sabato 7 maggio 2022

Silent books: COME LEGGERE GLI ALBI ILLUSTRATI SENZA PAROLE?

Confidando nell’acume dei suoi piccoli lettori, l’autore non ha ritenuto necessario tradurre in parole questa storia, affidata al solo potere delle immagini. Nel caso i genitori dei lettori incontrino difficoltà di comprensione, suggerisce senz’altro ai bambini di raccontare loro, pagina per pagina, i fatti straordinari che vi accadono”.

da: “Chiuso per ferie” . Maja Celija, Topipittori

Gli adulti temono i libri senza parole, hanno paura della sospensione del significato. Se non c’è il testo, il loro ruolo viene meno: non leggendo le parole non sono depositari della storia, della conoscenza di ciò che stanno affrontando. Più disinvolti davanti ai libri senza parole sono, invece, i bambini, molto più aperti alla scoperta, al gioco di fantasia, alla libertà di narrazione.

Certo è che non è facile affrontare i libri senza parole: bisogna essere liberi da preconcetti, aperti alla scoperta e imparare a mettersi in relazione con la storia, con il suo senso. In questo contesto il ruolo dell’adulto cambia: da lettore diventa facilitatore che guida discretamente i bambini alla scoperta del contenuto, anche se, molto spesso, sono i bambini a condurre gli adulti in questa lettura. Guardare le figure, come leggere un testo, non è una competenza innata, ma va acquisita. Nel processo di acquisizione di questa competenza di osservazione entra in gioco ciò che il lettore è, ciò che conosce, ciò di cui ha già fatto e immagazzinato esperienza. Bruno Munari, infatti, diceva che “ognuno vede ciò che sa”. Queste competenze di conoscenza e di vissuto evolvono nel tempo, si arricchiscono con il confronto ed è anche per questo che le riletture dei silent books non possono mai essere uguali.

Non esiste un protocollo per leggere gli albi senza parole o per insegnare a farlo. Chi è abituato a leggere ad alta voce ai bambini può trovarsi destabilizzato non avendo testo da leggere, ma questa assenza diventa stimolo a mettersi in gioco. La consapevolezza della studiata assenza di parole, d’altro canto, aiuta a proporre questi libri e rende naturale girare le pagine mostrandole ai bambini, lasciando che siano loro a scandirne il ritmo di lettura.

Immergersi o far immergere in un silent book è un’esperienza che può essere silenziosa, un momento di intensità particolare in cui ognuno esegue il proprio lavoro di osservazione assecondando i propri tempi. Ma può anche essere un momento di condivisione, in cui si costruisce insieme la storia ad alta voce. Così l’esperienza del gruppo si arricchisce grazie all’apporto di tutti, fa partecipare tutti alle emozioni diverse di ciascuno e stimola la discussione collettiva di sensi e significati.

Facendo una difficile scelta tra gli albi illustrati senza parole che più ho apprezzato negli ultimi anni, segnalo:

A mezzanotte. Gideon Sterer, Mariachiara Di Giorgio, Topipittori, 2020

Passeggiatacol cane. Sven Enqvist, Camelozampa, 2020

L’isola. Mark Janssen, Lemniscaat, 2019

Cappuccetto Rosso. Sandro Natalini, Giralangolo, 2019

La porta. Ji Hyeon Lee. Orecchio Acerbo, 2018


Riferimenti bibliografici:
Meraviglie mute. Silent Book e letteratura per l’infanzia. Marcella Terrusi, Carocci, 2017

Libri senza parole? Li voglio subito. Giulia Mirandola. In: Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato. Hamelin, Donzelli Editore, 2012

 

lunedì 2 maggio 2022

Silent books: PERCHE’ LEGGERE E PROPORRE ALBI ILLUSTRATI SENZA PAROLE?

Proporre la lettura di albi illustrati senza parole è interessante perchè questi libri sono utili a recuperare la capacità di narrazione orale in tutta la sua potenza evocativa e creativa. Essi sollecitano competenze di lettura delle immagini completamente differenti, ma, allo stesso tempo, complementari, alle competenze richieste per la lettura dei testi e il lettore è particolarmente “attivo” : è lui che deve costruire la storia mettendo in gioco un’elaborazione cognitiva molto intensa.

 

La fruizione attenta degli albi illustrati senza parole permette di familiarizzare con il linguaggio delle immagini, di comprendere i codici visuali e quindi anche di entrare in sintonia con i molti messaggi simbolici e iconici che caratterizzano la nostra società.

La lettura in senso lato è ricerca di significato e di senso, senso e significato che negli albi senza parole vanno trovati attraverso l’osservazione di indizi, di particolari di differenze anche minime tra le figure. Il senso, il significato degli albi senza parole si crea analizzando questi indizi, facendo attenzione ai rimandi, tornando indietro continuamente su quanto osservato: una ripetuta rilettura che aggiunge sempre nuovi elementi utili. Ogni rilettura, quindi, non sarà mai uguale a una precedente e anche ogni lettore avrà il suo modo diverso di rileggere la storia, che comunque, non è lasciata al caso. Gli autori e illustratori dei silent books, al pari degli autori e illustratori degli albi illustrati, creano una storia, ne curano la regia e guidano il lettore verso un finale che è solo apparentemente libero. In definitiva la lettura dei silent books implica un impegno creativo e di immaginazione non indifferente che, seppur guidata, favorisce l’apertura mentale all’estetica e all’immaginario.

Facendo una difficile scelta tra gli albi illustrati senza parole che più ho apprezzato negli ultimi anni, segnalo:

Inthe tube. Alice Barberini. Orecchio Acerbo, 2020

Niente da fare. Silvia Borando, Minibombo, 2020

I tre porcellini. Sandro Natalini, Giralangolo, 2021

(2-Continua)



Riferimenti bibliografici:
Meraviglie mute. Silent Book e letteratura per l’infanzia. Marcella Terrusi, Carocci, 2017 

Libri senza parole? Li voglio subito. Giulia Mirandola. In: Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato. Hamelin, Donzelli Editore, 2012

sabato 23 aprile 2022

Silent books: NON BASTA CANCELLARE LE PAROLE

Non basta cancellare le parole ad un albo illustrato per creare un silent book. I silent books costituiscono un tipo di narrazione per sole immagini, individuata come modalità di racconto specifica, flessibile, ricettiva, dotata di regole, strutture in costante divenire in base al mutamento dei codici visivi in generale. I primi libri illustrati senza parole risalgono in America agli anni ‘30 del novecento ed erano una produzione editoriale rivolta agli adulti: storie create da artisti e spesso più una creazione di arte figurativa in sé che non un romanzo narrato con le figure. Sono gli anni ‘60 a vedere una maggiore diffusione di questi lavori senza parole rivolti anche ai bambini e ai ragazzi. Diffusi soprattutto nel mondo anglosassone, sono arrivati in Italia grazie alla lungimiranza di editori come Rosellina Archinto e autori italiani come Renzo e Iela Mari e Bruno Munari. Negli ultimi due decenni, questo tipo di albi illustrati, raggiunti alti livelli di qualità, sono molto diffusi. Esistono silent books di vario tipo e per varie fasce d’età: ci sono albi illustrati senza parole per bambini abbastanza piccoli, altri per ragazzini, altri ancora per adolescenti ed adulti. Non sono opere riservate solo ai bambini in età prescolare perchè incapaci ancora di leggere i testi. Alcuni silent books, infatti, sono particolarmente complessi e richiedono grandi abilità di lettura e di interpretazione. La costruzione del senso delle storie narrate con le sole figure avviene attraverso la relazione tra le illustrazioni. Si tratta di immagini sequenziali o interdipendenti, ognuna con la propria importanza, e comprensibili le une grazie alle altre. E’ per questo che leggere un albo illustrato senza parole significa soprattutto interpretare, non tanto inventare. Alle immagini si possono attribuire diversi significati, che nei silent books di qualità, non sono mai significati qualunque.

Facendo una difficile scelta tra gli albi illustrati senza parole che più ho apprezzato negli ultimi anni, segnalo:

Costruttori di stelle  Soojin Kwak, Cartusia, 2019

Su e giù per le montagne. Irene Penazzi, Terre di Mezzo, 2021

La serra. Giovanni Colaneri, Carthusia, 2021

Lupo nero. Antoine Guilloppé, Camelozampa, 2021

(1-continua)


Riferimenti bibliografici:
Meraviglie mute. Silent Book e letteratura per l’infanzia. Marcella Terrusi, Carocci, 2017

Tout sur la littérature jeunesse de la petite enfance aux jeunes adultes. Sophie Van der Linden, Gallimard Jeunesse, 2021

Libri senza parole? Li voglio subito. Giulia Mirandola. In: Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato. Hamelin, Donzelli Editore, 2012



 

sabato 16 aprile 2022

Strumenti del mestiere: VIVERE LA LETTURA. COME LEGGE IL CERVELLO DEL BAMBINO DA ZERO A SEI ANNI


Luigi Paladin

Vivere la lettura. Come legge il bambino da zero a sei anni

Idest, 2021. p. 195

Uno strumento molto interessante per chi si occupa di lettura con i più piccoli lo propone Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, saggista, esperto in libri e lettura per l’infanzia, con “Vivere la lettura. Come legger il bambino da zero a sei anni” (2021), un nuovo libro che fa seguito a “Libro fammi grande. Leggere nell’infanzia” (2012) e “Nati sotto il segno dei libri. Il bambino lettore nei primi mille giorni di vita” (2015), entrambi scritti insieme a Rita Valentino Merletti e tutti pubblicati da Idest.

Questo nuovo lavoro porta il tema ad un livello di ulteriore approfondimento in considerazione delle più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze sui meccanismi attraverso i quali il cervello umano si impadronisce della lettura, competenza complessa e su come questa competenza, soprattutto se acquisita da piccoli, venga a sua volta a sostenere e arricchire funzioni diverse, non solo legate all’ambito cognitivo e del linguaggio, ma anche relative alla memoria, all’attenzione, e alla consapevolezza emotiva e l’empatia. Funzioni socio-relazionali che poi, in combinazione tra loro, apportano sostegno anche alla creatività e alla flessibilità.

Leggere non è “solo” decifrare un testo o “solo” guardare le figure.

Nè si legge solo con gli occhi. La mente fa di più. Le neuroscienze dicono che la lettura è un’immersione nel movimento e nell’azione. Un’esperienza profonda, complessa che coinvolge la mente e il corpo del bambino, i suoi sguardi, i movimenti, le espressioni del viso che hanno a che fare con il libro che si legge e quello che il bambino stesso si costruisce. E non da ultimo un’esperienza di condivisione con l’adulto mediatore e la sua capacità di offrire libri e situazioni di profondo coinvolgimento che consentano al bambino di entrare nel libro con tutto se stesso, di vivere la lettura.

L’età da 0 a 6 anni è un’età d’oro, il periodo più fertile del cervello, in cui si mettono le basi del processo evolutivo, e il più importante per la nascita del lettore:

a) perché in questa età la scoperta del libro è scoprire uno strumento che lo arricchisce, gli piace, lo incuriosisce, lo coinvolge emotivamente e lo fa stare bene

b) perché in questo periodo non è pressato da “dover” essere “istruito con orari, impegni, pressioni, performances, ma è più libero di esplorare (guidato), provare piacere, guardare, entrare in vero contatto con i libri.

Fino ai 6 anni il cervello del bambino è definito dai neuroscienziati in base alle sue competenze “illetterato e iconico”. Ciò significa che è impegnato nel riconoscimento di ciò che vede (natura, immagini, oggetti, visi…) solo dai 6 anni inizia il cosiddetto “riciclaggio neuronale”, per il quale, semplificando molto, alcuni neuroni del cervello del bambino, prima predisposti ad altre funzioni innate, come guardare e osservare, si adattano per compiere le funzioni richieste dall’apprendimento della lettura alfabetica e e poi esercitarla.

Perciò non vale iniziare in modo pressante l’insegnamento della lettura e della scrittura prima della scuola elementare pensando di aiutare i bambini, pensare che fare prima quello che si deve fare dopo possa avvantaggiare i bambini. Anticipare non porta benefici reali, ma può essere addirittura controproducente

Questo libro comunica in modo chiaro e accessibile, pur in termini tecnicamente precisi e scientificamente sostenuti, gli aspetti complessi che le neuroscienze studiano e fanno capire il lavoro del cervello durante l’interazione sociale e la lettura. Luigi Paladin mette poi in relazione la lettura del mondo e l’esperienza che i bambini ne fanno con corpo e parole con la lettura dei libri condivisa con un adulto. L’incontro con il primo libro è, in prospettiva, una delle esperienze più arricchenti che un bambino possa fare e dalla reiterazione attenta e consapevole di questo momento può veramente dipendere il suo futuro di lettore e di persona. L’aspetto importante che fa di questo libro uno strumento utilissimo sono poi i capitoli che, sulla base della teoria spiegata nella parte iniziale, descrivono quelle che sono le caratteristiche principali che i libri per i piccolissimi dovrebbero avere, focalizzando su come sono costruiti, su cosa mettono in rilievo, sugli schemi narrativi e le protostorie che contengono. Le narrazioni, testuali o iconiche, devono corrispondere a determinati criteri in modo da poter essere pienamente fruiti dai piccoli dando loro, oltre che piacere di relazione, arricchimento per il linguaggio e l’immaginazione. Non mancano, infine, indicazioni sulle migliori modalità di lettura da impiegare con i bambini più piccoli, focalizzando sulla lettura dialogata che coinvolge attivamente adulto e bambino per condividere l’esperienza di lettura facendosi guidare dagli interessi, dalle domande, dalle reazioni dei bambini, incoraggiandone la partecipazione attraverso domande, ripetizioni e facendo riferimenti alle esperienze di vita vissuta dei bambini stessi. Una lettura immersiva che non richiede di essere attori, di avere un dizione perfetta, ma di concentrarsi sul bambino, lasciarsi coinvolgere e divertirsi insieme.

 

venerdì 8 aprile 2022

RIUSCIRE A FARCELA, NONOSTANTE TUTTO


Alice Keller

Tariq

Camelozampa, 2021. 160 p.

consigliato da 12 anni

 

Immagino di avere davanti tutto il tempo del mondo. Tutte le possibilità”. Così pensa Tariq galleggiando nell’acqua

Non è vero. Tariq non ha davanti tutto il tempo del mondo, nè tutte le possibilità. Tariq che vive nei palazzoni in periferia dove non arriva né acqua né corrente. Tariq che va male a scuola. Tariq che si rende conto di non aver sempre fatto ciò che avrebbe dovuto. Tariq che disturba in classe e aggredisce gli insegnanti. Tariq che viene sospeso. Tariq che … .

Ma forse sì, anche Tariq dovrebbe avere tutte le possibilità del mondo. Tariq che voleva farcela, che voleva studiare e che si era iscritto al liceo. Tariq che vorrebbe sapere di cosa parla Madame Bovary, Tariq che aiuta Afya e i suoi bambini. Tariq che … .

Ma quando qualcosa si rompe dentro è difficile recuperare. Non si sa esattamente cosa si è inceppato in Tariq. Certo è che non lo ha aiutato vivere in quel posto dimenticato in mezzo al nulla, all’erba secca e ai rifiuti. Non lo ha aiutato avere un padre che fa doppi turni per riuscire a portare a casa soldi per tutto, ma che per il resto non c’è. Non lo aiuta un fratello grande che lo picchia e lo insulta dopo essersi ubriacato con il poco denaro racimolato chissà come. Non lo aiuta …

In fondo al tunnel di Tariq, però, c’è anche una piccola luce. La luce di Jasmine che anche se non tutto per lei è andato come doveva, lo fa sentire migliore. La luce di sua sorella che cerca con fatica di dargli fiducia, di sorreggerlo nell’oscurità in cui sembra bloccato, che lo porta sul ciglio dell’autostrada a correre fino a finire il fiato e trovare così il modo per sfogarsi e il coraggio di parlare. La luce di sua mamma che, appena partorito un piccolo prematuro di cui deve occuparsi a tempo pieno, si mantiene in precario equilibrio ai margini della famiglia offrendogli il suo amore come può. La luce di un pomeriggio al mare dove galleggiando sull’acqua tutto il male, il dolore sembra lontano. Tra una settimana ricomincia la scuola … .

In lontananza arriva un temporale. Il cielo si fa scuro. Il vento si alza. La pioggia comincia a cadere.

Non è tutto finito, o sì? Chissà come andrà tutto a finire.

La storia di Tariq è una di quelle storie che si legge tutta d’un fiato, che ti prende e ti porta direttamente nella vita, nella testa e nel cuore del protagonista. Un romanzo breve e veloce, dal ritmo serrato che segue tutto ciò che Tariq pensa, dice e fa. Ed è Tariq stesso che racconta ciò che pensa, ciò che dice, ciò che fa. Una narrazione in prima persona che non lascia tempo alle distrazioni e che rimane a lungo in testa.

Non è detto quanti anni ha Tariq né dove vive. Tariq sta per tutti quei ragazzi che per qualche motivo si trovano con la vita messa di traverso davanti a loro. Per quei giovani che devono trovare il modo di andare avanti, scavalcando o aggirando tanti ostacoli, per non andarci a sbattere contro. Per quei ragazzi che devono trovare in se stessi la forza, perché non hanno molto né molti su cui fare affidamento

.

 

giovedì 31 marzo 2022

RAGGRUPPARE, ORDINARE, SUDDIVIDERE, CATALOGARE



Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Tutti i bambini e i ragazzi, ma anche gli adulti, prima o poi fanno collezione di qualcosa. Chi raccoglie fumetti, chi figurine, chi tartarughine di diversi materiali e dimensioni, chi piante grasse e chi antichi attrezzi da lavoro. Anche classificare il mondo che ci circonda è un’attività spesso praticata da molti in diversi contesti. Le liste e i raggruppamenti di cose, persone, ambienti e animali aiutano, prima di tutto, a fare ordine, mentale o fisico che sia, ma sono anche un modo per imparare, per ricordare, per scoprire oltre che un interessante passatempo.

Su liste e catalogazioni si basano diversi libri sia per bambini e ragazzi, sia per adulti. Uno nuovissimo è “Unico nel suo genere” di Neil Packer, pubblicato da Camelozampa.

La breve storia di Arvo, un ragazzino che parla con il suo papà mentre sta andando in città alla lezione di violino, costituisce la cornice narrativa di questa “raccolta di raccolte”. Dalle loro parole nasce un affascinante scambio sulle categorie, sui modi in cui si classifica il mondo, sui raggruppamenti di oggetti ed esseri viventi, con interessanti e sorprendenti scoperte.

Lo scambio tra padre e figlio è accompagnato da meravigliose e dettagliatissime tavole che riempiono la maggior parte delle pagine, rappresentando magistralmente le liste e le categorie cui il dialogo fa riferimento: l’albero genealogico di Arvo e quello del suo gatto, l’insieme del regno animale, i mezzi di trasporto, le nuvole e gli edifici. Questi ultimi sia in base al tempo in cui sono stati edificati, sia in base ai materiali con cui sono stati costruiti, sia in base al loro scopo.

Il sottotitolo stesso “Una storia sul raggruppare”, indica che tutto può essere catalogato e le pagine interne mostrano come. Si possono catalogare i formaggi, le mele, gli strumenti musicali, le opere d’arte e i libri e diversi sono i modi in cui lo si può fare. Come dice l’artista nella premessa del libro “Organizzare le cose in categorie può spaziare dal metodo scientifico più complesso alla totale casualità e in questo libro ho fatto ricorso a tutto quello che c’è in mezzo a questi due estremi.” Tutto fa parte di un gruppo, di una categoria ma, allo stesso tempo, tutto è anche unico nel suo genere. L’unicità di oggetti, animali, situazioni, ambienti, cose e persone è, in fondo, ciò che racconta questo libro, premiato nel 2021 come vincitore della sezione non fiction della Bologna Ragazzi Award. Testo e tavole di Neil Packer mostrano come l’unicità di ogni cosa sia controspecchio della vastità dell’esistente. La semplicità nella complessità e la complessità nella semplicità: è il gioco di parole con cui si può riassumere questo lavoro. Non ci si pensa, ma a dire “mela” si fa presto, ma quale mela intendiamo? Si fa presto a dire “formaggio”, ma a quale stiamo pensando? Il termine “attrezzi” è generico, ce ne sono così tanti e tutti per un diverso utilizzo e anche gli “strumenti musicali” sono moltissimi così come i modi per indicare il passare del tempo sono diversi. Dal tutto all’uno e viceversa: è questo il modo per affrontare la conoscenza del mondo percependone la complessità.

Oltre alla genialità del testo, le grandi tavole, che spesso si allargano sull’intera doppia pagina, sono il punto di forza di questo libro. Sono tavole caratterizzate da un tratto retrò che affascina grandi e bambini. Grandi quadri da osservare attentamente, magari con l’aiuto di una lente di ingrandimento per non perdere nemmeno un dettaglio.

Un libro che parla di unicità presentandosi come unico. Un “libro delle cose” diverso da tutti gli altri, esempio di come anche la divulgazione possa raggiungere alti livelli di letteratura sia per i contenuti sia per l’estetica.

Interessanti anche le quattro pagine conclusive in cui l’autore spiega chiaramente ogni tavola, indicando come l’ha costruita, il significato che ha e ciò che se ne può imparare.

Un libro per tutti a partire dai 5-6 anni. Un libro da leggere e guardare per puro piacere, ma che può dare anche spunto per l’osservazione, la classificazione, la collezione, e, perché, no, per un po’ di ordine.


Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Età +6


mercoledì 23 marzo 2022

ACCONTENTARSI


Davide Calì – Sébastien Mourrain ill.

Top Car. L’oggetto del desiderio

Kite Edizioni, 2022 – 40 p.

Età: +7


Forza della pubblicità, voglia di avere sempre qualcosa di più, illusione del facile guadagno, superiorità dell’apparire rispetto all’essere, sacrificio del proprio tempo e del proprio io sull’altare di un capriccio.

Sono questi i temi principali che emergono dalla lettura dell’albo illustrato “Top Car” di Davide Calì con le illustrazioni di Sébastien Mourrain recentemente pubblicato da Kite. Un albo particolare che coglie con chirurgica perfezione sia di testo sia di immagini uno degli aspetti forse più negativi che caratterizzano parte della nostra società: l’insoddisfazione materiale.

In poche parole è la storia di Jacques che guida da anni una semplice utilitaria, piccola, economica, che lo porta dappertutto. Sulla strada verso il lavoro, però, vede ogni giorno la pubblicità dell’auto “Venus” il top tra le auto del momento. Un mezzo veloce, elegante, appariscente, che piace alle ragazze. Jacques se la sogna anche di notte, ma per comprarla col suo stipendio dovrebbe pagare rate fino a 93 anni. Così incomincia a pensare come fare per avere più soldi a disposizione: giocare? no. Scommettere? no. Rubare? no. Un doppio lavoro potrebbe essere la soluzione. Costruire modellini a casa nel tempo libero gli sembra un’ottima idea. Ed è così che Jacques mette da parte il denaro che gli serve per l’auto, sacrificando tutto il suo tempo, le sue energie, la sua vita. Finalmente la Venus è sua, ma uscendo dalla concessionaria … .

Questo albo illustrato è caratterizzato da una linea molto pulita che dà corpo alle figure e tratteggia il testo in una font ampia e leggera, perfettamente in equilibrio con la narrazione lineare che si sviluppa senza strepiti o sussurri. La sequenzialità di ragionamento e di azione di Jacques per raggiungere il suo obiettivo è disarmante, così come “ossessivo” è il suo rimurginare sull’oggetto del suo desiderio che riempie i suoi pensieri e i suoi sogni.

Interessante, infine, la scelta di non identificare il costo delle auto di lusso con una valuta precisa. Il loro valore è espresso in “zup”, ovviamente non a cifra tonda, probabile simbolo universale di tutto ciò con cui gli spot pubblicitari allettano le persone, creando falsi bisogni.

Come in molti albi illustrati di qualità, anche per questo, è fondamentale non fermare la lettura all’ultima pagina, ma osservare anche la copertina. La quarta di copertina nello specifico, dove l’illustratore, sicuramente d’accordo con l’autore, scocca il colpo finale per creare il senso completo della storia dando al lettore la possibilità di chiudere il ragionamento. Jcaques si allontana fischiettando felice in bicicletta portando nel cestino il fedele gattino che è stato testimone di tutta la vicenda.

Un albo per bambini dai 7-8 anni e per tutti i grandi insoddisfatti che desiderano sempre di più.