venerdì 22 agosto 2025

PIU’ SI E’, MEGLIO E’. I libri di Susanne Strasser – Terre di Mezzo

 


L’accumulo compulsivo è una malattia. Non, però, quando si tratta dell’accumulo di animali nei libri di Susanne Strasser, divertentissimi cartonati adatti ai piccoli lettori.

Fermate quella palla!”, “Tutti sul divano!”, “Chi dorme nel lettone?”, “Balena, vengo anch’io!”, “La torta è troppo in alto!”, “Nella zuppa cosa c’è?” e “Il procione lava tutto!” sono i titoli di una serie di storie che giocano con l’accumulo di animali in situazioni familiari ai bambini: la nanna, il bagno, la cucina, il rito della lettura condivisa, il gioco in giardino. Storie semplici e accattivanti, ricche di un umorismo pulito che anche i più piccoli riescono a capire anche perché i semplici dialoghi sono ripetuti ogni volta che un nuovo elemento si aggiunge alla situazione. Si sa che i bambini amano le ripetizioni che permettono loro di partecipare attivamente alla storia finendo le frasi o anticipandole. 

Così sul divano, nel letto, in cucina o nella vasca da bagno, uno dopo l’altro, ogni animale trova il suo posto e, raggiunto il climax della storia, la narrazione trova una divertente soluzione e ogni piccolo lettore si diverte soddisfatto.

Le illustrazioni di questi libri sono ben leggibili, precise e definite da contorni chiari e sfondi monocolore. Oggetti e animali sono facili da riconoscere e la quantità di dettagli con cui sono rappresentati è perfetta perché le figure non risultino né sciatte o banali né troppo complesse.

Storie affollate, piene di amici all’insegna del “più siamo e meglio è”. Storie che si possono anche facilmente prestare per una loro giocosa drammatizzazione utilizzando materiali di recupero e carta colorata per creare maschere o elementi distintivi per i vari soggetti.

 

  

 


 

 

 

venerdì 8 agosto 2025

Divagazioni: IL VALORE DEI PICCOLI-GRANDI GESTI. Le grandi mani di mio padre - Quinto Quarto

 

Choi Deok-Kyu

Le grandi mani di mio padre. 

Quinto Quarto, 2024

per gli adulti

 

Le mani dei padri hanno da sempre occupato un ruolo centrale nelle narrazioni. La loro forza, unita a una durezza solo apparente, crea una potente immagine metaforica quando viene accostata alla delicata fragilità di un neonato: strumenti di lavoro che si trasformano in veicoli di cura e tenerezza. Come il titolo chiaramente anticipia è su questo tema si sviluppa il capolavoro “Le grandi mani di mio padre”, raffinato libro del coreano Choi Deok-Kyu.

 

Il libro racconta una storia centrata sul tema del proteggere e del prendersi cura. Una storia di sole immagini che, seguendo un duplice filo, di pagina in pagina sviluppa parallelamente la descrizione della profonda relazione che c’è tra i due protagonisti. Sul lato sinistro, le illustrazioni sono racchiuse in un cerchio come fossero guardate attraverso un cannocchiale metaforicamente puntato sul passato. A destra, invece, immagini a tutta pagina che attualizzano e amplificano la portata narrativa. Da una parte, il padre si prende cura del proprio neonato; dall’altra, la prospettiva si ribalta e mostra il figlio adulto che si dedica alle attenzioni verso l’anziano genitore.

Un libro attentamente studiato sia nella scelta dei colori sia nei particolari ricorrenti come per esempio gli occhiali che fanno da trait d’union tra le due storie. Il bambino cresce e diventa uomo e da oggetto di attenzioni diventa attore di gesti d’amore che vanno oltre ogni tempo come allacciare le scarpe, aiutare a lavarsi, dar da mangiare, abbottonare la camicia. Semplici gesti che alimentano la profonda intimità tra i due personaggi e sottolineano la generosa apertura dell’uno verso l’altro.

L’evoluzione della relazione tra padre e figlio è rappresentata nella sua ideale continuità di amore intergenerazionale e, nonostante si parli anche di perdita e di dolore, non si cade nel fatalismo. In queste pagine, inoltre, non c’è una figura materna, tuttavia non se ne sente la mancanza: la relazione tra padre e figlio è esplorata nella sua intensa e specifica esclusività e la sensazione è che una mamma da qualche parte c’è, ma questo, senza volerla per qualche motivo escluderla, non è il suo spazio.

Il fatto che si tratti di un libro senza parole ne amplifica la portata perché universalizza la narrazione e ogni lettore può fare la sua lettura personale e trovare spunti di riflessione individuale. Anche per questo il libro, nella sua dolcezza, può risultare anche molto forte, può risvegliare ricordi piacevoli, ma anche molto dolorosi, può evocare situazione di grande amore, ma anche grandi sensi di colpa. Si tratta, quindi, di un libro che, se pur leggibile anche con i bambini, è dedicato, soprattutto, ai lettori adulti perché, nel suo fulcro di significato tocca corde profonde sul tema universale della cura affettiva e delle responsabilità familiari. Le illustrazioni (e qui ricordo di non dimenticare di osservare copertina, interni di copertina e la pagina del colophon), rappresentando momenti di quotidianità, diventano potenti contenitori di emozioni profonde: gioia, tristezza, amore e senso di responsabilità.

 

lunedì 21 luglio 2025

Strumenti del mestiere. LEGGERE TEEN.


Giuliana Facchini

Leggere teen. Appunti di esperienza con i gruppi di lettura

Camelozampa, 2025, 128 p.

I gruppi di lettura sono un fenomeno che si sta diffondendo molto sia tra gli adulti, sia tra i ragazzi. Ne esistono anche per i bambini. Organizzati da biblioteche e librerie, ma anche spontanei, rappresentano un’occasione interessante per condividere la passione della lettura e per affinare e apprezzare la competenza di discussione e di riflessione su ciò che le storie contengono e muovono nei lettori.

Non ci si improvvisa né lettori, né conduttori di gruppi di lettura.

Alla luce della sua esperienza alla guida del gruppo di lettura “Leggere Ribelle”, Giuliana Facchini, autrice di libri per ragazzi, offre indicazioni e suggerimenti per la creazione e la conduzione di gruppi di lettori adolescenti, per renderli spazi liberi, accoglienti, stimolanti

Non ha il sapore di un “saggio”, né di un manuale. E’ un libro piacevole alla lettura, interessante e soprattutto utile per chi, bibliotecario, insegnante, educatore, appassionato, vuole creare un gruppo o confrontare la sua esperienza con quella qui proposta, condividendo idee e suggerimenti.

Mirate e utili a focalizzare sui vari concetti e sulle diverse pratiche descritte, sono le testimonianze di ex-lettori ribelli che accompagnano i vari capitoli.

Questo l’indice:

1. Ma cosa mi è venuto in mente?

2. Chi sono e da dove vengo?

3. A ognuno il suo! Gruppi di lettura con cui fare rete

4. L’allineamento dei pianeti: come tutto è cominciato

5. La prima volta è utile farli sentire liberi

6. Cosa vogliamo davvero? Parliamo degli obiettivi

7. Diamo i numeri: da 13 a 17 anni

8. Diamo i numeri: 10 romanzi a ogni incontro

9. Movimentiamo i lettori, spolveriamo i libri

10. Festival e interviste, in casa e in trasferta

11. Progetti che aiutano la biblioteca scolastica

Alieno sarai tu

 

 

Giuliana Facchini

Leggere teen. Appunti di esperienza con i gruppi di lettura

Camelozampa, 2025, 128 p.


lunedì 7 luglio 2025

I sempreverdi. PIERINO E I LUPO: tra rime, suoni e colori.


Gek Tessaro

Pierino e il lupo

Lapis, 2024, [44 p.]

Età 4+

Due sono le cifre stilistiche che caratterizzano i libri di Gek Tessaro: la rima nei testi e la texture materica delle illustrazioni. Anche se non sempre sono all’altezza di alcuni dei risultati che questo autore ha raggiunto, entrambe contribuiscono a dare corpo a dei lavori che attirano grandi e bambini.

Non poteva essere diverso il discorso per “Pierino e il lupo” edito da Lapis, il classico di Prokfiev riproposto in una veste attuale piena di colore e di ritmo.

La storia è sempre quella di Pierino che contro le parole del nonno che lo mettono in guardia dalla pericolosità del lupo, in amicizia con un uccellino, un’anatra e un gatto, sfida il nero nemico. Infatti, mentre l'anatra si fa una nuotata nello stagno e il gatto cerca di catturare l'uccellino che si rifugia sui rami di un albero, arriva il lupo che si aggirava nei boschi e ingoia l'anatra, che presa dal panico, esce dallo stagno e corre nella direzione sbagliata.

Come nelle altre innumerevoli proposte di questa storia, anche qui la narrazione è finalizzata ad avvicinare i bambini ai vari strumenti musicali e per questo nella prima pagina del libro si trova un QR Code che, inquadrato, permette di scaricare la storia, recitata dalla voce narrante di Gek Tessaro e la traccia musicale dell’opera, eseguita dalla Bigband Ritmo-Sinfonica Città di Verona.

Nell’insieme questo libro è piacevole da leggere, da osservare e da seguire sulla traccia sonora proposta in internet: il testo è pieno di giochi di parole e di rime ben congegnate e le illustrazioni attirano per la forza che viene loro dalle tinte vive e dal contrasto con il fondo bianco delle pagine. Un concerto di colori e di voci che in ultima analisi mette in luce il legame tra l’infanzia e il mondo naturale e il rifiuto istintivo dei bambini per la guerra e la crudeltà.

 

Gek Tessaro

Pierino e il lupo

Lapis, 2024, [44 p.]

Età 4+

 

giovedì 26 giugno 2025

Strumenti del mestiere: GIOCHI PER SCRIVERE MEGLIO

Beniamino Sidoti

Giochi per scrivere meglio.

Carocci, 2025. p 177.


Con i giochi ci si diverte, ma si può fare anche tanto altro. Si possono fare quelle cose, per esempio, per cui, magari, in altri contesti è più difficile impegnarsi. Giocando, infatti, si possono acquisire molte competenze e tecniche, tra cui quella di scrivere.

Non è che tutti dobbiamo essere o diventare scrittori, anzi. Saper scrivere, però, è importante per tutti. Scrivere è un modo di porsi, un modo per riflettere, un modo per esprimersi, un modo per approfondire il ragionamento, un modo per allenare il pensiero laterale, un modo per essere liberi. Come leggere, del resto.

Beniamino Sidoti, che si occupa di gioco praticamente da sempre, ha pensato di offrire con questo suo libro, uno strumento a tutti coloro che desiderano giocare con le parole per imparare a scrivere e a raccontare meglio.


Giochi per scrivere meglio” è composto da dieci capitoli pieni di giochi raccolti e sperimentati in contesti diversi (a scuola, nella formazione, in attività sociali, individuali di coppia) nell’arco di più di trent’nni e qui raggruppati per categoria. Ogni gioco è descritto in una scheda che, oltre all’esempio, riporta indicazione della difficoltà e del tempo di realizzazione, dei materiali che servono e del numero dei partecipanti. Tutti criteri che, comunque, non sono vincolanti, perché la caratteristica principale di (quasi) tutti questi giochi è quella di essere adattabili alla situazione, al numero e all’età di chi gioca, alle disponibilità di tempo e materiali.

Questo libro è certamente uno strumento utilissimo da tenere sulla scrivania in fase di progettazione di lavori con i gruppi o di lezioni nei vari contesti formali o informali, formativi o di intrattenimento, per trovare spunti tanto divertenti quanto interessanti per affrontare tematiche, per rompere il ghiaccio, per iniziare una discussione, per fare gruppo, per imparare a scrivere e a raccontare, per sviluppare competenze. Con i ragazzi e non solo.

Beniamino Sidoti, scrittore e formatore, da tempo raccoglie giochi con le parole, le storie, le poesie, la scrittura e tiene una rubrica “Giochilli” su Facebook dove ogni giorno da cinque anni propone un gioco con le parole. E’, tra il resto, consulente per la creazione di attività didattiche ed educative, è spesso in giro per l’Italia per svolgere la sua attività di formazione.


Beniamino Sidoti

Giochi per scrivere meglio.

Carocci, 2025. p 177.

venerdì 30 maggio 2025

E' LO STESSO LIBRO, MA NON SEMBREREBBE - Pinguino - Camelozampa. (Nuove edizioni, nuove traduzioni - 5)

Polly Dunbar

Pinguino

Camelozampa, 2021. [40] p. ill.

Età 3+


In questi giorni facendo delle ricerche bibliografiche per i vari progetti che sto seguendo, mi è capitato di leggere “Pinguino”, un albo di Polly Dunbar e nella mia mente è subito nata un’associazione con una storia che ricordavo simile. Incuriosita ho cercato di trovare l’altro libro e ho scoperto che questa stessa vicenda del bambino Ben che ha ricevuto un pinguino in regalo, era stata pubblicata da Mondadori nel 2008 con il titolo “Perchè non parli?”.

Confrontare le due versioni è stato per me inevitabile e mi ha dato modo di fare
alcune riflessioni sull’importanza del “vestito” di un libro (titolo e copertina) e la differenza che possono fare la traduzione e la forma linguistica in un libro.

La storia è la stessa: Ben è felice per aver ricevuto in regalo Pinguino. Pinguino, però, non dice una parola e rimane impassibile davanti a tutti i tentativi del bambino di farlo reagire: smorfie, balletti, la verticale, un lancio nello spazio … niente smuove Pinguino. Quando, però, Ben viene mangiato da un leone, Pinguino tira fuori la sua grinta, a modo suo, racconta tutto quello che è successo e la storia finisce con tutta la dolcezza di un abbraccio.

Procedendo al confronto, posso dire che, prima di tutto, il titolo “Perchè non parli?” fornisce fin da subito una linea di lettura con un’idea ben precisa da cui partire. Molto più aperto e neutro è l’approccio suggerito dal semplice “Pinguino” come titolo (che, tra il resto, è anche il titolo della versione originale inglese) che mette il lettore in piena libertà di avvicinarsi alla storia con le più ampie ipotesi su ciò che potrà trovare. La domanda, “Perchè non parli?”, inoltre, mette fin da subito in opposizione il bambino e l’uccello, come se quest’ultimo debba per forza comportarsi come Ben vuole, e, nello specifico, reagire come un essere umano. Questo atteggiamento, secondo me, è anche sottolineato dall’immagine in copertina che nella versione della Mondadori mostra Ben che, contrariato dal mutismo dell’animale, fa la linguaccia a Pinguino. Attonita, invece, l’espressione di Pinguino sulla copertina che ha scelto Camelozampa, la stessa dell’edizione inglese.


Anche nelle due traduzioni si trovano delle differenze che mettono in evidenza, a parer mio, una sorta di conduzione nell’interpretazione per quanto riguarda l’edizione del 2008, rispetto a quella più recente. La traduzione di Sara Saorin è più “pulita”, essenziale, senza i giri di parole, gli avverbi e i molti “ma” (congiunzione avversativa) che, in diversi punti, appesantiscono quella di Alessandra Orcese. Ed è soprattutto la presenza di questi elementi, apparentemente tanto superflui quanto fuorvianti, che, a mio parere, influenza il tono della narrazione, rendendolo didascalico, e forse anche svilente nei confronti del lettore.

Per esempio:

- “A che cosa giochiamo?” gli domandò subito dopo. Ma Pinguino non rispose.

vs.

- “A cosa giochiamo? disse Ben. Pinguino non disse niente.


- Che c’è, non sai parlare?” gli chiese Ben. Ma, di nuovo, Pinguino non disse nulla.

vs.

- “Non sai parlare?” disse Ben. Pinguino non disse niente.


- Ben perse la pazienza: prima diede uno spintone a Pinguino, poi gli fece una pernacchia. Ma Pinguino non fece una piega.

vs.

- Allora Ben spinse Pinguino e fece una pernacchia a Pinguino. Pinguino non disse niente.


- Andò a finire che il leone, infastidito da tutto quel chiasso, si mangiò Ben.

vs.

- Leone mangiò Ben perché faceva troppo rumore.

A dire il vero, non avendo sottomano la versione originale in inglese, non posso
dire quale traduzione sia più fedele (anche se scommetterei su quella di Camelozampa). Sta di fatto, comunque, che l’effetto della lettura dei due libri cambia e, a mio parere, non di poco.

Concludendo, “Pinguino” è un classico contemporaneo per bambini che, all’uscita nel 2007, Kirkus Review (autorevole rivista americana di recensioni) ha descritto così: "Visivamente, le contorsioni di Ben e l'aplomb del Leone rimandano al primo Sendak. Sebbene all'inizio non sia chiaro se l'immutabile Pinguino sia un peluche, un animale domestico o qualcosa di completamente diverso, i bambini sapranno, al più tardi alla fine della storia, che questo uccello è un amico".

Una storia di amicizia che racconta di come i bambini (e non solo) proiettano sugli altri ciò che si aspettano da loro e questo a volte crea conflitti e difficoltà nei rapporti.

Una storia che anche dopo tanti anni cattura ancora con la magia dell'immaginazione, fa sorridere e scalda il cuore e, in questa nuova traduzione, ancora di più. Perchè lo sappiamo, i libri belli non invecchiano e, anche se loro sono datati, i bambini, per fortuna, sono sempre nuovi.

Polly Dunbar

Pinguino

Camelozampa, 2021. [40] p. ill.

Età 3+


Polly Dunbar

Perchè non parli?

Mondadori, 2008. [40] p. ill.

Età 3+