giovedì 23 gennaio 2020

TRA I DUE LITIGANTI …

Due a me, uno a te

Jörg Mühle. Traduzione di Giulia Genovesi
Terre di Mezzo, 2019, 32 p.


Rientrando a casa, l’orso trova tre funghi. Li porta alla donnola che, contentissima, li pulisce, li taglia, li cucina e li mette in tavola. A questo punto l’orso, che è più grosso, si sente in diritto di prenderne due e lasciarne uno solo alla donnola, che, ovviamente, non è d’accordo visto che è più piccola e deve mangiare per crescere ancora. Tra i due inizia un battibecco a suon di ragioni per avere il secondo fungo, ma, mentre litigano, passa una volpe e si prende il fungo “in più” lasciando i due attoniti e arrabbiati. Passata la sorpresa e lo sdegno, l’orso e la donnola, si gustano in pace il buonissimo pranzetto che come dessert offre … . Un finale aperto e a sorpresa: cosa succede adesso?Cominceranno di nuovo a litigare?

L’abilità tecnica di Jörg Mühle, che già abbiamo apprezzato nella serie di cartonati per piccolissimi “Coniglietto”, è qui caratterizzata da un tratto fumettistico piacevole e divertente, grazie al rapporto tra testo e immagini che è molto equilibrato: i due codici, insieme, infatti, aumentano considerevolmente la potenza narrativa del libro. La quantità di testo e di immagine sulla pagina è proporzionale a quanto viene raccontato e le fasi culminanti del battibecco, più piene di parole, sembrano veramente urlate tra i due contendenti. Il fondo bianco delle pagine contribuisce a “dare respiro” alle scene della storia che sono, in realtà, ambientate in un bosco, e rende perfetta la leggibilità di testo e illustrazioni.


Interessanti anche i versi di copertina, che illustrano il bosco intorno alla casa dei due e, quasi come un gioco del “trova le differenze”, rendono l’idea del tempo che è passato.
La storia dal ritmo ben sostenuto e ben scandito è narrata con humor e ironia. Sottolineando le parole “io” e “mio”, l'autore sembra rivolgere la storia soprattutto a quei bambini che non vogliono mai condividere nulla, né giochi, né libri, né cibo, né spazi.
Data la semplice accuratezza delle illustrazioni e la perfetta adesione del testo a una situazione tipicamente “bambina”, questo albo è adatto anche ai piccoli dai 3 anni.
Un albo di qualità che nel 2018 è entrato a pieno merito nei White Ravens, la lista internazionale dei più bei libri per ragazzi realizzata dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco, che contiene 200 titoli in 37 lingue provenienti da 59 paesi 

mercoledì 8 gennaio 2020

IL SILENZIO IN POESIA

SSS, il silenzio!

Maddalena Schiavo – Laura Zani
Storie Cucite, 2019 – [32] p.

Non è del silenzio pesante, imbarazzante, opprimente che ci parla “SSS, il silenzio!” (Storie Cucite), bensì del silenzio lieve e permeante che, intrecciandosi con i pensieri di un bambino, dona armonia al suo vissuto.
Così il silenzio diventa poesia, poesia di parole e poesia di immagini. Versi che si rincorrono tra le pagine su cui giocano oggetti, persone e colori. Il silenzio è un tipo strano con cui si guardano la luna e le stelle e si osserva cadere la neve. Il silenzio è ovunque. Il silenzio non è da nessuna parte. Il silenzio fa nascere pensieri. Il silenzio è tutto. Il silenzio è nulla. Il silenzio è un caldo abbraccio avvolgente.


Attira molto l’attenzione questo libro illustrato dedicato al silenzio in un mondo pieno di rumore come il nostro e che tenta in ogni modo di riempirlo. Un libro lieve nato dalla grande abilità delle due autrici nel rendere l’essenza del silenzio con parole delicate e figure suggestive. 
 
Un libro da guardare e da leggere, da riguardare e da rileggere. Più volte.
Rivolto ai bambini intorno ai 6 anni, questo libro si presta molto alla lettura condivisa e all’osservazione delle illustrazioni anche con i ragazzini più grandi per provare con loro emozioni e sviluppare pensieri. Per assaporarne insieme la bellezza che, colpendo gli occhi e le orecchie, arriva diritta al cuore.

venerdì 3 gennaio 2020

IL RUMORE DEL SILENZIO

Casapelledoca

Beatrice Masini con le illustrazioni di Lorenzo Conti
Pelledoca, 2019 - 77 p.
consigliato dai 10 anni

Riccardo si è appena trasferito dalla città in campagna: i suoi genitori volevano staccare dalla vita frenetica che conducevano e l’eredità della casa di una vecchia zia della mamma è stata l’occasione per andare via.
Riccardo, però, non è molto convinto. La nuova casa è fuori dal paese, in mezzo al bosco e, per di più, essendo abbastanza vecchia è piena di rumori strani difficili da decifrare. Il silenzio, poi, che avvolge tutto e sempre, rende quei rumori ancora più inquietanti.
Il racconto di Riccardo (il libro è scritto in prima persona) descrive i primi sei mesi nella nuova casa, periodo in cui succedono diverse cose misteriose e anche quando ogni mistero sembra risolto, ecco un altro rumore che, come una nuova minaccia, assale il ragazzo. In questi mesi, molte delle cose strane che succedono in quella casa trovano una spiegazione, altre no e Riccardo non può mai abbassare la guardia.
Romanzo breve o racconto lungo per bambini coraggiosi, “Casapelledoca” è una storia di Beatrice Masini dal ritmo narrativo sostenuto dalla prima all’ultima riga e coinvolge il lettore in una sorta di vortice da cui difficilmente si allontana prima di aver girato l’ultima pagina.
La tensione che si percepisce nelle parole scelte con cura e organizzate in frasi veloci e sferzanti, è rispecchiata anche dalle illustrazioni di Lorenzo Conti. Precise nel tratto e ricche di particolari, sono caratterizzate da tonalità scure di verde, nero e marrone su cui spiccano dettagli chiari, bianchi o gialli, che catalizzano l’attenzione di chi le guarda, veicolando un senso profondo di inquietudine.
Parole e figure che sanno fare presa sulle emozioni dei lettori.
Punto di forza di questa storia è la soluzione del mistero che avvolge questa casa: una soluzione, però, solo apparente e momentanea, perché là fuori, nell’oscurità, qualcos’altro si nasconde e un rumore nuovo ne annuncia la presenza.
Quando si parla di narrativa per ragazzi di qualità, uno degli elementi che si sottolineano è il finale che deve essere positivo, senza scadere nello scontato. E così è il finale di questa storia, perché la narrazione non finisce con le ultime parole, ma con l’ultima illustrazione che, diversamente dalle altre, è chiara e luminosa. Riccardo non è più così solo, c’è Jet con lui.

Rispetto alla prima edizione del 2001 nella collana “Gatti bianchi” di Messagero, questo romanzo breve, ha lo stesso titolo ed è solo leggermente rivisto nel testo, ma ha dimensioni e una veste grafica completamente differenti, che lo rendono un libro diverso e interessante per una fascia d’età più ampia.

Incipit:
"Vivo qui soltanto da sei mesi e una cosa posso dire di avere imparato: il silenzio non sta zitto. Mai."

giovedì 26 dicembre 2019

PRENDERE L'INIZIATIVA PER CAMBIARE LE COSE

Una storia molto in ritardo

Marianna Coppo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.]


C’era una volta una pagina bianca”. Comincia così “Una storia molto in ritardo” (Terre di Mezzo), con una pagina bianca, appunto, e cinque buffi personaggi, un coniglietto rosa, un orso grigio, un ippopotamo rosso, e altri due strani animali non ben definiti, uno verde e uno marroncino. Non sanno dove si trovano né perchè, finché ad uno di loro non viene un’idea: sono in un libro, ma manca la storia. Decidono di aspettarla, ma il coniglietto si annoia anche perché, aspettando, nessuno degli altri vuole fare un gioco con lui. Così, apre lo zaino (lui, in effetti è l’unico ad avere qualcosa con sé) e prende l’iniziativa: comincia a disegnare delle foglie, un albero, una casetta sull’albero, un’altalena, un dinosauro, uno scoiattolo, degli uccelli … Via via la pagina bianca di sinistra si riempie, mentre gli altri animaletti aspettano in quella di destra. Si divide così il libro in due parti: da qui in poi, infatti, la narrazione si sviluppa parallelamente in due mondi diversi uno sulle pagine di destra dove ci sono gli animaletti, e uno sulle pagine di sinistra dove il disegno avanza. Qualche pagina dopo il ricongiungimento: il disegno, infatti, supera la “sua” pagina ed invade lo spazio degli animaletti coinvolgendoli nella sua narrazione iconica. Entrambe le pagine si riempiono di colori, di suoni e di personaggi, finché arriva una cicogna con un pacco contenente la storia. Ma è troppo tardi: le bestiole ne hanno già inventata una loro e sono pronti a raccontarla. Inizia così: “C’era una volta una pagina bianca”. Quella che sembra la conclusione non è, quindi, una conclusione: la struttura circolare del libro, con la fine uguale all’inzio, crea, infatti, ulteriori possibilità narrative per un gioco di storie nuove ipoteticamente infinito.

Questo libro di Marianna Coppo non è un albo illustrato nello stretto significato tecnico del termine. Non è nemmeno un albo illustrato senza parole. E’ un libro particolare dalle grandi potenzialità narrative che si sviluppano se il lettore è abile nel cogliere gli spunti lanciati dalle poche parole e dai disegni che via via crea il coniglietto. Come per gli albi illustrati senza parole, le storie che si possono inventare, guardando questo mondo disegnato che pian piano prende forma, sono tante e tutte diverse, come diversi sono i lettori che prendono in mano questo libro: basta che lascino volare la fantasia sulle dolci illustrazioni e le storie vengono da sé.
Sul verso di copertina si legge “Nella vita c’è chi aspetta la propria storia e chi invece prende l’iniziativa. E cambia le cose”: un altro indizio, un’altra potenzialità di queste pagine che, messe in mano ai ragazzini più grandi, possono aprire interessanti discussioni e riflessioni. Se gli animaletti avessero fatto attenzione a ciò che stava succedendo lì vicino a loro, nella pagina a fianco, invece che sbuffare nell’attesa della loro storia, avrebbero “vissuto” prima e più avventure? Se avessero preso un’iniziativa per trovare la loro storia, non avrebbero atteso così a lungo: per ottenere qualcosa, per raggiungere i propri obiettivi, per realizzare un sogno, si deve fare qualcosa, aspettare che arrivi da fuori, spesso non è abbastanza.
Andando oltre, ci sarebbe da pensare anche alla noia del coniglietto da cui nasce la sua creatività… . Altro spunto, altro tema… .
Un lavoro interessante per una lettura condivisa con i bambini a partire dai 5 anni.

Marianna Coppo
Una storia molto in ritardo
Terre di Mezzo, 2019 – [42 p.] - €12,90

mercoledì 18 dicembre 2019

ELFI AL QUINTO PIANO

Elfi al quinto piano

Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p

Una storia di Natale dedicata ai bambini e ai – ragazzi che disubbidiscono agli
adulti per cambiare il mondo”, a quei ragazzi che sanno “andare oltre” ciò che frena i grandi e gli impedisce di agire. Si tratta dell’ultimo lavoro di una delle due autrici del tanto famoso quanto discusso “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (Mondadori).
Ed anche questo è uno di quei libri che può far discutere.
E’ una tipica storia di Natale, ma con un elemento mai presentato prima in una storia di Natale: una famiglia arcobaleno. Manuel, Camila e Shonda, i bambini protagonisti di questa magica vicenda, hanno, infatti, due mamme.
Si sono appena trasferiti nella città di R., perché, se fossero rimasti dove erano, avrebbero rischiato di venire divisi, visto che le famiglie con due mamme non erano ben accettate. A parte Olivia, una bambina che li ha quasi investiti con la sua “valimobile” appena scesi dal treno, nessuno dei nuovi vicini, né degli altri adulti in città, rivolge loro la parola. In questa città, del resto, non succede mai nulla di brutto, perché nessuno fa niente, e tanto meno parla con gli estranei: è ovvio che niente di male può accadere. Il giorno dopo il loro arrivo, dieci simpatici elfi si presentano a casa loro incaricati da Babbo Natale in persona di trovare una base operativa del Natale per la città di R. e chiedono ai ragazzi di aiutarli a impacchettare i 230.119 regali per i bambini e consegnarli in tempo per il passaggio della slitta. Inizia, così, l’avventura dei tre fratelli che si mettono subito al lavoro. Ben presto, però, la catena di montaggio, che si installa nella loro casa, crea trambusto e attira l’attenzione della polizia. Per non essere scoperti, agli elfi non resta che far sparire tutto, bambini compresi. La situazione, però, si complica ulteriormente perché neanche le loro mamme sanno dove sono finiti e, in più, il tempo stringe e il Natale non può aspettare.
Sarà Olivia, l’unica amica di questa famiglia, una ragazzina intraprendente e piena d’inventiva, assieme ai suoi compagni scout, a far sì che la missione di Babbo Natale sia portata a termine e, soprattutto, a convincere gli adulti di quanto è importate e bello stare insieme e condividere tutto con gli altri.

Di questa storia si deve, prima di tutto, sottolineare la qualità del testo, cosa piuttosto difficile da trovare nei libri recenti rivolti ai bambini intorno agli 8 anni. Siamo di fronte a un italiano abbastanza ricco, sostenuto nelle strutture e denso nel lessico. Una lingua che non scade nel banale del paratattico semplicistico allettante per i bambini perché facile da leggere. Il testo è linguisticamente curato. In esso dialoghi, caratterizzazione dei personaggi, struttura, ritmo e coerenza narrativa sono gestiti con armonia, stanno bene in equilibrio tra loro e fanno presa sul lettore. La storia è avvincente e la curiosità di scoprire come la situazione potrà risolversi tiene incollati alle pagine. Anche la soluzione dell’intreccio è lineare e regge bene.
Nel parlare di questo libro, però, come di tutti gli altri, bisogna essere onesti e sinceri e non glissare, sul fatto che dentro questa storia ci sono le famiglie arcobaleno, quella dei protagonisti, e anche altre che, in un passaggio, giocano ai giardini. Dico questo non per fare censura, assolutamente no, ma per sottolineare che si deve rispettare la sensibilità di tutti. Leggendo sul web alcune presentazioni di questo libro, ho trovato dei testi interessanti ed equilibrati, altri, invece, assolutamente e fuorvianti in quanto non contenevano nessun accenno alla famiglia con due mamme, suo l’elemento rivoluzionario e caratterizzante.
Nei libri per i bambini ci sta e ci deve stare tutto. Le storie devono rispecchiare la realtà e l’attualità in cui i piccoli vivono e lo devono fare con delicatezza e leggerezza. I libri e le storie, infatti, sono ottimi strumenti per interpretare la realtà, per confrontarsi con il mondo. E’, quindi, importante che trattino di tutto, ma in modo adeguato al pubblico cui si rivolgono. “Elfi al quinto piano” è una fiaba universale che parla di diversità, di rispetto, di accoglienza contrapposta all’indifferenza e alla chiusura che derivano dalla paura dell’altro. E lo fa in modo appropriato. E’ assodato che stereotipi e condizionamenti non dovrebbero entrare (anche se, purtroppo, se ne trovano ancora molti) nella narrativa per bambini e ragazzi: la normalità è ciò che ognuno percepisce come tale e ognuno dovrebbe rispettare la normalità degli altri. E, in questa storia, troviamo la diversità di questa famiglia calata nella normalità della vita di tutti i giorni. I bambini sono più aperti degli adulti, hanno meno preconcetti, ed è per questo che, trovando il modo giusto, si possono proporre loro anche modelli diversi. Sulla base delle storie, poi, si può parlare delle situazioni e si può discutere su ciò che circonda i piccoli nella società di oggi, ma non si deve giudicare. E’ per questo che ritengo importante che una storia come questa venga pubblicizzata e presentata onestamente. Poi sta all’adulto mediatore di letture valutare se proporla o meno e come farlo. Chi promuove la lettura deve conoscere bene i bambini e deve conoscere ancora meglio i libri. La letteratura, anche quella per i piccoli, è specchio del mondo in cui viene creata e può diventare universale, superare i limiti di tempo e di luogo, se lo fa con leggerezza di toni, esattezza di contenuti e molteplicità di sguardi.
Consigliato da 9 anni.

Elfi al quinto piano
Francesca Cavallo con le illustrazioni di Verena Wugeditsch
Feltrinelli, 2019 – 125 p. - € 14,00

mercoledì 11 dicembre 2019

SFUMATURE DI ACCOGLIENZA

Cosa c’è nella tua valigia?

Chris Naylor-Balleseros
Terre di Mezzo, 2019 – [32] p. -€ 15,00


Un giorno arriva uno strano essere verde trascinando una valigia pesante. Una gallina, una volpe e un coniglio si chiedono che cosa possa esserci dentro. Il nuovo arrivato risponde che nella sua valigia ci sono una tazza da te, un tavolo e una sedia per sedersi a bere il te e una casa, la sua casa, dove preparare questo te. La creatura è stanchissima e si addormenta lasciando per terra la valigia. Incuriositi e diffidenti, i tre altri animali decidono di aprirla. La forzano e dentro ci trovano solo una tazza da te rotta e la foto sbiadita di una casetta. Pensano di essere stati ingannati. Ma forse non è proprio così. Svegliandosi, lo strano animale rimane stupito di ciò che hanno fatto le tre bestiole, che, scoperta la sua storia, gli fanno un regalo speciale.
Cosa c’è nella tua valigia?” è una piccola dolce storia che parla di accoglienza, di amore, di gentilezza e di attenzione per chi ci sta vicino e per chi arriva da lontano. Ognuno viaggia con il suo bagaglio e porta con sé le cose per lui importanti. Anche i ricordi sono bagaglio, a volte pesante, a volte leggero. E’ con i ricordi e le aspettative che si affrontano le sfide, si attraversano i sogni e si cerca di vivere la realtà. D’altro canto, il nuovo, il diverso, l’inaspettato può far paura. Diffidenza e sospetto sono pronti a far da difesa. Ma è inutile stare sulle difensive prima ancora di sapere se il pericolo esiste veramente.
Non servono tante parole, non servono immagini complesse e dettagliate: nella semplicità si nasconde l’empatia, si trasmettono emozioni, si aprono mente e cuore per ridurre la distanza tra le creature nata da diffidenza e pregiudizio. Un po’ di gentilezza e generosità costano poco e valgono molto. Cambiare punto di vista e ribaltare la situazione, come ha fatto il coniglio, in fondo, a volte è la via migliore.
Un albo illustrato da proporre a partire dai 4 anni.

giovedì 5 dicembre 2019

UNA STORIA DI STORIE

La gamba di legno di mio zio

Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p.

E’ un intreccio di realtà, storie e fantasia “La gamba di legno di mio zio” (Sinnos). Una storia scritta da Fabio Stassi e illustrata da Veronica Truttero per raccontare di una famiglia in cui, a Natale, si prepara il posto a tavola anche per gli zii partiti per l’America e mai tornati. E’ narrata in prima persona da un ragazzino che ama leggere (“mia madre è convinta che abbia qualcosa che non va, perché me ne sto sempre a leggere, tutto il giorno”) e che ascolta affascinato le storie della nonna che ricorda il passato e immagina ciò che può essere successo ai figli partiti per l’America più di trent’anni prima. Nella testa del bambino questi racconti si intrecciano con le avventure che legge, finché, un giorno un vecchio bussa alla port. La nonna lo riconosce subito, è lo zio Amerigo di nuovo a casa. Per il ragazzo è naturale l’associazione tra la gamba di legno di questo zio e la gamba di mascella di capodoglio del carismatico Capitano Achab. E così, mentre la famiglia fa festa allo zio tornato e ricorda il passato giocando con parole e antichi detti tradizionali, il ragazzino immagina una storia tutta sua, piena di avventure e di incontri emozionanti di come l’uomo ha perso la gamba ed è arrivato in America.
Una storia di famiglia e di emigrazione italiana. Una storia ambientata circa mezzo secolo fa. Lo si deduce, non solo dall’assenza trentennale dello zio Amerigo, ma anche dallo stile rétro delle illustrazioni che ritraggono l’abbigliamento dei personaggi e l’arredo della casa. Una storia in cui i ricordi e le emozioni, dal dolore per la lontananza alla gioia per il ritorno, si avvicina alle tante storie di emigrazioni di oggi.
Fabio Stassi, grande autore per adulti, nelle sue opere ama scrivere di libri, storie e narrazioni. E non poteva essere diversamente in questo suo lavoro pensato per i bambini: una storia di storie.
Una storia di alta qualità anche dal punto di vista linguistico con una scelta lessicale raffinata. Non per questo, però, il libro risulta difficile, anzi, la narrazione intriga e aumenta di ritmo pagina dopo pagina, culminando nella storia inventata dal bambino. Interessante osservare come le illustrazioni accompagnano il testo con citazioni dai classici d’avventura della letteratura per ragazzi. Una lettura da consigliare ai ragazzini che amano l’avventura e le storie.
Indicato dai 6 anni per la lettura condivisa, dagli 8 per la lettura autonoma.

La gamba di legno di mio zio
Fabio Stassi, ill. di Veronica Truttero
Sinnos 2019, [34] p. - € 14,00