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mercoledì 22 settembre 2021

LETTERE E NUMERI

ABC. Il mio primo alfabetiere

Chiara Carminati con le illustrazioni di Anna Laura Cantone

Lapis, 2021. 52 p.

Consigliato da 5 anni


 

Dieci maestri deliziosi

Ross Montgomery con le illustrazioni di Sarah Warbuton e la traduzione di Alessandra Valtieri

Lapis, 2021. 32 p.

Consigliato da 5 anni



E’ iniziata la scuola e lettere e numeri cominciano a diventare oggetto di interesse per tutti gli scolari, in modo particolare per i più piccoli. Sono soprattutto quelli che iniziano la loro avventura scolastica ad essere affascinati e incuriositi da questi strani segni che vedono sulla carta combinati in modi diversi. Imparare a riconoscerli e cercare di dare loro un senso non è impresa semplice. Molti fanno tanta fatica a imparare a leggere e a capire i numeri. E’ quindi interessante poter disporre di libri che possano dare loro un “divertente” aiutino.

Lettere e numeri sono, per esempio, i protagonisti di due libri illustrati appena pubblicati da Lapis: “Il mio primo alfabetiere” di Chiara Carminati con le immagini di Anna Laura Cantone e “Dieci maestri deliziosi” di Ross Montgomery con le illustrazioni di Sarah Warbuton e la traduzione di Alessandra Valtieri.

In “Il mio primo alfabetiere” Chiara Carminati gioca con le lettere dell’alfabeto e con i loro suoni. Dalla A di Anatra alla Z di Zanzara, 25 piccole filastrocche raccontano di un animale che ha a che fare con qualcosa da mangiare: Carlo il Castoro, per esempio, adora le Carote, mentre il Merlo Marcello aspetta che maturi il Mirtillo e Rudi il Ramarro bacia i rametti di Rosmarino …

Protagoniste sono le lettere combinate nel testo in un susseguirsi di ripetizioni e allitterazioni. 25 animali, 25 cibi e bevande per divertirsi con le rime e imparare, grazie anche alle simpatiche e inconfondibili illustrazioni di Anna Laura Cantone, a riconoscere in maniera giocosa la forma delle lettere e a distinguere i loro suoni.

In “Dieci maestri deliziosi”, invece, il gioco è con i numeri da 1 a 10 in senso inverso. Si tratta di una allegra filastrocca con il conto alla rovescia, dove dieci maestri, usciti stanchi da scuola, si rendono conto di aver perso l’ultimo autobus per tornare a casa. Decidono così di avventurarsi a piedi attraverso il bosco dove, però, vengono seguiti da una serie di mostri pronti a mangiarli. All’inizio non ci si aspetta che i mostri mangino effettivamente i maestri e solo alla fine si capisce che lo fanno davvero. Da qui la spiegazione dell’aggettivo “deliziosi” del titolo, aggettivo del resto piuttosto insolito per descrivere gli insegnanti.

Il libro è veramente divertente, soprattutto per i bambini. Oltre al simpatico testo in rima, al divertimento contribuiscono sicuramente le illustrazioni ricche di dettagli spiritosi e che rappresentano questi mostri come colorati e soffici peluches pronti ad afferrare e a divorare gli incauti insegnanti che per vari motivi si staccano dal gruppo. Ad un certo punto della storia arriva, però, la svolta e l’ultima parola, l’ultima risata inaspettatamente è per una maestra del gruppo. Per chi?

Questi sono due esempi di come la lettura di libri illustrati può essere un modo divertente per coinvolgere i bambini ed avvicinarli ai vari argomenti, anche se sappiamo bene e non smettiamo mai di sottolineare che i libri e gli albi illustrati non hanno come primo scopo quello di insegnare nulla, né sono medicine o bacchette magiche che possono risolvere problemi e difficoltà. Altrettanto bene sappiamo che non è opportuno voler anticipare i tempi e insegnare a leggere, scrivere e far di conto ai bambini prima del momento giusto. Altro discorso è, però, assecondare le curiosità dei bambini e il loro bisogno naturale di sapere, per cui libri come questi possono costituire un divertente mezzo da utilizzare.

In generale leggere libri con i bambini in età prescolare è prima di tutto un piacere, un divertimento, una coccola di voce, un tempo dedicato, un momento di stretta relazione. Gli aspetti positivi a livello cognitivo e linguistico, nonché informativo, che dalla lettura derivano ai piccoli, si palesano comunque, anche se in tempi più lunghi.

martedì 17 agosto 2021

Strumenti del mestiere – CHE COSA VEDIAMO QUANDO LEGGIAMO


Non è un saggio come tutti gli altri, ma come gli altri approfondisce, esamina, affronta i vari aspetti dell’atto del leggere e di ciò che la lettura comporta per i nostri occhi e per la nostra mente.

La diversità di “Che cosa vediamo quando leggiamo” (Corraini, 2020) sta nella sua struttura: le sue pagine, infatti, non sono fitte di parole, di concetti, di ragionamenti, ma offrono parole, concetti e ragionamenti attraverso un abile e interessante gioco di immagini e testo che crea collegamenti e strutture particolari riproducendo quasi “fisicamente” ciò che sta descrivendo.

Non è facile spiegare come questo libro è strutturato, ma non è necessario. Meglio prenderlo direttamente in mano e appena lo si apre, un mondo si svela agli occhi e alla mente del lettore.


Suddiviso in 18 capitoli, il lavoro di Peter Mendelsund racconta quello che succede nella nostra immaginazione. Le pagine sono ricche di citazioni (sia di testo che di illustrazioni), di mappe, di incipit e di frasi che si leggono benissimo. L’effetto è quello di seguire una conversazione che spazia, si allontana dal tema, ci ritorna, lo approfondisce e poi passa ad altro, per poi, però, tirare le fila di tutto. Il risultato è una riflessione originale sui meccanismi dell’immaginazione che offre un volto ai personaggi dei romanzi, definisce le ambientazioni, recupera gli oggetti, gli animali, le piante e li pone in un “luogo diverso” che non è la realtà dell’autore né quella del lettore. Si rivela, quindi, in questo modo l’essenza co-creativa della lettura, che implica un autore e un lettore e la loro interazione con il testo per dargli una vita. Una vita che, però, non è ben definita, ma immersa in una nebbia che continua a addensarsi e a diradarsi col risultato che mentre si legge, le immagini mentali che ci si fanno, sono sempre più sfuggenti, nonostante i tentativi di metterle a fuoco.

Leggere un romanzo non è come vedere un film. L’immaginazione lavora in modo diverso rispetto alla visione: leggere significa arrivare ad un punto di intersezione tra interno ed esterno del libro. Il libro non è uno specchio né uno schermo e vedere e guardare nell’immaginazione non è lo stesso del guardare e vedere con gli occhi. Guardare un film è, praticamente, come vedere una realtà creata da qualcun altro, dal regista. Leggere, invece, è la creazione di questa realtà nell’”alambicco delle nostre menti di lettori”, ed è perciò una realtà sempre diversa perché co-creata da autore e lettore e da tutte le contingenze del momento di scrittura e di lettura.

Un libro interessante, innovativo nel modo di porsi. Un saggio divulgativo profondo alla portata di tutti.

Peter Mendelsund

Che cosa vediamo quando leggiamo

Corraini, 2020. 452 p.

giovedì 22 luglio 2021

Strumenti del mestiere - TOUT SUR LA LITTÉRATURE JEUNESSE. DE LA PETITE ENFANCE AUX JEUNES ADULTES

Sophie Van der Linden

Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes.

Gallimard Jeunesse, 2021. 187 p.

La letteratura per ragazzi in un libro agile, ricco di informazioni e facile da utilizzare. Si può definire in questo modo “Tout sur la littérature jeunesse. De la petite enfance aux jeunes adultes” di Sophie Van der Linden, giornalista francese, scrittrice e critica letteraria, esperta appassionata di albi illustrati e di letteratura per l’infanzia. Questo suo lavoro nasce un po’ come aggiornamento e completamento del suo primo libro di questo tipo “Je cherche un livre pour un enfant: le guide des livres pour enfants de la naissance à 7 ans” (Gallimard Jeunesse, 2011). Le motivazioni che l’hanno portata a pubblicare questo lavoro si leggono sul suo blog: negli ultimi anni sono continuate a crescere le esigenze, di punti di riferimento, di consulenza, di formazione in questo copioso settore editoriale. L'ambizione mostrata dal titolo (da prendere ovviamente come uno slogan), è quella di trattare l'intero settore e le questioni ad esso collegate, in un unico volume, il più sintetico e pratico possibile. È pensato per soddisfare le aspettative di genitori, nonni, appassionati ma anche studenti, professionisti del libro e della lettura, volontari delle associazioni... È pensato soprattutto per permettere ai bambini, accompagnati da questi promotori, di entrare, davvero, nella letteratura ...”.

Si tratta di un libro utile come base di partenza per numerosi approfondimenti in
questo campo, visto che ne nomina tutti gli 
aspetti e i soggetti interessati ovviamente
riferiti al contesto francese, alcuni dei quali, però, 
con valore universale.
Il libro è diviso in otto capitoli preceduti da un’introduzione: 1. Storia del libro per

l’infanzia. Punti principali.; 2. Caratteristiche distintive della letteratura per l’infanzia; 3. Consigli per la lettura ai bambini e ai ragazzi; 4. Libri di ogni tipo; 5. I grandi generi; 6. Biblioteche ideali; 7. La letteratura per l’infanzia in discussione; 8. Appunti pratici. Al momento “Tout sur la litterature jeunesse, de la petite enfance aux jeunes adultes” è disponibile solo in francese, chissà che non ne possa essere proposta da qualche editore una traduzione italiana con adattamento alla nostra realtà. Potrebbe essere un nuovo utile libro divulgativo sul filone de “Il dizionario della letteratura per ragazzi: gli autori, gli illustratori, le trame, i personaggi, gli studiosi, le associazioni” di Teresa Buongiorno, edito da Fabbri nel 2001 e de “Il Dizionario della fiaba” edito da Lapis nel 2014,sempre di Teresa Buongiorno.


giovedì 18 febbraio 2021

LE STORIE "LAVORANO DENTRO"

La lettura di buona letteratura, di buoni libri di narrativa rende empatici. Non certo la lettura di storie create apposta per indagare un’emozione piuttosto di un’altra, bensì la lettura di buone storie. Le buone storie sono quelle che non pretendono di trasmettere o insegnare valori, ma aiutano a pensarli. Le buone storie più che parlare di emozioni permettono di viverle. Le buone storie non sono scontate, prevedibili e chiuse, ma aprono al pensiero. Sono storie che raccontano una vicenda in modo incompleto e inatteso e che, proprio per questo, obbligano il lettore a immaginare quello che il testo non dice e a dare un senso alla narrazione, soprattutto al comportamento dei personaggi, attingendo al proprio vissuto, integrando lettura e vita. Sono storie che spingono chi legge a interrogarsi sugli stati mentali interni dei personaggi, a fantasticare su cosa avrebbero potuto fare di diverso da quello che lo scrittore ha deciso, a “essere creativi “ (Blezza Picherle, Silvia, Formare lettori, promuovere la lettura. Franco Angeli, 3a ed. corretta, 2015)
La lettura è palestra di emozioni perchè leggendo si sperimenta ciò che potrebbe essere reale e si possono approvare le reazioni dei personaggi, si può dissentire, si può immedesimarsi. Spesso capita di trovarsi in una situazione e ricordare una storia che descrive una circostanza simile, oppure, viceversa, si riconoscono nelle storie momenti della propria vita vissuta. Questo perché le storie “lavorano dentro”, entrano nel bagaglio con cui il lettore affronta il mondo e sono pronte a emergere quando è il momento giusto, fornendo quell’esperienza indiretta che aiuta (Barbero, Carola, La biblioteca delle emozioni: leggere romanzi per capire la nostra vita emotiva. Ponte alle Grazie, 2012). Attraverso le storie si riescono a capire delle cose anche a distanza di tempo, quando il “letto” in un dato momento, riflette il “vissuto” tempo dopo, o viceversa. Si tratta del potere che ha la lettura profonda che i bambini e i ragazzi possono imparare per diventare partecipi di ciò che leggono, arrivando ad andare spontaneamente alla ricerca dei significati per poi sviluppare quasi automaticamente competenze utili a capire gli altri esseri umani e le loro reazioni, senza diventare vittime di pratiche di lettura didascaliche e moralizzanti.
Come riassume perfettamente Beniamino Sidoti nell’introduzione al suo libro, con la buona narrativa, ma anche con i buoni albi illustrati, si rivendica, “alla scrittura, alla lettura, un lavoro che troppo spesso deleghiamo alla psicologia, alla filosofia o alla psicoterapia. Le storie e le poesie sono da sempre il modo principe con cui affrontiamo, conosciamo, scopriamo e addomestichiamo emozioni e sentimenti: lo facciamo spontaneamente, senza saperlo, e lo facciamo perché in ciò che leggiamo ci ritroviamo: e ritrovandoci sappiamo fare un passo avanti, o un passo indietro. Sappiamo ballare con le parole, e impariamo a viverle, senza restarne assordati(Sidoti, Beniamino, Stati d’animo. Rrose Sélavy, 2017).
Proporre letture e fare educazione alla lettura in quest’ottica, quindi, presuppone un modo diverso di mettersi di fronte alle storie e ai bambini e ragazzi. La lettura gratuita, quella che si fa per piacere, non finalizzata all’educazione linguistica o ad altro scopo didattico, non può essere imposta, ma suggerita nella libertà più ampia possibile di scelta e di modalità, trovando insieme storie adatte e alternando pratiche diverse: ad alta voce, silenziosa, autonoma e collettiva. La pratica della lettura come “piacere”, inoltre, si autoalimenta con l’insieme delle esperienze emozionali positive che offre al lettore (Levorato, M. Chiara, Le emozioni della lettura. Bologna: il Mulino, 2000) e diventa insieme appagamento e conoscenza.

 

lunedì 1 febbraio 2021

Strumenti del mestiere: LEGGERE. UN GIOCO DA RAGAZZI

Cosa significa promuovere la lettura? Ce ne elencano gli aspetti principali due autori per ragazzi, Anna Vivarelli e Guido Quarzo, in una sorta di piccolo vademecum: “Leggere. Un gioco da ragazzi” (Salani, 2016). E’ “un manifesto dell’amore per la lettura” che si legge in poco più di due ore, ma che si impiega una vita per applicarlo. Anzi, sarebbe bene impiegare una vita per applicarlo, usando quotidianamente gli spunti che propone nel lavoro con i bambini e i ragazzi.

Siamo tutti perfettamente consci che non esistono ricette e, tanto meno, ricette infallibili, per creare lettori. I fattori che possono portare a questo risultati in breve o lungo tempo, sono molteplici, non tutti concorrono contemporaneamente e non sempre ci sono le condizioni per poterli applicare tutti. Avere tanti spunti e tante idee, però, aiuta a programmare l’intervento specifico, o, come a volte con i bambini e i ragazzi può succedere, a improvvisare, cogliendo quelle occasioni che si creano di tanto in tanto nella vita scolastica o familiare.
Questo volume è agile e diretto e vale la pena leggerlo, anche come ripasso, quando ci si accinge a lavorare con i libri, con le storie, con i bambini e con i ragazzi.

Riassumo qui, schematicamente i concetti principali che Anna Vivarelli e Guid Quarzo delineano:

- la lettura è un piacere e spesso si diffonde per contagio. Come, purtroppo di questi tempi ben sappiamo, il contagio si crea quando ci sono molte occasioni di contatto e si incontrano molti soggetti: ecco quindi che una delle condizioni per formare lettori è che i bambini/ragazzi abbiano molti libri a portata di mano e ne vedano tanti in molti luoghi e momenti della loro vita (va da sé che è fondamentale che vedano anche gli altri, gli adulti, leggere)

- la scuola è (con la famiglia) uno dei luoghi dove avviene maggiormente il contatto con i libri. Purtroppo questo incontro non è sempre positivo e fortunato: la lettura di narrativa (per piacere) dovrebbe essere sempre distinta dalla lettura di testi scolastici e manuali (per studio, per fare educazione linguistica)

- tutti i bambini amano le storie e le storie hanno un potere enorme sui bambini. E’ fondamentale lasciare che i bambini sentano/leggano molte storie e che le storie si “facciano strada” dentro i bambini, creando in loro una sorta di dipendenza e quindi il desiderio di averne sempre di più (lette in autonomia o ascoltate)

- più si legge più ci si crea gusto per i libri: quindi molti libri devono essere a disposizione dei bambini/ragazzi e molti libri di tipo diverso: in questo modo i lettori imparano a scegliere, prima di tutto ciò che piace a loro, e poi a distinguere le buone dalle cattive storie, i libri di qualità (ne ho scritto su "Il Pepeverde"  Edizioni Conoscenza - nr. 5/gen-mar. 2020, p. 8-10)

- le storie non sono fatte per “affrontare temi” o per insegnare qualcosa, né per inviare messaggi.

- è importante considerare la contemporaneità dei libri e delle storie che si suggeriscono ai ragazzi. I classici, le fiabe, i romanzi della letteratura per adulti che sono diventati “per ragazzi”, gli adattamenti e le riduzioni dei grandi classici, sono tutti materiali di letteratura che vanno affrontati in maniera adeguata, valutando bene se, come e quando farli leggere

- le librerie e le biblioteche hanno un ruolo fondamentale per la promozione della lettura, sia per i ragazzi, sia per gli adulti che lavorano con loro

- chi promuove lettura dovrebbe conoscere bene sia i libri sia i ragazzi con cui lavora, è quindi fondamentale leggere e fare esperienza

- il punto di partenza e il punto di arrivo è che la lettura è un piacere piacere. Si devono fare, quindi, delle serie e attente riflessioni su: schede di lettura, riassunti, presentazioni, lezioni frontali, esercizi di comprensione e di produzione, discussioni in classe, lavori di gruppo.

Se il promotore della lettura ha ben chiare tutto quanto qui sopra riassunto, lo fa suo e lo applica, è probabile, ma non scontato, che grazie al suo lavoro nascerà qualche lettore.

 

Guido Quarzo, Anna Vivarelli
Leggere. Un gioco da ragazzi.
Salani, 2016.

martedì 5 gennaio 2021

Strumenti del mestiere: QUANDO I GRANDI LEGGONO AI BAMBINI

Un libro prezioso per chi si occupa di lettura ai bambini piccoli. Una ricca fonte di informazioni e di suggerimenti per la lettura ad alta voce. Una raccolta di materiali di lavoro che copre i più di 20 anni di attività del progetto"Nati per leggere" che impegna medici pediatri, bibliotecari e molti volontari per la promozione della lettura in famiglia ai bambini fin da piccolissimi.

Quando i grandi leggono ai bambini di Angela Dal Gobbo (Donzelli, 2019) è stato pubblicato nell’ambito delle iniziative per i 20 anni di questo importante progetto e raccoglie i venti libri che l’Osservatorio editoriale Nati per Leggere ha scelto tra le varie pubblicazioni in questi anni. Libri che sono ormai “patrimonio” assodato di chi si dedica alla promozione del benessere di grandi e bambini attraverso la lettura. Accanto a questi libri, il volume, presenta circa 200 altri libri, soprattutto in italiano, che Angela Dal Gobbo ha selezionato con la competenza e la cura che la caratterizzano. Tantissimi libri valutati, scelti, letti e proposti in questi anni a grandi e bambini con diverse competenze e diverse sensibilità.

Il saggio è organizzato un po’ come una tabella a doppia entrata in cui da una parte si può entrare seguendo le caratteristiche dei bambini piccoli in base alla loro età e quindi alle loro capacità e competenze, dall’altra, invece, partendo dalle caratteristiche dei libri che si possono leggere con loro.

Ogni capitolo della prima parte affronta un momento dello sviluppo del bambino mettendone in evidenza le abilità, dando suggerimenti su come scegliere i libri da proporre e poi indicando i titoli di letture adatte al periodo. Ogni libro è descritto non solo nei contenuti, ma anche negli aspetti che lo rendono “di qualità” e indicato per i bambini in quella fascia d’età.

La seconda parte del volume è dedicata all’albo illustrato in sé al suo mondo, ai suoi elementi costitutivi, alla sua narratologia, alla sua ricerca grafica.

Un capitolo finale è poi dedicato alle fiabe classiche e moderne. Anche questo, come i precedenti, con i titoli da scegliere per la lettura.

Impreziosiscono questo libro una quarantina di pagine finali con quelli che sono presentati come “Piccola galleria di ritratti”. Si tratta di schede bio-bibliografiche dedicate a tutti gli autori e illustratori dei libri citati. Un dovuto omaggio a chi, spesso, viene relegato in secondo piano rispetto al libro che ha creato.

Questo è un libro che ogni persona che si impegna per la lettura ai piccolissimi dovrebbe avere sulla scrivania e consultarlo spesso. Concetti fondamentali che si leggono in queste pagine sono legati al piacere della lettura, per tutti, il piacere di chi ascolta, ma anche di chi legge ad alta voce. Il piacere anche di avere in mano testi e illustrazioni di qualità che attirano, affinano il gusto, coinvolgono tanto l’intelletto quanto i sensi. Ci si sofferma anche sull’importanza dell’attenzione a ciò che interessa i bambini e del rispetto per ciò più gli piace guardare ed ascoltare.

Centrale è, ovviamente, il “cosa succede” quando i grandi leggono ai bambini: ed è tanto ciò che succede, più di quanto si possa immaginare.

Nelle pagine introduttive Angela Dal Gobbo spiega come è strutturato il suo lavoro e afferma di non aver avuto assolutamente pretesa di esaustività. Cosa del resto impossibile nel vasto e variegato mondo editoriale per i bambini in questi anni. Piuttosto la sua idea era quella di offrire una “bussola” per orientarsi in questo mondo, per appropriarsi di tecniche di valutazione, di occhio per i dettagli, di criteri precisi in base ai quali fare le proprie scelte.

Dal punto di vista teorico c’è sicuramente riuscita. Perchè il suo lavoro abbia ricaduta anche pratica è, però, fondamentale che chi prende in mano questo libro si premuri anche di recuperare, leggere, guardare, rileggere, osservare e leggere ancora tutti i libri che sono citati. E’ solo con la pratica, quella vera, quella sul campo con i libri in mano e i bambini davanti o in braccio, che si impara a scegliere bene, a costruirsi un ricco bagaglio cui attingere.


domenica 30 agosto 2020

Strumenti del mestiere: LE CARTE DI TESTE FIORITE

Tra gli strumenti per utili per le attività di promozione alla lettura le “CARTE” dell’Associazione Teste Fiorite sono una recente e interessante proposta

Si tratta di un mazzo di 40 carte da utilizzare come base per commentare una lettura, un libro, un albo illustrato, per condurre una conversazione libera partendo da un libro o per ragionare sulla lettura e sul valore delle storie. 

Le carte sono suddivise in quattro gruppi e rimandano a quattro diversi ambiti: quelle blu riportano affermazioni con pregiudizi nei confronti della letteratura per l’infanzia, quelle arancioni pongono domande pensate per far partire una discussione, su quelle gialle si leggono affermazioni da commentare, quelle viola spaziano tra le più diverse riflessioni.

Come si legge nell’allegata scheda di presentazione, “le Carte di Teste Fiorite possono essere usate da adulti che cerchino spunti da cui partire per analizzare un testo, ma anche da ragazzi che inizino a prendere confidenza con un punto di vista critico o, ancora, da adulto e ragazzi insieme, in classe, per entrare in confidenza con l’imperfetta scienza ermeneutica”.

Pur aspettando con impazienza l’occasione per provare, al momento non ho ancora avuto modo di utilizzarle personalmente né con gli adulti, né con i bambini/ragazzi, ma l’impressione è che siano interessanti sia per chi già lavora in questi campi, sia per chi comincia a muovere i primi passi. Offrono, infatti, spunti utili per avvicinarsi ai libri e alle storie in maniera diversa e per raggiungere nuovi livelli di approfondimento o per osservare libri, storie e figure da nuovi punti di vista.

Come tutti gli strumenti, soprattutto quelli più “pratici”, le CARTE di Teste Fiorite, si possono usare “con fantasia”: non sono un metodo, non indicano una tecnica. Possono, però, essere base per costruirsi ciascuno il “proprio” metodo, per tracciarsi ciascuno la propria strada.

Per una descrizione delle CARTE di Teste Fiorite da parte di chi le ha create, cliccate qui dove, potete, eventualmente anche procurarvele.

giovedì 25 giugno 2020

MONDO BAMBINO

SENTI FRATELLINO

Sara Ortenzi con le illustrazioni di Ilaria Orzali, Lapis, 2020
Consigliato da 3 anni

IO E IL MIO VASINO

Jeanne Ashbé, traduzione di Chiara Stancati, Lapis, 2020
Consigliato da 2 anni

La vita dei bambini è una continua scoperta, una continua conquista di abilità e di conoscenze. Ogni loro esperienza è contraddistinta da emozioni diverse,

anche forti. Accompagnare la crescita dei piccoli con i libri è importante, non perché i libri siano delle “medicine” in grado di aiutarli ad abbandonare il ciuccio piuttosto che a fare la pipì nel vasino o a mangiare gli spinaci, ma perché passare del tempo con i bambini condividendo il piacere di un bel libro è importantissimo: rafforza la relazione tra chi legge e chi ascolta, regala momenti intimi, crea complicità, sviluppa fantasia e immaginazione e sostiene lo sviluppo emotivo, linguistico e cognitivo dei piccoli. Essi imparano inconsciamente a conoscere parole, espressioni, modelli narrativi e strutture linguistiche diverse da quelle del parlato e che, più avanti, torneranno loro utili. Ascoltando storie i bambini allenano le loro capacità di ascolto e di attenzione. Leggere ad alta voce ai piccoli crea una “dipendenza positiva” che, sostenuta nel tempo, non può che far bene, da molti punti di vista, a chi legge e a chi ascolta.

I libri per i piccolissimi devono essere adatti a loro e vanno scelti con cura, tenendo conto sia delle loro caratteristiche fisiche, dei loro testi e delle loro immagini , sia delle competenze e abilità, nonché dei gusti e delle preferenze dei bambini cui saranno proposti. La produzione editoriale per bambini è molto ricca, ma non tutta di qualità. Scegliere con attenzione un libro per i bambini è importante.

Tra le nuove pubblicazioni di Lapis indicate a partire dai 30-36 mesi segnaliamo “Senti fratellino” di Sara Ortenzi con le illustrazioni di Ilaria Orzali e “Io e il mio vasino” di Jeanne Ashbé.

Senti fratellino” è un albo dedicato al momento importantissimo nella vita di un bambino dato dall’arrivo di una sorellina o di un fratellino. Le emozioni che entrano in gioco sono molte, sono forti e anche contrastanti. Affrontare un cambiamento come questo nella propria vita non è cosa da poco: all’arrivo del piccolo niente sarà più come prima. La piccola protagonista di questo libro, quindi, rispecchiando pensieri ed emozioni di tutti i fratellini maggiori, cerca prima di tutto di capire da dove arriva questo bambino, poi osserva

il corpo della mamma che cambia. A questo punto un dubbio l’assale: non è che se arriva lei o lui, io verrò mandata via? E’ una paura reale che le viene soprattutto di sera. Per fortuna papà risolve ogni dubbio: il cuore dei genitori è speciale e capace di fare spazio per ogni nuovo bambino che arriva. Risolti i dubbi alla piccola non resta che stabilire chiaramente alcune regolette e, soprattutto, mettere in chiaro che in casa sarà sempre lei la più grande .

Io e il mio vasino” è un nuovo piccolo libro che, con ironia, affronta il tema dell’imparare a controllare i propri bisogni e a farla nel vasino. Ogni bimbo ha i suoi tempi, ma per molti bambini non è facile vincere il timore di provarci. Non così per il piccolo protagonista che, accompagnato dal suo coniglietto di pezza, cerca di capire chi è che usa il vasino e, scartati tutti gli animali, arriva alla conclusione che sono i bambini ad usarlo. Non è facile, però, imparare a farlo: possono succedere dei piccoli incidenti. Ma non è un problema. Presto si impara. Jeanne Ashbé, ancora una volta, rivela nel suo lavoro una grande attenzione per l'infanzia, per i movimenti, le posture, per le piccole sfide della quotidianità. E ancora il tratto pulito, essenziale ma mai povero, sempre espressivo e accurato. Con grande gioia, siamo pronti a dare il benvenuto nel nostro catalogo a Jeanne Ashbé

Si tratta di due libri divertenti che raccontano dal punto di vista bambino due situazioni tipicamente bambine e le sdrammatizzano. Lo fanno con testo e illustrazioni puliti, semplici e immediati, adatti ai piccoli intorno ai tre anni perché essenziali, ma non poveri, e molto curati. Il fondo, bianco di uno e monocolore dell’altro, fa risaltare bene le figure bordate di nero rendendole facilmente leggibili. Il testo di “Senti fratellino” è in rima e divertente, anche se non sempre scorrevole. Semplice ed essenziale quello di “Io e il mio vasino”, caratterizzato dalle ripetizioni che tanto piacciono ai più piccoli. In entrambi in chiusura si nota una leggera discrepanza tra testo e illustrazioni, mentre le prime mantengono il loro livello iniziale fino in fondo, il secondo perde un po’ in ritmo e non convince del tutto. Ciononostante entrambi questi libri stanno bene nella libreria dei piccoli. E ricordiamoci, nel leggerli, che sono prima di tutto belli da condividere: non cadiamo nell’errore di volerli “somministrare” per ottenere un risultato mirato!

lunedì 4 maggio 2020

DI SPADA E DI PAROLA

HAI LA MIA PAROLA

Patrizia Rinaldi
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00


Avventura e fiaba si mescolano in “Hai la mia parola” l’ultimo lavoro di Patrizia Rinaldi edito da Sinnos nella collana Zona Franca ad alta leggibilità. Avventura, perché la storia di Nera e Mariagabriela è intrisa di perfidi inganni, fughe rocambolesche, incontri inaspettati e fuorvianti travestimenti. Fiaba, perché fiabesco è il tempo e il luogo lontano in cui tutto si svolge, perché ci sono due sorelle che si vogliono bene, una avida matrigna che le vuole dividere, un ricco signorotto crudele e tante buone persone pronte ad aiutare le ragazze nel superare la prova loro imposta. Non poteva, poi, mancare un lieto fine ricco di speranza.
Mariagabriela e Nera sono due sorelle molto diverse tra loro: una bella e dolce, l’altra zoppa e ribelle. La bellezza mancata di Nera è compensata dalla sua capacità di usare le parole, di leggere, scrivere e raccontare. La sventura colpisce la bella Mariagabriela che viene praticamente comprata dal lussurioso Visconte padrone del castello del borgo. Nera non può accettare il destino dell’amata sorella venduta dalla matrigna, e quando le viene fatto credere che Mariagabriela è riuscita a fuggire, anche lei parte di nascosto per cercarla con l’aiuto del fidato amico Michelino. La storia è lunga e complessa, piena di colpi di scena, ingiustizie e ritorsioni. Ma anche di coraggio, di amore, di speranza, di rispetto e di amicizia.
Anche se alla fine le due sorelle si riuniscono, l’evoluzione di questo romanzo e il suo finale non sono scontati. Lasciamo al lettore il piacere di arrivare in fondo a questa vicenda in cui spada e parole feriscono e difendono allo stesso modo e insieme rimettono in ordine il mondo.
Divisa in tre parti formate rispettivamente da ventuno brevi capitoli, uno per ogni lettera dell’alfabeto cui corrisponde una parola significativa, la storia, ambientata nella Sardegna del ‘700, ha un ritmo ben sostenuto dall’inizio alla fine e si distingue per un vocabolario ricco e ricercato. Diversamente non poteva essere, visto che uno dei temi principali che emergono è quello del potere consolatorio, ma anche del potere di attacco e di difesa, delle parole e della narrazione di storie: imparare a leggere e a scrivere, conoscere molte parole e saperle usare bene, diventa base per l’emancipazione di Nera, dei bambini cui fa da maestra, e per esteso, di ogni persona.
Il punto di vista del romanzo è quello di Nera che racconta a Mariagabriela, a vicenda finita, ciò che è successo dopo che il Visconte l’ha voluta a palazzo. Molti ed espliciti sono i riferimenti valoriali alla rettitudine delle persone, al rispetto della vita degli altri, al diritto che ognuno ha di riscattare la propria esistenza, alla bontà che ripaga di ogni angheria.
Mi mi convince un po’ meno la scelta di una scrittura prevalentemente paratattica, fatta di molte frasi brevi. La bellezza della lingua italiana sta anche nella sua complessità che, senza cadere nell’esercizio di stile o in un incomprensibile insieme contorto, si manifesta, quando ben sostenuta, in belle frasi scorrevoli lunghe e articolate. E’ vero che la lingua evolve, che la nostra è molto influenzata dal contesto in cui viviamo e che adesso si tende ad un italiano più più veloce e più semplice. Senza essere puristi, però, bisogna considerare che lingua scritta e lingua parlata non sono la stessa cosa. Credo che il valore di un bel libro, di una bella storia, sia dato anche dall’adesione alle caratteristiche della lingua con cui è raccontata e che questo contribuisca a fare la differenza quando si parla di letteratura.

Ciò non toglie che “Hai la mia parola” sia un libro che molto può dire ai suoi lettori, a vari livelli.

Patrizia Rinaldi
HAI LA MIA PAROLA
Sinnos, 2020. 218 p. - € 14,00
consigliato da 12 anni

domenica 26 aprile 2020

PAGINE SILENTI

Gli albi illustrati senza parole: un'avventura meravigliosa
proposta di formazione per insegnanti, educatori, genitori ed adulti curiosi


Gli albi illustrati senza parole (wordless picture books) più comunemente conosciuti come “silent books” sono un particolare tipo di pubblicazione la cui particolarità sta nel fatto che si basano su una storia con una precisa evoluzione, ma non ci sono le parole per raccontarla. La narrazione è completamente affidata alle immagini. Un po’ come un film, questi libri sono basati su una sceneggiatura attentamente studiata che, pur permettendo libertà di interpretazione, in realtà non lascia nulla al caso e conduce esattamente verso un finale logico e strutturato. Se pur di diverso livello, alcune facili, altre meno, quelle dei libri senza parole non sono narrazioni semplicistiche, anzi, spesso ruotano intorno ad una brillante e solida idea originaria e si sviluppano nella sua progressiva epifania.

I silent book sono ideali per coinvolgere la sfera cognitiva (l’intelletto, il pensiero, la memoria), quella linguistica e quella affettiva. Permettono ai bambini e agli adulti che li accompagnano di osservare le illustrazioni, prestare attenzione ai dettagli, anche a quelli più piccoli. Un libro senza parole non ha un solo modo di essere letto, ma ogni lettore crea il suo e impara a raccontare ciò che vede. Questi libri possono costituire una particolare forma di educazione all’immagine, combinando osservazione e narrazione. La lettura dei libri senza parole, se fatta in piccoli gruppi, favorisce il confronto, il dialogo e la condivisione. Spunto per innumerevoli attività, questi albi sono interessanti in ogni ambito educativo.
Il percorso prevede la presentazione di albi illustrati senza parole e la loro analisi con spunti di lavoro per la loro utilizzazione.
La fascia d'età per la scelta dei libri è concordata con i soggetti interessati.

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venerdì 17 aprile 2020

Strumenti del mestiere: LETTORE, VIENI A CASA. IL CERVELLO CHE LEGGE IN UN MONDO DIGITALE

Lettore, vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale. - Maryanne Wolf, Vita e pensiero, 2018 – 221 p.

Una riflessione sui cambiamenti indotti nella lettura dall’immersione nel mondo digitale da parte di Maryanne Wolf, che dell’analisi dei meccanismi della lettura ha fatto l’oggetto della sua attività di neuroscienziata e la passione della sua vita. Sotto forma di lettere, si rivolge al ‘Lettore’ come a un amico, cercando la semplicità nelle spiegazioni scientifiche, la vicinanza del racconto personale, il calore dell’invito a riprendere il proprio posto nella casa confortevole e insieme avventurosa della lettura, dove ritrovare se stessi e gli altri. La sua analisi mostra, grazie ai progressi delle neuroscienze, il modo in cui quel capolavoro di adattabilità che è il cervello risponde agli stimoli del mondo digitale: alterando le connessioni neuronali che aveva magistralmente costruito per la lettura su carta, profonda e intensa, e sviluppandone altre più adatte a fronteggiare la continua ed esuberante offerta di contenuti da parte degli strumenti digitali. Si guadagna di certo quanto ad aumento dell’informazione ma si possono perdere qualità umane fondamentali come il pensiero critico, l’immaginazione creativa, l’introspezione, l’empatia, cioè la capacità di assumere la prospettiva e le emozioni degli altri. Tutte qualità stimolate proprio dall’apprendimento della lettura profonda e che, se ci pensiamo, hanno un impatto civile e politico fortissimo. Si tratta allora non di guardare con nostalgia al passato, ma di creare le condizioni per una nuova mente – quella dei nostri figli e dei figli dei nostri figli, il cui cervello impara a leggere proprio in quest’ambiente profondamente mutato – capace di integrare la preziosa eredità della cultura analogica con l’innovazione digitale.

mercoledì 1 aprile 2020

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INDOVINA CHI VIENE A CENA?

Eva Montanari
Kite Edizioni, 2013. [22] p.

Ci sono i grandi della letteratura per ragazzi e non solo tra le pagine di “Indovina chi viene a cena?”, elegante e intenso albo illustrato di Eva Montanari pubblicato qualche anno fa da Kite Edizioni, ancora reperibile, sia in libreria, sia in biblioteca. Uno di quei libri che non hanno tempo.
Con parole e illustrazioni racconta di nonna Olga, dolce vecchina cieca che, però, sa muoversi benissimo nella sua cucina e ama preparare ottimi manicaretti per tutti coloro che passano da lei a cena. Ogni sera arriva qualcuno di diverso: un uomo di latta, un fantasma, una fanciulla dai capelli turchini, un ragazzo che non voleva scendere dal ramo di un albero, un uomo intento a combattere dei giganti, … . Ognuno di loro si siede a tavola e racconta la sua storia strana, fantastica o spaventosa, mentre mangia gli squisiti, deliziosi e genuini cibi che lei gli mette davanti. Tutte le sere. E dopo cena gli ospiti accompagnano nonna Olga a dormire, mentre pian piano sua nipote Nina infila le mani in tasca e va a casa per tornare l’indomani con una nuova storia scovata in biblioteca.


Questo albo illustrato è un inno alle storie, alla lettura, al potere della lettura di far compagnia e di aprire nuovi mondi, di far viaggiare e conoscere tanti luoghi e tanti destini, un omaggio al fascino salvifico e balsamico delle storie che possono divertire, consolare, far riflettere e fantasticare. Per ogni momento della vita ce n’è una giusta. Più se ne conoscono, più si può attingere. Non è difficile riconoscere nel testo e nelle illustrazioni di questo albo gli accenni a storie di tutti i tempi come Il mago di Oz, Pinocchio, Il barone rampante, Don Chisciotte, Moby Dick e tanti altri. Anche i versi di copertina sono un omaggio a personaggi immortali: una schiera di bozzetti che rimandano a Hänsel e Gretel, Sogno di una notte di mezza estate, Peter Pan, Le metamorfosi e tante altre storie.


La composizione di questo albo illustrato è una continua sfida per il lettore di ogni età, ma soprattutto per i più grandi che, si auspica, abbiano già avuto modo di incontrare molti di questi ospiti. La chiave di lettura, infatti, oltre alla magia di una bella storia, sta nel gioco di ritrovare i rimandi a narrazioni e a personaggi conosciuti e, allo stesso tempo, nella sfida di andare in biblioteca o in libreria a cercare nuove storie per incontrare i personaggi ancora ignoti.
La levità del testo e l’eleganza delle illustrazioni, che sembrano uscire da un sogno, rendono questo albo un piccolo gioiello affascinante da leggere, rileggere, guardare e riguardare. A ogni lettura un accenno nuovo, ad ogni sguardo un rimando interessante. Girata l’ultima pagina viene voglia di ricominciare a sfogliarlo. Veramente! E non solo per scoprire chi viene a cena.

Indovina chi viene a cena?

Eva Montanari
Kite Edizioni, 2013. [20] p. - € 16,00
Consigliato da 8 anni

giovedì 20 febbraio 2020

EMOZIONI DI LIBRO

La lettura come palestra dove “allenare” le emozioni
proposta di formazione per insegnanti, educatori, genitori e adulti curiosi.

Leggere e ascoltare qualcuno che legge, soprattutto storie (narrativa o albi illustrati) e poesia, è fare educazione emotiva. Leggere narrativa rende empatici, insegna a riconoscere e vivere le emozioni, fa entrare “nelle scarpe degli altri”. Leggendo si fanno esperienze, si impara a conoscere e a capire se stessi e gli altri. Le storie, inoltre, aiutano a trovare parole e modi per esprimere le emozioni, per raccontare gli stati d’animo, per entrare in sintonia con gli altri. Leggere fa bene, rilassa, amplia il linguaggio, rafforza il pensiero.

Alla luce di alcuni esempi di letteratura per l’infanzia il percorso si sviluppa affrontando tematiche quali
- il cervello e il cuore di chi legge
- l’importanza della lettura per lo sviluppo e il benessere emotivo di bambini e ragazzi
- il “potere delle storie” che insegnano a pensare, a riconoscere e a provare emozioni
- buone e cattive storie
- la promozione alla lettura come educazione alle emozioni: costruzione di un percorso di lettura

La proposta è rivolta a insegnanti, educatori, genitori e a tutti gli adulti interessati e può essere modulata secondo le esigenze del target di pubblico cui la si vuole proporre.


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lunedì 27 gennaio 2020

UN PONTE DI LIBRI

Un ponte di libri

Jella Lepman
Sinnos, 2018 – 204 p.

La Giornata della Memoria ci offre l’occasione per ricordare la storia di Jella Lepman, giornalista tedesca di origine ebrea, fondatrice della Biblioteca Internazionale di Letteratura per l’infanzia di Monaco (Internationale Jugedbibliothek).
Jella Lepman racconta la sua esperienza nel libro Un ponte di libri, pubblicato in nuova traduzione nel 2018 da Sinnos.
Jella apparteneva a una famiglia ebrea liberale costretta nel 1936, per sfuggire alle persecuzioni naziste a emigrare da Stoccarda in Gran Bretagna, dove lavorò come giornalista. Alla fine della guerra, Jella venne invitata a tornare in Germania dalla Forza d’occupazione Americana, in qualità di Specialist Adviser for Women’s and Youth Affairs. Non del tutto convinta, accettò l’incarico e si mise al lavoro. Presto si rese conto che il compito più urgente era quello di dare a donne e a bambini non solo pane e vestiti, ma anche “cibo per la mente”. Bisognava ridare speranza ai bambini e mostrare loro che esistevano altre realtà diverse da quella disperatamente triste in cui stavano vivendo: realtà di pace, di gioco, di amicizia. Superato ogni dubbio, iniziò la sua opera con grande entusiasmo e impegno, affrontando le più disparate difficoltà con ottimismo, caparbietà e anche un po’ di faccia tosta. Grazie al sostegno dei vertici militari americani, che non sapevano dirle di no, di molti intellettuali, librai e bibliotecari tedeschi, di vari editori, di Eleanor Roosvelt in persona e della Fondazione Rockefeller, Jella cominciò organizzando una mostra internazionale di libri per bambini e ragazzi chiedendo a 20 paesi in Europa e in America l’invio dei loro libri migliori per esporli in varie città tedesche tra detriti e macerie in spazi espositivi di fortuna, creati quasi sul momento.
E’ commovente leggere nel suo libro come i bambini, e non solo, desolatamente abbandonati al vuoto monocorde del totalitarismo, abbiano accolto con entusiasmo i libri in mostra, fermandosi ore a guardarli e a leggerli, affamati di belle illustrazioni, belle parole, belle storie, belle idee. Una piccola berlinese, visitata la mostra, esclamò; “Questa sì che è pace”. Un’affermazione spontanea che riassume il significato dell’intero lavoro della Lepman.
La sua convinzione era che si doveva ripartire dai bambini per mettere ordine nel mondo postbellico e che la lettura e la letteratura possono salvare la vita. Quattro anni dopo, nel 1949, finito il giro delle principali città tedesche per raggiungere il maggior numero di bambini, la mostra è diventata a Monaco il fondo base della prima grande biblioteca internazionale di libri per ragazzi.
Da allora la biblioteca continua la sua missione di diffusione della cultura del libro tra i più giovani come mezzo per aprire le menti, per trovare contatti con le altre culture, per stabilire ponti tra le nazioni. E, come allora, alla base del lavoro di questa biblioteca sta la raccolta dei migliori libri, dono ogni anno dei vari paesi perché vengano conservati, ma anche e soprattutto, letti e utilizzati, dai suoi piccoli e grandi utenti.

La storia di Jella Lepman, ricordata in occasione del 27 gennaio, Giorno della memoria, ha al giorno d’oggi un significato particolare, visto che viviamo in un tempo in cui la società rischia di chiudersi su se stessa per il crescente individualismo e la dilagante paura dell’altro. Muri e barriere continuano ad essere eretti tra persone, popoli e nazioni, dimenticando l’importanza delle relazioni. Di fronte alla drammaticità della cultura dell’odio, ma anche alla diffusa povertà educativa, è fondamentale offrire strumenti per aprire nuovi orizzonti, conoscere il diverso e non averne paura. E questo si può fare con i libri, con le storie: la lettura, infatti, permette di conoscere, di mettersi nei panni degli altri, aiuta a sviluppare l’empatia.
L’opera di Jella Lepman rivela come attraverso i libri si può contribuire ad avvicinare i popoli: leggere è viaggiare, è vedere, è confrontare, è capire. I libri sono veicolo di bellezza, di idee, di condivisione. I libri e lettura sono importanti per la crescita di un paese. Se tanto hanno potuto fare nella devastazione della guerra, tanto possono fare ancora nelle realtà difficili del nostro tempo e moltissimo possono fare per prevenire situazioni problematiche dove, per fortuna, non esistono.

I bambini non hanno colpa di questa guera, pertanto i Suoi libri saranno i primi messaggeri di pace! (…) Per superare le barriere linguistiche La preghiamo di inviarci soprattutto albi e libri illustrati. Ma anche la buona narrativa potrà essere fatta conoscere ai bambini in lavori di gruppo. Ci auguriamo che gli editori tedeschi possano acquisire i diritti di traduzione di molte di queste opere.” (Dalla lettera che Jella Lepman ha inviato nel 1945 a 20 paesi del mondo per richiedere i libri per la mostra riportata in Un ponte di libri, J. Lepman, Sinnos, 2018, p. 52-53)

Consigliato a insegnanti, bibliotecari, genitori, educatori e a tutte le persone che hanno a cuore i bambini, le storie, i libri.