giovedì 31 marzo 2022

RAGGRUPPARE, ORDINARE, SUDDIVIDERE, CATALOGARE



Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Tutti i bambini e i ragazzi, ma anche gli adulti, prima o poi fanno collezione di qualcosa. Chi raccoglie fumetti, chi figurine, chi tartarughine di diversi materiali e dimensioni, chi piante grasse e chi antichi attrezzi da lavoro. Anche classificare il mondo che ci circonda è un’attività spesso praticata da molti in diversi contesti. Le liste e i raggruppamenti di cose, persone, ambienti e animali aiutano, prima di tutto, a fare ordine, mentale o fisico che sia, ma sono anche un modo per imparare, per ricordare, per scoprire oltre che un interessante passatempo.

Su liste e catalogazioni si basano diversi libri sia per bambini e ragazzi, sia per adulti. Uno nuovissimo è “Unico nel suo genere” di Neil Packer, pubblicato da Camelozampa.

La breve storia di Arvo, un ragazzino che parla con il suo papà mentre sta andando in città alla lezione di violino, costituisce la cornice narrativa di questa “raccolta di raccolte”. Dalle loro parole nasce un affascinante scambio sulle categorie, sui modi in cui si classifica il mondo, sui raggruppamenti di oggetti ed esseri viventi, con interessanti e sorprendenti scoperte.

Lo scambio tra padre e figlio è accompagnato da meravigliose e dettagliatissime tavole che riempiono la maggior parte delle pagine, rappresentando magistralmente le liste e le categorie cui il dialogo fa riferimento: l’albero genealogico di Arvo e quello del suo gatto, l’insieme del regno animale, i mezzi di trasporto, le nuvole e gli edifici. Questi ultimi sia in base al tempo in cui sono stati edificati, sia in base ai materiali con cui sono stati costruiti, sia in base al loro scopo.

Il sottotitolo stesso “Una storia sul raggruppare”, indica che tutto può essere catalogato e le pagine interne mostrano come. Si possono catalogare i formaggi, le mele, gli strumenti musicali, le opere d’arte e i libri e diversi sono i modi in cui lo si può fare. Come dice l’artista nella premessa del libro “Organizzare le cose in categorie può spaziare dal metodo scientifico più complesso alla totale casualità e in questo libro ho fatto ricorso a tutto quello che c’è in mezzo a questi due estremi.” Tutto fa parte di un gruppo, di una categoria ma, allo stesso tempo, tutto è anche unico nel suo genere. L’unicità di oggetti, animali, situazioni, ambienti, cose e persone è, in fondo, ciò che racconta questo libro, premiato nel 2021 come vincitore della sezione non fiction della Bologna Ragazzi Award. Testo e tavole di Neil Packer mostrano come l’unicità di ogni cosa sia controspecchio della vastità dell’esistente. La semplicità nella complessità e la complessità nella semplicità: è il gioco di parole con cui si può riassumere questo lavoro. Non ci si pensa, ma a dire “mela” si fa presto, ma quale mela intendiamo? Si fa presto a dire “formaggio”, ma a quale stiamo pensando? Il termine “attrezzi” è generico, ce ne sono così tanti e tutti per un diverso utilizzo e anche gli “strumenti musicali” sono moltissimi così come i modi per indicare il passare del tempo sono diversi. Dal tutto all’uno e viceversa: è questo il modo per affrontare la conoscenza del mondo percependone la complessità.

Oltre alla genialità del testo, le grandi tavole, che spesso si allargano sull’intera doppia pagina, sono il punto di forza di questo libro. Sono tavole caratterizzate da un tratto retrò che affascina grandi e bambini. Grandi quadri da osservare attentamente, magari con l’aiuto di una lente di ingrandimento per non perdere nemmeno un dettaglio.

Un libro che parla di unicità presentandosi come unico. Un “libro delle cose” diverso da tutti gli altri, esempio di come anche la divulgazione possa raggiungere alti livelli di letteratura sia per i contenuti sia per l’estetica.

Interessanti anche le quattro pagine conclusive in cui l’autore spiega chiaramente ogni tavola, indicando come l’ha costruita, il significato che ha e ciò che se ne può imparare.

Un libro per tutti a partire dai 5-6 anni. Un libro da leggere e guardare per puro piacere, ma che può dare anche spunto per l’osservazione, la classificazione, la collezione, e, perché, no, per un po’ di ordine.


Neil Packer traduzione di Sara Saorin

Unico nel suo genere. Una storia sul raggruppare e classificare

Camelozampa, 2022. 48.p

Età +6


mercoledì 23 marzo 2022

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Davide Calì – Sébastien Mourrain ill.

Top Car. L’oggetto del desiderio

Kite Edizioni, 2022 – 40 p.

Età: +7


Forza della pubblicità, voglia di avere sempre qualcosa di più, illusione del facile guadagno, superiorità dell’apparire rispetto all’essere, sacrificio del proprio tempo e del proprio io sull’altare di un capriccio.

Sono questi i temi principali che emergono dalla lettura dell’albo illustrato “Top Car” di Davide Calì con le illustrazioni di Sébastien Mourrain recentemente pubblicato da Kite. Un albo particolare che coglie con chirurgica perfezione sia di testo sia di immagini uno degli aspetti forse più negativi che caratterizzano parte della nostra società: l’insoddisfazione materiale.

In poche parole è la storia di Jacques che guida da anni una semplice utilitaria, piccola, economica, che lo porta dappertutto. Sulla strada verso il lavoro, però, vede ogni giorno la pubblicità dell’auto “Venus” il top tra le auto del momento. Un mezzo veloce, elegante, appariscente, che piace alle ragazze. Jacques se la sogna anche di notte, ma per comprarla col suo stipendio dovrebbe pagare rate fino a 93 anni. Così incomincia a pensare come fare per avere più soldi a disposizione: giocare? no. Scommettere? no. Rubare? no. Un doppio lavoro potrebbe essere la soluzione. Costruire modellini a casa nel tempo libero gli sembra un’ottima idea. Ed è così che Jacques mette da parte il denaro che gli serve per l’auto, sacrificando tutto il suo tempo, le sue energie, la sua vita. Finalmente la Venus è sua, ma uscendo dalla concessionaria … .

Questo albo illustrato è caratterizzato da una linea molto pulita che dà corpo alle figure e tratteggia il testo in una font ampia e leggera, perfettamente in equilibrio con la narrazione lineare che si sviluppa senza strepiti o sussurri. La sequenzialità di ragionamento e di azione di Jacques per raggiungere il suo obiettivo è disarmante, così come “ossessivo” è il suo rimurginare sull’oggetto del suo desiderio che riempie i suoi pensieri e i suoi sogni.

Interessante, infine, la scelta di non identificare il costo delle auto di lusso con una valuta precisa. Il loro valore è espresso in “zup”, ovviamente non a cifra tonda, probabile simbolo universale di tutto ciò con cui gli spot pubblicitari allettano le persone, creando falsi bisogni.

Come in molti albi illustrati di qualità, anche per questo, è fondamentale non fermare la lettura all’ultima pagina, ma osservare anche la copertina. La quarta di copertina nello specifico, dove l’illustratore, sicuramente d’accordo con l’autore, scocca il colpo finale per creare il senso completo della storia dando al lettore la possibilità di chiudere il ragionamento. Jcaques si allontana fischiettando felice in bicicletta portando nel cestino il fedele gattino che è stato testimone di tutta la vicenda.

Un albo per bambini dai 7-8 anni e per tutti i grandi insoddisfatti che desiderano sempre di più.

 

mercoledì 16 marzo 2022

Strumenti del mestiere: LEGGERO LEGGERO'


Antonio Ferrara

Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri

Interlinea, 2021

Chi si interessa di lettura e di libri, vedendolo, non riesce a non prendere in mano questo libro di piccole dimensioni dal sottotitolo curioso e intrigante. Lo ha scritto Antonio Ferrara, conosciuto autore per ragazzi, ma anche illustratore e formatore. Ha lavorato a lungo con i giovani in una comunità alloggio e da sempre è convinto del grande potere che hanno lettura e scrittura per l’educazione (non formale) dei ragazzi, sia in termini di educazione sentimentale e alle emozioni, sia in termini di prevenzione del disagio (che poi sono spesso le due facce della stessa medaglia).

Si tratta di una raccolta di brevi interventi sulla lettura, sul leggere, sul condividere letture, sul leggere ad alta voce, con qualche incursione nello scrivere e nello scrivere per ragazzi in particolare.

Tutte le brevi dissertazioni qui raccolte sono basate su un grande amore per la parola scritta e per ciò che con le parole si può fare. L’assunto di partenza è che “siamo fatti di storie” e che ogni parola ne è elemento fondante. Le parole hanno sempre conseguenze, così come i silenzi e molto è dovuto anche al come sono combinate tra loro, pronunciate e presentate.

Si tratta di un libro che fa riflettere sull’amore per lettura e libri e che sottolinea l’importanza di questa passione per i giovani e per chi con i giovani lavora quotidianamente.

Leggere è sexy” è il titolo di una delle sezioni in cui il libro è diviso e questo titolo salta subito all’occhio scorrendo l’indice. Al suo interno si trovano la passione e l’amore per i libri che possono diventi anche passione e amore “fisici”. La lettura implica corporeità, soprattutto quella ad alta voce, perché è la voce che dà corpo alle parole, ma è anche il modo in cui chi legge si atteggia, la sua mimica, il suo sguardo, le sue espressioni che creano la storia. Leggere è fare un viaggio. Leggere insieme o ascoltare insieme è viaggiare insieme, fare la stessa esperienza, provando, però, anche cose diverse.

Leggero leggerò” è un libro da leggere di seguito dalla prima all’ultima pagina, ma anche “assaggiandolo” qua e là per trovare spunti di riflessione e per prendere coscienza del proprio modo di leggere e approcciarsi ai libri e alle storie. Un libro ricco di spunti per migliorare il proprio modo di far innamorare della lettura e per promuoverla attraverso il controllo della voce e la passione per la sua forza.

Per approfodire, un’interessante intervista a Antonio Ferrara su questo libro la si può trovare qui

lunedì 28 febbraio 2022

NESSUN DUBBIO: SU MARTE C’E’ VITA!

Jon Agee

Viaggio su Marte

Il Castoro, 2021. - 32 p.

Età: +4

Ci sono degli autori che non deludono. Si scoprono quasi per caso, si cercano, si aspetta la nuova uscita. Uno di questi è Jon Agee. Lo ho conosciuto con “Roar! Come diventare un leone”, poi ho apprezzato il suo “Il muro in mezzo al libro” e adesso non posso che scrivere del suo “Viaggio su marte”.

In poche parole è la storia di un piccolo astronauta che, sicuro di trovare la vita su Marte, non si fa bloccare dalle parole di chi lo ritiene pazzo e va alla scoperta del pianeta rosso. Sceso dall’astronave comincia a camminare con in mano un pacchetto. Dentro c’è un tortino al cioccolato da offrire al primo essere vivente che incontrerà. E’ sicuro che incontrerà qualcuno. Dopo un po’ che cammina, però, il ragazzino si rende conto di essere veramente solo e che il pianeta è davvero inospitale, freddo, arido, buio. Pensa che forse si è sbagliato e decide di tornare all’astronave. Ma dov’è l’astronave? Si è perso. Mentre la cerca ecco che vede qualcosa … In fin dei conti non era proprio sbagliata la sua idea che su Marte c’è vita!

Non voglio raccontare troppo della storia, né svelare i divertenti colpi di scena che pone davanti ai i lettori grandi o piccoli che siano. Lascio loro il piacere di scoprire da soli questo albo, limitandomi a farmi “prendere dalla vertigine della lista” ed elencare senza ordine specifico i motivi per cui val la pena andarlo a cercare in libreria o in biblioteca.

 

 

NARRAZIONE/STORIA:

- leggera

- ironica e divertente

- ricca di colpi di scena

- doppia focalizzazione, interna ed esterna: il testo in prima persona è il punto di vista (interno) del bambino protagonista, le illustrazioni appartengono, invece, ad un narratore onnisciente esterno

- gioco degli equivoci, del vedere/non vedere, del narrare una cosa e mostrarne un’altra

ILLUSTRAZIONI:

- curate nei dettagli, ma non ridondanti, né troppo cariche

- bel bordo nero e spesso

- contrasto creato con il nero dello spazio, buio dell’universo

- eloquenti e molto comunicative

- pulite e chiare, facilmente visibili anche a distanza

- in stretta comunicazione con il lettore/osservatore

ALTRO:

- racconta come una semplice passeggiata un viaggio spaziale alla scoperta di Marte e ciò non sconcerta per nulla il lettore

- invita alla meraviglia e a non scoraggiarsi mai, a credere fino in fondo alle proprie intuizioni

- è consigliabilissimo per la lettura ad alta voce mostrando tutte le illustrazioni.



 

sabato 19 febbraio 2022

ADDIO BIANCANEVE

Beatrice Alemagna

Addio Biancaneve

Topipittori, 2021. 96 p.

da 10 anni

Aprire il libro “Addio Biancaneve” di Beatrice Alemagna è come fare un doppio viaggio. Un viaggio all’interno della (presunta) nota fiaba di Biancaneve e un viaggio in una mostra d’arte contemporanea. In entrambi i casi un’esperienza estetica che prima incuriosisce, poi sconcerta e, infine, affascina. Uscire dalle piste del conosciuto, del normale, del politically correct è sempre una sfida per chi la fa, per chi la accoglie, per chi ci viene coinvolto suo malgrado. E il risultato può essere appagante, ma anche devastante.

 Prima di tutto descriviamo questo lavoro. Si tratta di un libro illustrato di grandi dimensioni rilegato a filo, tecnica che permette l’apertura completa delle pagine e quindi una visione delle tavole senza interruzioni, pieghe o parti seminascoste. Le grandi tavole dipinte ad olio si alternano alle pagine con il testo, nel rapporto uno a quattro: una doppia pagina di testo, quattro doppie pagine di tavole. Tra testo e immagini c’è una stretta relazione che, però, va scoperta memorizzando bene le parole prima di osservare le figure che le seguono. Come scrive chiaramente nell’introduzione l’autrice, l’idea è quella di raccontare la vera, violenta e crudele storia di Biancaneve, in prima persona dal punto di vista della regina cattiva, la matrigna, per entrare in profondità nella fiaba e scoprire la verità di chi fosse vittima e chi carnefice in quella vicenda.

La prima considerazione da fare è che questo libro illustrato non è per bambini o, perlomeno, per bambini troppo piccoli. Secondo punto: la fiaba di Biancaneve non è quella edulcorata di Walt Disney. Terzo: il punto di vista da cui è raccontata cambia una storia, a volte anche sostanzialmente.

Nonostante siano sempre proposte ai bambini, si sa che le fiabe non sono testi pensati per loro se considerati nella loro versione originale. Trasposizioni, adattamenti, riduzioni non sono le fiabe ed è per questo che vengono proposte ai piccoli. Beatrice Alemagna ci offre la fiaba di Biancaneve, se pur, come vedremo tra un po’, da un punto di vista diverso, nella versione originale come l’hanno raccolta e scritta i fratelli Grimm. Non troviamo, perciò, né simpatici nanetti, né bellissimi principi, né risvegli con baci, né matrigne costrette a vivere da streghe per il resto dei loro giorni. C’è una matrigna cattiva, c’è una ragazza che scappa nel bosco, ci sono dei nani lavoratori che se la ritrovano in casa e non sono all’inizio del tutto convinti della sua presenza. C’è una ragazza giovane più ingenua che buona, ci sono dei calzari di ferro roventi ai piedi della matrigna che la fanno morire tra le pene più terribili. Tutto questo narrato a parole e ripreso dalle tavole. Tavole intense, scure, violente e crudeli in cui nulla, o quasi, del malvagio è lasciato all’immaginazione. Violento anche il contrasto tra i colori scuri che le pervadono quasi tutte e quasi completamente e il colore arancione o fuxia fluo di alcuni particolari. Colori fluo che sono segno caratteristico degli ultimi lavori di Beatrice Alemagna, ma che non sono fine a se stessi nella composizione artistica. Servono a evidenziare il contrasto bene/male che pervade la fiaba, o a contrassegnare le contraddizioni di letture diverse dei singoli eventi, o a segnalare la presenza salvifica di elementi esterni “osservanti” che interpretano ciò che vedono. Sia i testi sia le tavole presentano una ricerca profonda di significati e di modi per esprimerli. 

 

 La riscrittura della fiaba dal punto di vista della matrigna, della regina gelosa della gioventù e della bellezza di Biancaneve, ha significato per l’Alemagna scandagliare l’idea di bene e di male che la fiaba contiene, evidenziare le paure, le inquietudini e il dramma che racconta insieme alla fantasia e alla magia con cui le racconta. Solo in questo modo si può comprendere o almeno dare un’interpretazione alla ferocia, all’animalesco, al terribile che l’animo umano può nasconderne. Facendo esperienza (diretta o di lettura) di questo aspetto scuro, si cresce. Ed è questo che le fiabe riescono a far fare. Le fiabe nella loro versione originale sono dense di terrore, crudeltà, paure e incubi. Ma, allo stesso modo, a tempo debito, offrono aiuto e vie di fuga. Cambiarle, semplificarle, alleggerirle non ha senso. Si devono proporle ai ragazzini in tutta la loro complessa e crudele verità.

 Per entrare meglio in questo lavoro di Beatrice Alemagna, vi consiglio la lettura dell’intervista sul blog dell’editore Topipittori, in cui l’artista racconta l’origine e lo sviluppo di questo suo libro. Leggendola si capiscono molte cose e molte cose si vedono con occhi diversi.


mercoledì 9 febbraio 2022

A VOLTE BASTA UN ABBRACCIO

Barbara Vagnozzi e Licia Pittarello

Leo cosa succede?

Kite, 2022.

Consigliato da 3 anni

Leo è triste. Questa mattina si è alzato con il morale a terra. A nulla valgono i tentativi dei suoi amici di invitarlo a giocare. Non ha voglia di niente e di nessuno. Ma ciò che è peggio è che non sa perché si sente così. Rifiuta di andare a nuotare col coccodrillo, di costruire castelli di sabbia con l’elefante, di cantare con l’ippopotamo… . Si aggira sconsolato finché non incontra la scimmietta che con un forte abbraccio lo fa sentire di nuovo bene. E’ questa la semplice trama di “Leo cosa succede?” (Kite), una piccola storia ultima, in termini di tempo, pubblicazione della collana “Primissimi” che raccoglie altre piccole perle per i bambini intorno ai 2-3 anni come “Quello è il mio posto” di Satoe Tone o “Quello che conta” e “Alta tigritudine” di Zac Baldisserotto illustrati rispettivamente da Elonora De Pieri e Giuditta Gaviraghi.

I libri sulle emozioni sono, forse, un po’ una moda che da qualche tempo invade il mercato editoriale, vista anche la proliferazione di corsi e attività di educazione emotiva proposti per tutti. Ciò non toglie che di bei libri per i bambini sulle emozioni c’è, comunque, sempre bisogno. E quindi è proprio quando l’offerta abbonda, che si deve sapere scegliere per evitare libri stereotipati, banali, didascalici, noiosi.


Nella sua semplicità, questo lavoro è un bel libro da proporre ai piccoli, soprattutto per il testo e per come è costruito. Qualche perplessità alcune illustrazioni che nel complesso sono molto belle e danno un’interpretazione originale alla narrazione, ma in qualche pagina sono un po’ troppo poco definite per la capacità visiva dei bambini più piccoli. La loro leggibilità è buona per la parte che fa contrasto col fondo bianco della pagina, mentre rimangono meno fruibili quando i colori si avvicinano o si sovrappongono senza contorno né contrasto deciso tra loro.

Per quanto riguarda il testo, invece, molti sono i punti di forza. Primo fra tutti la linearità e la ripetitività della storia che non sono fine a se stesse, ma conducono sia verso la “soluzione” del problema che l’ha generata, sia verso l’elencazione grafica dei vari amici di Leo che vogliono farlo stare bene. Un elenco che non è in ordine, neanche inverso, rispetto a quello delle proposte di gioco e che alla fine comprende anche un bambino, nuovo personaggio nel quale il piccolo lettore può eventualmente rispecchiarsi. Si sa che nei libri per i piccoli è utile che ci siano anche elementi che li coinvolgono direttamente. L’elenco grafico degli animali amici di Leo, poi, offre al lettore la possibilità che i bambini amano di riconoscere e elencare a loro volta a voce alta tutti i protagonisti. Un piccolo elemento grafico da cercare tra le pagine è l’uccellino rosso che dal primo verso di copertina accompagna il viaggio di Leo per poi sparire per alcune tavole e ricomparire sul verso dell’ultima copertina dove c’è il bambino, come se fosse andato a chiamarlo.

Un libro semplice ma tutto da scoprire. Un libro molto adatto per la lettura dialogata con i bambini.

Un libro che si presta anche al gioco della ripetizione corporea, dell’imitazione. Un libro che tiene conto di tutto ciò che i bambini sono: corpo, emozione e movimento e sa coinvolgerli nella complessità del loro insieme.


 

martedì 1 febbraio 2022

TESTO, ILLUSTRAZIONI E LETTORE. INGREDIENTI FONDAMENTALI DI UN ALBO ILLUSTRATO

E’ cosa ormai concettualizzata e ben nota anche tra molti “non addetti ai lavori”, che una delle caratteristiche principali degli albi illustrati è la relazione particolare tra testo e illustrazione e la loro organizzazione sullo spazio della pagina. E’ entrato praticamente nella definizione di questo particolare tipo di pubblicazioni il concetto che la narrazione non è delegata alle parole, non è delegata alle immagini, ma si crea nel rapporto stretto e complementare tra testo e illustrazioni, rapporto nel quale, tuttavia, rimane sempre una certa componente di indeterminatezza che sarà il lettore a riempire, a colmare nel suo leggere le parole, osservare le figure e interpretare il loro rapporto alla luce del suo bagaglio culturale ed esperienziale. E’ per questo che, seppur una storia è creata e offerta dall’albo illustrato e conduce il lettore ad un finale, molti aspetti rimangono aperti e liberi di essere letti in modo diverso da ogni lettore, perfino, a volte, in modo diverso dallo stesso lettore in tempi diversi. Per lettore si intende qui il bambino cui viene proposto l’albo illustrato, ma anche l’adulto che glielo propone e, in base alla sua esperienza e sensibilità, ne lascia più o meno aperta la chiave di lettura, condividendo, eventualmente, la sua propria.


Fa piacere, quindi, trovarsi in mano degli albi illustrati che sembrano incarnazione perfetta di questa definizione, come, per esempio, “La scimmia che si era persa” (Il Castoro).

La storia si potrebbe riassumere in poche righe. Tutti al teatro stanno aspettando una scimmietta protagonista del “Grande spettacolo della scimmia” che molti spettatori sono venuti a vedere. La scimmia, però, non c’è, non si trova, sembra si sia persa. In realtà ad un certo punto arriva, ma è troppo tardi sono andati via tutti tranne una bambina. Per lei la scimmia fa lo spettacolo che risulta essere strabiliante. La piccola, così, le chiede di rifarlo il giorno dopo che avrebbe portato un amico. Di nuovo tutti sono in attesa, ma lei non arriva se non dopo che se ne sono andati e, di nuovo lo spettacolo sarà offerto solo ai pochi rimasti pazientemente ad aspettare.

Che centri l’amore in questa storia? Può essere questo uno dei modi con cui si può interpretare la narrazione del testo con l’osservazione delle illustrazioni in cui si vede la scimmietta allontanarsi dal circo e partire su una motocicletta in compagnia di un’altra scimmietta, per poi vederle sedute ad un tavolino a bere qualcosa insieme e, infine, su una pianta a chiacchierare. 

 

 Ma altre chiavi di interpretazione potrebbero essere anche l’amicizia, la voglia di vacanza per la noia della routine e del “dover” piacere a tutti, il problema di mostrarsi a tutti indistintamente, senza poter scegliere a chi rivelarsi, l’incomprensibilità di alcune decisioni, le aspettative degli altri … . Sto scrivendo queste possibili letture, ma in realtà non vorrei influenzarvi. Non vorrei rovinare la magia che si crea pagina dopo pagina nella testa del lettore nel cercare una chiave personale di lettura e che trova legittimazione della sua libertà nella domanda finale.

Alla luce dell’esasperato bisogno molti di controllare tutto, non c’è posto sugli scaffali per i libri che non finiscono, per le storie che continuano. Ma sono proprio questi libri, queste storie che aprono la mente e il cuore dei veri lettori e permettono loro di andare oltre, affinare abilità e sviluppare la fantasia.

Tanti lettori, tante letture per un albo che molto più di altri ha bisogno della complicità dello sguardo esterno per trovare completamento e che in questo bisogno nasconde il suo valore.

 

Luca Tortolini con le illustraizoni di Simone Rea

La scimmia che si era persa.

Il Castoro, 2021. 38 p.

dai 5 anni