecniche, li allena anche a diventare veri lettori che sanno come affrontare libri complessi e a porsi in maniera attiva e costruttiva davanti a ciò che le pagine propongono loro.


Si potrebbe continuare l’analisi di questo libro offrendo un’interpretazione della storia che non può che essere in chiave psicanalitica.

Si potrebbe analizzare nel dettaglio la relazione tra la bambina e il teschio, facendo grande attenzione al rapporto testo/immagini.

Si potrebbe osservare come fiaba/leggenda e realtà, vita e emozioni, si compenetrano e si mescolano.

Si potrebbe … .

Lascio tutti questi spunti a chi non ha ancora letto il libro per sé e/o per proporlo ai bambini, perché è anche in un approccio libero e personale ai testi che stanno il piacere e il valore della lettura.

 

sabato 6 settembre 2025

IL GIOCO DI LEGGERE INSIEME – Facciamo che eravamo. Terre di Mezzo

Shawn Harris, Giulia Genovesi (trad.)


Facciamo che eravamo.

Terre di Mezzo, 2025. 40 p. 

Età 2+


E’ forse il gioco più vecchio e più amato da tutti i bambini del mondo, quello di far finta che ..., di far finta di essere qualcosa o qualcuno …, di immaginarsi diversi o in un altro posto. Ed è proprio questo gioco antico che Shawn Harris riprende nel suo simpatico albo illustrato “Facciamo che eravamo?” dedicato ai lettori più piccoli.

Guardando la copertina si vedono due api, una grande che, appunto, dice a quella piccola “Facciamo che eravamo?”, e aprendo, subito si scopre che questa copertina in realtà è la copertina del libro che tengono in mano i due protagonisti della storia: un papà dalla barba lunga e i capelli folti e un bambino, anche lui con i capelli lunghi e un berretto rosa in testa. Nel momento in cui il papà lancia la proposta, i due subito si trasformano in api, uccellini, alberi … in tutto ciò che fanno finta di diventare. La trasformazione giunge a una conclusione soddisfacente per entrambi quando i due diventano, prima il genitore (e entrambi sfoggiano baffi e barba) che dice “Fine!” e poi il bambino (entrambi con il cappellino rosa e il padre particolarmente ridicolo con una testa molto piccola su un corpo muscoloso) che, invece, dice “Ancora!” e tutti e due sono pronti per ricominciare.

Un libro simpatico e divertente da condividere con bambini anche molto piccoli.


Infatti, l’organizzazione delle pagine, la maggior parte con le figure sulla pagina di destra e le parole su quella di sinistra (posizione che favorisce la visione di un bambino in braccio a chi legge per lui), insieme alle illustrazioni infantili dai contorni spessi e bene definite contro lo sfondo, lo rendono particolarmente adatto alle loro esigenze, abilità e competenze. Altro elemento che dà soddisfazioni ai bambini intorno ai due anni è quello di riconoscere persone, animali e oggetti, di indicarli e di ripeterne il nome o il verso. A questo scopo sono particolarmente funzionali quelle tavole che sono dei piccoli elenchi figurati e di cui questo libro è ricco nella seconda parte, come sugli interni di copertina. Anche la storia è vicina al vissuto dei bimbi e offre, allo stesso tempo e più o meno volontariamente, all’adulto che li accompagna un modello di comportamento, suggerendo come leggere questa stessa storia (ma anche tutte le altre) con i loro bambini. Ciò che il papà fa con il suo piccolo è una lettura ad alta voce dialogata e interattiva in cui stimola la partecipazione diretta del bambino alla costruzione della narrazione. Le voci e i gesti dei due si alternano, si intrecciano, si completano in una lettura condivisa che dà soddisfazione ad entrambi.

Un libro perfetto per la lettura ad alta voce con la collaborazione di tutti. Un libro pensato per i piccoli che può divertire, però, anche i più grandini.

 

venerdì 22 agosto 2025

PIU’ SI E’, MEGLIO E’. I libri di Susanne Strasser – Terre di Mezzo

 


L’accumulo compulsivo è una malattia. Non, però, quando si tratta dell’accumulo di animali nei libri di Susanne Strasser, divertentissimi cartonati adatti ai piccoli lettori.

Fermate quella palla!”, “Tutti sul divano!”, “Chi dorme nel lettone?”, “Balena, vengo anch’io!”, “La torta è troppo in alto!”, “Nella zuppa cosa c’è?” e “Il procione lava tutto!” sono i titoli di una serie di storie che giocano con l’accumulo di animali in situazioni familiari ai bambini: la nanna, il bagno, la cucina, il rito della lettura condivisa, il gioco in giardino. Storie semplici e accattivanti, ricche di un umorismo pulito che anche i più piccoli riescono a capire anche perché i semplici dialoghi sono ripetuti ogni volta che un nuovo elemento si aggiunge alla situazione. Si sa che i bambini amano le ripetizioni che permettono loro di partecipare attivamente alla storia finendo le frasi o anticipandole. 

Così sul divano, nel letto, in cucina o nella vasca da bagno, uno dopo l’altro, ogni animale trova il suo posto e, raggiunto il climax della storia, la narrazione trova una divertente soluzione e ogni piccolo lettore si diverte soddisfatto.

Le illustrazioni di questi libri sono ben leggibili, precise e definite da contorni chiari e sfondi monocolore. Oggetti e animali sono facili da riconoscere e la quantità di dettagli con cui sono rappresentati è perfetta perché le figure non risultino né sciatte o banali né troppo complesse.

Storie affollate, piene di amici all’insegna del “più siamo e meglio è”. Storie che si possono anche facilmente prestare per una loro giocosa drammatizzazione utilizzando materiali di recupero e carta colorata per creare maschere o elementi distintivi per i vari soggetti.

 

  

 


 

 

 

venerdì 8 agosto 2025

Divagazioni: IL VALORE DEI PICCOLI-GRANDI GESTI. Le grandi mani di mio padre - Quinto Quarto

 

Choi Deok-Kyu

Le grandi mani di mio padre. 

Quinto Quarto, 2024

per gli adulti

 

Le mani dei padri hanno da sempre occupato un ruolo centrale nelle narrazioni. La loro forza, unita a una durezza solo apparente, crea una potente immagine metaforica quando viene accostata alla delicata fragilità di un neonato: strumenti di lavoro che si trasformano in veicoli di cura e tenerezza. Come il titolo chiaramente anticipia è su questo tema si sviluppa il capolavoro “Le grandi mani di mio padre”, raffinato libro del coreano Choi Deok-Kyu.

 

Il libro racconta una storia centrata sul tema del proteggere e del prendersi cura. Una storia di sole immagini che, seguendo un duplice filo, di pagina in pagina sviluppa parallelamente la descrizione della profonda relazione che c’è tra i due protagonisti. Sul lato sinistro, le illustrazioni sono racchiuse in un cerchio come fossero guardate attraverso un cannocchiale metaforicamente puntato sul passato. A destra, invece, immagini a tutta pagina che attualizzano e amplificano la portata narrativa. Da una parte, il padre si prende cura del proprio neonato; dall’altra, la prospettiva si ribalta e mostra il figlio adulto che si dedica alle attenzioni verso l’anziano genitore.

Un libro attentamente studiato sia nella scelta dei colori sia nei particolari ricorrenti come per esempio gli occhiali che fanno da trait d’union tra le due storie. Il bambino cresce e diventa uomo e da oggetto di attenzioni diventa attore di gesti d’amore che vanno oltre ogni tempo come allacciare le scarpe, aiutare a lavarsi, dar da mangiare, abbottonare la camicia. Semplici gesti che alimentano la profonda intimità tra i due personaggi e sottolineano la generosa apertura dell’uno verso l’altro.

L’evoluzione della relazione tra padre e figlio è rappresentata nella sua ideale continuità di amore intergenerazionale e, nonostante si parli anche di perdita e di dolore, non si cade nel fatalismo. In queste pagine, inoltre, non c’è una figura materna, tuttavia non se ne sente la mancanza: la relazione tra padre e figlio è esplorata nella sua intensa e specifica esclusività e la sensazione è che una mamma da qualche parte c’è, ma questo, senza volerla per qualche motivo escluderla, non è il suo spazio.

Il fatto che si tratti di un libro senza parole ne amplifica la portata perché universalizza la narrazione e ogni lettore può fare la sua lettura personale e trovare spunti di riflessione individuale. Anche per questo il libro, nella sua dolcezza, può risultare anche molto forte, può risvegliare ricordi piacevoli, ma anche molto dolorosi, può evocare situazione di grande amore, ma anche grandi sensi di colpa. Si tratta, quindi, di un libro che, se pur leggibile anche con i bambini, è dedicato, soprattutto, ai lettori adulti perché, nel suo fulcro di significato tocca corde profonde sul tema universale della cura affettiva e delle responsabilità familiari. Le illustrazioni (e qui ricordo di non dimenticare di osservare copertina, interni di copertina e la pagina del colophon), rappresentando momenti di quotidianità, diventano potenti contenitori di emozioni profonde: gioia, tristezza, amore e senso di responsabilità.